20/02/2010
1 recensioniCapitolo: 1/1
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SPOILER R2 - TURN 21
Capitolo Unico
C’era sangue ovunque.
A violentare l’anima, oscurare la mente, tingere di rosso pensieri e lacrime, intrappolate tremanti per non fare rumore.
Perché il Male non tornasse.
Corpo vuoto sopra il suo. Sguardo morto che volgeva altrove.
Avevano rotto i vetri come avevano distrutto le loro vite.
Con le armi da fuoco che tuonavano ancora. Uccidevano e gettavano le carcasse nel baratro del Nulla.
Grida silenti prigioniere in gola.
Un forte dolore, dalle gambe al cervello, pulsava impazzito costringendola a terra.
In mezzo al sangue. In mezzo all’annullamento dell’esistenza.
Poi qualcuno aveva gridato.
Per lei.
Per la mamma.
Per tutto ciò che non sarebbe stato più.
Quella notte aveva perso sua madre.
L’uso delle gambe.
La vista.
Era stata la nascita di tante cose che non avrebbe più potuto fare da sola.
Ma era viva. Avrebbe dovuto esserne grata?
Pensò di sì e non cambiò mai idea.
E ancora una parte di lei le chiedeva giustizia.
Voleva dimenticare. Cancellare tutto il Male che c’era stato per non farsi più domande.
Perché qualcosa non andava.
Come il frammento di un puzzle che non s’incastra o la carta che non si piega.
Un tocco lieve.
Un sussulto, una leggera sensazione di disorientamento.
— Scusa, ti ho spaventata? —
Per un attimo, tutte le paure, tutte le brutture, scomparirono, condotte altrove dalla mano di suo fratello sulla sua.
— No. — Rispose sincera.
Silenzio.
Per Nunnally quasi non esisteva. C’era sempre un piccolo rumore che le piaceva ricercare ed ascoltare.
Come il respiro di suo fratello o il rumore del vento di fuori.
— C’è qualcosa che non va? —
— Quand’è morta la mamma... non mi guardava. —
Sentì la mano di Lelouch irrigidirsi.
Toccare le persone era l’unico modo che avesse per avvertirne le reazioni, le emozioni e, a volte, anche qualcosa di più, senza che loro parlassero.
Decise di andare avanti, così da togliersi quel peso una volta per tutte.
— E’ morta proteggendomi, però non mi guardava. — Ripeté ancora — Come se ci fosse stato qualcun altro. —
Lelouch ascoltava in silenzio. Non sapeva come replicare. O non voleva. Il risultato era lo stesso.
Qualcun altro? I terroristi, forse, ma perché parlarne adesso?
Si mosse solo quando vide il volto di Nunnally adombrarsi a tal punto da fargli male.
Le prese le mani tra le sue, chiamandola dolcemente.
— Nunnally, stiamo parlando di un trauma. Un evento che ha sconvolto entrambi, te soprattutto. Non pretendere troppo né da te stessa né dai tuoi ricordi. —
La ragazza fece un cenno del capo, ma sentiva ancora tensione nelle mani del fratello.
Le dispiacque.
— Parliamo d’altro? — Chiese, sorridendo gentile come a volergli offrire le proprie scuse.
Lelouch le lasciò le mani, prendendo posto al tavolo del salotto.
— Cosa vuoi sapere? —
— Tutto. —
Mentre ascoltava divertita le disavventure scolastiche del fratello, ripromise a se stessa di non pensare più a quella notte. Decise di segregarla per sempre ai margini dei propri ricordi, dando ascolto a quella piccola parte di lei che le chiedeva di dimenticare.
Così da non sapere mai che l'ultima bambina vista da sua madre fu Anya Alstreim.
E che non la guardò con gli occhi di una donna che muore.