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Autore: serpeinseno    24/02/2010    1 recensioni
"Comincia a piovere, i suoi capelli si riempiono di gocce brillanti alla luce del lampione e i nostri sguardi non si spostano di un centimetro, imprigionandosi e facendosi milioni di domande silenziose che forse mai avranno risposta."
Genere: Thriller, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jasper Hale
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Si va bene, lo ammetto: sono un disastro. Ma aggiungo questo capitolo e presto ne avrete un altro. Mi scuso soprattutto perché era pronto da un bel po’, ma non ho avuto il tempo materiale per farlo, e diciamo anche che è stato un luuuunghissimo periodo no. Non mi era mai successo di averne per così tanto. Detto questo vi lascio alla lettura, anche questo è un capitolo di transito, ma necessario per capire un po’ di cose :)

Bella


Mi ritengo fortunata, ringrazio vivamente Rosalie per avermi dato delle dritte sullo stile maschile, che adorano le donne-modelle di oggi, durante quella velocissima ed agitatissima chiamata che separa casa mia da quella di Jasper. Posso dire di essermela giostrata bene davanti a quel guardaroba così misto e per di più country… spero di non averlo reso troppo… elegante rispetto al suo solito stile.
Stiamo prendendo il bolide quando comincio a pensare ad Alice e… a suo fratello con amica al seguito.
Non ho la più pallida idea di come possa essere, tanto meno Jasper, per cui cerco di ricordare le copertine di qualche rivista di gossip, quelle di attori o personaggi famosi con i parenti al seguito: solitamente i migliori in famiglia sono quelli che diventano famosi, mentre i fratelli vengono scartati soprattutto perché non hanno ricevuto in dono la stessa bellezza del favorito. Meglio così, vorrà dire che non sarà un problema, almeno stasera non mi sentirò totalmente a disagio.
Aspetto Jasper fuori dal garage, ma non sale nessuna macchina neanche dopo dieci minuti. Ho come l’impressione di dover andare a prenderlo di forza, sento che lo dovrò fare molte volte, stasera.
Apro il cancelletto e scendo, ci sono poche luci accese fuori dai box e quando arrivo davanti a quello di J mi viene quasi da ridere, ma non lo faccio per non rendere la situazione ancora più complicata di come lo è:
Jasper è immobile con la chiave in mano tesa verso la serratura della macchina, ma non accenna a continuare il gesto, ha bisogno di una scrollata.
Mi avvicino e gli strappo le chiavi di mano, apro lo sportello ed accendo la macchina, abbasso velocemente il finestrino e penso a due parole per farlo smuovere, ok, non dovrò essere troppo dura.
“Quando vuoi, una bella signorina ci sta aspettando”
Mi guarda per un attimo, sembra quasi in agonia, ma non ne trovo il senso, voglio dire… va bene con l’agitazione, ma fino a questo punto non sarà esagerato?
“Jasper, salta su, o il tuo appuntamento andrà a monte, e sai non voglio proprio perdermi una mangiata come quelle di stasera” gli sorrido quasi beffeggiandolo con la mia ironia. Solitamente non mi lascio andare alle mangiate, ma se può servire a qualcosa sono disposta anche ad abbuffarmi per tutta la notte.

Edward

Arriviamo davanti al ristorante e capisco perché Alice lo abbia scelto: elegante, alla moda ed artistico allo stesso momento, una buona trovata commercialistica, penso.
Un pinguino si avvicina a noi.
“Cullen”
Fa un cenno di assenso con la testa e ci indica i due tavoli, non troppo vicini, ma in vista, proprio sulla vetrata con un magnifico panorama. Uno dei tavoli è situato proprio al centro della vetrata, mentre un altro più a sud, preferisco passare inosservato, soprattutto perché non so cosa possa aspettarmi da un momento all’altro. Lascio la giacca su una delle due sedie del tavolino più a sud e mi avvicino ad Alice, un po’ persa nell’oscurità che caratterizza la finestra.
“Se già stata qui molte volte?”
“Umh?” si volta verso di me un po’ spaesata “solo due volte, è molto elegante”
“Già…” Mi prendo le mani in mano, che accidenti faccio per renderla tranquilla?
Comincia a dondolarsi sui talloni, vuol dire che sta pensando, meglio lasciarla un attimo sola.
“Mi potresti dire dov’è il bagno?”
Si volta e mi sorride, finalmente “devi tornare all’entrata e poi subito a destra, è davvero pulito, qui”
La sua vena critica è presente all’appello, vuol dire che non è poi tanto agitata come sembra.
Mentre volto a destra per entrare nel bagno sento una voce d’uomo che chiede “Mi sa dire qual è… il tavolo C-Cullen?” sorrido tra me e me… è arrivato.
Bene, così non dovrò far finta di stare troppo tempo in bagno. Mi guardo allo specchio e pensando che ovviamente neanche stasera i miei capelli sarebbero potuti essere in ordine, cerco di schiacciarli leggermente. Ovvio: operazione non riuscita.
Tra uno sbuffo e l’altro mi lavo le mani e resisto all’impulso di asciugarmele addosso. Alice se la prenderebbe, nonostante per stasera il suo sguardo non sarà affatto per me.
Apro la porta e dopo qualche passo mi rendo conto che la ragazza appena entrata nel bagno delle donne sembrava fissarmi… sarà stata solo un’impressione.

Bella

“Oh Jasper smettila di avere quel muso, ma a che accidenti stai pensando?” non è possibile, da quando siamo usciti è così, vorrei potergli dare un cazzotto in faccia per risvegliarlo, ma visto l’appuntamento non potrei rovinargli un occhio così violentemente, me la farebbe pagare a vita.
“A quante poche probabilità ho di …affascinarla” l’ultima parola sembrava più sbuffata che parlata.
“Bene… posso dirti una cosa senza sembrare una maniaca?”
Si gira verso di me come non capendo quel che voglio dirgli “In che senso?”
“Umh… non so se ti ricordi di come ci siamo conosciuti”
“Certo che me lo ricordo, non potrei mai scordarlo” “Eheh ho fatto colpo, vero?”
“Tu e i tuoi strambi modi di fare: a volte pensierosa, a volte casinista, a volte allegra al punto di travolgerti e a volte così immersa nelle tue giornate no che non ti si poteva parlare”
“Ma ci ho messo tanto a farmi accettare come amica, da te”
“Più che altro io ci ho messo tanto a convincerti che ti potevi fidare a differenza dei francesi che avevi conosciuto fino a quel momento”
“Ah si, hai ragione questo particolare lo avevo quasi cancellato. La cosa speciale è che primo tu NON sei francese, ed è davvero difficile affrontare il mondo da soli senza qualcuno che capisca davvero i tuoi gerghi.” Rimasi un attimo a pensare, era vero, ma forse la cosa dipende più dai modi di fare che dalla lingua.
“E secondo?”
Sorrisi compiaciuta “Secondo non mi hai assalita con la strana voglia di sesso che hanno tutti i nostri coetanei qui”
“Ahahahahahah non te la sarai presa per questo, vero?”
“Per niente, te ne sono grata” dandogli un buffetto sul braccio. Lo ho risollevato. Grazie a Dio.
Io e Jasper ci siamo conosciuti nel bar della biblioteca. Io andavo lì a leggere (visto il mio solito vicino che adora alzare il volume al massimo di qualsiasi cosa, radio, telefono, televisione, persino della voce quando parla con chiunque gli capita a tiro) e lui a studiare. Si, ancora studia, ha preso la sua prima laurea in politica ed ora la tenta di biblioteconomia. La cosa l’ha affascinato un giorno che gli chiesi di accompagnarmi da Germano. Ne fui molto contenta, perché la cosa affascinava anche me.
Attaccò bottone perché era agitato per uno dei suoi ultimi esami prima della laurea e io cercare di incoraggiarlo facendogli pensare ai professori in modi e costumi buffi rispetto ai soliti.
“Ehi è qui il locale”
“Uh?”
“Un altro viaggio nei pensieri?”
Parcheggiai non troppo distante e facendo un grande respiro scesi insieme a Jasper.
Davanti alla porta c’è un uomo tutto in tiro pronto ad accoglierci. Spero solo che vada tutto bene…
“Jasper, devi chiedere il tavolo” gli sussurrai sorridendo.
“Mi sa dire qual è… il tavolo C-Cullen?”
“Certo signore, venga”
Bene, un altro lungo respiro e prepariamoci alla solitudine, anzi, a tenere in mano la candela per tutta la serata. Aaaah che bella la vita!
Come un'ebete sorrido in cerca di qualcuno, precisamente non so neanche chi. Ok, la smetto di cercare il nulla. Seguo Jasper, che è sicuramente la cosa migliore.
“Jazz, ehi!” voce cristallina. Riconosciuta. Mi preparo allo spettacolo.
“Alice, come stai?”
Non. Ci. Credo. Jasper è completamente a suo agio, ha lasciato la giacca sulla sedia e un bacio sulla guancia di Alice. Quest’uomo mi spaventa a volte. Ma che mi ha preso in giro finora?
“Ciao, tu sei Bella, vero?”
“S-si… ciao”
Guarda eh, ora sono io a fare la parte dell’idiota. Lei mi sorride e io non so che dire.
“Il tavolo è quello lì, mio fratello arriva subito, scusami”
E di cosa?
“Grazie” Almeno una parola l’ho detta. “S-senti Mary Alice..”
“Chiamami Alice, lo preferisco con gli amici”
Oh mio Dio perché ora dovrei sentirmi onorata come mi sento? Mica è la Madonna!
“Va bene” provo a sorriderle “Alice, sai dov’è il bagno?”
“Certo!”

Un paio di minuti dopo

Sono riuscita a fuggire e non vorrei dirlo ma mi sento meno sotto pressione di cinque minuti fa.
Che cavolo sto combinando? Jasper è sciolto e io che dovrei fregarmene di tutto sono un pezzo di ghiaccio.
Ah, ecco il bagno… Ma quello non è…?
Cavolo… Cavolo.Cavolo.Cavolo. Che ci fa qui? Ed ora che faccio?
Che idea! Mi rifugerò nel bagno per tutta la serata.
…per lo meno finché Jasper ed Alice non mi verranno a cercare.

L’abbigliamento di Bella è qui
Quello di Jasper qui
A fra pochi, pochissimi giorni!
  
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