Anime & Manga > Il mistero della pietra azzurra
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Autore: Lyla    18/02/2010    2 recensioni
Sono passati tanti anni dalla sconfitta di Argo, e Sansone, divenuto un uomo maturo, vuole sistemarsi con la donna che ama da sempre. Ma quando trova il coraggio di dichiararsi a Rebecca, la sua vita giunge a una svolta legata a un'esuberante adolescente dagli occhi azzurri e i capelli castani dalla quale non riesce a non sentirsi attratto... una storia a capitoli dedicata alla coppia SansonexMarie e alla nascita del loro amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Sei

Capitolo Sei

 

 

Erano trascorsi sei giorni da quando Sansone era andato a far visita a Marie per evadere un po’ dalla routine quotidiana.

La sua idea si era rivelata un ottimo toccasana: non aveva pensato a Rebecca che di rado, ed era un peccato che la settimana che stava trascorrendo ospitato dalla zia della ragazza sarebbe presto giunta al termine.

Andare a trovare Marie aveva costituito la sua via di fuga ai suoi tormenti interiori, e la sua compagnia era sempre più piacevole ad ogni ora che trascorrevano insieme.

“Sai chi mi ha telefonato la scorsa settimana?” stava dicendo l’adolescente intenta a lavare i piatti.

Avevano appena finito di cenare, e Sansone guardò la sua schiena mentre si affaccendava per rimettere a posto la cucina: aveva scoperto da poco che osservarla intenta a svolgere le più quotidiane delle faccende gli piaceva.

Era una visione che gli trasmetteva calore,  e per qualche strana ragione si era sorpreso a pensare più volte che sarebbe stata una mogliettina perfetta.

Quando Marie gli rivolse la parola l’uomo tornò bruscamente alla realtà, cercando di non dare a vedere i suoi pensieri.

“Non mi dirai che si è trattato del tuo spasimante non tanto segreto” le rispose con un certo fastidio, e la ragazza rise allegramente.

“Dai, non fare quella faccia! Ayrton è tanto gentile! Se non fosse stato per lui non avrei mai frequentato un collegio così prestigioso!”

“Quale, quello noiosissimo e lugubre in cui sono venuto a trovarti anni fa?” la provocò Sansone, incapace di trattenere l’irritazione quando si parlava del conte in sua presenza.

Anche a distanza tempo dal loro primo incontro sull’isola mobile, non riusciva a farselo piacere.

Da quando sembrava avere maturato una certa predilezione per Marie, poi, la situazione era persino peggiorata.

“Sansone!” disse la ragazza in tono di finto rimprovero. “Bè, noioso e lugubre lo è eccome” ammise un attimo dopo lanciandogli un’occhiata di intesa, e lui le sorrise. “Se non esistessero le vacanze credo che non potrei sopportarlo oltre. Comunque non c’è niente di male se ogni tanto mi telefona per sapere come vanno le cose! Mi ha anche invitato alla sua prossima festa, e credo proprio che ci andrò. In fondo glielo devo, e poi che razza di amica sarei se mi rifiutassi?”

“Secondo me quello lì vuole qualcos’altro da te, altro che amicizia…”

“Invece di startene lì a borbottare, perché non vieni a darmi una mano?”

L’uomo si alzò da tavola e l’aiutò ad asciugare i piatti puliti, la sgradevole visione del volto di Ayrton che non accennava ad abbandonargli la mente.

Cosa voleva quell’idiota da Marie?

Se solo si fosse azzardato a torcerle un solo capello…

“Stai pensando che io e Ayrton ci sposeremo, vero?”

“Ma no, che dici, niente affatto!” si affrettò a dire in modo troppo frenetico.

Si sentì a disagio.

Cos’avrebbe pensato Marie se avesse saputo che quello che aveva detto rispecchiava la realtà?

“Stavo solo scherzando. E comunque non mi sembra il caso di essere così gelosi, caro il mio maritino!”

D’accordo, la situazione stava degenerando. Marie rideva, divertita dalla sua reazione.

Doveva avere proprio uno sguardo sconvolto per divertirla così tanto.

“Ma quale geloso, mi stavo solo assicurando che quel tipo non ti desse fastidio, perché sai benissimo che in quel caso ci penserei io a fargliela vedere. Sai come la penso! I farabutti come lui devono essere puniti come si deve!”

“Ma che cavaliere! Ti ringrazio, ma non è il caso. Che ne dici di andare a fare quattro passi, non appena avremo finito? C’è un posto in cui devo assolutamente portarti” esordì Marie cambiando discorso all’improvviso con leggerezza, gli occhi blu che scrutavano speranzosi il viso assorto dell’uomo al suo fianco.

Chissà se stava pensando ancora a Rebecca… la ragazza cancellò immediatamente quel pensiero, augurandosi di essersi sbagliata.

Sansone la guardò incuriosito per un attimo, poi si affrettò ad annuire.

“Con piacere!” le disse con le labbra stirate in un sorriso di quelli che la affascinavano tanto, e nel suo sguardo non le sembrò di scorgere altro che un’affettuosa, serena amicizia, la stessa che anche lei avrebbe dovuto provare per lui.

Cercando di nascondere la sua delusione, si tolse il grembiule e si affrettò a uscire dalla cucina.

“Perfetto, non vedo l’ora! Vado a cambiarmi, ci vediamo tra poco!”

Sparì oltre la porta della stanza, il bagliore del suo sorriso che lo lasciò stordito per qualche attimo prima che Sansone si rimettesse al lavoro pensando che non era più giovane come un tempo: in passato si sarebbe rifiutato con tutto se stesso di fare certi lavori da donna, oltre che manuali, e ora invece le era bastata una sola occhiata perché Marie lo convincesse ad aiutarla in cucina.

Le possibilità erano due: o lui era spaventosamente invecchiato, oppure era soltanto quella ragazzina dai lunghi capelli castani ad avere quel potere su di lui…

 

 

Era pomeriggio inoltrato, e Sansone e Marie camminavano l’uno accanto all’altra verso una meta a lui ignota.

Chissà dove lo stava portando, quella ragazza… c’era qualcosa di diverso in lei, era come se fosse nervosa ma allegra al tempo stesso.

Poteva capire come si sentiva: non era la prima volta che si trovavano insieme da soli, ma in quel momento c’era un’atmosfera insolita: era proprio come se fossero una coppia, mentre Marie gli lanciava diverse occhiate e si stringeva al suo braccio con assoluta naturalezza.

“Ci siamo quasi!” esclamò vivace, quindi si fermò davanti a lui con il volto arrossato dall’impazienza. “Chiudi gli occhi, Sansone!” lo incitò in modo infantile, e lui impallidì brevemente.

 “Come vuoi, ma ti avverto! Non farmi strani scherzi, oppure…” 

Una mano minuta si insinuò delicatamente tra le sue, e Sansone rimase senza fiato per un attimo.

L’esitazione lasciò il posto a una piacevole sensazione di calore, e di lì a poco gliela strinse, affidandosi totalmente a lei.

“Vieni con me, ormai siamo vicini!”gli disse con voce argentina guidandolo su quella che, a giudicare dalla conformazione del terreno sotto i suoi piedi, aveva tutta l’aria di essere una collina… o forse un promontorio.

Sentiva un rumore lontano, che gli ricordava quello delle onde che si infrangevano sugli scogli, le urla dei gabbiani che lo raggiungevano distintamente mentre Sansone non desiderava altro che lasciarsi trascinare da Marie verso qualunque meta, la mente sgombra da ogni pensiero che non riguardasse lei e la strana felicità che stava provando nel seguirla in quel luogo sconosciuto che era impaziente di mostrargli.

Prima che aprisse gli occhi e si sentisse troppo vecchio per fare certe cose, però, la ragazza si fermò davanti a lui senza lasciargli la mano.

“Ecco, ora puoi aprirli!”

Il campo visivo di Sansone si ritrovò occupato per intero dal mare più blu che avesse mai visto che si perdeva all’orizzonte, il cielo solcato da nuvole dal colore dorato per via dei raggi del sole che stava lentamente tramontando.

Uno stormo di gabbiani volava leggero sulle onde e soffiava un vento tiepido, segno che l’autunno era ormai inoltrato.

“Accidenti! Non pensavo che ci fosse una vista del genere, a pochi passi da casa tua” fu tutto quello che disse incredulo, la consapevolezza che la mano di Marie era ancora stretta ancora tra le sue ad offuscare tutto il resto.

“Lo sapevo che ti sarebbe piaciuta!” rispose lei, e la sua risata lo raggiunse come un’onda piacevole e improvvisa. “Lo sai, ci tenevo tanto a mostrartela. A me ricorda tanto quando ero bambina e mio padre mi portava a vedere le navi al porto nelle giornate di sole. E’ passato tanto tempo da allora, eppure me lo ricordo ancora bene. Oh, che cosa stupida da dire.”

“Non è affatto stupida! Ricordare il passato non significa essere infantili” ribatté Sansone senza riuscire a trattenersi, e d’un tratto provò la spiacevole sensazione di essere come un padre che cercava di rassicurare la propria figlia.

“Hai ragione, però… mettermi a dire certe cose! Non sono più una bambina” disse Marie con un sorriso interrompendo i suoi pensieri, e guardandola, l’uomo pensò che era la pura e semplice realtà.

Sebbene riuscisse ancora a scorgere l’innocenza di quando aveva appena quattro anni nel suo volto, lui sapeva che Marie era davvero diventata una donna.

Inutile continuare a negarlo. Inutile continuare a negare l’effetto che gli faceva da tempo.

“Lo so. Neanch’io sono più tanto giovane, ormai. Gli anni passano per tutti, Marie” mormorò l’uomo parlando forse più con se stesso che con la ragazza al suo fianco, come se stesse cercando di convincersi che non avrebbe dovuto essere lì con lei, in quel momento, per il bene di entrambi.

“Ma che dici? Tu non sei affatto vecchio!” rise Marie, e per un attimo rimasero in silenzio ad ascoltare il rumore del mare sottostante.

Strinse ancora di più la mano dell’uomo, voltandosi a guardarlo intensamente.

Aveva deciso.

Non aveva più paura di nulla, ormai.

“Sai, Sansone... io non sono fatta per stare rinchiusa in un collegio. Non lo credi anche tu? Ayrton è stato gentile con me, ma vedi, è solo in momenti come questi che riesco a sentirmi me stessa e… ad essere felice.”

“Sei sempre stata uno spirito libero, Marie” commentò lui guardando il mare. “Non c’è da stupirsi che quel posto ti faccia sentire così.”

“Sapevo che mi avresti capito. Chiudi gli occhi!” gli disse all’improvviso.

L’uomo obbedì divertito, chiedendosi cos’aveva in mente questa volta… ma quando sentì qualcosa di morbido e tiepido scontrarsi con le sue labbra rimase senza fiato, incapace di reagire.

Il contatto durò pochi secondi, e quando riaprì gli occhi, il volto arrossato di Marie, incorniciato dai capelli castani mossi dal vento, occupava la sua intera visuale.

“Ma Marie… tu…” disse incredulo, incapace di formulare un pensiero coerente.

“Scusami. Forse non avrei dovuto, ma da quando ti ho rivisto per la prima volta dopo tanto tempo io… credo di… ”

Si sentiva la bocca asciutta.

Eppure aveva ripetuto a se stessa quel discorso così tante volte…

Il suo primo bacio.

Aveva appena dato il suo primo bacio a Sansone.

Si era sempre immaginata così sicura di sé nei momenti che aveva immaginato in compagnia dell’uomo… e ora invece si ritrovava a corto di parole.

Una mano gentile le sollevò il mento, e gli occhi di Marie incontrarono nuovamente quelli incredibilmente chiari di Sansone.

Riflettevano una serenità e un calore che la ragazza non aveva mai visto prima, tali da confonderla.

“Non dire altro, piccola. Ho capito benissimo.”

La strinse a sé con sicurezza, incurante di qualunque cosa, anche del fatto che lui fosse troppo maturo e lei troppo giovane perché potesse permettersi di farlo, e Marie chiuse gli occhi in preda alla felicità, il cuore che le batteva freneticamente nel petto mentre lasciava che le sue mani vagassero sulla schiena dell’uomo.

Quindi, le loro labbra si incontrarono nel bacio che Marie aveva sempre sognato, un bacio da adulti fatto di dolcezza mista a passione, di delicatezza mista a decisione, che lasciò entrambi senza fiato.

Rimasero stretti in quell’abbraccio in preda a una nuova consapevolezza, ed era come se in quel momento non esistesse nient’altro che quel promontorio, gli ultimi raggi di sole che illuminavano i loro volti carichi di nuove aspettative verso il futuro.

 

Fine sesto capitolo

 

 **

 

Ciao a tutti!

Sono passati quattro anni dall’ultimo aggiornamento, ma ho ritrovato l’ispirazione per continuare questa fanfiction su una delle mie coppie preferite di Nadia ascoltando alcuni brani delle OST, e credo proprio che la completerò al più presto (esami permettendo), ma è assolutamente sicuro che non ci metterò altri quattro anni per pubblicare il prossimo capitolo.

Forse il mio stile è un po’ cambiato rispetto a quando questa fic ha visto la luce, ma del resto gli anni passano anche per me, e non solo per i protagonisti di questa storia : )

Ringrazio tutti quelli che sono passati di qui! Se vi va lasciate un commento, anche se sperare che gli stessi che avevano letto i primi cinque capitoli (che ho rivisto approfittando dell’occasione) leggeranno anche questo è… chiedere un po’ troppo, dopo tutto questo tempo : )

Al prossimo aggiornamento!

Lyla

 

  
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