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Autore: Aniel    24/02/2010    3 recensioni
Harry riceve inaspettatamente una lettera da una persona molto particolare. Una storia che si divide tra poteri troppo grandi perfino per un mago e un amore che riesce a superare ogni difficoltà. Riuscirà il nostro eroe a sopravvivere al nuovo, strano, anno?
Ps: la storia si svolge durante il settimo anno a Hogwarts di Harry, quindi lui e tutti i suoi compagni sono maggiorenni. Le vicende del sesto libro non sono tenute in considerazione.
Harry/Draco; Voldemort/nuovo personaggio
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Draco/Harry
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: Mpreg, Non-con | Contesto: Da VII libro alternativo
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5 – Draco

- Posso sapere almeno di chi si tratta? -

- Certo - rispose suo nonno - è Draco Malfoy - e chiudendo la porta, fece in tempo a vedere l’espressione furiosa del nipote.

 

Harry era agitato. Camminava avanti e indietro per la stanza da almeno due ore, e spesso, soprattutto quando pensava a quella mattina, capitava che la stanza tremasse violentemente. Quelli erano stati senza dubbio i due giorni più assurdi di tutta la sua vita e di giorni assurdi ne aveva avuti veramente tanti. Voldemort non si era più fatto vedere da quando era uscito, quella mattina, ed Harry ne era contento... non aveva assolutamente voglia di un altro faccia a faccia, soprattutto considerando chi avrebbe visto quella sera. Ma suo nonno aveva una vaga idea di chi era Draco Malfoy per lui? Si detestavano dalla prima volta che si erano incontrati, come poteva pretendere che diventassero amici? Mentre era immerso in questi pensieri l’orologio suonò le sei. Mancava solo un’ora all’incontro e lui non si era calmato affatto, anzi, era più nervoso che mai. Andò lentamente alla scrivania e prese un foglio di pergamena, il calamaio e una piuma.

 

Cara Hermione,

scrivo a te e non a Ron perchè so che tu sei molto più posata e razionale di lui e che saprai darmi i giusti consigli. Ieri ho saputo che i miei nonni paterni sono vivi e ora sono a casa loro. Mia nonna sembra una brava donna, è affettuosa e sembra volermi veramente molto bene, ma ho qualche problema con mio nonno. Lui è... beh, non posso dirti chi è, ma sappi che non ti piacerebbe affatto. Non ho la minima libertà e ho veramente tanto bisogno di parlare con te e con Ron... vorrei vedervi, ma non posso e questo mi fa diventare matto. Non vedo l’...

 

- Che stai facendo? – Harry ebbe un tuffo al cuore e si voltò. Lord Voldemort era di fronte a lui e lo guardava visibilmente accigliato.

- Che cosa stai facendo? – ripetè più forte.

- Sto scrivendo una lettera a una mia amica – rispose tranquillo il ragazzo.

- Una lettera – sussurrò Voldemort – Non puoi –

- Perchè no? –

- Perchè? Perchè sei sotto la mia custodia, hai un potere assurdo e non voglio correre il rischio che uno dei tuoi amici corra da Silente e lui trovi il modo di portarti via da qui, ecco perchè! –

- Beh, allora manderò lettere ad ogni mago... – SCIAFF

La mano di Voldemort era alzata, il suo viso una maschera di pura rabbia, in netto contrasto con quello di pura paura del nipote. Si era ritrovato a terra, con il volto in fiamme per il dolore e per la vergogna; non riusciva a credere a quello che era appena successo.

- Voglio che le regole di questa casa ti siano chiare! Niente lettere, niente contatti con nessuno che io non conosca e che io non approvi. Farai ciò che ti dico, senza esitazioni o ribellioni. Finchè non avrai imparato a controllare per bene i tuoi poteri io sarò più forte di te, e dopo spero che tu capisca che quello che faccio lo faccio per il tuo bene. C’è stato un cambiamento di programma: ho una missione urgente, quindi ho portato qui Draco adesso. È qui fuori che aspetta, sii educato. Questa la prendo io - disse poi, prendendo la lettera e mettendosela in tasca. Voldemort uscì con un fruscio del mantello e, quasi contemporaneamente, Draco entrò. Harry era ancora seduto per terra con una mano sulla guancia e lo sguardo perso e non si preoccupò affatto che il suo eterno rivale ad Hogwarts lo vedesse in quelle condizioni. Ancora tramortito dalle parole che suo nonno gli aveva rivolto, indietreggiò fino alla parete e lasciò che leggere lacrime solcassero il suo viso.

 

Draco Malfoy non aveva mai avuto veri amici, e non ne aveva mai voluti, stava benissimo da solo. Ma quando il Signore Oscuro gli aveva parlato del nipote aveva cominciato a sognare: se riusciva a diventare amico del nipote, sicuramente il Signore Oscuro avrebbe avuto un occhio di riguardo per lui e la sua vita sarebbe notevolmente migliorata. Quindi accettò di buon grado l’idea di conoscere il ragazzo un’ora prima del previsto e anche quella di restare fuori dalla stanza mentre i due parlavano. Adesso, Draco Malfoy era allibito. Fissava il ragazzo in lacrime raggomitolato in un angolo della stanza e non riusciva a dire una parola. Non riusciva a vederlo in faccia, ma lo conosceva abbastanza da sapere chi fosse senza ombra di dubbio. D’un tratto Harry alzò gli occhi: erano gonfi e rossi e ancora umidi.

- Non è necessario che parliamo, puoi fare quello che fai quando sei da solo - disse.

- Il Signore Oscuro mi ha detto che devo farti compagnia – lo contraddisse il serpeverde – Che compagnia posso farti se mi faccio gli affari miei? –

- Non voglio la tua compagnia! – scattò Harry e subito abbassò di nuovo gli occhi perchè il lampadario, dritto sopra la testa di Draco, aveva tremato visibilmente – È mio nonno a volere che tu stia qui – continuò cercando di restare calmo – quindi puoi rimanere, ma non voglio parlarti –

Draco era, se possibile, ancora più frastornato. Sgranò gli occhi e aprì la bocca più volte per parlare, per poi richiuderla subito dopo.

- Quindi sei veramente il nipote del Signore Oscuro? - Harry fece un impercettibile segno d’assenso con il capo.

- Vorrei non esserlo – rispose – ma lo sono – Si alzò da terra e prese un libro dalla mensola, poi andò a stendersi sul letto ed iniziò a leggere.

- Ci sono i libri di scuola sopra la scrivania e c’è del cibo in quell’armadietto se vuoi. Solo non disturbarmi! –

- Non c’è un altro letto? – chiese il serpeverde.

- Cosa? –

- Il Signore Oscuro mi ha detto di rimanere qui finchè lui non torna e, da quello che ho capito della missione, sarà una cosa lunga –

- Hai la bacchetta, no? – disse Harry – Fa apparire un bel divano –

- È così che si trattano gli ospiti? – lo derise il biondo.

- Io non ho la bacchetta, quindi temo che dovrai scomodarti da solo – Draco rimase per la terza volta a bocca aperta.

- Non hai la bacchetta? – chiese

- No, non ce l’ho. Lui me l’ha presa –

- Ti ha lasciato qui, con un mangiamorte, in una casa piena di mangiamorte, senza difese? – Harry non rispose, ma sapeva che Draco aveva centrato in pieno la questione e se ne accorse anche il serpeverde, perchè rise senza ritegno per almeno cinque minuti, prima di far apparire un comodissimo divano e di stendersi con un sorriso a 32 denti.

- Beh, buona serata, sfregiato – anche questa volta Harry non rispose. Continuò a leggere per ore, sentendo ogni tanto il mangiamorte aggirarsi per la stanza con atteggiamento di superiorità, poi si addormentò.

Fu un vago senso di oppressione a svegliarlo, quella notte. Si alzò a sedere e vide il giovane Malfoy che dormiva sereno sul divano, ma era sfocato. Un rumore lo distolse da quella visione. Si voltò verso la finestra e vide rampicanti di edera crescere a velocità impressionante su tutti i muri della stanza. Cercò di alzarsi, ma qualcosa lo teneva ancorato al letto e non riusciva a parlare. Il pavimento cominciò a riempirsi di erba e terra e qualche fiore sbocciava qua e là. Harry era letteralmente terrorizzato: non riusciva a pensare ad altro se non a quelle erbe e quella terra che crescevano dentro di lui, come era successo con l’acqua. Poi sparì tutto ed Harry ebbe ancora più paura. Riprovò a chiamare Malfoy, ma la sua voce non usciva, non riusciva neanche a sussurrare. Poi, un dolore più acuto di quanto potesse immaginare prese possesso di ogni centimetro del suo corpo. L’erba, i fiori, l’edera, crescevano direttamente sulla sua pelle, affondando le radici all’interno del suo corpo. Harry urlò come non aveva mai urlato in vita sua. Il dolore che provava era insopportabile, intenso, perforante. Una ad una, le piante iniziarono a cadere, e le ferite guarirono da sole, lasciando dentro di lui le radici. Harry ricominciò a respirare normalmente e, per la seconda volta quella sera, pianse.

Fu quel pianto a svegliare il giovane Malfoy e, alzando gli occhi, vide una scena surreale. Harry era quasi completamente nudo. Gli abiti con i quali si era addormentato erano ridotti a brandelli sul suo corpo, e il letto era ricoperto di erba, petali e terra. Il grifondoro, in posizione fetale, cercava di piangere silenziosamente, senza troppo successo. Draco era estasiato da quella scena: da un lato aveva voglia di scattargli una foto e di farla girare per l’intera Hogwarts, dall’altra si domandava cosa poteva essergli successo e cosa significassero quei segni sulla sua pelle. Senza accorgersene si avvicinò di più al letto, alzò con due dita il volto del moro e lo baciò. Rimasero in quella posizione per molti minuti e, quando si staccarono, Harry era avvolto in un’aura bianca, quasi trasparente.

Proprio in quell’istante Voldemort fece il suo ingresso ed entrambi i ragazzi si voltarono di scatto verso di lui.

- Cos’è successo qui dentro? – chiese, infuriato, guardandosi intorno – Sbaglio, o avevo detto che dovevate andare d’accordo?! -

- Lo abbiamo fatto, mio Signore – si affrettò a dire Draco – Abbiamo passato la serata insieme e poi ci siamo addormentati. Qualche minuto fa mi sono svegliato e ho trovato Potter che piangeva e la stanza era già in queste condizioni. Non so cosa sia successo –

Voldemort guardò suo nipote, mezzo nudo, e le cicatrici ancora lievemente visibili che segnavano il passaggio del secondo elemento.

- Va, Draco, per stasera hai finito. Ti dirò io quando ritornare – Draco uscì immediatamente dalla stanza, lasciandoli soli. Voldemort si avvicinò al letto e vi si sedette, guardando Harry. Vide il segno ancora visibile dello schiaffo che gli aveva dato quel pomeriggio e portò la mano a sfiorarlo. Harry reagì di istinto, allontanandosi e... ne ricevette un altro. Alzò lo sguardo su suo nonno, incredulo.

- Scusa – disse Voldemort, ma non si vedeva il minimo segno di dispiacere nei lineamenti del suo volto – non sopporto che tu non voglia essere toccato da me. Sono tuo nonno dopotutto – Harry rimase in silenzio, distogliendo lo sguardo.

- Ho letto la lettera che stavi per mandare alla tua amica – continuò. Il ragazzo non era sorpreso, si era aspettato quel momento per tutta la sera – Non hai niente da dirmi? –

- Dovrei chiederti scusa? – scattò Harry.

- Credo che dovresti, si – rispose Voldemort.

- Beh, mi dispiace deluderti, non ho alcuna intenzione di farlo. Quello che ho scritto è vero e tu lo sai – Il nonno fece un respiro profondo per mantenere la calma e parlò nuovamente solo dopo alcuni minuti.

- Ti sei congiunto con due elementi – disse – questo significa che ne mancano ancora due, l’aria e il fuoco, e significa anche che raggiungerai presto l’apice del tuo potere. Sai cosa significa? –

- Che diventerò più potente di te? – azzardò Harry. Voldemort lo guardò con serietà.

- Si, tra le altre cose – disse soltanto. – Ora riposa, la prossima sarà una settimana dura –

 

La settimana successiva fu veramente molto dura. Jadie era sempre presente e allegra e riusciva a renderlo sereno; Draco passava con lui quasi ogni sera, ma non avevano più parlato della prima sera, anzi, non parlavano affatto e nessuno dei due aveva intenzione di farlo; Voldemort era terribile. Passavano cinque ore al giorno insieme, ad allenarsi, ed Harry aveva in effetti fatto molti passi avanti, in una sola settimana riusciva a far muovere gli oggetti, a farli svanire e apparire, a rendersi invisibile, a volare e a fare moltissime altre cose, senza l’aiuto della bacchetta e, ad ogni miglioramento, Voldemort diventava più severo, pretendeva di più e lasciava Harry sempre con meno forze. A completare la tragedia, suo nonno era riuscito ad avere un ascendente sul Ministro della magia, grazie ai numerosi infiltrati al Ministero, ed era riuscito così a scavalcare Silente e ad aggiudicarsi una stanza ad Hogwarts fino al conseguimento del diploma di Harry. Quest’ultimo avrebbe preferito un intero mese di punizione con Piton piuttosto che quello che lo attendeva. Era il 9 agosto ed Harry si stava esercitando con i suoi nuovi poteri, quando sentì sua nonna entrare nella stanza.

- Oggi puoi uscire nel parco – disse soltanto ed Harry non riuscì a credere alle sue orecchie.

 

Salve a tutti!!! Non posso crederci, ho scritto e postato tre capitoli in 24 ore! Grazie ancora a chi legge, a chi recensisce, a chi aggiunge la mia ff tra le preferite e tra le seguite. Baci e a prestissimo ^_^

  
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