Our story... is it a lie?
Parte 3: Proposta
Dopo la dipartita di Ino, mandata a casa di gran
carriera con una scusa, Temari era rimasta a torturarsi tutto il pomeriggio,
pensando e ripensando a ciò che le era successo in quegli ultimi quattro
anni.
Aveva ripensato a quella sera in discoteca, in cui loro
avevano dato inizio a quella pazzia, alle loro prime uscite; con un sorriso
aveva ricordato come Kiba fosse uno dei pochi che per un primo appuntamento con
una ragazza sceglierebbe un fast food.
Lei
però si era divertita parecchio quel giorno, come si era sempre divertita con
lui. Kiba, con i suoi scherzi idioti e le sue battute stupide, aveva la rara
capacità di farla ridere per davvero.
Come quella volta in cui lui l’aveva chiamata a casa sua…
-Vieni, vieni! Dai sbrigati che devo farti vedere una
cosa troppo forte che ho trovato!-
Incuriosita, Temari si recò a casa sua per vedere che
cosa avesse trovato di tanto interessante quello svitato del suo ragazzo. Quando
giunse a casa sua, suonando il campanello, aveva provato ad immaginare cosa ci
fosse di così “forte” da farla venire lì apposta, pensando ad ogni sorta di cosa
strana o originale.
Nel
momento in cui Kiba aprì la porta, Temari ebbe la conferma che la realtà è
capace di superare qualunque fantasia: -Bau! Bau!-
La
porta non fece in tempo ad aprirsi che la ragazza si era ritrovata un botolo
color panna chiaro a correrle tra le caviglie: -M-ma che
diav…-
Subito dopo Kiba spuntò dalla porta: -Ciao Temari! Hai
fatto in fretta!-
La
ragazza prese in braccio il piccolo batuffolo di pelo rumoroso: -E questo che
cosa sarebbe?!- disse tenendo a bada il piccolo demonio che tentava in ogni modo
di mordicchiarle le maniche della camicetta.
Kiba, sorridendo contento, lo prese dalle mani di lei:
-Beh è un cane no?-
Il
sopracciglio di Temari si mise a tremare impercettibilmente: -Lo vedo anche io
che è un cane! Quello che voglio dire è... che diavolo ci fa un cane in casa
tua?!-
Entrando in casa seguito da lei, il ragazzo si mise a
giocare sul pavimento col piccolo animale: -L’ho trovato mentre ritornavo
dall’allenamento. Era tutto solo in una scatola poverino! Mi ha fatto tanta pena
e così l’ho portato a casa!-
Il
cagnolino corse verso Temari che, seduta sul divano, intenerita dal suo musino
simpatico, lo prese in braccio con delicatezza: -Povero lui se dovrà davvero
essere accudito da te! Meglio che ci pensi io sennò va a finire che non arriva
neanche al mese prossimo!-
Kiba si sedette affianco a lei sul divano, cingendole le
spalle con un braccio: -Ma brava tesoro! Vedo che alla fine hai recepito il mio
messaggio subliminale!-
Lei
sorrise ironica, porgendogli il piccoletto e accoccolandosi meglio sulla sua
spalla: -Figurati se non ci sarei potuta arrivare! So che tu sei appassionato di
cani e che la tua famiglia ne ha allevati per molte generazioni e anche che è da
questo che deriva il vostro cognome… ma so pure che tu sei fin troppo imbranato
per poterti occupare da solo di un povero cucciolo innocente! Sarebbe un delitto
lasciarlo nelle tue mani sconsiderate!-
Ridendo come un matto, il bruno si protese verso di lei
stampandole un lungo e umidiccio bacio sulla guancia: -Ah Temari sapevo che sei
una grande! Non è vero che è una grande Akamaru?!- e gli accarezzò la testolina
pelosa.
-Lo
hai chiamato Akamaru?-
Il
bruno diede un’alzata di spalle: -Già! Non ti piace per
caso?-
Lei
si rigirò un pochino il cane tra le mani perplessa: -Beh… guardandolo bene io
direi che è più Shiromaru che Akamaru!*-
Quest’affermazione fece crepare il bruno dalle risate:
-Ah ah bella questa! L’ho chiamato così perché è il nome di un cane di un anime
che guardavo quando ero piccolo. Comunque stasera ti va di stare a dormire qui
con me ed Akamaru?-
Temari smise di coccolare il cagnolino che, ormai stanco
di giochi, sembrava ad un passo dall’addormentarsi: -Dormire eh? Con
Akamaru…-
Lui
si mise a ridacchiare: -Si… Con Akamaru… Sai, ha tanto bisogno di compagnia…- e
si mise ad accarezzarle una spalla.
Lei gli rispose con un sorriso più che eloquente, persino il cagnolino era diventato una scusa per loro: -Ma si dai! Perché no? Tanto è per Akamaru...- e, ignorando il piccoletto che voleva dormire, iniziarono a baciarsi sul divano di lui.
Le venne quasi da ridere ridordando come era poi andata a finire la calda notte che avevano tacitamente progettato.
Sdraiati sul comodo letto a una piazza e mezzo di lui, i
due fidanzati avevano da un po’ iniziato a lasciarsi andare alle loro effusioni.
Lui, già a torso nudo, accarezzava lentamente ma vigorosamente i fianchi di lei,
facendo scorrere le mani sotto la leggera canotta di cotone che indossava,
baciandole piano il collo e sussurrandole parole all’orecchio: -Sei stupenda… Ti
amo Temari…-
Lei, dal canto suo, accarezzava vogliosa la schiena
robusta di lui, saggiando la tonicità dei suoi muscoli da sportivo, mentre
sospirava e, eccitata dalle carezze ed i baci di lui, gemeva il suo nome:
-Aaaaaah Kiba… Kiba… Kibaaaah… Kiba?! KIBA?!-
Sorpreso dal suo cambio di tono, il bruno si allontanò
da lei: -Cosa c’è? C’è qualche problema?-
Per
tutta risposta la bionda, con il ragazzo ancora a cavalcioni su di lei, si rizzò
a sedere, finendo quasi faccia a faccia con lui: -Lo senti anche tu questo
rumore?-
Kiba tese l’orecchio con curiosità, dopo qualche secondo
riuscì chiaramente a distinguere un pesante ronzio, dai toni ritmati e quasi
intermittenti, diffuso nella stanza: -M-ma-ma… ma che cavolo è?! Sembra quasi
che qualcuno stia…-
-Russando! Kiba guarda! Il tuo cane sta
russando!-
Entrambi si alzarono dal letto e, cercando di capirci
qualcosa nella pesante oscurità della stanza, accesero la luce e si avvicinarono
con circospezione alla pseudocuccia provvisoria allestita per il
cucciolo.
Il
bruno si chinò su di lui con aria perplessa: -O santo cielo! Ma come fa un
piccoletto del genere a fare tanto casino?! Ma sentilo! Sembra un
tosaerba!-
Temari, dietro di lui, scrutava il tutto a braccia
incrociate, con un’espressione ironica dipinta sul viso: -Secondo me deve essere
imparentato con uno di quei cani col viso schiacciato e che respirano ansimando…
tipo un carlino o giù di lì… Magari è un fattore di
famiglia!-
Kiba storse il naso: -Già!- si voltò verso di lei
sospirando –Immagino che la nostra atmosfera romantica sia andata un po’ a
puttane vero?-
Per
tutta risposta la ragazza si avvicinò al bordo del letto, raccolse da terra la
maglietta che solo poco prima lei stessa gli aveva quasi strappato di dosso e
gliela porse: -Meglio se la metti… Sennò poi prendi
freddo.-
Lui
la prese sospirando: -Ecco… Addio notte di sesso
selvaggio…-
Ma
bastò uno sguardo. I loro occhi si incontrarono un secondo, scrutandosi con
attenzione e poi… si misero entrambi a ridere come due
idioti!
-Ah
ah! Kiba! Solo tu potevi trovare un cane che russa!-
-Già! Certe cose possono accadere solo a me! Ah ah ah!-
e ridendo come matti, se ne andarono a letto per farsi una sana
dormita.
Non avevano però contato il fattore “cane che russa”. Infatti il piccolo cucciolo fece tanto casino che i due non riuscirono a dormire neanche un’ora filata quella notte, però che risate che si fecero…
Quella era stata solo una delle tante loro avventure; a lei era sempre piaciuto, nei momenti di pausa dalla sua vita piena e frenetica, soffermarsi a ripensare ai momenti passati insieme ma, alla luce della sua nuova consapevolezza che, lei stessa se ne stava lentamente rendendo conto, probabilmente era un tarlo che le era sempre rimasto in testa sin da quella sera in discoteca, le parevano solo le stucchevoli conferme del fatto che la loro relazione non era altro che un rapporto artificiale, nato come una buffonata e che, allo stesso modo, era andato avanti.
-Eppure…- i capelli fradici erano totalmente appiccicati
al bel viso –Io mio sono accorta che per me ormai da tempo non era più così… È
da molto che io non penso più alla nostra storia come un giochino tra ragazzini
delle superiori. Non solo perché noi stiamo insieme da quattro anni… Il fatto è
che io stando con te, uscendo con te… ho fatto tantissime nuove esperienze… che
non ho mai vissuto con nessun altro…-
Ormai bagnato fino all’osso, Kiba ascoltava nella più
completa confusione “M-ma… che discorso sta facendo?! Dove vuole arrivare?!”
Poveretto… cerchiamo di capirlo! In quanto a ottusità lui e Naruto sono in gara
continua…
Intanto Temari, che sentiva il suo groppo in gola farsi
quasi soffocante, faticava a parlare: -Stando con te… ho imparato a conoscere
tutto di te: i tuoi pregi, i tuoi difetti, i tuoi gusti, i tuoi desideri… Ed è
grazie a tutto questo che io… per davvero… ho finito per innamorarmi di te
Kiba!-
Kiba non poteva davvero credere alle sue orecchie.
Temari, la forte Temari, l’indipendente e femminista Temari, che lui sin dalle
superiori aveva soprannominato “la roccia”, ora se ne stava davanti a lui,
bagnata fino alle ossa e con la voce rotta dal pianto gli diceva “Ti amo…”. Se
avesse voluto raccontarlo a qualcuno, nessuno gli avrebbe
creduto.
A
dispetto del famoso detto “Chi tace acconsente”, Temari prese il silenzio del
ragazzo come un rifiuto netto a quella che, in effetti, poteva essere vista come
una pagliacciata bella e buona, le paturnie di una ventenne paranoica dalla
mente annebbiata dai troppi film romantici e romanzi rosa. Amareggiata, decise
di chiudere definitivamente, almeno per cercare di convincersi a dimenticare:
-Comunque puoi stare tranquillo… Io sono la prima a capire che non è giusto che
io diventi un peso opprimente nei tuoi confronti solo perché ora mi sto
comportando in maniera tanto ridicola…- abbassò a terra gli occhi,
definitivamente rassegnata –e poi… non ho nessuna voglia di stare al fianco di
una persona che non mi a…-
-ZITTA!-
Si
interruppe subito, troppo incredula per quello che stava succedendo: le braccia
di Kiba erano strette intorno al suo corpo: -Non aggiungere
altro!-
Col
viso nell’incavo del suo collo, le sussurrava piano all’orecchio: -E così era
questo il tuo problema? Stupida!- la sua stretta si fece ancora più salda: -Se
davvero hai imparato a conoscermi così bene come dici, prova a pensarci… Secondo
te avrei portato avanti la nostra storia per così tanto tempo se non ci avessi
creduto?-
Ancora troppo incredula per dire qualcosa, evidentemente
il mutismo deve essere qualcosa di contagioso fra fidanzati, lei se ne stava
immobile, con le lacrime che scendevano copiosamente dai suoi occhi: -K-kiba…-
subito si aggrappò alla schiena di lui, appoggiando la fronte alla sua
spalla.
-Tanto più…- lui affondò il viso ancora di più nel collo
di lei per assaporarne il profumo -…che nei miei progetti questa avrebbe dovuto
essere una serata speciale… più speciale di così!-
Lei
si scostò leggermente da lui, quel tanto che bastava per guardarlo in faccia:
-Di che cosa stai parlando?-
Lui, scostandole i capelli dalla fronte con una mano,
con l’altra rovistava nella tasca alla ricerca di ciò che per tutta la sera
aveva tenuto stretto: -Eccola qui…-
Se
Temari avesse dovuto fare una statistica di quelli che nella sua vita erano
stati gli eventi più inaspettati e sensazionali, quello sarebbe stato di misura
quello più quotato: -M-ma-ma… Ma cos’è quello?!?!- disse fissando la scatoletta
di velluto rosso che Kiba tenenva in mano.
Lui
la scrutò ironico, dando un’alzata di spalle: -Dipende… quattro mesi del mio
stipendio più una marea di straordinari oppure un pericoloso impeto di
masochismo maschile… questione di punti di vista!-
Ritrovata finalmente se stessa, Temari gli diede un
pugno sulla spalla: -Cretino! Sto parlando seriamente!-
Il
povero Kiba se ne stava a massaggiarsi la spalla dolorante: -Ahia… Cerca di
essere un pochino più delicata! Così rovini la mia super proposta di
matrimonio!-
Mi
correggo… QUESTO era il momento più imprevedibile della vita di Temari:
-Pro-pro… MA KIBA! NOI ABBIAMO SOLO 21 ANNI!-
Lui
fece spallucce: -E allora?! Se si può sposare quel cerebroleso di Naruto, non
vedo perché non possiamo farlo anche noi! E poi solo perché la proposta te la
faccio adesso non significa che ci dobbiamo sposare domani! Mi piace prepararmi
per tempo alle cose! Comunque… Dato che l’atmosfera romantica rischia di andare
a farsi fottere…- inginocchiandosi sull’asfalto bagnato aprì la scatoletta,
estraendone un anello in oro bianco, al cui centro spiccava un’acquamarina
intagliata così finemente che sembrava brillare di luce
propria.
Mentre lei stava a fissare il tutto con aria da pesce
lesso, lui le prese la mano sinistra tra le sue: -Temari…- la sua voce,
insolitamente suadente, la riportò nel mondo dei vivi –Io e te, in questi
quattro anni, ne abbiamo passate tante insieme…-
Tutta la pioggia che scendeva lo deconcentrava un sacco
dal discorso che si era preparato con tanta fatica e studio, ma in un modo o
nell’altro riuscì a trovare le parole: -Ammetto che all’inizio ero riluttante…
Di dubbi ne ho avuti tanti dopo quella famosa sera in discoteca, in fondo non ci
conoscevamo poi così a fondo ma, ora come ora, non riuscirei mai ad immaginare
la mia vita senza te al mio fianco. Sabaku Temari vuoi
sposarmi?-
Fissò i suoi occhi in quelli di lei, che dal canto suo
lo guardava sorridendo sorniona: -Quante volte l’hai provato il
discorso?-
Lui
si grattò la testa imbarazzato: -Beh circa una sessantina in due
settimane…-
-Beautiful o Tempesta d’amore?-
Lui
arrossì fino alla punta delle orecchie: -Entrambi! Tutte le serie! Con la
discreta partecipazione di una decina di film romantici. Alla fine di tutto
sentivo un gran bisogno di insulina…-
Lei
si mise a ridere a crepapelle, una di quelle risate di cuore che lei tanto di
rado faceva e che lui tanto adorava: -Dai alzati scemo!-
Lo
prese per le braccia, tirandolo in piedi, mettendolo quasi, essendo lui più
alto, faccia a faccia con lei: -E così hai fatto tutto questo per
me?-
Lui
si grattò la nuca imbarazzato: -Eh già… non è stato facile…comunque questo ti
dimostra quanto io sia inn…-
Zittito, con un bacio, un classico insomma. Temari,
prendendolo per il bavero, aveva portato le sue labbra verso le proprie,
incollandole saldamente.
Kiba dal canto suo fu ben felice di intensificare il
contatto, dischiudendo le labbra e circondando con le sue braccia la vita di
lei. Intanto Temari aveva portato le dita tra i capelli fradici di lui,
avvinghiandosi a lui.
Si
separarono solo dopo alcuni minuti di intensa apnea, lui le accarezzava
dolcemente il viso: -Questo… devo prenderlo come un si?-
Quando lui passò la mano sulla sua bocca, lei dischiuse
leggermente le labbra per baciarla: -Tu che ne dici?- la sua voce suonava
particolarmente sensuale –Allora me lo infili questo
anello?-
-Con piacere…- la risposta ugualmente
provocante.
Con
un movimento lesto ma delicato, Kiba infilò l’anello all’anulare sinistro di
Temari, dopodichè i due ricominciarono il loro gioco di lingue e
carezze.
Alla fine di questo, Temari abbassò la testa,
appoggiandola al petto di lui con espressione beata: -Sai… non me n’ero mai
accorta…-
Accarezzandole i capelli, Kiba le domandò curioso: -Di
cosa?-
Lei si strinse ancora di più a lui: -Si sta davvero bene… tra le tue braccia.-
-MA
DOVE CAVOLO SONO FINITI?! Tra poco dobbiamo iniziare a cenare e quelli sono
dispersi!-
Un
certo Naruto continuava a girare nervosamente per tutta la cucina di quella che
sarebbe stata la sua futura casa.
-Dai Naruto cerca di calmarti… forse con tutta questa
pioggia possono aver trovato traffico, oppure un posto di blocco… loro non sono
i tipi che vengono in ritardo.- la povera Hinata cercava, più o meno
efficacemente, di tenere fermo il fidanzato, e futuro marito, correndogli dietro
per tutta la cucina, che era piena dei manicaretti peparati dalla suddetta
ragazza, pronti per essere portati a tavola.
-Ehi Hinata tra quanto si mangia? Choji sta già
iniziando a rompere…- Ino, seguita dal fidanzato, e galoppino, Shikamaru, era
entrata in cucina, sfavillante nel suo abitino da cocktail color
malva.
Hinata, fasciata a sua volta in un grazioso abito rosa,
scosse la testa preoccupata: -Non lo so… Dipende da quando arrivano Kiba e
Temari… Sono molto in ritardo.-
-E
CHIAMALI SCUSA! SE “MISS RELAZIONE PERFETTA” HA LE MANIE DA PRIMA DONNA E VUOLE
ARRIVARE IN RITARDO IO ME NE SBATTO! O SI MUOVE O SERVO A TAVOLA PERSONALMENTE!-
questo l’urlo isterico di Karin che, da sempre invidiosa dell’armonia che
regnava tra Temari ed il fidanzato, cosa assolutamente assente tra lei ed il
“suo” Suigetsu, aveva sempre avuto un certo risentimento nei confronti dell’
“amica”.
-Karin piantala di urlare… mi fai venire il mal di
testa!- questo, invece, era il già citato fidanzato Suigetsu, come vedete, tra
loro… love is in the air!
Ignorandoli bellamente, Sasuke passò in mezzo ai due
“innamorati” che stavano già iniziando a litigare e si avvicinò a Naruto:
-Sentite… Dato che non arrivano proviamo a chiamarli. Poi ci diranno se iniziare
o no senza di loro.-
-Buona idea Sasuke! Quando vuoi sai renderti utile!- preso il cellulare dalla tasca, il biondino cercò il numero dell’amico nella rubrica e premette il tasto di chiamata.
-Dare ni mo mirenai Yume o mite… iranai mono wa subete
suteta…**- la suoneria aveva iniziato a diffondersi nella
stanza.
-Dai rispondi… Devono essere gli altri che si chiedono
che fine abbiamo fatto.-
Un
arruffato Kiba Inuzuka emerse dal bozzolo di coperte, sul viso erano evidenti
dei segni di rossetto rosso scuro: -Si pronto?- per stare più comodo appoggiò il
gomito al cuscino, stendendosi su un fianco, dando le spalle alla sua
lei.
-KIBA MA SI PUO’ SAPERE DOVE CAVOLO SIETE FINITI? È DA
ALMENO UN’ORA E MEZZA CHE VI STIAMO ASPETTANDO! QUI TRA POCO
MANGIAMO!-
Stringendosi al torace nudo di Kiba, Temari appoggiò la
testa sulla sua spalla per ascoltare la chiamata. Kiba cercò di simulare la voce
più trste che aveva: -Ah scusa Naruto… Ma poco dopo essere partiti, io e Temari
abbiamo litigato e ci siamo un po’ persi nei meandri della discussione. Ora
siamo qui che stiamo cercando di fare pace…- appoggiò la mano libera su quella
con cui Temari lo abbracciava, intrecciando le proprie dita con le sue – Questa
è davvero una brutta serata per noi… Non aspettateci ed iniziate a mangiare.- la
bionda iniziò a leccare sensualmente il collo di lui, rischiando di mandarlo
totalmente in tilt –A-ah ecco… c-ci dispiace… t-tanto…-
Naruto, cercando di sovrastare gli urli di Karin ed Ino
attorno a lui “ANCHE A LORO PUO’ ACCADERE! ALLORA I KAMI ESISTONO!” “STAI ZITTA
CRETINA! SEI SOLO INVIDIOSA!” “STAI ZITTA TU ZOCCOLA!” e relative risse, alzò la
voce tappandosi l’orecchio: -Kiba ti sento malissimo… Sicuro che va tutto
bene?-
Temari era già salita a leccargli l’orecchio, Kiba,
poveretto, rischiava davvero di perdere la ragione: -S-si si… T-tut-to bene…
S-sono solo ancora s-sconvolto p-per… Ah!- Temari aveva beccato in pieno il
punto giusto.
-O
mamma Kiba stai bene?- meno male che Naruto era un
cretino.
Kiba, tentando di mantenere il più possibile il
controllo di sé, cercò di sbrigarsi a chiudere la chiamata: -Si certo, certo! È
solo che ho una cosa urgente da fare ed ora devo riattaccare… tanti auguri a te
e ad Hinata!-
Naruto sorrise rincuorato, ci era cascato come una pera
cotta: -Ok allora ti lascio! Mi
dispiace che non venite! Grazie degli auguri e in bocca al lupo per il vostro
litigio. Cioè… che riusciate a sistemarlo! Ciao Kiba!-
-Ciao Naruto!- con un sospiro, Kiba spense la
chiamata.
Si
voltò poi verso la sua persecutrice con fare sornione: -Ma ti sembra il caso di
fare certi giochini mentre io sono al telefono?- intanto iniziò a girarsi per
ritrovarsi faccia a faccia con lei.
Temari lo guardava sensuale: -Andiamo… era solo uno
scherzetto! Non mi dire che ti ha dato fastidio…- la mano che prima stringeva il
suo torace, ora saliva, sfiorando i pettorali di lui, fino ad incontrarsi con
l’altra sulla sua nuca.
Kiba fece finta di riflettere: -Uhm proviamo a pensarci…
Si! Mi ha dato TANTO fastidio! Per questo tu hai bisogno di una punizione mia
cara…- e, abbracciato a lei, si girò piano, trovandosi disteso sopra di
lei.
Temari lo squadrò con un misto tra uno sguardo di sfida
ed un sorriso sensuale, un insieme che ai suoi occhi risultò dannatamente
invitante: -E quindi… che intendi farmi?-
Sul volto di lui si dipinse un sorriso ambiguo: -Adesso vedrai… Allora dov’è che eravamo rimasti? Ah si ora ricordo!- e si chinò su di lei che, ridendo felice, lo accolse tra le sue braccia, dando il via a quella che sarebbe stata una lunga notte. Tra lei, Temari, ed il suo fidanzato, Kiba.
Note ultra, mega, poco importanti
*la battuta di Temari si spiega pensando agli ideogrammi che formano il nome dell'animale: Aka= rosso, Shiro= bianco. La sottoscritta tutt'ora si chiede perchè Kishimoto abbia chiamato quel cane Akamaru, dato che è palesemente bianco!
Bene ragazzi! E con questo si chiude la fic! Ad essere sincera mi dispiace un po' del fatto che abbia riscosso poco successo... Sarà che sono nata per essere una scrittrice fallita! XD Comunque vorrei ringraziare tutti coloro che hannno letto, messo tra i preferiti e tra le seguite. Un bacio enorme a tutti quanti! Ma passiamo ai contenuti... A molti Temari può essere apparsa abbastanza OOC anche in questo capitolo. La spiegazione è sempre la stessa: è innamorata, innamorata persa! E spesso l'amore rende totalmente inabili anche i più forti e sicuri di sè. Per il resto, non ho altro da dire, sperando che sia piaciuto!
yahoithebest: Grazie mille per le tue bellissime recensioni! Mi fanno davvero molto piacere! Non solo perché sono molto positive (e quindi danno comunque una bella botta all'autostima, il che fà sempre bene...XD), ma anche perché è bello trovare chi fa tanta attenzione al lato emotivo della vicenda, che la sottoscritta cerca sempre di esaltare al massimo. Comunque, passando alla vera risposta... Beh, il litigio è una parte che ho cercato di rendere nella maniera più densa, ma allo stesso tempo meno patetica, possibile. E' stata dura con questa Temari che rischiava sempre di fiondarsi nell'OOC più patetico ma che spero di aver tenuto sulla retta via, intanto Kiba, poverino, subisce senza capirci un bel niente... Pover'uomo! Per quanto riguarda il poliziotto (che, ripeto, viene da una vicenda accaduta per davvero! Ebbene si, IO L'HO VISTO DAL VIVO!), cerca di capirlo poverino... E' stupido di natura, infatti Temari, che è molto più sveglia e meno suscettibile di Kiba, non se ne curava minimamente delle occhiate "animalesche" che le lanciava quel povero diavolo. Tanto ad arrabbiarsi abbastanza per entrambi ci pensava il povero Kiba, poveraccio anche lui... Gliene capitano di tutti i colori! XD Ino invece, poverina... Ha colpa, ma fino ad un certo punto! Lei non ha fatto altro che indicare la foto sbagliata, nel momento sbagliato, alla persona sbagliata, dicendo le parole sbagliate. Il che, anche se può sottintendere un qualche tipo di premeditazione, è stato del tutto innocente! D'altro canto io sono una di quelle persone che in Ino più che un'oca troietta e stronza alla "Mean girls", vede una ragazza gentile, narcisista e un po' stramba, tanto buona e altruista, ma che alla fine combina sempre una marea di guai. Perdoniamo anche lei, poverina... E ora parliamo nello specifico dei due piccioncini.... Come hai potuto notare, anche Temari è sinceramente innamorata della sua dolce metà, l'unico problema è che lei, essendo infinitamente più intelligente, matura e riflessiva di lui, non è stata capace di mettere una pietra sopra il modo in cui la loro coppia si è formata, arrivando, per conseguenza, a sentirlo come un peso su di loro, una spada di Damocle che minacciava continuamente di mettere in discussione quell'unione che, nella sua goffaggine, aveva finito per farla sentire felice ed appagata. Detto questo ci salutiamo qui, sperando che la fiction ti sia piaciuta, senza lasciarti grosse delusioni e con la speranza che seguirai ancora questa pazzoide che scrive storie pazzoidi di amori pazzoidi. Un bacio grande e arrivederci alla prossima! ^___^
Molto probabilmente, se la mia ispirazione me ne darà la possibilità, farò alcune spin-off legate a questa storia. Ditemi voi se ne vale la pena o no! Un bacione e saluti a tutti! ^___^
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