Il bambino sopravvissuto e La bambina senza
passato
“Tom, Tom! Chi
è Harry Potter?” chiese la ragazzina, stabilitasi al Paiolo Magico da ormai
qualche settimana.
Il vecchio
proprietario del locale sorrise, un sorriso terribile a dire il vero, anche se
Samara l’avrebbe catalogato come il più caldo sorriso del mondo. Dopo le lunghe
conversazioni di Silente col Ministro, le diedero un conto in banca, una stanza
al Paiolo e il permesso di andare a Diagon Alley tre ore al giorno. Perciò la
bambina si ritrovava a “rompere ciò che rimaneva delle scatole” del vecchio Tom
per la maggior parte della giornata.
Ogni mattina
la ragazzina comprava la Gazzetta del Profeta, e leggeva gli articoli a Tom che
serviva i clienti. Al suo arrivo al Paiolo Magico non avrebbe mai pensato che
sarebbe diventata famosa per una cosa che non aveva fatto, per aver avuto una
storia triste, per essere senza famiglia... Il suo nome era comparso sulla
Gazzetta quasi ogni giorno;
“Come fanno a considerarmi speciale solo
perchè non ho un passato?” si chiedeva con malinconia. Ma da qualche giorno
ormai, il suo nome era stato sostituito da un altro...
“Harry Potter,
bimba, ha sconfitto Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato pur essendo solo un bambino!
Povera creatura, ha perso i suoi genitori quella notte... ma
ora inizierà a frequentare Hogwarts, proprio come te.”
La piccola non
potè che provare dispiacere per quel ragazzino, e promise a se stessa di
diventargli amica non appena arrivata a Hogwarts.
Oh sì, lei
sapeva di Hogwarts. Silente era venuto spesso a trovarla ed avevano parlato
tanto. Di Hogwarts, dei professori, delle Case, della magia...di tutto. Sam, la
prima persona a chiamarla così era stato Tom, ammirava tantissimo Silente e
sotto sotto aspettava sempre una sua visita. Posò il suo sguardo sulla foto di
Harry Potter: stava andando ad Hogwarts proprio come lei. Si rasserenò nel
constatare che dopotutto non sarebbe stata sola.
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La mattina
seguente fu svegliata da Hagrid, uno degli amici più fidati del preside, che
veniva a trovarla regolarmente. “Sveeeglia Sammy! È il grande giorno! Non
vorrai mandarmici da solo, non posso mica comprarla io la tua bacchetta!” disse
l’uomo ridendo della
sua stessa battuta.
Sam scattò in
piedi e si preparò in settanta secondi; Hagrid l’aiutò a mettersi il cappotto
e, dopo aver salutato Tom, andarono a Diagon Alley
diretti da Olivander.
Samara sentiva
l’adrenalina scorrerle nelle vene mentre Hagrid, contento di poter aiutare
quella cara ragazzina, faceva da guida.
Tutti ammettevano che dopo aver guardato la
piccola negli occhi non si poteva far altro che volerle bene.
Arrivati
davanti al negozio, la bambina guardò
preoccupata Hagrid che ricambiò lo sguardo con un sorriso incoraggiante.
Sam abbassò la
maniglia, entrò e disse “Signor Olivander, sono io”.
Samara aveva
già comprato tutto l’occorrente per la scuola, ed ogni giorno si recava al
negozio di bacchette senza essere pronta a fare il grande passo, a vivere
quell’evento importante. D'altro
canto, Olivander era curioso di sapere da quale bacchetta sarebbe stata scelta
quella streghetta entrata nel mondo magico quasi per sbaglio.
“Sono pronta
signor Olivander”.
“Sono contento signorina Spektor, la prego,
venga qui”.
Sam avanzò con
passo deciso –ora o mai più-.
Il signor
Olivander le fece provare diverse bacchette ma nessuna era quella giusta, e piano piano l’agitazione
lasciò il posto alla delusione. Olivander non si arrendeva, e Samara stava per
scoppiare in lacrime –Ero così sicura...- pensò.
Olivander aprì
una scatolina bianca, diversa da tutte le altre che erano nere, e disse “È unica nel suo genere, è stata la prima
e l’ultima bacchetta che ho costruito con questo legno... Undici pollici e un
quarto, piacevolmente flessibile, fatta di legno di betulla bianca, fibra di
cuore di unicorno e una piuma di un ippogrifo selvatico , la provi...”
Sam guardò la
bacchetta: era meravigliosa e il cuore si riempì di calore quando la
toccò. Era lei. Finalmente si sentì completa,
e le lacrime di gioia uscirono da quegli occhi così strani.
Hagrid
sorrideva fiero e il signor Olivander disse compiaciuto “Sono sorpreso
signorina Spektor, questa bacchetta ha scelto lei, l’ha sempre aspettata”.
Dopo aver
lasciato il negozio e ringraziato il signor Olivander, una volta arrivati al
Paiolo Magico, Samara invitò Hagrid e Tom a cenare con lei: per festeggiare
l’evento.
Si sentiva la
regina del mondo.
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Il giorno
dopo, il primo di settembre, Sam, dopo aver abbracciato Tom, pianto e ammesso
che le sarebbe mancato, fu pronta a lasciare il Paiolo Magico.
Hagrid
l’accompagnò alla stazione di King’s Cross e l’aiutò a passare il varco per
arrivare al binario 9 e ¾. Erano solo le nove e avrebbe dovuto aspettare altre
due ore. Hagrid se ne andò dicendo che doveva fare della commissioni per
Silente. Quindi Sam tirò fuori il suo libro di Incantesimi ed iniziò a leggere.
Quando rialzò il capo erano già le undici meno un quarto. Alle undici il treno
sarebbe partito, e Sam era molto elettrizzata. Notò che tutti i passanti
la guardavano, probabilmente avevano letto gli articoli della Gazzetta del
Profeta. Un bimbetto le offrì persino un biscotto. La situazione non le piaceva
per cui decise di salire sul treno. Si sistemò in uno scompartimento vuoto e
riprese a leggere il suo tomo.
A poco a poco
il treno si riempì di studenti; una ragazzina riccioluta dall’aria intelligente
aprì la porta dello scompartimento, e dopo aver sospirato disse “Posso sedermi?
Il treno è pieno zeppo...”.
Sam sorrise
“Ma certo”.
“Piacere comunque, io sono Hermione Granger”
le disse l’altra stringendole la mano.
“Samara Spektor, Sam se preferisci” disse
ricambiando la stretta.
“Oh! La Gazzetta del Profeta parlava di te?!
Dalle foto sembravi molto più piccola”.
Sam arrossì:
probabilmente la conoscevano tutti ormai, e non potè che compatire Harry
Potter.
Prima della
partenza qualche altro studente si unì a loro: due gemelle indiane ed un
ragazzo paffutello con un rospo in mano. Le gemelle si presentarono come Calì e
Padma Patil, mentre il ragazzino si chiamava Neville Paciock. Parlarono a lungo
delle Case e di Hogwarts, a quanto pareva Hermione Granger era un’enciclopedia
vivente.
A metà del
viaggio, il ragazzino paffutello perse il rospo, e senza sapere come Sam si
ritrovò in giro per il treno a chiedere di Oscar, il rospo sperduto. Quando bussò ad uno scompartimento
dal quale provenivano grida, risate e scoppi, le aprì un ragazzo alto dai
capelli rossi.
Si guardarono
a lungo e Sam disse “Ehm... ciao, non è che hai visto un rospo in giro per
caso? È...”
“Un rospo? Direi di no... Ma se vuoi abbiamo
una tarantola gigante nello scompartimento! Vuoi vederla?”.
“Uh no non ci tengo molto grazie!” disse con
un sorriso smagliante.
“Dai George, vieni dentro!”
“Arrivo arrivo... comunque, io sono George
Weasley... e questo impiccione è mio fratello Fred” disse il ragazzo presentando se
stesso e il gemello, curioso di sapere con chi stesse parlando.
“Samara Spektor” disse imbarazzata.
Fred disse
“Hey ma sei quella della Gazzetta del Profeta?”.
Sam arrossì,
ancora. Per fortuna Padma la chiamò “Sam, Sam! Vieni, abbiamo trovato Oscar!”.
Sam salutò i
gemelli, e raggiunse i suoi compagni di viaggio. Una volta tornati nello
scompartimento, George si ritrovò a pensare agli stupendi occhi di quella –come
aveva detto che si chiamava?!- ah sì, Samara Spektor.
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Samara scese
dal treno, e si avvicinò ad Hagrid che stava radunando gli studenti del primo
anno. Trovò la traversata del lago l’esperienza più eccitante della sua vita;
su una delle barchette fece conoscienza con Sam, Samantha Collins, con la quale
parlò per tutto il tragitto. Era piuttosto carina e le assomigliava un poco.
Aveva lunghi capelli ondulati ed espressivi occhi chiari. L’unica differenza
tra loro stava nei colori, Samara aveva lunghi capelli neri, neri come la pece,
mentre Samantha aveva i capelli color del grano. Arrivati al castello ci fu un
“Ooooooooh” generale; Samara continuava a cercare Harry Potter, senza trovarlo.
All’entrata
incontrarono la professoressa McGrannitt che spiegò brevemente come funzionava
lo smistamento. Prima di entrare nella Sala Grande, Samara notò che la
vicepreside la guardava intensamente; si ritrovò ad arrossire per l’ennesima
volta in quella giornata e ad abbassare lo sguardo.
“Avanti Sammy, è il momento!” le sussurrò
Samantha rincuorandola, e lei le sorrise grata: stava davvero bene con lei.
Prese un gran respiro ed entrò nella Sala.
Non sentì
nemmeno la filastrocca del Cappello Parlante, concentrata com’era nel
torturarsi le mani. Dal tavolo dei professori, Hagrid le fece l’occhiolino che
servì a farla star meglio.
Hagrid le
aveva parlato molto di Hogwarts –Vedrai ti piacerà!- Sapeva che Silente era stato
un coraggioso Grifondoro, mentre Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato era stato a
Serpeverde. Lei sperava davvero di finire a Grifondoro...
Avvertì un
movimento accanto a sè: era il turno di Samantha. Le augurò buona fortuna, e
stranamente si ritrovò a sperare di finire nella sua stessa Casa. Guardò
Samantha negli occhi: la vedeva tremare in attesa della sentenza del Cappello.
“Grifondoro!”. La biondina si tolse il cappello e corse al tavolo a
sinistra mentre i compagni di Casa l’applaudivano. Hermione, l’enciclopedia
ambulante, Calì Patil, una delle gemelle indiane, e Neville Paciock finirono
tutti a Grifondoro.
“Harry Potter”
e calò il silenzio. Un ragazzino magro, di media statura, con spettinatissimi
capelli neri raggiunse il Cappello Parlante. Samara ne incontrò gli occhi
verdissimi per qualche secondo, dopodichè...”Grifondoro!”.
Il tavolo
rosso e oro scoppiò: urla grida applausi. I compagni di casa, con gioia,
ripeterono in coro “Abbiamo Potter! Abbiamo Potter!”. Samara si chiese se
avrebbero cantato una marcia funebre se fosse finita nella loro stessa casa.
“Samara
Spektor” e fu silenzio, di nuovo. Raggiunse titubante il Cappello Parlante. Le
parve fosse passata un’eternità quando... “Grifondoro!”. Tra gli applausi si
tolse il cappello e buttò a terra, erroneamente, lo sgabello sul quale si era
seduta. Ciò suscitò le risate di tutti ed un nuovo applauso.
Sam andò a
sedersi accanto all’altra Sam, che le aveva gentilmente tenuto il posto. “Lo
sapevo che saresti finita a Grifondoro!” gridò abbracciandola. Samara ricambiò
sorridente l’abbraccio: aveva anche un’amica ora, cos’altro voleva?
Durante la
cena conobbe Harry Potter, con il quale parlò parecchio: avevano abbastanza
cose in comune. Samantha guardando Harry e Samara con quei suoi occhi color del
miele disse “Se non fosse per il colore degli occhi, potreste essere fratelli”
e risero un pò tutti. Per il resto della cena i due ragazzini senza famiglia
continuarono a chiamarsi affettuosamente “fratellino” e “sorellina”.
Angolo
dell’Autrice:
Ecco
il primo capitolo... betato ovviamente dalla fantastica Moony3, alla quale
mando un bacione immenso. (Grazie carissimaaa!!! *0* !! :****) Volevo spiegare
un paio di cosette riguardanti questo capitolo: non mi pare di aver trovato una
bacchetta simile nei 7 libri di Harry Potter... il fatto che la bacchetta fosse
di legno di betulla bianca (silver birch) era molto importante per me... io amo
le betulle.
La
frase detta da Hermione “Il treno è pieno zeppo” è esattamente la stessa
che disse Ron ad Harry. Ci tenevo a specificare che Ron ed Hermione sono fatti
l’uno per l’altra, e che sono una delle mie coppie preferite.
Per
coloro che ricordano bene “Harry Potter e La Pietra Filosofale” la storia della
tarantola non è di mia invenzione, nel primo libro potrete trovare il pezzo in
cui i gemelli dicono che Lee Jordan si è portato dietro una tarantola gigante.
Samara
Spektor e Samantha Collins saranno le compagne di stanza di Hermione Granger,
Calì Patil e Lavanda Brown.
Grazie
a tutti coloro che leggeranno, e un GRAZIE
SPECIALE a coloro che recensiranno.