Quella sera
il ragazzo non vide l’ora che Kaji tornasse
e, non appena
furono liberi dopo cena, gli chiese di andare con lui in garage, per
parlare un
pò
Shinji:
“Sai
ora so che mio padre e zia Ritsuko sono stati davvero amanti, tu ne
sapevi
qualcosa?”
Kaji:
“Si”
Shinji:
“E
non sei arrabbiato?”
Kaji:
“No,
perché non devono certo rendere conto a me”
Shinji:
“Io
invece non so cosa pensare Non mi sono arrabbiato e sono stupito
appunto di non
essere arrabbiato Sia perché con le cose cattive che ha
fatto e che mi ha fatto
non è certo questa una cosa importante sia perché
non so, non mi fa arrabbiare”
Kaji:
“Non è
facile accettare l asessualità dei nostri genitori, per
quanto noi siamo la
prova vivente che essa esista Comunque non prendertela, se hai capito
che tuo
padre è un uomo oltre ad essere un genitore hai capito una
cosa importante e
ciò ti fa onore”
Shinji:
“Ma
non pensi che zio Toskiki si sentirà offeso?”
KAji:
“No di
certo, lui ha accettato la cosa, credimi, non si può sapere
tutto della vita
precedente dei nostri coniugi e, comunque, bisogna accettarla
L’amore te lo
permette, è una marcia in più per
accettarlo”
Shinji fece
una faccia davvero stupita: “Accettarlo hai detto?”
Kaji:
“Si,
perché?”
Shinji:
“L’amore fa accettare… non so,
c’è come un idea che mi è venuta, ma
subito è
scomparsa”
Kaji:
“Ti
tornerà, riflettici”
Shinji:
“Ciò
che mi fa riempire di rabbia, comunque, è il fatto che tutti
mi dicano di
perdonare mio padre, compresa mamma Yui, lei dice anzi che
l’ho quasi uccisa
quando ha scoperto il mio odio”
KAji:
“E
quindi?”
Shinji
sembrava volergli mollare un pugno: “Proprio tu mi dici e
quindi? NON sei stato
tu a dirmi la sera prima che attivassero lo 03 che non avevo capito
nulla del
lavoro di mio padre e che non potevo capirlo?”
Kaji:
“Ricordo”
Shinji:
“Allora,s e non posso capire, come posso perdonare? Capire,
poi, nono significa
necessariamente perdonare Non potete trattarmi come una marionetta io
non
voglio, non posso perdonare un uomo del genere!!!!!!!!!”
Senza
accorgersi mollò un pugno a Kaji che venne facilmente
intercettato anche se poi
il ragazzo non rispose con il solito scusami, fece anzi una faccia
arrabbiata
assai
Kaji si
sentiva impotente, tanto più che come gli aveva fatto notare
Sigmund Shinji non
era stato amato, per cui non aveva sviluppato bene certe cose positive
che
servono in una terapia per riprendersi e curarsi e perdonare Quel
ragionamento,
poi, non faceva una piega Anche
se il
dottore gli aveva dato utilissimi spunti per gestire il figlio senza i
quali si
sarebbe definitivamente sentito impotente, la spia non poteva certo
sentirsi
tranquillo Optò quindi per un approccio soft:
“Vedo che sei proprio arrabbiato
Non posso dirti cosa tu debba o non debba fare, ma penso che Sigmund
saprà
aiutarti, lui è bravo “
Shinji:
“Quel che mi fa arrabbiare è anche il fatto che
peso su di voi, sono l’unico
che non sta bene qua e vi faccio soffrire”
Kaji lo
guardò severamente: “Non dire così, noi
ti amiamo e volgiamo fare di tutto per
aiutarti TU sei quello che ha sofferto di più e hai bisogno
di essere aiutato
di più”
Shinji:
“Ma
anche voi altri avete avuto vite molto difficili”
Kaji:
“Questa non è una gara e poi, a ben vedere anche
noi ti abbiamo fatto soffrire”
Shinji:
“In
che senso?”
Kaji:
“Che
ai tempi della Nerv non siamo riusciti a darti quell’affetto
e quel calore che
avresti meritato, pensa a quanto Asuka ti abbia maltrattato o a come
Katsuragi
ti abbia considerato come un suo strumento all’inizio,
trattandoti come tuo
padre Potrei fare
altri esempi, ma il
risultato non cambia: ti abbiamo trattato male, tu avevi bisogno di
molta
vicinanza, invece, per molti versi, sei stato tu ad essere vicino a
noi, a
darci di più di quanto non ti dessimo E poi le battaglie ti
hanno stancato e
provato molto, moltissimo, chissà quanto avrai sofferto
sull’eva Inoltre
io e la mamma siamo stati vicini ad
Asuka per anni e Rei ha trovato dei veri genitori, tu, invece non hai
avuto
queste fortune, anche se, all’apparenza, sei meno
problematico delle tue
sorelle Ma la cosa più importante, è che tu
capisca che non devi sentirti più
sotto il controllo del comandante, sotto quel: “Se non mi
servi vattene
subito” Noi
ti amiamo perché sei tu, per
quello che sei per cui non farti problemi, noi saremo sempre con te e per te, non dimenticarlo
mai”
Shinji non disse
nulla, né cercò di farsi abbracciare Si
allontanò senza dire nulla e si chiuse
in camera a cercare rifugio nel letto e tra le braccia della sua Triky Amava tanto quella foca e la guardò a
lungo, nei suoi meravigliosi
occhi castani, così belli e profondi Non potè
fare a meno di chiederle: “Tu mi
capisci Triky? Almeno tu mi vuoi bene?” La focona
annuì
Alla fine si
addormentò, sicuro che avrebbe dovuto parlare con Rei