Parliamo?
Velocemente, Miyon sottrasse
la mano dalla presa calda di Malik, ansimando per il calore che le appiccicava
la maglia sudata alla pelle. «Ho visto! Ho visto l’antico Egitto!» esclamò
togliendosi la benda.
Malik respirava con la bocca aperta, lasciando che
leggeri fili di sudore scivolassero giù dalla stoffa rossa fino a sfiorare le
labbra. «Bene…» esalò piano. «Racconta…»
«Ho visto il padre di Antares» Lei staccò anche l’altra mano, esaminandosi i
palmi, attraversate da sottili strisce rosse di bruciature. «Guarda qua che
segni… Comunque non è Yami…»
«Meglio… Così…» Malik respirava faticosamente, come
se avesse corso per miglia e miglia. Era rimasto nella medesima posizione
iniziale, come se avesse paura a spostarsi. Non si era nemmeno tolto la benda.
Miyon gli spiegò rapidamente tutto ciò che aveva
visto. «Quindi ero anche io una custode delle tombe… Sarà per
questo che andiamo così d’accordo»
«Si…» Malik sorrise debolmente. «In… Ogni… caso…
Non… Abbiamo… Poi… Scoperto… Molto…»
«Sarà che…» Lei arrossì. «Ho pensato più a te che a
Yami, così dev’essere uscito il nostro legame
anziché…»
«Oh…» Lui sembrava quasi felice di questo. «Allora…
Rifacciamolo…»
«Uhm, okay…» Miyon gli scoccò un’occhiata
preoccupata, vedendolo così stanco. «Sicuro?»
Malik, senza neppure togliersi la fascia, le afferrò
le mani, che lei aveva riappoggiato a terra, e le premette nuovamente sui
dischi d’avorio, ma con minor forza rispetto a prima. Tuttavia, lei non si
sottrasse alla stretta, anzi, si preoccupò di serrare bene gli occhi dato che, per la troppa fretta, aveva scordato la benda. Non
appena Malik intonò nuovamente la formula magica, le immagini tornarono nelle
sue palpebre chiuse.
«Sei pronto,
Faraone? Ecco, davanti a te il mostro che ti sconfiggerà…»
L’uomo alzò una
mano, mentre lo scettro che teneva in mano si illuminava
della luce fluorescente degli Yami no Game. La tavola di pietra dietro di lui
traballò come sotto l’influsso di un terremoto, e fece uscire la creatura che
imprigionava all’interno.
«Il Blue Eyes Wh-»
A differenza del caso precedente, dove le immagini
si erano schiarite piano piano, a scena finita,
questa volta si interruppero bruscamente, a metà
frase. Il calore che proveniva dai dischi in avorio
cessò, tanto che le bruciature sulle sue mani diminuirono il dolore al contatto
col gelo che si era formato. Non sentiva più nemmeno la stretta di Malik che la
teneva ferma. «Cosa succede?» chiese lei, un poco
delusa, riaprendo gli occhi.
Lui si era allontanato leggermente, strisciando sul
pavimento, e si era strappato la benda rossa, che ora teneva stretta nel pugno.
L’altra mano era appoggiata sul collo, come se stese soffocando. Il petto si
alzava e abbassava velocemente, tra le macchie di sudore
visibili sulla sua maglietta nera. Il viso era zuppo, ma lei non
riusciva a capire se per il sudore o per le lacrime che uscivano dagli occhi
rossi. A discapito del resto, le labbra erano secche. «Scu…
sa…» mormorò tra i respiri profondi.
«Stai bene…?» Lei si avvicinò fino a sfiorargli la
fronte bagna.
«Solo… un… po’… di… stanchezza…» Malik cercò di
sorridere. «Tran… quilla…»
Miyon si alzò e iniziò lentamente a riporre gli
anelli d’avorio nei proprio pezzi di stoffa. Non
aggiunse altro.
«Brutte… notizie…?» chiese allora lui.
«Non proprio…» Lei infilò tutto il materiale nella
scatola di legno. «Non ho visto molto…» Si bloccò, temendo di aver detto
qualcosa di offensivo. «Non te ne faccio una colpa!»
si corresse subito. «Però è così…» Chiuse di scatto la
scatola di legno e si chinò per prenderla e riporla nel muro. «Ho visto Kaiba…
Non sapevo che anche lui…»
Malik, sempre respirando a bocca aperta, si puntellò
con un braccio per alzarsi. «Ti… mostro… una… cosa…» Le gambe erano diventate molle come l’argilla bagnata, tanto che non
riusciva a stare in piedi. Ti muscoli del polpaccio gli tremarono
per lo sforzo, finchè non cedettero. Miyon,
che aveva già rimesso la scatola a posto, lo raggiunse e sostenne per la vita,
nel limite delle sue possibilità. involontariamente,
lui si appoggiò totalmente a lei, tanto che caddero entrambi.
«Ahia…» mormorò Miyon massaggiandosi la testa tra i
capelli spettinati.
Malik si alzò con le braccia. «Io…»
«Eravamo messi male» lo ignorò lei tornando in piedi
con un balzo. Si chinò nuovamente e lasciò che lui passasse un braccio sulla
sua spalla, quindi lo aiutò a rialzarsi. «Così va meglio» Appoggiò il suo
braccio sulla vita di lui per evitare di perdere
l’equilibrio.
«Non… ti… sforzi… troppo?»
«Ho le gambe abbastanza
resistenti, legamento a parte» sorrise lei. «Allora, cosa volevi farmi vedere?»
Malik, sempre appoggiandosi a lei, la guidò nella
stanza in fondo al corridoio buio. Nella parete di destra, illuminato da delle
fiaccole permanenti, si trovava il famoso bassorilievo con le carte delle
Divinità Egizie. «Il sacerdote… che… combatte… contro… il… Faraone… E’ Kaiba…»
Miyon, osservando il disegno tra le sottili lingue
di fuoco, spalancò gli occhi, quasi sconvolta. Lasciò immediatamente Malik,
così veloce che lui rischiò di farsi male per la caduta, se non avesse avuto i riflessi pronti di tenersi con i palmi delle
mani, che tuttavia si sbucciarono per la botta presa contro il pavimento di
pietra, ormai rovinato dai lunghi secoli. Lei appoggiò la
mani sul bassorilievo, facendo scorrere le dita tra quelle forme.
Sentiva la gola secca, come se qualcosa le avesse aspirato
via tutta la saliva che cercava di produrre mordendosi le labbra carnose. «Io…
Ho visto questa scena…» disse infine.
«Da… vero?» Malik appoggiò una mano alla testa, che
doleva terribilmente come se una folla intera gli stesse urlando nelle
orecchie. «Da dove…?»
Miyon scosse la testa. Era stato tutto così… troppo
rapido! Era colpa di Malik, che non era riuscito a resistere. Ma più probabilmente era colpa sua, che si era distratta
quando aveva tentato i labirinti per la prima volta. «Ascolta. Kaiba…»
«Ti… prego…» Malik si sdraiò a terra. «Portami… in…
camera…» Gli occhi bruciavano come le fiaccole che illuminavano il bassorilievo,
e lacrimavano come l’acqua corrente che esce dai rubinetti, tanto che lui non
riusciva a tenerli aperti. Tossì, per la fatica che faceva a respirare. Il
dolore in testa andava pian piano crescendo, accompagnato da fitte che
colpivano indistintamente l’addome e la schiena. I muscoli delle gambe e delle
braccia iniziarono a formicolare. Stava iniziando a non sentirli più.
«Oddio! Non morire!» esclamò Miyon agitata,
chinandosi su di lui. «Ti porto subito a letto» E ancora una volta, aveva
rischiato di ferire qualcuno per la sua totale insensibilità.
***
«Ti senti meglio?» fu la prima cosa che disse Kaiba,
abbassando il giornale che stava leggendo, comodamente seduto sulla poltrona
del salotto, con i piedi appoggiati sul basso tavolino davanti a lui.
«Pe-perchè?» Miyon, ancora
sulla soglia della porta, avvampò, poiché aveva appena lasciato Malik
addormentato nel suo letto, e questo significava che non era lei a stare male.
«Mi hanno detto che hai avuto… dei problemi» rispose
lui, ritornando a guardare il giornale.
«Oh, si…» Bene, così si divertivano tutti a
raccontare in giro che le erano venute le mestruazioni. Ma
che bravi! «Non era niente di che…» Entrò e si sedette sul divano, scoccando
uno sguardo all’orologio. Erano appena le cinque. «Senti… Ho saputo che anche
tu… Sei una reincarnazione…» Si stropicciò leggermente le mani.
«Anche tu?» ripetè Kaiba, piegando precisamente il giornale e
gettandolo sul tavolo. «Così hanno raccontato anche a te tutte quelle cavolate sul
passato…»
«Raccontato è una parola grossa» Miyon cercò di
pettinarsi i capelli usando le dita come denti del pettine. «Pensi che non sia
vero?»
Kaiba alzò le spalle. «Non ne ho idea, ma non mi
riguarda affatto» Rimise le gambe a terra. «Figurati se mi interessa
una cosa vecchia di 3000 anni!» Rimase per un poco a fissarla con i suoi occhi
blu cielo. «Tu, invece? Sei come Yuugi? Cerchi la tua memoria passata?»
Miyon riflettè prima di
rispondere. «Sherlock Holmes
diceva che, per lui e per il suo lavoro, non cambiava nulla se la terra girava
attorno al sole o viceversa» disse lentamente. «Per me è lo stesso. Qualunque
cosa io sia stata in passato, per ciò che voglio
diventare, non ha alcuna importanza»
Lui sorrise soddisfatto. «Perché
ti tormenti, allora?»
«Perché Yami mi manda in
bestia» rispose lei, stringendo i pugni. «Ho idea che, finché non scoprirò cos’è
accaduto fra me e lui 3000 anni fa, non verrò a capo
di nulla» Sospirò arrabbiata. «Solo che lui…»
«Credo che troverai da sola la soluzione per
convincerlo a parlarti di nuovo» Kaiba si alzò, sistemandosi per bene la sua
giacca bianca. «Dopotutto, è stato dentro di te per un po’»
«Già…» I pensieri di Miyon corsero veloci come lo Shinkansen sui binari della sua mente. «Senti,
Kaiba, facciamo una scommessa» Si alzò, sorridendo alla sua espressione
stupita. «Se riesco a laurearmi entro il tempo
prestabilito e senza scendere sotto il voto 28 a tutti gli esami, mi prendi a
lavorare nella tua azienda?»
Kaiba riflettè. Era pazza
o parlava sul serio? «E’ una sfida?»
«Direi» sorrise lei.
«Allora, io la renderei più interessante…» Le si avvicinò, prendendole la mano e poggiando l’indice sul
palmo. «Oltre a questo… Se tu non prendessi 30, a tutti gli esami… Se ne
mancassi anche solo uno… Allora, dovrai sposarmi»
Invece di arrossire, lei lo fissò sconvolta, ma sul
punto di mettersi a ridere. «E sia» accettò. «Ma non so se ti convenga»
«Questo si vedrà» sorrise lui, lasciandole la mano e
uscendo dalla stanza.
Miyon rimase a fissarsi il palmo, dove lui aveva
appoggiato il dito. «Ma cosa ho fatto?» si domandò.
Era impazzita per tutto quello che era successo, non potevano
esserci altre spiegazioni. Scosse la testa. Ormai era fatta. D’altronde,
l’università era ancora abbastanza lontana e avrebbe avuto
modo di pensarci in futuro. Adesso, aveva il presente. E
il presente significava il problema di Yami. «Kaiba ha detto che io troverò la
soluzione… La fa facile…»
La sua attenzione fu attratta dalla valigia di ferro
che sempre Kaiba si portava dietro, quasi fosse il suo gemello siamese. Strano
che l’avesse lasciata incustodita… Curiosa, si
avvicinò e la aprì. Conteneva tutte le sue carte di M&W
e il Duel Disk. «Ma certo!
Un duello!» Come aveva fatto a non pensarci prima! Iniziò a scorrere con lo sguardo tutte quelle carte colorate, per scegliere il suo
deck.
«Kuribo»
Non conosceva le regole, ma sapeva che servivano 40
carte, in parte mostro, in parte magia e in parte trappola. Inoltre, sapeva che
i mostri di alto livello esigevano dei sacrifici. Sul
resto, però, aveva buio assoluto.
«Black Magician Girl»
Avrebbe sicuramente trovato qualcuno che le avrebbe spiegato le regole, magari Kaiba stesso. I principianti,
generalmente, non hanno la fortuna di vincere sempre? Bene, lei avrebbe sfidato
Yami e, se avesse vinto, lui sarebbe stato costretto a raccontarle tutto. In
fondo, un duellante non poteva sottrarsi a una sfida,
vero?
«Magic Cilinder»
Lei non stava facendo nulla di male. Certo, si
sentiva una ladra, ma poi avrebbe restituito tutto. E Kaiba, ne
era sicura, non aveva lasciato la valigia sola in quella stanza a caso.
Osservò compiaciuta il Duel Disk. No,
per la prima volta era meglio un gioco tradizionale, sebbene morisse dalla
voglia di provare quel meraviglioso congegno elettronico. Chi sa, forse
un giorno anche lei ne avrebbe costruito uno simile.
«Magical hats»
Yami avrebbe dovuto parlare, oh, si, e spiegarle
tutto. Non potevano andare avanti così. Lei voleva solo aiutarlo. Voleva essere… Voleva essere sua amica. E
un’amica con la A maiuscola, questa volta, non com’era successo in precedenza.
Voleva rischiare. Con l’eccitazione di questo pensiero in testa, continuò a
scegliere velocemente le carte, per istinto.
«Black Magician»
***
«Mou hitori non boku…» Yuugi aprì lentamente uno sportello in legno della cucina per prendere una bottiglia d’acqua.
«Sarai anche il re dei giochi, ma a inventare scuse
non sei proprio capace» Aprì l’anta in vetro della credenza, dov’erano
custoditi i bicchieri di porcellana. «Mi spieghi per bene
cos’è successo?»
«Non era una
scusa» Yami
si sedette su una delle sedie, appoggiando il gomito sul tavolo di granito,
tenendosi la testa. Lo sguardo si perdeva oltre la porta che dava sul corridoio
buio. La tormenta che andava placandosi faceva ancora sentire i suoi deboli
sospiri oltre la finestra sbarrata. «Te
l’ho detto, dato che non mi piacciono gli addii,
pensavo che se l’avessi ignorata per lei sarebbe stato meno duro…»
«Uhm…» Yuugi versò l’acqua nel bicchiere, mentre
scuoteva decisamente la testa. Aveva trascorso solo
una settimana lontano da lui. Era bastato così poco, perché Yami decidesse di
non confidarsi più? Gli aveva raccontato tutto di ciò che avevano
fatto lui e Miyon, ma ancora non gli aveva spiegato perché avevano litigato.
«Non ha funzionato, però…» Bevve fino a lasciare lungo le pareti marroncine del bicchiere sottili goccioline trasparenti,
simili a diamanti che spuntano fra le pieghe delle miniere.
«Pare di no…» Yami tirò uno
sospiro profondo, senza staccare lo sguardo dalla porta.
«Senti, parliamo chiaramente»
Yuugi battè un piede sulla piastrella beige del
pavimento. Non poteva esservi che un’unica spiegazione. Stavolta, avrebbe
voluto saperlo in tempo, non come a Battle City,
quando si era ritrovato per caso nella lotta per ritrovare la memoria scomparsa
del suo alter-ego. Ormai, Yami avrebbe dovuto capire
che, qualunque cosa fosse successa, lui sarebbe stato dalla sua parte. «Sei innamorato di quella ragazza?»
Yami si voltò verso di lui con uno sguardo stupito. «No» Innamorato di Miyon? Magari! Questo
avrebbe reso la situazione più semplice. Il tono sincero e semplice in cui lo
disse non lasciò dubbi sulla verità, spiazzando Yuugi che credeva di aver
risolto il problema.
«Allora…» Si avvicinò, appoggiando il bordo del
bicchiere, nuovamente pieno, alle labbra. «Insomma, cosa c’è? Se posso aiutarti…»
«Scusami» Yami scosse la testa,
vedendo il suo viso preoccupato. «La
verità è che… Mou hitori no
Bakura mi ha detto… una cosa»
Il volto di Yuugi si incupì,
sentendo nominare lo spirito dell’anello. Ciò che diceva era, generalmente,
vero, ma nessun sapeva se fidarsi di lui oppure no.
In ogni caso, parlare con lui era qualcosa che lo faceva turbare profondamente.
«Una cosa… Su Minaguchi?»
«Non solo» Yami tirò le labbra carnose
all’indietro, mentre si appoggiava con la mano allo schienale della sedia. «E’ difficile… Riguarda
anche me…»
«Allora devi dirmela!» Yuugi gettò con veloce
noncuranza il bicchiere sul tavolo, rischiando di rovesciarlo, e vi avvicinò
quasi fino a far sfiorare i loro visi. «Voglio saperlo»
«Non ora» Yami scostò lo sguardo. «Non ora» ripetè, scomparendo e rifugiandosi nella sua stanza
dell’anima, per chiudere ogni possibile contatto.
Yuugi si accasciò sulla sedia, sospirando
tristemente. Questa mancanza di fiducia che Yami aveva nei suoi confronti lo rendeva sempre infelice. Il problema era che
cercava sempre di non ferirlo e, così facendo, rischiava di peggiorare la
situazione. Paradossale. Terribile e paradossale. «Mou
hitori no boku…» singhiozzò, cercando di trattenere
le lacrime. Avrebbe accettato di tutto. In fondo, aveva il sospetto che, una
volta ritrovata la memoria, Yami se ne sarebbe andato. Eppure,
lui si era forse opposto alla sua decisione? Gli aveva impedito di combattere?
No, certo che no. E adesso, nonostante tutto, lui, ancora… «Perché?»
Con un piccolo tac, l’interruttore della cucina si
accese, spandendo intorno i sottili raggi che
provenivano dalla piccola lampadina che fungeva da lampadario. «Che succede, piccolo re?» mormorò dolcemente Bakura. «Chi
ti ha fatto piangere?»
Immediatamente, Yuugi si passò la manica della
giacca blu sugli occhi, fino ad asciugarseli completamente. «Non stavo
piangendo» rispose arrabbiato.
Bakura si finse sorpreso. «No?» Gli si avvicinò e
gli afferrò le guance con una mano. «Hai gli occhi rossi…»
Yuugi si staccò di scatto, facendo cadere con
fracasso la sedia su cui era seduto un secondo prima.
Come odiava quel suo tono viscido.
«Quanta fretta…» sorrise Bakura incrociando le
braccia.
Guardandolo di sottecchi, Yuugi rimise in piedi la
sedia, sistemandola per bene accanto al tavolo. «E’ colpa tua» mormorò
lentamente. «Cos’hai detto a mou
hitori no boku?»
Bakura alzò le spalle. «Solo la verità»
«Chi può dirlo?» disse Yuugi,
sempre sulla difensiva. «Però, puoi riferirla anche a me…»
«Oh, vuoi saperlo?» Lo spirito
sorrise sardonico. «Non credo che ti convenga, lo dico anche per il tuo
bene…»
«Non fai mai niente se non hai il tuo tornaconto» ribattè Yuugi. «Perciò, vorrei sapere perché mou hitori no boku può conoscere
questo e io no…»
L’anello millenario si illuminò
leggermente, indicando la porta del corridoio buio. Bakura vi scoccò
un’occhiata. «Bene, adesso lo saprai» disse con un tono di voce che non
prometteva nulla di buono.
Yuugi fece istintivamente un
passo indietro, inutilmente. Con due passi, visto che
era più alto di lui, Bakura lo raggiunse e lo afferrò per un braccio. «Che stai facendo?! Lasciam-» Gli
mise una mano sulla bocca e lo trascinò, nonostante le resistenze, fino al piccolo
stanzino delle provviste che si trovava accanto alla credenza. Ve lo gettò
dentro senza troppe gentilezze e chiuse la porta con un colpo netto, girando la
chiave nella serratura.
Dolorante, Yuugi si rimise in
piedi, cercando di liberarsi dal leggero strato di polvere che aveva alzato
nella caduta.
«Aprimi!» Si appoggiò con i palmi alla porta inesorabilmente chiusa. «Non è
divertente!»
«Non deve esserlo» Bakura diede due colpi alla porta
con le nocche. «Conviene anche a te rimanere lì dentro»
«Mou hitori no boku…» Yuugi si appoggiò
totalmente alla porta, cercando di impedire alle lacrime di uscire. Possibile
che avesse sempre bisogno di lui? Possibile che non fosse in grado di cavarsela
da solo? Era proprio un incapace, e tale si sentiva. Meglio che niente, comunque.
«Bakura! Apri immediatamente questa porta!» Yami si
riprese e tirò un forte pugno sull’uscio, che tremò senza tuttavia liberarlo.
«Giusto tu, Faraone» disse Bakura allontanandosi
leggermente. «C’è un’altra cosuccia che devi sapere su Miyon Minaguchi…»
«Un’altra?» Istintivamente, Yami divenne sospettoso.
«Un’altra» confermò Bakura. «E non so se sarà
piacevole come la prima»
«Yuugi? Sei qui?» In quel preciso momento, Miyon
entrò in cucina, spegnendo la luce del corridoio. «Oh!» esclamò quando vide
invece Bakura. «Hai… Hai per caso visto Yuugi? I suoi
amici mi avevano detto che era venuto a bere in cucina»
«E’ andato via poco fa» rispose lui, ignorando le
strane occhiate che lei scoccava al bicchiere ancora pieno appoggiato sul
tavolino. Yami stava per tirare un altro pugno alla porta per manifestare la
sua presenza, allorché Bakura aggiunse «è divertente vedere come fingi di non
conoscermi, sai?»
«Che vuol dire, fingere?»
si domandò Yami.
«Minaguchi… E Mou hitori no Bakura si conoscono?» si stupì Yuugi. Yami non rispose, ma appoggiò
delicatamente la mano sulla porta, cercando di ascoltare le voci che
provenivano attutite al suo orecchio per via del legno che li separava.
«Ti sei forse dimenticata di me?» domandò ancora Bakura,
vedendo che lei rimaneva immobile.
«Purtroppo, no» replicò finalmente Miyon, acida. «Ma
facciamo di si, così siamo tutti più contenti» Fece
per andarsene, ma lui fu più rapido e le bloccò la porta per il corridoio.
«Facciamo anche di no» le disse, mentre lei
indietreggiava. «Parliamo dell’ultima volta che ci siamo visti…»
Reviews:
Jemei: ^///^ Grazie dei
complimenti, mi fa piacere che ti piaccia ^^ Si, di Wilbur Smith ho letto solo quei
tre libri sull’Egitto (Figli del Nilo, Il Settimo papiro e Il dio del fiume,
faccio confusione su quale vada prima però ^^’’), anche se sto progettando di
leggerne altri… E’ che dovevo documentarmi sull’Egitto, quindi niente di meglio
che leggere da autori più esperti ^^ Sono veramente belli, non trovi? Certo, la storia è un “pochino” travisata, ma
l’ambientazione è perfetta e poi le vicende sono molto belle ^^ Attraggono,
questa è la parola. Bye ^^
VallyBeffy: Sono onorata che tu abbia
deciso di leggere la mia storia per prima ^///^ Mi fa piacere che ti piaccia (dico sempre le solite cose, non farci caso…^^’’)
Non preoccuparti, anch’io tendo a dimenticare le storie…^^’’ Per questo
preferisco aggiornare sempre lo stesso giorno della settimana, almeno per chi
legge è più facile ritrovarla e non deve aspettare nemmeno tanto ^^ Questa
storia l’aggiorno ogni venerdì, quindi se sei interessata ^^ Mi piacerebbe
avere ancora la tua opinione ^^
Kelly: Allora, com’è andato
l’esame? Spero tutto bene ^^ Sinceramente, il Settimo Papiro dei tre è quello
che mi è piaciuto di meno, ma soltanto perché era ambientato
“ai giorni nostri”, mentre, secondo me, la sua abilità sono proprio le storie
storiche, anche se, in parte, tende a travisare la storia... Ma sono belli
comunque ^_^ Per quanto riguarda la storia, lo so che sono cattiva, ma il bello
sta proprio nella suspence… ^^ E guarda che finora ci
sono tutti gli elementi per capire chi Myon sia!
Basta saperli interpretare ^_- Alla prossima ^^
Ayu-chan: Si, sono davvero talmente
belli che li rileggi volentieri ^^ Ci sono anche nell’altro, solo che io faccio
confusione coi nomi e non ricordo mai qual è il primo
e qual’è l’ultimo ^^’’ Anche perché i titoli sono
simili!! Però mi sembrava che Taita bevesse una roba strana e poi andasse in trance
o qualcosa di simile… Poi mi saprai dire. Jono non è proprio una cima, bisogna
ammetterlo -.-’’ Ma il personaggio peggiore rimane Anzu… Come ha detto una
persona una volta, è un personaggio che, sia che ci sia o che non ci sia, fa lo
stesso ^^’’ Io ho già pronti i documenti falsi da fargli firmare, tanto noi
possiamo stare tranquille che incolperà Pegasus (ho copiato la firma :-P) del
falso in bilancio, quindi potremo andarcene alla Hawaii senza problemi ^_- Alla
prossima, sperando prima o poi di beccarci in chat!
^^
Phoenix: Io di Wilbur Smith ho letto solo i tre sull’Egitto (tra cui appunto
“Figli del Nilo”, veramente bello… Anche se non ricordo se sia il primo o il
terzo, faccio confusione coi nomi ^^’’ tanto sono
belli entrambi!), ma ho in mente di leggerne anche altri perché il suo stile mi
piace davvero tanto! Per quanto riguarda i labirinti, li avevo letti anche in
una fic in inglese (prima di leggere i libri), perciò
non so proprio... vabbè, facciamo che esistevano ^^
Certo che si drogavano, altrimenti, secondo te, tutte quelle storie pazze sugli dei, da dove le tiravano fuori?! Non potevano essere del tutto sani! ^^’’ Mi fa piacere che la
storia ti piaccia ancora ^^ Bye ^^
Viky: Non preoccuparti per la
recensione all’altro capitolo, spero piuttosto che tu ti sia divertita in
vacanza! Grazie per la recensione di questo, piuttosto ^^ La
moglie, dici? Potrebbe essere, chi lo sa! ^_-
Jaly Chan:
Anch’io soffro il mal di mare ç_ç E dire che il mio
sogno fin da bambina è fare una crociera sul mediterraneo… ^^’’ In compenso mi
trasferirò alle Hawaii, non appena (ne approfitto
anch’io finché lui è al lavoro ^^) riesco a trasferire tutti i soldi della
Kaiba Corporation in un conto svizzero a mio nome…
(perché ho l’impressione che qualcuno stia parlando di me? N.d.Seto) Perché sei il solito egocentrico… ù_ù Non è che noi abbiamo tempo da perdere a parlare di te…
(uhm… N.d.Seto molto sospettoso) Credo che la
minaccia di uno yaoi Seto/Jono sia la più terribile,
specialmente ora che è in crisi per il furto della società…^^’’ Povero… Però si
deve sbrigare a riprenderla, sennò come faccio io a rubargli i soldi?! Malik mi
ha pagato chiaramente per avere una parte migliore in questa fic… Non so dove abbia trovato i soldi, probabilmente li ha
rubati (non è vero! Ho solo vinto alla lotteria! N.d.Malik Perché non trovo più il mio portafoglio? N.d.Isis Ehm…^^’’ N.d.Malik) Appunto…-.-’’ Yuugi invece non aveva un euro da
darmi, perciò niente (non è colpa mia se mio nonno spende tutti i soldi in
riviste pornografiche…ç_ç N.d.Yuugi)
Nemmeno mia, se è per questo… Nella maggior parte delle fic
che non siano su di lui, Jono viene contraddistinto per due caratteristiche,
l’idiozia e l’appetito ^^’’ Ci piace ricordarlo così… (la realtà è che a te
piace Kaiba, quindi dai retta a tutto quello che dice lui…ç_ç
N.d.Jono) Chiamami scema…^^’’ Secondo me, Miyon è
sicuramente la suocera (e perché mai? N.d.Yami)
perché si sa che le suocere sono insopportabili e ora ti stai vendicando di
quello che ti ha fatto in passato portandole sfiga (la finiamo con questa
storia? ç_ç I miei fan finiranno per crederci
davvero… N.d.Yami) Grazie per i complimenti (^///^),
ma come vedi bisognerà aspettare ancora un po’ per sapere con certezza chi sia
Miyon…^_- Grazia anche per la recensione alla storia di Conan,
mi fa piacere che anche la fine ti sia piaciuta ^///^ Alla prossima ^^