End
Of Sun
Capitolo 11:
Senza via d’uscita?
Era
incredibile come due persone, che si conoscevano fin da quando erano bambini e
poi avevano passato la vita fianco a fianco spalleggiandosi a vicenda e lottando
per la stessa causa, in un paio di mesi fossero arrivate al punto di non
riuscire più a sopportarsi.
Phil
e Alex facevano di tutto per ignorarsi dopo la scazzottata al negozio e le poche
volte che si rivolgevano la parola era per insultarsi o comunque per rivolgersi
all’altro nella maniera più caustica possibile!
Il destino però
aveva voluto che tutti quella mattina avessero avuto delle commissioni più o
meno importanti da svolgere col risultato che erano stati proprio i due ragazzi
in questione ad essere accoppiati per badare al negozio.
“Ehi, siamo
sicuri che non vi ucciderete a vicenda, vero?” Ironizzò Chibiusa dirigendosi
verso la porta, la biondina che la seguiva a pochi passi di distanza si fermò
in mezzo alla stanza aspettando la risposta.
“Certo
Usa-chan, non ti preoccupare”. Rispose annoiato Alexander.
“Okay, Phil?”
Insistette la principessina della terra ma dal biondino ricevette come risposta
un occhiataccia che non presagiva niente di buono.
“Sentite, se
volete io posso prendere il posto di uno di voi due…”. Si offrì allora
Angel un po’ preoccupata per la tensione che aleggiava nella stanza.
“Ma no, che
dici, stai tranquilla”. Vedendo però che la biondina non era per niente
convinta l’afferrò per un polso e l’avvicinò a se.
Chibiusa inarcò
le sopracciglia, un po’ per l’atteggiamento del ragazzo che ora stava
sussurrando qualcosa all’orecchio della sua amica, un po’ per
l’espressione che aveva assunto il biondino che era appoggiato al bancone del
negozio. Notò con preoccupazione le mani del ragazzo stringersi convulsamente a
pugno e poi le nocche sbiancare per la forza della presa.
“Ehm, Angy, è
meglio che andiamo, è tardi!” Si affrettò a dire Chibiusa staccando la
bionda dalla presa di Alex.
“Ciao…”.
“Ciao!”
Il campanellino
del negozio trillò quando la porta si richiuse alle spalle delle due ragazze.
Alexander voltò la schiena al suo ex migliore amico e cominciò a staccare
annoiato i petali di una margherita.
“Quelle
dobbiamo venderle idiota”. Sbottò la voce del biondino alle sue spalle.
“Una in meno
non farà differenza…”. Rispose l’altro a tono.
“Sei caduto
così in basso da sbavare dietro a sua Altezza?” Cambiò totalmente discorso
il biondino staccandosi dal bancone a afferrando a sua volta una margherita.
“Anche se
fosse? A te che ti frega?” Sibilò l’altro assottigliando gli occhi.
“Semplicemente
mi chiedevo perché cazzo devi sempre sceglierti le ragazze che sono già
impegnate…. Prima Chibiusa adesso Angel…”.
“Non mi
risulta che Angy sia impegnata”. Fece girandosi verso il biondino con un
ghigno strafottente in faccia.
“Lo sai
benissimo cosa intendo”.
“Invece non
capisco…. Non vorrai mica farmi credere che ti sei preso una sbandata per sua
Altezza?” Rispose facendogli il verso. Gli occhi del biondino lampeggiarono
d’ira mal repressa.
“Stalle
lontano”. Era una minaccia.
Alexander
cominciò a ridere e poi getto a terra lo stelo della margherita che ormai era
senza petali.
“Stalle
lontano? Ma questo avresti dovuto dirmelo un bel po’ di tempo fa! Scusa, da
chi credi andasse a rifugiarsi dopo che tu la offendevi e la umiliavi?”
La rabbia che
invadeva il ragazzo aveva reso i suoi occhi terribilmente chiari.
“Lei voleva
essere consolata e io l’ho accolta a braccia aperte, infondo la piccola Angy
non è mica da buttar via, anzi!” Stava per aggiungere altro ma si fermò
agghiacciato dall’espressione che aveva assunto il suo ex amico, se lo
conosceva almeno un po’ stava per scoppiare. Arretrò di un passo vedendo che
il ragazzo avanzava furioso verso di lui, ed emise un sospiro di sollievo quando
lui lo superò limitandosi a tirargli una spallata. La porta batté
violentemente alle sue spalle tanto che il campanellino cadde a terra.
°11.42
- parco°
“È
una tua abitudine venire qua?” Gli chiese una voce fin troppo allegra per il
suo pessimo umore.
“È una tua
abitudine venire a disturbare le persone?” Le fece il verso il biondino
incrociando lo sguardo di Bunny.
“...o forse è
una tua abitudine venire qui solo quando ce l’hai col mondo”. Gli sorrise la
ragazza.
Phil
dopo essere uscito dal negozietto aveva preso a camminare senza meta per
sbollire la rabbia e senza volerlo era finito proprio davanti alla panchina
dell’ultima volta e così, tanto per passare il tempo, aveva deciso di
fermarsi.
“Che vuoi?”
Sbottò acido.
“Il pane
stavolta l’ho già comprato”. Fece la ragazza mostrandogli la busta che
teneva in mano.
“E allora?”
Fece lui mentre lei si accomodava al suo fianco.
“Allora ho
tempo per ascoltarti”.
“Bene ma io
non ho niente da dirti”.
“Potresti
dirmi, per esempio, perché sei arrabbiato”.
“Non voglio
dirtelo”.
“Bene, credevo
che volessi sfogarti ma non importa”.
Tra i due cadde
il silenzio.
“Non te ne
vai?” Gli chiese lui dopo un po’ di minuti.
“Vuoi che me
ne vada?”
“Fai come
vuoi”. Fece lui scrollando le spalle. Stranamente la compagnia di quella
ragazza era riuscita a quietarlo, solo ascoltare il suo respiro tranquillo e
regolare lo aveva calmato.
“Come fai?” Le chiese all’improvviso.
Lei gli rivolse
un occhiata interrogativa.
“A essere
sempre in pace col mondo intendo”.
“Mi arrabbio
anch’io che credi?” Rise lei.
La risata
melodiosa della giovane gli fece scendere un brivido lungo la colonna
vertebrale. Quella ragazza era davvero speciale, trasudava potere da ogni poro,
era così pura che faceva impressione, in lei riconosceva davvero le doti che
poi avrebbero fatto diventare leggendaria la figura di Sailor Moon. Sospirò
rivolgendole uno sguardo curioso e ammirato.
“Chibiusa non
ti assomiglia per niente”. Non era una domanda, un’offesa o un complimento.
Era una semplice constatazione.
“Non è solo
figlia mia”.
“Lei è
diversa”.
“Anch’io
sono stata impulsiva, lo sono ancora ora”.
“Non ti
arrabbi per niente, tu”.
“Ho imparato a
distinguere le cose per cui non vale la pena di farlo. Lo imparerà anche
lei”.
Di nuovo il
silenzio.
“Beh, mia
madre mi starà aspettando, è meglio che vada…”. Fece Bunny alzandosi.
La ragazza aveva
già fatto qualche passo verso casa quando la voce del biondino la riportò
indietro.
“È per
Angel”.
“Lo avevo
sospettato”. Sorrise riprendendo posto a fianco al ragazzo.
“Credo che mi
piaccia”. Sbuffò lui.
“Credi che ti
piaccia?” Inarcò un sopracciglio e usò un tono alquanto divertito.
“Okay… ne
sono perso”. Sibilò Phil.
“Già
meglio…”.
Lui sbuffò.
“Quale sarebbe
il problema?” Domandò lei paziente.
“Quell’idiota
si è messa a girare intorno ad Alex e lui ha colto la palla al balzo!”
“Hai aspettato
troppo…”.
Lui sospirò
afflitto.
“…ma forse
puoi ancora recuperarla”.
Il biondino
sollevò lo sguardo stupito dal ghiaino e lei sorrise gentile quando i loro
occhi s’incrociarono. Anche Phil trovò la forza di sorridere, quella donna
era speciale, se lo ripeté nuovamente, lo aveva come contagiato con la sua
positività ed ora era deciso e convinto a prendersi ciò che era suo.
°14.10
– tempio Hikari°
Tutte
le guerriere più i ragazzi del trentesimo secolo erano riuniti nel giardino del
tempio del nonno di Rea, stavano discutendo delle ultime evoluzioni della
battaglia.
Chibiusa se ne
stava imbronciata tra le braccia di Helios dopo essere stata azzittita malamente
da Phil che stranamente era arrivato di ottimo umore ma che, nel giro di dieci
minuti nei quali Alexander aveva fatto sedere Angel tra le sue gambe e aveva
cominciato a farle grattini sulla schiena, era ritornato nero come la pece.
Il custode posò
le sue labbra sulle tempie della ragazza in un bacio delicato, solo questo bastò
a far tornare di buon umore la principessina.
Marzio che era
appoggiato ad un albero corrugò la fronte… era pur sempre la sua bambina per
la miseria! Avrebbe dovuto ricordarsi di fare un bel discorsetto ad Helios
quando la riunione sarebbe finita. Una mano di Bunny poggiata sul suo ginocchio
lo spinse a cercare il suo sguardo. La biondina che era seduta con la schiena
appoggiata al tronco del medesimo albero gli rivolse un occhiata severa come a
proibirgli di fare tutto quello che aveva in mente. Il ragazzo sgranò gli occhi
come per dare più enfasi alla sua protesta, ma lei tornò a riportare la sua
attenzione ad Amy che stava parlando al centro del piazzale.
Marta raccolse
un bicchiere di tea dal vassoio sul tavolino al quale era seduta, aveva
ascoltato poco niente del resoconto di Amy, non che non le interessasse, ma i
suoi occhi continuavano a ricadere su quei capelli color pece e spettinatissimi,
su quelle spalle larghe e le braccia forti. Avrebbe fatto di tutto per poter
incrociare quelle iridi color del cielo e profonde come gli abissi, ma purtroppo
il figlio della sua migliore amica sembrava davvero interessato alle parole di
Amy, o forse era Amy che aveva la capacità di attirare la sua attenzione? Si
chiese la biondina con una punta d’invidia.
“Il punto è,
Amy, che non abbiamo idea di cosa siano, e di come batterli”. S’intromise
Rea nel resoconto dell’ultima battaglia.
“Beh, a dire
il vero credo che si possano battere”. Improvvisamente tutti prestarono
attenzione alle parole della donna che si ritrovò sotto lo sguardo curioso di
tutti i presenti.
“Cioè, non è
che abbia scoperto qualcosa, è solo una semplice osservazione…”. Fece
imbarazzata la ragazza agitando le mani.
“Amy!” La
riprese Rea.
“Okay okay…
beh, non sarò mica l’unica che ha capito che l’unico che ha il potere di
sconfiggere quei cosi è Stephen, no? Appunto, bene, adesso io ho parlato un
po’ con lui stamattina e insieme forse abbiamo trovato una soluzione.”
Marta si agitò
sulla sedia, avevano passato la mattina insieme?
“Amy, cavoli,
la smetti di tenerci sulle spine!”
“Okay. Beh,
lui attinge energia dal sole”. Esclamò Amy come se avesse rivelato chissà
quali segreti e tutto ora fosse chiaro e logico, ma gli sguardi interrogatori e
truci che le furono rivolti spazzarono via questo suo pensiero.
“E
quindi…”. La incalzò Bunny.
“Beh, è
ovvio, quei mostri si sconfiggono mediante la luce!”
“Dovremmo
quindi attingere energia dal sole?” Domandò incerta Morea.
“No, è
impossibile, solo Stev può!” Esclamò la principessina della terra precedendo
il diniego del fratello.
Tutti
riportarono l’attenzione su Amy.
“Insomma
gente, ragionate un po’! Il sole è una stella, no? Beh, di cosa è pieno
l’universo?” Fece stizzita la guerriera dell’acqua davanti all’ottusità
dei compagni.
“Cosa? Vuoi
dire che dovremmo attingere energia dalle stelle?” Domandò Marzio.
“Sentite,
stiamo facendo un po’ di confusione, forse è meglio che ve lo spieghi io”.
S’intromise Stephen prendendo il posto di Amy.
“Allora,
cominciamo dal principio. Dovete sapere che tutte le stelle hanno un Cristallo
di Luce. Esattamente come io ho in custodia il Light Cristal del sole altri
custodi proteggono quello di altre stelle importanti, come per esempio la stella
polare o l’orsa maggiore. Più la stella è importante più il Cristallo di
Luce è forte e potente. In principio non esistevano i custodi di questi
cristalli, ma dopo un tentativo di attacco dei nostri nemici, che cercarono di
sconfiggerci mediante appunto il potere delle stelle, il consiglio decise di
affidare un custode alle stelle più importanti. Ora, dico più importanti perché
sarebbe stato pressoché impossibile affidare un custode ad ogni Cristallo per
il semplice fatto che l’universo con tutte le sue stelle è troppo esteso!
L’idea di Amy era di sfruttare il potere di questi Cristalli per potenziare i
vostri. È chiaro?”
“Circa. Ma se
sono stelle minori non corriamo il rischio che siano troppo deboli?”
“Non credo e
poi non dimenticate che non userete solo il Light Cristal, ma anche i vostri
poteri originali”.
°21.45
– tempio Hikari°
Alla
fine anche per quel giorno il sole si era spento e i ragazzi avevano deciso di
fermarsi a cena da Rea. L’idea di Amy alla fine era stata accettata da tutti
di buon grado e la compagnia dopo molto tempo si sentiva il cuore un po’ più
leggero.
Nella cucinina
del tempio Angel, Dafne e Marta lavavano i piatti mentre poco distante da loro
Amy, Rea e Morea preparavano i cestini da pic-nic per il giorno successivo:
avevano deciso tutti di andare a fare una gita al lago, per staccare un po’
dallo stress.
Helios,
Daniel, Phil e Alex stavano facendo un giro del tempio, mentre Marzio, Bunny,
Chibiusa e Stephen erano spariti nel nulla.
§
La futura regina
della terra era appoggiata al parapetto del terrazzo, Marzio le cingeva la vita
e aveva la testa appoggiata sulla sua spalla. Bunny era un po’ troppo
silenziosa ma lui sapeva che prima o poi lei gli avrebbe confessato quello che
la turbava, quando si fosse sentita pronta, senza che ci fosse bisogno che lui
glielo chiedesse.
Le stelle
illuminavano il cielo e poco distante li raggiunsero le voci di Chibiusa e
Stephen, non riuscivano a capire quello che si stavano dicendo, ma dal tono
scherzoso sembravano divertirsi.
Bunny
sospirò tra le sue braccia e lui le depose un bacio sul collo latteo.
“Credi sarò
una brava madre?” Era stato poco più di un sussurro, finalmente la sua
testolina buffa si era decisa.
“Sarai la
migliore madre della terra”. Le sorrise lui.
“Come fai a
dirlo?”
“Beh, per due
cose”.
Lei si girò
verso di lui e lo guardò curiosa.
“Primo:
Chibiusa la prima volta che è venuta qui se non ti ricordi voleva salvare la
sua mamma! Non credo che abbia passato tutto quello che ha passato se non ti
avesse voluto un bene dell’anima”.
La ragazza
sorrise al ricordo della sua mocciosa che cercava di sconfiggere i mostri con il
suo piccolo scettro rosa o ancora prima quando la faceva imbestialire facendole
i dispetti o quando si salvava dalle situazioni più assurde con l’aiuto di
Luna-P.
“Secondo”
riprese il ragazzo “non vedi che due fantastiche persone sono sia Usa-chan che
Stephen? Di chi credi sia il merito, eh?” La prese in giro lui affondando il
viso nei suoi fili dorati. La ragazza sorrise.
“Ti amo”.
“Anch’io”.
§
“…e poi non
vale, tu hai sempre tutte le fortune!”
“…certo,
riattacca pure con la storia che io sono il più grande e che mi
privilegiano…”
“Ma perché è
la pura verità! Ma scusa, guarda anche adesso! Io dovrò sclerale per trovarmi
una benedetta stella, mentre a te, chissà come mai a te, l’hanno già
affidata secoli fa i quattro vecchi bacucchi del consiglio! E poi, mica una
stellina da niente, eh! No, il sole a lui dovevano dargli!” Esclamò Chibiusa
perorando la sua causa.
“Ma scusa, che
faccia tosta! Chi è la mocciosa che erediterà il trono e il Silver Cristal?!?
eh? Mi pare che si chiami una cosa tipo… aspetta, com’era? Ah si…
Chibiusa!” La prese in giro il fratello.
“Ma non è
uguale! E poi finché non mi sposo non potrò usarlo!”
“Beh, convinci
Helios, perché ti lamenti con me?” La faccia della principessina assunse
tutte le sfumature del rosso.
“Cosa? Ma,
ma… scemo!” Urlò scandalizzata e imbarazzatissima mettendo il broncio
mentre Stephen era scoppiato in una fragorosa risata.
“Ehi,
principessina, cosa sono ‘ste parole? Guarda che se ti sente mamma ti
uccide…”.
“Lo so, lo so,
una futura regina non parla in questo modo…”. Chibiusa fece una perfetta
imitazione della madre. “Che
palle! Ma la smetti di ridere… oh, ma vai a quel paese”. La ragazzina si
distese a pancia in su sul prato fissando imbronciata le stelle.
“E ora di
grazia cosa staresti facendo?” Domandò il ragazzo prendendo posto a fianco a
lei.
“Secondo te
genio? Ovvio no? Cerco ‘sta cavolo di stella, non ci tengo a rincontrare uno
di quei cosi senza poterli far fuori e siccome non posso legarti a guinzaglio e
portarti sempre con me, beh, è meglio che mi sbrighi a scegliere una stella”.
Il ragazzo assunse una faccia divertita.
“Ma scusa
genio” la scimmiottò lui “non lo sai che è la stella che ti sceglie?
Potresti stare qui qualche secolo senza ottenere niente”.
“Sul serio?”
Chiese la ragazzina un po’ sconsolata.
“Ah-ah”.
“Che palle!”
TO BE
CONTINUED…
Ringraziamenti:
a tutti voi che leggete e mi recensite! In particolare a Buffy1991: beh,
spero che tu ti diverta in vacanza, ma guarda che appena torni voglio una
rece^___^ no scherzo!