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Autore: ele_lele    16/02/2010    3 recensioni
Cosa succederebbe se una Grifondoro e un Serpeverde si innamorassero? E se in particolar modo i ragazzi in questione fossero Hermione Granger, Grifondoro per eccellenza, e Draco Malfoy, infido e seducente Serpeverde?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cap 14
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CAPITOLO 14
MI SONO INNAMORATA

“Mi sono innamorata
delle mie stesse ali d'angelo,
delle mie nari che succhiano la notte,
mi sono innamorata di me
e dei miei tormenti.
Un erpice che scava dentro le cose,
o forse fatta donzella
ho perso le mie sembianze.
Come sei nudo, amore,
nudo e senza difesa:
io sono la vera cetra
che ti colpisce nel petto
e ti da larga resa.”
Alda Merini








L’aula di Incantesimi non era mai stata così chiassosa.
Vitious si guardava intorno, chiedendosi che fine avessero fatto i cari vecchi buoni e calmi Grifondoro, e se i quieti Tassorosso fossero sotto maledizione.
Era un caos infernale.
-Ragazzi, ragazzi silenzio- esordì con tono autorevole, senza però essere neppure preso in considerazione.
-…Ti dico che era lei. Hermione Granger….-
-…proprio così; non sai quello che ti sei perso…-
-…eccola lì, in prima fila come sempre. Ma la vedi?-
-…a me sembra normale. Insomma, come sempre…-
-…stai scherzando? No dico, hai visto la gonna? La minigonna?-
-…affare fatto. Dieci galeoni che non è in sé…-
-…per te è un incantesimo venuto male?-

Vitius si guardò intorno sconsolato. Ma che avevano tutti quanti da cicalecciare in quel modo?
E pensare che ancora non era uscito l’ultimo numero di Strega Moderna…
-Ragazzi, fate silenzio!- provò di nuovo, ottenendo gli stessi risultati di prima.
-…Io ti dico che è così da stamattina…-
-…incredibile…-
-…ma è davvero proprio lei? Hermione Granger Prefetto di Grifondoro?-
-…io alzo… quindici galeoni, tanto ho la vittoria in tasca…-

-Insomma ragazzi, state zitti!-
Un’alunna, una bella ragazza, era seduta in silenzio in prima fila.
La ragazza in questione era la chiacchieratissima Hermione Granger.
E si stava fissando le unghie con un’insistenza da paura.
-Ragazzi, vi prego… fate silenzio…- implorò Vitious.
-Professore?- una mano alzata, unghie laccate di un colore che prima non avrebbe mai osato sfoggiare con tanta naturalezza.
Il viso mostrava un’espressione di tedio che lei stessa riusciva malamente a mascherare, arricciando lievemente le labbra carnose coperte da un pesante strato di rossetto, e inarcando un sopracciglio in un modo molto eloquente.
-Si, signorina… Granger?-
-Volevo chiederle quanto manca alla fine dell’ora-
Mai, in tutti e sette gli anni, lei aveva osato tanto.
Continuava a guardarsi impudentemente le unghie, con un’attenzione che prima riservava solo allo studio.
Ernie aveva gli occhi fuori dalle orbite e la mandibola in caduta libera verso il pavimento.
Lavanda e Calì invece la guardavamo amorevolmente, come a fissare una sorellina più piccola e impacciata che prova i loro vestiti solo perché le adora e vorrebbe imitarle in tutto.
-Qualcuno ha uno specchietto?-
Lavanda aveva gli occhi lucidi.
Come aveva potuto non accorgersi che dietro la facciata superba e secchiona di Hermione Granger c’era un animo così nobile?
Come aveva fatto a non notare che in fondo erano così simili?
Calì tirò su col naso, e rivolse a Lavanda uno sguardo luccicante di lacrime che minacciavano di uscire in una splendida imitazione degli spettacolari pianti di Cho Chang; poi, tornò a rivolgere tutta la sua silenziosa ammirazione alla Prefetto Grifondoro.
-Signorina Granger, la prego di prestare attenzione alla mia lezione- ordinò Vitious, gonfiando il petto.
-Ma anche no. E poi come faccio a fare due cose contemporaneamente?-
-E cioè? Prendere appunti?-
Hermione Granger, prefetto Grifondoro gli rivolse un’occhiata che sarebbe bastata a congelare l’Inferno –sta scherzando?- chiese serissima –mi verrebbero i calli e avrei mani orripilanti e inguardabili di qui a breve! No, no, grazie, non fa per me… no, in realtà avrei un’impellente necessità di capire dove portare la riga-
-Prego?-
-Ma si… lei che dice, mi sta meglio a destra o a sinistra? Adesso va di moda a sinistra, ma a me l’occhio destro piace scoperto, quindi dovrei portarla a destra…-
-Perché non la fa in mezzo e amen?- domandò l’omino, incredulo di tanta sfrontatezza.
-Sta scherzando vero? No, dico, la riga in mezzo è un vero obbrobrio, un suicidio sociale. Non vorrà mica la mia morte, vero professore?-
Uno sbuffo e si capì perfettamente quello che il professore di Incantesimi pensava di acconciature e affini.
Anche perché per lui il problema non si poneva: un bel cranio pelato era la soluzione a certi problemi esistenziali.
Ronald continuava a guardarla rapito, mentre Harry perseverava a picchiare la testa contro ogni superficie solida che avesse sotto tiro: adesso per esempio stava facendo quello che il suo migliore amico avrebbe definito un buon uso del banco.
Ci si spaccava sopra la faccia.
Letteralmente.
Senza nessuno che lo fermasse.
-Professore?-
-Si, signorina Granger?- il tono era quello di chi aveva esaurito da un bel pezzo non solo la pazienza, ma anche le scorte di pazienza, e risponde in modo educato solo per un abituale cortesia.
Vedendo che non rispondeva ma continuava a guardarsi le unghie, decise di azzardarsi a continuare-aveva bisogno di qualcosa?- la voce leggermente incrinata di chi si trattiene a stento dal fare una scenata, le parole affettate e ricercate per non risultare troppo accondiscendente e tenero ma neppure troppo rigido e freddo.
-Posso andarmene?- il tono di chi fa una domanda alla leggera, mille farfalle colorate in un vento primaverile, una risata infantile che riecheggia nel luogo sbagliato in un momento inopportuno, e come una malattia contagiosa, fa scaturire altre risatine soffocate; giochi con la palla su un prato verde, il profumo di torta appena sfornata e ancora calda e fumante, il sapore dolceamaro del primo vero bacio, l’amarezza di un addio non detto ma letto reciprocamente negli occhi…
Posso andarmene?
No.

Ma non attese una risposta.
Si alzò, incurante della sua gonna cortissima, delle sue labbra sporche di rossetto, della sua camicia attillata e che non lasciava proprio nulla all’immaginazione, delle sue scarpe senza tacco e dei libri che lasciava sparpagliati sul banco.
Girò le spalle al professore e con la massima tranquillità, Hermione Granger lasciò per la prima volta in vita sua un’aula dove si sarebbe dovuta tenere una lezione.
Di sua spontanea volontà.





In quel mentre, nell’aula di Storia Della Magia, si stava svolgendo una conversazione che somigliava tanto al ritornello di una buffa commedia, fatta di incomprensioni, litigi, sotterfugi, risate e tradimenti, fughe amorose e fiducia mancata.
-Draco ne abbiamo già parlato…-
-Blaise, no-
-Draco, ti prego…-
-No-
-Ma…- provò a insistere Blaise, convinto di poter riuscire a far cambiare idea a quel testardo del suo amico.
-Zabini?-
-Si?-
-Quale parte di “no” non ti è chiara?- chiese il biondo inarcando un sopracciglio, ora davvero dubbioso sulle facoltà mentali del suo migliore amico.
-Tutta- ecco, ne aveva la conferma. Blaise Zabini era matto da legare…
-Bene, allora no, significa… N-O! chiaro? No, no- e intanto mimava il gesto con la mano e contemporaneamente scuoteva vigorosamente la testa, mentre con la voce tentava di scandire il meglio possibile le parole.
-Malfoy, lasciatelo dire… tu hai qualche problema. Quanti non lo so, ma di sicuro ne hai uno molto serio…-
-E sarebbe?- chiese l’altro con un ghigno sarcastico dipinto sul viso
-Esisti-
-Blaise, come sempre la tua delicatezza concorre con quella di The King Weasley. Forse potresti addirittura soffiargli il primato, anche senza barare, e questa sì che sarebbe una data da ricordare-
-Stronzo- sibilò il bel moro in risposta all’amico.
-Laggiù, ragazzi. Malfoy, Zabini, zitti! Cinque punti in meno a Serpeverde. A testa…-
Una risatina leggera volò nell’aria, e Draco si trovò nuovamente con il capo puntato verso l’amico e un’espressione interrogativa dipinta in volto.
-Dì un po’, Zab, ti piace forse far vincere Potter e tutti i Grifoscemi?-
-No, certo che no. Solo che dal tono in cui Rüf ci ha tolto i punti sembrava la McGranitt-
Un grugnito come risposta poteva bastare, pensò Zabini.
D’altronde, da uno cresciuto in mezzo a una parvenza di nobiltà, da uno che non sapeva distinguere lo champagne dallo spumante, da uno che non sapeva apprezzare un vestito da sposa completamente fatto a mano e senza l’ausilio della magia, cosa ci si poteva aspettare?
Sospirò affranto, scuotendo il capo e scompigliandosi i capelli bruni mentre dal lato dell’aula occupato dai Corvonero si levavano sospiri in suo onore, segno che il suo gesto non era passato inosservato.





La gonna, decisamente troppo corta rispetto al suo solito, le fasciava le gambe lunghe e tornite in un modo quasi osceno.
Provocante e ammalante, e forse pienamente consapevole di esserlo, Hermione Granger si aggirava per il castello come un’anima in pena, ammirando il suo riflesso in ogni superficie riflettente, che riusciva a trovare: armature, quadri, cornici, specchi, finestre, vetri delle teche in corridoio, maniglie d’ottone…
E ogni volta che si guardava si vedeva sempre più perfetta, più bella, più divina.
E si atteggiava da tale.
-Cielo, devo assolutamente trovare un modo di sistemare i capelli, perché tra Pozioni che me li fa diventare crespi, e Erbologia che mi fa sembrare sconvolta finirò per assomigliare a Luna…-
La ragazza in questione sbucò fuori da un angolo, all’improvviso, come se fosse del tutto normale per lei girovagare da sola nel castello invece che essere a lezione.
-Herm! Ma che ci fai in giro a quest’ora? E come ti sei conciata?- chiese dopo averla squadrata a cima a piedi.
-Oh, niente di che, la solita divisa. E sono in giro perché mi ero annoiata a Incantesimi con quell’omuncolo di Vitious…-
-Sicura di sentirti bene?-
-Mai stata meglio. Non si vede? Oggi sono anche più bella del solito…-
-Inconcepibile- borbottò Luna scuotendo i biondo crini.
-Non poi così tanto, tesoro…-
-Inammissibile- continuò come se non avesse neppure sentito la risposta della Grifondoro.
-Già, lo dico anche io…è un vero scandalo che io sia così bella e al tempo stesso ci siano così tante brutte in giro… un vero scandalo…-
E ondeggiando sé ne andò a cercare un’altra superficie che le potesse riflettere la sua immagine, a suo dire tanto incantevole.
Tanto bella da essersene innamorata.





Nel corridoio del famoso terzo piano, dove sette anni prima un ignaro Albus Silente aveva tentato di nascondere la Pietra Filosofale che era stata trovata dal famosissimo Harry Potter, si teneva un incontro ravvicinato molto particolare.
Un furiosissimo Ronald Weasley inveiva contro la bellissima Pansy Parkinson, Serpeverde, la studentessa più influente di tutta la scuola, che ascoltava la sfuriata senza battere ciglio.
-Cazzate! Per te gli effetti che ha sono quelli di un banalissimo filtro? No, dico io, ti sembro forse idiota? Credi che non mi sia accorta che lei è diversa? Non innamorata, diversa!!! Parkinson, giuro sul mio ruolo da portiere di Quidditch, che se non trovi un modo per riportarla normale te la farò pagare cara…- minacciò serissimo, tanto che la ragazza si trovò a tremare senza rendersene conto –e non finisce qui… no, la riporterai normale il prima possibile, altrimenti spiffererò la tua attività di pozionista al preside e ti troverai buttata fuori ancor prima di poter dire “Scusi”, o “Weasley” o ancora “Granger”…-
-Nel caso dovessi rivolgermi alla Mezzosangue non la chiamerei certo Granger, ma Zannuta…- precisò la Serpeverde, ma lui neppure sé ne accorse, preso com’era dal suo discorso.
Le maniche della camicia della divisa scolastica arrotolate sugli avambracci muscolosi grazie al continuo allenamento a quidditch, la zazzera di capelli rossi scarmigliata in un’imitazione palesemente mal riuscita di quelli del suo migliore amico,le lentiggini che spiccavano contro la pelle degli zigomi imporporati di rosso per la rabbia, gli occhi azzurro cielo stretti a due fessure, diffidenti e freddi, i pantaloni leggermente calati che lasciavano intravedere dei boxer neri, la postura così rigida da sembrare un palo…
Ronald Billius Weasley non era arrabbiato.
Era furibondo.
-Weasley, farò il possibile…- iniziò la ragazza ma venne subito interrotta da un latrato da parte del rosso.
-No, il possibile non è abbastanza. Tu farai l’impossibile. E sarà meglio per te che tu lo faccia davvero. Stasera fatti trovare al bagno dove c’è Mirtilla Malcontenta alle nove, prima della ronda da Prefetti. Non tardare- e si girò senza neppure controllare che lei non avesse tirato fuori la bacchetta e non lo stesse per colpire a tradimento.
“In pieno stile Malfoy” pensò lei amara, girando i tacchi e andandosene nella direzione opposta, verso il corridoio vuoto e silenzioso.
Daphne.
Aveva un disperato bisogno di Daphne.
E anche di Blaise.
Doveva assolutamente trovarli, e se teneva alla pelle, doveva trovarli in fretta…




-Per me è sotto Imperius- esordì Blaise di punto in bianco, davanti a un pasticcio di carne particolarmente piccante.
Draco Malfoy, seduto al suo fianco, infilzava la carne come se avesse voluto sfogare tutta la sua tensione, portandola alla bocca con gesti rudi e decisi.
-Dicevo che per me è sotto maledizione Imperius…- ripeté Blaise, ma Draco continuò a non dar segni d’averlo anche minimamente sentito.
Non sembrava neppure ascoltarlo.
-Dicevo…- riprese il moro prima di ripetere per la terza volta la stessa frase, ma venne interrotto prima.
-Chi?- domandò freddo il suo vicino di tavolo.
Blaise alzò gli occhi al cielo, come a implorare a Nostro Signore una pazienza che sicuramente non possedeva, e nel frattanto si chiedeva come fosse possibile essere anche solo lontanamente idioti come Draco.
-Hermione, no?- ribatté scocciato per l’ovvietà della domanda.
Come risposta vide il suo amico tossire e strozzarsi con il pasticcio di carne che doveva essergli andato di traverso.
-Di traverso?- chiese dubbioso.
-No. Piccante- fu la secca risposta che si sentì dire, e non riuscì a contenere un sorrisino ironico che nasceva silenzioso e prepotente sul suo bel viso abbronzato.
-Gia, brucia. Scommetto che deve bruciare parecchio…- disse, riferendosi sicuramente non al pasticcio di carne abbondantemente peperonato.
-Fin troppo- disse lapidario Malfoy, prima di bere una sorsata d’acqua nel tentativo di placare il bruciore.
Quello dovuto al pasticcio di carne eccessivamente piccante.
Anche perché, era l’unico che al momento potesse tentare di soffocare.





-Muoviti ‘Mione, abbiamo due ore di Storia della Magia-
-Eccomi Ronald, un secondo solo…- esclamò la riccia sorridendo e poi voltandosi a cercare la chioma perfetta di Lavanda –Lav? Lav! Hai uno specchietto per caso? Vorrei controllarmi il trucco…-
-Certo che ce l’ho, cara, ma non ne hai bisogno, sei perfetta!- esclamò sorridendole di rimando.
-Si, ma io voglio vedermi. Adesso!- s’impuntò come una bambina capricciosa, e l’altra, per assecondarla, tirò fuori da una minuscola pochette rosa shocking uno specchietto a forma di cuore, che la nuova amica le strappò di mano per poi contemplare la sua immagine celestiale.
Sembrò soddisfatta quando, in seguito all’ennesimo sbuffo d’impazienza di The King Weasley, lo restituì a Lavanda, sorridendo felice.
-Dicevamo?- chiese civettuole sbattendo eccessivamente gli occhi in direzione del rosso.
-Dicevamo che Rüf ci toglierà almeno almeno dieci punti a testa per il ritardo…- commentò acidamente mentre cercava di allungare il passo per arrivare prima in classe.
-Oh, pazienza Ron, tanto siamo prefetti e possiamo rimetterci da soli i punti che ci leva-
-Ma dici sempre che è scorretto!-
-Oh, si cambia… aspetta aspetta!- esclamò d’improvviso fermandosi di botto davanti a un’armatura tirata a lucido da Gazza e ammirando il suo riflesso meravigliata.
-Non sono bellissima Ronald?-
-Si, si, fantastica, ma adesso andiamo!- rispose lui impaziente.
-Vai tu se hai voglia, io ho altro da fare che stare lì ad annoiarmi…- e gli voltò le spalle per andare in cerca di uno specchio.




In bagno l’aria era satura di fumo che faceva lacrimare gli occhi e rendeva l’atmosfera surreale.
Un’elegante mano pallida si mosse nella nebbia fumogena tentando di riuscire a vedere qualcosa.
-Daphne?- provò a chiamare, ma non ottenne risposta.
-Quell’idiota! Quando lo capirà che deve smetterla di fumare come una ciminiera? Ecco, ma col cavolo che io entro ancora di più in bagno, col rischio pure di inciampare sul suo cadavere e rompermi le unghie che mi ha appena rifatto la Reese… e con quello che le ho pagate poi!-
-Sempre piena di sentimento tu, Pansy- la voce giunse roca per il troppo fumo in un punto non ben definito della nebbia, così Pansy si limitò a stare immobile e continuò la sua ramanzina.
-Daphne! Quante volte ti avrò detto di aprire la finestra quando fumi in bagno?-
-Cosa vuoi Parkinson? Solo sfogarti o vuoi qualcosa di preciso da me?-
-Sì Greengrass- esclamò sottolineando particolarmente il cognome –altrimenti non mi sarei presa il disturbo di morire intossicata nel bagno delle ragazze del secondo piano-
-Finiscila! Ma se tu fumi più di me e non solo sigarette! Cosa vuoi Pansy?-
-Te e Blaise-
-La vedo dura. Io ho gusti ben diversi, dovresti averlo ben capito in questi sette anni passati assieme. Come dire, tu non hai qualcosa di fondamentale, e quindi spiacente di spezzare il tuo cuoricino di pietra, ma non fai per me. In quanto a Blaise… fai pure se ti diverte soffrire. Ma sai benissimo che lui è da avventure di una notte e via, non sperarci troppo. Ma tienimi informata, sono curiosa di sapere come reagirà…-
-Rettifico: mi servite tu e Blaise. Per una pozione- specificò e vide qualcosa di molto simile ad un’ombra muoversi leggiadramente, come se stesse fluttuando nel denso fumo, davanti a sé.
L’ombra in questione, si avvicinava lentamente e i suoi lineamenti si andavano via via delineando sempre in modo più chiaro.
I lisci crini color del grano maturo erano sciolti dolcemente sulla schiena, i verdi occhi socchiusi come a voler leggere dentro la testa della mora che aveva di fronte a sé, sull’incarnato chiarissimo del viso spiccavano le vermiglie labbra in un modo volgare, come uno schiaffo in pieno viso, e quando la mano si avvicinava a queste, portando alla bocca la fine sigaretta accesa, risultavano scandalosamente splendide.
Daphne Greengrass si ergeva in tutto il suo splendore davanti a un’altrettanto splendida Pansy Parkinson.
Differenti come il giorno e la notte, una bruna l’altra bionda, entrambe Serpeverdi avevano in comune l’astuzia e la capacità di non perdere mai la calma.
In qualsiasi occasione.
O quasi…
-Che hai combinato stavolta?- chiese senza un minimo di curiosità alla mora.
-Nulla di che. Devo aver sbagliato qualcosa in una pozione ma non sono sicura, per questo mi servite tu e Blaise-
-Chiedi a Draco, sai che è il migliore-
-No…-
L’altra, sentita la risposta, sospirò, scuotendo leggermente il capo e muovendo i biondissimi capelli che catturarono quella poca luce che era riuscita a filtrare dalla finestra chiusa e a passare tra il fumo.
-Chi?- domandò solo.
-The King. Mi ha chiesto una pozione e io glie l’ho venduta, solo che…- ma non riuscì a finire la frase perché fu interrotta prima.
-Ho chiesto chi? Per chi era la pozione Pansy? Io voglio sapere per chi, non a chi l’hai venduta…-
-La Granger-
-Merda! Ma che cazzo ti salta in mente? Si può sapere che diavolo hai in quella zucca vuota che ti ritrovi? Benedettissimo Salazar, salvaci tu!- esclamò scioccata e fuori di sé.
-Per questo non posso chiedere aiuto a Draco, andrebbe su tutte le furie… Daphne mi servite tu e Blaise-
-Scordatelo! Ti sei cacciata da sola in questo impiccio, escine da sola!-
-Benissimo. Te la sei cercata Daphne-
-Che significa Parkinson?- domandò mentre un lampo di paura le passò negli occhi verdissimi.
-Oh, io credo che tu lo sappia, Greengrass. Si, credo che tu lo sappia benissimo…-
-Bene. Ti aiuterò. E anche Blaise, ma non aspettarti nulla da me-
-Bene, a fine di questa cosa riterrò il debito saldato-
-Non ho nessun debito nei tuoi confronti!- si stizzì la bionda.
-Oh, ma io non parlavo di te, Daphne…-
-La pozione che hai fatto. Quando l’ha presa?- domandò per cambiare discorso.
-Ieri-
-Sicura?- chiese l’altra dubbiosa, inarcando un sopracciglio chiaro.
-Si, certo che si. Weasley l’ha comprata ieri pomeriggio e da stamani è così-
-Le dosi?-
-Complete-
-Cazzo…- soffiò portandosi nuovamente la sigaretta alle labbra e soffiando subito dopo una boccata di fumo alla rosa selvatica e gelsomino.
-Sai dire altro?-
-Merda!-
Daphne Greengrass era un vero emblema d’eleganza: magra, alta, bionda e snob.
Slanciata e longilinea, vestiva quasi sempre di nero, un colore che faceva risplendere come oro i suoi crini chiari e i suoi occhi verdi come gemme al sole.
Era un vero spettacolo.
Finché rimaneva in silenzio…
-Merda, Parkinson, quante volte dovrai sbatterci quel tuo muso da Carlino prima di capire che tu non sei brava in Pozioni, quindi lascia perdere da subito. Cazzo, benedetto Salazar, ma dov’è quell’idiota di Blaise quando serve? È sempre tra i piedi e per una volta che non rompe le palle eccolo che fa il prezioso. Maledetto Zabini, che possa marcire all’inferno…-
-Amen!- una voce bassa e profonda, palesemente divertita proveniva dalla direzione della porta.
-Zabini! Da quanto sei lì?- chiese indispettita Daphne.
-Abbastanza per notare che i tuoi modi non si addicono affatto a una gentil signora quale sei tu… mi correggo Daphne… quale dovresti essere tu… il tuo linguaggio denota inoltre una profonda carenza di buon educazione che, si presume, ti sia stata impartita Daphne…-
-Va all’Inferno, Zabini, e possibilmente senza fare troppo casino-
-Qui, quello che ha fatto un… “casino”, per dirlo a modo tuo, Daphne, non sono io…- e lanciò alla mora un’occhiata allusiva.
-Hai intenzione di aiutarmi o no, Zabini?-
-Si Pansy, ma tutto ha un prezzo…-
-Ho già detto a Daphne…-
-Ho sentito, ho sentito, e questo è il tuo accordo con Daphne, non con me-
-Benissimo, cosa vuoi?- chiese la mora piccata.
-Oh, non lo so. Tutto a suo tempo. Ti basti sapere che accetto-
-Perfetto-
-Perfetto un corno!-
Zabini sospirò, alzando gli occhi al cielo e incontrando solo la cappa grigia e soffocante del fumo delle innumerevoli sigarette fumate da Dapnhe.
-Daphne, come al solito i tuoi modi sono impeccabili…-
Lei finse di non sentirlo e si rivolse a Pansy.
-Parkinso, i termini?-
-Oggi-
-Oggi?- domandò incredulo Blaise.
-Oggi quando, per la precisione?- domandò la bionda furibonda, stringendo con tanta forza la sigaretta tra le magre e pallide dita della mano che dava l’impressione che da un momento all’altro si sarebbe rotta.
-Prima della ronda dei prefetti-
-Prima delle nove, quindi- precisò il bel moro, con un leggero cipiglio scuro sul volto, che, nonostante tutto, non alterava la sua bellezza aurea.
-Esatto-
-Cazzo, Parkinson, sei una palla al piede. Possibile che ogni volta che ti decidi a fare una pozione fai sempre casini?-
-Greengrass, non rompere i calderoni…-
-Basta così. Ci vedremo dopo incantesimi. Adesso abbiamo Trasfigurazione con la McGranitt e non è proprio il caso di arrivare in ritardo se non volgiamo ritrovarci stasera tutti e tre in punizione…- esclamò perentorio Blaise, e uscì con un passo sicuro dal bagno, imitato dalle due ragazze.






All’ennesimo sbadiglio che lei non cercava neppure di mascherare abbassando il capo, il professore scattò su come una molla.
-Insomma, signorina Granger, stia un po’ attenta e non si addormenti!-
-La scusi professore, ma stanotte non si è sentita molto bene e ha bisogno di riposare…- intervenne prontamente Ron.
-Signor Weasley, mi sembra di aver pienamente scusato la sua amica. Si è presentata in ritardo a lezione, ancora più di lei, non segue, si addormenta e sbadiglia sfacciatamente mentre spiego…-
-Sono sicuro che c’è una spiegazione…- provò il rosso, ma il professore volte il capo in direzione di Hermione, come in attesa.
-La sue lezione è oltremodo noiosa e io sono tremendamente annoiata- furono le parole di sfida della Prefetto Grifondoro.
-Quando è troppo è troppo, e questo è decisamente troppo! Trenta punti in meno a Grifondoro!-
-I miei complimenti Hermione! Davvero brava! Ci hai fatto perdere trenta punti in una botta sola…-
-Ma finiscila Ron, non farla tanto lunga… per trenta punti non mi sembra il caso di fare una tragedia…-
-Silenzio! Weasley, Granger, non sono forse stato chiaro? Silenzio!-
-Si professore, ci perdoni- si scusò il rosso mentre la riccia continuava tranquillamente a sbadigliare palesando così all’intera classe, il suo poco interesse verso la lezione del giorno.






-Per me dobbiamo metterci del Bezoar…-
-E perché, di grazia?-
-Perché è usato per combattere la maggior parte dei veleni…-
-E dove pensi di trovarne uno? O è tua intenzione andare a cercare una capra e squartarla per vedere se nella sua pancia ha una pietruzza simile a un rene raggrinzito?-
-Ovvio: dalla scorta personale del vecchio Sev!-
-Cazzate. Per me dobbiamo metterci dell’Artemisia in polvere. Artemisia e Asfodelo tritato finemente…-
-Si, e poi le diamo il colpo di grazia aggiungendo del Succo di Fagiolo Sopoforoso-
-Guarda che lo so come si prepara un Distillato della Morte Vivente, e per essere tale dovremmo aggiungere anche delle radici di Valeriana… e poi mi sembrava che il nostro scopo non fosse far fuori la Granger, ma farla tornare savia…-
Un biglietto planò dolcemente verso di loro e senza che la severa professoressa McGranitt lo avesse notato, fu repentinamente preso da Daphne.

“Vedete di non farvi beccare a starnazzare, altrimenti la Megera s’incazza. E abbassate il tono della voce, non sono del tutto sicuro che Draco non abbia subodorato qualcosa… ah, per la cronaca Daphne, se avete intenzione di eliminare momentaneamente la Granger al Distillato di Morte Vivente dovete aggiungere anche le foglie della Valeriana, non solo le radici…”

-Bastardo!- ringhiò la bella bionda in risposta a Blaise, che aveva un sorriso colpevole e soddisfatto dipinto sul bel volto abbronzato.
-Allora, dicevamo?- chiese Pansy come se nulla fosse successo.
-Progettavamo come far definitivamente fuori la Granger, ma credo di voler cambiare soggetto… un <> rivolto a Zabini potrebbe rendermi oltremodo più felice che eliminare quella pedante di una Grifondoro-
-Simpatica Greengress, peccato che poi The King farebbe fuori me…-
-A ognuno il suo male, Parkinson- fu la filosofica risposta che ricevette.
-Allora, ritornando al nostro problema… Margherita?-
-Sarebbe ora, così magari i suoi capelli odorerebbero di fiori e non di mandorle-
-E tralasciando la sua igiene personale?-
-Parkinson, la Margherita è perfetta.-
La mora sorrise soddisfatta, ma l’altra continuò con un ghigno cattivo -…perfetta se hai intenzione di fare una Pozione Restringente, quindi l’escluderei-
-Starnutaria?-
-Sì, se stai progettando di preparare una Pozione Sviante o di Confusione, e in tal caso avresti tutta la mia riconoscenza-
-Pus di Bubotubero?- riprovò la mora.
-Pansy, credi forse che la Mezzosangue abbia problemi di acne giovanile?- chiese sprezzante.
-Purvincolo?-
Fece appena in tempo a rispondere alla mora -No. La sua essenza è utile per fabbricare pozioni lenitive- che un secondo biglietto le arrivò dritto sul banco.

“Io fossi in voi la pianterei di sparare a casaccio e vedrei di procurarmi un po’ di Zenzero e di Ruta. Subito!”


Daphne inarcò un sopracciglio chiaro e Pansy le chiese, dubbiosa –Che pozione si prepara con Zenzero e Ruta?-
-Non lo so Pansy, ma conviene andare subito a procurarceli-
-E come pensi di fare?-
-Semplice: sentiti male!-
-Come prego?-
-Parkinson ma che sei sorda oltre che scema? Credi di poter fingere di stare male o devo darti una mano?- chiese minacciosa avvicinando la mano alla bacchetta.
-Ahhhh- urlò quella, convinta dalle parole della compagna bionda –ahhh, professoressa, mi sento male! Come sto male…ah….-
La McGranitt mise un cipiglio severo e dubbioso e chiese –Parkinson, è sicura di sentirsi male? Perché a me non sembrava a giudicare da quanto ha parlato con la sua compagna di banco…-
-Morirò… ah…. Povera me, morirò!- esclamò teatralmente in tutta risposta.
-Va bene, va bene, signorina Greengrass l’accompagni in infermeria- rispose spiccia la professoressa tornando a spiegare come se non fosse mai stata interrotta.
Daphne si alzò e spinse con malagrazia Pansy fuori dall’aula mentre Draco inarcava un sopracciglio biondo e Zabini scuoteva vigorosamente la testa.






-Vuoi piantarla di spingermi?- chiese Pansy scrollando le spalle dalla presa ferrea della mano della ragazza.
-Zitta. Sei una pessima attrice, per poco non ci smascherava davanti a tutti. E perché non hai visto l’occhiata di Draco…- sussurrò.
-Oddio, perché? Ha capito qualcosa?-
-Come faccio a saperlo? Non sono mica una maledettissima legilimens!-
-Si, ma…-
-Zitta!-
-Come ti permet… mmfff- una mano magra e lunga, pallida e fredda come quella di un cadavere, era andata a tapparle la bocca.
-Non ti stavi zitta. Ho sentito dei passi-
Stettero per un minuto buono in silenzio, nascoste all’ombra di una grossa colonna, poi Daphne si arrischiò ad allentare la presa sulla bocca della compagna, che subito fece un respiro profondo e assunse un’aria offesa.
-Sono tremendamente offesa, Greengrass, come ti sei permessa di…-
-Zitta!- ringhiò l’altra furibonda.
-Daphne, Pansy! Uscite fuori di lì, e alla svelta. Ho chiesto il permesso per andare in bagno ma non posso mica trattenermi a lungo…- una voce calda e profonda proveniva proprio da dietro l’enorme colonna di peperino dove erano nascoste loro.
-Zabini! L’Inferno non sarà mai abbastanza per te, che Salazar vegli sulla tua condanna eterna e non ti permetta mai di espiare le tue infinite colpe!-
-Via, via, Dapnhe, che maniere sono? Una donzella non si esprime affatto così…-
-Io non sono una donzella!-
-Oh, no, perdona la svista. Tu sei un rude uomo, rozzo come uno scaricatore di metropolvere, puzzi e odi l’acqua, indossi sempre gli stessi logori e laceri vestiti e sei ignorante. Come avrò fatto a dimenticarlo?- chiese ironico.
-Hmpf- sbuffò lei, mentre la bocca di Pansy andava a formare sempre di più una “O” stupefatta di fronte a quello scambio di convenevoli non proprio cortesi.
-Avete lo Zenzero e la Ruta?- chiese serio.
-Ma per chi ci hai prese? No, ci stavamo andando prima di nasconderci da te-
-Vi nascondevate? E perché mai? Non credevo di incutere terrore…-
-Zabini, qualora non l’avessi notato l’infermeria è dalla parte opposta dei sotterranei, e se invece di te fosse uscita la Megera per controllare in che direzione andavamo, saremmo state nei casini!- sbottò.
-Oh, giustissimo, giustissimo. La prudenza non è mai troppa!-
-Adesso vuoi dirci a che diavolo ci servono Zenzero e Ruta?-
-No, sono terribilmente in ritardo e devo rientrare in classe prima che la McGranitt decida di venirmi a cercare di persona trovando poi anche voi. Sbrigatevi. E evitate di farvi notare- e detto questo aprì la pesante porta di quercia e bronzo dell’aula di Trasfigurazione e se la chiuse alle spalle con un suono secco e un colpo deciso.





Una volta nei sotterranei, entrarono decise nel laboratorio di Pozioni e aperto l’armadietto delle scorte si rifornirono facilmente di Zenzero e Ruta.
Pochi minuti dopo entrò Zabini.
-Ho ritenuto opportuno saltare Incantesimi onde evitare di venire poi a ripescarvi entrambe veramente in infermeria intossicate dai fumi di chissà quale intruglio…-
Vide un calderone già disposto su un fornello spento e sorrise.
-Perfetto!- esclamò le due ampolline poggiate sul tavolo e leggendo le etichette che recitavano <> e >.
-Adesso puoi dirci che pozione hai in mente?- domandò con una punta d’impazienza Daphne.
-La Ruta è un ricostituente per gli avvelenamenti-
-E lo Zenzero?-
-Serve per un’altra Pozione- e si avvicinò con passo deciso verso l’armadietto delle scorte e ne prese una scatolina contenente Scarabei e un’ampolla con dentro un rivoltante liquido verdognolo.
Pansy si avvicinò quel tanto che serviva a leggere e si ritrasse indietro schifata.
-Bleah, Bile di Armadillo-
-Potevi pensarci prima di fare i casini-
-Hey, aspetta un secondo- saltò su Dalphe, come se avesse avuto un’illuminazione –Zenzero, Scarabei e Bile di Armadillo servono per preparare la Pozione…-
-AguzzaIngegno
, sì…- confermò Blaise prestandole solo quel minimo di attenzione che bastò a farla sentire ignorata.
-Pozione AguzzaIngegno?- chiese Pansy confusa.
-Parkinson, qui bisogna stare attenti a non peggiorare ancora di più la situazione e personalmente credo che questa pozione non potrà che farci bene, aiutandoci a ragionare meglio-
Daphne, come sempre, ci tenne a dare una dimostrazione pratica di quello che pensava a riguardo e con un gesto deciso della mano colpì l’ampollina verde facendola cadere a terra e mandandola in frantumi.
Subito, un nauseante odore si diffuse per la piccola e angusta aula di Pozioni.
Blaise sospirò, poi prese la bacchette e disse –Ecco, ora è inutilizzabile. Pazienza. Gratta e Netta- e lo sporco e la puzza sparirono immediatamente.
Pansy continuava a guardare preoccupata prima l’uno poi l’altra, timorosa che scoppiasse una vera e propria guerra tra i due.
-A quanto pare non possiamo preparare la pozione AguzzaIngegno, e la Ruta qui presente non basta per annullare le dosi ingerite dalla Granger. Idee?- Domandò pacatamente Blaise.
-Dittamo?- domandò Daphne.
-No. Serve per curare le ferite ed è particolarmente prezioso perché non lascia i segni delle cicatrici-
-Grinzafico?-
-Ti prego Pansy, non straparlare a vanvera. Il Grinzafico si usa nelle Pozioni Restringenti…-
-Coclearia?-
-Daphne, la Coclearia si usa per i Distillati Svianti e di Confusione. Infiamma la mente, produce stati di imprudenza e fa diventare vere e propri teste calde, ma che io sappia non annulla l’effetto di una pozione, o, da quanto mi sembra di aver capito, di una Filtro d’Amore…-
-Ortica?- riprovò Pansy, ma Blaise non si degnò neppure di risponderle.
In compenso lo fece Dapnhe con i suoi soliti modi pacati –Ma che hai dentro quella testa, Parkinson? Solo il fumo delle canne di Blaise? L’Ortica è come il Pus di Bubotubero, si usa per l’acne giovanile!-
-Diluita… si usa diluita- la corresse distrattamente Blaise mentre continuava a pensare.
-Come?- ringhiò la ragazza che, evidentemente, non aveva gradito di essere stata corretta davanti alla compagna.
-Il Bubotubero allo stato puro, quindi non diluito, a contatto con la pelle umana può provocare dolorosissime piaghe che poi spariscono con una lentezza esasperante e sfociano con la comparsa di fastidiose bolle gialle che sono anche antiestetiche. Il pus di Bubotubero è un rimedio per l’acne giovanile solamente se diluito…-
-Grazie professore- gracchiò sottolineando particolarmente l’ultima parola con una dose di odio che avrebbe sicuramente sorpreso il ragazzo se solo le avesse prestato attenzione e non fosse stato preso camminare furiosamente in tondo nel tentativo di farsi venire in mente una soluzione.
-Ci lascerai il solco- esclamò di punto in bianco Pansy.
Blaise si fermò di colpo e la guardò perplesso, senza capire a cosa alludesse.
-Prego?- domandò educatamente.
-Ci lascerai il solco- ripeté quella, e vedendo l’espressione interrogativa ancora dipinta sul volto dell’amico precisò –Stai girando in tondo. Sempre nello stesso punto. Siamo già sottoterra Blaise, dove vuoi arrivare?-
Quello parve pensarci una attimo, e prima di riprendere rispose –A una soluzione-
Dapnhe, stufa della situazione, infilò la mano destra in tasca e ne estrasse quello che a prima vista sembrava un pacchettino argentato.
Un portasigarette.
Con le lunghe e magre dita ne prese una e portatala alla bocca l’accese con un sol colpo di bacchetta e immediatamente parve riacquistare quel poco di colore che era solita avere e che fino a poco prima sembrava aver perso del tutto.
Un profumo di rosa selvatica si diffuse per l’aula, e Zabini parve avere un momento di esitazione.
Poi sembrò ripensarci e non disse nulla, ma continuò solo a girare.
Alla quarta sigaretta e molte parolacce di Daphne dopo, si fermò, e la suo affermazione –Credo di esserci riuscito. Forse ho una soluzione- fu accolta con un’imprecazione tale che avrebbe fatto arrossire Balzebù in persona.
-Daphne ti prego!- esclamò indignato.
-Poche ciance Zabini, e arriva al punto. La soluzione?-
-Prima mi serve di sapere da Pansy che filtro ha usato…-
La ragazza, sentendosi tirata in ballo arrossì di botto e abbassò il capo.
-Te li ricordi gli ingredienti, vero Pansy?- chiese Blaise improvvisamente preoccupato ma con un tono che aveva una leggera sfumatura di minaccia oltre che d’impazienza.
-Amortentia…-
-Cazzo Pansy…- esclamò Daphne lasciando cadere a terra, senza rendersene conto, la sigaretta ancora accesa.
-Ma non è tutto… per essere sicura ci ho aggiunto anche le Uova di Ashwinder e ho alterato un po’ il dosaggio dei petali di rosa…-
-Oddio, Pansy…- esclamò Blaise improvvisamente depresso –speravo nella Mandragola, ma a questo punto non no sono più così sicuro…-
-E dove la troviamo?- chiese Dapnhe mentre, notato che la sigaretta le era caduta di mano, se ne accendeva un altra, l'ennesima, rischiando di affumicare tutti di aroma di rosa selvatica.
-Piton dovrebbe averne un po’ nel suo studio-
-Intendi saccheggiare la sua riserva personale?- Pansy aveva gli occhi sporgenti dalla paure.
-Mi sembrava che avessi deciso di trovare una soluzione…-
-Si ma…-
-Zitta Pansy. In ogni caso ci vorranno dodici ore per preparare una qualsiasi pozione-
-Ma io non ho dodici ore, ne ho a mala pena una!- si lamentò pestando sul pavimento con vigore il piede fasciato da una delle sue costosissime scarpe di Drago della Normandia.
-Lo so, per questo prepareremo anche un Distillato della Pace per The King-
-Distillato della Pace?-
-Pietra di Luna in polvere e sciroppo di Elleboro. Calma l’ansia e l’agitazione, direi che è perfetto…-
E con un colpo di bacchetta accese il fuoco sotto il calderone.
Mentre versava dell’infuso di tiglio già pronto e vi aggiungeva lo sciroppo di Elleboro parlava ad alta voce, più a sé che alle due ragazze.
-Il Distillato della Pace è molto difficile da preparare. Se si eccede con il dosaggio degli ingredienti, di cui il principale è l’essenza di Elleboro, chi la beve può cadere in un sonno pesante e a volte irreversibile. E allora sì che sarebbero guai… ecco, adesso aspettiamo-
Passati venti minuti si avvicinò al calderone dove ancora sobbollivano pigramente i due ingredienti e aggiunse una manciata di fiori di gelsomino.
-Per il profumo?- chiese ingenuamente Pansy
-Come prego?-
-Perché ci metti il gelsomino?-
-Oh, questi non sono semplici fiori di gelsomino, cara Pansy… sono stati raccolti all’alba durante l’ultimo Plenilunio, e se così non fosse questa pozione sarebbe inutilizzabile…- e si mise a girare tre volte in senso orario e tre antiorario, dopodiché aggiunse un cucchiaio scarso di Polvere di Luna e spense il fuoco.
-Pronto! Direi che è perfetto! Il vecchio Sev non avrebbe potuto fare di meglio… e ora un’ampolla Daphne, così anche Weasley è sistemato… ed ora veniamo a noi, cara Miss Granger… il libro, Pansy. Dove hai trovato gli ingredienti per la tua pozione?-
-Nella Sessione Proibita della biblioteca, ma ne ho fatta una copia. È nel libro vecchio di Pozioni, l’ho lasciato nell’armadio così nessuno mi avrebbe potuto accusare di nulla-
-Tu hai fatto cosa? Brutta idiota, ma come diavolo t’è saltato in mente di fare una cazzata del genere? Ti rendi conto che avrebbe potuto finire nelle mani di chiunque? E che…-
-Credo che Pansy abbia capito perfettamente. Basta così Daphne-
La ragazza andò verso l’armadio e ne prese un vecchio volume dalla copertina tutta rovinata e con alcune pagine ingiallite che erano rovinate tanto da sembrare che qualcosa le avesse rosicchiate.
Trovò la pagina con facilità e la mise sotto il naso del ragazzo che assunse un’espressione serissima.



“Amortentia, letteralmente “Amor Tempto", è la più potente pozione d’amore mai creata. La prima a distillarla fu la maga Circe.
L’effetto è immediato se la somministrazione è orale. Al termine della sua preparazione liquida, in caso di riuscita, la pozione libererà un vapore a spirale innocuo che assume il profumo che più attrae chi lo inspira. L’infatuazione avviene con il primo contatto visivo umano, e per essere tale ne deve incontrare gli occhi, che si ha appena assunta la pozione.
Si necessitano tre tipi di petali di rose: bianca, rossa e nera.
La prima è indice di purezza, di armonia e di castità, il rosso, al bianco contrapposto, simboleggia la passionalità, l’energia, la rabbia… e infine il nero: la sofferenza, il dolore, e la malinconia.
Quest’ultima è estremamente rara, e è la prova di come il filtro sopracitato si basi sulla Magia Nera. Per quanto si tenti di negarlo, far innamorare a piacimento non è altro che governare la mente umana, e questo è un’esclusiva della Magia Nera, seppur si parla di semplici infatuazioni.
I petali, estremamente fragili e preziosi, sono delle vere e proprie droghe erboristiche: sedative ed allucinogene producono un effetto che crea infatuazione.”



Blaise assunse un cipiglio fin troppo severo e continuò a leggere


“Ingredienti:
10 petali di rosa rossa
6 petali di rosa nera
6 petali di rosa bianca
200 mg di ossa di serpente in polvere
150 ml di acqua di rosa
75 ml di sangue di drago distillato
20 mg di Levistico in polvere

Preparazione: Versare l’acqua di rosa in un paiolo e far bollire a fuoco lento mescolando per tre minuti in senso antiorario. Aggiungere le ossa e alzare il fuoco, girando ogni sette giri in senso antiorario uno in senso orario. Aggiungere 5 petali di rosa rossa, tutti i bianchi e i neri e infine i rimanenti rossi, continuando a girar finché il liquido non assumerà il caratteristico color argento. Aggiungere il Levistico e attendere che la pozione diventi di color scarlatto, quindi spegnere il fuoco. Attendere dieci minuti e aggiungere il sangue di drago con il contagocce.”


Dire che era livido equivaleva a dire poco.
Blaise Zabini era furibondo.
-Blaise, dovrei dirti una cosa…- pigolò Pansy facendosi piccola piccola
-Cosa?- sbottò il ragazzo di mal umore.
-Per essere sicura ho cambiato un po’ le dosi…-
-Hai alterato la pozione?- chiese sconvolto.
-Sì, ma solo un po’… te l’ho detto, ho aggiunto le Uova di Ashwinder , che sono un potente afrodisiaco, e ho messo il doppio dei petali di ogni colore. Ah, e ho messo 30 mg di Levistico-
-Brutta idiota, il Levistico è una pianta che infiamma la mente e porta a fare azioni sconsiderate… ma considerato che la Granger non è ancora morta avvelenata mi viene un dubbio… hai alterato da sola la pozione?-
-No…-
-Merda, lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo!-
-Zitta Daphne- disse Blaise prima di rivolgersi nuovamente a Pansy, che ora tremava tutta –e di grazia, quando avevi intenzione di dirci che invece di una comune Amortentia hai preparato il Filtro di Narciso?- chiese adirato.










………continua……….








§ Spazio Autrice §





Eccomi tornata!
Dopo aver festeggiato (ieri) il mio compleanno, ho pensato che era il caso di fare un regalo anche a voi!
Il titolo come sempre prende spunto dalla Poesia iniziale, anche questa di A. Merini, mentre per alcuni piccoli particolari, come le sigarette alle rose selvatiche che fuma Daphne, mi sono ispirata a Savannah...


Un GRAZIE particolare va a:

@Kiamilachan: Eccoti accontentata, ora sai cosa c'era nella pozione ingerita da Hermione! Sono felice di ritrovarti di nuovo qui e poter leggere ancora i tuoi commenti! Non sai che piacere che mi fa sapere che, nonostante i toni "melodrammatici" della storia, mi segui ancora! Un enorme grazie!

@Mollicadipane: tesoro! Blaise, come forse si è capito, è una delle colonne portanti della storia, assieme a Draco e Hermione, è indispensabile a creare quella cornice di malintesi e frintendimenti che proprio come nel teatro di Shakespeare, fanno andare avanti la storia e movimentano la trama... stasera passo a lasciare un commentino da te (ù.ù devo ancora leggere il tuo ultimo capitolo >.<)

@RachEl CullEn: Felice che tutto si sia risolto! Le ""cavolate", come dici tu, le combinano tutti, ogni giorno, ma non ti resta che incrociare le dita e sperare che non mi  vengano strane idee per la testa... Baci baci

@Dully: Benvenuta nuova lettrice! Sinceramente non credo nella coppia principale e non trovo accettabile che tutti gli altri personaggi facciano da sfondo; certo, non pretendo mica di dare a tutti i personaggi di una scuola intera un ruolo nella mia storia, ma credo che per creare colpi di scena, sia necessario se non indispensabile tessere una vera e propria "ragnatela" attorno ai protagonisti, intrappolando anche i personaggi a loro più vicini i con caratteristiche facilmente sfruttabili ai fini della storia (esempi eclatanti sono pansy e Ron, come hai colto benissimo tu...)
Un bacio! -me-

@Mirya: ahhhh, -sorrisino diabolico!-.Sorrido già vedendo scritto il tuo nome sullo schermo.
La prima cosa che insegnano a teatro è ad "entrare" nel personaggio. Elena, quest'"Elena", sul palco, non esiste più... una volta è Amleto, una volta è Medea, una volta è Desdemona... e così impari a vedere dentro, "dietro" il personaggio. Sai i suoi pensieri, vedi le scelte che l'hanno fatto  diventare quello che è, condividi i suoi tormenti, conosci le sue piccole manie, le sue singole paure, sai addirittura la sua manca di calzini preferita!
E alla fine diventa quasi "naturale" entrare in tutti i personaggi, tutti, nessuno escluso, anche nelle storie che scrivo. Per questo a volte ci metto così tanto a mettere su carta (o in questo caso sul pc) i miei scritti...perchè non è un semplice "buttare giù un'idea", ma una vera e propria ammisione di come voglio sia il personaggio.  E Pansy è un personaggio così dannatamente complesso che mi arrovello ore intere prima di riuscire a capire cosa "il presonaggio stesso vuole dirmi. Cosa vuole che IO dica"... Non sono pazza, o forse sì.
Ma lo siamo tutti. Chi meno, chi più.
E Pansy, resta la cinica adorabile pasticciona che tira fili rimanendone involontariamente intrappolata, Ronald è il soloto Ron, Draco e Daphne sono così dannatamente simili che non ho mai capito perchè la Row li abbia messi a Serpeverde quando, tralasciando il fatto che "strisciano e colpiscono a tradimento", sono così dannatamente -fottutamente- grifondoro, così maledettamente orgogliosi...
E Blaise e Hermione. Credo bastino i nomi...

Ah, per pura curiosità... quanto ci sono andata vicino a un Avada Kedavra stavolta? Ci ho messo relativamente tanto ad aggiornare...
Per salvarmi la pelle ti dico subito che mi ci vorrà sicuramente altrettanto tempo prima di aggiornare.
Spero di continuare a restare in vita...

@Lucy Pevensie: Wow, sapevo di andare a rilento e invece scopro da te di non essere così lenta ad aggiornare se ti sei persa ben due dei miei capitoli... A quanto pare la vera -inaspettata anche per me- novità di questi ultimi capitoli è Pansy, a leggere dalle vostre recensioni... e io che volevo mettere l'accento su Blaise... bha...
Non la adoro, ma indubbiamente mi piace un sacco scrivere su di lei. I cativi non sono mai scontati, sono pieni di risorse e di mezzi e non ci si annoia -quasi- mai a leggere e scrivere di loro... Sono i buoni che la maggior parte delle volte fanno venire il latte alle ginocchia... tutto quel perbenismo che non s'è mai visto al mondo è concentrato tutto su di loro, facendoli diventare ridicoli agli occhi di tutti. Poveri, oltre che obbligatoriamente buoni per colpa di uno scrittore sadico anche sbeffeggiati, non solo dagli altri personaggi del libro, ma anche dai lettori impietosi...quindi, tutto questo per dire che sì, Pansy mi piace un sacco! Ma ovviamente i protagonisti di questa storia rimangono loro...Draco e Hermione!!!

@Angelwings: grazieeeeee!!!!!!!

@VeroGranger: lo sò, a volte non mi regolo con i capitoli tristi, e mi faccio un po' prendere la mano...




Un GRAZiE a chi mi ha messo tra gli autori preferiti (*:*), chi recensisce le mie storie, chi le mette tra le seguite o/e le preferite e chi le legge e basta, anche passando di qui per caso...



Ele_lele
   
 
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