Uomini
maledetti
Prologo:
Anime tormentate
Era un porto di mare come altri, con le sue taverne e le sue botteghe affioranti tra stradelle affollate di gente cenciosa e losca, pronta a metterti la mani addosso o anche a sgozzarti o ficcarti una coltellata nel fianco se ti fossi rifiutato di sganciare la grana o l’avessi in qualche modo urtata.
I delitti si consumavano a qualunque ora del giorno e della notte, tra un boccale di rum e l’altro, tra un incontro e l’altro con donne sporche, calde e accoglienti, o con altri furfanti sempre in cerca di nuovi affari che riempissero le loro tasche di monete da spendere in quello stesso luogo di perdizione e imbrogli.
Loro non avevano più avuto bisogno di rubare tanto meschinamente.
Quella scoperta, quell’isola che nessuno credeva esistesse davvero, l’avevano trovata e ora potevano concedersi tutti i capricci e i divertimenti che i loro bassi istinti desideravano.
Oro purissimo. Chiunque lo vedeva restava interdetto, e anche un solo doblone bastava a pagare un mucchio di leccornie, neanche fossero principi o conti.
Sapevano che prima o poi sarebbe finito, ma non riuscivano a trattenersi da uno sperpero dissoluto e incontrollato.
In fondo erano pur sempre rozzi pirati, per nulla previdenti, saggi o coscienziosi. E perché avrebbero dovuto esserlo? Non potevano concedersi di progettare i loro giorni. Tutto era instabile sotto i loro piedi: il mare o una botola, un giorno che poteva essere vicino o lontanissimo, si sarebbero aperti e li avrebbero portati via dal mondo. La loro vita era sempre appesa ad una corda.
Tuttavia la consapevolezza, irrazionale e informe, che qualcosa stava cambiando cominciava ad insinuarsi, infida e inquietante, in ogni fibra del loro corpo, come una scintilla crepitante lungo una scia di polvere da sparo che una volta alla fine del suo percorso si sarebbe manifestata come fuoco e devastazione.
Ed era questa persistente sensazione di freddo disagio e cocente brama che li rendeva ancora più vagabondi, aggressivi. Pericolosi.
Era un porto di mare come altri, con le sue taverne e le sue botteghe affioranti tra stradelle affollate di gente cenciosa e losca, pronta a metterti la mani addosso o anche a sgozzarti o ficcarti una coltellata nel fianco se ti fossi rifiutato di sganciare la grana o l’avessi in qualche modo urtata.
I delitti si consumavano a qualunque ora del giorno e della notte, tra un boccale di rum e l’altro, tra un incontro e l’altro con donne sporche, calde e accoglienti, o con altri furfanti sempre in cerca di nuovi affari che riempissero le loro tasche di monete da spendere in quello stesso luogo di perdizione e imbrogli.
Loro non avevano più avuto bisogno di rubare tanto meschinamente.
Quella scoperta, quell’isola che nessuno credeva esistesse davvero, l’avevano trovata e ora potevano concedersi tutti i capricci e i divertimenti che i loro bassi istinti desideravano.
Oro purissimo. Chiunque lo vedeva restava interdetto, e anche un solo doblone bastava a pagare un mucchio di leccornie, neanche fossero principi o conti.
Sapevano che prima o poi sarebbe finito, ma non riuscivano a trattenersi da uno sperpero dissoluto e incontrollato.
In fondo erano pur sempre rozzi pirati, per nulla previdenti, saggi o coscienziosi. E perché avrebbero dovuto esserlo? Non potevano concedersi di progettare i loro giorni. Tutto era instabile sotto i loro piedi: il mare o una botola, un giorno che poteva essere vicino o lontanissimo, si sarebbero aperti e li avrebbero portati via dal mondo. La loro vita era sempre appesa ad una corda.
Tuttavia la consapevolezza, irrazionale e informe, che qualcosa stava cambiando cominciava ad insinuarsi, infida e inquietante, in ogni fibra del loro corpo, come una scintilla crepitante lungo una scia di polvere da sparo che una volta alla fine del suo percorso si sarebbe manifestata come fuoco e devastazione.
Ed era questa persistente sensazione di freddo disagio e cocente brama che li rendeva ancora più vagabondi, aggressivi. Pericolosi.
Ehilà! Sono
tornata con un'altra storia piratesca! Questa volta ho deciso di
concentrarmi su dei personaggi poco esplorati, ovvero Barbossa e la
ciurma della Perla Nera. Proverò a descrivere le loro
sensazioni nel momento in cui scoprono di essersi beccati una
maledizione.
Come sempre mi farà piacere sapere cosa ne pensate. A presto!
Come sempre mi farà piacere sapere cosa ne pensate. A presto!