Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Ekija89    15/02/2010    3 recensioni
“Ma che cosa si aspetta”penso Hermione” che Ron chiuda i libri si alzi e vada con lei dentro quello squallido sga…..”
Proprio in quel momento Ron poggio il libro sul prato e si alzo in piedi.(Dal capitolo 1)
Sto riscrivendo la storia. Leggete in tanti e ditemi che ne pensate.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Lavanda Brown | Coppie: Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 8

Arrivata al castello Hermione si diresse verso la torre di Grifondoro per andare a prendere i libri che le servivano per studiare.

Salendo le scale incrociò Lavanda e Calì che andavano nella direzione opposta.

“Possibile che ci abbiano messo tutto quel tempo per farci uscire da quel maledetto bagno?” sentì chiedere dalla voce di Lavanda che l’aveva appena superata lanciandole un occhiataccia.

La riccia non riuscì a trattenere un sorriso. Quell’incantesimo per le porte era fantastico, il migliore che avesse mai trovato. E gli altri che la criticavano sempre per le sue letture alternative.

Arrivata nella sala comune la trovò praticamente deserta. Salì nel dormitorio e si sfilò la giacca mentre cercava i libri che le servivano per la ricerca e quelli che doveva restituire in biblioteca. Li trovò tutti meno uno.

“Ma dove l’ho messo?” sbuffò. Provava un enorme fastidio quando non trovava le cose, per fortuna era ordinata e non le capitava spesso.

“Ah già, l’ho messo in borsa” disse e con un movimento automatico si portò una mano sul fianco, dove avrebbe dovuto esserci la tracolla.

La borsa però non c’era. Eppure non lei non ricordava di averla tolta. Diede una rapida occhiata per la stanza, ma della borsa non c’era traccia.

“Dove posso averla messa? All’uscita dei tre manici di scopa l’avevo ancora, ci ho messo dentro la bacchetta” ragionò ad alta voce. “Quindi devo averla lasciata … al campo da Quidditch” concluse “Maledizione.”

Ore le toccava uscire di nuovo dal castello per andare a prendere la borsa, non poteva presentarsi a lezione senza la bacchetta il giorno dopo.

Così però correva il rischio di incontrare Ron. Si era ripromessa di parlargli, ma non era pronta a farlo così presto.

D’altro canto doveva recuperare la sua borsa.

“Forse posso intrufolarmi senza che se ne accorga, o magari posso nascondermi fuori al campo e aspettare che vada via” si trovò a pensare.

Guardò l’orologio. Erano le sei passate, non si era accorta che fosse così tardi. La cena era già cominciata.

“Bene” pensò “Ron sarà già in sala grande a quest’ora. “E’ sempre tra i primi ad arrivare, soprattutto dopo aver giocato a Quidditch.”

Tranquillizzata prese la giacca e la indossò un'altra volta. Poi uscì dal dormitorio e con calma si incamminò verso l’ingresso. Non c’era più nessuno in giro per il castello. Arrivata avanti al portone si fermò un secondo ad ascoltare il vociare che proveniva dalla sala grande, quasi sperasse di distinguere la voce di Ron dalle altre. Poi si ricordò che aveva poco tempo prima che Gazza chiudesse il portone d’ingresso  e riprese il suo cammino verso il campo.

Fuori faceva molto più freddo di prima. Si strinse meglio nella giacca e si sfregò le mani per scardarsele.

Quando fu più vicina al campo constatò che le luci erano effettivamente spente, cosa che la rassicurò ulteriormente.

Entrò dall’ingresso che portava agli spogliatoi. Nel farlo urtò il cancello che era spalancato e quello si chiuse alle sue spalle facendo rumore.

Provò a riaprirlo, ma quello non si muoveva. Le serviva la bacchetta. Lasciò perdere il cancello e  cominciò a cercare la borsa. Probabilmente l’aveva lasciata su una panchina nello spogliatoio, ma era meglio controllare in giro.

Mentre percorreva il corridoio iniziò a domandarsi come’era andato il resto della giornata a Harry e Ginny.

Era sicura che la sua migliore amica le avrebbe fatto una cronaca dettagliata una volta che si fossero trovate sole, ma chissà quando sarebbe capitato. Da oggi in poi avrebbe passato meno tempo con i suoi migliori amici e si sarebbe trovata sempre più spesso sola con Ron.

Il pensiero non le dispiaceva affatto, certo se avessero ricominciato a parlarsi sarebbe stato meglio.

“Possibile che Ron c’entri sempre qualcosa?” pensò la riccia. “Qualunque cosa faccia gira e rigira mi trovo sempre a pensare a lui.” Ormai era arrivata alla porta dello spogliatoio e stava per aprirlo.

“Ho provato a togliermelo dalla testa, ma me lo trovo sempre avanti. Ogni volta che giro l’angolo mi trovo di fronte…”

“Oh, mio Dio, Ron!!!” gridò Hermione.

Aveva appena aperto la porta dello spogliatoio. Si era aspettata di trovarlo vuoto, invece nel mezzo della stanza c’era Ron a torso nudo, con solo un boxer addosso.

“Hermione, che diamine ci fai qui?” chiese il ragazzo quasi urlando mentre prendeva un asciugamano per coprirsi. Le sue orecchie erano rosso fuoco.

Hermione era rimasta per un attimo pietrificata sulla porta, non sapendo che fare. Guardava Ron che si era coperto alla buona con un asciugamano e si sentiva avvampare.

Quando si accorse di quello che stava facendo (guardava Ron con un rivolo di saliva all’angolo della bocca N.d.A.) si sentì ancora più imbarazzata.

Si portò le mani sugli occhi e balbettò:

“S-scusa, non v-volevo … mi serviva la borsa. Perdonami i-io …” ma non finì la frase.

Sempre con gli occhi coperti si girò cercando a tentoni la porta. Fece per uscire di corsa, ma il suo tentativo fallì.

BANG. Colpì in pieno la porta e per la violenza dell’urto si trovò stesa a terra.

Per un momento la vista le si annebbiò, aveva gli occhi pieni di lacrime. Poi vide una macchia rossa danzarle avanti al viso e sentì due mani che la afferravano per le spalle.

“Hermione, Hermione mi senti?” le chiese la voce di Ron. “ Va tutto bene? Hai sbattuto la testa?”

“Credo che la porta mi abbia colpita in fronte” disse Hermione  mettendo a fuoco il ragazzo.

“Dicevo dopo. Quando sei caduta a terra.” Chiese Ron premuroso mentre le tastava il cranio.

“Ahi” fece la ragazza quando Ron le toccò un punto della nuca che si stava già gonfiando.

“Direi proprio di si” concluse il rosso senza aspettare la risposta dell’amica.

“Non mi fa male” disse la riccia imbarazzata notando che Ron aveva ancora solo un asciugamano a coprirgli i boxer. Cercò di alzarsi, ma la  testa le girava. Stava per finire nuovamente sdraiata, ma il ragazzo la trattenne.

“E’ meglio che ti sdrai su una panchina” le disse mentre l’aiutava ad alzarsi e a stendersi sulla panca più vicina. Poi prese un asciugamano e gliela mise sotto la testa per farla stare più comoda.

Hermione intanto cercava di distogliere lo sguardo che sempre più spesso le finiva sugli addominali dell’amico.

“Tutto bene?” chiese Ron “Hai uno sguardo strano.”

“Benissimo” sputò fuori Hermione temendo di essere stata scoperta “Forse ci dovrei mettere un po’ di ghiaccio però.” Nel dirlo si poggiò una mano sulla fronte.

“Già, mi sembra che si stia gonfiando. Aspettami qui.”

Detto questo Ron si allontanò. Hermione alzò lo sguardo verso il soffitto cercando di calmarsi.

Era imbarazzata per la doppia figuraccia che aveva appena fatto  e l’avere Ron mezzo nudo che si occupava di lei non l’aiutava di certo a rilassarsi.

Mentre faceva dei lunghi respiri per recuperare la calma sentì l’acqua della doccia scorrere. Poco dopo Ron ricomparve. Aveva messo un pantalone e aveva la maglia al contrario.

Spero che non si sia accorto che lo stavo fissando” pensò Hermione mentre tutti gli sforzi che aveva fatto per calmarsi venivano vanificati.

“Ti ho portato il ghiaccio”le disse il rosso poggiandole un impacco fatto con un asciugamano in fronte. “Devi metterlo anche sulla nuca dopo.”

“Grazie” rispose Hermione.

Ron si sedette su una panca di fronte alla ragazza. I due rimasero qualche minuto in silenzio. Poi Hermione tentò nuovamente di rimettersi seduta e Ron si alzò per aiutarla.

Il tentativo ebbe successo e dopo aver nuovamente ringraziato l’amico spostò il ghiaccio dalla fronte e cominciò a massaggiarsela.

“Ti fa male?” le chiese subito il rosso preoccupato.

“No, ma mi si stava ghiacciando il cervello” rise.

Per tutta risposta Ron le si avvicinò ancora di più e le poggiò una mano sulla fronte. Il contatto con la sua pelle calda la fece rabbrividire.

“Così va meglio.” Si voltò verso il ragazzo. Aveva i capelli arruffati e i suoi occhi azzurro mare erano preoccupati. “Sto bene” gli disse per rassicurarlo.

“Sei sicura?”

“Certo”

“Mi hai fatto proprio preoccupare. All’inizio non mi rispondevi.”

“Scusa se ti ho spaventato, non volevo. Ora però è tutto passato. Spero solo che non mi rimanga il segno.”

“Mi sa che un bel livido non te lo leva nessuno” disse levandole la mano dalla fronte e avvicinandosi per controllare i danni.

I loro visi ormai erano a pochi centimetri di distanza. Il cuore di Hermione presa e battere furiosamente mentre ripensava a quel giorno in riva al lago.

“Si è gonfiato un po’” disse Ron spostando gli occhi dalla fronte della ragazza e fissandoli nei suoi.

Si guardarono per qualche istante, poi Ron si allontanò e si alzò in piedi.

“Sarà meglio che ti porti da Madama Chips”

“Non è necessario” Disse Hermione tentando di tornare lucida “ti ho detto che ora sto bene.”

“So che sono un ottimo dottore” scherzò “ ma mi sentirei meglio se ti controllasse lei. Non vorrei che la botta ti avesse danneggiato il cervello. In quel caso non avrei più nessuno da cui copiare i compiti.”

“D’accordo acconsentì la riccia dandole un buffetto “ma per i compiti non ti assicuro niente.”

Non era una cattiva idea andare da Madama Chips, magari lei poteva farle sparire i segni.

“Bene, aspetta che prendo la mia roba.”

“Anche io devo prendere la borsa” si ricordò Hermione. Si alzò in piedi e si guardò intorno in cerca della sua tracolla, ma non c’era.

“Ron per caso hai visto la mia borsa?”chiese girandosi verso il ragazzo.

“No, com’è fatta?”

“E’ una tracolla nera con un pupazzo a forma di panda.”

“Credo che l’avesse Ginny quando è andata via. L’avrà presa per portartela.”

“Perfetto, ho fatto un viaggio a vuoto.”

“Eri venuta a prendere la borsa allora!?!”

“Si, altrimenti perché?”

“Beh non lo so” disse Ron arrossendo. “Comunque è ora di andare.”

“ok”

Si avviarono entrambi verso la porta.

“Attenta a nona andare a sbattere” la prese in giro il ragazzo.

Hermione gli rispose con una linguaccia, ma non riuscì a trattenere un sorriso.

Era sorpresa di come fosse facile parlare con Ron ora. Certo le ci era voluta una quasi commozione celebrale, me se questo era servito per far tornare le cose alla normalità ne era valsa la pena.

Arrivarono al cancello e Ron provò ad aprirlo senza successo.

“Mi sa che serve la bacchetta” gli disse Hermione.

“Devi pensarci tu allora” disse Ron “ io non ho la mia bacchetta.”

“Come sarebbe a dire che non hai la bacchetta?” chiese Hermione.

“L’ho data a Ginny mentre io provavo il vestito da cerimonia e mi sono scordato di riprenderla. Qual è il problema?”

“Il problema è che nemmeno io ho la mia bacchetta” disse Hermione con tono allarmato “era nella mia borsa. Quella che sono venuta e cercare e che tua sorella ha portato via.”

“Dannazione” fece Ron  “Tu aspettami qui, io vado a vedere se c’è qualche porta aperta.”
“OK” rispose la ragazza mentre lo guardava allontanarsi.

“Che situazione assurda” pensò mentre aspettava il ritorno dell’amico. “ Prima non riuscivo a stare da sola con lui nemmeno per 5 minuto e ora siamo chiusi qui dentro.”

Questo le fece tornare alla mente la promessa che si era fatta qualche ora prima. Se avesse capito come si sarebbe ,essa la situazione non avrebbe fatto nulla del genere.

“Niente da fare!” sentì dire da Ron che si stava avvicinando “anche le porte per entrare nel campo sono chiuse.”

“E ora che facciamo?”

“Non possiamo fare altro che aspettare. Prima o poi si accorgeranno che ci siamo e verranno a cercarci. Oppure ci troverà qualcuno che viene a fare allenamento.”

“Quello che mi preoccupa è quanto tempo ci metteranno a trovarci. Io devo finire una ricerca.”

Ron iniziò a ridere.

“Che c’è?” chiese Hermione.

“Possibile che ti preoccupi dei compiti anche ora? Nemmeno una doppia botta in testa è riuscita a darti un giusto ordine delle priorità.”

“Per tua informazione le mie priorità non hanno niente che non vada Ronald” ma nel dirlo anche lei cominciò a ridere.

“Bene visto che di studiare non se ne parla sarà meglio trovare una sistemazione per la notte.”

“Sistemazione per la notte” chiese Hermione smettendo di ridere.

“Già, a quanto pare ci toccherà passare la notte qui, quindi è meglio trovare una sistemazione comoda.”

“Dubito che si possa trovare una sistemazione comoda qui o nello spogliatoio.”

“Vedremo che si può fare. Vieni.” Le disse porgendole la mano.

Hermione la guardò per qualche istante poi la afferrò e si lasciò trascinare fino allo spogliatoio.

“Tu siediti” disse il ragazzo “ci penso io.”

Hermione obbedì e si mise in un angolo ad osservare l’amico che si metteva all’opera.

Avvicinò due panche sotto al muro, poi prese tutte le asciugamani pulite che c’erano e le stese sulla panchina per renderla più confortevole. Ne lascio un paio piegate, probabilmente per usarle come coperte.

“Ecco fatto signorina, lei può dormire qui.”

“E tu dove dormi?”

“Il mio letto è quello” disse indicando un'altra panchina spoglia dall’aria tutt’altro che accogliente.

“Sei sicuro che non vuoi metterti qui? Dopotutto l’hai fatto tu!”

“Non preoccuparti. E poi come mia paziente devo assicurarti le cure migliori.”

“Cero dottore, come vuole lei.” Rise nuovamente.

Era così facile ridere con Ron e scherzarci … e litigarci … quello era fin troppo facile.

“Dai provalo” la esortò Ron indicandole il letto improvvisato.

“Non è un po’ presto per andare a letto?”

“Forse, ma prima andiamo a dormire prima ci sveglieremo e ci troveranno. Ma se non vuoi…”

“No, andiamo a dormire, hai ragione tu.” Disse la ragazza avvicinandosi al letto. Si mise a sedere sulla panchina tastandola con la mano per constatarne la consistenza.

“Allora com’è?”

“Non è un materasso di piume d’oca, ma direi che mi posso accontentare.”

“Allora mettiamoci a dormire” disse il rosso dirigendosi verso la sua panchina “Buonanotte”.

“Buonanotte Ron.”

Hermione si stese e si poggiò un asciugamano addosso. Si coprì come meglio poteva e chiuse gli occhi. Rimase stesa ad ascoltare il respiro di Ron a pochi metri da lei sperando che il sonno arrivasse presto.

 

 

 

Ciao a tutti. Finalmente ho avuto tempo per postare questo nuovo capitolo. E arrivato un po in ritardo, ma gli esami mi hanno tenuta impegnata.

Spero che vi sia piaciuto , fatemi sapere. Un saluto a tutti e un grazie a tutti.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Ekija89