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Autore: whateverhappened    10/02/2010    0 recensioni
Da quando, durante la battaglia di Hogwarts, aveva proposto di consegnare Potter al Signore Oscuro per poter evitare che questi attaccasse la scuola e gli studenti, la ragazza si sentiva tacciata come colei che avrebbe consegnato senza problemi l'Inghilterra magica nelle mani del più temibile dei maghi oscuri. Non passava giorno che la giovane non si svegliasse senza pensare per prima cosa a quell'avvenimento, a quell'attimo in cui aveva ceduto ai suoi propositi di non sbilanciarsi troppo nelle sorti della guerra, a quel momento in cui aveva detto quelle poche parole che a suo parere avrebbero potuto mettere fine a tutto. Era semplicemente esasperata da quella situazione di perenne insicurezza, avrebbe solo voluto tornare alla normalità e in quella manciata di secondi le era apparso uno spiraglio di salvezza: se Potter avesse affrontato il Signore Oscuro tutto sarebbe finito. Che avesse sbagliato se ne era resa conto non appena tutto era finito.
Sono passati cinque anni e mezzo dalla fine della guerra, tutti hanno voltato pagina e si sono ricostruiti una vita. Tutti? Non proprio: Pansy Parkinson è rimasta incatenata al passato e ai suoi errori, incapace di reagire.
E, forse, a strapparla dalla sua situazione di torpore sarà l'ultima persona che Pansy si aspetta.
Semel in anno licet insanire.
Partecipa all'iniziativa "Carnevale" di Fanworld.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Pansy Parkinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Maybe Just Sleeping.



Quando arrivarono il Sole era ormai al tramonto e i raggi rossi colpivano le acque increspate del lago, conferendogli ancor più maestosità. Erano anni che non vedeva più quel panorama, e ora che si ritrovava nuovamente al suo cospetto Pansy non riusciva a fare a meno di trattenere il fiato. Hogwarts quella sera era semplicemente divina.
Camminava lentamente accanto a Theo, quando si era offerto di accompagnarla lei aveva accettato immediatamente, un po' per essere sicura di andare veramente alla festa e un po' perché aveva bisogno di un supporto per tornare sul luogo del misfatto. Era elettrizzata, dopo tanto tempo partecipava di nuovo ad una festa, in quel posto che per lei aveva un valore speciale nel bene e nel male. Quando era uscita di casa dieci minuti prima si era pentita di aver acconsentito ad andare, avrebbe incontrato persone che non vedeva da anni e che probabilmente avrebbero preferito non rivederla, perché farsi del male ulteriormente? Ma Theo l'aveva convinta nuovamente ad andare e si erano smaterializzati insieme davanti al cancello della scuola, dove un grande manifesto riportava l'obbligo di indossare una maschera, le due più belle avrebbero vinto il titolo di Re e Regina della Festa.
« Pronta? » la voce calma e calda del ragazzo la riscosse dai suoi pensieri. Si guardò l'abito, una perfetta copia di un vestito di epoca elisabettiana, si sistemò la maschera sul volto e sorrise.
« Sono un po' tesa. » rispose sinceramente.
« Stai tranquilla e tutto andrà alla perfezione. Andiamo, dai. » le pose una mano sulla schiena e gentilmente la spinse all'interno della scuola, in Sala Grande, dove degli addobbi colorati ricoprivano le pareti.
« Merlino, si son dati da fare! » sussurrò Pansy, sinceramente colpita dall'ambientazione.
« Sai come sono questi Grifondoro, vogliono sempre far vedere che loro sono i migliori! » scherzò Theo, facendola sorridere. Quando le aveva detto che ad organizzare la festa erano stati Harry Potter ed Hermione Granger si era sentita ancor più titubante, com'era possibile che la volessero? Ma, quasi come un angelo custode, Theo era di nuovo occorso a tranquillizzarla, dicendole che erano stati invitati tutti gli studenti del loro anno con relativi fidanzati, senza alcuna eccezione. Insomma, se avevano invitato Draco perché non lei?
« Sorellina! » una voce familiare la riscosse dai suoi pensieri, facendole gelare il sangue nelle vene. Cercò Theo con lo sguardo ma egli si era misteriosamente volatilizzato, lasciandola sola in quel momento così critico.
« Iris? » sussurrò timorosa, voltandosi lentamente nella direzione da cui era arrivata la voce.
« Certo, e chi se no? Hai altre sorelle nascoste? » ridacchiò la ragazza che ora aveva di fronte. Indossava un abito da tirolese, i capelli ramati raccolti in due spesse trecce, sul volto una semplice maschera trasparente a coprirle appena gli occhi.
« Cosa ci fai qui? » domandò Pansy sinceramente sorpresa.
« Sono stata invitata! » rispose con naturalezza Iris, confondendo maggiormente Pansy. Sua sorella era minore di lei di due anni, non sarebbe dovuta essere lì. A meno che...
« Con chi ti sei messa questa volta, Iris? » domandò dopo qualche istante con tono quasi accusatorio. Sua sorella era molto diversa da lei, più allegra e spiritosa, più incline alle feste e più capace di trovarsi un fidanzato. Da quando aveva concluso Hogwarts Pansy si era vista presentare almeno quattro ragazzi diversi, che venivano puntualmente lasciati dopo che Iris si rendeva conto che non corrispondevano al suo ideale di principe azzurro.
« Non dirlo con quel tono. - la ammonì – É una cosa seria questa volta. »
« Sì, come no! Da quanto siete insieme per poterlo dire? Due settimane? »
« Cinque mesi. - la serietà con cui Iris aveva pronunciato la frase sconvolse Pansy, forse più della durata del rapporto, un vero record per quanto riguardava sua sorella – Avrei voluto presentartelo in un'altra occasione, sai, magari con vestiti un po' più adatti! » sorrise Iris, all'improvviso quasi imbarazzata.
« Non pensi che magari lo conosca già, visto che era del mio anno? - Iris si limitò a fissare le punte delle sue scarpe, gesto che Pansy interpretò come un segno d'assenso – Dai, chi è? É Blaise, vero? Ti è sempre piaciuto! » ipotizzò allegra Pansy. Quando era con Iris tutto il resto del mondo, tutte le vicende del passato, tutto scompariva: rimanevano solo loro due, sorelle legatissime da sempre.
« Acqua! »
« Draco? »
« Oh Dio, no! Acquazzone! » rispose Iris con una smorfia. Non poteva negare che Malfoy fosse un gran bel ragazzo, ma decisamente non era il suo tipo, tutt'altro.
« Theo? » domandò sempre più dubbiosa Pansy.
« No, no! Non lo tocco il tuo Nott! - ridacchiò allusiva Iris, da sempre convinta che potesse nascese qualcosa fra sua sorella e Theo – Allarga i tuoi orizzonti o non indovinerai mai. »
« É di un'altra Casa! »
« Iris! - una voce maschile bloccò sul nascere la risposta della più piccola delle sorelle Parkinson, facendola voltare – Ti ho trovata finalmente! »
Quando Pansy fu in grado di riconoscere le fattezze del ragazzo, la cui maschera nascondeva poco esattamente come quella di Iris, sentì le gambe cedere. Non era possibile... non riusciva a credere che sua sorella si fosse messa con Seamus Finnigan. Ma quel che era peggio era che il suo caro cognatino le aveva raggiunte in compagnia di Harry Potter in persona, che grazie alla celebre cicatrice era ben riconoscibile nonostante la magnifica maschera color argento che indossava.
« Volevo presentarti un mio caro amico. » continuò Finnigan, mentre Pansy si spostava lentamente dietro la sorella cercando il momento adatto per scappare. Sentiva su di sé lo sguardo di Potter, era certa che stesse cercando di capire chi fosse.
« Era molto che volevo conoscere la fantomatica ragazza di Seamus, cominciavo a pensare che non esistesse! - ridacchiò Harry – E ciao, Parkinson. Ti ho vista, smettila di nasconderti. » di nuovo Pansy sentì il sangue gelarle nelle vene, aveva una gran voglia di scappare ma sentiva le gambe pesanti, troppo pesanti persino per reggerla. Sorprendendosi di se stessa, la giovane si voltò con un gran sorriso in volto, per poi affiancarsi alla sorella.
« Potter. Non mi stavo affatto nascondendo! »
« Certo, come no, e io sono Mago Merlino! »
« Hai un aspetto giovanile per avere novecento anni. E finalmente ti sei fatto la barba, Merlino! » ironizzò Pansy, sorprendendosi da sola per la naturalezza con cui dialogava con il ragazzo.
« Mi tengo in forma. » rispose Harry, alzando le spalle.
« Ehm ehm » la voce di Iris, che non si era persa una parola di quello scambio di battute, li zittì.
« Dicevo – ricominciò a parlare Seamus – Harry, lei è Iris. »
« Molto lieto. » Harry strinse calorosamente la mano della ragazza, che gli sorrise di rimando.
« Già che siamo in tema di presentazioni... - Iris afferrò con forza il braccio di Pansy e la avvicinò a sé – Seamus, ti presento mia sorella Pansy. »
« Sorella?! » le voci di Seamus ed Harry risuonarono fortemente, mentre entrambi si voltavano a fissare la ragazza.
« Non c'è bisogno di quelle espressioni schifate. » commentò lei.
« No... Non è quello... Solo non me lo aspettavo. - sorrise Seamus dopo essersi ripreso – Piacere di conoscerti in questa veste, allora. » allungò la mano verso Pansy, che la strinse dubbiosa mentre il ragazzo continuava a sorridere.
« Non sapevo avessi una sorella. » disse Harry dopo qualche istante.
« Ci sono tante cose che non sai di me, Potter. »
« Già, vero. - sorrise, sorprendendo nuovamente Pansy, che cominciava a pensare di essere vittima di qualche candid camera – Pansy e Iris? I vostri genitori non erano un po' fissati con i fiori? » ridacchiò.
« Tradizione. » rispose semplicemente Pansy, guardandosi attorno alla ricerca di Theo o di chiunque altro potesse accorrere in uno aiuto in quel momento. E lo vide, in compagnia di tutti gli altri amici, dall'altro lato della sala: la stavano fissando. Scosse la testa, se li conosceva bene avevano previsto tutto e fatto in modo che accadesse.
« Ah. Come per i Black? » domandò ancora Potter con curiosità.
« Già – rispose Iris al suo posto – Loro danno nomi di stelle e costellazione, mentre nella nostra famiglia si hanno nomi di fiori. »
« Ma anche gli uomini? » chiese Seamus, già immaginandosi un piccolo Finnigan di nome Mughetto.
« No! - ridacchiò Iris – Solo per le figlie femmine. Ma questo non è una garanzia, a noi è andata decisamente bene! Lo diciamo sempre, per fortuna non ci hanno dato il nome della nonna! »
« Che sarebbe? » ridacchiò Harry, divertito dall'ennesima tradizione purosangue di cui veniva a conoscenza.
« Zantedeschia – rispose Pansy – Orrido nome per uno splendido fiore. Se volete scusarmi, vado a prendere qualcosa da bere. »
Si allontanò rapidamente, sospirando profondamente una volta raggiunto il tavolo delle bevande. Tutto quello che era appena accaduto era così surreale, così poco legato alla sua vita degli ultimi anni.
Ma anche a quella di prima, si ritrovò a pensare. Mai, da quando li conosceva, aveva avuto un dialogo così pacifico con Potter e Finnigan.
Probabilmente stava ancora dormendo.











*








Secondo e penultimo capitolo ^_^ L'ultimo arriverà domani :)
Un paio di precisazioni circa questo... è stato scritto per il tema "fiori" della tabella sul Carnevale di Nizza di Fanworld. E, a proposito di fiori, il/la (non so come si dice ^^'') Zantedeschia altro non è che il nome "scientifico" della calla, mio fiore preferito insieme alla viola del pensiero =D E Pansy, appunto, significa viola del pensiero.
Ringrazio chi ha inserito la storia fra i preferiti o fra le seguite *.*
In particolar modo, poi, ringrazio baby_bunny per aver recensito! Non è proprio una Harry/Pansy, ma diciamo che potrebbe essere la base per dar vita a una. Magari in futuro - ispirazione permettendo! - scriverò la Harry/Pansy che nella mia testa potrebbe venir fuori da questa breve storia. Sono contenta che ti ispiri, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!

A domani!
   
 
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