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Autore: mafalda    16/07/2005    1 recensioni
ho volato con la fantasia, ma ero in astinenza da potter, è una storia decisamente lunga che ancora non ha un finale, ma ci sto lavorando... tante novità, alcune poco gradite sconvolgono la vita di Harry
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ninna nanna

Ninna nanna

Severus non provò dolore quando l’incantesimo lo colpì, si sentì leggero come se non avesse peso, dopo una momento di sorpresa si guardò intorno, era nella sua aula, ma c’era qualcosa di diverso, non era con i suoi alunni, era solo e la classe era diversa, sembrava che fosse quella del passato, non riusciva a capire. Si sedette su un banco e si guardò attorno aspettando che qualcuno gli spiegasse quello che stava accadendo. Non seppe quanto tempo restò seduto, ma il solo fatto di essere lì in silenzio a riflettere gli diede un senso enorme di pace, ripensò a quanto amasse quella scuola, a quanto avesse lottato per farsi accettare dagli altri professori e dagli studenti, ricordò la prima volta che vide Harry seduto sul suo banco a prendere appunti, si rivide lottare con Raptor per impedirgli di fargli del male, nonostante si comportasse come un perfetto bastardo, voleva bene al figlio di Lily e James, li rivedeva nei suoi occhi e nel suo sorriso. Si vide giovane con un bambino biondo sulle ginocchia che gli sorrideva con la sua bocca sdentata. Vide Petunia che si offriva a lui, vide il dolore di Lily e quello di Narcissa, poi vide Sirius. Quanto tempo avevano sprecato ad odiarsi, a farsi del male solo perché erano talmente orgogliosi che non avrebbero mai ammesso di aver sbagliato, non gli aveva mai detto di volergli bene, non gli aveva mai detto di Draco, di Narcissa… di Lily, avrebbe potuto tradire il segreto e spifferare tutto a tutti in modo tale da salvarla, ma non c’era riuscito,non avrebbe potuto vedere negli occhi della sua amica la delusione e il disprezzo. Aveva taciuto e l’aveva vista morire, insieme all’uomo che gliel’aveva portata via, si era accorto che non sarebbe mai più stato lo stesso uomo dopo aver visto gli occhi di Lily, spalancati e vuoti. È strano, si diceva spesso, come gli occhi di una persona cambino, da morta gli occhi della donna erano diversi, non ardevano più, il suo corpo era come un guscio vuoto, un involucro svuotato della parte più importante, sembrava piccolissima e fragile. Lily non c’era più. Per Sirius le cose erano state diverse, lui era caduto, dietro a quel velo maledetto dal quale nessuno era riuscito ad uscire, l’aveva lasciato di nuovo da solo a combattere, si chiedeva se si fosse accorto di quello che succedeva se avesse pensato a lui o a Harry, a Lupin e a quanto avrebbero sofferto. Ricordò la sera che Silente gli raccontò tutto quello che era accaduto nell’Ufficio Misteri, il suo cuore si era fatto di piombo e aveva provato il dolore più grande della sua vita. Non aveva potuto vedere suo fratello per l’ultima volta dirgli di Draco dirgli che gli voleva bene. Lo vide da ragazzo, lo aveva sempre invidiato, aveva una bella vita, mentre la sua era stata terribile, lo vide uomo quando lo insultava chiamandolo mangiamorte, lo vide cane, lo vide a scuola quando era tornato per Harry. Gli mancava. Si voltò perché sentì un rumore dietro le sue spalle e si specchiò in due occhi verde smeraldo, non riusciva a capire, non era Elioxe, era lei, la sua Lily.

-         Ciao Severus, da quanti anni non torni qui da me, pensavo che ti fossi dimenticato di me, eppure sei venuto tante volte.

-         Lily… che ci fai qui?

-         Sono tornata  per te, mi hai chiamata qualche mese fa.

-         Già, mi sei mancata. Sono morto?

-         Non ancora, Voldemort ti ha quasi ucciso, ma come al solito non ha calcolato le conseguenze del suo incantesimo.

-         Dove siamo?

-         Qui… Ti ho osservato in questi anni, hai cresciuto bene Draco e con Harry sei sempre stato meraviglioso, lo hai salvato molte volte…

-         Non gli ho potuto impedire di soffrire.

-         Nessuno può, lo sai, non ti dare colpe che non hai, non portare il peso dei morti, noi non siamo morti per causa tua. Tu non hai colpa.

-         Non è vero, almeno Sirius avrei potuto salvarlo.

-         Quante persone hanno colpa per la mia morte? Tu, Harry, Silente, Remus… troppe persone per un uomo solo.

Severus si voltò e osservò il volto di suo fratello, gli sorrideva, si specchiò in quegli occhi blu, era felice.

-         La colpa di quello che è successo è di Voldemort e di quella pazza di Bellatrix, voi non c’entrate, quando torni dillo anche agli altri.

-         Io non voglio tornare.

-         Sì lo farai Mocciosusintervenne James – lo farai perché i ragazzi hanno bisogno di te, non li puoi lasciare soli.

-         Io voglio restare con voi.

-         Allora non ci sono problemi visto che verremo con te. Vi staremo accanto fino a che la guerra non sarà finita.

-         Draco mi odia… anche Harry.

-         Non è vero – riprese Lily – te lo posso dimostrare… guarda.

La stanza intorno a loro si dissolse e si trovarono in infermeria. Severus ebbe un mancamento quando vide il suo corpo steso sul letto. Accanto a lui il suo figlioccio e Harry lo guardavano e gli parlavano. Li sentiva lontani come se parlassero in un altro mondo o in un altro spazio.

Se la caverà” ripeteva Harry a Draco “ lui è forte, più di quanto tu possa credere e se ha anche una sola goccia dello stesso sangue di Sirius, lui ce la farà”

“ Harry, non capisci? Io l’ho deluso, sono un mangiamorte uno schifoso servo dell’oscuro Signore”

“ No, tu sei solo Draco, il nostro amico, il suo figlioccio e solo per uno sfortunato caso quel coso è sul tuo braccio. Troveremo un modo per riportarlo qui, ora ha anche zia Petunia da accudire… e tua madre da proteggere, hai visto quanto tempo ha passato qui in infermeria in queste settimane?”

“ Gli ha sempre voluto bene, da che mi ricordo lui ha avuto un posto speciale nella nostra famiglia, l’ho ritenuto un padre… sicuramente migliore di quello che mi ha cresciuto e che mi ha ridotto così. Harry…? Ti dispiacerebbe lasciarmi solo?”

Il moretto si allontanò e in infermeria rimasero solo il professore e l’ex serpeverde. Il ragazzo prese tra le sue mani quelle dell’uomo e sottovoce iniziò a cantargli una vecchia ninnananna, la stessa che aveva sentito da piccolo cantata dall’uomo che aveva di fronte.

“ Ascolta il rumore delle onde del mare ed il canto notturno dei mille pensieri dell’umanità che riposa dopo il traffico di questo giorno che di sera si incanta davanti a un tramonto che il sole le dà, respira, e da un soffio di vento raccogli il profumo dei fiori che non hanno chiesto che un po’ di umiltà, e se vuoi puoi gridare e cantare che hai voglia di andare e cantare che ancora nascosta può esister la felicità”

“ Ricordi Zio,me la cantavi sempre, anche l’anno scorso dopo la notte nell’ufficio misteri… ora so quanto ti è costato venire a confortarmi quando il tuo cuore era straziato dal dolore. Mi hai insegnato ad amare, a stare dalla parte giusta a non avere paura della vita, a non sottomettermi mai. Ma mi hai anche mentito, tradito e escluso dalla tua vita… perché non mi hai detto che stavi soffrendo… io ti sarei stato vicino. Era tuo fratello e il mio vero padre, ma Harry mi ha fatto capire che i veri genitori sono coloro che ti crescono, quelli che ti stanno sempre vicino e questo lo hai sempre fatto tu, quindi se ho un padre… quello sei tu.”

-         Vedi- riprese Lily abbracciando un Piton molto molto provato – ti ama, Sev, lui ti considera suo padre e non è poco. Pet sta malissimo e Harry come al solito si sente in colpa… devi tornare.

-         Evans ha ragione- intervenne Sirius – loro ti amano, quello è il tuo posto.

-         Non sono degno del loro amore. Sono un mostro, nessuno mi dovrebbe amare… io sono un mangiamorte, lo sono stato per 3 anni, ho ucciso, ho torturato persone innocenti con la sola scusa che era il mio compito… ho permesso a Lucius di marchiare il mio piccolo Draco… gli ho mentito, nascosto troppe cose della mia vita… anche a te Sirius ti ho mentito e vorrei che non fossi morto, vorrei poterti dire quello che provo avendoti davanti gli occhi in carne ed ossa, non un’ ombra…

-          Cosa mi hai nascosto?

-         Draco è tuo figlio, nato dall’amore tra te e Narcissa, io dovevo dirtelo, ma credevo che fossi stato tu a tradire Lily e James

-         Lo sapevo, Narcissa mi ha scritto quando sono scappato da Azkaban. So perché non me lo hai detto e non stava a te farlo, con me non hai nessun debito, semmai sono io a esserti debitore per come hai cresciuto il mio bambino. È forte, coraggioso e in grado di amare, questo glielo hai insegnato tu. Grazie.

-         Sirius… ti voglio bene… davvero.

-         Anche io Mocciosus

-         Ora devi tornare. – intervenne James – i ragazzi hanno bisogno di te, Petunia ha bisogno di te.

Draco teneva stretta quella mano da ormai un mese, si allontanava solo per le lezioni e per mangiare, per il resto era sempre con lui. Gli aveva parlato gli aveva domandato perdono, aveva provato tutto per riportarlo a se, aveva cantato la ninnananna un milione di volte, ma non aveva avuto nessuna risposta.

“ Ancora, è già tardi ma rimani ancora. Per poter gustare ancora un poco quest’aria scoperta stasera e domani ritorna a quest’ora tra la gente che soffre e che spera  tu saprai che nascosta può esistere la felicità”

“ Torna da me… ti prego, io sono uno stupido ad averti detto che sei un fallito, che ti odio, non lo penso sul serio, ti voglio bene… non lasciarmi solo”

Una lacrima scese sulle guance del ragazzo e cadde sulle labbra del professore, che come destato da un lungo sonno aprì gli occhi e disse:

-         Io non ti lascerò mai solo, sarò sempre con te.

-         Severus… sei vivo… sei tornato… Dio, quanto sono felice.

Sono qui con un nuovo capitolo… grazie Kelorin… almeno tu non mi hai abbandonato… dimmi che ne pensi… la storia si fa più folle…

                                               Baciotti Mafalda

  
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