Ansimava.
Dammene di più, gridava, soffocando le parole fra i gemiti.
Muoveva le mani sui miei fianchi come tante piccole formiche laboriose..
Mi piaceva il suo modo di fare, timido ma allo stesso tempo deciso.
Lui era il MIO bambino.. il mio più dolce peccato.
"Preparo del the"
Era così sensuale.. anche mentre pronunciava frasi di poco conto.
"Ti aspetto qui"
Fumavo. Per ingannare l'attesa, presumo. Io non ero innamorato di lui, no, nulla del genere.
Eppure c'era qualcosa di sorprendentemente forte, nel nostro legame.
Lui era in grado di comunicarmi i suoi sentimenti e le sue emozioni in più modi, spesso senza l'ausilio delle parole.
Il modo in cui osservava il mio pallido viso, spesso annebbiato dal fumo delle sigarette, era così intenso da provocarmi brividi di piacere lungo tutto il corpo.
"Fumi troppo" ripeteva continuamente, scrutandomi con sguardo preoccupato "di questo passo, temo ti ammalerai molto presto"
Ridevo, abbracciandolo teneramente.
"Piccolo.. proprio a me fai la morale? Ti ricordo che sei tu, fra i due, a fumare in maniera eccessiva"
"Cazzate" rispondeva, abbassando lo sguardo "non è affatto vero, scemo"
"Lo è, invece"
"Vaffanculo!"
A quel punto lui, fingendosi offeso, volgeva lo sguardo altrove, permettendomi così di stuzzicarlo in modo da attirarlo nuovamente a me.
Gemeva in maniera leggera, con voce flebile e, a tratti, rotta dal piacere.
"Ti va di accompagnarmi in sala prove?"
Gli chiedevo, riallacciandomi i jeans.
"Sì" mormorava sorridendo, scoprendo le sottili braccia nude "dirò agli altri che ho mal di gola"
"Sei sicuro?"
"Certo. Ho voglia di stare con te, oggi."
"Va bene"
Lui non aveva la patente, ed io mi occupavo di accompagnarlo ovunque. Non volevo che fosse il suo manager a scortarlo in giro per il mondo.. quel compito spettava a me. L'unica persona di cui lui si fidasse ciecamente.
"Ho voglia di caffè" diceva, toccandosi nervosamente il polso "sono molto assonnato. Ti prego, fermiamoci da qualche parte"
"Farò ritardo. Ci andremo dopo le prove"
"No. Ora"
"Smettila di parlare, mi distrai dalla guida"
"Fermati, cazzo"
"Piantala, ho detto di no"
La spuntava sempre lui. Non ero in grado di resistere alle sue suppliche. Accontentarlo stava diventando la mia più grande priorità..
Mi scuso per la brevità del capitolo. A dire il vero, non mi soddisfa molto. Ma non ho avuto tempo per apportare delle modifiche.. così ho deciso di postare, senza pensarci troppo su. Migliorerò, è una promessa..