Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: faithandmisery    27/02/2010    1 recensioni
Io sono Heather.
Non amo parlare, tanto meno non amo parlare di me, trovo che sia una cosa completamente inutile, visto poi gli argomenti che piacciono alla gente.[...]
Genere: Romantico, Mistero, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Heather_Cap.4
Ti voglio bene...?

Sono passati due anni, sono in quinta superiore. Sono reputata la miglior studentessa della scuola, poiché eccello in ogni materia, che sia pratica o no.
Ora, la mia vita da quasi diciassettenne, è uguale a quella di prima. Tranne che per un particolare: Francisco.
Quel ragazzo, in questi anni ha dimostrato di tenerci, a me, non come tutte le altre persone... Con lui ora parlo di più, e ogni tanto mi scappa una risata, ma questo raramente.
Almeno una volta alla settimana vado a casa sua. Almeno una volta alla settimana lo batto ai videogiochi. Almeno una volta alla settimana riesco a toccare una piccola parte di felicità, con la punta delle dita.
All'orfanotrofio, invece, nessuno ha mostrato interesse per adottarmi, insomma, la solita storia.
Oggi è il dodici Gennaio. Domani compio diciassette anni, e non so ancora quali potrebbero essere i miei genitori.
Carl e Billy mi hanno regalato un set di pennelli e colori vari, perché dicono che ogni tanto dovrei colorare i miei "capolavori", come li chiamano loro...
Mi guardo intorno: le pareti grigie non lo sono più, perché tutto il grigio è coperto dai fogli disegnati che, in quest'arco di tempo, sono aumentati a dismisura.
Ora ho finito il mio disegno di un cimitero desolato. Quello dove probabilmente stanno sepolti i miei antenati, però non so ancora in che luogo di trovi.
Ho sonno. Spengo la luce.

La sveglia suona. Sarà anche il mio compleanno, ma è anche sabato, e devo andare a scuola.
Mi metto una maglietta sformata nera, e dei pantaloni dello stesso colore, oggi c'è educazione fisica, all'ultima ora.
Esco dall'orfanotrofio, e dopo poco vengo raggiunta da Francisco.
-Auguriii!!!!- quasi quasi mi sfonda i timpani, e mi abbraccia.
Poi si stacca e fruga nel suo zaino... Un attimo, cos'è quello?
Non è che per caso è...
-Ecco, questo è per te, dopo la figuraccia dell'anno scorso... Mi sono rifatto!- io balbetto un "Grazie", e prendo il pacchetto in mano: è pesante.
Ricordo la vicenda dell'anno scorso, quel giorno avevo compiuto sedici anni, e nessuno lo sapeva, nemmeno Francisco.
Quando sono tornata a "casa", Carl mi ha detto Auguri ancora, piccolina!", mentre mi accarezzava la testa.
Allora lui ci è rimasto a bocca aperta, e mi ha fatto gli auguri, anche se era imbarazzato.
In un anno non si era chiesto quando compissi gli anni... Ma poco mi importava.
Quindi mi aveva promesso che si sarebbe rifatto l'anno successivo.
-Che aspetti, aprilo!- sorride, mentre mi sveglia dal blackout causato dai ricordi.
Io allora faccio quello che mi ha detto, e trovo una PSP dell'ultimo modello.
Sorrido lievemente, ma in seguito ritorno subito seria -Francisco, questo regalo mi piace molto, ma non posso accettarlo.
-Perché?
-Perché costa molto, e di certo non riceverai da me cose altrettanto belle...
Lui fa un'espressione delusa e arrabbiata, come se mi volesse dire che non devo preoccuparmi.
-Ne abbiamo già parlato... Non m'importa se tu non mi potrai restituire una cosa del genere, perché non devi, è un regalo, o no?
Io lo guardo scocciata -Restituiscilo.
-Non voglio, e non posso... Perché dietro c'è qualcos'altro...
Allora io giro la piccola console, e vedo un'incisione:
"Auguri Heather!!
Francisco"
Non ci posso credere...
-Accettalo, non è difficile, devi solo sorridere, e poi lo devi provare!- ridacchia, adesso non ho più scuse.
Sorrido, e lo provo -Grazie...
E' molto divertente il gioco, senza contare che a parte quello, ci sono moltissime altre funzioni.
Non ho mai incontrato nessuno generoso quanto lui.
-Adesso però dobbiamo andare, altrimenti arriviamo in ritardo, e il professore ci spenna vivi!

Siamo riusciti ad arrivare in orario, e ora è arrivato un nuovo ragazzo nella nostra classe: Tony.
E' un ragazzo alto, dai capelli neri e gli occhi azzurri, quasi come il ghiaccio, molto simile a me, di carattere.
Subito Alex e i suoi scagnozzi hanno cercato di inserilo nel loro gruppo, ma invano.
Mary e le sue amiche invece cercavano di avvicinarlo, dicendogli pettegolezzi, e sicuramente, parlandogli male di me, non sarebbe la prima volta.
Ma si è isolato completamente da tutti.
-Ehy, socievole, Tony, vero?- chiede scettico il mio amico.
-Mh.- non presto nemmeno molta attenzione a lui, perché sto completando un disegno, direi astratto.
Francisco si avvicina pericolosamente, e mi chiede cosa ritrae il disegno.
-Tutto e niente.- rispondo, ed è vero.
-Ehy, siamo nell'altra pagina.- non ho riconosciuto quella voce, perché era quella di Tony. Allora giro la pagina del libro.
Non capisco cosa possa fregargliene, se seguo o no, tanto ascolto lo stesso.
E' suonata la campanella, e ora dobbiamo andare in palestra.
Arrivati, la professoressa ci fa cambiare le scarpe e, a poco a poco, il grande spazio attrezzato si riempie di noi ragazzi.
Dobbiamo fare sei giri del campo di corsa e, come sempre, sono l'unica ragazza che li fa, le altre si mettono da una parte in fondo al campo, come al solito.
-Prof, che facciamo oggi?- chiede Francisco, curioso.
-Calcio, Alex e Peter, fate voi le squadre.- improvvisamente le altre ragazze, che si erano avvicinate, sperando che facessimo pallavolo, tornano indietro e si siedono.
Peter è il miglior amico di Alex, si somigliano molto, solo che lui è meno montato.
-Heather.- ecco. Proprio quello che non volevo... Cammino svogliatamente e mi dirigo dietro Alex.
-Francisco.- devono essersi messi d'accordo per dividerci.

Io sono il portiere, e per il momento non ho fatto passare nessuna palla nella porta. Nemmeno quelle che tirava Francisco.
E' anche fin troppo noioso. Non ho voglia di stare in porta, così chiedo tempo, e al posto mio faccio andare Paul in porta, mentre io vado in attacco.
Dribblo tre persone, delle quali una penso fosse Francisco, ma non ho visto bene, e faccio goal.
La palla viene rimessa in gioco dal portiere avversario, la rubo ad un ragazzo dell'altra squadra e avanzo, ma qualcuno, prendendomi la palla, mi fa cadere. Alzo lo sguardo: Tony.
Mi guarda con quegli occhi quasi glaciali, e poi prosegue, per poi segnare il primo goal della squadra di Peter.
Ora so solo che la prossima volta devo rimanere in porta.

-Sei stata grande! Hai parato tutti i miei goal! E ne hai segnato tre! La prossima volta vieni con me in squadra! Non ti avevo mai vista giocare a calcio!- mi sta assordando, è troppo iperattivo, Francisco.
-Perché non abbiamo mai giocato a calcio qui a scuola.
-Giusto... Però anche quel Tony è forte, vero?
-Umh.
-Ok, allora... Vieni a casa mia? Così festeggiamo il tuo compleanno!
-Ok...- avevo già avvisato all'orfanotrofio che sarei andata da Francisco, è prevedibile. E poi, anche se dicessi di no lui insisterà fino allo sfinimento, è fatto così.

-Ciao zia! Ciao zio! C'è Heather, qui, oggi è il suo compleanno!!- esclama, quasi urlando, e i suoi zii escono dalla cucina per salutarci.
-Salve...- mormoro io. Lo zio, Luigi, è italiano, ed è spesso in viaggio per lavoro. Ha gli occhi azzurri e i capelli neri, che porta sempre cortissimi.
-Auguri!- esclamano entrambi all'unisono.
-Grazie...
-Tutto bene a scuola?- domanda Kurumi, con tono molto dolce, sembra essersi ripresa un pochino, dalla morte del fratello.
Io annuisco, mentre il mio amico si mette a raccontare di tutte le mie "bellissime azioni" nel campo da calcio, e gli zii rimanono sbalorditi.

-Heather?- mi chiama lui, allora mi giro di scatto, e mi vedo arrivare un flash in pieno volto.
Non è quello che penso io, vero?
-Sei uscita benissimo!- mi ha fatto una foto con la PSP. Allora mi avvicino è la guardo: sono uscita malissimo, ma lo sapevo di non essere fotogenica per niente. Non capisco dove veda che sono uscita bene...
-Cancellala.
-No!- mi sta facendo la linguaccia.
Non sopporto quando fa così, la tentazione di picchiarlo è dolce, ma resisto, in fondo, lui è l'unico che mi sopporta.
-Francisco...- lo guardo in modo da fargli capire che non sono in vena di scherzi, e lui sembra comprendere.
Si avvicina a me.
-Ok...- si ferma un attimo, e preme dei pulsanti sulla PSP -Ma prima una insieme!!
Una frazione di secondo e mi ritrovo con lui che mi da un bacio sulla guancia, che mi abbraccia, e che ci fa una foto: questo.è.il.mio.limite.
-FRANCISCO!!!!
La prima volta in vita mia in cui ho urlato, e non l'ho fatto nemmeno apposta.
Lui invece sembra un cucciolo impaurito, forse ho urlato troppo... Però sulla mia faccia si dipinge un ghigno tutt'altro che dispiaciuto.
-Co-così m-mi f-fai paura...
Incrocio le braccia e chiudo gli occhi, come per rimproverarlo, ma alla fine, quando li riapro, è già di fronte a me.
-E se non ci fossimo mai conosciuti?
Questa domanda che mi ha posto mi ha dato una fitta al cuore... Non so perché... Ma improvvisamente mi mancano le forze e cado sul letto.
Se non ci fossimo mai conosciuti...
Io non avrei conosciuto il divertimento, la felicità, l'affetto, l'amore... No, l'amore no, che dico?
O forse... No! Non è possibile! Non ho ancora conosciuto l'amore!
Oppure sì.
No.
-Beh, ma ci siamo conosciuti, che importa?
-Già... E se invece non fossi mai venuto qui?
L'istinto mi dice di abbracciarlo io, per una volta, ma la ragione mi dice non farlo. Per una volta seguirò l'istinto, e lo abbraccio: lui rimane sorpreso, molto sorpreso.
-Sei qui e questo importa.
Mi stringe a sé, sto così bene...
Dopo quei secondi interminabili, apro gli occhi, è guardo l'orologio: le 20.30... Merda!
-Francisco... Devo andare...
Lui mi lascia andare, triste -Oh... Ti accompagno...

Devo dire che oggi ho provato sensazioni ancora nuove... Ma io non posso amare Francisco, io gli voglio bene, ma... Uff, le crisi adolescenziali! Ogni volta che ti fai una domanda su qualcosa e cerchi la risposta, te ne poni altre mille!
Ho fatto un disegno... E' un manga, il primo che faccio, sono abbastanza soddisfatta, e questa volta, lo coloro.
Vado a fare una doccia nel bagno qui a fianco, ho voglia di stare sotto l'acqua fredda, anche se siamo in pieno inverno.

Sono avvolta nell'asciugamano, e mi pettino i capelli ricci, ancora umidi, quando un rumore di serrature mi fa sobbalzare.
Qualcuno è entrato nel bagno, dall'altra stanza: mi giro di scatto e sto all'erta, anche se con solo un telo addosso non è il massimo.
Una figura maschile con dei jeans larghi, senza maglietta, e con uno spazzolino in mano, capelli neri, occhi penetranti...
-Tony?!
Cerco di coprirmi di più, ma se non sto attenta l'asciugamano potrebbe scivolarmi di dosso, e addio.
-... Heather?!
Entrambi arrossiamo, e interrompo il silenzio -Cosa ci fai qui?
-Mia madre ha ucciso mio padre e mio fratello. Accoltellati. Ora è in prigione con l'ergastolo. Quindi sono stato portato qui, per rimanerci finché non avrò diciotto anni.
Una storia peggiore della mia.
-Tu?
-I miei genitori sono morti quando avevo un anno, o anche meno. Nessuno mi ha cercata, nessuno sapeva niente, non ho radici.
-Umh.
-Se non ti dispiace, c'ero io per prima qui, quindi vorrei finire.
Lui se ne va, senza emettere un fiato, e io l'ho finita con un nuovo vicino di stanza.
Che palle...

Continua...

Scusate l'immane ritardo... Prima mi si è rotto il pc, e poi la connessione internet...
Grazie 1000 a tutti i lettori!

E ora, le risposte ai commenti ^_^
*VaMpIrA89----> sono contenta che ti piacciano sia la storia che Heather, questo chappy ti è piaciuto? Spero di sì ^-^ P.S.: grazie per aver aggiunto la fic alle seguite =)
*sarawinky----> ok, ora ho capito ^_^ Somigli proprio a Heather! =) Spero che anche a te sia piaciuto il capitolo xD Cmq sì, Francisco vive solo con gli zii U.U
Baci
&ry
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: faithandmisery