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Autore: SonLinaChan    15/07/2005    4 recensioni
Una grande fiera riunisce esperti di tutti i campi della magia a Moonearth... quale occasione migliore per Lina Inverse e per la sua compagnia per ficcare il naso e (possibilmente) fare qualche affare? Tuttavia, non solo esseri umani sono interessati a questo piccolo Regno, dove pare celarsi qualche antico segreto...
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rimetto on line una fic che ho scritto diversi anni fa, e che è già stata in circolazione sulla rete, sperando che la apprezzi

Rimetto on line una fic che ho scritto diversi anni fa, e che è già stata in circolazione sulla rete, sperando che la apprezziate… La storia è ambientata dopo la fine del quindicesimo romanzo…  dunque, Gourry non ha più la Spada di Luce (l’ha perduta durante la lotta con Fibrizo) ma è in possesso della Blast Sword, una spada in grado di intercettare i colpi magici e sfruttarli per diventare più affilata, che ha trovato grazie alla lotta con Dynast (uno dei boss dei demoni rimasti). Durante l’ultima battaglia, uno dei talismani di Lina è andato distrutto, e ho immaginato che anche gli altri abbiano smesso di funzionare…Inoltre, alla fine del quindicesimo romanzo, Lina e Gourry hanno deciso di andare a Zephilia a trovare la famiglia di Lina. Ah! Dimenticavo… Memphis, che Lina ricorda ad un certo punto, è la nipote di Milgazia. Se avete commenti e/o suggerimenti, per favore, fatemelo sapere!

Avanti con la fic, spero vi piacerà…^^

 

Slayers - Il sigillo del Caos

 

Capitolo 1: Dopotutto, ci fermiamo solo per la notte…

 

Eravamo di nuovo circondati dai banditi.

Ormai da una settimana vagavamo senza meta in quella foresta… O meglio, una meta l’avevamo, ma sarebbe stato di gran lunga più semplice riuscire a raggiungerla se un certo imbecille non avesse deciso, per incartare il pesce MIRACOLOSAMENTE avanzato dalla cena, di utilizzare la nostra cartina, rendendola illeggibile. Indirizzai un’occhiata torva all’interessato, che stava abbattendo l’ultimo dei banditi con la sua

spada magica, e sospirai. Lui mi rivolse un sorriso colpevole.

“Uh… Oggi ci hanno lasciato abbastanza in pace, eh, Lina? Dopotutto questa è solo la sesta banda di ladri che ci attacca…” Disse, rinfoderando la spada e allontanandosi dal volto una ciocca di capelli biondi.

 Non mi presi nemmeno la briga di rispondere. “Levitation!” gridai, e dopo pochi secondi mi trovai al di sopra delle fitte cime degli alberi. “Macché, solo foresta e montagne, per chilometri…”

Tornai a terra con un altro sospiro. “Temo che dovremo rassegnarci all’idea di trascorrere qui il resto dei nostri giorni…”

“Magari potremmo chiedere qualche informazione ai banditi che incontriamo… Loro dovrebbero conoscere la zona, no?”

“Perché no? E magari potremmo fermarci a prendere un tè con loro, cosa ne dici?”

“Ho sentito che da queste parti fanno degli ottimi dolcetti al cioccolato, chissà che non ne abbiano un po’ da offrirci!” Replicò con un sorriso. 

Tirai fuori la solita pantofola dalla tasca e lo colpii direttamente sulla testa. “GOOOOOURRY!!!!!!!! Sono sei giorni che siamo persi nel NULLA! Sono stanca, frustrata e affamata e, anche se per te è chiedere troppo, non voglio sentire stupidaggini!”

“Stavo solo scherzando, che razza di caratteraccio… E comunque cosa vorresti dire con ‘per te è chiedere troppo’…?”

“Chi è che ha un caratteraccio????”

 

Dopo aver lasciato Zephilia, dove avevamo trascorso qualche settimana, il mio compagno di viaggio ed io avevamo vagato qua e là per un paio di mesi, trovandoci dei lavoretti per sbarcare il lunario, ma senza avere una direzione precisa da seguire. Circa due settimane prima , però, mi era giunta notizia di una grande ‘fiera del magico’ che si sarebbe tenuta di lì a poco nella zona settentrionale del piccolo regno di Moonearth. La prima fiera di quel genere, a quanto potessi ricordare. Spinta dalla curiosità avevo deciso di andare a dare un’occhiata, e così Gourry ed io ci eravamo diretti, dall’impero di Elmekia nel quale ci trovavamo, verso Nord, per raggiungere il luogo che ci era stato indicato… E per finire dispersi in quella dannatissima foresta.

 

Ora il mio amico se ne stava imbronciato a ripulirsi dalla polvere che la sua corazza aveva inevitabilmente raccolto quando si era buttato a terra, nel tentativo (poco riuscito, a dire il vero) di evitare le mie Flare Arrows. Non è decisamente consigliabile offendermi prima di cena…

“Mi chiedevo proprio chi potesse mettersi a lanciare un incantesimo di Fuoco nel bel mezzo di una foresta…” Una voce familiare risuonò da dietro di noi. Niente male… Era riuscito ad avvicinarsi senza che me ne accorgessi… Considerando la mia esperienza con i banditi e i Mazoku, e il mio udito decisamente superiore alla media umana (modestia a parte…), non era una cosa che non richiedesse una certa abilità.

 

“Oh, non essere polemico, Zel, lo sai che ho un’ottima mira…” Replicai con un sogghigno.

 

“Non l’avevo mai notato…” 

 

Stavo per rispondere con qualcosa di tagliente, ma Gourry mi interruppe. “Zeldigass!!! Da quanto tempo non ci vediamo! Cosa ci fai da queste parti?” Finsi di non averlo sentito, per evitare che la vena già in evidenza sulla mia fronte esplodesse… Invece, mi diressi di corsa verso Zelgadiss, che se ne stava là, in piedi,  fissando Gourry con un’espressione indecifrabile, una goccia di sudore lungo la guancia. Ero così felice di vederlo… Giunta vicino a lui sfoggiai il più irresistibile dei miei sorrisi. “Oh, Zel…”

 

Il mio vecchio amico mi rispose con un sorriso imbarazzato. “Ciao, Lina…”

 

“Dimmi che hai con te una cartina!!!!”

 

Dietro di me, Gourry cadde al suolo con un sonoro “THUD!”. Il che doveva fare un po’ male… La goccia di sudore riapparve sulla guancia di Zel, che si limitò a rispondermi. “Oh, grazie, Lina, anch’io sono davvero contento di rivederti dopo tanto tempo…”

 

Ridacchiai. “E’ ovvio che sono contenta di rivederti, Zel… Solo che siamo persi in questa foresta da un sacco di tempo… Non mi dispiacerebbe uscirne, mangiare qualcosa di decente senza doverlo portare via ai banditi, fare un bagno caldo e dormire in un letto comodo… Le notti sono così fredde da queste parti…”

 

“A quanto pare non siete cambiati per niente…” Commentò seccamente la chimera.

 

“Perché intaccare la perfezione?” Risposi con noncuranza, agitando la mano.

“Ci sono cose che non cambiano nemmeno nei millenni!” Commentò allegramente Gourry, raggiungendomi e battendomi lievemente la mano sulla testa. “E come vedi, Lina è quella di sempre… Non è neanche un po’ meno piatta…” Concluse, sospirando.

 

AAAAAAGH! Ero SICURA che lo avrebbe detto!!! Lo fissai con un’occhiata omicida e stavo proprio per dirgli come la pensavo sull’argomento, quando Zelgadiss intervenne. E stava ridendo sotto i baffi, quel traditore…

 

“Prima che tu uccida Gourry, posso sapere cosa ci fate qui?”

 

Sospirai. “Stiamo cercando di raggiungere la ‘fiera del magico’ del regno di Moonearht… Solo che abbiamo avuto qualche piccolo problema con la nostra cartina…” Fissai per un momento, torva, lo spadaccino biondo, che stava studiando con ammirevole attenzione la punta dei suoi stivali. “…Così, eccoci qua!” Conclusi.

 

“Già, eccovi qua… A quanto pare, alla fine avete continuato davvero a viaggiare insieme, nonostante la mancanza della Spada di Luce…” Sogghignò. “Ma OVVIAMENTE lo fai solo perché ora ti interessa quella nuova spada magica, eh, Lina?” Disse, indicando la Blast Sword, ora chiusa nel suo fodero. Zelgadiss doveva essersi accorto a prima vista che non si trattava di un’arma qualunque. Molto perspicace…Finsi di non cogliere le sue insinuazioni riguardo ai miei rapporti con Gourry, mentre lo spadaccino fissava ripetutamente me e la spada, probabilmente chiedendosi se non dovesse considerare l’arma in serio pericolo di furto… Cambiai argomento. “E tu che cosa stai combinando? Sei sempre alla ricerca di una cura, come l’ultima volta che ci siamo salutati, giusto?”

 

Annuì, semplicemente. “A dire il vero anch’io mi stavo dirigendo verso la fiera. Maghi e sacerdoti si riuniranno lì da tutto il mondo. Potrei trovare informazioni o oggetti magici utili per ritrovare il mio aspetto umano… O almeno qualche nuova traccia da seguire… Purtroppo al momento ho esaurito tutte le piste percorribili.” Concluse, alzando le spalle.

 

Annuii in risposta. “E’ quanto ho pensato anch’io… Forse è ben nascosto fra tante cianfrusaglie, ma si dovrà pur trovare qualcosa di interessante, ad una fiera del genere…”

“Qualcosa che un povero negoziante dovrà venderti a metà del prezzo di mercato, sempre che tu non sia in perfetta forma nel corso della trattativa… Vero, Lina?” Mi disse Gourry, sollevando un sopracciglio. Risposi con un sogghigno. “Già, probabilmente… Quando si tratta di affari, pochi sono in grado di battermi!” “Non credo che qualcuno potrebbe resistere più di dieci minuti alla tua insistenza…” Sospirò “Tranne me, che ormai ci ho fatto mio malgrado l’abitudine…” “Uh- uh… Cosa vorresti dire con ‘mio malgrado’? Non sei tu che devi passare la tua giornata a spiegare le cose come se fossi un maestro d’asilo… Te ne ricordi o devo farti tornare in mente anche questo?” Aggiunsi, con aria minacciosa.

 

Mi rivolsi a Zelgadiss, invece, che ci stava guardando con l’aria di chi cerca di tenersi fuori da un litigio fra bambini. “Ad ogni modo non preoccuparti, Zel. Sono certa che alla fiera troveremo anche qualcosa di utile per te…” Osservai con un sorriso smagliante ed un’alzata di spalle.

 

“TROVEREMO…? Quindi devo supporre che voi due verrete con me?” Pose la domanda retorica con esitazione, anche se non sembrava più seccato del dovuto… Anche ad un vecchio orso come lui dopo un po’ di tempo la solitudine pesava…

 

“Mi sembra OVVIO. Tu non abbandoneresti mai due vecchi amici, senza la CARTINA,…” marcai sulla parola osservando di sfuggita Gourry, che in tutta risposta mi fece la lingua, “… nel bel mezzo di una tetra foresta, piena di malvagi banditi, pronti ad attaccarci ad ogni momento…” “Il tuo paradiso, insomma…” Iniziò il biondo spadaccino, ma la mia occhiataccia lo mise subito a tacere.

“Non è così?” Insistetti, rivolta a Zel.

 

La chimera sospirò, probabilmente considerando, nell’osservare la sfera di luce che era minacciosamente apparsa fra le mie mani, che non gli lasciavo molte alternative…

 

 

Nel regno di Moonearth si può gustare senza dubbio il mio miglior arrosto di cinghiale Pekari che io abbia mai assaggiato! Servito con contorno di patate, in una deliziosa salsa agrodolce e con una serie di spezie che non avevo mai sentito combinare prima… Una meraviglia! Sedevamo ad un tavolo in angolo in una graziosa locanda della piccola cittadina in cui avevamo deciso di fermarci per la notte, ormai ad un solo giorno di cammino dalla nostra destinazione. Eravamo giunti nel paese nel tardo pomeriggio. Zel avrebbe voluto proseguire, ma ero troppo stanca e affamata per muovere un altro solo passo e non avevo voluto sentire discussioni. Con il pieno appoggio da parte di Gourry e con una rassegnata alzata di spalle da parte della chimera, avevo preso tre camere nella prima locanda che mi era capitata a tiro.

 

La giornata ormai volgeva al termine e la sala in cui ci trovavamo era affollata di sfaccendati che cercavano nel vino un mezzo per combattere il freddo pungente della sera. Ad un altro tavolo in angolo un gruppo di ubriachi intonava un’allegra litania le cui parole, che avevano forse un senso originariamente, pronunciate dalle loro voci alterate dall’alcol risultavano praticamente incomprensibili. Per quanto mi riguarda, attendevo con impazienza il dolce, dopo aver terminato la quinta porzione di arrosto e aver ingaggiato un’aspra lotta con Gourry per la conquista dell’ultima coscia di cinghiale… Lotta che aveva avuto come unico risultato quello di far sgusciare via la carne dall’incrocio delle nostre forchette, per farla volare direttamente nel piatto di Zelgadiss, il quale si era ritrovato con il volto pietroso completamente schizzato di zuppa. Da quel momento il nostro amico se ne era stato per tutto il tempo in disparte, bofonchiando qualcosa sui vantaggi del viaggiare da soli. Io invece non me l’ero presa troppo per la carne perduta (né io né Gourry avevamo avuto il coraggio di riprenderla dal piatto della chimera…). Avevo la pancia piena e mi sentivo in pace con il mondo.

 

La cameriera giunse ben presto con un enorme vassoio di frittelle di mele dall’aspetto molto invitante, accompagnate da una bottiglia di sidro appena stappata. E al momento fui un po’ troppo presa dal cibo per notare che lo sguardo della ragazza si era soffermato più del dovuto su di me e sui miei compagni di viaggio…

 

“Mi raccomando, Lina, vacci piano con il sidro! Te l’ho sempre detto che gli alcolici non vanno bene per i bambini…” Commentò il mio amico spadaccino, con l’aria di chi la sa lunga, mascherando un sogghigno.

“Chi è di noi due che non regge l’alcol?” Osservai sollevando un sopracciglio. “Mi sembra proprio di non essere io quella che beve troppo, appare perfettamente sobria, e poi si dimentica completamente di quello che le capita quando è sotto gli effetti della sbornia… Oh, non che l’avere la memoria corta ti accada solo quando sei ubriaco…”Dissi, ricordando ciò che era avvenuto ad Atlas, quando a causa del vino quello zuccone si era totalmente scordato del nostro primo incontro con Seigram, e in un’infinità di altre occasioni.

“Uh? E a me è capitato qualcosa del genere da quando viaggio con te?” Chiese il ragazzo guardandomi con aria perplessa.

Battei sonoramente la testa contro il tavolo. “Sei un caso disperato… Io ci rinuncio…”  

Mi fece un sorriso. “Stavo solo scherzando…”. Avevo i miei seri dubbi. Probabilmente parlava così solo per evitare che mi arrabbiassi. Stavo per replicare qualcosa, quando Zel mi interruppe, tirandomi per la manica.

 

“Lina… C’è qualcosa di strano, qui. Mi sento osservato…”

 

Battei le palpebre e mi guardai attorno. Solo gente comune, che si divertiva…

 

“Non te lo sarai immaginato, Zel? Lo sai che il tuo è un po’ un chiodo fisso…” Però…A pensarci bene… Avevo anch’io una strana sensazione.

 

“Lina, a dire il vero… Anche a me è parso che qualcuno ci stesse fissando, prima.” Disse semplicemente Gourry, con la sua solita aria calma ed accomodante. Quasi come a dare voce ai miei pensieri… Mi volsi verso di lui e annuii. Anche se a volte i suoi ragionamenti lasciavano un po’ a desiderare, era una delle persone più percettive che conoscessi. E questo non era che accentuato dalle sue abilità di combattente. Il fatto che provasse la mia stessa sensazione però, non era un bel segno, in quel momento…

 

Sospirai e feci un sorriso. “Sarà la stanchezza a darci le allucinazioni!” Conclusi, agitando una mano con noncuranza. O sarà un altro dei soliti guai… Questo pensiero si presentò con forza alla mia mente, ma io cercai di ricacciarlo all’istante da dove era venuto. Come se non ne avessimo già passate abbastanza, con tutti i problemi che avevamo avuto negli ultimi anni con i Mazoku! “Penso che una buona dormita basterà a rimettere tutto a posto.”

 

I miei due compagni di viaggio mi rivolsero un’occhiata scettica, ma non fecero commenti. A dire il vero non ne ebbero nemmeno il tempo, perché, terminata l’ultima frittella, mi alzai, mi ripulii dalle briciole e, con un cenno di saluto, mi allontanai verso la mia camera. “E’ stata una lunga giornata,” sospirai fra me e me, osservando da una delle finestre del corridoio le nuvole che si addensavano sulla pacifica cittadina, ormai quasi totalmente immersa nel sonno. “Uff… Speriamo che domani non piova… Non ho la minima voglia di camminare sotto l’acqua.”

 

“Non ti facevo così delicata, Lina Inverse…”

La voce che risuonò alle mie spalle, mi fece sussultare. Dove l’avevo già sentita? Mi voltai all’istante, per fronteggiare… Un corridoio vuoto. Rimasi immobile a fissare il buio. Cosa diavolo…?

 

Un’altra voce, questa volta perfettamente nota, mi richiamò alla realtà.

 

“E’ tutto a posto, Lina?” Chiese Gourry, mettendomi una mano sulla spalla. Non mi ero nemmeno accorta  che si fosse avvicinato a me, provenendo dalle scale… Infatti, sussultai nuovamente al suo tocco.

 

“Hai detto qualcosa, Gourry?”

 

“Ti ho chiesto se è tutto a posto…”

 

“Intendevo… Prima…”Nonostante la mia domanda, ero perfettamente consapevole che non era stato lui a parlare, dal buio. Avrei riconosciuto immediatamente la voce del mio amico, che tra l’altro proveniva dalla direzione opposta da quella in cui si era trovato chiunque… o QUALUNQUE COSA mi avesse parlato poco prima.

 

Gourry fece di no con la testa, confermando le mie supposizioni. “Sono appena arrivato.”

 

Dovevo essermelo sognato, non c’era altra spiegazione.

 

“… Lina?”

 

“E’ tutto ok, Gourry. Mi ero solo incantata un attimo… Ho proprio bisogno di andare a dormire, ora.” Abbozzai un sorriso poco convinto. “E Zel?”

 

“Ha detto che non aveva ancora sonno. Penso che sia andato a fare un giro per il paese.”

 

“Ho idea che qui intorno non ci sia molto da vedere.” Lanciai un’altra occhiata alla cittadina silenziosa, al di fuori della finestra. “Spero solo che non si cacci in qualche guaio.” Sospirai.

 

“Non ti preoccupare. Di solito non è LUI a cacciarsi nei guai.” Disse lo spadaccino, ridacchiando.

 

“Che cosa VORRESTI dire?” Mi voltai nuovamente verso di lui, con un’espressione poco rassicurante.

 

“Niente  di particolare…” Mi diede un lieve buffetto con la mano sulla testa. “Buonanotte, allora!” Fuggì in fretta nella sua camera.

 

Lo rimasi a guardare per un momento mentre entrava, poi, resami conto di essere sola nel mezzo del corridoio buio, mi affrettai anch’io verso la mia stanza. Infilai il pigiama che avevo trovato nell’armadio, che tra l’altro era un po’ troppo grande per me, e mi misi subito a letto. Non faceva per niente caldo.

 

Eppure quella voce io l’avevo già sentita.

 

 

Il mio riposo non durò troppo a lungo. Avevo continuato a rigirarmi nel letto per un po’, prima di riuscire ad addormentarmi… Come generalmente mi accadeva quando stava per succedere qualcosa… Alla fine ero riuscita a prendere sonno, ma avevo comunque mantenuto un orecchio teso alla situazione circostante. Amo la mia privacy, ma quella era una di quelle notti in cui avrei condiviso volentieri la stanza con i miei compagni di viaggio… Da quando ero salita in camera ero stata presa da una strana inquietudine… Un presentimento…

 

I passi nel corridoio mi svegliarono del tutto. Chi era che girava fuori dalla sua stanza a quell’ora? Forse Zel rientrava solo allora? Posi istintivamente mano alla mia spada corta, appoggiata al mobiletto al fianco del letto. I passi avanzarono lungo il corridoio… E si fermarono di fronte alla mia camera! Chiunque fosse, però, era da solo… A meno che i suoi compagni non lo aspettassero da lontano, nell’ombra. Mi alzai con circospezione e mi tenni pronta a cogliere di sorpresa un eventuale aggressore che avesse cercato di introdursi di nascosto nella stanza. Rimasi quasi sorpresa quando udii un bussare sommesso.

 

Rimasi in silenzio per qualche secondo, e la persona fuori dalla porta bussò nuovamente.

 

Al quel punto mi decisi a rispondere, nel modo più banale del mondo. “Chi è?”

 

“Mi faccia entrare, Inverse- san, ho bisogno di parlarle.” Una voce femminile.

 

Non era molto prudente aprire ad un’estranea nel cuore della notte… Ma come al solito la curiosità vinse la prudenza.

 

Mi stupii di trovarmi di fronte il volto pallido della cameriera che ci aveva serviti la sera prima. Restammo qualche secondo ferme sulla porta a fissarci, poi mi scostai e la feci entrare. QUESTO era ancora meno prudente, ma nel corridoio, se possibile, faceva ancora più freddo che nelle camere ed io non avevo nessuna intenzione di stare lì ad ammalarmi. Lanciai brevemente un Lighting sul lampadario che pendeva dal soffitto e la stanza venne inondata di luce. La cameriera si sedette senza essere stata invitata a farlo, su una delle sedie che circondavano il piccolo tavolo accanto alla finestra. Io d’altro canto mi sedetti sul letto, a distanza di sicurezza, la spada ancora alla mano.

 

La ragazza alzò gli occhi e mi scrutò. “Non ha niente da temere, Inverse- san… Non sono venuta qui con l’intenzione di farle del male.”

 

Sempre che tu riesca a farmene, qualora tu lo voglia… Non diedi voce ai miei pensieri, però. Comunque, non lasciai la spada. “Ti sarei grata se ti sbrigassi a parlare. Non ho tutta la notte da dedicarti.”

 

La cameriera non abbassò lo sguardo. “Innanzitutto, volevo accertarmi della sua identità…”

 

“Credo che tu conosca benissimo la mia identità, se ti trovi qui e mi chiami per nome.” Replicai, seccamente.

 

La ragazza ignorò il mio tono sarcastico. “Intendevo dire… Volevo essere certa che lei fosse davvero QUELLA Lina Inverse… Ho sentito molto parlare di lei, come tutti del resto, ma non l’avevo mai vista di persona…”

 

Sospirai. Almeno era stata abbastanza delicata da non nominare le voci che giravano sul mio conto. Del resto, le conoscevo benissimo anch’io… E decisamente non erano tutte positive. Imperatrice della distruzione, assassina di ladri, massacratrice di draghi… Tutte OVVIAMENTE infondate. Ma vi sembra il caso? Una ragazzina buona ed innocente come me…

 

“Ebbene, sono proprio QUELLA Lina Inverse. E ora puoi dirmi cosa vuoi o preferisci che ti dia una dimostrazione dei miei poteri per convincerti definitivamente?” Tagliai corto, anche se non avevo la minima intenzione di usare la mia magia contro di lei. Mai giudicare dalle apparenze, certo… ma quella ragazza non mostrava decisamente cattive intenzioni. Anche se non avevo totalmente abbassato la guardia (questo lo facevo solo in presenza delle persone di cui avevo COMPLETA fiducia) la mia aggressività era quasi scomparsa. All’inizio avevo persino sospettato che fosse una demone, anche se non ero stata attraversata da quella strana ondata di sensazioni negative che mi colpiva al cospetto di un Mazoku… Del resto molti demoni, riflettei ripensando con un brivido a Fibrizo, sanno nascondere DAVVERO bene la propria natura… Ma ora quella ragazza non mi appariva nemmeno in grado di essere una combattente. Quelle braccia esili sembravano non aver mai sollevato una spada…

 

Comunque, alle mie minacce, la giovane impallidì ulteriormente. “No, la prego… Giungerò subito al punto.”

 

Annuii.

 

“Lei deve andarsene immediatamente dal regno di Moonearth.”

 

Caddi quasi dal letto. Era DECISAMENTE andata direttamente al nocciolo della questione. Questa volta mi arrabbiai un po’. “Spiegami perché dovrei venire a prendere ordini da te!!!”

 

La ragazza mi sembrò un po’ intimidita. “Io… Io sono una sacerdotessa. Una delle poche, qui a Moonearth… Sa, il nostro è un paese di guerrieri, e…”

 

“Taglia corto!”

 

Annuì. “Da un po’ di tempo ho delle strane premonizioni. Strane anche per una sacerdotessa come me… Ecco… Sembra che il Re dei Draghi di Fuoco voglia mettermi in guardia contro qualcosa…”

 

Assunsi un’aria scettica. Era raro che gli Shinzoku si mettessero in contatto con degli esseri umani…

 

“Qualche giorno fa mi è apparso in sogno e mi ha detto che aveva bisogno urgente del mio aiuto e che non aveva potuto fare a meno di contattarmi.” Aggiunse, quasi in risposta ai miei dubbi. “Mi ha detto che i Mazoku hanno in mente qualcosa che la riguarda. Mi ha detto che sarebbe giunta qui molto presto e che avrei dovuto impedirle di raggiungere la sua meta…”

 

Sbuffai. “Tutto questo mi sembra un po’ improbabile. Non sarebbe la prima volta che i demoni cercano di coinvolgermi in qualcosa, questo lo ammetto… Però, se hanno davvero bisogno di me verranno a cercarmi in qualsiasi parte del mondo proprio come farebbero a Moonearth, quindi non avrebbe senso che io me ne fuggissi via di qui con la coda fra le gambe. E poi si può sapere perché il tuo Shinzoku non è venuto a dirmele di persona queste cose?… Perché non mi ha mandato uno dei SUOI sacerdoti, già che c’era, e invece ha contattato un’umana che in questa storia non c’entrava?” Sputai fuori a raffica i miei pensieri. Me lo sentivo, io! Mai che si potesse rimanere per un po’ in pace senza venire coinvolti in qualche pasticcio degli ‘esseri superiori’.

 

La ragazza non si lasciò sopraffare dalla mia rabbia, e rimase calma. “Credo che gli Shinzoku abbiano qualcosa di importante di cui occuparsi, al momento, che impedisce loro qualsiasi altra iniziativa. Tra l’altro il Re dei Draghi di Fuoco mi sembrava avere molta fretta.”

 

Quella conversazione era durata fin troppo. Quello che la sacerdotessa era venuta a raccontare poteva anche essere vero, ma non le avrei comunque dato ascolto. Volevo vederci chiaro in tutta quella faccenda, che mi sembrava decisamente strana, e l’unico modo era restare a Moonearth e cercare di capire che cosa i Mazoku potessero effettivamente volere da me. Anche perché non dubitavo che le sedicenti ‘forze del bene’ non avrebbero esitato un momento a cercare di eliminarmi se per loro fosse stato necessario, e non ero sicura di quanto potessi fidarmi anche di loro.

“Senti, ragazza,  io non so che cosa stanno combinando gli Shinzoku e i Mazoku, ma se devo essere sincera non voglio nemmeno saperlo! Dopotutto io sono un essere umano e non ho la minima intenzione di lasciarmi coinvolgere in una lotta che non mi riguarda e che non deve riguardarmi!”

 

Alla mia risposta, la ragazza scattò. “Una lotta che non la riguarda??? Non vuole che il bene trionfi sul male? E non le interessa se i demoni vincono gli Shinzoku?”

 

La mia risposta fu quanto più sincera possibile. “No, finché la mia vita e quella delle persone che mi sono care non saranno in pericolo. Se rischiasse di andarci di mezzo il mondo ed io avessi qualche speranza di aiutare ad evitarlo non potrei di certo tirarmi indietro… Nessuna persona sensata lo farebbe, sapendo che restando con le mani in mano morirebbe comunque… Ma finché si tratta di scaramucce fra esseri superiori non intendo interessarmene.”  

 

“Sc- scaramucce???!!! Ma si rende conto di ciò che sta dicendo?”

 

“E’ ovvio che non vorrei che i demoni prendessero il controllo di questo mondo…” Sospirai. “Ma Shinzoku e Mazoku lottano gli uni contro gli altri da millenni… Non sono sicura che una delle due parti in lotta possa davvero prendere il sopravvento… E comunque, se fossi in te, non sopravvaluterei troppo le ‘forze del bene’. Per quanto i loro interessi possano essere nobili, non dubito che si ‘abbasserebbero’ anche a metodi non del tutto ortodossi per realizzarli. Alla fine per ciascuno l’unica cosa davvero importante è raggiungere il proprio obiettivo…” Eh, eh… Che perla di saggezza… “Ad ogni modo, non sono di certo io la persona adatta a criticarli.” Conclusi, con sincerità, ripensando a certe mie azioni passate che non avrei di certo definito ‘ortodosse’…  

 

La giovane sacerdotessa assunse un’espressione severa. “Non condivido quello che dice…” Uh- uh, e chi si aspettava che lo facessi? “… Comunque devo avvisarla di una cosa . Il Re dei Draghi di Fuoco ha detto che se fosse stato necessario toglierla dalla circolazione DEFINITIVAMENTE, per evitare il peggio se lei non avesse collaborato, non avrebbe esitato a farlo.”

 

Rimasi a bocca aperta. Prima mi fai tanti discorsi sull’infinità bontà degli Shinzoku e affermi di non condividere le mie opinioni, poi te ne esci con queste minacce degne del più infido dei demoni???!!

“Che tradotto in lingua comune vorrebbe dire ‘o obbedisci o muori’, non è così??” Scattai, infuriata. Non mi accorsi di avere alzato la voce tanto da urlare. “Bè, se il tuo Shinzoku si aspetta che io faccia ciò che vuole come un cagnolino si sbaglia di grosso! Anzi, se mi conoscesse saprebbe che minacciarmi è il modo migliore per spingermi a non obbedire!!”

 

E con questo considerai conclusa la conversazione. Mi alzai, aprii la porta e le feci cenno di uscire.

Tuttavia, la ragazza non si mosse. Continuò a fissarmi con due occhi talmente freddi da farmi rabbrividire. Per un momento pensai che avesse intenzione di attaccarmi.

 

In quell’istante, però, un’altra figura apparve dal buio del corridoio. Gourry, che correva verso di me con la spada alla mano. “Lina, che succede? Ti ho sentita urlare.”

Al momento, non gli prestai attenzione e il mio sguardo rimase fisso sulla ragazza. Però, internamente, fui sollevata dal sentire che mi era accanto. Non mi piaceva per niente la piega che aveva preso la situazione…

 

La sacerdotessa, quando vide Gourry, si decise ad alzarsi. Mi passò accanto ed uscì dalla porta. “Ricordi quello che le ho detto,” Disse, semplicemente.

 

“Su questo non c’è alcun dubbio,” Replicai duramente, mentre la sua esile figura già si allontanava nel corridoio.

 

“Chi era quella ragazza, Lina?” Chiese Gourry, fissando con aria perplessa il corridoio in cui era sparita la sacerdotessa.

 

“Domattina ti spiego tutto, d’accordo? Ora voglio solo tornarmene a letto… Mi sto congelando.” Gli rivolsi un sorriso di saluto. “Grazie comunque di essere intervenuto. Buonanotte.” Conclusi.

 

“Oh… Buonanotte di nuovo, Lina,” Replicò Gourry, continuando a non capire molto di quanto era successo. Mi dispiaceva per lui, ma l’ultima cosa di cui avevo voglia era di spiegargli tutto. Quella notte non avevo la pazienza materiale per sopportare neanche una delle sue domande.

 

Questa volta, finalmente, mi addormentai non appena toccato il letto.

 

 

La mattina dopo, di fronte alla lauta colazione che ci eravamo fatti servire nella mia camera, raccontai a Gourry e a Zel i fatti della notte precedente.

 

“Pensi che stesse dicendo la verità, Lina?” Chiese Zel, probabilmente seccato quanto me all’idea di dover essere di nuovo coinvolto in qualche affare dei Mazoku.

 

Scossi la testa in risposta. “Non lo so, ragazzi. Quel che è certo è che qualcosa in ballo c’è. Non credo che quella sia venuta in camera mia per farmi uno scherzo. L’unica cosa da fare…”

 

“…E’ proseguire il nostro viaggio e andare fino in fondo a questa storia.” Terminò Gourry, per me. “Dopo quello che ti ha detto non te ne andresti di qui per tutto l’oro del mondo, vero? Se avesse voluto tenerti qui nel regno di Moonearth non avrebbe potuto usare metodo migliore.” Concluse.

 

 Non c’è che dire, mi conosceva davvero bene. Ma… Un’idea mi balenò nella mente. E se…

“Hai ragione!!!” Gridai, puntando il dito verso Gourry.

 

“Eh?” Chiesero in coro i miei amici.

 

“Pensateci! Può darsi che quella ragazza volesse DAVVERO farmi restare. Può darsi che questa sia tutta una trappola ben congegnata. Forse qualcuno ha bisogno di me qui a Moonearth, e ha voluto assicurarsi che io proseguissi verso la mia meta.” Mi alzai e portai le mani ai fianchi. “E questo significa che non è detto che gli Shinzoku e i Mazoku c’entrino qualcosa in tutta questa faccenda.”

 

I miei due compagni di viaggio ragionarono qualche istante sulla cosa. Fu Gourry il primo a prendere la parola. “Potrebbe avere senso. Del resto quale modo migliore per far fare una cosa a Lina Inverse, che dirle di non farla?” Commentò, con una alzata di spalle. Ehi, non c’è bisogno di essere così brutali nel dire le cose… Mi fai sembrare come una bambina di due anni…

Zel ridacchiò. “Ah, sì, su questo non c’è dubbio…” 

 

Rivolsi un’occhiataccia a tutti e due. “Sapete, tempo fa mi hanno insegnato a non lanciare Palle di Fuoco nelle stanze chiuse. Secondo il vostro ragionamento ora io dovrei disobbedire…”

 

I due raggelarono. “Dai, Lina, stavamo solo scherzando…” Si scusò Gourry. Prima però mi sembravi convinto di ciò che dicevi…

 

Battei la mano sul tavolo. “NON E’ IL MOMENTO DI SCHERZARE! Dobbiamo decidere cosa fare.”

 

Zel tornò alla sua consueta espressione seria. “Bè, se il tuo ragionamento è esatto…”

 

“Sì, lo so. La cosa più ragionevole da fare sarebbe andarsene da qui.” Terminai per lui.

 

“Vuoi dire che lo farai?” Chiese Gourry.

 

Scossi la testa. “Non ci penso nemmeno! Voglio capire che cosa sta succedendo! E soprattutto voglio raggiungere quella stupidissima fiera! Sono due settimane che viaggio per vederla e nemmeno LORD OF NIGHTMARES potrebbe convincermi a fare dietro front ad un solo giorno dalla destinazione! Voi due siete con me?” Chiesi, conoscendo comunque già la risposta.

 

Gourry annuì con un sorriso allegro sul volto. “Come sempre, Lina. Come potrei perdere l’occasione di seguire i tuoi guai in diretta?” Ehi, cosa sono, un fenomeno da baraccone?

 

Zel fece spallucce. “Del resto la fiera era la mia meta originaria…”

 

“Benissimo, allora! Ma prima di ripartire, voglio scambiare altre due paroline con quella sacerdotessa… E questa volta la CONVINCERO’ a dirmi la verità…” Assunsi un’aria minacciosa.

“Andate a preparare le vostre cose! Ci muoviamo!”

 

 

Quando uscii dalla porta della mia camera andai a sbattere direttamente contro Zel. La chimera aveva un’espressione piuttosto contrariata.

 

“Che c’è, Zel?”

 

“Pare che qualcuno abbia messo a tacere definitivamente la tua cameriera, Lina. Questa notte è stata uccisa.”

 

Rimasi a bocca aperta. “Ma… Chi…?”

 

“Nessuno lo sa e la locanda è totalmente in subbuglio. Inizialmente ho persino sospettato che fossi stata tu, anche se ovviamente non è possibile, dato che ci serviva viva…” Gli lanciai un’occhiataccia. Grazie mille per la bella opinione che hai di me…

 

“… Ed è quello che penserebbe chiunque, se sapesse del vostro dialogo di ieri sera. Credi che ne avesse parlato con qualcuno?”

 

Rimasi interdetta. “Non so, Zel, ma è possibile. Poteva immaginare che io la aggredissi… Può aver fatto sapere a qualcuno dove si trovava ieri notte, in modo che la venisse a cercare, se non fosse tornata…” Ripensai alla voce misteriosa della sera prima. Forse, qualcuno che conosceva il mio nome perché LEI gli aveva parlato di me…“So solo che dobbiamo andarcene da qui, prima di venire coinvolti in delle indagini. Non abbiamo tempo da perdere. Spero solo di evitare un’altra taglia sulla mia testa…” Sospirai.

 

“Se abbiamo un po’ di fortuna e nessuno sa della vostra chiacchierata, non avranno gli elementi per porcela. Credo che molti dei clienti della locanda ci imiteranno e se la svigneranno al più presto per evitarsi guai. Nessuno dovrebbe fare caso a noi in particolare.”

 

Sogghignai. “Se ti sentisse Amelia si arrabbierebbe a morte… ‘La Giustizia deve essere applicata in modo rigoroso!’” Richiamai alla memoria la mia amica dai capelli corvini, che ormai non vedevo da tempo.

 

Zelgadiss fece una smorfia. “Non farmici pensare… Non usciremmo più da qui, se fosse con noi.” Poi si guardò attorno, come se temesse di veder comparire la giovane maga da un momento all’altro. “Comunque hai ragione! Dobbiamo sbrigarci!”

 

Annuii. “Vado a recuperare Gourry! Tu aspettaci fuori!” Dissi, considerando che non era il caso che la chimera restasse troppo a lungo sul luogo del delitto. Attirava un po’ troppo l’attenzione e non aveva di certo un’aria del tutto raccomandabile… Mi misi la mia borsa in spalla e raggiunsi lo spadaccino, che stava uscendo dalla sua camera, ignaro di tutto. Gli spiegai in fretta la situazione, anche se lui come al solito non ci capì più di tanto, quindi uscimmo approfittando della confusione.

 

Trovammo Zelgadiss che guardava un punto fisso in mezzo alla strada.

 

“Che ti prende, Zel? Muoviti!” Gli gridai.

 

Si volse a guardarmi. “No… E’ solo… Mi era sembrato… come l’altra sera…” Scosse la testa. “Niente.”

 

“Perfetto! Allora sbrighiamoci! La fiera aspetta solo noi!” Dissi allegramente, puntando un dito al cielo ancora coperto di nubi.

 

Ci allontanammo di corsa dalla locanda. E così, ci eravamo imbarcati in un’altra delle nostre avventure.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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