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Autore: Rowena    27/02/2010    1 recensioni
Quando Cornelia Lethifold in Black annunciò al consorte che era giunto il momento di addobbare casa per il Natale ormai prossimo, questo annuì senza troppa convinzione, sicuro che si trattasse più di metterci la voglia per cominciare che d’altro.
Peccato che Cornelia Lethifold in Black non fosse per niente dello stesso parere.
Genere: Comico, Commedia, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, James Potter, Remus Lupin, Sirius Black
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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...Thank God it's Christmas
Oooh yeah...

Tempo due secondi, e Sirius odiava già quell’affare. A parer suo, era una vera e propria sfida all’intelligenza umana!
Iniziò bene, o almeno così gli parve: in fondo la base era una sciocchezza, si trattava di due grucce appendiabiti riciclate in quel modo che dovevano essere un po’ aperte così che rimanessero in piedi da sole. Bravo Sir, e se chi ben comincia è a metà dell’opera
«Non penserai mica di lasciarla così, vero?» trillò subito Nel che, sistematasi comodamente su uno dei due divanetti, seguiva i movimenti del marito rigirandosi il foglio delle istruzioni in mano. «Le due parti devono essere perfettamente perpendicolari, così da assicurare la massima stabilità all’albero».
A sentirla rimbeccarlo con tanta goduria nella voce, Sirius la fissò con aria molto molto seria: se gli sguardi avessero avuto il potere di uccidere, in quel momento la donna sarebbe caduta a terra morta stecchita. «Se non sono perfettamente perpendicolari», la scimmiottò, «poco ci manca, quindi va bene. Prossimo passo».
«Ma Sir…» tentò di ribattere Cornelia, per nulla impressionata.
«Prossimo passo» ripeté con voce più acuta il mago, in quel momento fortemente tentato dall’idea di rimanere vedovo.
La donna sospirò, ormai ben abituata al pessimo carattere del consorte.
«Va bene, non c’è bisogno di fare la donna a metà del ciclo; allora, devi prendere il bastone più lungo e incastrarlo nella base dalla parte blu» spiegò senza dare peso a ciò che l’altro borbottava in sottofondo, una serie di frecciatine a doppio senso fin troppo infantili.
Ancora ridacchiando su quale fosse davvero il bastone più lungo, Sirius fece per ubbidire. «Cornelia, sei diventata daltonica per caso? Questo affare è tutto orribilmente verde!»
Senza neanche ribattere, Nel si alzò e gli strappò di mano l’asta che doveva fare da tronco, la capovolse e indicò una minuscola linguetta di colore blu. «Dalla parte blu, come dicono le istruzioni», disse con un’aria incredibilmente saccente mostrandogli la lingua, «e comunque il daltonismo affligge solo gli esseri inferiori dotati di cromosoma Y».
Per nulla desideroso di cominciare una battaglia tra i sessi per decidere quale fosse quello forte – e assolutamente convinto che gli uomini fossero mille volte meglio su tutti i fronti – Sirius sospirò e incastrò la prima parte del tronco. «E l’altra da che verso s’incastra?»
«Arancione: bene, ora possiamo cominciare a mettere i rami», rispose subito la moglie.
L’uso di quel plurale indispettì parecchio l’uomo, soprattutto visto che Nel si era appena riaccomodata sul divano, e tuttavia si morse la lingua: per quanto lei fosse arrendevole, era estremamente più divertente farla contenta prima di saltarle addosso, così da meritarsi poi un’ottima ricompensa.
Pazienza, Sirius, pazienza… Dimostra che, al contrario di quel che il mondo intero dice a riguardo, anche tu sei dotato di questa virtù e che la tenevi in serbo per occasioni come questa.
Oh, stava parlando da solo? Bene, ecco che la follia di sua moglie cominciava a contagiarlo sul serio!
«Non penserai mica di metterli su a casaccio, vero?»
La voce della dolce sposina lo raggiunse proprio mentre si piegava a raccogliere il primo finto ramo che gli stava tra i piedi. Un orribile sospetto lo colse…
«Perché, in che altra maniera pretendi che lavori?» domandò di rimando cercando lo sguardo della sua sadica metà.
Nel gli fece sventolare il foglio delle istruzioni sotto il naso: «Devi controllare le linguette sui rami, e incastrarli negli anelli del tronco per colore; ogni livello ha una lettera e un colore diverso, perciò proprio non puoi sbagliarti».
Ecco, orrendo sospetto realizzato: Sirius osservò il pavimento del suo bel salotto tutto coperto di finti rami d’abete, un tripudio di plastica dall’odore tremendo. Non poteva averlo detto davvero. Non poteva pretendere tanto, non da lui! «Stai scherzando: non vedi quanti sono? Ci vorranno anni per metterli su tutti in ordine!»
«Allora sarà meglio non perdere altro tempo, tesoro: il livello più basso è quello blu, come certo ricorderai» commentò Cornelia alzandosi dalla sua comoda postazione. Sirius per un attimo sperò che s’inginocchiasse al suo fianco per dargli una mano – c’era sempre la possibilità che a metà del lavoro i loro istinti animali, come li chiamava James, avessero la meglio e li convincessero a dedicarsi ad attività ricreative più interessanti, ma la donna sembra di tutt’altra idea; prese la porta e dichiarò a voce alta la sua intenzione di preparare gli aperitivi. Ecco, si nasconde di nuovo in cucina, mugugnò il mago. Quell’amore morboso per il cibo era inquietante, quanto lo era lui a essere geloso dei sacchetti di patatine che Nel comprava al supermercato all’angolo.
Dato che non c’era altro modo di uscire da quella situazione al limite dell’assurdo, l’uomo sospirò e si mise al lavoro, maledicendo chiunque avesse progettato quell’arnese che doveva fare da albero di natale: insomma, il suo bel tappeto ormai era scomparso sotto i finti aghetti caduti, più numerosi di quanti sarebbero stati con un abete vero!
Mentre cercava di capire quale terribile offesa avesse arrecato alla consorte per meritarsi un simile trattamento, Sirius completò il primo giro in un quarto d’ora, imprecando come uno scaricatore di porto perché i rami che doveva prendere erano sempre gli ultimi dei mille che controllava. Il fatto che le istruzioni fossero scritte in qualche lingua orientale non aiutava, ma almeno i nomi dei colori che determinavano a che livello dovesse essere inserito ogni pezzo erano comprensibili!
Era a metà del terzo livello, quando accadde qualcosa di veramente scioccante.
«Io aprirei più il secondo da sinistra, Lunastorta, tu che ne pensi? Rimane un vuoto…»
Una voce conosciuta. Una voce inquietante. Una voce che non avrebbe mai dovuto risuonare nel salotto di casa Black in quel momento.
«Non mi ritengo un architetto in questo campo, Ramoso, ma concordo con te».
Una seconda voce inquietante rispose con tutta tranquillità.
Lentamente, molto lentamente a dire la verità – forse nella speranza che in quel secolo in cui avrebbe compiuto il movimento le due voci sarebbero scomparse – Sirius si voltò. E si preparò a diventare vedovo in tempi brevi: James e Remus fecero ciao con la mano, entrambi sfoggiando un sorriso che non prometteva niente di buono.
Maledetto il giorno in cui aveva deciso di darla vinta a quella strega chiedendole di sposarlo.
 

   
 
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