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Autore: Shadriene    20/07/2005    14 recensioni
"Dopo venticinque anni di matrimonio, due figli e un'infinità di bei momenti passati assieme, non riusciva a credere che lui le avesse fatto quello, che l'avesse tradita per quella stupida sgualdrina castana."
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Disclaimer: I personaggi, i luoghi ecc. appartengono a J.K.Rowling. Non ho niente a che vedere con chi detiene il copyright sui personaggi, con il creatore di una determinata serie, con il produttore o con chi si occupa del merchandise. Non si vuole violare il Copyright in alcun modo.”




CAPITOLO 6

Se alle volte ci fermassimo a riflettere e ad ascoltare chi ci sta attorno, molte incomprensioni non avrebbero motivo di esistere.


*


Hermione si voltò a fissare stupita i suoi figli che la guardavano sconvolti, aspettando una risposta positiva alla loro domanda che li rassicurasse sul suo stato di salute.
Ricordava ancora quando erano nati.
Ricordava ancora la gioia che aveva provato, quando li aveva stretti fra le braccia per la prima volta.
Erano così piccoli e sembravano così indifesi, ma lei li avrebbe protetti, perché per la prima volta nella sua vita aveva sentito di avere qualcosa di realmente suo da difendere.
Eppure, ora i suoi figli la detestavano, ritenendola una folle fissata con lo studio.
Quando… quando si era arrivati a tal punto?
Hermione osservò i suoi figli: erano cresciuti.
Non erano più i due bambini che non facevano altro che azzuffarsi fra loro, incolpandosi a vicenda quando lei li fissava severa.
Non erano più i bambini che arrivavano di soppiatto da lei e Ron nel pieno della notte perché avevano fatto un incubo e volevano stare con la loro mamma.
Non erano più i bambini che, gioiosi, correvano da lei per mostrarle la lettera di ammissione a Hogwarts.
Loro erano cresciuti, ma per lei sarebbero sempre rimasti i suoi bambini.
« Mi dispiace ».
Non sapeva nemmeno perché si stesse dispiacendo.
Le dispiaceva di essere stata una tale incosciente da farsi colpire, o le dispiaceva di non avere più un rapporto con i suoi figli?
« Ma… non c’è niente da fare? » domandò Evelyn, distogliendola dai suoi pensieri. « Insomma, ci sarà pur qualcosa… Qualsiasi cosa! »
« Per quanto la mia vita faccia schifo, pensi che mi lascerei morire se potessi evitarlo? » domandò Hermione duramente.
« Mamma, che stai dicendo » disse Thomas, sorpreso dalle parole della madre. « Hai noi, hai papà… Come fai a dire che la tua vita fa schifo? »
Hermione sospirò e, senza rispondere ai suoi figli, lanciò un’occhiata significativa a Ron che la osservò dispiaciuto, avvicinandosi a lei.
« I ragazzi non c’entrano niente con quello che è successo fra noi. Non puoi essere così dura con loro ».
« Oh caro, di certo non c’entrano con il fatto che tu vada in giro a farti baciare dalla prima che incontri, ma resta il fatto che mi considerino una folle fissata con lo studio ».
« Beh, come dargli torto » ammise Ron, prima di rendersi conto di ciò che aveva detto.
Hermione lo fulminò con lo sguardo, ma non poté fare a meno di sorridere impercettibilmente. Quello era il suo Ron: il Ron che aveva conosciuto ai tempi di Hogwarts e che non faceva che prenderla in giro per la sua mania di studiare e sapere sempre tutto. Eppure non lo aveva mai detto con cattiveria, ma con amore: glielo aveva detto lui stesso che si divertiva a punzecchiarla, perché gli piaceva vederla arrabbiarsi. Le aveva detto che era molto sexy quando si arrabbiava per quelle sciocchezze. Arrossì ripensando a quelle parole.
Quello, però, non cambiava di certo le cose. Evelyn e Thomas avevano detto chiaramente che lei era una folle fissata con lo studio.
« Allora Evelyn, Thomas, io sarei una folle fissata con lo studio? » domandò loro, severa.
« Io non capisco. Certo che non lo sei » rispose Thomas sincero.
« Davvero? Allora devo aver sentito male alcuni mesi fa, quando ho ascoltato una vostra chiacchierata notturna in cucina ».
Thomas ed Evelyn si fissarono perplessi, finché la ragazza non si portò le mani alla bocca, ricordando a cosa si riferiva la madre. Hermione li osservò soddisfatta, sapendo che ora non potevano più negare di non averlo detto. Tuttavia, c’era qualcosa che non andava: Evelyn era diversa.
Hermione osservò sua figlia che, troppo presa dalle parole della madre, non si accorse dell’occhiata stupefatta che le rivolse.
Non poteva crederci, non poteva essere vero.
Se le cose stavano veramente così, come aveva fatto a non accorgersene prima?
Che l’avesse evitata per tutto quel tempo, per non farglielo scoprire?
Ma perché… perché non dirglielo?
« Mamma, noi… insomma… lo diciamo sempre fra di noi che sei un po’ folle! »
« Sì, lo diciamo scherzando. L’abbiamo fatto da sempre tra di noi, è il nostro modo tacito per dire quanto siamo orgogliosi di te. Noi ti vogliamo tanto bene ».
« Così tanto da evitarmi e non dirmi le cose come stanno » disse Hermione, osservando severa la figlia. « Immagino che tu abbia preso da tuo padre questa mania di nascondere le cose importanti. Ti è forse sfuggito di mente di dirmi che sei incinta? »
Evelyn sbiancò di colpo e gli occhi di Thomas andarono a cercare quelli della sorella, come per domandarle cosa avrebbe dovuto fare.
Dunque anche suo figlio sapeva che lei era incinta. Chissà, forse lei era l’unica a non saperlo.
Perché nessuno le aveva detto niente?!
« Hermione, stai scherzando? » domandò Ron, guardando la moglie, supplichevole. « La mia bambina è solo ingrassata, vero? »
« Ron, ma sei cieco? » urlò Hermione, spazientita.
« Per questo ti evitavo mamma. Papà non si sarebbe mai accorto che qualcosa non andava, ma tu… tu mi conosci troppo bene. Ti saresti accorta subito che ero incinta e io non volevo deluderti ».
Hermione spalancò gli occhi, meravigliata.
Non voleva deluderla, ma stava scherzando?
« Come ti è venuta in mente una cosa simile? »
« In questo modo non potrò finire gli studi per diventare Medimago… almeno, non subito, e so quanto ci tenevi » disse Evelyn, evitando il suo sguardo.
« Evelyn, tu non mi potrai mai deludere! Tu sei mia figlia! Ti voglio bene e sono orgogliosa di essere tua madre » affermò Hermione, avvicinandosi alla figlia e abbracciandola.
Tutti i dubbi e le angosce di quei mesi erano spariti come neve al sole.
I suoi figli le volevano bene e lei sarebbe stata addirittura nonna. Tuttavia, restavano ancora un paio di cose da sistemare. Ron, per esempio, e il fatto che presto sarebbe morta. Eppure, ancora una volta il destino sembrava volerla distogliere dall’affrontare l’argomento.
« TU SEI INCINTA?! » sbraitò Ron facendo voltare le due verso l’uomo. « Lo sapevo io… lo sapevo che non dovevo fidarmi di quel Jonathan ».
« Ron, calmati » gli disse, avvicinandosi a lui.
« È vero papà. Il problema adesso non è Evelyn, ma la mamma ».
Hermione si voltò a fissare il figlio, alle cui parole Ron aveva scosso il capo, per poi voltarsi verso di lei. I suoi occhi… i suoi splendidi occhi azzurri, ora la fissavano con amore. Dopo tanto tempo Hermione lo guardò andando oltre a ciò che era successo in quei mesi, osservandolo soltanto con il suo cuore.
Lo sapeva… stava piangendo.
Sentì due braccia forti stringerla calorosamente e una mano le carezzò dolcemente i capelli. Hermione si lasciò andare in un abbracciò che da mesi si era negata, ma che desiderava più di ogni altra cosa al mondo.
Era stata una sciocca a dubitare di Ron e del suo amore.
È vero, si era fatto baciare da quella donna, ma lui rimaneva sempre l’uomo che amava e la persona che la faceva sentire speciale.
Non importava più nulla se lui era stato baciato da un’altra. Quello stesso giorno era tornato da lei, per stare per sempre con lei… finché morte non ci separi.
« Scusami Ron, scusa se sono stata così brusca » singhiozzò Hermione, « scusatemi se ho dubitato di voi ».
« Mamma, noi ti vogliamo bene ».
« Hermione spiegaci tutto. Che significa che stai per morire? »
« Io… » disse Hermione senza riuscire a parlare.
Ron continuò ad accarezzarle il capo, cercando di calmarla.
Si sentiva protetta. Era da tanto tempo che non si sentiva così in pace con se stessa.
« Mamma… come, quando e perché? » chiese Thomas, impaziente.
« Thomas, vedi di calmarti e lascia parlare tua madre. Immagino che stessi scherzando prima, era la rabbia a farti parlare… dimmi che è così Hermione» disse Ron, speranzoso.
Hermione guardò suo marito negli occhi e lesse in essi tanto dolore.
Lui sapeva che non stava scherzando.
Lui sapeva che l’avrebbe persa, ma voleva credere che non fosse così.
Perché aveva dubitato di lui? Tutto sarebbe stato più facile avendolo accanto.
Seppur a malincuore, Hermione si divincolò dall’abbraccio del marito per poter guardare tutta la sua famiglia mentre parlava.
Era il momento di dire la verità.
« Quattro mesi fa ero in pattuglia a Notturn Alley e sono stata colpita. Non ci ho fatto caso perché non mi sono fatta niente. Lo so, avrei dovuto fare tutti i dovuti accertamenti, ma… »
« È per questo che stavi male? » domandò Evelyn, riflettendo sugli ultimi mesi.
« Ma prendi della pastiglie, no? » incalzò Ron, speranzoso, mentre Thomas annuiva convinto.
Hermione scosse la testa mordendosi il labbro. Vide Ron portarsi le mani nei capelli, come a strapparseli uno ad uno. Thomas strinse forte i pugni ed Evelyn la osservò fra le lacrime.
« La medicina babbana? »
« No ».
« Qualcosa, ci sarà qualcosa! » disse Evelyn, disperata « Quali sono i tuoi sintomi, cosa ha detto il Medimago? Maledizione, che incantesimo era?! »
« Evelyn, calmati » disse Hermione prendendo per le spalle la figlia, che gettò le braccia intorno al collo della madre scoppiando a piangere. « Dovrai imparare che non sempre la medicina può risolvere tutti i problemi ».
« Non è giusto! »
« Tesoro, non pensare a me… pensa al bambino ».
« Darei la vita del mio bambino in cambio della tua » disse Evelyn fra le lacrime.
« Non dire così, prima o poi sarebbe capitato. Avrei voluto solo vivere di più, per passare più tempo con voi e con i miei nipoti » disse Hermione accarezzando la pancia di Evelyn, « ma va bene così. Spero di vederlo nascere ».
« Lo vedrai » disse Ron avvicinandosi ad Hermione « dovessi rivoltare tutta la biblioteca magica nazionale, per trovare una formula che ti dia il tempo necessario, tu vedrai il bambino ».
« Ron, la vuoi smettere di fare il padre possessivo? » domandò Hermione con un sorriso.
« Ma è la mia bambina » disse Ron mettendo il broncio. « E tu perché non l’hai impedito? »
Thomas che fino a quel momento aveva osservato la scena in disparte, fissò il padre sentendosi chiamato in causa, ma invece di sorridere, come Hermione si sarebbe aspettata da lui, osservò tutti con astio, quasi fosse arrabbiato.
« Come fate ad essere così allegri, comportarvi come se tutto andasse per il verso giusto. La mamma sta per morire e voi discutete sul perché Evelyn sia rimasta incinta » disse Thomas aspramente. « Non vi capisco ».
« Thomas… »
« No, mamma, tu stai per morire. Dovresti riposare, dovresti curarti, non lavorare e starti a preoccupare di sciocchezze simili ».
Hermione stava per ribattere, ma Thomas non le diede il tempo: si voltò di scatto e uscì di corsa fuori di casa. Ron borbottò arrabbiato, deciso ad inseguirlo, ma Hermione lo afferrò per un braccio, scuotendo la testa.
« Vado io. Thomas ed io dobbiamo parlare, da soli ».




Continua…

   
 
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