Fanfic su attori > Ben Barnes
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Autore: Janeisa    19/02/2010    2 recensioni
" -Isabella! Carissima guarda chi sono riuscita ad invitare. - Mi voltai al suono di quella voce odiosa e mi preparai col mio miglior sorriso. Quando i miei occhi incontrarono i suoi, sentì il mio cuore perdere un battito, mentre il suo volto non mostrava segni di sorpresa, ma nei suoi occhi lessi delusione e sconforto, mentre cominciavaa pensare che sicuramente la nostra era stata solo una bugia. - Ben - bisbigliai, mentre lo vedo avvicinarsi prendere la mia mano destra e portarla alle labbra. - Principessa - quella parola sulle sue labbram l'avevo sentita, altre volte, ma mai con quella voce priva di sentimento. Sapevo di averlo perso prima ancora che lui si voltasse e scomparisse nella folla, mentre la mia matrigna mi fissava gongolante della sua vittoria. Strinsi le mani intorno al vestito e con molta grazia uscì fuori al terrazzo, mentre la maledicevo con tutto il cuore"
Isabella Romano D'Aquila, due mesi e mezzo ai suoi ventun'anni, l'età legale per riconquistare ciò che è suo per diritto, vive e studia a Londra, con le sue due migliori amiche, Alice e Rossella. Ha costretto suo padre ad acquistarle una casa per lei e le due ragazze come risarcimento del fatto che la matrigna non la vuole tra i piedi e inoltre ad aiutare economicamente le due amiche per permetterle di tenerle con sé. Ha perso sua madre in un incidente d'auto appena fuori Roma, da quel momento crede di poter dire addio al suo cuore. Suo padre si è risposato con una donna che non la vuole in casa,invidiosa di tutto ciò che lei avrà e consapevole che potrebbe avere tutto per sé, se lei non esistesse. A Londra per un fortuito incontro scontro conosce Ben, ne resta completamente travolta, ma evita di dirgli la verità, condannandosi a dover lottare per mantenere il giovane con se.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ben Barnes, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Spazio Autore (se scrittore mi posso definire XD):

Allora, vi rendo partecipi di una bellissima notizia*____________* HO PASSATO ANALISI I, sono veramente molto contenta! Quindi sono stata super iper felice di mettermi a scrivere questo capitolo! Ora faccio alcune precisazioni, nella storia siamo temporalmente nel futuro, in quanto verrà nominato più volte il terzo capitolo delle Cronache di Narnia che esce il 9 e 10 dicembre 2010, quindi le riprese, ad esempio, di Killing Bono sono temporalmente state spostate nella mia mente, ovvero invece che essere iniziate a gennaio 2010, sono cominciate leggermente dopo ^^. Detto questo, vi linko delle foto.

Alice: http://images.celeb9.com/blog/wp-content/uploads/2009/08/vanessa_hudgens0608.jpg

Rose: http://www.iheartemilie.net/visuals/albums/studio-photoshoots/session-22/normal_013.jpg 

Per la mia Isa sono ancora in alto mare T_T.

@Nona: Ehilà! Grazie tanto per aver recensito^________________________^ mi fa piacerissimo che ti piaccia come sia uscito il primo capitolo e si ammetto di essere una stra fortunata ad aver fatto un sogno del genere xD, diciamo che forse ero stata influenzata dall'aver visto per l'ennesima volta le Cronache xD. Comunque che coincidenza che ti chiami anche tu Amato!! Quando ho pensato al cognome mi è venuta in mente la pasta XD. Spero che anche questo capitolo ti piaccia. Baci!!

Volevo ringraziare chi aggiunto la storia tra i

 

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A.A.A. Principessa Azzuro Cercasi

 

 

 

Una piccola bugia non ha fatto mai male a nessuno!

 

La mia bocca a forma di O deve farlo ridere parecchio pensai mentre scostavo una ciocca di capelli dal viso. Voltai appena gli occhi nella sua direzione ed eccolo ancora che sorrideva, ma perchè cavolo non bandivano i sorrisi dalla sua faccia, dovrebbero denunciarlo per tentanto omicido della fauna femminile mondiale.

- Quindi tu - riprese a parlare dopo aver gentilmente richiuso la mia bocca appoggiando il palmo sul mento. Ancora sentivo il calore sulla mia pelle e il suo profumo. Ma che bandire la sua voce, questo va interdetto per evitare di farmi morire d'infarto, insieme Alys che se fosse venuto a saperlo mi avrebbe praticamente mangiato viva. - Sei italiana? -Mi riscossi leggermente dai miei pensieri annuendo furiosamente. - Si nota? - ridomandai a mia volta. Ben questa volta si prese alcuni istanti in cui fissò "addormentandosi" i miei connotati. - Bhè mio padre mi ha sempre detto, quando vedi una ragazza, se questa ti butta per l'aria è italiana -

Lo guardai torva mentre voltavo regalmente il mio volto verso l'inizio di Camden Street. Sentii d'un tratto una mano che con una leggera pressione sul mio mento mi spingeva a voltarmi verso di lui, acconsentì alcuni secondi dopo essermi beata del profumo che sentivo provenire dalla sua mano.  - Ehi scherzavo...si capisce che sei italiana..perchè solitamente le italiane sono molto belle -

Mi concessi un debole sorriso, ma dopo qualche istante di smarrimento mi ritrovai a rispondere piuttosto inacidita, non mi erano mai piaciuti i cascamorti. - Si certo, ma evita di uscirtene con queste frasi fatte. - risposi amabile mentre un lampo di divertimento mi attraversava gli occhi azzurri.

Eravamo nei pressi di Camden, un quartiere abbastanza conosciuto, soprattutto dagli studenti. Ben battè una mano sulla spalla del tassista facendogli segno di fermarsi, perchè eravamo arrivati, era inutile proseguire in taxi, avremmo attraversato a piedi il resto della strada. Prima di uscire dalla macchina Ben rimise cappellino e occhiali scure, non era il massimo del travestimento ma gli avrebbe dato il tempo di scappare se era il caso. Scesi dall'auto nera tipica dei taxi londinesi, iniziammo a camminare. - Scusami - intervenni ricordandomi che in partenza dovevo portarlo a prendere un caffé. - Perché siamo venuti a Camden? - domandai fissandolo qualche istante per poi tornare a guardare la strada. I colori accesi e il vociare intenso ci circondavano come un manto, mi piaceva quella parte di vita londinese, uno dei motivi per cui non sarei tornata a vivere da mio padre, Londra mi piaceva come città ed era lì che avevo cominciato a mettere radici, volevo ricostruire tutto da capo, cancellando il dolore provato alla perdita della mamma, e la sofferenza che avevo letto nei suoi occhi per aver dovuto rinunciare alla sua più grande passione.

- C'è un piccolo bar qui dietro, andiamo lì - la voce vellutata del mio casuale accompagnatore mi riscosse dai pensieri che m'avevano colta. - Okay, però ricorda che devo offrire io - sottolineai con un sorriso stampato in faccia, mentre lo seguivo all'interno di un piccolo locale, etnico dai colori caldi e accoglienti. Prendemmo posto in uno dei tavolini liberi più lontani dalla porta, dal chiacchierio della strada e soprattutto dai fan incalliti che si sarebbero mangiate vive il povero Ben per avere una ciocca di capelli. Poggiai la busta bianca ed enorme con la doppia C di Chanel su una sedia e solo allora Ben doveva averla notata, perchè inarcò in modo dannatamente sexy un sopracciglio e mi domandò - E' tuo il vestito? -

Inventa qualcosa, qualsiasi cosa, ma non dire chi sei. Una vocina mi suggerì di mentire, forse timorosa della reazione del giovane, quindi inventai su due piedi, dicendomi che una piccola bugia, nel mio caso, non avrebbe fatto male a nessuno.  - Faccio delle commissioni per una famiglia londinese piuttosto facoltosa e oggi dovevo ritirare un vestito della figlia della signora - mentii velocemente, sperando che non andasse avanti con il chiedere altro. - E'un modo per aiutare a casa con il mio mantenimento - aggiunsi per rendere ancora più credibile la storia, mentre sotto il tavolo incrociavo le dita.
- Ah - si limitò a dire Ben, mentre si rivolgeva al cameriere appena arrivato a prendere le nostre ordinazioni
- Tu cosa prendi? - mi domandò facendo segno con il dito al cameriere di attendere un secondo.
- Un bitter e un gelato cocco cioccolato e panna montata. -
Non ci sembrava, ma mangiavo tantissimo. Infatti Ben trattenne a stento una risata. Che attore! pensai, mentre appoggiavo la schiena allo schienale della poltroncina e ascoltavo le voci proveniente dall'esterno. 
- E cosa studi? - mi domandò improvvisamente dopo aver congedato il cameriere. - Sto seguendo diversi corsi, sia di amministrazione aziendale, ma anche di scienze politiche alla LSE. - mi maledissi immediatamente dopo, la mia università non era nota per le sue rette modeste.
- Alla LSE? E com.. - stava per domandarmi, ma più veloce di lui, mentii ancora una volta. - Una borsa di studio! - esclamai quasi impaurita, ed evitai con cura lo sguardo indagatore del ragazzo, che per tutta risposta aveva arricciato le labbra in un modo umanamente inconcepibile e da condanna di primo grado per omicidio colposo.
Fortunatamente non ebbe modo di domandare oltre perché il cameriere arrivò con le nostre ordinazioni e allora mi fiondai come una bambina sul mio gelato cioccolato e cocco, con una montagna di panna montata.
- Da anni - rivelai - cerco di mangiare sempre tutto quello che c'è da sotto e poi la panna, ma non ci riesco... - arricciai le labbra in un modo che Rose diceva che la faceva sempre morire, sosteneva che il mio viso assumeva una di quelle espressioni da sbaciucchiare, ma sapevo io ci era da sbaciucchiare in quel momento. Il maledetto ragazzo che davanti a me mangiava del gelato in un modo...Senza parole!!  
- Ehm potresti smetterla? - sbottai improvvisa. -Cosa? - fece Ben confuso e assumendo un espressione da bambino "innocente". Seh, innocente un corno! 
- Di mangiare quel gelato in quel modo - esclamai minacciandolo con un cucchiaio, mentre Ben non riusciva più a trattenere le risate alla vista di me armata...di cucchiaio.
- Perché come mangio? - domandò ancora innocentemente.
- Eh no! - trillai - Non riuscirai a fare uscire da queste labbra un complimento. Non aprirò bocca No no!..E no - un bel giro di parole per auto-convincermi di avere la forza di non svenire da un momento all'altro. Lui assunse un espressione maliziosa alla mia affermazione - Io un modo per aprire le tue labbra lo avrei! -
VI ERA UN DANNATISSIMO DOPPIO SENSO IN QUELLA FRASE!
Lo guardai mentre i miei occhi si scontravano con le sue iridi scure, infilzai il povero gelato che ora doveva subire la mia ira. Decisi di portare la conversazione su un piano neutro, il suo lavoro!
- E dimmi, ora a cosa stai lavorando? - domandai portando alle labbra un ingente quantità di delizioso gelato al cioccolato, con uno sbuffo di panna sopra. - Bhè, ho finito le riprese di KILLING BONO quindi ho qualche attimo di pausa, prima del tour de force per il lancio nelle sale delle Cronache di Narnia - rispose mentre finiva di pulire la ciottolina con il gelato facendo un rumore di pazzi. - E per adesso non hai nessun altro film in produzione? - domandai facendomi curiosa, più film lui faceva e più io e Alis avremo potuto bearci della sua visione, stavamo convertendo anche Rose al BENarsianesimo.
Scosse il capo - No, per ora sto vagliando delle proposte con il mio agente...- Appena finì di parlare fu interrotto da uno squillo del telefono. Contrallai se fosse il mio, ma era muto - E' il tuo - lo avvisai, mentre lo vedevo pescare al volo il suo cellulare ultimo modello e rispondere alla chiamata. - Si? Ehi Lia dimmi? - rispose con un grosso sorriso stampato in faccia - Sono in un bar con un'amica - aggiunse rispondendo sicuramente ad una domanda. Amica? al solo pensiero arrossì leggermente, mentre i miei pensieri nei suoi confronti erano tutt'altro che amichevoli!
- Okay arrivo! Si si, certo. Ehi Lia, ricordati che sono le mie serate di relax, decido io cosa fare - chiuse salutandola e tornò a guardarmi. - Devo tornare in Hotel, andiamo che ti riaccompagno - si offrì alzandosi dalla poltroncina. - Oh no, non ti preoccupare - mi ritrovai a ribattere, senza ottenere successo. Ben Barnes oltre ad essere un'opera della natura, era testardo a quanto pare. Sconsolata mi apprestai alla cassa, tirando fuori il borsellino dalla tracolla, ma una mano mi bloccò. - Eh no - disse la sua voce troppo vicina alla mia faccia. Lo guardai, senza spostare il viso, biascicando un confuso - Eh? -
- Pago io! - annunciò allegramente allungando una banconota da venti al ragazzo della cassa, già doveva conoscermi bene e sapere come farmi innervosire, il caro Mr Barnes. Questa volta mi innervosii - Ehi, toccava a me , sono stata io ad invitarti - mentre, la sua mano ancora mi stringeva il polso. Uno strano tepore mi avvolse, a partire dal punto in cui le sue dita si chiudevano con tranquillità attorno alla mia mano, allungadosi sino al mio volto che assunse un delizioso color porpora.
- Eh cara Isabella, imparerai presto che...io faccio sempre di testa mia - mi rivelò, mentre una sua mano si allungava ad scompigliarmi i capelli, e come contentino disse - La prossima volta pagherai tu. -

- Maledetto - mormorai, quando invece avrei dovuto pensare! Maledetto con queste parole mi ha praticamente ucciso. Intende rivedermi? Poichè ancora ancorato al mio polso Ben mi seguì fuori dal locale, ridendo per giunta. Sulla strada, mi divincolai dalla sua stretta, per evitare altro stress emotivo al mio cuore già di per sè fragile. A quanto pare non se ne dispiacque, non doveva aver dato tanta importanza a quel gesto di stringermi la mano, si limitò ad alzare il braccio e a fermare un taxi. Una volta montati si rivolse verso di me e con un sopracciglio alzato aspettò che dicessi la direzione. - Shaftesbury Ave 114/b subito dopo la pizzeria "Bella Italia" - comunicai al conducente, un giovane di venticinque anni, molto affiscinante, dai capelli neri a spazzola e ridenti occhi verdi, che appena sentì la parola Italia, sospirò, così non seppi trattenermi. - E' italiano? - domandai in inglese. Il giovane interpellato mi guardò attraverso lo specchietto e rispose - Si signorina, sono italiano. -

Ben seguiva questo scambio di battutte come un cagnolino affamato, e decisi di vendicarmi di quella zeppata che mi aveva fatto arrossire riguardo ad un modo di chiudermi la bocca. -  Davvero? Che bello, anche io sono italiana. Di Roma..tu - domandai al giovane in italiano, il quale rispose immediatamente felice di poter scambiare due parole nella propria lingua natia. - Oh che bello una romana! Io sono di Napoli, signorina! - Sorrisi, di uno di quei sorrisi che ti illumina il volto. Ero molto contenta e non notai neppure lo sguardo ammirato e quasi imbambolato di Ben. Potevo anche dire di non voler tornare in Italia da mio padre, ma restava pur sempre casa mia. - io sono Isabella, piacere - mi presentai tendendo una mano, che lui strinse prontamente, mantenendo una guida sempre stabile. - io sono Sergio - 
Un ehm ehm infastidio mi riscosse e notai Ben guardare in modo poco amichevole le nostre mani ancora strette. - Guardi avanti mentre guidi - si rivolse al giovane tassista con un tono leggermente freddo. Lo guardai truce per avermi privata di quei pochi attimi italiani, ma doveva essere brutto non poter parlare una lingua e quindi sentirsi esclusi, quindi mi sentii quasi in colpa per averlo escluso, e mi scusai con un leggero buffetto sul mento, a cui rispose con un sorriso. Era un Ben diverso da come aspettavo, era un ragazzo come molti, certo consapevole di essere bello ricco e famoso, ma nonostante tutto sapeva essere alla mano. -Lo scusi - tornai a parlare in inglese - Lui è Ben -lo presentai, omettendo il cognome per sicurezza. Il giovane tassista rispose con un gesto del capo, poi mi rivolse ancora la parola - Signorina il suo ragazzo è un po' geloso mi sa! - Risi alle sue parole, pensando a come mi sarebbe piaciuto poter definire il ragazzo seduto di fianco a me, come il mio ragazzo. - No si sbaglia - risposi in inglese, anche Ben doveva sentire - non è il mio ragazzo, è un mio amico - Osservai Ben voltarsi il volto verso di me, mentre uno strano lampo gli attraversava gli occhi color onice. - Oh allora, non le dispiace Ben se chiedo il numero alla sua amica vero - aggiunse Sergio, mentre frenava per il rosso all'incrocio di Piccadilly Circus. Ben grugnì in tutta risposta, ed io risi mentre strappavo un pezzo di carta dal quaderno e scribacchiavo il mio numero. - Tieni - lo porsi a Sergio che allungò una mano all'indietro per prendere il foglietto, perse un attimo il controllo del volante e la macchina sbandò, a causa del mio precario equilibrio poichè ero leggermente sollevata per porgere il foglio al ragazzo, finii indosso a Ben. Arrossii di botto, mentre cercavo immediatamente di tornare al mio posto, mentre il mio cuore assumeva un andamento piuttosto veloce, ma Ben mi strinse a sè e avvicinò il suo volto al mio orecchio. Quasi affogai nel suo profumo. - Lo dai anche a me il tuo numero? - mormorò con quella sua dannata voce al mio orecchio destro; deglutii aprendogli il palmo della mano e scrivendo anche a lui il mio numero. Eravamo appena arrivati davanti casa mia, che Sergio si voltò e vedendomi seduta addosso a Ben inarcò un sopracciglio. - Ehm, ho interrotto qualcosa? Perchè saremo arrivati. -

Mi affrettai a risedermi a raccogliere la busta e la tracolla, aprì di scatto la portiera salutando Sergio, che si ripromise di telefonarmi e la richiusi. Ben si avvicinò al finestrino, abbassandolo, sembrava titubante:  - Allora..ehm cosa fai stasera? -
Sbiancai di botto, non perchè mi avesse chiesto una sorta di appuntamente, non mi passò neanche per l'anticamera del cervello, ma pensai che stasera era la serata della Pizza&Ben! Ideato da me e Alis, non potevo invitarlo. - Ehm pizza e cinema a casa con Alis e Rose - risposi, aggiungendo subito dopo - Eh non so se ti conviene venire - Ben mi sorrise con una luce di divertimento negli occhi, mi fece segno di avvicinarsi con un dito e io obbedii. - Lo sai faccio sempre... - e lasciò concludere me. - di testa tua - scossi la testa rassegnata. Che serata che l'aspettava. Lo guardò partire a bordo il taxi con Sergio, speravo non si uccidessero a vicenda.

  
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