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Autore: CucciLoverZ    07/02/2010    2 recensioni
La magia è pericolosa,è come una malattia: ti consuma da dentro fino a ucciderti, ti tramuta in magia stessa...ti assottiglia e ti senti man mano sempre più sottile, trasparente. Usare la magia è veleno. Ma questo non è il tuo destino Merlino...quindi non piangere.
Genere: Romantico, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Merlino, Principe Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Pianure innevate si estendevano per miglia e miglia mentre i fiocchi di neve vorticavano in danze millenarie. Il cielo di un bianco latte si apriva uniforme fino all’orizzonte, senza una macchia o una variazione. L’inverno quell’anno si era abbattuto con una forza mostruosa; nelle terre vicine i villaggi si erano mutati in cimiteri all’aperto, bambini morivano accanto ai topi, in mezzo alle strade, senza che nessuno sapesse come fronteggiare la Regina dei Ghiacci.

A est di tutto ciò, in cima a una collina solitaria due figure duellavano nella neve, il rumore delle spade accompagnato dalle risa e dalle grida.

La ragazza si girò di colpo parando il colpo dell’uomo, a sua volta scaraventò lo scudo di quercia cercando di colpirlo sulla fronte.

A guardarli duellare nessuno avrebbe mai potuto definirli fratelli di sangue. Lui era bello come il sole in mezzo al gelo, il lungo mantello regale ondeggiava a tempo degli affondi, lo scudo manovrato come il disco di Apollo e i lunghi capelli biondi si sfoggiavano di ossa e denti delle innumerevoli vittime che la sua spada aveva assaggiato.

Accanto, la sorella. Duellante con la grazia di un felino.

-perché ti trattieni sorellina?- le piantò la lama piatta nel fianco, facendola barcollare all’indietro – potrei dire la stessa cosa di te, mio caro!-

Prese la ricorsa per colpirlo con un calcio quando si bloccò di colpo assottigliando gli occhi- vattene Warenxo.-

Si girò lanciandogli la pesante spada, poi voltandogli le spalle lo lasciò correre via.

Di fronte a lei una donna la fissava, tra di loro la tempesta di neve faceva vorticare mille fiocchi ghiacciati, impedendo alle due di scorgersi perfettamente.

-sei molto coraggio o molto stupida per venire qui da sola…- la ragazza continuò a fissarla, le braccia nude lungo i fianchi, poi però si voltò allontanandosi nella direzione presa dal fratello

-non osare voltarmi le spalle, mostro assassino!-

Si fermò, piegando leggermente il capo per fissarla al di sopra della spalla ossuta- chiami me assassina…eppure tu stessa sei venuta qui per uccidermi. Non sei migliore di me. –

-hai ucciso mio padre e tutti i miei fratelli! Meriti la morte!-

-è la guerra…se avessi avuto il coraggio di prenderne parte, ora saresti nel mondo dei morti con loro, e non ti sentiresti così sola…- guardò il cielo in silenzio, senza badare alla sconosciuta che nel mentre stava estraendo un pugnale dalla cintura. E a un certo punto, la principessa scoppiò a ridere – vuoi davvero sfidarmi con quello?-

Sorrise per qualche attimo, poi urlò. Con le mani si toccò il petto, dolorante come se qualcuno gli avesse dato fuoco, e allora con gli occhi sgranati si voltò.

Il pugnale gocciolava sangue, scarlatto sul candore del ghiaccio, la mano tagliata appoggiata al cuore della straniera – che tu possa morire per mano della tua stessa magia, io ti maledico strega! Cadrai tra le mani di coloro che ami-

Poi fu il nulla, solo neve e freddo.

 

 

 

 

Merlino fai questo, Merlino fai quell’altro, Merlino ti uccido, Merlino sei inutile, Merlino, Merlino, Merlino…passo la vita a lavorare io…-

Il ragazzo camminava con la sacca sulla spalla, ricolma di strani funghi che Gaius gli aveva chiesto di raccogliere nel bosco. Saltò con agilità un masso, atterrando nel fango invernale. Le mani infreddolite tenute strette sotto le ascelle, le guance di solito chiare spiccavano in un rosa acceso, dovuto al freddo pungente, gli alberi spogli lo sormontavano come tanti spettri scheletrici. Poco più avanti con una smorfia superò la carcassa di un cavallo sventrato.

-che schifo…quest’anno i lupi si sono dati decisamente da fare- si passo una mano tra i capelli ribelli, cercando di darsi una calmata, distogliendo gli occhi dalla carne congelata del destriero. Ma cosa ci faceva un cavallo da quelle parti? Quasi tutti gli esemplari appartenevano a Camelot…questo voleva dire che qualcuno si era perso nella foresta…o peggio ancora…

A interrompere i pensieri del ragazzo fu il grugnito alle sue spalle, accompagnato da una nuvola di tanfo, voltandosi molto lentamente Merlino sorrise, per non piangere

- ma buongiorno signor troll…ho per caso oltrepassato il cancello di casa sua? In quel caso, mi scusi…ora, me ne vado…-

Per tutta risposta la creatura prese un ramo secco scaraventandolo nella sua direzione. Cominciò a correre, inciampando in tutte le radici della foresta- per fortuna i troll non sono veloci, ma avanti, corri…correre..-

La luce più intensa segnava la fine della foresta, uscendo sarebbe stato in salvo; nessuna creatura magica aveva il coraggio di mostrarsi apertamente in quelle terre ove era bandita la magia.

Con un ultimo sforzo superò gli ultimi arbusti, gettandosi nell’erba bagnata. Gattonando ancora un poco si mise al sicuro in cima alla collina, e sedendosi si voltò senza fiato a fissare la foresta in cui i gemiti del troll echeggiavano ancora.

-fiu…salvo anche questa volta…Gaius però me la paga…-

Si tastò le spalle in cerca della sacca e un gemito gli uscì dalle labbra, si accasciò sul prato appoggiandosi un braccio sugli occhi –  mi ucciderà…- l’aveva sicuramente persa durante la corsa, ma chi aveva il coraggio di tornarci li dentro?

Un sibilo nell’aria lo fece destare dai drammatici pensieri, togliendo il braccio si alzò a sedere poi cominciò a urlare. Arpionando la terra cercò di trascinarsi all’indietro mentre il masso, della grandezza di un manzo, volava verso di lui, scagliato dal troll.

Cercò di formulare l’incantesimo per bloccarlo, troppo tardi.

Chiuse gli occhi pronto all’impatto. Che brutta fine, e lui che sperava di morire in modo un pochino più dignitoso…

Ma nulla accadde.

Era già morto? Aprì prima un occhio, poi l’altro e con maggior stupore di prima si fermò a contemplare il sasso sospeso a pochi centimetri dalla sua faccia.

Alla sua destra  un paio di gambe nude, guardando per qualche secondo in alto distolse subito lo sguardo, deglutendo.

Una ragazza completamente vestita di pelli e pellicce stava tenendo sospeso un masso senza nemmeno muovere un dito, solo gli occhi la rivelavano. Erano completamente bianchi, eccetto la pupilla.

Voltandosi verso Merlino lo fissò con impassibilità- perché ti trattieni?-

-è vietato..- la voce gli uscì simile a uno squittio, e dovette tossire prima di riuscire a parlare, alternando lo sguardo dalla ragazza al masso pronto a ridurlo in gelatina- è vietato usare la magia, possono ucciderti per..per…-

La ragazza lo trafisse con gli occhi spettrali, poi li serrò e il masso si spostò di lato, cadendo nel fango poco distante, inondando il giovane mago di melma e acqua dal colore molto equivoco – mi sbaglio…tu non ti stai trattenendo: tu proprio non sei capace di usare la tua forza magica…-

-tu…tu..ci conosciamo?-

Lei piegò la testa di lato, facendo scivolare la lunga chioma corvina sulla spalla e sul seno, la pelliccia bianca in contrasto con essi – dove mi trovo giovane mago?- e gli occhi tornarono normali, di un grigio bello come l’argento, ma dentro di essi c’era qualcosa di sbagliato.

 

 

  
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