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Autore: pupazza    25/02/2010    3 recensioni
Questa storia nasce tanti anni fa. Dieci per la precisione. E scrivere questa storia e' il risultato di una scommessa persa con la mia migliore amica. Credeva che non ne avrei avuto il coraggio..'Ciao Rebecca'..'Ciao Mattia' e' cominciata cosi', come la piu' banale della storie.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio tutte le persone che mi hanno inserita tra le storie seguite e preferite.

ringrazio Light e Carlotta per le recensioni graditissime che mi hanno lasciato e le abbraccio virtualmente.

 

E abbraccio tutti quelli che leggono questa storia.

 

 

REBECCA E MATTIA      (COSMIC CAOS)

 

 

CAP   3

Quella sera Rebecca faticò non poco a tenere a bada Massimo e i suoi slanci affettuosi.

All'ennesimo complimento da parte di lui, alle 23.15, lo congedò colpita da un improvviso attacco di mal di reni.

 

Stranamente Mattia la mattina dopo non fa domande. Anzi e' ancora più easy del solito, scherza con tutti e riesce anche a lavorare due ore senza cazzeggiare. Rebecca si chiede se deve gridare al miracolo o essere profondamente incazzata.

 

Ovviamente nessuno dei due parla della serata di lei. Manco fosse un tabù o un segreto di stato.

 

Ma andiamo avanti.

 

 

Rebecca ha la patente e guida una vecchia Panda di sua madre.

Mattia la patente ancora non ce l'ha e gira in scooter. Ovviamente truccato.

Vi potrà sembrare strano, ma per quasi sei mesi non si sono scambiati il numero di cellulare.

Curioso eh?

In realtà, credo che nessuno dei due volesse chiedere il numero per primo all'altro. Deficienti.

 

A febbraio i primi sintomi.

Lui deve sostituire un collega che fa il notturno per due settimane.

Dalle 22.00 alle 6.00 del mattino.

Lei comincia alle 8.00, di conseguenza non si incrociano nemmeno.

Un incubo.

Sembrava perennemente morsa da una tarantola. Risponde male a tutti, è fuori di testa come un cammello e di notte non dorme.

Stare tutto il giorno senza di lui là dentro e' a dir poco insopportabile. Guardare dalla finestra il suo tavolo vuoto e con la luce spenta e' peggio di quando sua madre le snocciola senza ritegno i 25 matrimoni di Brooke Logan.

Scherzi a parte.

E' davvero una tortura. Si domanda in continuazione dov'e' durante il giorno, cosa fa e soprattutto con chi lo fa.

Le mancano i pizzichi, le manca leggere con lui il giornale sportivo imboscata nel bagno, le manca cantare (ha smesso), le manca quando lui la guarda con quegl'occhi acqua marina che la prendono sempre in giro, le manca provocarlo, le manca sentirsi chiamare 'bellissima'.

Il punto e,' pero', che piuttosto di ammettere a se stessa tutto questo ingoierebbe una scatola di pasticche lassative.

 

 

Tutta questa sua insofferenza non e' sfuggita ad Alessandra, la sua migliore amica.

Devo fare una puntualizzazione.

Alessandra e Mattia vivono nello stesso quartiere. Ovvero l'ex quartiere di Rebecca.

Rebecca e Alessandra hanno iniziato a frequentarsi solo dopo che lei si e' trasferita.

 

Le due settimane senza di lui erano quasi giunte al termine, mancavano solo tre giorni e Alessandra una sera, dopo l'ennesimo giro in macchina a vuoto (povera Panda) intorno al pastificio per vedere lui, sbotta.  (Sì, lo so che le ronde notturne non si dovrebbero fare).

"Minchia, ma si puo' sapere cos'hai?"

" Niente, perche'?"

"Non fare la finta tonta con me che non attacca!! Sembra che aspetti di vedere arrivare Logan solo occhi!"

"E chi e'?"

"Il protagonista di  Dark Angel!! Ma cosa guardi tu alla tv? "

Rebecca aveva spento la macchina, dopo essersi messa in una visuale 'comoda' per vedere l'entrata del pastificio.

"In questo periodo niente, solo Friends e Ally Mcbeal...e College".

"Oh Signur!! Rebe, ti prego svegliati! Non puoi guardare College, lo guardavo quando avevo 8 anni!!"

"Sono piu' che sveglia Ale ...ho bevuto 3 caffe' oggi! E mi piacevano i protagonisti!"

"Mi faranno Santa!! Almeno cambia canzone, non ce la faccio più, Rebe!!"

Alessandra fa per togliere il cd, ma Rebecca le lancia un'occhiata assassina e abbassa il volume solo di un po'.

Adorava quella canzone. 'A little less conversation'. Elvis Presley remixato. L'aveva ascoltata per radio una mattina e lui si era messo a fare il cretino con i suoi capelli. Era uscita e aveva comprato il cd. Era probabilmente l'unica canzone che piacesse ad entrambi.

Quando lo vide arrivare, il salasso. Scende da una macchina.

"E' lui?" domanda Alessandra.

"Si".

"Vorrei capire Rebe, perche' tutto sto interesse? Neanche ti piace!"

"Ero stufa di stare in casa stasera...".

"E dobbiamo per forza fare le guardone ...cioe', almeno ne valesse la pena!"

Ad Alessandra, Mattia non e' mai piaciuto. Lei e' la classica figlia di papà. Aveva preso la patente da un mese e come nei piu' classici film americani, una sera a tavola sotto il tovagliolo si era trovata la chiave dell'auto nuova. Una Ka' nuova di pacca che Rebecca nemmeno osava guardare.

Lo considera, parole sue, 'inutile essere'. E vabbe,' non si puo' piacere a tutti. Anzi meno male.

"Come mai  scende dalla macchina, Rebe? Che fine ha fatto lo scooter dei Flinstones? "

"E che ne so io!!!"

"Non ti scaldare…".

La macchina da cui era sceso riparti' e Alessandra allungo' il collo e prese il numero di targa.

"Che fai?"

"Mi e' sembrato un ragazzo alla guida, ma per sicurezza domani chiedo a Giacomo di controllare in autoscuola…con la motorizzazione ha parecchi contatti!"

"Esci con quello dell'autoscuola?!?!? Ale, ha 27 anni!!"

"Rebe, se tu - parlando per ipotesi - 'esci' con quel 'coso' che lavora con te, io posso tranquillamente spupazzarmi Giacomo".

"Io non esco con lui!! Ci lavoro e basta!"

"Certo e io mi ritiro in clausura!! Rebe, non solo vorresti uscirci…tu sei proprio innamorata persa!! E questo mi preoccupa non poco!!"

Rebecca mette in moto l'auto e la riporta a  casa. Odia le paternali.

 

 

Tre giorni dopo lui riprende il suo orario arriva al lavoro e la luce si riaccende. E Rebecca e' in pace con il mondo. Disponibile con tutti.

Tranne che con lui.

Per causa sua, ha passato due settimane di merda. Ora lui deve scontare.

A causa sua non ha mangiato, non ha dormito, si e' fatta troppe domande e ha anche consumato l'intero serbatoio della Panda.

Deve scontare. Punto.

La prima mattina quando lui arriva, lei si imbosca in bagno per non farsi salutare e vedere la sua reazione al fatto che  lei non c'e'.

Lui non fa una piega, logicamente.

Durante tutta la mattina non fa che farsi dare lavori che odia in negozio e, quindi, non si vedono.

Sente la rabbia crescere e crescere. Ad un certo punto, se la si osserva bene, si nota la testa della carogna sulla sua spalla.

Alle 12 aspetta che tutti escano, poi va a cambiarsi.

Rebecca crede di essere furba. Lo crede soltanto, però!!

C'e' un’entrata di servizio dal cortile. Durante il giorno e' sempre aperta perché c'e' sempre qualcuno.

Si cambia nello spogliatoio e quando esce lui e' davanti a lei, la spinge contro la porta, la circonda con le braccia e la saluta.

"Ciao bellissima"

"Ciao".

"Non ci siamo visti stamattina".

Lei annuisce, fingendo di non essersene accorta.

"Che hai fatto in questi giorni?"

"Come mai cosi curioso?", domando' lei compiaciutissima.

"Sono due settimane che non ci vediamo...magari ti sono mancato…"

"O magari no", vai cosi Rebecca!

"O magari si..."

"Aahahhahaha...non hai idea della pace che regnava qui dentro!! Dovresti fare il notturno più spesso!! E io...ti sono mancata?"

"Oh sì, tesoro...da morire!! Uahahha!"

Una settimana dopo lui viene mandato in ferie per una settimana e, ale'...povera Panda, povera Alessandra e soprattutto, povera Rebecca!!

 

 

 

A marzo ci sono un po' di problemi in pastificio e devono chiudere qualche giorno per dare il bianco alle pareti.

I dipendenti si offrono di farlo, in modo da non far spendere troppi soldi al titolare. Complimenti, che furbi!!

Ovviamente, Rebecca e Mattia vengono immediatamente reclutati e messi a fare il lavoro più pulito. Sistemare la soffitta.

E qui la cosa diventa imbarazzante.

Quando arrivano di sopra, si ritrovano davanti una stanza enorme letteralmente ricoperta dalla polvere. Scatoloni da sistemare, scaffali da ripulire e un sacco di robaccia da buttare. Al centro un grosso tavolo.

Mattia diventa verde tipo Hulk, mentre lei si finge schifata. In realta,' dentro di sè fa la ola, perchè stara' sola con lui tutto il giorno.

"Che due coglioni, ma sempre a me i lavori di merda!!"

"A noi per la precisione..." dire la parola 'noi' le aveva causato un innalzamento della pressione sanguigna e sentiva che un'ondata di caldo anomalo la stava travolgendo.

Andarono avanti per circa due ore a riempire sacchi dell'immondizia, quando lui fu preso da una voglia improvvisa di sdraiarsi sul tavolo.

Pessima idea.

"Mat, alza il culo, non faccio il lavoro per due!"

"Sono in pausa", bonfonchia lui

Lei sospira e scuote la testa.

"Vieni qua?"

"Eh?!?"

"Vieni qua..." lei si avvicina mentre lui si alza e mette le gambe penzoloni giu' dal tavolo.

"Che vuoi?" risponde lei aggrottando le sopracciglia. Non e' una buona idea avvicinarsi.

"Cazzo, vuoi venire qua?"

"Sei scemo, che ti urli!! Taci!!"

Lui la guarda con il suo sguardo sornione mezzo assonnato e lei e' già fin troppo vicina.

Pessima idea. L'avevo detto.

Lui la prende i fianchi, la attira a sè e affonda la testa nella sua spalla.

"Sono stanco mi fai da cuscino? Dai, chicca.."

Infarto. In questo momento, nella testa di Rebecca la ola si e' trasformata nella curva della Meazza in pieno derby 3 a 2 per il Milan!!

Di nuovo il suo dannatissimo profumo, di nuovo le sue braccia intorno a lei, di nuovo la sua testa, la sua pelle, il suo respiro su di lei.

Ed e' marzo. Fa leggermente piu' caldo. Di conseguenza, si e' anche piu' svestiti.

"Non mi chiamare chicca…lo sai che non lo sopporto!!"

"Acida…"

"Stronzo!!"

"Sei hai finito di usarmi da cuscino, tornerei a mettere merda nei sacchi dell'immondizia!"

"Preferisci mettere merda nei sacchi dell'immondizia…a ..questo?"

Colpo basso.

Bastardo.

"No..." errore, Rebecca!

"Vedi che allora ti piace…"

"Non montarti quella testolina malata che ti ritrovi!"

"Ahahhaha! Tra noi due quello  che si monta piu' facilmente la testa non sono io...cara…" (VERO)

"Che vuoi dire, scusa?"

"Che sono stanco e voglio dormire!! Non ti muovere…solo due minuti!"

Lei fece l'enorme, colossale errore di mettergli una mano tra i capelli. I capelli di un bambino, spettinati, morbidi, profumati.

"Ci stai provando, Rebe??!?"

Lei sorrise compiaciuta e soddisfatta.

"Volevo solo agevolarti il sonno; se ti da'  fastidio, smetto."

Rebecca abbasso' lo sguardo sulla sua spalle dove lui era ancora comodamente appoggiato e lo vide sorridere beffardo.

"No continua pure…e' rilassante!!"

"Certo tesoro…", la sua mano inizio' a tirare i capelli cosi forte che lui pianto' un urlo come uno a cui e' appena schiattata la suocera.

"Ma sei cretina!!!"

"Cosi la prossima volta ci pensi bene prima di chiamarmi chicca e acida!!!"

Lui si avvicina e la prende per un braccio (‘sto vizio lo deve proprio perdere).

"Non ci riprovare ...chiaro??". Sulla faccia di lui uno sguardo enigmatico.

"Se no che mi fai?", lo provoca lei sorridendo sfacciata.

"Nemmeno te lo immagini...", lui si  e' avvicinato di nuovo, troppo.

"Che paura!"

"Non provocarmi tesoro...potresti farti molto male…", Gli occhi di Mattia si sono letteralmente incollati in quelli di lei. E' stranamente serio, nei suoi occhi non c'e' l'aria divertita e sbruffona che ha di solito.

"Su questo non ho dubbi…". Lei si divincola dalla sua presa e torna di sotto. Sente gli occhi di lui che la guardano mentre scende le scale.

Sta iniziando a fare male sul serio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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