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Autore: Starfantasy    20/02/2010    0 recensioni
Ancora una volta la squadra Huntik parte per una missione: nei sotterranei dell'apparentemente normalissima Torino Lok, Sophie, Dante, Zhalia e il piccolo Titano Cherit si traveranno a dover risolvere enigmi ed evitare trappole per finire faccia a faccia con... il diavolo. Ma oltre a un Titano irrequieto c'è qualcosa di più pericoloso, e sembra che Dante se ne stia accorgendo...
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Fanfiction su Huntik'
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2^ Parte

 

 

 

Sophie e Zhalia irruppero nella stanza urlando.

- Siamo riuscite a controllare il potere Colorglass, ma abbiamo dovuto… ehm… provarlo su Cherit. - disse Sophie.

- E direi che funziona! - commentò il piccolo Titano, probabilmente posandosi sul tavolino.

- Siete riuscite a controllarlo entrambe? - le ragazze annuirono. - Bene. Sono le… otto e un quarto. Direi che potremmo ancora metterci alla ricerca del nostro passaggio.

 

La squadra entrò ancora una volta in città e, per mezzo del tram, raggiunse la già conosciuta Piazza. A quell’ora c’era meno gente a piedi, ma le auto erano decine e marciavano a passo d’uomo a causa del traffico.

Il gruppo si avvicinò alla fontana e si posizionò dietro.

- Possiamo procedere. - disse Dante guardandosi intorno.

- Bene. Noi potremo vederci, anche se vagamente… scoloriti. Ma ricordate che non siamo né non udibili né tanto meno immateriali, quindi attenzione a quello che fate. - avvertì Sophie. Detto questo, mise una mano sulla fronte di Lok e pronunciò il potere, mentre Zhalia faceva lo stesso con Dante. I due Cercatori svanirono lentamente, rimanendo visibili tra di loro ma scomparendo alla vista di tutti gli altri. Le due ragazze si presero per mano e usarono ancora una volta il potere Colorglass. Tutto andò come previsto, lasciando solo Zhalia e Sophie un po’ deboli. Usando Hyperstride raggiunsero la parte più alta. Sophie, Dante e Zhalia si occuparono della parte più bassa, mentre Lok raggiunse direttamente l’angelo in cima.

Prima di partire, però, la squadra aveva fatto qualche ricerca e chiesto informazioni a Guggenheim, scoprendo che la fontana era stata costruita nel periodo in cui era nata la Fondazione Huntik. Leggendo qua e là su internet erano venuti a sapere che l’architetto aveva pensato le statue inferiori come Titani. Tutti erano rimasti sconcertati da quest’affermazione, ma Sophie aveva spiegato che probabilmente si trattava di Titani come li intendeva la mitologia greca. In ogni caso, le coincidenze erano troppe per restare tali.

 

 

- Non ci sono documenti che lo attestino, ma probabilmente fu la Fondazione che fece chiudere l’entrata alle gallerie con questo monumento. - aveva detto Guggenheim. - Era una società ancora agli albori, e probabilmente la prima cosa che ha fatto è stato chiudere l’entrata di luoghi pericolosi o inutili.

- Non abbiamo niente che ci possa dire come entrare? - chiese Zhalia con un tono fra lo spazientito e l’incredulo.

- Purtroppo no. Dovrete contare sulle vostre forze. Ora vi devo lasciare… un gruppo di Cercatori si è perso un Norvegia… un guaio… buona fortuna! - l’ologramma dell’uomo era scomparso, lasciandoli con mille dubbi in più di prima e mille risposte in meno. Ed ora erano lì, le luci stradali che illuminavano a malapena l’oggetto del loro interesse, creando ombre sospette tra le statue. Lok si fermò ad osservare le ali dell’angelo: sembravano quelle di Icarus… ma in fondo tutte le ali più o meno si assomigliano. Guardò ai piedi della statua, dove si trovava una roccia con un’iscrizione in caratteri dorati.

Si concentrò sul viso: non c’era niente che potesse ricordare un Titano o un bottone da schiacciare, ma… aveva una piccola stella più in alto rispetto alla testa. Sembrava che ci fosse scritto qualcosa… si sporse di più per cercare di leggere le minuscole scritte. “Se là ove il Sole tiene la sua fonte si sporgono gli occhi, da questo esatto luogo potrai vedere le porte degli Inferi”. Sembrava una sorta di enigma… scese silenziosamente, per andare a riferire a Dante quello che aveva letto. Il detective chiamò le due ragazze e insieme cercarono di ragionare sull’enigma.

- La fonte del Sole potrebbe essere a Est, è da lì che sorge. - commentò Zhalia.

- Troppo semplice! - rispose Sophie. - No, no, fammi pensare… il Po, uno dei fiumi che inizialmente facevano da confine alla città, rappresentava la Divinità maschile, ovvero… il Sole!

- La sua sorgente dovrebbe essere il Monviso, quella vetta laggiù! - disse Lok, lasciando la Cercatrice sorpresa.

- Hai studiato geografia?

- Smettiamola di chiacchierare, abbiamo una missione. Lok, torna lassù, mettiti esattamente nella posizione in cui eri prima e dicci cosa vedi. - ordinò Dante. Il ragazzino eseguì all’istante, ma quello che vide lo lasciò alquanto perplesso.

   
 
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