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Autore: CipDebbi    12/02/2010    4 recensioni
[..] Mi sedetti sulla tavoletta chiusa del Water e appoggiai la testa al muro. Il freddo contatto provoco' in me decine di brividi, ma per niente paragonabili a quelli che avevo sentito il giorno stesso.
Era inutile negarlo. Quel ragazzo mi piaceva, e molto. Avevo sempre avuto un deboli per gli stronzi, e qualcosa mi diceva che lo era anche lui. Oh, si se lo era. 
Mi ero sempre ritenuta una ragazza a modo, con dei principi, seria e responsabile, ma cio' non significava che quando c'era da farmi male non ci riuscissi. Mi è sempre piaciuto vivere una storia intrigante, romantica, come quelle che leggo nei miei adoratissimi libri.
Eppure, anche se adesso ho appena compiuto ottant'anni, allora ne avevo appena diciassette, e credevo di essere gia' vissuta.
Mi sono ritrovata cosi' a scrivere queste righe, centinai di migliaia, a dire la verita', ma la cosa non mi turba. Voglio raccontarvi la mia storia, e sono gia' ad una buona parte del racconto. [..]
Lui e Lei. Mondi apparentemente uguali, ma allo stesso tempo cosi' diversi.
Mille emozioni ed un cuore che batte all'unisuono. Il loro amore, cosi' potente e vero..
Cosa successe? Non vi resta che leggere.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Belle of the boulevard
capitolo secondo

 

 

 

Quando tornai a casa, la cosa che mi risulto' piu' difficile da fare non era in se' per se' affrontare la sfuriata di mia madre, bensi' i suoi occhi. Come se l'avessi detto, infatti, non appena vercai la soglia cercando di chiudere la porta con delicatezza, il suo viso corrucciato e le sue braccia conserte mi fecero inghiottire a vuoto.
-Cos'è successo?- la guardai sgranando gli occhi, fingendomi sorpresa.
-Niente.. perche' lo chiedi?- domandai falsamente.
-Perche' sei paonazza, hai un sorriso ebete stampato in faccia e sai che non sei brava nel mentire..- constato' lei accennando ad un sorriso soddisfatto. Peccato che in quel momento non trovavo proprio la scusa adatta per giustificare il mio ritardo.
Sai mamma, mentre tornavo a casa ha attraversato la strada un polipo gigante e mi ha fatto perdere il controllo dello sterzo. Dopo cio' pero', il polipone si è scusato e mi ha aiutato a rimettere a posto i freni che si erano completamente fusi.. Poi Superman ha visto la scena ed ha affrontato il "super polipo" in un duello a sangue e cosi'..
No, assolutamente non plausibile, ma vi giuro che in quell'istante ci pensai sul serio.
-Avanti, G, non costringermi a chiuderti in casa per una settimana..- sussurro' abbassando lo sguardo, sospirando vistosamente.
-La macchina ha fatto capricci, ma un amico mi ha aiutata..- Cazzo Greta, ma quanto ci hai messo?
-Faro' finta di crederci..- mi squadro' a fondo e poi aggiunse - Va' di sopra a farti una doccia.. fra poco sara' pronta la cena.- disse dirigendosi verso la cucina. Non potei fare a meno di sorridere e salii le scale a due a due. Una volta arrivata in camera, aprii la porta con la stessa intensita' con la quale la chiusi e mi gettai a peso morto sul letto.
-Vedi di non romperlo, megera..- la voce odiosa di mio fratello minore mi giunse dall'altra stanza, ma evitai di rispondergli. Se l'avessi fatto sarebbe scoppiata una delle solite liti "Greta-Andrea" cosa al quanto pericolosa. Avevo persino comprato uno di quei cartelli con su scritto "DANGEROUS" che appendevo fuori dalla porta ogni volta che non volevo essere disturbata. Ecco, quel giorno invece l'avrei messo sulla porta di mio fratello, quando attuavo il suo omicidio.
Mentre pensavo ai modi piu' dolorosi per far fuori quella piccola peste, mi diressi in bagno, dove aprii l'acqua bollente. Mi sedetti sulla tavoletta chiusa del Water e appoggiai la testa al muro. Il freddo contatto provoco' in me decine di brividi, ma per niente paragonabili a quelli che avevo sentito il giorno stesso.
Era inutile negarlo. Quel ragazzo mi piaceva, e molto. Avevo sempre avuto un deboli per gli stronzi, e qualcosa mi diceva che lo era anche lui. Oh, si se lo era.
Mi ero sempre ritenuta una ragazza a modo, con dei principi, seria e responsabile, ma cio' non significava che quando c'era da farmi male non ci riuscissi. Mi è sempre piaciuto vivere una storia intrigante, romantica, come quelle che leggo nei miei adoratissimi libri.
Eppure, anche se adesso ho appena compiuto ottant'anni, allora ne avevo appena diciassette, e credevo di essere gia' vissuta.
Mi sono ritrovata cosi' a scrivere queste righe, centinai di migliaia, a dire la verita', ma la cosa non mi turba. Voglio raccontarvi la mia storia, e sono gia' ad una buona parte del racconto.
Come dicevo, mi lasciai cullare dai piccoli brividi che mi accarezzavano la schiena, e i miei capelli attutivano il duro appoggio del muro. La mia testa non si svuotava, ma un'immagine appariva nitida: Lui.
Non era possibile che una comune persona provocasse in me tutte quelle emozioni, soprattutto dopo averci parlato una volta soltanto. Di certo non l'amavo, questo è sicuro, ma la voglia assurda di rivederlo non promettava niente di buono.
Mi gettai di colpo sotto il getto ormai tiepido, e mi lasciai accarezzare dallo scroscio veloce. Mi massaggiai i capelli e mi strofinai addosso, schiumandomi completamente.
Solo quando sentii la voce di mia madre aprii la box della doccia e mi avvolsi in un asciugamano.
Scesi le scale a corsa, freddandomi le gambe snudate.
-Vatti a vestire!- urlo' irritante mia sorella.
-Sta zitta, Jade- la ammoni' io con fare acido. Non sopportavo quando mi diceva di fare qualcosa come se fossi sua figlia.
Mia madre ci trucido' con lo sguardo' e ci servi' la pasta. Mangiai poco e nulla, da tanto che avevamo mangiato a casa di Kim, cosi' sparecchiai e mi andai a vestire.
-Avanti, G.. Facci vedere cosa sai fare- scoppiai a ridere come una scema. Pure a parlare da sola mi metto..
Selezionai un vasta serie di vestiti, gonne, pantaloncini, magliette.. ma nessuna mi sembrava adatta.
Rufolai nei meandri del guardaroba vanamente, perche' non trovai niente.
-Mamma! Vieni qua!- urlai con la porta socchiusa. Sentii i suoi passi goffi ed apri' la porta.
-Dimmi- disse appoggiandosi allo stipite e incrociando el braccia come faceva solitamente.
-Non so che mettermi..- sussurrai guardando il letto gonfio di roba.
-Hai intensione di rimettere a posto, dopo? Non è cosi'?- chiese allarmata da tanta cofusione.
-Si, ma non è quello il problema!!- sospirai -Non so cosa indossare- lei mi scruto' attenta.
-Da quando ti interessa cosi' tanto cosa metterti?- mi chiese furtiva, riducendo gli occhi a due fessure. -Non ti stai facendo bella per qualcuno?- mi domando' sorridendo appena. Io sgranai gli occhi.
-No! Certo che no!- esclamai. Ed era vero.. io non mi facevo bella per lui.. anche perche' sicuramente non l'avrei rivisto..
Lei mugolo' e rufolo' tra la montagna di vesititi lasciati sul mio letto a baldacchino.
-Questi e..- rovisto' ancora.
-E questa- disse sorridendo. Mi mostro' un paio di Shorts bianchi, di Jeans, ed una camicietta da boscaiolo rossa, non molto lunga. Lancio' un'occhiata furtiva alle mie Convers rosse ed io ci pensai su. Non male in effetti. Probabilemene noto' la mia espressione e mi porse la roba.
-Provala- suggeri', ed io obbedii.
Mi guardai allo specchio e cio' che vidi non mi dispiacque. Sorrisi e ringraziai mia madre con un bacio sonoro sulla guancia.
Presi cellulare, borsa e portafoglio, e tanto per riempire un po' la borsa vi inserii altre cianfrusaglie inutili.
Afferrai quell'aggeggio elettronico usato tipicamente per telefonare e mandare messaggi e feci uno squillo a Kim, che ripose prontamente.
-Sono pronta- dissi veloce.
-Arrivo- sentii il lieve rumore della chiusura della chiamata e mi sedetti sul muretto davanti casa. Erano le nove esatte, ed era tremendamente presto. Quando Kimberly si fermo' davanti casa non potei non lasciarmi sfuggire un sorrisetto.
-Ehi, bambolina.. Un passaggio?- mi chiese ammiccando.
-Avrei bisogno di andare al Boul..- dissi corrucciando le labbra.
-Boul? Ma cos'è? Un tipo di cibo?- io mi avvicinai e mi chinai al suo orecchio.
-No, il posto piu' figo di tutta New York- sorrisi e Kim si lascio' sfuggire un gridolino acuto. Salii nel sedile di fianco al guidatore e mi guardai allo specchietto. Avevo messo solo un po' di matita leggera e un lucida labbra. Volevo essere semplice, non pompata.
-Allora.. racconta tutto- disse lei senza guardarmi.
-E' una storia un po' lunga..- lei sospiro' ed imbocco' la strada a destra.
-Ehi, ma che fai?! A sinistra!- dissi incredula.
Fisso' le sue iridi nera dentro le mie, verdi, e sorrise. -Adesso abbiamo tutto il tempo- sbuffai ridendo e le raccontai ogni cosa.
-Non ci posso credere! Avanti G.. cosa aspetti?- fu la sua reazione.
-Aspetto a fare cosa?-
-A fartelo, no??- mi domando' come se fosse la cosa piu' naturale del mondo.
-Kim, ma dico, ti sei impazzita?- domandai. -A me poi non interessa..-
-Si- la guardai.
-No-
-Si-
-No-
-Si-
-Oki adesso basta- Kim soffoco' un gridolino e rise guardandomi. Io le tirai una pacca leggera sulla nuca e ridemmo insieme.

Arrivammo al Boul dopo venti minuti di giri noiosi per la citta', e ci divertivamo come pazze a spiettare alla gente come due folli fuori di cervello.
Quando ci vide, Sidney ci saluto' con la sua solita aria seriosa, mentre Kevin mi accolse con un rumoroso bacio sulla guancia.
-Ciao Baby- mi sussurro' all'orecchio. Io risi e lo salutai.
Quando lui noto' Kim avvampo' inevitavilmente, ma lei non lo degno' di uno sguardo. Detestavo quando faceva cosi'.. Sapeva benissimo che Kev soffriva (anche se negava) eppure continuava imperterrita nel fare quel che voleva.
-Avresti dovuto almeno salutarlo- le dissi una volta che ci appoggiammo al balcone del bar.
Lei alzo' le spalle con segno di noncuranza e il nervosismo mi sali' alle stelle.
-Kim, porca puttana! non lo vedi quanto ci soffre?! per quanto io ti voglia bene non posso passare su queste cose ad occhi chiusi..- sussultai sulla sedia.
Lei mi guardo' un nano secondo, riprendendo poi a bere il suo Drink.
-KImberly! mi ascolti?- dissi calma. Non volevo prendere le parti della mammina, perche' non lo ero affatto. Dopotutto pero' Kev era il mio migliore amico, e non sopportavo che stasse male a tal punto. A volte, se sapeva che Kim usciva, (cosa molto frequente), non veniva al Boul. Era una sua timidezza, aveva paura di soffrire. Come se scappare dai proprio problemi cambiasse qualcosa..
-Si, mamma, ti ascolto- mi guardo' spavalda -e non me ne importa di quello che dici, sai?? io faccio quello che mi sento..-
-Sto solo cercando di farti capire dove sbagli.. Lui sta male e..-
-E allora smettila! io voglio vivere la mia vita, non voglio non uscire piu' con un ragazzo perche' lo faccio soffrire!- mi urlo' in faccia. -Tu sei troppo buona. Smettila di fare le gentilezze anche a chi non se le merita, perche' le persone non faranno altro che buttartelo nel culo!- sputo' acida. Quelle parole mi ferirono davvero. sentivo gli occhi umidi e la voglia di piangere era estremamente forte.
-Io..-
-No! Greta, smettila di prendere sempre le sue parti- disse tornando a sorsseggiare. Io sospirai e voltandomi verso la folla, osservai le loro faccie sorridenti.
-Come vuoi..- sussurrai per andarmene. Non sentii la sua voce che mi chiamava, nessun braccio che mi afferrava e nessun  bel ragazzo che mi stringeva tra i suoi muscoli. L'unica cosa che mi avvolgeva era il soffio leggero del vento, che si insinuava tra i miei capelli sciolti, castani.
Mi diressi verso il piccolo ponte che dava su un'altrettanto piccolo laghetto, e mi appoggiai li'. Sentivo le lacrime bagnarmi le guancie e gli occhi che pulzavano come la testa.
Il naso prudeva e mi sentivo sola. Possibile che seppur dando me stessa per gli altri, mi ritrovavo sempre sola? Davvero le persone si prendevano gioco di me, approfittando del mio carattere che diceva essere troppo buono?
A quanto pare si, era proprio cosi'. Anche Kim, la mia migliore amica di sempre, mi aveva sbattuto in faccia la realta' senza degnare di un pensiero anche i miei sentimenti. Non capiva che facendo male a Kevin faceva male anche a me?
-Ciao- una voce roca parlo' alle mie spalle.
-ciao- dissi indifferente, senza voltarmi.
-Brutto momento?- chiese divertito.
-Orribile-
-Be', allora meglio se me ne vado..-
-Si- sputai acida -forse è meglio- conclusi sospirando.
-Va bene. Ma voglio ancora i miei cinquanta dollari- a quel punto il fiato mi manco'. Cosa aveva detto?
Mi voltai con la bocca probabilmente spalancata e quando lo vidi ingoiai la saliva a vuoto.
-Allora? ti sei imbambolata?- chiese divertito. Se aveva tanto da ridere poteva anche andare a farsi fottere.
-Io non i ho chiesto di aggiustarmi la macchina.. Sei tu che..-
-Beccato- disse facendo un sorriso strepitoso. Non aveva il diritto di torturarmi cosi', insomma!
Sospirai ancora una volta, e cercando di essere indifferente tornai alla mia posizione iniziale. Sentii i suoi passi farsi piu' vicini.
-Ti ho vista discutere con la tua amichetta prima- mi disse. Sentivo il suo sguardo bruciarmi addosso.
Lo guardai anche io. -Bello spettacolo no?- risi isterica.
-Cred che tu debba chiederle scusa..-
Mi voltai indignata. -Cosa?? Stai scherzando??-
-No. Lei non si dispiacera' mai. Se vuoi riaverla come amica dovrai farti avanti-
-Tu non la conosci- dissi guardando il laghetto.
-No, hai ragione- ammise. Io lo guardai fissare il vuoto, e non potei fare a meno di sospirare. La sua vicinanza mi mandava fuori di testa.
-Sei italiana?- chiese guardandomi. Io sospirai.
-No- dissi secca.
-Eppure il tuo nome..- Non lo lasciai finire.
-E' italiano- respirai -lo so- sorrisi fra me e me, con il cuore che palpitava impazzito e le orecchie che fischiavano.
Una folata di vento sparpaglio' i miei capelli e rabbrividii. In quei tempi faceva davvero freddo, la sera.
-Hai freddo- costato' lui. -tieni- mi porse la giacca ma la rifuitai arrossendo.
-Avanti.. io sto bene, sei tu quella infreddolita qui- sorrise e sentii le lacrime di vergogna pulzarmi sugli occhi. Oddio, certe cose mi facevano impazzire.
Sospirando misi la sua giacca sopra le mie spalle, coperte soltanto dalla camicietta rossa a boscaiolo e lo guardai, sussurrando un grazie.
-Sei..- mi guardo' negli occhi -sei carina quando arrossisci- disse passandosi una mano tra i capelli. -Non che tu non lo sia di tuo.. sia chiaro.. molto piu' che carina..- si riprese. Vederlo impacciato evito' di farmi avvampare nuovamente. Sorrisi lasciando cadere le ciocche sul mio viso, e guardai l'acqua limpida.
Quando sentii toccarmi la fronte ebbi un fremito. Sentii la sua mano bollente spostarmi delicatamente i capelli dietro l'orecchio sinitro, e cio' mi mando' in confusone assoluta. Le gambe tremarono ed ebbi l'assurda voglia di vomitare dalla felicita'. Non che l'avessi fatto, sia chiaro, ma lo stimolo era quello.
-Scusa- inizialmente non capii il significato esatto delle sue parole, che pero' compresi poco dopo, quando notai il suo viso avvicinarsi pericolosamente al mio. Sentivo il suo odore, potevo ben vedere le sue labbra, e affondavo il mio sguardo nei suoi cieli privati. Era a dir poco stupendo, e non potei fare a meno di sospirare.
-Greta- la voce di Kevin mi fece balzare, e mi arressi alle assi di legno che delimitavano il ponte.
Lui guardo' me, e poi Thomas, facendo scorrere lo sguardo tra di noi velocemente, sguizzando gli occhi come un pesce fuor d'acqua.
-Kimberly ti cercava- disse guardando Thomas. L'odio che celavano i suoi occhi era tremendo. Guardai Thomas, che mi stava di fianco, e lo sguardo era uguale, se non peggiore.
Annuii e guardai l'ultima volta quel Dio, e mi diressi da Kev.
-Collins- disse insofferente.
-Bens- rispose Thom a tono.
Sfiorai il braccio di Kevin e cominciammo a camminare verso la musica. Non potei evitare, pero', di guardarlo un'ultima, sola volta, specchiandomi nei suoi occhi.




Angolo Autrice:
Innanzi tutto vorrei ringraziare chi ha messo la FF tra i preferiti ed i seguiti.  Grazie Mille! *.*
Seconda cosa: avrete capito che è Greta da anziana a scrivere una specie di diario, dove racconta una parte fondamentale della sua vita. Stara' con Thomas? Si saranno innamorati?? Be', sisisisi, lo scoprirete.  :D :D

Risposte recensioni:

mery_wolf: Sono contentissima che la storia ti piaccia, e sono altrettanto felice che riesca ad ironizzare un po'.
Ahahaha, per la storia del vampiro.. dai! Mi dispiace, non voglio irritarti; Solo che io ancora ADORO la saga di Twilight, e fare i paragoni mi viene naturale. xD
Comunque hai ragione.. alla fine è noioso sempre stare a nominare i vampiri.. Giuro che li escludero' d'ora in poi!!  :D
Figurati se me la sono presa.. Accetto anche le critiche (se mai la tua si possa chiamare critica)
P.s: anche io amo gli ochi blu!!!!
Non finiro' mai di ringraziarti...   Un bacione.

Balenotta: Ti piace davvero?? Be', è soltanto uno sfogo, non credo che avro' molto successo. Ma va bene cosi', io amo scrivere e lo faccio per passione. Se a qualcuno piacciono le mie storie bene, mi fa piacere, altrimenti amen. xDD
Be', anch'io salterei addosso ad uno come Thomas!! *.* 
A presto, un bacione.

  
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