Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Liz    17/02/2010    6 recensioni
Per voi lui non ha tangibilità, è un’esistenza che si fa chiamare Maverick sui forum e nelle chat, e il cui detto è “Sono troppo vecchio per queste stronzate!”.
Vi siete conosciuti per caso, non ne conoscete né l’aspetto né il nome, ma ci parlate da mesi e solo con lui riuscite a sentirvi bene. Suvvia, quella sensazione di totale abbandono, di completa appartenenza e dipendenza… com’era la vita prima di Maverick? Neanche lo ricordate.

Reila odia Evan largamente ricambiata fin dal giorno in cui sono nati; le loro vite persistono così, in questo equilibrio stabile e bilanciato, ormai da anni.
Ma che fare quando si scopre che il proprio amante virtuale, alias “uomo dei sogni”, è proprio Evan?
Ci sono diverse scelte: buttarsi dal balcone, buttare lui già dal balcone, fare finta di nulla o cambiare radicalmente.
Evan sa cosa fare, ma per Reila ognuna di queste opzioni è sbagliata. Che sia il destino a scegliere ancora una volta, quel destino che li ha voluti anche vicini di casa…!
E forse, se ci si impegna, anche nel proprio nemico si può trovare un’occasione per crescere.
>>DAL CAPITOLO 19 [ULTIMO CAPITOLO] "Il cuore di Reila andò a fuoco nel sentire come l’aveva chiamata: “amore”. La bionda alzò il viso raggiante e gli diede un leggero bacio sulla bocca, alzandosi in punta di piedi quanto più poteva per raggiungerlo."
GRAZIE A TUTTI!!
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

I tuoi veri colori
sono belli come un arcobaleno

Capitolo 13- Defying gravity

 

P

er Selene la risata di Reila aveva qualcosa di magico, come se fosse un richiamo spirituale.

Qualche volta sembrava strana anche a lei questa sensazione, ma il sorriso dell’amica le piaceva così tanto…!

Da quando l’aveva conosciuta aveva sentito il dovere di proteggerla, di difendere lei, così indifesa, così fragile… così sola.

L’aveva conosciuta poco prima che Jack morisse e aveva visto giorno per giorno la sua vita e il suo essere mutare profondamente. Era sempre stata insicura ma dopo quell’incidente era tornata a uno stato emotivo quasi infantile: come se non fosse mai cresciuta e fosse rimasta in quella fase di dipendenza assoluta dalle persone care.

L’aveva sempre vista come un pulcino bagnato ed abbandonato.

«Sono contenta» disse sorridendo la mora, osservando Reila con dolcezza.

«Per cosa?» le chiese l’altra, senza smettere di ridere.

«Ora sembri molto più felice…»

Reila si sentì in leggero disagio e continuò a impastare con le mani l’insieme di farina uovo zucchero e burro, che serviva per fare dei dolci.

Selene fece schioccare la lingua e continuò «Evan ed io eravamo preoccupati: nell’ultimo periodo sembravi così giù…»

Reila la guardò sorpresa, sospendendo per un attimo l’attività ripetitiva delle mani «Davvero?»

Altrettanto stupita rispose l’altra «Certo! Ma non volevamo essere invadenti, sappiamo quanto sei timida e riservata… EHI! Ma che fai piangi?!» finì la frase scattando in piedi, in reazione alle inaspettate lacrime della bionda, che cominciò a singhiozzare senza controllo.

«Reila?»

«S-scusa…»

Perché? Perché sto piangendo? Forse perché, invece che ignorarmi i miei amici si sono preoccupati per me, nonostante…

«Evan… sa cosa t’ha fatto Alex» confessò all’improvviso Selene, senza guardarla negli occhi lucidi, che si spalancarono tra orrore e stupore. «Perdonami ma ho dovuto dirglielo, non posso proteggerti da sola contro un uomo del genere…»

Reila tirò su col naso e lentamente abbracciò Selene, stando attenta a non sporcarle la maglietta con le lacrime.

Pensavo: se mi mostro sempre allegra e disponibile sarò accettata da tutti, no? Risulterò simpatica. Se mi mostrassi triste o arrabbiata… se rivelassi i miei lati peggiori… il mio odio… nessuno… nessuno mi accetterebbe e rimarrei di nuovo sola. È giusto fingere, mentire sempre, per essere felici. E nonostante io finga di essere felice da una vita, c’è ancora chi capisce quando sono triste.

«Se rimanessi di nuovo sola… compirei lo stesso errore» sussurrò tremante «Vorrei di nuovo morire» disse alla fine senza alcun timore, lasciando Selene di stucco: lei non sapeva di come Evan le avess fatto capire che non bisogna vergognarsi dei propri errori.

Sono così: sono una che non impara mai. La solitudine mi spaventa, terribilmente. Il solo pensiero mi priva di forze. Mio fratello era il mio mondo. Era tutto per me, e la sua morte ha sconvolto tutto il mio universo. Non mi sentivo più me… percepivo il mondo come un posto ostile, che ormai non aveva più nulla da darmi. mi sono sentita sola. Inadatta.  Nessuno mi avrebbe mai accettata per i miei difetti… nessuno vuole accanto persone tristi.

«Ma Reila… anche dopo la morte di Jack non sei mai stata sola»

La bionda la guardò come se non capisse cosa stesse dicendo «Hai fatto tutto da sola. Hai deciso tu, nella tua mente, di essere sola. Io e te ci eravamo già incontrate da tempo»

Reila si staccò dall’amica, quasi offesa, ma Selene la trattenne per le mani.

«Devo confessarti che, per quanto io ti adori, quando ti compatisci così miseramente non ti sopporto. Hai perso tuo fratello, che amavi con tutta te stessa: è di sicuro un’esperienza che segna e che ti perseguiterà per sempre. Ma quando neghi di aver mai sperimentato altro vero affetto al di fuori di quello di Jack mi viene voglia di urlare.» Selene prese un sospiro, ma non staccò neanche per un secondo gli occhi azzurri da quelli castani di Reila. «Me, i tuoi genitori, Evan: sembra che per te l’affetto di queste persone valga meno di niente»

«Non è assolutamente vero, Selly» rispose Reila, senza sapere bene che espressione assumere: arrabbiata, offesa, triste…? Le stava mostrando quello che il suo cuore aveva sempre urlato in silenzio e ora non sapeva come reagire. Aveva sempre mentito: come comportarsi con la verità?

«Lo so, Reila. Ma se la pensi davvero così… se davvero credi che sia il nascondere i tuoi veri sentimenti che garantisce il nostro affetto… se davvero lo consideri così vuoto… allora avresti fatto meglio ad ucciderti, perché nulla ha senso»

Queste parole le piombarono addosso come una doccia fredda, spezzandole il cuore. Selene la guardava decisa, ma tremava…

Reila chiuse gli occhi, aveva capito: Selene stava dicendo cose così orribili perché voleva aprirle gli occhi.

«Che senso ha vivere se non puoi farlo liberamente?»

Reila strinse le mani dell’amica tra la sue, mentre un’altra lacrima le rigava la guancia «Grazie…»

Selene le sorrise dolcemente, mentre le chiedeva perdono per le sue ultime parole. Reila negò con la testa, ringraziandola ancora.

«Non piangere più Reila…»

«…scusa ma non ci riesco…»

«Non sono io la persona che in questo momento è capace di farti stare meglio, vero?»

Reila la guardò senza comprendere, continuando a piangere.

Selene lasciò le mani dell’amica e con una velocità sorprendente prese il proprio cappotto, infilandoselo. «Scusa ma mi sono ricordata che devo portare il cane a fare una passeggiata!»

Reila la osservò confusa, mentre si soffiava il naso «Ma tu non hai il cane…»

La mora aprì la porta pensierosa «Ah! Allora è arrivata il momento di prenderne uno!» urlò sparendo per la tromba delle scale.

Quando fu fuori dall’edificio prese in mano il proprio cellulare e cercò nella rubrica i nomi sotto la E. Quando trovò quello giustò schiacciò il tasto verde ed aspettò.

Appena sentì risposta dalla parte opposta del telefono disse «Reila ha bisogno di te. Corri… va da lei»

~

«Reila! Cos’hai? Perché piangi?» chiese Evan preoccupato, ancora col fiatone per la corsa che Selene gli aveva fatto fare.

La bionda lo guardava estereffata stare sull’uscio del suo appartamento «Evan! Ma che ci fai qui?»

«Sono io che faccio le domande qui!» la riprese entrando «Perché stai piangendo?!»

A quelle parole Reila si accorse dello stato pietoso in cui si trovava, e si nascose il viso tra le mani «AH! Ti prego non guardarmi! Voltati, chiudi gli occhi! Non guardare…»

Non guardare le mie lacrime. Non puoi vedere questa mia debolezza.

Ricordandosi però le parole di Selene, Reila alzò gli occhi verso Evan, la cui espressione preoccupata non era cambiata di una virgola. «Vuoi che rimanga da te stanotte?» chiese lui, audace, facendole avere un tuffo al cuore.

«Eeeeeeeeeeeeeeh?! M-ma che dici?!..»

«Non posso lasciarti in questo stato!» urlò anche lui.

«M-m-ma Emy…» balbettò Reila, che si sentiva tremendamente in colpa per lei. Ogni singolo momento che passava con Evan le sembrava un tradimento…

Evan distolse lo sguardo da lei, puntando un qualcosa di impreciso sopra di lui «Emy e io abbiamo litigato»

«Eh?» chiese Reila sentendosi morire. Era di sicuro per colpa sua…

«Ho intenzione di lasciarla»

Reila trattenne il respiro rumorosamente, portandosi entrambe le mani alla bocca per la sorpresa. Non poteva permetterlo, soprattutto se era per causa sua che Emy avrebbe sofferto così tanto… «NO! Tu per lei sei tutto…!!» lo implorò, avvicinandosi a lui.

«Ma… la mia felicità? Non è con lei. Io non la amo più» ammise il moro, arrossendo leggermente. Ultimamente una sottile idea aveva cominciando ad attaccare nella sua mente: e se il suo posto fosse vicino a Reila…?

«…Evan» la voce dolce di Reila lo richiamò dai suoi pensieri.

«Non posso lasciarti in queste condizioni» continuò il ragazzo «Dai vatti a sciaquare il viso»

Reila annuì sommessa e si diresse in bagno, mentre Evan camminava verso la cucina, dove notò l’impasto per i dolci abbandonato a metà. «Volevi cucinare qualcosa?» urlò a Reila in modo che lei sentisse. La ragazza arrivò asciugandosi ancora il viso arrossato «Ah… sì, dei dolci… non importa li farò domani»

Evan osservò Reila attentamente e si stupì di come gli sembrassero belli i suoi occhi leggermente gonfi, con le ciglia ancora imperlate di lacrime, e le guance così lisce e rosse. Stava diventando davvero una situazione insopportabile.

«N-no, facciamoli ora! Così puoi insegnarmi, e ti potrò aiutare quando aprirai la tua pasticceria!» disse alla fine, sorridendo e guardandola negli occhi.

«Evan…» sussurrò lei, incredula.

«Sì?»

Dimenticandosi per un attimo di Emy, Reila si abbandonò a quel sorriso e con un salto gettò le braccia al collo di Evan, respirandone il profumo e sentendo sulla guancia lo sfregare della barba leggere del ragazzo.

Evan indietreggiò di un passo sotto il suo peso «C-che hai?»

«Ho deciso. Lascio Alex, lascio il lavoro, lascio tutto» Lascio tutto tranne la mia unica certezza: il mio affetto per te.

Reila si sorprese di aver pensato una cosa del genere, ma decise di non farci troppo caso.

«Ho deciso di fare come mi hai detto tu, come mi ha detto Selly. Seguirò i miei sogni. Aprirò una pasticceria, e Alex... lo lascerò. Ma tu mi prottegerai vero? Promettimelo!»

Evan ricambiò l’abbraccio, anche se ancora stupito. «S-sì… ma così all’improvviso?»

A dire il vero Evan aveva sperato in una risposta diversa sul perché aveva deciso di lasciare Alex: aveva desiderato che questo portasse a una qualche svolta, dato anche l’abbraccio impetuoso o così stretto… ah, ma che scemo che era! Lui e Reila non erano mica innamorati.

Forse.

«Mi hai detto tu che posso essere egoista ogni tanto!» continuò intanto Reila, con tono ovvio.

Evan sorrise «Certo che puoi… e non temere quello stuzzicadenti di Alex non potrà nulla contro i miei bicipiti!» affermò sicuro di sé, mostrando il braccio con fierezza.

Reila lo squadrò confusa «Quali bicipiti?»

«Come quali…» piagnucolò Evan deluso.

«Boh mi sembra che Alex ne abbia di più…» rispose la ragazza con troppa serietà.

«Vogliamo fare i dolci o no?» cambiò discorso il ragazzo, scocciato.

«Ah! Sì!»Reila sciolse l’abbraccio, lasciando il ragazzo leggermente dispiaciuto: era una bella sensazione averla tra le proprie braccia…

«Allora, che dolci facciamo?»

«Quelli che vuoi, li so fare quasi tutti!» disse la bionda con innocenza.

Evan la guardò annoiato «Tsk! Presontuosa!»

«Eeeeeh?» piangnucolò lei «ma io…»

«Su, dai, all’opera!» la spronò lui ridendo.

~

«Non credevo fosse così faticoso fare dei dolci» ammise Evan, massaggiandosi il collo.

«Ma no, è anche l’ora tarda» disse la ragazza mentre indicava l’orologio che segnava le 3 di notte.

Evan sospirò. Effettivamente si sentiva parecchio stanco e l’odore caldo e fragrante dei biscotti lo cullava dolcemente, facendogli pesare le palpebre. «Forse è ora di andare a dormire, non credi?»

«…eh?»
Evan sorrise all’espressione smarrita di Reila «Sta tranquilla non ti salterò addosso»

«EEEEEEEEH?! C-che vuoi dire??» urlò Reila, completamente rossa in viso.

Il ragazzo si portò le mani sugli occhi disperato: più cercava di farla sentire a suo agio, più lei si agitava. Quando invece la chiamava stupida, lei sorrideva.

Quella lì era tutta strana… «Lascia stare» concluse, mentre la ragazza mugugnava ancora confusa.

In realtà lei non pensava che Evan fosse serio quando aveva detto che avrebbe dormito da lei.

Così quando il ragazzo si infilò nel suo letto, aprendole le lenzuola, si sentì sprofondare nella vergogna e nella colpa… e nella felicità.

Mentre si accucciava accanto a lui, cercando di scaldare la propria parte di letto, chiuse gli occhi: e le tornarono in mente quegli occhi verdi e disperati, che la supplicavano di non sottrare loro la loro ragione di vita.

Ma poi sentì il profumo di Evan pervaderle la mente e il suo respiro accanto al proprio: questo bastò per cancellarle ogni timore dai ricordi. Tese le braccia verso Evan e appoggiò la testa al suo petto, lasciandolo sorpreso.

«Grazie Evan…»

Il ragazzo borbottò qualcosa, cercando di trattenere i propri istinti; tuttavia non sapeva quanto sarebbe stato capace di resistere…

Aveva una strana voglia di lei. Ma era diverso dalle altre volte: non aveva voglia del piacere; aveva proprio voglia di lei.

«Non era necessario fare tutto questo per me» continuò la ragazza «Sto bene, sul serio. Potevi davvero andare a casa…»

«Avresti voluto così?»

Reila scosse il capo, arrossendo.

Evan sorrise «Non ringraziarmi Reila. Io… ho capito, sai. Credi che il tuo modo di essere sia una montatura per piacere agli altri. Credi di vivere nell’ipocresia. Ma non è così.»

Sentì Reila stringere la presa attorno a lui, e ricambiò la stretta, sentendola tremare al suo fianco.

«Sono rimasto perché volevo che capissi che l’amicizia che provo per te non dipende dal fatto che sorridi sempre. Credo che quella che indossi non sia una maschera, ma un’evoluzione della tua personalità: tu sei davvero così, non riusciresti mai a far del male a qualcuno, trovi sempre il lato migliore in ogni cosa e un sorriso per ogni persona, nonostante tutto. E questo è splendido»

Reilà negò «Non sai quanto mi costa obbligarmi a essere ottimista…»

«Ma lo sei, ci riesci» la interruppe Evan «e questo vuol dire che lo sei davvero»

Reila rimase senza parole.

In un pomeriggio lui e Selene erano riusciti a farle capire che tutte le sue convinzioni erano fasulle. Si sentì girare la testa benché fosse sdraiata e sentì l’ennesima lacrima scenderle sul viso «…Scusa»

Sentì Evan ridere leggermente «Basta scusarti. Sono felice di averti detto queste cose. E se hai così poca fiducia in te stessa… va bene anche così. Io e Selene siamo qui per incoraggiarti. Affronteremo il mondo assieme. Ma ora non piangere più, ok?»

Reila rise lasciandosi scappare un sospiro.

Come aveva fatto prima a vivere senza Evan? Anzi, addirittura odiandolo? Com’era possibile che avesse avuto in antipatia una persona del genere? Oh, ma alla fine Reila l’aveva sempre saputo. Anche l’odio era stato finzione… e ora, questo calore… cominciò a credere fosse amore.

Mentre Evan la stringeva più forte a sé, sussurrò «…Ho paura, Evan. Ho tanta paura»

 

Si addormentarono assieme, pochi minuti più tardi. Ma mentre Reila sprofondava nel sonno, un unico pensiero le veniva alla mente. Perdonami Emy…





 

Note senza il minimo senso

Ma come mai negli scorsi capitoli mi cambia il Georgia col Verdana? È davvero brutto… mh prima o poi lo cambierò… spero che almeno Times New Roman si veda L

Vabbuò.

Che bel capitolo eh? (Seeeee ndtutti)

No intendevo come svolta nella storia, ovviamente. L’ho scritto veramente di melma, me ne rendo perfettamente conto :D

Comuuuunque ancora qualche capitolo d’attesa, ma ormai il destino è scritto. Qualche capitolo… (sfoglia lo schemino, col riassunto dei capitoli)

Insomma. Piccolo spoiler. Si deve aspettare il cap 18. Per cosa e per chi penso lo sappiate no?

Boh comunque il titolo e la frasetta all’inizio sono presi dalle canzoni di Glee. Cos’è Glee? Un telefilm. E che telefilm. Guardatelo, infedeli!

E un bel periodo per telefilm questo. È pure ricominciato LOST!!!!!!!!! Cioè, io me lo guardo su internet in inglese :P non resisto ad aspettare la FOX!!! Manca solo che riprendano Fash Forward… eeehh <3

Comunque grazie a chi ha aggiunto tra i preferiti questa storia, i vari lettori occasionali, quelli più abituali e chi mi ha recensito!! Che ci sia un ritorno di ispirazione? XD Non so, non ci spero troppo. Più che altro non ci credo.

Tra l’altro quest’anno ho la maturità quindi figuriamoci quanto tempo avrò… ah!! Ho la patente!! Anche se mamma e papà non mi lasciano usare la macchina MAI ç_ç ma io che l’ho fatta a fare alloraaa!

Ma stiamo divagando troppo….

 

In realtà lo so. Mi ricordo perfettamente perché ti odiavo…

 

Alla prossima!!

 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Liz