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Autore: sofimblack    27/02/2010    2 recensioni
Dal VI capitolo:
«Guarda guarda, una Grifondoro codarda» la stuzzicò Blaise, pungendola sul vivo.
[...]
«Non. Sono. Una. Codarda.» ringhiò lei.
«Perdonami, sì che lo sei.»
Senza alcun preavviso lo afferrò per una spalla e lo spinse contro il muro, facendosi tremendamente vicina: poteva senza alcuna difficoltà contare ogni singola lentiggine che le puntellava il naso, o respirare quel suo odore buono.
«Allora dimmi, Zabini, se fossi veramente una codarda credi che mi avvicinerei così tanto ad una Serpe velenosa come te?» gli soffiò nell’orecchio, con le labbra quasi appoggiate sulla sua pelle.

Quella che vi propongo è la storia del VI libro della saga riscritto dal punto di vista di Blaise Zabini - personaggio tanto affascinante quanto trascurato- la cui vicenda si intreccia inevitabilmente con quella di Draco, il suo migliore amico, e con quella di Ginny, anche se apparentemente non c'è nulla a legarli. Forse tra i corridoi di Hogwarts la presenza di Blaise non è stata irrilevante come si può presumere... Prima long tema HP, siate clementi :D
Beh, buona lettura :) sofimblack
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Harry/Ginny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
Capitoli:
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ATTENZIONE: a distanza di tempo sto rivedendo e correggendo questa ff e siccome mi sembrava nonsense pubblicare qui per due volte la stessa storia (seppur modificata), la sto ripubblicando da un'altra parte. Ho modificato alcune scene, cercando di caratterizzare meglio i personaggi, e soprattutto aggiunto un bel po' di scene in più (a volte proprio interi capitoli). Se vi interessa basta che mi scriviate e vi farò sapere dove cercare ^^

Le frasi scritte in corsivo sono riprese pari pari dal libro, quindi non sono affatto mie bensì di J.K.Rowling; per alcuni dialoghi che erano riportati nel libro dal punto di vista di Harry ho lasciato intatte le parole dette, cambiando però tutto il resto. Inoltre,mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, se ci sono errori,pareri,idee eccetera...sarebbe un grande aiuto :)
Detto questo, vi saluto. :D




Una volta oltrepassata la barriera magica, Blaise Zabini si ritrovò nel consueto trambusto della partenza, sul binario 9 e 3/4: gatti, gufi e altri animali si agitavano nelle gabbie, saluti urlati dai compagni che si ritrovavano dopo le vacanze si diffondevano nell'aria mentre bambini del primo anno, terribilmente eccitati, ascoltavano le solite raccomandazioni familiari. Dietro tutto questo tramestio stava l'espresso di Hogwarts che, rassicurante e scarlatto come ogni anno, sbuffava denso fumo nero su tutta quella gente. Blaise si fece largo a fatica tra la folla, nonostante parecchi ragazzi lo lasciassero passare intimoriti, e raggiunse dopo pochi minuti uno dei tanti vagoni del treno, voltandosi.
«Ciao caro, fai buon viaggio.»
Gli occhi scuri del ragazzo si soffermarono in quelli della madre, specchio dei suoi; avrebbe voluto abbracciarla, ma sapeva che secondo regole non dette non gli era permesso.
«Arrivederci, madre.» rispose dopo una breve pausa, contraendo la mascella e salendo quei pochi gradini, senza voltarsi indietro.
Percorse il treno in tutta la sua lunghezza fino a raggiungere il penultimo vagone, dove si trovava la carrozza occupata dal suo gruppo.
«Blaise!»
Draco Malfoy lo accolse con uno dei suoi più che rari sorrisi sinceri, ma niente di più. Non un abbraccio, né una pacca fraterna. D'altronde tra i Serpeverde, così come in famiglia, non erano molto frequenti le manifestazioni d'affetto. Pansy Parkinson però non si fece troppi problemi, appiccicando sulle guance del ragazzo fastidiose tracce di lucidalabbra fruttato.
«Blaise, tesoro! Ma dove sei sparito per tutta l'estate?»
«Ho avuto molto da fare.» tagliò corto lui, sistemando il pesante baule nero nella rete sopra le loro teste e mettendosi finalmente a sedere.
Di lì a pochi minuti furono raggiunti da Tiger, Goyle e Daphne Greengrass, che come suo solito non gli staccò gli occhi di dosso. Sebbene fosse d'accordo col parere maschile unanime della scuola che fosse una bellissima ragazza, la riteneva estremamente vuota e superficiale. Non che questo le impedisse di scaldare il suo letto di quando in quando, ma finiva lì, e lei lo sapeva.
«Draco,Pansy... ma voi non dovreste controllare il treno, da bravi prefettucci cocchi di Silente?» chiese lei ghignando dopo che il treno si fu mosso, prendendo velocità e sparendo alla vista dietro la solita curva brusca. Pansy ridacchiò.
«Daphne, Daphne.... non ti facevo così ingenua sai? Perché dovremmo fare il lavoro sporco se ci pensa la feccia a svolgerlo?»
Ridacchiando, le due si misero a parlottare tra loro, malignando sui compagni di scuola e aggiornandosi dopo un'intera estate di novità. Tiger e Goyle leggevano le pagine di un fumetto, sghignazzando stupidamente. Draco, stranamente silenzioso, guardava apparentemente annoiato fuori dal finestrino, mentre gli immensi prati verdi si susseguivano, riflessi in quei duri e freddi occhi grigi. Blaise non commentò, ben consapevole che quelli non erano né il luogo né il momento adatti. Dopo un po' passarono Weasley e la Granger, che da bravi Grifondoro svolgevano senza indugi il loro dovere di prefetti. Quando si affacciarono al loro scompartimento però, Draco rispose semplicemente con un gestaccio, e neppure gli altri li degnarono di troppa considerazione, anche se le due ragazze sibilarono a Hermione un “sudicia mezzosangue” non troppo sussurrato.
Verso l'ora di pranzo, un ragazzino probabilmente del secondo anno bussò tremante alla porta del loro scompartimento.
«Che vuoi, moccioso?» lo apostrofò duramente Pansy.
«D...devo consegnare qu... questo a B...B...Blaise Z...Zabini.» balbettò spaventato.
«”B...B...Blaise”» rise lei perfida, facendogli il verso « sei figlio di Raptor per caso?»
Ghignarono tutti, meno Blaise e sorprendentemente Draco, ancora assorto nei propri pensieri.
«Sono io, dammi pure.»
Il ragazzino gli porse una pergamena, stretta da un nastro di raso viola.
«Grazie.»
«"Grazie"? Blaise, tesoro, non è che ti stai rammollendo?» chiese Pansy, una volta che il ragazzino si fu chiuso la porta alle spalle, mentre Tiger e Goyle ancora sghignazzavano.
Il ragazzo la ignorò, aprendo la pergamena e scorrendo rapidamente quelle poche parole, scritte in una calligrafia fastidiosamente pomposa. Subito un'espressione scocciata si dipinse sul suo volto.
« “Signor Zabini, sarei lieto di averla con me a pranzo, scompartimento C. Cordialmente, bla bla bla...Lumacorno”. Patetico.»
«Lumacorno? Non sapevo che fosse qui anche lui... secondo te che vuole? » chiese Draco, ora vagamente interessato.
«Non lo so, ma se posso evitare di mangiare schifezze da quel carrello...» disse sprezzante, indicando il carrello in questione appena giunto alle sue spalle, colmo di dolci dalle forme più strane su cui Tiger e Goyle avevano già messo gli occhi famelici.
«Beh, ci vediamo ragazzi.»
In realtà, non gli interessava affatto del cibo. In realtà, pensava che tra quella gente l'unica persona di cui gli importasse qualcosa fosse Draco. Nonostante facessero tanto i superiori erano feccia anche loro, forse più degli altri. Inoltre Zabini sapeva bene di essere egoista e da buon Serpeverde pensava più a se stesso che agli altri, perciò non si era fatto troppi problemi a scaricarli lì. Sovrappensiero, raggiunse una porta dietro la quale già si sentivano risatine; Blaise sospirò rassegnato, pronto a passare delle interminabili ore noiose.
«Blaise! Mio caro ragazzo, accomodati pure!» esordì Lumacorno sorridendo, indicandogli alcuni posti vuoti. Il ragazzo si sedette con un sorriso di circostanza, senza nemmeno guardarsi intorno; ormai esistevano poche cose che suscitavano il suo interesse.
«Anche Theodore Nott è qui sul treno?»
«Sì.»
«Oh cielo, avrei dovuto invitare pure lui! Sai come sta suo padre?»
«Beh, è stato arrestato da poco dal Ministero, sa com'è... non penso se la stia spassando al momento.»
Sul volto di Lumacorno si dipinse un'espressione contrariata, e l'argomento venne chiuso bruscamente. Nei dieci minuti seguenti arrivarono anche altri ragazzi, secondo il suo personale parere tutti del falliti, tra cui la ragazza Weasley. Ma l'arrivo che lo fece disgustare di più fu quello di Harry Potter e Neville Paciock.

«Harry, ragazzo mio!» esclamò Lumacorno, balzando in piedi appena lo vide. Il suo vasto ventre coperto di velluto parve riempire tutto lo spazio vuoto, e la pelata e i grandi baffoni argentei scintillavano al sole quanto i bottoni d'oro del panciotto.
«Che piacere, che piacere! E tu devi essere il signor Paciock!»
Neville annuì spaventato.
[…]
«Bene, vi conoscete tutti?√chiese Lumacorno a Harry e Neville. « Blaise Zabini è del vostro anno naturalmente...»


Blaise non si degnò nemmeno di rispondere, limitandosi a guardare annoiato fuori dal finestrino. Forse non era stata poi una così buona idea quella di unirsi a loro.

«Questo è Cormac McLaggen, forse vi siete già incontrati...?No?»
McLaggen, un ragazzo grosso con i capelli crespi, levò una mano e Harry e Neville gli risposero con un cenno.
«...e questo è Marcus Belby, non so se...?»
Belby, che era magro e nervoso, esibì un sorriso stiracchiato.
«... e questa affascinante signorina dice di conoscervi!» concluse Lumacorno. Ginny fece una smorfia a Harry e Neville dietro la schiena di Lumacorno.
«Bene, è un piacere straordinario» continuò Lumacorno in tono intimo «un'opportunità per conoscervi meglio. Ecco, prendete un tovagliolo. Mi sono portato il pranzo da casa, il carrello, se ricordo bene, ci va pesante con le Bacchette di Liquirizia, e il sistema digestivo di un povero vecchio non regge... un po' di fagiano, Belby?»


Come era ovvio che fosse, Lumacorno aveva invitato tutta gente che aveva a che fare con persone famose o influenti. Perlomeno il fagiano, seppure freddo, non era affatto male. Mentre mangiavano Lumacorno interrogò Belby, che si esibì in una scena piuttosto patetica, rivelandosi goffo e affatto importante. McLaggen, invece, si dette un sacco di arie quando fu il suo turno a parlare, vantandosi delle proprie conoscenze. Stupido Grifondoro.
«... e come sta tua madre, Blaise?»
Sentendola menzionare si irrigidì, anche se in modo davvero impercettibile. Era sempre stato un maestro nell'indossare maschere.
«Meravigliosamente. In questo momento dovrebbe essere anche lei in viaggio, verso Parigi.»
«Oh, Parigi, che magnifica, romantica città. Affascinante quasi quanto tua madre... una donna di classe, davvero, e credo di non essere l'unico a pensarla così. Quante volte hai detto che si è risposata?»
“Non l'ho detto infatti, brutto pezzo di deficiente.” pensò Blaise, fastidiosamente irritato. Non parlava mai di sé, meno che mai con quella gente, inoltre quell'argomento era piuttosto delicato per lui. Comunque sia non voleva fare la figura del debole davanti a quei falliti e tantomeno con Potter presente, perciò si costrinse a rispondere.
«Sette volte, adesso sta con Richardson, del Ministero. Ma ritengo che tra poco tirerà le cuoia pure lui» aggiunse perfido.
Lumacorno rise nervosamente, per poi passare a Neville. Blaise sorrise tra sé, soddisfatto. Giravano strane voci sul conto di sua madre, lo sapeva bene. Ormai era quasi un rituale: si sposava con uomini particolarmente ricchi o influenti, con i quali andava a vivere in ville lussuose, che morivano tutti misteriosamente nell’arco di pochi anni, lasciandole tutti i loro averi; non c’era da sorprendersi dunque se fossero schifosamente ricchi. Suo padre invece era morto quando Blaise era piccolo e troppo presto perché potesse averne qualche ricordo definito.

«E ora » proseguì Lumacorno, agitandosi sul sedile come un presentatore che annuncia il suo numero più brillante «Harry Potter! Da dove cominciare? Ho la sensazione di aver appena grattato la superficie quando ci siamo incontrati quest'estate!»
Contemplò Harry per un istante come se fosse un pezzo di fagiano particolarmente grosso e succulento, poi disse: «il “Prescelto”, è così che ti chiamano adesso!»
Harry non rispose.

Blaise, abbandonando per un po' la solita indifferenza, lo osservò. Si sarebbe divertito un sacco nel vedere come se la sarebbe cavata ora Potter. Il famoso “Prescelto”. Cazzate, in realtà aveva avuto un gran culo perchè un sacco di stupidi si erano sacrificati per lui.

«Naturalmente » continuò Lumacorno, osservando il ragazzo con attenzione «sono anni che circolano voci... Mi ricordo quando... be', dopo quella terribile notte... Lily... James... e tu sei sopravvissuto... e si diceva che tu avessi poteri straordinari...»
Zabini tossicchiò con divertito scetticismo. Una voce arrabbiata si levò da dietro Lumacorno. «Oh, è vero, Zabini, perchè tu invece hai un gran talento... per darti delle arie!»
«Oh, cielo!» ridacchiò Lumacorno tranquillamente, guardando Ginny che scrutava torva Zabini al di sopra del suo pancione. «Attento Blaise! Ho visto questa signorina scagliare una meravigliosa Fattura Orco volante mentre passavo dal suo scompartimento! Eviterei di contrariarla!»
Zabini si limitò ad assumere un'espressione sprezzante.

Apprezzava l'impulsività della Weasley, c'era un che di interessante il lei, ma certo non avrebbe risposto alle sue insulse provocazioni. Il vecchio insegnante continuò a interrogare interessato Harry, il quale però riuscì a sviare le domande con quella che Lumacorno definiva bonariamente “tanta modestia”. Di nuovo, cazzate.

Il pomeriggio passò noioso tra altri aneddoti su maghi illustri a cui Lumacorno aveva fatto da insegnante, tutti felicissimi di unirsi a quello che definiva “Lumaclub” a Hogwarts.
[…]
Infine il treno riemerse da un altro lungo tratto nebbioso dentro un tramonto rosso, e Lumacorno si guardò attorno, strizzando gli occhi davanti al crepuscolo.
«Santo cielo, è già buio! Non mi ero accorto che avevano acceso le lampade! È meglio se andate a cambiarvi, tutti quanti. McLaggen, devi passare a trovarmi e prendere in prestito quel libro sui Nogtail. Harry, Blaise... quando volete. Lo stesso vale per te, signorina» e strizzò l'occhio a Ginny.
«Be', andate, andate!»
Blaise, sollevato che l'incontro fosse finalmente finito, si avviò verso il suo scompartimento percorrendo i corridoi semivuoti, rimuginando per qualche secondo sulla Weasley. Beh, sarebbe potuta risultare una sfida interessante, in fondo non gli importavano le questioni tra Purosangue. Lui seguiva soltanto il suo istinto, la sua volontà... E forse era per questo che poteva risultare più mansueto di quanto non fosse. D'altronde però, non era finito a Serpeverde soltanto per la sua acutezza.
Aprì la porta dello scompartimento, ma quando fece per richiuderla non ci riuscì.
«Che cosa c'è che non va?» esclamò irritato, più a se stesso che agli altri. Spinse più volte la porta scorrevole, che si spalancò improvvisamente, facendolo finire addosso a Goyle. Quell'idiota gli ringhiò contro, mentre gli altri li osservavano divertiti. Fortuna che Daphne fosse andata via... odiava rendersi ridicolo.
Goyle chiuse violentemente la porta e Blaise tornò al proprio posto con i capelli arruffati, continuando a guardarlo torvo. Tiger proseguì la lettura del fumetto della mattina e Draco, sogghignando, si ridistese sulle gambe di Pansy, occupando due sedili. La ragazza cominciò ad accarezzargli i sottili capelli biondi, mentre lui sorridendo compiaciuto si rivolse a Blaise.
«Allora Zabini, che cosa voleva Lumacorno?»
«Solo ingraziarsi la gente ben ammanicata. Non che sia riuscito a trovarne molta.»
«Chi altri aveva invitato?» chiese Draco leggermente indispettito.
«McLaggen di Grifondoro...»
«Oh sì, suo zio è un pezzo grosso al Ministero.»
«... un altro che si chiama Belby di Corvonero...»
«Ma dai, è un idiota!» si intromise Pansy, interrompendolo di nuovo.
«... e Paciock, Potter e la ragazza Weasley» concluse lui, osservando, ora divertito, la reazione di Draco.
Il ragazzo infatti era scattato a sedere, allontanando in malo modo le mani della ragazza e fissandolo torvo.
«Ha invitato Paciock?»
«Beh, suppongo di sì, visto che Paciock era lì» rispose lui fingendo noncuranza.
«Che cos'ha Paciock che possa interessare Lumacorno?»
Blaise alzò le spalle.
«Potter, quel tesoro di Potter, ovvio che voleva dare un'occhiata al Prescelto» sogghignò Malfoy «ma quella Weasley! Che cos'ha lei di tanto speciale?» chiese, ormai punto sul vivo.
«Piace a un sacco di ragazzi. Anche tu pensi che sia carina, no, Blaise? E sappiamo tutti che sei tanto difficile!» commentò Pansy, punzecchiandolo come sempre.
«Non toccherei una sudicia piccola traditrice del suo sangue come lei per quanto carina possa essere» ribatté lui gelido, rimpiangendo di essersi lasciato sfuggire tempo addietro un apprezzamento su quella ragazzina ma recitando alla perfezione la sua parte. Ma cosa pensavano che gli importasse del suo sangue?
Draco si ridistese sulle gambe di Pansy, che soddisfatta ricominciò ad accarezzargli i capelli.
«Beh Lumacorno ha gusti da schifo. Forse sta diventando un po' demente. Peccato, mio padre diceva sempre che ai suoi tempi era un buon mago. Mio padre era uno dei suoi preferiti. Lumacorno probabilmente non ha saputo che sono sul treno, o...»
«Io non conterei su un suo invito » lo interruppe Blaise, incapace di trattenersi dall'infastidirlo. Si divertiva molto a far innervosire l'amico. «Appena sono arrivato mi ha chiesto del padre di Nott. Erano vecchi amici, a quanto pare, ma quando ha sentito che era stato arrestato dal Ministero non è parso contento, e Nott non è stato invitato. Non credo che Lumacorno sia interessato ai Mangiamorte.»
Malfoy, infuriato come secondo i piani del ragazzo, esordì in una falsa risata priva di allegria.
«Beh, chissenefrega. Che cos'è, a pensarci bene? Solo uno stupido insegnante». Sbadigliò vistosamente. «Voglio dire, può darsi che il prossimo anno io non sia nemmeno a Hogwarts, che cosa me ne importa se piaccio o no a un vecchio grasso relitto?»
«Come sarebbe, può darsi che il prossimo anno tu non sia nemmeno a Hogwarts?» chiese Pansy, ora indignata.
«Beh, non si può mai sapere. Magari... ehm... mi dedicherò a cose più grandi e più importanti» rispose lui con l'ombra di un ghigno.
Blaise lo osservò, concedendo ad una vaga curiosità di intaccare la sua solita espressione indifferente e sprezzante. Forse avrebbe capito il perché del suo strano comportamento.
«Vuoi dire...lui?» chiese Pansy, stordita.
Draco scrollò le spalle, come se non volesse dar peso alle sue parole.
«Mia madre vuole che porti a termine la mia istruzione, ma io non lo trovo importante, di questi tempi. Voglio dire, pensateci... quando il Signore Oscuro salirà al potere, baderà a quanti G.U.F.O. o M.A.G.O. uno ha preso? Certo che no... dipenderà tutto dal genere di servigi che ha ricevuto, dal livello di devozione che gli è stato dimostrato.»
«E tu credi di poter far qualcosa per lui?» gli chiese Blaise, pungente, nel tentativo di strappargli di bocca qualcosa di più «A sedici anni e senza nemmeno aver preso il diploma?»
«L'ho appena detto, no? Forse non gli importa se ho preso il diploma. Forse il lavoro che vuole da me non è qualcosa per cui serve il diploma» mormorò Malfoy.

Tiger e Goyle stavano a bocca aperta, come due doccioni. Pansy fissava Malfoy come se niente e nessuno le avesse ispirato tanta reverenza.
«Ecco Hogwarts» disse Malfoy, godendo chiaramente dell'effetto che aveva creato e indicando un punto oltre il finestrino annerito.«Meglio vestirsi».


Tutti iniziarono ad aprire i bauli, infilandosi la divisa mentre il treno cominciava a rallentare con uno stridio di freni. Dopo qualche minuto il treno si fermò e Goyle spalancò la porta, facendosi largo con violenza tra un gruppetto di quelli del secondo anno. Blaise e Tiger lo seguirono, raggiunti poco dopo da Pansy. Blaise lanciò a Draco un'occhiata interrogativa notando che l'amico indugiava nel vagone, ma proseguì per la sua strada, uscendo nell'aria fresca della sera e raggiungendo insieme agli altri una carrozza vuota. Per tutta la durata del viaggio verso il castello non aprì bocca, isolandosi dagli altri. Finalmente era tornato a Hogwarts, finalmente era a casa.
  
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