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Autore: afterhour    14/02/2010    3 recensioni
Una fanciulla che ritorna a casa dopo tanto tempo, uno straniero in cerca di vendetta, una città in mano ad un uomo senza scrupoli, un ranch condotto da gente poco raccomandabile..
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Scusate il ritardo..
Per riuscire a postare ho tagliato il capitolo, anzi, l'ho troncato brutalmente! Il prossimo è davvero tutto da sistemare.. e non so proprio quanto ci metterò!!



14.
TRA DUE FUOCHI


Sakura tornò a casa tardi, che ormai era buio, preparata a ricevere i rimproveri della zia.
Mentre si avvicinava alla casa aveva sentito più voci provenire dall'interno, era entrata curiosa ed aveva trovato la zia e Jiraiya attorno al tavolo assieme a Naruto e Neji che si voltavano a guardarla.

 – Cosa succede? – domandò.

 – Sakura! – esclamò Tsunade alzandosi dalla sedia – dove sei sparita! Ancora un po' e mandavo qualcuno a cercarti! –

 – Ero in giro per le colline – rispose evasivamente lei, arrossendo un poco, consapevole com'era di avere ancora l'odore di Sasuke addosso.

 – Immaginavo fossi lì! – era intervenuto Naruto con un ghigno – sei sempre stata fissata con quelle colline! – si interruppe e la guardò più serio – però ero preoccupato anch'io –

 – La devi smettere di andartene in giro da sola – brontolò sua zia rimettendosi a sedere con un'espressione cupa – è troppo pericoloso! –

Lei aveva annuito e si era seduta con loro senza accettare il bicchiere con due dita di whisky che Jiraiya le porgeva.
Aveva preferito versarsi dell'acqua mentre la zia, ancora arrabbiata, le porgeva un piatto in cui aveva radunato il poco cibo avanzato.

 – Non farlo mai più – ribadì Tsunade – mai più, chiaro? –

Sakura aveva di nuovo annuito distratta, nel frattempo pensava a cosa raccontare, a come dire dell'incontro avuto con Itachi Uchiha senza dover dare ulteriori spiegazioni.

 – Come mai siete qui? – chiese intanto riferendosi a Naruto e Neji.

 – Passavamo da queste parti... volevamo sapere se qualcuno di voi andava all'elezione del sindaco dopodomani, visto che nessuno degli Hyuuga ci va – rispose Naruto per tutti e due – e poi abbiamo aspettato che tu arrivassi, visto che tua zia era preoccupata, tra un po' venivamo a cercarti nelle colline! –

Avevano parlato ancora dell'elezione a sindaco, di quello che significava per la città, e poi Sakura aveva dovuto ascoltare ancora la zia, spalleggiata da tutti gli altri (perfino Neji aveva fatto un cenno di approvazione), che le ripeteva che lei non doveva andarsene più in giro da sola così lontano, che doveva iniziare a capire che era diventato pericoloso, che doveva essere più prudente e meno spericolata.

Poco dopo gli ospiti si erano alzati per andarsene, e Sakura li aveva accompagnati fuori, come al solito.

 – Posso parlarti da solo per un momento? – chiese a Naruto, e Neji era montato a cavallo e si era allontanato immediatamente.

 – Finalmente hai capito che sono l'uomo della tua vita? – scherzò lui, e continuò a sorridere in attesa, mentre Sakura esitava per un momento.

Esitava perché voleva bene a Naruto e sapeva che gli avrebbe dato un dolore, e non credeva ci volesse così tanto coraggio per farlo.
Per una frazione di secondo aveva pensato di dirgli solo dell'incontro con Itachi, di nascondergli tutto il resto, poi si era decisa.

 – Oggi mi sono incontrata con Sasuke – esordì, gli occhi su quelli limpidi di lui che la fissavano sorpresi.

Naruto aveva abbassato un momento lo sguardo per rialzarlo subito dopo, non più sorpreso ma ancora incerto.

 – Così vi vedete di nascosto – aveva constatato abbastanza tranquillamente – e... come... cioè... cosa... –

 – Siamo insieme – aveva tagliato corto lei, usando di proposito quell'espressione chiara e imbarazzante, ed aveva continuato a guardarlo nonostante si sentisse le guance bruciare.

Era stato Naruto ad abbassare ancora lo sguardo ed a fissarlo a terra per un momento.
Ma quando aveva alzato la testa l'aveva guardata preoccupato, non deluso.

 – Insieme ma di nascosto – commentò – se non sistema alla svelta questa cosa... –

 – Non voglio sposarmi – lo aveva fermato lei un po' troppo in fretta.

 – E che cosa vuoi? –

Non era riuscita a rispondere, non poteva rispondere, non voleva rispondere.

 – Non era questo quello che dovevo dirti – aveva vigliaccamente cambiato discorso, rimandando a dopo le risposte confuse che le erano venute alla mente – Sasuke mi ha detto che deve vedere Danzo tra qualche giorno ma... ho parlato con Itachi... L'ho incontrato per caso mentre tornavo a casa – aveva preceduto l'altro prima che la interrompesse – mi ha detto che Danzo è morto, e che al suo posto c'è una persona davvero pericolosa –

 – Chi? –

 – Non me lo ha detto, ma Sasuke doveva incontrare Danzo e non so bene cosa stia succedendo... sono preoccupata per lui –

 – Va bene, parlo io con Sasuke, non vedo l'ora di vederlo... se non altro per spaccargli la faccia –

 – No – lo fermò lei, per niente divertita – Non devi dirgli che ti ho riferito... di noi –

 – Tanto non ho bisogno di spiegazioni per spaccargli la faccia – aveva insisto lui grattandosi la nuca – ok... – si era arreso infine – gli dirò solo che Danzo è morto... però voi due non state facendo le cose come vanno fatte, dovresti capirlo anche tu, soprattutto tu –

 – Questo non ha importanza, ora –

Naruto aveva aperto la bocca per protestare, ne era sicura, ma poi non aveva detto niente, si era voltato per salire a cavallo e lei lo aveva fermato, una mano sul suo braccio – Naruto, mi dispiace –

 – Non preoccuparti – minimizzò lui voltando il capo verso di lei e sorridendole – va bene così… in fondo l'ho sempre saputo che non mi volevi –

Era salito a cavallo e se ne era andato senza aggiungere altro, il suo buon Naruto, con il cuore spezzato e la testa alta.

__________


Due giorni dopo Jiraiya si recò in città ad assistere all'elezione del nuovo sindaco.
Si svolgeva nella sala che veniva usata per le assemblee cittadine, e lui aveva dovuto fare la fila e lasciare la pistola all'ingresso, dove lo sceriffo l'aveva presa in custodia assieme a quella di tutti i partecipanti.
Non si era neppure seduto in una delle poche sedie ancora libere ed aveva ascoltato, in piedi in fondo alla sala, i discorsi dei vari candidati.
Una massa di idioti a suo parere.
Non che il suo parere contasse, non aveva neppure diritto di voto.

Fino a quando non si era alzato uno sconosciuto da una delle ultime file, un tipo di un pallore malaticcio, i capelli di un biondo slavato e gli occhi di colore diverso l'uno dall'altro che gli davano uno sguardo insano.
Si era messo a fianco della pedana ed aveva alzato le braccia.

 – Salve a tutti! – esclamò a gran voce, e per una frazione di secondo Jiraiya aveva pensato che si trattasse di un malato di mente.

 – Non occorre più perdere tempo con un'elezione! – aveva continuato il pazzo – il sindaco c'è già, ha già preso possesso dell'ufficio e voi non dovete preoccuparvi più! –

Quasi tutti si erano alzati in piedi e la gente aveva iniziato a protestare a gran voce.

 – Lo so lo so... – continuò quello imperterrito – l'idea vi entusiasma e siete pieni di gratitudine... ma non eccedete... non è neppure qui! –

 – Di chi diavolo stai parlando! – esclamò qualcuno tra la folla.

 – Ah già... non l'ho detto... è un Uchiha, ed è anche il vero padrone del ranch Uchiha, ovviamente –

C'era stato un vero e proprio boato ed era scoppiato il caos.

Jiraiya nel frattempo aveva notato un paio di ceffi che osservavano la scena con attenzione, e non aveva dubitato neppure per un momento che non fossero armati, nonostante i divieti ed i controlli.
A questo punto sapeva già come sarebbe andata a finire. Era riuscito a sgusciare fuori dalla stanza senza farsi notare ed aveva anche recuperato la pistola prima di tornare a casa, potere di tutti quegli anni passati a svignarsela da qualche marito infuriato.

Bene, pensò, adesso erano stretti tra due morse, il ranch e Konoha.
C'era da scommetterci che quei fifoni di cittadini non avrebbero fatto un bel niente, per cui sembrava che toccasse a loro sistemare un po' le cose, e questa volta era proprio il caso di muovere le chiappe.

__________


Naruto aveva fatto presto a scoprire dove si trovava Sasuke, grazie ad un colpo di fortuna: conosceva tantissima gente, tutti i vagabondi, gli indiani nomadi e gli strani personaggi che vivevano nascosti ed isolati. Aveva fatto qualche domanda in giro e fortunatamente qualcuno lo aveva visto di recente.
Così, mentre Jiraiya si dirigeva in città, lui aveva raggiunto l'accampamento di Sasuke.
Era sceso da cavallo giusto poco prima di arrivare sperando di coglierlo di sorpresa, così, solo per rompergli le scatole, ma non ci contava troppo e probabilmente lo avevano già visto.

Superò gli ultimi alberi ed uscì nella piccola radura.
Sasuke era seduto e lo guardava con un gomito appoggiato al ginocchio e la mano sul mento. In piedi lì vicino c'era la ragazza dai capelli rossi, e l'uomo alto era uscito dal nascondiglio in cui evidentemente era rintanato.

Naruto legò il cavallo al ramo di un albero ed andò a pararsi davanti a Sasuke.

 – Bastardo – lo salutò guardandolo dall'alto in basso.

 – Idiota – aveva risposto l'altro.

Proprio come ai vecchi tempi, aveva ghignato Naruto – Non sai che voglia che avrei di spaccarti la faccia – ringhiò tra i denti.

Sasuke non aveva risposto ma si era alzato e lo aveva guardato con sfida.

Rimasero a guardarsi in cagnesco fino a quando Naruto non si era schiarito la voce.

 – Cosa dici... forse è meglio se le cose le sistemiamo tra noi due, ok? –

Sasuke aveva corrugato la fronte, ma poi aveva fatto cenno agli altri due di allontanarsi.

 – Cosa vuoi –domandò quando i due erano scomparsi al di là degli alberi.

Naruto si era fermato a pensare prima di aprire bocca, doveva stare attento, perché aveva promesso a Sakura che non avrebbe parlato di lei, ma come faceva, quando aveva così voglia di urlargli di smetterla di fare il bastardo, quando voleva così tanto prenderlo per la collottola e fargli capire cosa doveva fare a forza di calci sul sedere!
Quell'idiota... in qualche modo avrebbe potuto anche essere contento per loro alla fine, sì, avrebbe potuto esserlo se solo avessero fatto le cose per bene, come andavano fatte, ma così... così riusciva già ad intravvedere il prevedibile disastro, e i successivi rimpianti, e il dolore.

 – Ti ricordi di quella volta che ti sei preso quella bastonata in testa e pensavo che fossi morto? – cominciò all'improvviso – e piangevo? –

 – Cosa tiri fuori adesso – lo aveva interrotto l'altro, infastidito.

 – E quando ci siamo tagliati il polso per diventare fratelli di sangue, ti ricordi? – aveva insistito Naruto.

 – Avevamo bevuto… sei venuto fin qui per ricordare i vecchi tempi? – gli domandò Sasuke seccato.

 – Vorrei solo... solo... aaaggh! –esclamò esasperato alzando un momento le braccia – Non sei stanco di andartene sempre? – urlò – Cazzo! Non pensi mai, ma proprio mai di restare? Sai cosa ho sempre voluto io? – aveva cercato di spiegargli – Il mio sogno? Volevo sposarmi, avere una famiglia mia, quella che non ho mai avuto... e un ranch tutto mio... ma è solo un sogno, lo so... e tu... tu potresti avere tutto e nemmeno ci provi! Lo capisci perché sono incazzato? –

 – Stai delirando, Naruto – commentò Sasuke incrociando le braccia.

Naruto si era avvicinato fino ad essere ad un passo di distanza da lui – Se te ne vai per me va meglio, così posso avere Sakura – lo aveva fissato – stai lontano da lei se non hai intenzioni serie, capito? – lo minacciò.

 – E' lei che viene da me – gli aveva risposto l'altro iniziando a voltarsi.

Naruto non ci aveva più visto, furioso lo aveva afferrato per la spalla e lo aveva colpito con un pugno che lo aveva buttato a terra.

 – Non parlare così di Sakura! –ringhiò.

Sasuke aveva passato il dorso della mano sulla bocca sporca di sangue e lo aveva guardato un momento sorpreso, prima che l'espressione gli si indurisse di nuovo.
Si alzò di scatto e si buttò addosso all'altro, e rotolarono a terra.
Erano stati interrotti da Juugo e Karin sopraggiunti di corsa, e Juugo era riuscito a bloccare momentaneamente Naruto fermandogli le braccia dietro la schiena.

 – Lascialo andare –ordinò Sasuke sollevandosi.

 – Sicuro? – aveva domandato Karin.

 – Sì –

Juugo aveva obbedito e Naruto si era subito alzato, ancora furioso.

 – Andatevene – chiese Sasuke.

Poi fronteggiò di nuovo il suo vecchio compagno, in silenzio, pronto ad attaccare, mentre gli altri si allontanavano lentamente, di malavoglia.

 – Non intendevo quello – si era in qualche modo scusato, senza abbassare la guardia – intendevo che... lo so anch'io che potrebbe avere di meglio –

L'altro si era rilassato un poco – Lo sapevo che non eri così bastardo –borbottò – e se la smettessi, se ti fermassi una buona volta? –

 – Pensavo che mi volessi fuori dai piedi – aveva commentato lui sfiorandosi con le dita il labbro inferiore macchiato di sangue.

Naruto aveva passato la mano sulla nuca ed aveva guardato a terra, poi aveva fissato l'amico deciso – Con Sakura devi fare le cose per bene –spiegò.

Le cose per bene... Sasuke pensò spaventato a quell'implicita richiesta, cosa avrebbe dovuto fare, avere una casa, una famiglia? Tornare lì e… ricominciare? Lui? In quei posti pieni di ricordi, pieni di dolore? – Ormai dovresti avere capito che faccio solo del male – rispose amaro.

 – Per quello sono qui! – aveva esclamato Naruto ed aveva improvvisamente sorriso –Tu ascolta me, vedrai che impari! E comincia da qui... testone... smettila di voler fare tutto da solo, Danzo è morto e c'è un tizio pericoloso al suo posto –

– Morto? – fece sorpreso – Come lo sai? –

Naruto aveva pensato alla risposta adatta, e poi aveva optato per la verità.

 – Tuo fratello lo ha detto a Sakura –

Sasuke aveva continuato a guardarlo senza davvero vederlo: perché Itachi avrebbe dovuto farlo? Per aiutarlo? Per un momento avvertì una leggera ma distinta sensazione, una sensazione che faticava a riconoscere ma che proveniva direttamente dalla sua infanzia e credeva di avere cancellato completamente. Sakura, Itachi, Naruto... com'era che si ritrovava così, improvvisamente incapace di provare distacco, di essere davvero indifferente, non più forte, libero e intoccabile?

 – Tu avevi un appuntamento con Danzo, giusto? – aveva proseguito Naruto, e lui aveva annuito, pensieroso, incerto.

__________


Il giorno dopo c'era stata una breve riunione al ranch Senju cui avevano partecipato anche Naruto, Neji e lo stesso sceriffo, Kakashi.
Anche Rock Lee aveva ascoltato seduto in silenzio, sentendosi particolarmente inutile con le stampelle appoggiate al suo fianco.

Avevano discusso della situazione, del nuovo padrone della città che si era autonominato sindaco, ed aveva già licenziato lo sceriffo per mettere al suo posto uno dei suoi scagnozzi. E che a quanto pareva era il vero padrone dell'Akatsuki.
Non avevano parlato a lungo ed avevano convenuto che non c'erano molte alternative, che dovevano andare tutti ad affrontarlo, per liberare la regione di quella gentaglia una volta per tutte, e dovevano farlo subito, prima che quel tizio prendesse saldamente il controllo della situazione.

 – Ma come pensate di fare? –chiese perplessa Sakura ad un certo punto.

Aveva ascoltato quell'abbozzo confuso di piano, anzi, quell'idea fumosa, che consisteva semplicemente nell'andare da quella persona ed affrontarla.

 – Siamo io, Neji, Jiraiya e lo sceriffo Kakashi… siamo abbastanza, te lo dico io –concluse Naruto – e ci aiuteranno anche Sasuke e i suoi – aveva aggiunto guardando Sakura di sfuggita – gli ho parlato ieri –

 – Potete contare anche su di me –  intervenne Tsunade – mi ricordo ancora come si tiene in mano una pistola –

 – Voglio fare qualcosa anch'io – aveva detto Sakura a sua volta, decisa.

 – Perché non far venire anche Rock Lee e Chiyo a questo punto? – fece ironicamente Jiraiya – mancano solo i bambini e poi abbiamo il circo al completo –

 – Come ti permetti? – si era infuriata Tsunade, e ne era seguita un'accesa discussione che Jiraiya sembrava destinato a perdere.

 – Mi dispiace interrompere, ma è inutile parlarne ora –intervenne a un certo punto Kakashi, e i due si erano voltati verso di lui.
 – …per quel che ne so Madara Uchiha non è neppure in città in questi giorni – aveva continuato lui – secondo me dobbiamo studiare un po' la situazione e formulare un piano più decente – aveva concluso.

 – E mi sembra ovvio –brontolò Tsunade, ancora in collera – mi sembrate una massa di testoni, escluso Neji, ovviamente, che neppure parla –

 – E tu inve... – Jiraiya si era fermato a metà della parola e ci aveva ripensato – mi sembra di essere tornato ai vecchi tempi –borbottò tra i denti, ma non sembrava arrabbiato.

 – Sentite, che questo Madara sia al ranch? – aveva domandato Naruto ritornando al punto.

 – Ho un infiltrato là dentro, se solo riuscissi a parlargli! –fece Kakashi – ma non so se si può muovere al momento, avrà i suoi problemi anche lui, forse dovrei provare ad avvicinarmi al ranch e cercarlo –

 – Andiamo tutti e chiudiamo la partita, eh?! – aveva proposto Naruto, e l'idea gli piaceva proprio, semplice e diretta.

 – Non così e a casa loro, è troppo pericoloso – smontò l’idea Jiraiya – intanto io e Naruto andiamo all'appuntamento di Sasuke con Danzo, visto che non è stato annullato e qualcuno si presenterà... vediamo se scopriamo qualcosa... nel frattempo Kakashi cerca informazioni e ci aggiorniamo tra una settimana –

Erano restati d'accordo così e Sakura se ne era andata a letto poco più tardi, decisa a fare qualcosa anche lei, a non essere lasciata a casa ad aspettare: non poteva e non intendeva rimanere sempre ad aspettare con le mani in mano.
Si era addormentata tardi, il cuore che le batteva veloce nel petto, perché i giorni seguenti sarebbero stati cruciali e carichi di pericoli: per tutti loro, per tutte le persone che amava, e specialmente per Sasuke.

__________


Pochi giorni dopo Sasuke entrò da solo nella stanza in cui lo avrebbe dovuto attendere Danzo, Juugo aveva dovuto aspettare in piedi subito fuori dalla porta, mentre gli altri due erano restati a gironzolare all'esterno dell'edificio.

Sasuke aveva trovato il falso Danzo già seduto dietro ad una scrivania, probabilmente con l'unico scopo di intimidirlo, e si era seduto a sua volta sull'altra sedia libera.
Non c'era nessun altro nella stanza, e di fianco alla scrivania c'era una porta interna, chiusa, che Sasuke teneva sotto controllo con la coda dell'occhio. Non gli piaceva quella porta e non gli piaceva l'idea di dare le spalle all'altra porta, aveva tutti i sensi all'erta, pronto a scattare a qualsiasi minimo rumore.

Guardò l'uomo con curiosità: aveva un occhio scuro ed uno chiaro e non corrispondeva assolutamente alla descrizione che gli era stata fatta, ma non sembrava importargli.

 – Allora? –chiese lui dopo un po', annoiato.

Danzo o chi diavolo era aveva appoggiato una mano davanti a sé, sulla scrivania – Ci sono molte cose che dobbiamo discutere – aveva iniziato teatralmente, come se stesse recitando – ma al momento preferisco evitare discorsi lunghi, per cui... cosa vuoi esattamente per rinunciare ad ogni pretesa sul ranch? –  

Sasuke aveva sorriso leggermente.

 – Il ranch non mi interessa –  spiegò brevemente – ma voglio sapere esattamente cosa succede, e come e perché è morta la mia famiglia –

L'altro aveva battuto per un momento con le dita sul legno della scrivania, e lo aveva guardato con la sua faccia asimmetrica e inespressiva.

 – E' facile, è stato Orochimaru ad assassinare la tua famiglia per un suo qualche scopo, ed ora è morto – rispose velocemente.

 – Come siete venuti in possesso del ranch? – lo aveva incalzato lui – Chi c'è dietro? E poi, c'è davvero dell'oro, e che rapporto ha con tutto questo? –

L'altro non si era mosso e non aveva accennato a rispondere.

 – Se rispondete a queste mie domande – concluse Sasuke – vi cedo volentieri la mia metà del ranch –

Il finto Danzo non sembrava intenzionato a parlare e continuava a guardarlo con quell'espressione sconclusionata, che gli dava sui nervi... era pazzo?
Dopo un po' lui aveva scostato la sedia per alzarsi.

 – Sto solo perdendo tempo –

 – Aspetta un momento! – lo aveva fermato l'uomo – troveremo un accordo! –

 – Non c'è altro accordo – gli aveva spiegato lui alzandosi e dirigendosi alla porta.

 – L'oro non c'è, o meglio, non sappiamo dov'è... i tuoi sono stati uccisi troppo presto! –

Sasuke si era fermato e si era voltato, aveva fatto un passo verso la scrivania restando poi in piedi a fronteggiare l'altro.

 – C'era quest'oro –proseguì quello che si spacciava per Danzo – ed in qualche modo lo è venuto a sapere anche Orochimaru... li ha uccisi per quello... per niente –

 – Perché il ranch è restato abbandonato per anni? –

 – Perché – l'uomo aveva fatto una pausa – ci sono state delle indagini, e perché l'erede del ranch a quel tempo non poteva prenderne possesso, ma voleva impedire ad Orochimaru di usurpargli la proprietà, qualcosa del genere, non conosco i dettagli –

 – Chi sei tu? –

 – Mi chiamo Danzo e vengo pagato, tutto qui –

Sasuke in un lampo aveva afferrato la scrivania e l'aveva scaraventata addosso all'uomo saltandoci poi sopra.
Nel frattempo aveva estratto la pistola ed ora la puntava contro l'altro che era rimasto incastrato sotto al mobile e lo guardava sorpreso.

 – Balle –sibilò – tutte balle –

In quel momento la porta a fianco, quella interna, si era aperta e Sasuke aveva estratto l'altra pistola per puntarla contro l'uomo che stava entrando.

 – I giovani d'oggi – aveva osservato il nuovo venuto – non c'è più rispetto per nessuno –

 – Madara – aveva mormorato il finto Danzo tentando di rialzarsi.

 – Zio? – fece sorpreso Sasuke, senza abbassare le pistole – allora sei davvero in città –

 – Ma che bravo! Ti ricordi di me... eri solo un bambino – lo aveva guardato sorridente, una grossa cicatrice che gli attraversava la parte sinistra del volto e passava sopra l'occhio sinistro – ma immagino di essere riconoscibile, metti giù quelle pistole prima che qualcuno si faccia male – aveva aggiunto poi – ti spiegherò tutto io –

E mentre Sasuke abbassava le armi lui si chinava per sollevare la scrivania ed aiutare l'altro a rialzarsi.

 – Tu vai pure, Zetsu –concluse Madara sedendosi poi sul bordo della scrivania.

L'uomo aveva obbedito in silenzio, lanciando un'occhiata indecifrabile in direzione di Sasuke prima di uscire dalla stessa porta da cui era entrato l'altro.

 – Senza offesa nipotino –commentò quello in direzione di suo nipote – ma da bravo Uchiha dovresti riuscire a controllare meglio il tuo caratterino – aveva sorriso e la cicatrice aveva conferito alla sua espressione un'ombra sinistra – devi avere preso da tuo zio... sospetto che andremo molto d'accordo io e te –

Sasuke era rimasto in piedi, le pistole ora nei foderi, e lo studiava in silenzio.

 – Allora – iniziò Madara – innanzitutto, come avrai già capito, dietro a tutto ci sono io –

Sasuke ancora non aveva parlato e l'altro aveva presto proseguito.

 – Purtroppo, per miei piccoli, personali problemi, non ho potuto essere qui prima –

 – Avevano detto che eri morto – aveva parlato finalmente lui, sempre in piedi.

 – Chi, tuo padre e tuo zio? – non gli aveva lasciato il tempo di rispondere – bei fratelli minori – aveva sorriso ancora – mi hanno cacciato, mi hanno fregato i miei risparmi, e mi hanno anche dato per morto! – aveva guardato la faccia perplessa di suo nipote – forse è il caso che ti racconti le cose dall'inizio, anche se non ti piacerà... la famiglia Uchiha ha molti scheletri nell'armadio – si era sistemato meglio sopra alla scrivania ed aveva cominciato a raccontare.

 – Non voglio passare per santo – aveva premesso – sono stato in prigione fino ad ora a causa di alcune rapine, niente di serio, sentito parlare della grande rapina al treno di dodici anni fa? – aveva sorriso orgoglioso – montagne di lingotti d'oro sparite nel nulla? Ebbene, non sono finito mica in prigione per quella! – si era schermito – ma... – aveva sogghignato – quel capolavoro è opera mia –

Sasuke ancora non parlava e cercava di far entrare questa nuova informazione in uno schema plausibile, che desse senso a tutto quello che conosceva.

 – Tuo padre e tuo zio dovevano custodire i lingotti, era un favore personale che gli chiedevo, e me lo dovevano, visto che in fondo avevo lasciato loro l'intero ranch... invece – si era fermato ed aveva guardato fisso suo nipote – mi hanno fregato i lingotti e mi avrebbero denunciato se non fossi scappato, mi avrebbero fatto marcire in prigione... no... peggio... siccome, non per colpa mia, era morto qualche tizio durante quella rapina, mi avrebbero fatto impiccare, a me! che ho sempre pensato ai miei due fratellini piccoli! Praticamente li ho allevati io! – fece un'altra pausa, con un'aria rattristata che poco gli si addiceva – eppure… – aveva proseguito – ho pianto quando ho saputo cosa aveva fatto Orochimaru, vedi... – aveva abbassato la voce – in qualche modo ha saputo dell'oro, ma io l'ho fregato, non ha potuto impossessarsi del ranch come voleva, in fondo spettava a me... e a voi due ragazzi... come sono felice di sapervi sani e salvi! –
 – Bene – concluse poi saltando giù dalla scrivania – ora cerchiamo insieme quel dannato oro, poi facciamo finta di aver trovato una miniera e lo ricicliamo... o investiamo in qualche modo in bestiame, vedremo... quando saremo ricchi mi libererò di quella massa di delinquenti che purtroppo mi ha aiutato a fare quella rapina... e poi diventeremo dei grandi allevatori, io, te e tuo fratello Itachi… magari ci compriamo anche gli altri ranch, che dici? – aveva aggiunto alla fine sorridendo.

 – Allora? – aveva insistito impaziente mentre Sasuke ancora non diceva niente – Che ne pensi? –

 – Non so neppure se crederti – rispose lui alla fine – devo pensarci... Itachi? – aveva chiesto poi.

 – Tuo fratello? Danzo l'ha incontrato tanto tempo fa che vagava senza meta, ti aveva lasciato da poco in orfanotrofio, convinto che tu saresti stato molto meglio lì, e si sentiva molto solo senza il suo caro fratellino –

Sasuke aveva stretto i denti ma non aveva detto una parola.

 – Danzo lo ha preso sotto le sue ali – aveva continuato l'altro – ed io gliene sono stato davvero grato, e mi sono fidato di lui, quasi fidato... ma questo è un altro discorso... il fatto è che purtroppo allora ero in prigione per alcune sciocchezze che avevo commesso, non potevo prendermi cura di voi due – aveva allargato teatralmente le braccia – ma ora Danzo è morto, pace all'anima sua, e noi siamo tutti di nuovo insieme, Itachi sarà così felice di vederti... e a proposito... grazie per avere ucciso Orochimaru, hai fatto un favore a tutti noi, anch'io volevo vendicare la nostra famiglia –

Aveva fatto per avvicinarsi al nipote ma si era fermato, l'espressione fredda dell'altro era poco incoraggiante.

 – Bene –concluse invece – ora pensaci, e poi unisciti a noi, va bene? –

Sasuke guardava davanti a sé e pensava, pensava ad Itachi che non era stato per niente felice di vederlo, anzi… aveva fatto di tutto per allontanarlo, eppure suo zio aveva detto la verità su di lui, ora ne era sicuro, ed Itachi lo aveva lasciato in orfanotrofio convinto di fare il suo bene… ed ora, perché lo voleva tenere lontano? voleva proteggerlo, da chi? Da suo zio?
Lo guardò di sfuggita, non si fidava di lui, eppure tutto aveva un senso, anche le parole di quello dell'Akatsuki che lui aveva ucciso, era l'oro della rapina quello che cercavano, era l'oro della rapina che aveva creato tutto quello scompiglio in famiglia prima del massacro, a causa di quell'oro erano morti tutti... e lui credeva di sapere dove si trovava, sotto una montagna di detriti... perché ricordava i discorsi frammentati che aveva origliato, anche se all'epoca aveva pensato si riferissero ad altro oro, e se era così allora anche Itachi lo sapeva... e allora... e allora... doveva pensare, doveva pensarci.
Doveva parlare con Itachi.

 – Devo pensarci –ripeté tra sé e sé.

 – Ma certo! – aveva sorriso suo zio – ci rivediamo qui domani, va bene? –

 – Va bene – aveva mormorato lui ed aveva portato la mano alla maniglia della porta.

Si era fermato e si erano voltato leggermente verso Madara, il quale aveva allargato il sorriso mentre sussurrava – Sei solo un ragazzo – e poi, improvvisamente serio, aveva aggiunto – Attento a quello che fai –

Sasuke aveva sorriso un momento a sua volta, all'improvviso tutti i pezzi del puzzle che si incastravano – Sei stato tu a dire dell'oro ad Orochimaru – mormorò – eri tu il suo complice –

Si voltò lentamente, le mani lungo i fianchi, e lo scintillio minaccioso nell'occhio di Madara sembrava rispondere da solo.
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Julia83: Ciao! Grazie della recensione come sempre!! Effettivamente la difficoltà di comunicazione, soprattutto tra maschio e femmina, è una cosa che mi ha sempre incuriosito.. seeembra facile comunicare, tu spieghi le tue ragioni, l'altro le sue, ed è fatta, nooo?! E invece no accidenti! In realtà qui posso solo accennare a queste cose, ci sono tutte quelle altre complicazioni (leggi azione!)! Fortuna che ho chiarito un po' di cose.. ci sono stati dei momenti in cui ho pensato di avere ingarbugliato tutto troppo.
Forse Sakura era troppo 'piccola' per capire Sasuke all'epoca.. non che abbia fatto molti progressi:( , almeno Naruto ha detto che finalmente capiva Sasuke.. lei.. mah!
Insomma, da qualunque parte la giri lei sembra sempre restare indietro.. vedremo ora, anche se anch'io ormai sono rassegnata alla probabile 'figura di emme'. Ho anche buttato giù una shot che prosegue il capitolo 482.. ma non so se postarla, dovrei farlo prima dell'uscita dell'altro! Ci penso.. Un bacione, a presto.


881: Ciao! Questo capitolo risponde alla tua domanda sull'oro.. e almeno questa volta ti ho tolto il dubbio! Grazie ancora per la recensione!!

coccolina: Ciao!! Non sai quanto mi abbia fatto piacere ricevere la tua recensione! Sì, mi faccio sempre troppe paranoie.. Grazie per esserti presa la briga di scrivermi per farmi i complimenti e grazie per le tue parole incoraggianti, di cuore! Un bacione!

kry333: Su Sasuke hai perfettamente ragione.. faccio sempre una faticaccia a descriverlo!! Tutta colpa sua che è così complicato.. d'altronde se fosse semplice non lo guarderemmo neppure! :D Intanto grazie per la recensione, come al solito.
Danzo mi ha deluso perchè speravo quasi che fosse davvero 'cattivo'.. invece così è solo un vigliacco (prendere un ostaggio!) che con la scusa del bene del villaggio si macchia di atrocità convinto anche di essere nel giusto (tipo ufficiale nazista insomma).. o almeno questo penso io, ecco.. magari sono solo io!!:D Ed ora? Hai letto? Suppongo che quello di Sakura sia un piano.. sono curiosissima.. ma non voglio illudermi visti i precedenti!! Ciao e grazie ancora!!


miry_28: Ciao! Non preoccuparti per il ritardo! Anche perchè non lo sei.. la storia non è ancora finita :) Grazie mille invece!


RBAA: Grazie! La prima parte della fic l'avevo già vista e rivista.. tutti questi ultimi capitoli invece li avevo solo buttati giù e li sto riscrivendo ora, per cui non ho il tempo di rileggerli a mente fredda! Per quello li trovo tutti così.. insoddisfacenti! (a parte la mia inguaribile paranoia ovviamente).  Per il resto.. in realtà non manca molto alla fine della storia.. mancano pochi capitoli ormai, due, o tre, così non devi soffrire a lungo per vedere cosa succede.. perchè mi sento così incredibilmente malvagia nel lasciare tutti questi dubbi? Grazie ancora!

   
 
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