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Autore: CucciLoverZ    08/02/2010    2 recensioni
La magia è pericolosa,è come una malattia: ti consuma da dentro fino a ucciderti, ti tramuta in magia stessa...ti assottiglia e ti senti man mano sempre più sottile, trasparente. Usare la magia è veleno. Ma questo non è il tuo destino Merlino...quindi non piangere.
Genere: Romantico, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Merlino, Principe Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ve l’ho già spiegato! Quella ragazza ha sollevato un masso con la sola forza del pensiero, senza nemmeno dover sbattere le ciglia!-

Il vecchio medico si appoggiò di più al tavolo, sporgendosi per fissare con occhi sospettosi il ragazzo corvino seduto di fronte. Le mani appoggiate sul libro che stava leggendo poco tempo prima, quando ancora regnava un po’ di calma nella casa.

-quindi tu mi stai dicendo che la ragazza che è ora seduta sul tuo letto mezza nuda, in verità è una strega e ha salvato la vita a te?-

Merlino si alzò esasperato, tenendosi la testa tra le mani, cercando qualche modo per convincere non solo Gaius, ma anche se stesso di quella assurda faccenda – e non è tutto! Sa dei miei poteri, sebbene io non abbia usato nessun tipo di magia! Le è bastato guardarmi, e mi ha anche obbligato a dirle dove ci troviamo, non sapeva nemmeno esistesse Camelot!-

-perdona la mia curiosità Merlino…ma perché allora sei ricoperto di letame?-

- non è letame! È fango!-

Inarcando le sopracciglia il medico lanciò un ultima occhiata al ragazzo per poi alzarsi lentamente dirigendosi alla porta con la schiena leggermente rivolta in avanti; il freddo era davvero troppo per le sue povere ossa. Aprendo la porta sospirò nel sentire le folate di vento ghiacciato – dove state andando!? Non vorrete lasciarmi qui con quella!

-tu l’hai trovata e tu ora sistemi le cose Merlino, e ricorda…nessuno deve sapere che c’è una strega in più a Camelot- e così dicendo si avvio, sbattendo la porta in faccia al mago che disperato guardò il legno del portone, poi quello della sua stanza…aperta? La porta l’aveva lasciata chiusa.

-e così ti chiami Merlino…-

Sobbalzando si voltò verso il fuoco ove la ragazza si era appostata fissandolo con quegli strani occhi grigi, freddi come la neve. Ora che la guardava bene poteva ben notare lo strano abbigliamento della sconosciuta. Portava una gonna troppo corta con aperture su più lati, gli stivali avevano inserti di metallo e pelo e il ventre piatto spiccava sotto strati di pellicce sormontate da quella più vistosa, bianca come il latte, avvolta sopra la spalla destra, ricadente come un mantello fino a metà gamba. I capelli erano neri come quelli di Lady Morgana, ma a differenza dell’ultima li portava sciolti e lisci, adornati solo da qualche treccina – sono ossi quelli che hai trai i capelli?-

Per quando si fosse ripetuto di mantenere un tono di voce normale in presenza di lei, anche questa volta gli era uscito solo uno squittio.

-intendi forse queste Merlino?- con una mano si sfiorò una treccina, forse la più vistosa- sono ossa di drago…perché cielo e terra possano convivere nelle mie vene sempre-e accompagnò quelle parole di profezia con un regale gesto delle mani rivolgendosi al cielo.

-certo che sei strana forte tu…qual è il tuo nome?Ormai il mio lo conosci…-

Nervosamente guardò fuori da una delle finestre, sperando in tutti gli dei del mondo che la ragazza non usasse la magia come poche ore prima, perché a quel punto avrebbero perso la testa entrambi- Mi chiamo Felina…-

Il fuoco scoppiettò e un tizzone ardente finì esattamente su uno straccio vecchio che subito iniziò a fumare, subito una cascatella d’acqua ci cadde sopra e a quel punto la ragazza scoppiò a ridere, cristallina come un coltello sulla pietra- e poi dici a me che non devo usare la magia!-

-shhh!- Merlino le si avvicinò di colpo intimandole con gli occhi sgranati di abbassar la voce, poi si guardò attentamente attorno – c’è la pena di morte per gli stregoni e le streghe! Non faccio apposta...a volte, succede e basta…quando sono agitato..o simile-

- perché non sei capace di isolare potere e pensiero-

-tu la fai tanto facile! Hai sollevato un masso che era grosso come un cavallo senza nemmeno stancarti…ma da quanto tempo hai questi poteri?-

La ragazza lo fissò inarcando le sopracciglia, poi andò verso le finestre, iniziando a chiuderle una a una, molto lentamente, con gesti fluidi e con le pellicce ondeggianti sulla sua esile figura- sono nata così…a tre anni sapevo sputare fuoco come un drago e a quattro bloccavo perfino la pioggia- con l’ultima finestra serrata l’oscurità si diffuse per la stanza, il camino come sola fonte di luce- ma che stai facendo Felina?- Merlino deglutì vistosamente indietreggiando, forse con il terrore di vederla davvero sputare fuoco- non dovresti vestire in quel modo, sei…un po’…sconvenie…-

Si bloccò quando lei lo tirò giù, obbligandolo a inginocchiarsi di fronte a lei, imitandola. Prendendo le mani del giovane le incrociò con le sue, poi chinò la testa- chiudi gli occhi-

Senza sapere perché con un po’ di riluttanza eseguì l’ordine della corvina e lentamente calmò il respiro, rabbrividendo al contatto freddo delle mani; era gelata come un morto…-hai freddo?-

-fa silenzio e concentrati sulla tavola-

Merlino non rispose e per qualche attimo fu sul punto di aprire gli occhi e mandare all’aria quella messa in scena, poi però sospirò e iniziò a visualizzare nella mente il tavolo, con tutto ciò che c’era sopra – ora isola gli oggetti appoggiati…cancella il supporto della tavola, pensa solo alle stoviglie e ai libri…e alzali-

-come faccio ad alzarli se  non li guardo!-

-concentrati! Alza i libri, alzali!-

Trattenendo il fiato Merlino si concentrò e seguì passo a passo ciò che Felina gli aveva detto, visualizzò gli oggetti e poi pensò nella mente la formula per farli volare e con sua grande sorpresa, gli oggetti opposero resistenza, sollevandosi solo di pochi centimetri pesanti come massi. Gli sfuggì un gemito di apprensione sentendosi debole, senza forze.

Lentamente le dita di lei si strinsero di più tra le sue mani, accoglienti e grandi in confronto a quelle di lei e con una scossa una forza palpabile si diffuse in lui, come un fuoco caldo e potente. Sorrise, inondato da quel potere sconosciuto.

Esistevano soltanto lui e lei, uniti da qualcosa al di là della ragione…così…

-MERLINO!-

Aprendo gli occhi di colpo si stacco cadendo all’indietro. Una montagna di libri, frutta, boccettine di vetro si scagliò al suolo facendo una caduta di diversi metri disintegrandosi in mille pezzi sul pavimento.

 La porta si spalancò di colpo. Il principe si fermò a fissarlo con la sua solita aria di superiorità, incrociando le braccia sul petto- Merlino…so che mi darai una spiegazione molto valida sul tuo ritardo al pulirmi il cavallo…e anche sul fatto che sei sdraiato a terra ricoperto di sterco con una ragazza mezza nuda-

-certo…una spiegazione..ma certo…il fatto è…che non è sterco, è fango-

Gli occhi di Artù lanciarono fiamme mentre fissava il servo a terra, poi però l’attenzione si spostò su Felina- e lei chi sarebbe?-

-perché non ti rivolgi a me, al posto di far finta che io sia trasparente?-

Lentamente si alzò fronteggiandolo, non troppo alta con il mento ben piantato per aria, per fissarlo negli occhi.

-ma tu lo sai chi sono io?- Artù sorrise, pronto a dare una bella punizione alla ragazza, i capelli biondi ricoperti da fiocchi di neve che lentamente si stavano sciogliendo al calore della stanza, il mantello stretto attorno al corpo snello e muscoloso per proteggerlo dall'inverno.

- e tu mio caro, sai chi sono io?-

E fu lei la prima a estrarre l’arma, nascosta sotto le innumerevoli pellicce. Puntando la corta lama alla gola del biondo si presentò- sono la padrona della lama che scalfirà la tua pelle-

  
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