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Autore: Milla Nafira    08/02/2010    1 recensioni
Dal cap. 11:
-Ti avevo detto che sarei venuta stanotte-. Rispose la ragazza. -Avevo capito, pensavo solo che saresti venuta un po’ prima-. Disse il biondo, mentre entrambi andavano verso il balcone della Torre. -Sai, volendo, ti potrei togliere diversi punti-. -Stronzo…-. Fece lei, sorridendo dolcemente, pur sapendo che lui stava scherzando e avvicinando le sue labbra a quelle del ragazzo. -Rispetto a stamattina, quando dicevi che non potevamo nemmeno essere amici, abbiamo fatto progressi…-. Le mormorò Draco in un orecchio, non appena si staccarono. Passò qualche minuto, in cui i due si tennero stretti stretti sotto le stelle, senza parlare, Jennifer con la testa poggiata sulla spalla di Draco, i lunghi, lisci capelli scuri che scivolavano lungo il suo braccio. Lui la guardò: era fantastica, così. Niente divisa della scuola, niente stemma e colori del Grifondoro, che la rendevano così distante da lui, semplicemente jeans e maglietta. Malfoy pensò a come sarebbe stato se fosse stata sempre così: niente Grifondoro, niente Serpeverde, senza Hogwarts, senza rivalità tra famiglie, e soprattutto senza una cazzutissima guerra che andava distruggendo, devastando anche anime innocenti “…come sua zia!”. Pensò a come sarebbe stato se la sua morte non fosse già stata decisa, se avesse avuto davanti a sé ancora tutta una vita, se loro due fossero stati due semplici ragazzi innamorati. --- la mia prima fic: se vi piace, COMMENTATE!!!
Genere: Generale, Romantico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lacrime di speranza'
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Cap. 18-Scommessa

Marzo, quasi primavera. Passava in fretta il tempo, se si stava bene. E le cose andavano bene, per quanto potevano andare bene in una guerra in cui tutti erano coinvolti e in pericolo.

Jennifer si svegliò ai primi raggi del pallido sole, insolitamente nel suo letto a baldacchino del suo dormitorio femminile del Grifondoro. Tutto saltato quella notte, perché lei la sera prima si era sentita male. Capitava un po’ troppo frequentemente negli ultimi tempi ma quella mattina Jennifer, con il sospiro di chi sapeva di star mentendo a sé stessa, dirigendosi nel bagno mentre si stropicciava gli occhi con aria assonnata, volle pensare che fosse colpa del cambio di stagione. Mentre si sciacquava il viso con l’acqua gelida la ragazza si risvegliò del tutto e pensò che, forse, almeno quella notte sarebbe riuscita a passarla con Draco.

-Jennifer, ma stai ancora con Malfoy, vero?-. Le chiese Ginny mentre si vestivano e si preparavano per andare a lezione, in piedi accanto ai loro letti.

-Si, certo-. Fece Jennifer con un sorriso dolce non certo tipico di lei, al che Ginny sollevò un sopracciglio. -E tu, come va con Harry?-. Svicolò la Dirie con un sorrisetto malizioso.

-Bene!-. La labbra di Ginny si aprirono in un grande sorriso alla domanda. Uscivano quasi ogni sera, ormai, lei ed Harry, ovviamente di nascosto e senza la benedizione dei Prefetti che, per motivi diversi, non facevano i salti di gioia a questa situazione, ma l’avevano accettata. -E anche Hermione sta recuperando col mio fratellino, vero Herm?-. Ridacchiò la rossa in direzione della ragazza che finora era stata zitta. Questa si limitò ad un piccolo sorriso appena accennato nel sollevare il capo.

-Davvero Hermione?-. Fece incredula Jennifer, incredibilmente felice per l’amica. -Stai con Ron?-.Non gliel’aveva detto, ma non potè sentirsi offesa visto che ultimamente lei in Sala Comune o in dormitorio non c’era mai, e le sue amiche nella maggior parte dei giorni le vedeva solo nei pasti.

-Oh, no, non stiamo insieme-. Fece Hermione sedendosi sul suo letto e incrociando le gambe. -Solo che si è lasciato con la Brown e passiamo molto tempo insieme-.

Jennifer tentò di nascondere la delusione visto che comunque la notizia che si fosse lasciato con la Brown era rallegrante. -Menomale che si è lasciato con quella troietta!-. Esclamò la ragazza. Hermione le fece un piccolo sorriso, come a chiederle se lo stesse dicendo solo per farle piacere.

-Io non la sopportavo veramente, Hermione!-. Esclamò Jennifer come ad interpretare lo sguardo dell’amica. -E’ proprio un’oca-.

-E’ bella, però-. Osservò Hermione, senza nascondere quella punta di consapevole irritazione verso la sua stessa affermazione nella voce.

-Tu sei un milione di volte meglio!-. Esclamò Jennifer guardandola negli occhi. Hermione sorrise di nuovo, un imbarazzato sorrisetto di circostanza, e mormorò un “Grazie” poco convinto a quell’affermazione, poi abbassò il capo, rimanendo seduta sul suo letto.

Jennifer si sedette con un salto sul letto di Hermione e lo stesso fece Ginny. -Tu lo sai, di essere meglio della Brown, vero?-. Le domandò la prima, inclinando un po’ la testa per osservare l’amica.

-Jennifer, io non sono bella-. Affermò questa con un pizzico di tristezza.

-Si che lo sei!-. Esclamò Jennifer sincera, senza levarle lo sguardo di dosso. -Hai dei bellissimi occhi, color miele…-. Iniziò.

-Pensi che qualcuno perda tempo a guardare i miei occhi?-. La interruppe Hermione. Ginny e Jennifer notarono solo ora le lacrime che le solcavano le gote perennemente rosse. -Io sono la secchiona della scuola, quella con la schiena gobba dal peso dei libri, quella con il cespuglio di capelli che le coprono la faccia, la Granger-topo-da-biblioteca…-. Fece, fermandosi per prendere fiato tra i singhiozzi. -E oltretutto sono anche una Mezzosangue-. Concluse, tirando su con il naso.

-Mi sa che tu ascolti troppo quello stronzo con cui sta Jennifer-. Fece Ginny. Lei e la Dirie si scambiarono un’occhiata tagliente, ma capirono che non era il momento di mettersi a discutere. -Mio fratello potrà essere parecchio scemo a volte, ma questa non gli interessa!-. Continuò la rossa provando con una mano ad asciugare le lacrime dal viso dell’amica.

-Già, Ron non ha pregiudizi-. Fece Jennifer, in cerca di qualcosa da dire per consolare Hermione. Dopotutto, come Ginny aveva fatto eloquentemente notare, era anche colpa del suo ragazzo se lei aveva questi complessi di inferiorità. -E poi, tu non sei brutta Hermione! Anzi, sei molto carina…-.

-Grazie, ragazze, ma so di non essere carina, né tantomeno bella o attraente-. Tagliò corto Hermione, sforzandosi di non scoppiare di nuovo in lacrime.

Ginny abbracciò Hermione, e lo stesso face Jennifer. Restarono così, tutt’e tre abbracciate, come non facevano da tempo, per cinque minuti buoni, prima di rendersi conto che era tardi e dovevano scendere a fare colazione. A Jennifer dispiaceva, pensò mentre scendeva le scale per arrivare in Sala Grande, che Hermione fosse così giù di morale. Lei lo sapeva che l’amica non era bellissima, ma non la trovava brutta come lei stessa si credeva, e comunque era sicuro che Ron la guardasse per quello che era… forse era stato l’innamorarsi che l’aveva resa così attenta a queste cose, ma aveva notato il modo in cui Ron guardava Hermione ultimamente e non era esattamente il modo in cui si guardano gli amici. Arrivarono in Sala Grande e si sedettero al solito tavolo, Jennifer sorrise a Draco seduto due tavoli più in là insieme a Zabini e Goyle e inizio a sorseggiare il suo caffelatte.

-Come fa a piacerti quello?-. Fece Ginny con una smorfia leggermente schifata dipinta sul viso.

Jennifer si strinse nelle spalle. -Non si può decidere di chi innamorarsi, no?-. Fece, con aria enigmatica e un sorriso dolce e pensieroso. -E comunque e meglio di quello che credi-.

-Ne dubito-. Fece asciutta la Weasley. -Ma se piace a te, fatti tuoi. Dico solo…stai attenta-. Aggiunse poi preoccupata.

-Tranquilla. Non mi succederà niente-.

-Ma se quello fa parte di quella sottospecie di setta…-. La rossa non voleva dire “Mangiamorte”, anche i muri avevano orecchie in quel periodo ed era meglio non allargarsi nemmeno quando si parlava in privato.

-Ma se tu stai col bersaglio più ambito della banda di pazzi di cui il mio ragazzo fa parte!-. Ci scherzò su Jennifer, provocatoria. Riuscì a strappare un sorriso a Ginny, per quanto entrambe fossero a dir poco angosciate dalla situazione e faticassero a dormire la notte per la paura. Ma era così che stavano le cose. Erano innamorate, e disposte anche a passare notti insonni e giorni d’ansia per stare con i ragazzi che amavano.

Prima che potesse rendersene conto, Jennifer aveva già finito il suo caffelatte e si ritrovò a fissare con disappunto il fondo della sua tazzina vuota.

-Ciao-. La ragazza, immersa nei suoi pensieri, quasi sussultò nel sentire la voce di Draco alle sue spalle. Sollevando le testa, la prima cosa che vide fu l’espressione schifata della sua amica Wesley e la finta indifferenza della Granger. Ignorò entrambe, voltandosi per salutare a sua volta il suo ragazzo. Si sorrisero e lui le scoccò un bacio sulla guancia. Niente baci sulla bocca in pubblico. Davanti a tutti questa era la massima effusione concessa, per entrambi.

-Andiamo in giardino?-. Le chiese lui. Erano le nove del mattino e loro non avrebbero avuto lezione fino alle undici, quando sarebbero stati nello stesso corso a Trasfigurazione. Jennifer annuì con un cenno quasi impercettibile del capo, sorridendo e si alzò. Si allontanarono e fecero la loro uscita dal portone della Sala Grande camminando uno accanto all’altra, senza tenersi per mano.

Era marzo e i raggi di un pallido sole da inizio della primavera illuminavano il giardino e le foglie e degli alberi, e così le torri del castello, ma il freddo si sentiva ancora e i due ragazzi si fermarono sotto i portici del cortile interno della scuola. Non c’era il solito viavai di studenti, a quell’ora molti erano impegnati con le lezione e gran parte di quelli che non lo erano dormivano ancora. Era un buon posto per stare un po’ da soli.

Jennifer si sedette su di una panchina in pietra sotto l’arcata di un portico e lo stesso fece Draco, ponendosi accanto a lei.

-Mi hanno affidato una missione-. Esordì questo. Jennifer capì che quello era un pessimo momento per parlargli dell’altro problema. -Non posso parlartene nel dettaglio, ma si tratta di Silente-.

Jennifer pensò di aver capito, pur non avendone la totale certezza, ma non reagì. Se si trattava di uccidere il Preside, Draco non l’avrebbe mai fatto. Ma i Mangiamorte allora che avrebbero fatto? Di nuovo, un terrore angoscioso di impadronì di lei, mentre deglutiva, lo sguardo fisso. Non sapeva per quanto avrebbe potuto andare avanti così, con la paura costante che succedesse qualcosa a lei o a Draco, con una bolla d’aria nello stomaco per l’ansia. Una lacrima sfuggì involontariamente dall’occhio di Jennifer.

-Stai piangendo?-.

-No, l’aria è pungente stamattina-.

-Cazzate-.

Jennifer sollevò lo sguardo verso il suo ragazzo. Si capiva che non diceva niente per non rischiare di scoppiare in lacrime.

-Vieni qui-. Sussurrò lui, e l’abbracciò, cingendole la braccia attorno alla vita. Lei ricambiò, tirando su con il naso e appoggiando la testa al petto di lui, le braccia appoggiate sulle sue spalle. Si, ce l’avrebbe fatta ad andare avanti. Solo per un abbraccio così, valeva la pena di sopportare tutto.

******

Era notte fonda, Draco era appena tornato dalla Stanza delle Necessità. Avrebbe volentieri dormito là ma Jennifer era voluta tornare in dormitorio per stare un po’ con le sue amiche e a lui non andava di rimanere là da solo.

-Buonasera-. Una figura maschile a lui molto nota lo saluto nell’oscurità del suo dormitorio.

-Ciao, Theodore-. Lui gelido accese una lanterna e si sdraiò sul suo letto dalle tende del baldacchino color verde smeraldo.

-Sei stato con la Dirie-. Non era una domanda. Nott ghignò.

-Cazzi miei-. Fu l’unica risposta di Malfoy.

-Perdi ancora tempo dietro a quella?-. Draco gettò un’occhiata verso il letto di Blaise, l’unico Serpeverde che in quel momento avrebbe potuto sostenerlo. Dormiva come un ghiro.

-Azzardati a dire qualcosa su di lei e sai dove ti ritrovi la bacchetta-. Sibilò il biondo minaccioso.

-Ohi, sta’ calmo, amico!-. Fece l’altro, nervoso e sinceramente anche un po’ impaurito dal tono di voce del compagno: lo conosceva bene e sapeva che non era conveniente mettersi contro di lui. Ma stava con quella, e lui non poteva permetterlo. -Dico solo che da quando stai con la Dirie non sei più quello di prima-.

-Cioè? Com’ero prima?-.

-Uno sciupa femmine, puttaniere, bastardo-. Ghignò Theodore.

-Forse non è un male che sia cambiato-. Ghignò Draco di rimando, ma la sua voce non aveva il tono sicuro e sbruffone di sempre.

-Draco, cazzo, eri un uomo!-. Sbottò Nott.

-Lo sono ancora, razza di imbecille-. Aggredì Malfoy.

-Ma ora sei cotto di quella-.

-Cosa ti fa pensare che io sia cotto?-. Domandò Draco accigliato. Era più che cotto, era innamorato, ma davanti ai compagno non poteva perdere la faccia così, ammettendolo apertamente. Era pur sempre un Serpeverde, con suo dannato orgoglio che aveva la priorità su tutto e tutti!

-Il fatto che non scopi più-. Fece Nott con fare quasi sprezzante. All’aria interrogativa del concasata aggiunse: -Le ragazze parlano e le voci girano-.

-Scopo-. Fece Draco, tagliente e infuriato senza perdere il controllo. -scopo con lei-.

-Scopi per amore, adesso, non per piacere-.

-Per entrambi-. Ammise Draco. Ci fu uno scambio di sguardi fulminanti tra i due ragazzi. Draco si chiese come un ragazzo che si definiva suo amico potesse non solo non stare dalla sua parte ma attaccarlo così. Forse Nott non era mai stato suo amico, ma la cosa che gli importava adesso era di non perdere la faccia con lui e con tutti i suo compagni.

Nott ride sprezzante. -Ora non sapresti più nemmeno farti una che non sia lei solo per il piacere di venire con un’altra-.

-Scommettiamo?-. Scattò su Draco, punto nel vivo.

-Asteria Greengrass?-.

-Ci sto-.

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Hello!

Eccomi al penultimo capitolo, nn ho molto da dire sulla storia, avevo inserito i chiarimenti nella nota del chap precedente…

Ringraziamenti a:

-i 19 k hanno messo la fic tra le preferite/seguite

-zia_addy: grz mille sn contenta k anche qs storia ti piaccia. A proposito, anche se forse non dovrei farlo qui volevo dirti che continuerò l’altra. Riguardo alla fretta si, me ne sono resa conto anche io, ma nn ne potevo piu di farli ignorareee! Spero che anche questo chap ti piaccia.

A presto, vado a mangiare,

Milla

 

 

   
 
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