Carissimeeeee
ed eccoci qui che postiamo l’ottavo capitolo! Mi dispiace comunicarvi che questa
settimana è toccato a me (Julie) postare il capitolo visto che il computer della
mia socia (Nes) ha deciso di abbandonarci entrambe.
Che altro dire?
Un nuovo capitolo,un nuovo intrigo e nuove
rivelazione.
Ma cosa
succederà ai nostri protagonisti? Lo scoprirete solo nella prossima puntata
quindi continuate a seguirci! *ride come una scema*
Passiamo ai
vari ringraziamenti!
Maggie_Lullaby: A sposarsi? Forse si o forse no,chi lo sa! Ahaha
scherzo!
Per quanto riguarda Joe e Julie solo il tempo potrà dirci quello che
accadrà.
Mi hai spaventata dicendo “Oddio…e se si mettono insieme? E
Alex?”.
_NeSsIe_95_ : Cercheremo di aggiornare sempre con questi ritmi veloci
anche se dopo le mie pagelle la vedrò un po’ difficile come
cosa.
Per quanto riguarda la telenovela “Matrimonio di Amy e Nick” ne vedremo
veramente delle belle.
Joe e Alex…bè per loro le cose sono realmente complicate quindi chi lo sa
cosa
accadrà!
Ada12: In
realtà Joe,come si evince da questo capitolo,non si è ripreso proprio del tutto.
Per quanto riguarda Julie spero proprio che continui a piacerti perché è una
ragazza molto forte ed indipendente che non si lascerà influenzare da niente e
da nessuno.
Star711: Ma
dai Chià! Ahaha mi fa troppo ridere il tuo “Pure Joe, 78393068 scrupoli, e poi
la seconda cosa che gli dice è di andare a cena insieme...ma BAH insomma!!!”
Tesoro è Joe! E’ impulsivo e con una particolare passione per le ragazze! Ahaha
<3 Nick e Amy sono da diabete,lo
sappiamo. Ahah ti adoriamo <3
Dancemarty95:
Spero che Julie ti piaccia in futuro e mi auguro che tu riesca a scoprirla pian
piano.
Il matrimonio
di Nick e Amy sarà un’epopea! *ride*
_Crazy_Dona_:
Anche per te spero che Julie continui a piacerti e che tu possa realmente capire
chi è e come è fatta!
Nick e Amy
sono cucciolosi eh? *ride di nuovo*
Coco2: Bè Joe
è il solito inguaribile farfallone,no? Julie sarà un personaggio interessante
per voi lettori…o almeno spero xD.
La storia
prenderà una piega sempre più interessante quindi continua a
seguirci.
Mi scuso per le
pessime risposte alle vostre recensioni ma credetemi non sono molto brava con
queste cose.
Come ci frega
l’amore. Da degli appuntamenti e poi viene quando gli
pare.
Luciano
Ligabue. Il giorno dei giorni.
Il mio
placido riposino pomeridiano fu interrotto dal rumore incessante del trillo del
mio cellulare. Con un mugolio e un grugnito iniziai a tastare la superficie del
comodino in cerca del mio i-phone.
Non sono il
tipo di persona che generalmente riposa durante il pomeriggio o che ama
particolarmente poltrire a letto,anzi tutto il contrario. Ma si era rivelato
strettamente necessario visto che avevo trascorso la notte precedente insonne e
a causa della stanchezza mi trascinavo in piedi come uno
zombie.
Durante la
notte mi limitavo a fissare per ore il soffitto,girandomi e rigirandomi fra le
coperte,pensando alla mia Alex. Mi diedi dell’idiota,pensando che ormai lei non
era più la “Mia Alex” e probabilmente non lo era mai stata. Pensai a come
inevitabilmente la palestra fosse la mia unica salvezza,se così si può dire.
Passare ore a tirare pugni ad un sacco riusciva a rilassare i miei nervi e a
svuotare la mia mente. E poi c’era lei,bella come il sole e sincera come poche.
Julie. Sorrisi inconsciamente passandomi una mano sul viso mentre continuavo a
cercare il mio cellulare. Pensare a un modo per farla capitolare,per farla
cadere ai miei piedi, mi aiutava a non pensare a quanto in realtà amassi ancora
Alex. Il mio telefono continuò a squillare insistentemente e quando la mia mano
finalmente lo trovò il mio cuore mancò un battito.
Solitamente
quell’insistenza era una caratteristica di Alex,lasciava squillare il cellulare
per molto tempo per farmi capire che era lei e che pretendeva una risposta da
me,non le importava quanto tempo sarebbe servito per ottenere una risposta
l’importante era riceverla.
E se fosse
stata lei? Se avesse voluto chiedermi scusa? Mi avrebbe chiesto di tornare da
lei?
Probabilmente
io,da bravo pollo senza un minimo di spina dorsale quale sono,sarei tornato da
lei di corsa con un nuovo mazzo di fiori fra le mani e una nuova bellissima
collana per lei,porgendole il mio cuore su un piatto
d’argento.
Il volto di
Alex si figurò nella mia mente ma dopo qualche minuto fu oscurato da un altro
viso che pian piano prese il suo posto. Lunghi capelli nero pece,occhi
caramellati color oro fuso, un viso angelico ma sempre serio e concentrato: il
viso di Julie.
Scossi il capo,troppo ansioso di scoprire chi fosse il
mittente della chiamata.
Il consueto
senso di delusione si impossessò di me,prendendo il posto della trepidante
ansia. Il viso di Greg Garbonsky che imitava un gesto di vittoria,con un enorme
sorriso e una faccia da schiaffi sovrastata dalla scritta “Mr. Garbonsky”,
lampeggiava sullo schermo del mio cellulare.
-Che idiota-
mormorai piano riferendomi a me stesso e al mio cieco tentativo di
auto-illusione,preparandomi a ostentare un’allegria che non mi apparteneva
affatto in quell’ultimo periodo.
-Pronto?-
dissi con voce allegra.
-Buona sera
signor Jonas,ho appena saputo che è di nuovo sulla piazza- Risi di
cuore,nonostante la morsa pressante all’altezza del petto. Povero il mio
cuore.
-Oh,vedo che
le notizie circolano in fretta fra le pettegole d’alto bordo-
commentai,ridacchiando
-Beh,direi di
si- rispose fingendosi incerto –Comunque volevo essere la prima ad invitarla
ufficialmente a cena,sa…sono pazza di lei- concluse accennando una breve
risatina prettamente femminile.
Io risi e
scossi il capo pensando a cosa avrei fatto se quel pazzo di Garbonsky non fosse
stato il mio migliore amico.
-Oh molto
bene! Io la trovo attraente signorina,credo che la cosa si possa fare. A che ora
passo a prenderla?- risposi,stando al gioco.
-Considerando
che sono le sette e trenta,direi che fra una mezz’ora la aspetto trepidante a
casa mia- Ridacchiò
-Oh molto
bene,ma non deve prepararsi?- chiesi io,ridendo
-Già
fatto,ero sicura che avrebbe accettato l’invito di una bella ragazza come me. A
parte gli scherzi, ti aspetto a casa Josephina- disse,scoppiando a
ridere.
Lui e la sua
mania di darmi dell’effeminato. Alzai gli occhi al cielo e scoppiai a ridere
assieme a lui.
-Va
bene,Gregoria, dammi il tempo di prepararmi e sono da te- dissi sollevando le
coperte e scendendo dal letto. Aprì l’armadio e presi un jeans,una maglia e una
camicia da mettere su,inforcai gli occhiali e presi le Nike da sotto al
letto.
Mi diressi in
bagno mentre lo sentivo ridere ancora più forte. Aveva sicuramente trovato
esilarante il nome che gli avevo affibbiato.
-Va bene,ti
attendo Josephina- e prima che potessi ribattere chiuse il telefono,lasciandomi
a parlare da solo.
Sospirai e
poggiai l’i-phone sul mobiletto del bagno mentre mi spogliavo lentamente e
aprivo l’acqua della doccia,entrandoci e lasciandomi colpire dal getto di acqua
bollente.
Possibile che
non riuscissi a rimuovere Alex dalla mia mente e dal mio
cuore?
Perché il
viso di Julie non riusciva a uscirmi di mente? Infondo per me non era nulla di
serio,giusto? Insomma volevo solo dimostrare a me stesso di essere ancora in
grado di far impazzire anche la ragazza più difficile di questo
mondo,no?
Allora perché
non riuscivo a non pensare a quanto mi sarebbe piaciuto farla ridere di
cuore,farla sorridere e stringerla? Eppure ogni volta che pensavo a lei come a
qualcosa di più che un semplice trofeo per accrescere la mia autostima,Alex
faceva capolino fra i miei pensieri mentre il cuore mi si
stringeva.
Uscì dalla
doccia,ancora tormentato dai miei pensieri,avvolsi il bacino con un asciugamano
candido e mi frizionai capelli corti con un altro
asciugamano.
Li asciugai
con cura,li piastrai alla bell’e meglio e indossai un paio di boxer,dirigendomi
in camera per vestirmi.
Indossai
velocemente i vestiti scelti precedentemente uscì velocemente dal mio
appartamento,lo chiusi con cura e chiamai
l’ascensore.
Una volta
entrato inforcai con cura i miei occhiali da vista e mi guardai soddisfatto allo
specchio.
Dopo
molto,troppo,tempo mi resi conto di essermi nuovamente “riempito” di profumo.
Ad Alex
questa cosa non piaceva,diceva che il mio eccessivo emanare profumo la
stomacava.
Salutai il
portiere dell’enorme palazzo in cui vivevo,con una pacca sulla spalla e mi
diressi verso la mia auto.
Entrai in
auto velocemente e misi in moto,accendendo la radio e concentrandomi solo sulla
strada e sulla musica che la radio rimandava.
Guidai
tranquillo,senza pensare a nulla e ben presto fui a casa di Greg.
Un breve
squilletto e lo vidi uscire tutto contento dal cancelletto di casa sua,in mano
un giacchetto e il suo cellulare.
Lo attesi in
macchina e nemmeno il tempo di cambiare stazione radiofonica che il rumore della
portiera che si chiudeva mi spaventò.
-Buona sera
mio bel giovine!- disse contento. Greg era il mio migliore amico da sempre e
detestava vedermi triste e addolorato e vedermi reagire a quello che mi era
successo,per lui era veramente qualcosa di grande.
-Ciao
Greg,prima che tu possa sparare altre cazzate,dove andiamo a cena stasera?- lo
anticipai,ridendo leggermente e rimettendo in moto.
-Io avevo
pensato di andare “Al Giardino”,il ristorante italiano dell’amico di John. A
quanto mi ha detto si mangia veramente bene e sappiamo entrambi quanto John sia
esperto- rise mimando il gesto della pancia di
John.
-Ma
piantala!- risi e scossi il capo,svoltando dolcemente verso
destra.
-E’ vero!- si
difese,ridendo.
-Vabbè,voglio
accontentarti ma solo perché mi piace la cucina italiana- dissi ridendo –Però
dovrai farmi da navigatore satellitare,perché non ho idea di dove sia questo
ristorante-
-Sinceramente
nemmeno io,chiamo John – rise e prese il cellulare dalla tasca della
giacca,compose il numero del nostro amico e lo salutò calorosamente con un
“Mayer,dov’è quel posto dell’amico tuo?”.
Adoravo la
compagnia di Greg perché era meglio di qualsiasi tipo di anti
depressivo.
La sua
spontaneità e la sua allegria ti impedivano di provare anche solo tristezza
quando eri in sua compagnia.
Passammo i
successivi venti minuti al telefono con John che ci dava indicazioni precise su
come raggiungere il ristorante da noi scelto.
Arrivammo
dopo mezz’ora e Greg riattaccò senza troppi complimenti,prendendo in giro
John.
Entrammo
entrambi nel ristorante,atteggiandoci a gran fighi, dopo aver parcheggiato.
Attirammo su
di noi gli sguardi di parecchie ragazze,anche accompagnate dai loro fidanzati, e
sorridemmo soddisfatti. Sapevamo di essere
“attraenti”.
Ci rivolgemmo
garbatamente a un cameriere che ci condusse verso la sala da ristoro. Quando
entrammo mi guardai intorno stupito. Sembrava di stare realmente in un giardino
italiano. Eravamo circondati da aiuole decorate,lunghe e dalle diverse forme.
Era veramente un bellissimo posto.
Il direttore
di sala ci raggiunse e ci scortò ad un tavolo abbastanza prestigioso,se così si
può dire.
Entro pochi
minuti il cameriere ci portò un cestino con del pane caldo ancora fumante e una
bottiglia di buon vino italiano.
Sorrisi
garbatamente,parlucchiando con Greg e guardandomi intorno. Mi sembrò di vedere
un volto a me già noto ma non ci badai,troppo concentrato a ordinare da
mangiare.
Quando il
cameriere andò via,tornai a parlare con Greg.
-Allora,
Josephina,hai avuto più successo con la ragazza della palestra?- mi
chiese,mordicchiando in modo poco raffinato un panino alle
olive.
-No,è sempre
scontrosa con me. Se non ho capito male gli sto anche antipatico. Meglio così,mi
piacciono le sfide- sorrisi beffardo,versandomi un po’ di vino nel calice. Il
pregiato nettare rosso rubino invase il bicchiere emanando un leggero profumo
fruttato. Portai il calice alle labbra pensando a come Greg fosse stato
entusiasta di sapere che avevo già “adocchiato” una
ragazza.
Per lui era a
dir poco essenziale che io riuscissi a voltare pagina una volta per tutte e a
chiudere il capitolo Alex. Lo guardai con affetto,il mio buon vecchio amico
Greg.
-Non ti
arrendere e poi se è carina come dici hai un motivo in più per combattere.
Perché è carina,vero?- mi chiese
incerto,ridacchiando.
-Un mostro,se
no perché ci vorrei uscire? Però non arriverà mai al tuo livello,Gregoria-
annuii,bevendo un altro sorso di vino. Era così buono…scendeva giù così
bene…stavo diventando un alcolista? Posai immediatamente il bicchiere mentre
Greg rideva fragorosamente.
Risi anche
io,continuando a guardarmi intorno. Erano tutti così eleganti e così ben
composti..capelli perfettamente pettinati e fermati con quantità di gel assurde
con pettinature che ricordavano vagamente una “leccatina” di
mucca.
Mi resi conto
che solo una nota stonava in quel concerto di raffinatezza ostentata e questa
“nota” proveniva dal tavolo in cui prima avevo intravisto un viso
familiare.
Un ragazzo
alto più o meno sul metro e novantacinque, con capelli castano scuro e grandi
occhi chiari, più o meno del colore di quelli di Julie ma più tendenti al verde,
si era appena alzato per fare un inchino. Indossava una maglia scura,una
catenina al collo e dei jeans a vita bassa che lasciavano intravedere la
fantasia dei suoi boxer. Scarpe da ginnastica eccentriche completavano lo strano
abbinamento. La diversità di stile di quel ragazzo era accentuata dalla sua
acconciatura: capelli mediamente lunghi sparati in aria e fissati da una
quantità di gel minima. Pensai che
per esserci riuscito doveva come minimo essere un mago illusionista. Ma i miei
occhi furono subito catturati dalla figura seduta di fronte allo strano
ragazzo.
-Non ci
credo- mormorai shockato, guardando la ragazza di fronte al tizio prestigiatore
di capelli.
Era
Julie,bella come mai l’avevo vista. Beh ovviamente in palestra una persona non
mostra esattamente il meglio della sua bellezza ma lei nonostante tutto era
sempre impeccabile e bella anche senza trucco e con i capelli
scomposti.
Se ne stava
seduta a fissarlo,ridacchiando sommessamente stretta nel suo cardigan nero. Non
riuscì a vedere molto altro del suo abbigliamento. I lunghi capelli neri come la
pece erano lasciati sciolti sulle spalle,lisci e ordinati mentre gli occhi
dorati erano contornati da due leggere linee di matita scura e le labbra piene
erano ricoperte da un leggero lucidalabbra
trasparente.
-Che c’è?-
mormorò Greg,lasciando perdere il suo panino.
Uno strano
senso di fastidio si fece pian piano spazio in me,mentre la guardavo ridere per
le battute che il ragazzo davanti a lei probabilmente le
sussurrava.
Era..gelosia?
Probabilmente si. Mi resi conto di invidiare il ragazzo che la accompagnava
perché lui riusciva a farla ridere come avrei voluto fare io,perché si lasciava
sfiorare da lui senza opporre resistenza.
-Julie,la
ragazza della palestra è qui con un ragazzo- spiegai velocemente,indicando il
loro tavolo.
-Cavolo…è uno
schianto! Se mai dovessi riuscire a conquistarla,chiedile se ha una sorella ok?-
Mi rispose Greg,scannerizzando Julie e il suo
compagno.
-Ma stai
zitto,Greg – risi leggermente,guardandoli con espressione disgustata –E poi mi
dice che lei non esce con i ragazzi…e quello cos’è? Un fantasma? Tutte uguali le
ragazze…prima ti seducono e poi ti abbandonano- dissi con espressione
teatrale.
-In verità
Joe – iniziò Greg –Lei non ti ha mai sedotto,non ti si fila proprio- terminò con
naturalezza.
Non diedi
molto ascolto a ciò che disse il mio migliore amico,concentrandomi più che altro
sul movimento delle labbra dei due ma per mia sfortuna erano disposti in modo
tale da darci le spalle e le grandi spalle del ragazzo strano coprivano
Julie.
-Ho
l’assoluta necessità di sentire quello che si stanno dicendo e tu dovrai
aiutarmi a compiere il mio geniale piano- indicai Greg annuendo
convinto.
-In che
consiste?- chiese il mio migliore amico,guardandomi
attento.
Con dei gesti
veloci delle mani indicai le aiuole e con due grissini personificai me e lui.
- Joe e Greg
vanno dietro le aiuole- nascosi i grissini dietro il cestino di pane –per
ascoltare cosa cresta da gallo dice di tanto
divertente-
Greg mi
guardò orripilato,scuotendo ripetutamente il capo.
-Non se ne
parla proprio,Jonas, potrebbero prendermi per un guardone molestatore di
coppiette e arrestarmi,tu questa cosa la fai da solo- annuii deciso,ma come
sempre finì per accontentarmi.
Dopo cinque
minuti ci trovammo appostati dietro una delle grandi aiuole ad origliare
attentamente i discorsi fra l’energumeno e Julie. Era abbastanza simpatico ma
ovviamente non arrivava ai miei livelli. Faceva battute su battute scatenando
l’ilarità di Julie.
Pensai che se
solo lei mi avesse dato l’opportunità di conoscerla meglio probabilmente l’avrei
fatta ridere molto più di quel tizio.
Scimmiottai
diverse volte le battute del ragazzo,provando un senso di odio profondo per
quella persona che nemmeno conoscevo.
Ad un tratto
uno starnuto abbastanza forte di Greg fece saltare la nostra
copertura.
-James,hai
sentito anche tu questo rumore?- La voce di Julie arrivò chiara alle mie
orecchie ma il suo tono era diverso dal solito. Era più dolce e
tranquillo.
-Si,veniva
dall’aiuola. Vado a controllare- disse,alzandosi.
-Cazzo,Greg,
ma tu devi sempre starnutire nei momenti meno opportuni?- dissi
sottovoce.
A quanto
intuì poco dopo,probabilmente, il mio sussurro fu chiaramente udito da
Julie.
-No,aspetta,
penso di aver riconosciuto una voce- Sentimmo chiaramente la sua sedia spostarsi
e il rumore dei suoi tacchi dirigersi verso di noi.
Dopo qualche
minuto me la ritrovai di fronte,in un vestito nero molto semplice, che mi
fissava accigliata
-Tu cosa ci
fai dietro l’aiuola del mio tavolo?- chiese con voce
irritata.
-Ehm…niente,passavo di qui- dissi velocemente. Mi resi conto solo poco
dopo di quanto fosse stata idiota quella risposta.
-Tu
solitamente passi dietro le aiuole dei tavoli dei ristoranti?- chiese,scettica
accennando un sorriso divertito che mi rasserenò.
-Non lo
so…esci con me e prova a scoprirlo- tentai,con una scrollatina di
spalle.
-Io non esco
con i ragazzi,Jonas- disse lapidaria. Me lo ripeteva di continuo ad ogni invito
che le rivolgevo.
-Julie è
tutto ok?- poco dopo anche il ragazzo strano la raggiunse,posandole una mano
sulla spalla e interrompendoci.
Mi rivolse
un’occhiataccia che ricambiai volentieri.
-E tu chi sei
scusa? Il suo bodyguard?- dissi acido,guardandoli male –Tu non esci con i
ragazzi? E lui chi è? Un fantasma?-
-Chi sono io
non sono…- iniziò l’energumeno,guardandomi male.
-No,aspetta
James. Senti Jonas,con te sto avendo anche troppa pazienza. O te ne vai di tua
spontanea volontà o te ne vai perché te lo dico io. Cosa
scegli?-
La guardai
palesemente deluso e infastidito.
Se solo il
suo amico James non fosse arrivato nel momento sbagliato a
interromperci,sicuramente, sarei riuscito a convincerla a uscire con
me.
-Buon
proseguimento di serata- brontolai,amaramente.
-Andiamo Gr…-
Mi voltai per far cenno a Greg di tornare con me al tavolo ma mi accorsi che
Greg era tornato al nostro tavolo subito dopo aver starnutito.
Lo guardai
incredulo mentre mangiava soddisfatto la sua costoletta.
-Che
serataccia- brontolai,tornando a posto.
Quando
metabolizzai la cosa ero in auto,con il vento tra i capelli e un anello infilato
al dito.
-Nick!- urlai
cercando di darmi un contegno.
-Cosa?-
rispose lui,ridendo.
-Sono senza
scarpe!- risposi esasperata mentre lui finalmente accostava.
Eravamo
tornati all’appartamento di Joe.
Completamente
scalza scesi dall’auto e corsi ridendo fino all’entrata, dove il portinaio in
divisa mi rivolse un occhiata esasperata.
Presi la mano
di Nick e correndo entrammo nell’ascensore tra risate e baci
rubati.
-Che si fa
ora?- chiese ancora con il fiatone il mio…ehm fidanzato dopo l’ennesimo bacio da
capogiro.
-Mhm io devo
mettere le scarpe- risposi convinta,ridendo. Entrai e mi fiondai in camera da
letto.
-Ok e prepara
la valigia- mi disse. Eh?
-Cosa?- chiesi
confusa.
-Come cosa?
Ce ne andiamo, ti va?- chiese e si avvicinò a me e mi prese i fianchi fra le
mani.
Mi fissò con
i suoi occhioni sorridenti e non potetti far a meno di sorridere annuendo come
un ebete.
-Va bene.
Dove andiamo?- chiesi riprendendo il controllo di me stessa e cominciando a
radunare la mia roba e la sua.
-Vedrai! Non
portare vestiti troppo pesanti- mi disse poi uscendo dalla stzna con il
cellulare in mano.
Presi
jeans,felpe,cardigan,gonne,un paio di vestitini. Poi camicie e maglioncini per
lui,biancheria pigiami e preparai i beauty case con qualche trucco e i prodotti
per i capelli.
Quando tornò
dopo solo un’ora,avevo finito la prima valigia e mi stavo apprestando a mettere
le scarpe nell’altra.
-Perfetto.
Abbiamo il volo alle sette e trenta- comunicò. Guardai velocemente l’orologio,le
sei e quarantacinque.
-Wow,come hai
fatto?- chiesi
-Voli low
cost,amore,come se no?- mi rispose ridendo. No jet privati,elicotteri o boing
747. Fantastico.
-Alla tua
famiglia che dirai?- chiesi ancora andando in bagno ad aprire l’acqua per la
doccia.
-Sono
maggiorenne,faccio quello che voglio. Al massimo quanto arriviamo chiamo a casa-
rispose con un’alzata di spalle.
Io annuii e
mi infilai sotto la doccia,cancellando l’odore della sabbia e delle lacrime che
alla fine avevo versato.
Nick mi passò
un jeans e una felpa di quelle grigie con la stampa NY
sopra.
Mi cambiai in
fretta ed asciugai i capelli,mentre anche lui usciva dal
bagno.
-Oh oh oh
–risi vedendolo uscire solo in intimo.
-Cosa?-
chiese malizioso,avvicinandosi a me,ancora con i capelli
bagnati.
Mi cinse la
vita con le braccia stampandomi una serie di baci dalla guancia alla fine della
spalla.
Rimasi ferma
piegando la testa in modo da dargli libero accesso,limitandomi a poggiare le
mani sul suo petto,accarezzandolo.
-Sono le
sette e dieci- dissi poi mormorando. Nick borbottò qualcosa spingendomi verso il
letto,mentre io ridendo lo trascinavo con me.
Quando la
situazione stava diventando insostenibile per i miei ormoni,il cellulare decise
di squillare per interrompere l’idillio.
Nessuno dei
due aveva intenzione di fermarsi.
Accarezzavo i
suoi capelli umidi mentre con un gesto veloce la felpa era finita da qualche
parte ai piedi del letto.
Continuando a
baciarlo passai a tracciare ghirigori sulla sua
schiena.
Il cellulare
squillò per la seconda volta e con uno sbuffo Nick si alzò a
recuperarlo.
-Cosa?-
chiese scocciato. Rimase a parlare con qualcuno e io con uno sbuffo
frustrato
infilai la felpa e riordinai i capelli.
-No,hai ragione…non lo so ok? Penso
tre…come minimo!- continuava a dire il mio ragazzo mentre si infilava un jeans e
una maglia chiara.
-Ok,si si-
disse poi. Mise giù e si passò una mano fra i capelli ormai completamente
asciutti.
-Pronta?-
chiese poi,guardandomi dolcemente.
-Certo! Però
sono le sette e venticinque,secondo me lo perdiamo- risposi,prendendo borsa e
cellulare mentre uscivamo dall’appartamento.
Uscimmo
velocemente dal lussuoso palazzo e ci dirigemmo verso
l’auto.
Il traffico
dell’ora punta si faceva sentire,infatti arrivammo in aereo porto alle nove e
dieci.
Ci sedemmo
sulle sedioline della sala d’attesa e mentre Nick giocava distrattamente con i
miei capelli,una hostess ci raggiunse chiedendoci di
seguirla.
-Nick…cosa…?-
chiesi seguendolo senza staccare la mano dalla sua.
Lui in tutta
risposta sorrise e mi tirò a se mentre la hostess ci faceva fare il check
in.
-Volo low
cost?- chiesi irritata
-Un amico ci
presta il jet,che male c’è?- chiese ridendo.
Ecco perché
mentre ero a prendere due caffè lui aveva trovato la stupida scusa del
bagno.
Sapeva bene
quanto mi irritasse questo genere di cose.
La prima
regola era: RELAZIONE NORMALE ,ovvero, niente foto o commenti sul suo stupido
twitter,niente interviste o favoritismi.
Vita normale
di due normali santi cristiani che vogliono stare insieme. Chiedo
troppo?
Camminammo
fino al gate dal quale si vedeva il piccolo aereo da nemmeno venti
posti.
Spensi il
telefono e lo seguì a bordo del velivolo per poi accomodarmi su uno dei
divanetti imbottiti.
-Amy?- mi
chiamò Nick dopo essersi sistemato.
-Cosa?-
risposi rivolgendogli un’occhiata attenta.
Nick prese
dalla mia borsa il pacchetto blu e me lo tirò.
-Oh- dissi di
rimando.
-Eh- mi
rispose,facendomi il verso.
Il jet aveva
dei divanetti e uno spazio al centro. Mi sedetti sul pavimento a gambe
incrociate mentre Nick mi raggiungeva e si sedeva al mio
fianco.
-Bene- dissi
deglutendo.
-Al tre?-
chiese lui,stringendomi dolcemente.
-Al tre-
confermai. Mi prese dolcemente la mano mentre aprivo lo scatolino blu che da
quasi un mese mi accompagnava in ogni mio
spostamento.
-Uno. Due…-
mormorai per poi tirare fuori il bastoncino.
Lo fissai e
sorrisi mentre il cuore si alleggeriva. Nick mi baciò i capelli e mi abbracciò.
Finalmente tranquilli ci sedemmo sul divanetto mentre la vocina stridula
dell’hostess annunciava di prepararsi alla
partenza.
Angolino
pubblicità: Vi consigliamo di leggere “The sense of life” una shot bellissima
legata allo scorso capitolo. Inoltre vi consigliamo di leggere “On the line” una
fan fiction scritta a quattro mani e mezzo dalla mia socia (nes95) e dalla
brillante Maggie_Lullaby.