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Autore: xCaRolx    28/02/2010    4 recensioni
Odiava. Sì, lui odiava davvero quasi tutto.
Non c'era nulla che potesse piacergli, esclusi i sapori e le tradizioni della sua terra.
Odiava Spagna, odiava Francia, odiava le patate, odiava chi lo insultava, odiava chi gli mandava orde di spaventosi turisti l'estate e non.
Odiava anche come il fratello l'avesse abbandonato.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Torna.
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Sud Italia (Romano Vargas), Nord Italia (Feliciano Vargas), Germania (Ludwig Weillschmidt), Spagna (Antonio Fernandèz Carriedo);
Genere: Introspettivo, Malinconico
Rating: Giallo
Note: Non ho idea di come sia uscita. E il rating è Giallo per la presenza di Romano. Probabile presenza di OOC, anche.  
  

Torna~


Odiava. Sì, lui odiava davvero quasi tutto.
Non c'era nulla che potesse piacergli, esclusi i sapori e le tradizioni della sua terra.
Odiava Spagna, odiava Francia, odiava le patate, odiava chi lo insultava, odiava chi gli mandava orde di spaventosi turisti l'estate e non. Odiava anche l'Inghilterra, con quella sua cucina disgustosa, perchè lui era un dannato buongustaio. Non sopportava nemmeno quel bastardo megalomane quattr'occhi dall'altra parte dell'Oceano, che era arrivato come un salvatore, durante la Guerra. L'aveva salvato, ma non provava alcuna ammirazione o quant'altro, verso di lui. Solo odio.
Odiava anche come il fratello l'avesse abbandonato.
Sì, perchè quello lì l'aveva abbandonato, andandosene trotterellando dal primo mangiapatate bastardo di turno.
 "Ve, Doitsu sa allacciarsi le scarpe!" "Ve, fratello, Doitsu è rude, ma molto, molto gentile~!"
 E 'sti cazzi?
Ecco che ripartiva l'odio, forse tenuto a bada dalla pizza che stava mangiando.
Aveva ripetuto infinite volte al fratello di tornare indietro, di tornare da lui. Ma quello se n'era sempre fregato, dicendo che con Doitsu lui stava bene, perchè poteva divertirsi, visto che non aveva da preoccuparsi delle questioni importanti.
Certo, perchè se fosse tornato indietro, avrebbe dovuto organizzare il suo paese. E, no, stando con Germania non doveva farlo.
Se fosse tornato indietro, non avrebbe più avuto nessuno a cui fare i complimenti, qualcuno di cui sparlare tutto il giorno, qualcuno con cui giocare o qualcuno da infastidire. A dire il vero, qualcuno da infastidre l'avrebbe avuto. E anche quel qualcuno con cui giocare, soprattutto a calcio.
Anche quel giorno aveva chiamato il fratello a casa - di Germania - per parlargli, con sotto varie parole smielate di quel deficiente di Spagna che non la smetteva di dire "Ita-chaaan~". Anche quel giorno gli aveva chiesto se avesse avuto voglia di venirlo a trovare - almeno quello poteva concederglielo, no? - ma quello là aveva negato cinguettante, sostenendo di dover cucinare le tagliatelle insieme a Germania.
Come se Germania avesse tempo da perdere con un idiota.
Aveva riattaccato infastidito, senza nemmeno salutarlo. Non ne poteva più, di chiedergli di tornare.
Sarebbe andato a prenderlo. Una dannatissima volta per tutte.
Accompagnato dallo sguardo incredulo di Spagna - per quanto Spagna possa essere incredulo nella sua stupidità - si mise il suo bel giaccone rosso - come un pomodoro - e uscì di casa, correndo verso quella del mangiapatate.
Mentre correva, il cappuccio della giacca rimbalzava in modo eccessivamente fastidioso sulle sue spalle, il che lo costrinse a rallentare. Ora continuava camminando, a pugni stretti e a larghe falcate, con un'espressione corrucciata stampata sul viso, arrossato dal freddo.
Dannato mangipatate e il suo clima di merda.
Giunto davanti alla porta, la colpì con il pugno chiuso, senza ovviamente usare il campanello.
Come si era giustamente aspettato, il mangiapatate aprì la porta, accogliendolo con quella sua faccia da pesce lesso.
- Sud Italia, non sai che esistono i campanelli? - disse, per prima cosa. Wow, che saluto.
- Sì, lo so dannato bastardo. Ma io rivoglio mio fratello. - ribattè lui, indicando all'interno dell'appartamento.
Germania lo guardò mezzo sorpreso - per quanto anche lui potesse sorprendersi - e si scostò senza fiatare, come a permettergli di entrare in casa. Romano non lo guardò in viso ed entrò, accompagnandosi con un borbottìo basso ed infuriato.
- FELICIANO! - urlò, per non perdere tempo a cercarlo. Non aveva idea di come fosse fatta casa di Germania e non gli andava di vagare in quel posto troppo strano.
Al richiamo, Feliciano si presentò in salone, lì dov'era suo fratello.
- Oh, Romano~ - pigolò, muovendo le mani come in saluto, mentre si avvicinava a lui. Da quanto poteva vedere, causa impasto sparso sulle mani, stava davvero cucinando. Non che fosse strano, però.
Romano lo guardò, mentre quello trotterellava verso di lui e rimase fermo.
- Andiamo. - sbottò, afferrandogli il braccio, facendo per tirarselo dietro.
- Ma, ma fratellone! Devo finire le tagliatelle! Altrimenti Doitsu cosa mangia? - domandò con quel suo tono lamentoso, facendo corrucciare lo sguardo sia a Romano che a Germania che guardava la scena.
-Il mangiapatate mangerà un po' dei suoi wurstel in santa pace, ora vieni via. - asserì, continuando muovergli il braccio, ma l'altro sembrava inchiodato al tappeto del salotto.
- Fratellone, io devo rimanere qui! Poi Doitsu come fa senza di me? - si lamentò, scrollandosi di dosso la mano del più grande.
- GERMANIA STAREBBE MOLTO MEGLIO SENZA DI TE, LO CAPISCI?! - gli urlò contro, voltandosi a guardarlo. Aveva gli occhi lucidi e umidi, e sicuramente era sul punto di piangere. Però non voleva farlo davanti al mangiapatate, che ancora non si decideva ad aprir bocca.
All'esclamazione del fratello, Feliciano si bloccò, spostando lo sguardo prima su Germania e poi su Romano.
- D-doitsu... è vero quello che dice? - mormorò, anche lui con gli occhi lucidi, ma sicuramente, quel fessacchiotto non si sarebbe trattenuto.
"Ma in tutto questo, io perchè ci sono dovuto andar di mezzo...?" si disse Germania, posandosi rassegnato una mano sul volto.
- E-ecco... per me tu potresti...- iniziò a dire, ma Romano lo fulminò con lo sguardo. Quindi Germania capì di dover dire davvero quello che provava e nnìon mascherarlo per non ferirlo.
- Tu puoi venire a trovarmi quando vuoi. - esordì, posandosi le mani sui fianchi, facendo abbozzare un sorriso a Feliciano. - Ma devi tornare da tuo fratello, siete un'Italia sola, non due separate. -
Probabilmente in quel momento, Romano avrebbe potuto dimenticare l'odio inestinguibile che provava verso quel tipo, sostituendolo a gratitudine, che, senza dubbio, sarebbe stata cancellata poco dopo tempo.
Dopo aver guardato il biondo, il più grande dei fratelli spostò lo sguardo sull'altro, per vedere se aveva finalmente capito il concetto.
E sembrava averlo capito, sì. Ma per il verso negativo.
Tremava, il piccolo Feliciano, stringendo il grembiule bianco che usava per cucinare con le mani sporche, anch'esse tremolanti.
- F-fratello? - domandò incerto Romano, poggiandogli una mano sulla spalla.
- v-ve...- balbettò quello, abbassando gli occhi dorati, stranamente aperti. - A-allora... i-io v-vado...- continuò, dando le spalle ad entrambi, camminando verso la cucina, forse per prendere le sue cose.
Male. Brutta mossa che avevano fatto. Non dovevano dirglielo così esplicitamente, magari era meglio se contiuava ancora a campare all'ombra di tutto.
Anzi, prima sapeva, meglio era.
Romano corse dietro al fratello, dando pure una spallata allo stipite della porta per aver preso male le misure della curva - troppo stretta - e lo vide davanti ad una bacinella, mentre girava ancora l'impasto delle tagliatelle.
 - V-veneziano, andiamo...?- chiese titubante, posando una mano su quella che teneva il mestolo del fratello. Lui non si voltò, tenendo lo sguardo fisso sulla scodella, e la lasciò andare, la lasciò cadere a terra, rovesciandone tutto il contenuto. -E Germania che sperava di risparmiarsela, almeno questa sera.-
- MERDA! - gridò il Nord, dando un pugno al bancone della cucina con forza, per quanta quello potesse averne. E, sì, aveva appena gridato una parolaccia.
Non che fosse solo Romano, quello scurrile. Tutti gli italiani sono scurrili, nessuno escluso.
Feliciano appoggiò la testa al bancone, mentre le lacrime gli rigavano il viso.
- F-fratello ma che diavolo fai? -
Che domanda inutile, forse atta solamente a peggiorare la situazione. Sì, stava piangendo. Era anche ovvio, il suo amore l'aveva rifiutato con semplicità, gli aveva detto di andarsene.
Tra i singhiozzi, Romano si sentì uno schifo, per aver costretto Germania a dire quelle cose - e anche se fossero state vere l'aveva costretto ugualmente - e per aver così ferito il fratello.
Che stupido che era stato, a credere di far tornare il fratello così, su due piedi. Era palese che non sarebbe tornato subito, che avrebbe penato per staccarsi da Germania, per staccarsi da quello che aveva sempre desiderato.
Ma lui non gli bastava?
Romano passò le braccia attorno alla vita di Feliciano e lo sollevò di peso, anche se quello era riluttante e si dimenava - perchè, poi - trascinandolo fuori dalla cucina, per arrivare in salotto.
- Mangiapatate, io me lo porto via. - iniziò Romano, affaticato dal peso del fratello. - Vuoi salutarlo? -
Silenzio.
Troppo, perchè Feliciano si zittì in quel momento, alla domanda del Sud, voltando un poco il capo verso il tedesco.
- Oh, non importa. Tanto ci vediamo domani, no? - ribattè, con un tono quasi allegro.
Olè, allegria. Eccessiva allegria, perchè il volto di Feliciano si illuminò di colpo, come se quello che avesse detto il tedesco smentisse tutto ciò che aveva dichiarato prima.
- Buona notte, fratelli d'Italia. - salutò, chiudendo poi la porta quando Romano uscì senza rispondere, a differenza di Feliciano che sproloquiava.
Ah, che gran casino che ci sarebbe stato ora, a casa loro.
Probabilmente ogni notte avrebbero dovuto chiamare Germania -Spagna non era la migliore opzione- per farsi strecciare i ciuffi arricciolati.
Probabilmente ogni giorno avrebbero dovuto chiamare sempre quel povero santo di Germania per farsi aiutare con la gesione del paese.
Probabilmente sia a pranzo che a cena avrebbero avuto due ospiti fissi, o almeno uno - no, Spagna non era proprio il benvenuto lì da loro - al quale avrebbero offerto un bel po' di pasta, polenta e pizza.
E, probabilmente, i turisti spaventosi sarebbero diventati ancora di più.
E, di questo, Romano ne era sicuro, più che sicuro.
 
  
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