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Autore: Lucy Farinelli    22/02/2010    5 recensioni
Una scommessa di Naruto, un gioco tra amici. Chi riesce a reggere quindici bicchieri di sakè? Forse gli altri, ma lui, Shikamaru, no di certo. Sua madre lo spellerebbe vivo. E allora, che si fa quando ti ritrovi un po' troppo alticcio e non puoi assolutamente tornare a casa in quelle condizioni?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2.
I grandi ninja di Konoha

[One week later]

“Stamattina ho incontrato Kurenai al negozio di Ino,” disse Yoshino, portando in tavolo l’arrosto. “Ha quasi finito il tempo. Dice che si aspetta di andare in ospedale da un momento all’altro.”
Sorrise ai due uomini seduti alla sua tavola mentre riempiva loro i piatti.
“Sarà felice, immagino,” commentò Shikaku con un sorriso.
“Molto,” rispose Yoshino, sedendosi davanti a Shikamaru. “Mi ha confessato di essere un po’ preoccupata perché prevede che sarà una situazione piuttosto complicata, ma – “
“Perché?” chiese subito Shikamaru.
“Perché è il suo primo figlio e perché non ha parenti che possano aiutarla. Per qualche anno almeno, sarà costretta ad abbandonare i suoi impegni di kunoichi.”
Shikamaru abbassò la testa sul piatto. La fame gli era passata.
“Da quanto ho potuto capire, non ha nessuna intenzione di trovare un altro compagno,” commentò Shikaku a bassa voce. “Come madamigella Tsunade.”
“Già,” disse Yoshino. “Passato questo primo periodo, sperava di rimanere in accademia a insegnare, altrimenti dovrà cercarsi un altro lavoro.”
“Vedrai che l’Hokage la aiuterà. Anche se il villaggio non disponesse di fondi proprio per queste occasioni, non credo che Tsunade la lascerebbe in mezzo alla strada.”
Ci fu un momento di silenzio in cui si sentì solo il ticchettio delle posate nei piatti.
“Asuma le manca molto,” disse infine Yoshino. “È serena e il bambino sta bene, ma ogni volta che la vedo da Ino il suo sguardo parla per lei.”
Shikamaru alzò la testa verso i suoi genitori. Aveva giurato di non comportarsi più come un bambino, ma in certe occasioni era difficile trattenersi.
“Choji ha chiesto se stasera dormivo da lui,” disse a sua madre, mentre riusciva ancora a controllare il tremito nella voce. “Posso?”
Yoshino addolcì l’espressione severa del viso. “Certo.”
“Allora mi preparo.” Shikamaru scostò la sedia dal tavolo e si alzò.
“Ma – non vuoi finire la cena, Shikamaru?” chiese preoccupata sua madre, indicando il piatto intatto del figlio.
“Non ho fame, mamma,” sorrise lui. “Non – sto bene così, davvero.”
Yoshino annuì e lo guardò dirigersi verso la sua stanza con occhi tristi.
“Forse non avrei dovuto tirare fuori l’argomento,” si rivolse a Shikaku.
“Nah,” rispose l’uomo con un sorriso. “Solo che anche lui, come tutti, ha i suoi momenti.”
“Lo vedo solo, Shikaku,” disse Yoshino. “È troppo serio e – e adulto, per la sua età.”
“Beh, non mi sembra un male. E poi ha i suoi amici, non è solo.”
“Non so, Shikaku… Dopo la morte di Asuma, sembra invecchiato all’improvviso. Non ha certo la mentalità di un ragazzo di diciotto anni.”
“Non ha mai avuto la mentalità tipica della sua età, Yoshino, fin da bambino. E Asuma è stato il primo a capirlo.” Shikaku mise giù il coltello e guardò sua moglie. “Noi siamo i genitori, ma anche lui l’ha cresciuto, è stato per anni il suo punto di riferimento. Non puoi pretendere che cancelli tutto il dolore nel giro di qualche mese.”
“No, certo,” convenne Yoshino con un sospiro.
“Lascialo fare, Yoshino.”
La donna ci pensò su, poi tirò un gran sospiro. “Forse… Ma sì, in fondo, Shikamaru è sempre stato un ragazzo affidabile. Non commetterà pazzie, vero?”
Shikaku osservò qualche momento sua moglie, poi si alzò e, con calma, la abbracciò da dietro, posando le proprie braccia sulle sue.
“Certo che no.”

“Sei andato a trovare il maestro, per caso?” gli chiese Choji mentre camminavano fianco a fianco per le vie di Konoha diretti verso il pub.
“L’altro giorno. Perché?” chiese Shikamaru con le mani infilate nelle tasche dei pantaloni.
“Perché ti vedo distratto, Shikamaru,” rispose Choji. “Così ho pensato che c’entrasse il maestro.”
“Oh, no, è solo… Niente di che: prima, mia madre a cena parlava della maestra Kurenai, così...”
“Oh. Capisco.”
Shikamaru sorrise, ma stava mentendo. Voleva cambiare discorso al più presto perché quella era una delle sue serate peggiori, quelle che lo colpivano a tradimento quando meno se lo aspettava e che gli facevano venir voglia di chiudersi nella sua stanza per settimane. Era uscito con i ragazzi solo per non far preoccupare troppo sua madre e per cercare di trovare un minimo di sollievo.
“Naruto vuole la rivincita,” lo informò Choji con un sorriso. “Stasera dovete partecipare anche tu e Neji, d’accordo? Altrimenti non c’è sfida.”
“Mmm… E cosa è successo a Naruto, la volta scorsa?”
“Niente di che. Il maestro Kakashi si è limitato a bruciacchiarlo un po’ con il Mille Falchi,” scrollò le spalle Choji. “Allora? Sei dei nostri?”
“Da quand’è che sei così fanatico del sakè?” bofonchiò Shikamaru.
“Oh, avanti, Shikamaru,” lo punzecchiò Choji. “Stasera dormi a casa mia, cosa ti importa se sei un po’ alticcio al momento del ritorno? Tua madre non lo verrà mai a sapere.”
Shikamaru lo guardò a lungo, valutando tutte le alternative possibili, ma non ne trovò. Era però perfettamente consapevole di star firmando la sua condanna a morte quando, finalmente, annuì. Choji esultò.

“Allora, adesso tocca a… ?” biascicò Naruto già piuttosto brillo.
“Kiba!” esclamarono in coro Lee, Choji e Shino.
Il nono bicchiere di sakè venne fatto scivolare sotto il naso di Kiba.
Nove… nove… nove… nove…” cantilenarono gli altri finchè il ragazzo non lo ebbe tracannato tutto d’un fiato.
Quando Kiba schioccò le labbra e rimise il bicchierino sul tavolo, esplose un applauso.
“E ora,” annunciò Lee, “Shikamaru!”
Contro ogni previsione, Shikamaru, con otto bicchieri all’attivo, era ancora abbastanza lucido. Cominciava ad avere un po’ di sonnolenza e a sentirsi le membra piuttosto intorpidite, ma un altro paio di giri li avrebbe retti benissimo. Di certo non sarebbe arrivato a quindici, ma avrebbe fatto una figura migliore di Neji, che, dopo il quarto, era sparito in bagno.
Shika… Shika… Shika…” ricominciarono a cantilenare gli altri.
Il sakè arrivò tra le mani di Shikamaru, che osservò la superficie tremolante del liquore con espressione indecisa, domandandosi se davvero ne valeva la pena. Strinse il bicchierino tra le dita e trattenne il respiro.
Nove! Nove! Nove!
Giù tutto d’un fiato, quel liquore gli bruciò la gola già in fiamme e gli annebbiò ancora di più il cervello. I compagni esplosero in grida entusiaste, dando fraterne pacche sulla schiena dell’amico, e Shikamaru alzò la testa, le guance un po’ arrossate e gli occhi lucidi.
“E… sì, Shikamaru è ancora in gara!” esclamò Lee, mentre preparava il sakè per Choji. “Finora, è il nostro concorrente migliore!”
Shikamaru agitò debolmente una mano a mezz’aria, lottando contro l’improvviso desiderio di poggiare una guancia sul tavolo e mettersi a ronfare davanti a tutti, quando una voce sprezzante si fece sentire alle sue spalle.
“Ma che bello spettacolo. Il villaggio della Foglia è davvero in buone mani.”
Choji, Lee e Shikamaru sobbalzarono e si voltarono di scatto, mentre Kiba, Shino e Naruto, seduti davanti a loro tre, alzavano lo sguardo, colti in flagrante.
In piedi vicino al loro tavolo, in kimono nero, obi rosso e l’enorme ventaglio assassino di traverso sulla schiena, c’era…
Temari!
“Shikamaru,” lo salutò la ragazza con un ghigno sarcastico dipinto sulle labbra. “Altri ninja ubriachi.”
I ragazzi risposero con un cenno.
“Cosa – cosa fai qui?” Shikamaru cercò di scandire bene le parole, ma dalla smorfia schifata di Temari capì di non aver raggiunto il proprio intento.
“Sono in missione per conto di mio fratello Gaara, l’onorevole Kazekage di Suna. Devo ritirare alcune cose di madamigella Tsunade.”
“Noi stiamo facendo un gioco, invece,” saltò su Naruto, fuori di sé. “Dobbiamo bere quindici bicchieri di sakè e chi è più ubriaco perde e paga pegno. Vuoi partecipare anche tu?”
Shikamaru era ancora abbastanza lucido per portarsi le mani alla testa mentre Temari affilava lo sguardo.
“Sì, me ne ero accorta, si sente la puzza di alcool fin dall’esterno,” commentò, lanciando un’occhiata in tralice a Shikamaru. “Comunque, no. Devo sistemare le mie cose in albergo. Ci vediamo.”
Girò i tacchi e uscì dal locale.

È ancora presto, dopotutto.
Temari lanciò una valigia dietro la porta della camera da letto dell’albergo e gettò un’occhiata all’orologio, indecisa se restarsene lì a riposare o approfittare della bella serata per fare una passeggiata nelle vie di Konoha.
Evitando possibilmente branchi di ninja ubriachi.  
Non sapeva nemmeno lei perché era entrata in quel pub. Era vero che li aveva visti da fuori, era vero che aveva udito le loro grida divertite, era vero che aveva notato anche lui al loro tavolo.
Ma perché era entrata?
Avrebbe potuto benissimo salutarli il giorno dopo, incrociandoli casualmente per strada o al palazzo dell’Hokage.
Però aveva visto Shikamaru tra i suoi amici palesemente ubriachi, come un suono del tutto stonato in una bella melodia.
Shikamaru non era tipo da fare quelle cose. Cosa gli era successo da provocargli una reazione del genere? Certo, Temari sapeva della terribile disgrazia capitata al suo maestro, ma non poteva essere stato quello il motivo scatenante.
Ecco perché era entrata a controllare.
Temari sbuffò pesantemente e decise che, piuttosto che restarsene lì a farsi paranoie mentali, era meglio schiarirsi le idee – fuori.
Prese le chiavi e uscì, girovagando senza meta tra i negozietti e i locali del villaggio, approfittandone per cedere alla sua golosità e comprare qualche dolcetto di riso. Senza pensarci, si ritrovò a gironzolare nei pressi del pub dove aveva colto in flagrante Shikamaru e compagni e stava per cambiare direzione quando li vide uscire a due a due, Naruto in testa in condizioni disastrose, sorretto da Choji, messo poco meglio di lui. Scomparvero ridendo per una viuzza laterale, barcollando a destra e a sinistra nella notte, seguiti da Kiba e Shino ubriachi fradici che riuscivano a stare in piedi solo grazie alla schiena di Akamaru. Lee uscì per ultimo, di corsa, e si lanciò al loro inseguimento.
Infine, con somma sorpresa di Temari, comparvero Neji e Shikamaru, ancora abbastanza sobri – almeno quel tanto che consentiva loro di camminare in posizione eretta.
“Ah, i grandi ninja di Konoha,” ridacchiò Temari tra sé e sé.
I due si fermarono appena fuori dal locale e si guardarono intorno perplessi, rendendosi subito conto che i compagni li avevano abbandonati. Un’ombra di preoccupazione offuscò l’espressione intontita di Shikamaru e Temari, mossa da un improvviso istinto di umana compassione, si avvicinò a loro.
“Se ne sono andati,” li informò. “I vostri amici.”
“Che seccatura,” biascicò Shikamaru, passandosi una mano sul viso. “Maledizione a loro e alle loro stupide idee. E ora cosa faccio?”
Da vicino, Temari si accorse che Neji appariva un po’ sbattuto, ma sobrio, mentre Shikamaru crollava letteralmente di sonno: profonde occhiaie gli segnavano il viso, aveva gli occhi lucidi e arrossati e la vista appannata. Si vedeva lontano un miglio che non avrebbe retto ancora a lungo e che il mattino dopo avrebbe rimpianto ogni singola goccia di alcool.
“In che senso?” chiese Temari.
“Doveva dormire da Choji, stanotte,” le spiegò Neji. “E se sua madre lo vede in queste condizioni…”
“Capisco.”
“No.” Shikamaru ridacchiò e fu una scena davvero inquietante. “Tu non puoi capire. Non hai mai conosciuto mia madre.”
Anche Neji ridacchiò, chiaramente risentendo di quel poco sakè che era riuscito a farsi entrare in circolo, e Temari si domandò perché diavolo non se ne era rimasta chiusa in albergo a riposare dopo un viaggio di tre giorni. Davanti a lei, Neji e Shikamaru ridacchiavano in preda ai fumi dell’alcool e Temari fu costretta a prendere in mano la situazione.
“Tu,” disse a Neji. “Vattene a casa e fatti una bella dormita. E tu…”
Shikamaru smise di ridere e la guardò preoccupato.
“Per stanotte puoi dormire sul mio divano. Cerco di farti passare la sbronza e domattina ti riconsegno a tua madre in condizioni migliori di – beh, queste,” concluse Temari, agitando vagamente una mano con espressione disgustata. “Siete uno spettacolo pietoso.”
“Domani devo essere in ufficio a compilare un paio di scartoffie,” bofonchiò Shikamaru, socchiudendo un occhio.
“Sì, certo, come no.”
Temari sbuffò e lo prese per un braccio, pilotandolo nella direzione dell’albergo. Neji le fece un cenno di ringraziamento e si eclissò tra le vie di Konoha.



SPAZIO DELL’AUTRICE

Uuuuuuuuuuuh, quanti commenti ^_^
*me davvero stupita e contenta*
Non avrei mai detto di poter riscuotere tanto successo in così breve tempo! Adesso mi viene l’ansia e comincio a farmi paranoie sul resto della fic, chiedendomi se sia davvero così meritevole o se non finisca in qualche modo per deludere le vostre aspettative XD.

Ho notato che la scena di Shino ubriaco ha generato un po’ di scalpore *ride*. Beh, il sakè gioca brutti scherzi e lui è sempre coperto fino al naso… è stata un’associazione mentale del momento, una delle tante istantanee che vedo nella mia testa mentre scrivo.

Un piccolo nota bene (non so se qualcuno se ne è accorto): quando Shikamaru torna a casa propria con Choji, ho scritto che era vestito di scuro, mentre, prima di uscire per andare al pub, ho detto che si era messo una maglia nera a collo alto sopra quella di rete che indossava già.
Mmmmm… è stato un errore di disattenzione da parte mia, ma è del tutto possibile che Shikamaru, prima di andare in salotto con Shikaku, si fosse tolto la maglia scura e fosse rimasto con quella di rete che si vede spesso indosso anche a suo padre. Non è importante, ma ci tenevo a precisarlo U.U
E ora….

Salice ---> Grazie! Sì, la coppia Shikatema è davvero favolosa! Combinazione esplosiva? In effetti… XD
x Saretta x ---> *me arrossisce* Sono davvero contenta che la mia fic ti piaccia (guarda caso, io l’altro giorno stavo riguardando la tua Pride and…)! Beh, ovviamente, quando si parla di Naruto, la Shikatema è d’obbligo XD. Sì, Shikaku è il massimo, non sai quanto ho riso mentre leggevo tutte le sue conversazioni con Shikamaru sulle donne nei vecchi numeri. Accenno InoCho *si guarda intorno perplessa*? Quale accenno InoCho?? XDXD Tranquilla, tranquilla: era un voluto accenno InoCho. Sono canon, del resto (Kishimoto dixit U.U).
Kimmy_Tamer ---> Grazie mille ^_^ Sì, in effetti doveva essere una one shot, poi la penna è impazzita e i fogli sono aumentati in numero consistente XD
blablaba ---> Eggià, devo proprio ringraziarvi per la mia conversione! Che mondo sarebbe senza Naruto? Che Naruto sarebbe senza Orochimaru? Che Shippuuden sarebbe senza le Shikatema? Domande esistenziali a cui non troveremo mai una risposta XDXDXD. Le tue ansie saranno presto soddisfatte *fischietta*.
KiMiKo_93 ---> Allora con questa fic spero di completare la tua conversione allo Shikatema! No, sto scherzando, ma sono contenta che, pur non essendo così sfegatata, tu abbia deciso di leggere ugualmente la mia storia ^_^ Per Shino, vedi sopra XD.
Lady Wird ---> Orgoglio Mosca Nera! Non ti abbattere e continua anche tu la tua missione XDXD. Visto che Tem è arrivata? E guarda caso, chi incontra per primo? E il titolo è stato un vero strazio trovarlo, non mi veniva in mente niente! Stavo per impazzire, fortuna che poi alla fine qualcosa ho trovato.

Proud to be a black fly! ^_^
Al prossimo capitolo!
Besitos,
Lucy Farinelli    
  
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