Haloa! Bene bene, allora,
sono qui per un’occasione particolare.
Anzi, direi speciale.
Questa storia è dedicata
ad una delle persone più importanti del mondo per me,
perciò spero vi piaccia.
Spiegazioni a fine
storia.
Buona lettura!
Era
passato un anno da
quando Edward aveva fatto ritorno a casa Rockbell.
Nessuno aveva fatto
domande su quella bizzarra inversione di marcia, ma quando se lo erano
visto
arrivare sotto la pioggia, Pinako, Winry ed Alphonse non avevano avuto
il
coraggio neppure di immaginare cosa gli fosse capitato.
Il biondo, ovviamente, non
si era neppure sognato di dare spiegazioni, figurarsi, non era il
tipo…
E per giorni non aprì
bocca, non un fiato.
Si limitava a fissare il
vuoto oltre il vetro della sua finestra che, casualmente, puntava, in
linea
d’aria, verso Central City.
Lì aveva preferito
lasciare la sua vita, lasciare tutto ciò che aveva di
più caro, persino i suoi
ricordi.
Bruciavano troppo per
poterli sopportare.
Era passato un anno da
quando Edward era tornato il solito strafottente di sempre, tanto da
sembrare
spensierato come un tempo.
Sembrava si fosse
ricostruito da solo, pezzo per pezzo, e probabilmente rinforzato con
una
recinzione difficile da superare persino per il fratellino.
La depressione nella quale
era caduto era stata troppo grave da non avere ripercussioni sul suo
futuro… e
quello era il risultato.
Nessuno ancora conosceva
le motivazioni di tutto ciò, ma quando videro un viso
famigliare bussare alla
loro porta, la famigliola Rockbell riuscì, per la prima
volta, a capirci
qualcosa.
-Buongiorno, Edward
è in casa?-
Il
vento, quel giorno, era
pungente, tanto da far male alla pelle e provocare un acuto bruciore.
Il biondo si sfregò le
mani tra loro, soffiandoci sopra, nel disperato tentativo di portare un
po’ di
sollievo alle falangi congelate.
Come tutti i giorni, da un
anno a questa parte, quella mattina, era tornato a far visita alla
tomba della
madre e stava per congedarsi.
Restava lì per un’oretta o
due, nel più totale silenzio, a fissare quella lapide di
fredda pietra, gli
occhi dorati come … vuoti .
Dopo essersi scostato per
l’ennesima volta i lunghi capelli biondi dal viso, prese a
scendere la
collinetta che riportava al sentiero per casa, quando scorse, da
lontano,
villetta Rockbell… ed un’elegante automobile nera
parcheggiata nello spiazzale
antistante la porta.
Inarcò un sopracciglio,
mentre un’inquietante curiosità
s’impossessava di lui, tanto che le gambe si
mossero velocemente da sole.
Il sentiero non gli era
mai sembrato così lungo e sofferto, il freddo, oramai,
neppure lo sentiva.
A fargli mantenere un
passo costante e rapido, solo quell’insensata voglia di
scoprire chi fosse
venuto a far visita.
Mano a mano che si
avvicinava, però, il proprio cuore prese a fare capriole,
come se avesse
capito, come se avesse avvertito il proprio gemello battere poco
distante da
lui e fosse impaziente di raggiungerlo.
Chi era?
Chi era venuto a
disturbare la sua quiete?
Chi era venuto a
disturbare la sua quiete proprio ora che l’aveva ritrovata?
Inconsciamente lo sapeva,
ma si rifiutava di crederlo.
Piuttosto si sarebbe fatto
del male fisico, ma non avrebbe mai accettato una cosa simile.
Non poteva accettare una
cosa simile.
Il suo cuore non avrebbe
retto una seconda volta, non avrebbe potuto rincollare i pezzi questa
volta.
Perché stavolta sarebbero
svaniti per sempre.
“ogni addio richiede
una preparazione, ma il più
delle volte, la vita ci coglie impreparati”.
E
lui, per l’ennesima
volta, non era pronto.
Arrivò con il fiato corto
nello spiazzale, le iridi di oro fuso puntate su quella porta che gli
avrebbe
svelato la verità.
Ma era proprio sicuro di
volerla sapere?
Senza che nemmeno se ne
accorgesse, la mano si era appoggiata sul pomello e la chiave era
già nella
toppa.
Un profondo respiro prima
dell’oblio…
-sono a casa- annunciò con voce
grave ed affannata, un po’ tremante per paura di
risentire i pezzi del proprio cuore scollarsi e polverizzarsi .
-Edward,
siamo in salotto- fu l’accorata
risposta di Pinako
Il
biondo avvertì
chiaramente di deglutire a vuoto.
La salivazione era a zero,
completamente a secco.
Le gambe si mossero da
sole, come negli ultimi minuti, dirigendo l’intero corpo
verso il salotto.
Avvertiva il peso del
proprio cuore farsi più pesante ed insopportabile, la colla
sciogliersi ad ogni
passo, i battiti aumentare freneticamente, tanto che temeva il cuore
gli
sarebbe uscito dal petto e saltellasse per ogni dove nella stanza.
Gli occhi si serrano un
secondo prima di vedere per intero salotto e li riaprì in un
solo istante.
Un forte senso di nausea
lo colse improvviso, insieme ad un capogiro, tanto che dovette
appoggiarsi, con
la schiena, allo stipite della porta.
L’uomo accorse per
soccorrerlo, preoccupato.
-cosa ci fa qui, signor
Hughes?-
fu la domanda che uscì dalle labbra pallide del
biondo alchimista, mentre tentava di riprendersi.
Il suo cuore, nel mentre e
lentamente, tornava a ricomporsi, un po’ più
malmesso di prima, ma
fortunatamente intero.
-Edward…
io… sono qui per un motivo che puoi ben
comprendere…-
-no, non lo comprendo- tagliente, la recinzione si
era ricoperta di
pericoloso filo spinato.
L’uomo sospirò
pesantemente, prima di sorridergli con immensa dolcezza.
Era come un figlio, quel
ragazzo, non l’avrebbe lasciato allo sbaraglio.
Estrasse, dalla tasca
sinistra della lunga giacca nera, una lettera senza mittente.
-questa
è per te… e… riprendi fiato,
perché mi sa
che ti verrà voglia di correre-
gli consigliò, facendogli un tenero occhiolino, prima di
andare a
tranquillizzare i tre spettatori di quel bizzarro avvenimento.
Nel mentre, le mani tremanti
dell’Alchimista d’Acciaio, avevano raccolto da
quelle di Maes, quella busta con
solo segnato il destinatario.
Ed avvertì chiaramente il
vuoto sotto i propri piedi, quando riconobbe quella
calligrafia…
Dovette respirare diverse
volte, prima di riuscire ad aprirla.
Poche righe, sinteticità
tipica di quel bastardo…
“ogni decisione che
prendiamo, lascia dietro di sé
una traccia…”
-Edward!-
fu l’ultima parola che avvertì chiaramente
provenire dalle labbra di Winry,
prima di sbattere la porta di casa e cominciare a correre.
Correre, correre.
Correva a perdifiato,
ignorando il polmoni che bruciavano e chiedevano vendetta al cospetto
del
cielo, ignorando le gambe tremanti ed il dolore alla milza.
Ignorava il suo corpo che
si ribellava a quella sua disperata corsa verso la stazione di
Resembool.
Maledetto, maledetto,
maledetto!
Perché tornava proprio
adesso?
Chi si credeva di essere?
Nessuno sottostava ai suoi
comodi! …
… Ma allora perché stava
correndo come un forsennato da lui?
Perché le gambe non
rispondevano al suo comando e si arrestavano?
Perché il suo cuore lo
spingeva a continuare?
Troppe domande gli
tormentavano la mente, tanto che le tempie pulsavano con immenso
fastidio.
In meno di venti minuti,
fu all’ingresso della stazione.
Il fiato corto, il corpo un
fascio di nervi doloranti, gli occhi a cercare quasi con disperazione
la figura
di quell’uomo che lo aveva condotto lì, le mani a
stringere quel pezzo di carta
dalla calligrafia elegante.
-sei venuto…-
E
fu come se il tempo si
fermasse ed il resto scomparisse.
In quegli attimi, solo
l’urlo straziante del proprio cuore.
La colla brucia le ferite…
Dalle labbra di Edward non
un suono.
Solo un gancio sinistro,
che partiva e raggiungeva, diretto, lo zigomo destro
dell’uomo, che cadde
pesantemente a terra.
“A volte, le parole
non bastano ad esprimere un
sentimento…”
E
poi un bacio, sofferto,
disperato, vorace, ardente come una stella.
Due forti braccia a
cingere quello che, a confronto, sembrava il corpicino fragile di un
bambino.
-perché
sei tornato?- la lecita domanda di due
occhi colmi di lacrime
trattenute e la rabbia di un sentimento che, invece di affievolirsi,
è tornato
sempre più prepotentemente a crescere giorno per giorno.
-perché
mi sono accorto che senza di te non vivo-
-e la vita normale che tanto volevi?-
-tu sei la mia vita-
“vorrei starti
vicino per sempre senza farti
soffrire”
-stupido di un
colonnello…-
-felice di averti ritrovato, FullMetal…-
Tanti Auguri di Buon
Compleanno al mio Colonnello personale.
All’amore della mia vita
Tanti Auguri ad Ely, con
tutto il mio cuore^^
ps: tra " " ci sono alcune vecchie frasi che mi appuntai e che ho ritrovato pochi giorni fa, che mi sono sembrate particolarmente appropriate alla storia^^inoltre la storia può essere considerata come una continuazione di "Anno Nuovo, Vita Nuova"