5^ Parte
I Cercatori si rassegnarono a dover combattere. Per fortuna il buio si stava diradando, segno che stava per sorgere il Sole. In breve tempo furono raggiunti da un bagliore rosso: un enorme Titano con il corpo di un Fauno del colore del sangue e due code taglienti. Li stava cercando, e ora li aveva trovati. L’avrebbero battuto con pochi sforzi, ma non era questo che preoccupava Dante. Evocò immediatamente Caliban, seguito da Lok e Zhalia che chiamarono rispettivamente Freelancer e Kilthane. Sophie voleva usare Albion, ma venne fermata da Zhalia che, dopo averla spinta a terra, le spiegò che era troppo debole per farlo. La ragazzina sorrise, pensando che in fondo Zhalia teneva a lei.
I tre Titani si scagliarono contro Mavil, che si difese con tutte le sue forze ed abbatté Freelancer quasi subito, ma cadde sotto i colpi degli altri due Titani in breve tempo.
- Andiamocene di qui. Alla svelta. - Dante sembrava molto nervoso. Si mise a correre verso l’uscita. Arrivati al dirupo il Cercatore iniziò a scendere le scale. Gli altri lo seguirono, vagamente spiazzati dal suo comportamento. Raggiunsero l’altra parte del tunnel e si fermarono a prendere fiato. Lok e Sophie non capivano quale fosse il motivo della preoccupazione del Cercatore, ma dall’aria di Zhalia intuirono che lei l’aveva capito. Prima di riprendere a camminare Sophie si decise a parlare:
- Centra con Rassimov?
La risposta arrivò dopo qualche secondo, come se il detective si fosse preso il tempo per studiare cosa dire: - No. Cioè, sì, ma… non fisicamente. Non ho paura che ci stia seguendo, se è questo che volevi sapere.
- E allora qual è il problema?
Dante guardò Zhalia, che si stava rigirando fra le mani l’amuleto di Butterflying e faceva finta di non ascoltare.
- Non è il caso di parlarne ora. Usciamo da qui e basta.
Lok e Sophie decisero di non indagare ancora, ma entrambi si ripromisero di farlo in seguito. Arrivarono all’inizio del tunnel da cui erano partiti, ma notarono subito che qualcosa era cambiato: la grotta era ben illuminata e in qualche modo a terra veniva disegnata un’ombra a forma di triangolo, come il Cypherdex aveva mostrato. La punta del triangolo si allungava di fronte a una parete che, illuminata dalla luce del Sole, rivelò un nuovo tunnel. Senza pensarci troppo, il gruppo ci entrò e sparì.
Dopo quello stancante giro per i sotterranei di Torino il team era arrivato in un boschetto, probabilmente un parco o qualcosa di simile. Ci avevano messo un po’ ad orientarsi, ma alla fine erano tornati all’albergo. Avevano mangiato e dormito tutto il necessario. Si erano svegliati più o meno tutti alla stessa ora, per cena, ma avevano mangiato poco. Ora si stavano rilassando, per quanto possibile, e la mattina seguente sarebbero tornati a Venezia, con la promessa di non avere più missioni per almeno una settimana. Ma questo non bastava a farli stare tranquilli: Dante continuava ad essere nervoso e preoccupato, e nessuno osava più parlare di quello che era successo nei sotterranei di quella città magica.
Si erano tutti riuniti nella stanza d’incontro fra le loro camere; I due ragazzini si erano messi a discutere con Cherit su quale fosse la materia scolastica più difficile, osservati silenziosamente da Zhalia, ma il detective si era presto allontanato per rispondere a una telefonata. La donna non riuscì a trattenersi e dopo qualche minuto lo raggiunse. Lo trovò sulla terrazza che parlava ancora al telefono.
- …no, Metz, è una cosa seria. Non è la prima volta che succede, e non dovrebbe proprio succedere! Ti rendi conto che se sono in grado di fare questo hanno un vantaggio spropositato? - fece una pausa per aspettare la risposta, e la vide appoggiata alla porta a vetri. - Senti… non possiamo discuterne ora. Ti… ti richiamo. - staccò in fretta la telefonata e aspettò che parlasse. Ma lei si limitò ad avvicinarsi e a fissarlo con aria cupa. Alla fine parlò lui:
- Sapevi già tutto, vero? - Zhalia si prese un momento per riflettere.
- L’avevo intuito. Diciamo che… Butterflying me ne aveva parlato. - disse distogliendo lo sguardo e appoggiandosi alla ringhiera. - E’ più grave di quanto pensassimo.
- Già. Ormai non è più solo di Sophie che si tratta. La posta in gioco è tutto il mondo.
- Non pensavo che sarebbero riusciti a farlo! - esclamò lei con voce tremante.
- E invece ci stanno riuscendo. - rispose Dante guardando il traffico scorrere qualche metro più in basso. - Stanno infrangendo il Patto di Neutralità.
Fine!