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Autore: Salice    01/03/2010    3 recensioni
(Tratta dal primo capitolo)
- Naruto, ti senti bene? Hai un pessimo aspetto! – Rock Lee si era avvicinato, e lo scrutava con quei suoi grandi occhi a palla sotto le sopracciglia spesse. Buffo, pensò Naruto. Il sopracciglione aveva un’espressione preoccupata. Doveva avere un aspetto davvero orribile per farlo reagire in quel modo. -… Sdo bede… Sdo andando da Sagura… - Balbettò, scandendo a malapena le parole. - Sei davvero messo male… E’ meglio se te ne stai a casa… Hai tutta l’aria di uno con un brutto raffreddore… - Gli suggerì il ragazzo, fissandolo dall’alto, con le mani sui fianchi e quell’aria assurdamente paterna che metteva su ogni tanto. Aveva solo un anno più di lui, accidenti! - Ravvreddore? – Domandò con espressione imbambolata, guardando l’amico dal basso in alto. – Bai avudo guella roba io… - Fece per rialzarsi, ma crollò faccia a terra, privo di sensi. 2^ Classificata al Naruto Fruits Contest indetto da sakuchan e Nihal.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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3° giorno - Sopravviverò! Forse.




Naruto era seduto a tavola, e qualcuno armeggiava in cucina. Sorrise, gongolando ad occhi chiusi, e attese che quel qualcuno posasse le pentole e i piatti prima di aprirli.
- Coraggio Naruto, fai aaahh! -
Aprì gli occhi di scatto, e si trovò davanti Sai, in grembiule. Saltò sulla sedia, e tentò di scappare verso la porta, ma una montagna di Arance gli veniva incontro, facendolo rallentare e rotolare. Dietro di lui, Rock Lee si aggiunse a Sai. Entrambi avevano in mano ciotola e bacchette e tentavano di imboccarlo.
Si svegliò di soprassalto, ribaltando tutte le coperte. Ansimò vistosamente, passandosi le mani sulla faccia, in preda all’ansia. Il suo naso era ancora in fiamme. Quando sarebbe finita quella storia? Non osava chiederselo. Si chiese invece se sarebbe sopravvissuto.


***



Fuori dall’ufficio dell’Hokage, il Kazekage aveva la sua solita espressione impassibile, affiancato dai suoi due fratelli.
- E’ un onore ricevere qui il Kazekage in persona, sappiamo bene quanto sia impegnato… - Gli stava dicendo shizune. Gaara la interruppe con un gesto.
- Un’alleanza con un paese forte come quello della Foglia valeva il viaggio, ed era necessario un faccia a faccia. -
- E’ davvero inopportuno chiederle di attendere, mi rendo conto, ma la quinta Hokage ieri ha dovuto occuparsi della malattia di Naruto e sta completando adesso le pratiche per l’alleanza… Se volete attenderla sui divani… - Gli rispose con cortesia la donna. I tre ninja della sabbia la scrutarono, perplessi.
- Naruto è malato? – Chiese Kakuro, per primo.
- Pare che sia raffreddato. Il Kazekage sicuramente sa che non è una condizione normale… Per questo è stato indispensabile l’intervento della Principessa Tsunade… - Stavolta fu Gaara ad interromperla.
- Se la quinta Hokage non ha nulla in contrario, io andrò a trovare Naruto, mentre lei potrà finire le sue pratiche in tutta calma. – Shizune gli sorrise, mentre Temari e Kakuro osservavano il fratello con un leggero stupore dipinto in volto.
- Naturalmente, Nobile Kazekage, glielo riferisco subito, ma non credo che avrà nulla in contrario. -


***



Naruto teneva una fettina di arancia coperta di zucchero con le bacchette, e la fissava con espressione concentrata. Poteva farcela, se serviva per guarire, poteva farcela! Se la avvicinò alla bocca, aprendola… Poi la fettina rotonda gli ricordò l’occhio di Rock Lee e Rock Lee stesso. La scagliò via con disgusto.
No.
Non poteva farcela.


***



Il trio della sabbia avanzava lungo le vie del villaggio, non senza destare una certa quantità di occhiate incuriosite, per non dire perplesse. Non era comune vedere un Kazekage in giro per il villaggio della foglia. Mentre passavano in mezzo a delle bancarelle, Gaara si fermò di botto.
- Che ti prende, Gaara? – Domandò Temari, quasi andando a sbattere contro Kankuro. Gaara spostò lentamente lo sguardo sulle mercanzie, e dopo un istante sui fratelli.
- Credete che dovrei portare qualcosa a Naruto? – Temari e Kankuro lo fissarono, presi alla sprovvista.
La ragazza fu la prima a riprendersi:
- E’ un’ottima idea Gaara, hai già in mente qualcosa? – Ci fu un leggero rumore alla sua destra, e Temari pestò violentemente il piede a Kankuro, sussurrandogli a denti stretti: – Se provi a ridere di Gaara, ti ammazzo. Ammesso che non lo faccia lui. – Il sorriso del fratello gli morì sulla labbra. Fortunatamente, nel frattempo Gaara stava osservando nuovamente la merce esposta, e non parve averli sentiti.
- Cosa mi consigliate? Non… - Il ragazzo dai capelli rossi non terminò la frase, e la sorella, dopo un’ultima occhiata ammonitrice verso Kankuro sorrise.
- Della frutta forse potrebbe andare bene, Gaara, è salutare per un ammalato. -
- Magari potresti portargli qualcosa da leggere… - Suggerì Kankuro. – Esagitato com’è, si annoierà a stare a casa. -
Gaara annuì.
- È una buona idea. Ma non ho rotoli di tecniche con me… - Questa volta, i due fratelli maggiori si scambiarono uno sguardo perplesso.
- Ehm, Gaara… Pensavo a qualcosa più… Di intrattenimento, ecco. – Affermò Kankuro, cercando di rimanere serio.
- Ah, hai ragione. Bene, posso anche fare da solo, voi fatevi un giro. – Temari e Kankuro si allontanarono, ancora incerti se fosse o meno una buona idea lasciare Gaara da solo in quel frangente.
Il Kazekage, rimasto solo, guardava con espressione perplessa la frutta esposta. Quale era più adatta? Non solo non era mai stato malato, ma nel deserto non era molto comune prendere questo “raffreddore”.
- Gaara del Deserto? – Una voce incredula e allegra lo colse alle spalle. Si voltò di scatto.
Rock Lee sorrideva e agitava una mano in un gesto di saluto. Gaara rispose debolmente.
- E’ un onore avere il Kazekage al villaggio della Foglia! Cosa stai acquistando, se posso chiederlo? -
- Sono in missione diplomatica. Ho saputo che Naruto è malato e ho pensato di acquistargli qualcosa… -
- Ottima idea! Hai già pensato cosa? -
- Veramente stavo ancora decidendo… -
- Lascia fare a me! Ti aiuto io! -


***



Naruto spinse con cautela il cestino che gli avevano portato Jiraya e Tsunade sotto il letto, solo per scoprire che il manico era troppo alto. Con uno sbuffo lo rovesciò, gettando le arance a casaccio tra i batuffoli di polvere, accanto a quelle che aveva già portato Kakashi.
Si issò di nuovo sul letto e vi si distese a braccia aperte, boccheggiando.
Aveva finito tutto il riso che gli aveva portato Sakura, e lo stomaco stava iniziando a borbottargli… Scoccò uno sguardo malinconico allo sportello in cui erano seppellite le sue confezioni di ramen. Naruto sollevò la mano destra verso lo sportello, stringendo l’aria. Così vicine e così lontane… Saperle lì era una sofferenza.
Mai più, si promise, mai più avrebbe mangiato arance. Neanche sotto tortura.


***



Gaara era davanti alla casa di Naruto. Sarebbe entrato, se non fosse stato per la fastidiosa sensazione di essere spiato. Si concentrò, mentre si guardava in giro, e scorse una sagoma sul tetto della casa di fronte. Con un salto veloce fu accanto a Kakashi.
L’uomo dal volto coperto tuttavia non sembrava particolarmente interessato a lui. Alternava lo sguardo tra il binocolo puntato verso le finestre di Naruto e un libricino che teneva in mano, aperto, e che sembrava stesse leggendo piuttosto velocemente.
- Hatake Kakashi. – Disse Gaara, studiando l’uomo, spostando lo sguardo dal volto al libro. L’altro non rispose, ma annuì in silenzio.
- E’ interessante, quel libro? – Domandò Gaara, senza muoversi di un millimetro. Kakashi sollevò lo sguardo, distrattamente.
- Mh? Si… Direi di si. – Rispose l’uomo, senza inflessioni particolari.
- E… -
- Si? – Lo sguardo di Kakashi era tornato ad alternarsi tra il binocolo e le pagine.
- Lo si potrebbe dire… Un libro di intrattenimento? – Chiese ancora il ragazzo. Kakashi sollevò lo sguardo su di lui, dopodiché, tenendo il segno con il pollice, girò la copertina de “La violenza dalla Pomiciata”.
- Io dico di si. – Non fece in tempo a voltarsi di nuovo, che Gaara del Deserto si era già allontanato.
Un minuto dopo, apparve Yamato, porgendo un bento a Kakashi.
- E’ successo qualcosa mentre ero via? – Kakashi afferrò scatola e bacchette senza neanche guardarle, gli occhi incollati alle pagine del libro.
- Come? No, assolutamente niente. -


***



Finalmente, come non gli capitava da secoli, Naruto dormicchiava. Arrotolato nelle coperte, stava allegramente sbavando sul cuscino, quando lo riscosse un educato bussare. Si stropicciò gli occhi.
Non era una malattia. Era un incubo.
- E’ aberdo! -
Nel vano della porta apparve Gaara. Gaara! Una delle ultime persone che Naruto poteva aspettarsi. Il Kazekage in persona, ma soprattutto, uno come lui.
Naruto deglutì faticosamente. Poi si costrinse a fare un gesto verso la sedia.
- Brego, aggobodadi – Gaara fece un passo avanti, ma sembrava in imbarazzo. Naruto lo esortò ancora, anche se a fatica. Il Kazekage avanzò nella stanza stringendo tra le dita un pacchetto. Naruto lo fissò accigliato, fino a che non realizzò che vista la sua forma, piccola e rettangolare, non poteva contenere Arance.
- Tieni Naruto, è per passare il tempo. – Gli allungò il pacchetto, che Naruto prese esitante. Era sul punto di commuoversi. Intanto non erano Arance, e poi era un pensiero gentile, diverso da tutti gli altri. Con dita tremanti scartò il pacchetto, estraendone… “La violenza della Pomiciata”. Quel libretto da maniaci! Che cavolo di letture faceva Gaara? Eppure sia Jiraya, che Kakashi, che Gaara erano fortissimi! Che fosse quello il segreto della loro forza? Naruto non riusciva a crederci. Il suo sopracciglio tremò visibilmente, mentre fissava il libro, dopodiché si azzardò a sollevare lo sguardo verso il suo ospite. Gaara lo fissava, e per quanto tentasse stavolta di mostrarsi impassibile, era evidente che si aspettava una risposta. Naruto inspirò profondamente, prima di sorridere al meglio delle sue capacità. Dopotutto, non erano Arance!
- Grazie Gaara, è sdado un bensiero davvero Gendile… - E lo posò con estrema cautela sul comodino. L’espressione e l’intera postura di Gaara parvero rilassarsi.
- Bene, lo speravo. - Fuori dalla porta si sentirono provenire alcuni leggeri tonfi, uniti ad uno strano fruscio. Inaspettatamente, il cuore di Naruto iniziò a battere a gran velocità.
- Gaara? Sdai forze asbeddando gualguno? – Gaara abbozzò un sorriso. Gaara! Stava sorridendo! Poi si voltò verso la porta, ed un grosso cumulo di sabbia ne emerse, trasportando una cassetta colma di Arance!


***



Naruto non dormiva. Non ci riusciva più. Ogni volta che sentiva un rumore o un fruscio provenire dalla porta, scattava sotto alle coperte, tremante. Se solo avesse avuto la forza di alzarsi, sarebbe scappato.
Il suo stomaco iniziò a gorgogliare, e sentì che le forze gli venivano meno. Il riso di Sakura era finito, e non aveva nient’altro oltre quelle stupide Arance in casa! Ma certo! Come aveva fatto a non pensarci prima? Starnutì un paio di volte, dopodiché si mise seduto sul letto.
- Degnica… Suberiore della boltiblicazione del gorpo!!! -
Al suo fianco comparve un’umile, misera copia. Dannazione! Doveva davvero essere esausto se non riusciva a far meglio di così! Naruto scrutò con aria critica il suo clone. Era così verdastro anche lui? E aveva quelle orride occhiaie e quel naso quasi fluorescente? Rabbrividì al solo pensiero.
- Sendi, io sdo bale, va a gombrarbi da bangiare… - Biascicò verso la sua copia, che però ondeggiò pericolosamente quando si mise in piedi. Quest’ultima lo squadrò per bene.
- Ehi, sdo bale anghe io, fabbi bosdo! – Bofonchiò, tentando di infilarsi sotto le coperte. Naruto calciò un po’ a casaccio, tentando di non perdere terreno rispetto alla sua copia. Tutto quel movimento lo fece sudare ancora più che nei giorni precedenti, ma era deciso a non cedere! Si tolse la maglietta, e la scagliò appallottolandola in fondo al letto. La copia fece lo stesso. Dopo un’altra sessione di deboli pugni e calci, si sfilò i pantaloni del pigiama imitato dalla sua copia, e ripresero a picchiarsi fino a che non crollarono, entrambi ansimanti ed esausti. Quando si ricordò che poteva sciogliere la tecnica, sembrava che sul suo letto fossero passati Kiba e Akamaru in corsa, decine di volte.



***



Hinata era fuori dalla porta di Naruto, le gote accese dall’imbarazzo, tra le mani un contenitore, identico a quello che Kiba aveva consegnato il giorno prima. Spostava nervosamente il peso da un piede all’altro, e un leggero velo di sudore le imperlava la fronte. Doveva trovare il coraggio di entrare… Si fece forza e bussò, prima ancora di avere il tempo di ripensarci un’ultima volta. Da dentro la casa non si udiva provenire alcun rumore. Che Naruto fosse guarito? Impossibile, lo avrebbe saputo, in qualche modo. Posò con delicatezza la mano sulla maniglia e si affacciò. Che c’era da aver paura? Se Naruto era guarito, la casa sarebbe stata vuota, se invece non lo era… Beh ci avrebbe pensato sul momento, o le gambe avrebbero ripreso a tremare.
Lo sguardo setacciò la stanza. Tre o quattro ciotole sporche giacevano sul tavolo, assieme ad un paio di bicchieri. Altrettante erano abbandonate sul ripiano della cucina. Accanto alla porta, oltre ai sandali di Naruto, c’erano tre sacchi di spazzatura non gettata. Il suo contenitore non c’era da nessuna parte.
Avanzò cautamente, richiudendosi la porta alle spalle. Nella luce rimasta del tramonto, intravedeva un mucchio di indumenti misti ad arance ai piedi del letto e un groviglio di lenzuola non meglio identificato… Che si muoveva! Che fosse Naruto? Certo più che un letto sembrava un nido… Si avvicinò in punta di piedi, fino a che non scorse, tra le pieghe della stoffa un naso e una piccola bollicina… Naruto! Hinata sorrise. Ora lo aveva visto, poteva anche lasciargli il suo contenitore e andarsene. Non voleva certo disturbarlo. Si girò verso il comodino e fu allora che notò il libro. Lo prese in mano, curiosa di leggere il titolo, ed inorridì. Dunque Naruto leggeva quel genere di libri? Non riuscì a trattenere un singulto, e prese ad indietreggiare. Nel mentre Naruto era emerso dalle lenzuola.
- Hinada! Gosa… - Balbettò, poi anche il suo sguardo fu calamitato dal volume che la ragazza teneva in mano.
- Hinada! Dod è gobe bensi! – Si sollevò, tentando di afferrare la ragazza, che però urlò, lasciando cadere il libro e coprendosi il volto con le mani. Che cosa le prendeva adesso? Occavolo! Aveva indosso solo la biancheria! Si allungò ancora, ma incespicò tra le coperte proprio nell’istante in cui la ragazza metteva un piede in fallo su un’Arancia e finì col rovinarle addosso.
Dal tetto della casa di fronte, Yamato e Kakashi scrutavano le finestre di Naruto in perfetto silenzio.
- Come pensi che sia venuto in mente, a Gaara, di regalare quel libro a Naruto? – Domandò Yamato. Kakashi teneva ben aderenti al volto i binocoli, e rispose con voce neutra.
- Non ne ho davvero idea. -



Fine






@ Elos : Beh Shikamaru merita a prescindere! E Hinata ce la vedo proprio, ad impegnarsi tanto per fare una cosa utile ed estetica, e poi non avere il coraggio di consegnarla! E con questo capitolo terminano le disavventure del giovane Naruto. Scritte sotto ispirazione (Leggasi : avevo il raffreddore, e questo è il risultato! Povero Naruto!)



Grazie a tutti quelli che sono passati di qui, sperando di avervi divertito!
   
 
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