24/02/2010
1 recensioni shine on this life that's burned out
A volte aveva pensato di dirglielo, a
Ron, che non era stato l’unico uomo della sua vita, le era
parso giusto perché erano sposati e lui l’amava e
lei di lui sapeva tutto, ma poi pensava alla sua reazione e smetteva di
voler parlare. Lui avrebbe esclamato: “Miseriaccia
Herm, ma era un vecchio!” e non avrebbe capito.
Così Hermione non parlava e Ron la vedeva, a volte, immobile in un cono d’ombra guardare qualcosa che non c’era (e non era un fantasma, non era come Nick-Quasi-Senza-Testa ad Hogwarts, era qualcosa di più sottile, come un ricordo che lei cercava d’imprigionare in uno sguardo o da cui cercava di farsi imprigionare per scontare pene non sue) e non capiva a cosa pensava, a quale oscuro avvenimento fosse rivolta tutta la figura di sua moglie, a chi, fosse rivolta. Ma poi Hermione si voltava a guardarlo e gli sorrideva ed era di nuovo lì, con lui, e lui pensava che potesse essere per sempre, come lei aveva giurato. Ma c’erano giorni in cui un’ombra grande e vecchia calava su di lei e gliela portava via e Ron aveva paura, una paura fottuta di vederla sparire, dissolversi in quell’ombra, come anni prima un uomo grande e vecchio aveva fatto, dietro ad un velo.
Hermione non parlava e Ron non capiva (e l’amava con una leggerezza, una giovinezza che l’altro mai avrebbe potuto avere).
Così Hermione non parlava e Ron la vedeva, a volte, immobile in un cono d’ombra guardare qualcosa che non c’era (e non era un fantasma, non era come Nick-Quasi-Senza-Testa ad Hogwarts, era qualcosa di più sottile, come un ricordo che lei cercava d’imprigionare in uno sguardo o da cui cercava di farsi imprigionare per scontare pene non sue) e non capiva a cosa pensava, a quale oscuro avvenimento fosse rivolta tutta la figura di sua moglie, a chi, fosse rivolta. Ma poi Hermione si voltava a guardarlo e gli sorrideva ed era di nuovo lì, con lui, e lui pensava che potesse essere per sempre, come lei aveva giurato. Ma c’erano giorni in cui un’ombra grande e vecchia calava su di lei e gliela portava via e Ron aveva paura, una paura fottuta di vederla sparire, dissolversi in quell’ombra, come anni prima un uomo grande e vecchio aveva fatto, dietro ad un velo.
Hermione non parlava e Ron non capiva (e l’amava con una leggerezza, una giovinezza che l’altro mai avrebbe potuto avere).
Fine
Secondo capitolo non programato, ma già scritto da tempo. Ho deciso di inserirlo qui, poiché ha molti punti in comune con la precedente, anche se l'una non è successiva all'altra: sono due momenti in cui i sentimenti che Hermione ha provato per Sirius vengono fuori in modo diverso ed in momenti diversi, non collegati fra di loro. Non fraintendete: questa è una raccola in due tempi, non una storia a capitoli.
fri rapace: io ricordo che era stato Sirius a rivolgere quell'affermazione ad Hermione e, se mi sbaglio (cosa possibile), vorrà dire che mi sono presa una piccola libertà in più, apportando un'involontaria modifica all'impianto narrativo di Mamma Rowling. (:
ElenaHeart: sinceramente credo che quello che Hermione può avere provato (e che mi piace pensare abbia provato) per Sirius è qualcosa di diverso da una cotta adolescienziale, che trovo troppo superficiale, come definizione. D'altronde Hermione è colei che ha salvato Sirius, penso che questo (e altre cose, che non starò a sviscerare, perché finirei con lo scrivere un trattato di dimensioni epiche) abbia legato un legame, almeno per lei. (:
IcePrincess_: grazie mille. E, un'altra amante delle SiriuslyMione è sempre bentrovata! :D