Capitolo
9
“130
pecorelle, 131 pecorelle, 132 pecorelle. Dannazione questo stupido
metodo non
funziona.”
Hermione
era stesa sulla panca che Ron aveva tentato di trasformare in un letto
e non
riusciva a prendere sonno. Sua madre le diceva sempre di contare le
pecore
quando non riusciva a dormire, ma quel metodo non l’aveva mai
convinta, sarebbe
stata meglio una bella pozione per l’insonnia, ma dove si
trovava sarebbe stato
impossibile trovarne.
Era
proprio una situazione surreale. Si era chiusa nello spogliatoio con il
ragazzo
che le piaceva da sempre e dopo averlo trovato mezzo nudo era andata a
sbattere
contro una porta procurandosi non uno, ma due bei bernoccoli. Doveva
ammettere
che c’era anche un aspetto positivo in questa storia. Ron si
era preso cura di
lei come un bravo dottore, era stato proprio dolce.
Erano
riusciti a parlarsi normalmente, come se niente fosse successo, come se
lui non
l’avesse mai baciata.
Non
sapeva se quest’ultima cosa le facesse piacere
però.
Certo
era felice di poter riavere il suo migliore amico, ma d’altro
canto si era
ripromessa di parlargli e questa
sembrava proprio l’occasione giusta per farlo.
Loro due soli, senza
nessuno che li interrompeva, senza nessuna via di fuga.
“La
cosa mi si potrebbe anche ritorcere contro” pensò.
“Cosa faccio ci parlo o non
ci parlo?”
“
Ma
no, probabilmente starà dormendo.”
Decise
che non era il caso di rischiare di svegliarlo e invece con il tono
più dolce
possibile chiese:
“Ron,
sei sveglio?”
“Si”
rispose subito il ragazzo “Che c’è non
ti senti bene?”
Hermione
lo sentì alzarsi.
“No
no sto bene, non preoccuparti” disse subito
“E’ solo che non riesco a dormire.”
“Nemmeno
io ci riesco. Credo che dovrò abbandonare l’idea
di diventare designer di letti
perché questo fa proprio schifo.”
“Questo
invece è abbastanza comodo. Perché non vieni qui?
Ti cedo una delle tue
panche.” Disse la riccia e contemporaneamente
pensò di essersi bevuta il
cervello a fargli una proposta del genere.
“Non
preoccuparti, sono sicuro che riuscirò a dormire anche
qui.”
“Come
vuoi” rispose la ragazza sollevata e dispiaciuta al tempo
stesso.
Ci
fu qualche minuto di silenzio, poi Hermione si mise a sedere e raccolse
le
gambe al petto voltandosi verso Ron.
“Posso
chiederti una cosa?” chiese all’improvviso.
“Certo”
rispose il ragazzo mettendosi a sedere a sua volta.
“Perché
l’hai fatto? L’altro.. giorno intendo.”
“A
cosa ti riferisci?” chiese, ma dal rossore delle sue orecchie
era chiaro che
aveva capito a cosa si riferiva l’amica.
“Tu..
mi hai.. mi hai baciata.” Balbettò Hermione
“Perché?”
Era
completamente rossa in volto.
Ron
non rispose. Rimase qualche minuto fermo e zitto, poi si
alzò e si diresse
verso Hermione tenendo lo sguardo basso sui suoi piedi.
Arrivò alla sua
panchina, si sedette sul bordo e sempre senza alzare la testa inizio a
parlare.
“Ti
devo chiedere scusa” iniziò “Volevo solo
aiutarti ma non avrei dovuto farlo
così.”
“Aiutarmi?”
chiese Hermione confusa.
“Si,
ho sentito quello che Lavanda ti ha detto e non mi andava che ti
trattasse
così.”
“Cosa
hai sentito esattamente?” ora il suo tono di voce era
decisamente allarmato.
“Beh..del
diario, di Krum, tutto più o meno.”
“Oh
no.” Pensò Hermione “ha sentito tutto,
sa che non ho mai baciato Vicktor, sa
che mi piace, voglio sparire!”
“E..e..cosa..?”
iniziò a balbettare la riccia senza sapere cosa dire, mentre
il suo cervello
continuava a rincorrere folli idee e a inventare improbabili piani di
fuga.
“Ho
agito d’istinto” continuò Ron vedendo
che l’amica non diceva niente di sensato.
“Non mi andava che raccontasse tutte quelle bugie su di te e
su un diario che
nemmeno esiste, così l’ho fatto. Scusa.”
“Diario
che nemmeno esiste?”
quelle parole la fecero
bloccare. Ron aveva appena detto che il diario non esisteva. Forse
aveva una
speranza di salvarsi.
“Hermione
dimmi qualcosa” le disse Ron non avendo risposta.
“Quindi
l’hai fatto per aiutarmi?” chiese la riccia.
“Si”
“Perché
non vuoi che Lavanda mi prenda in giro?”
“Si”
“E
ti da fastidio che dica cose false come il fatto che io ho un
diario.”
“Già,
tu non hai mai avuto
un diario.”
“No,
è Ginny che lo ha.”
“Lo
so” rispose il ragazzo.
“Ok”
la riccia tirò un sospiro di sollievo. Era
salva.
“Ok?”
chiese Ron sorpreso “Allora non sei arrabbiata?”
“Arrabbiata?
No, perché dovrei esserlo? Ho capito che volevi solo
aiutarmi.”
“Mi
sento meglio”
“Anche
io. Però ora andrei a dormire se non ti spiace.”
Disse con un tono più acido di
quello che avrebbe voluto. Ora che aveva scoperto che Ron non aveva
capito
niente(come al solito) le stava montando dentro una strana rabbia.
Quel
bacio era stato solo un tentativo di aiuto, niente di più.
Probabilmente aveva
pensato che non era in grado di difendersi da sola. Aveva trovato
patetico il
fatto che non aveva mai baciato nessuna e aveva avuto pietà
di lei.
“Allora
buonanotte” le disse Ron un po’ sorpreso dal suo
rapido cambiamento di umore.
“Notte”
la risposta della ragazza fu quasi un ringhio.
“Cosa
mi aspettavo una dichiarazione d’amore?”
si
chiese Hermione “Dovevo
aspettarmelo che sarebbe finita così. Lui mi considera solo
un amica.”
Eppure
quando si guardavano negli occhi le sembrava di cogliere qualcosa.. ma
forse
era solo una sua impressione.
“Come
sono stata stupida”
pensò mentre la rabbia lasciava il posto allo sconforto
“Non
dovevo illudermi
così”.
Mise
la testa sotto un asciugamano tentando di cacciare dentro le lacrime
che
avevano cominciato a rigarle il volto. Non voleva farsi sentire.
“Hermione
non è che mi daresti un asciugamano?” chiese
all’improvviso Ron “Comincio a
sentire un po’ di freddo.”
La
ragazza non rispose. Aveva paura che se avesse parlato la sua voce
l’avrebbe
tradita.
“Hermione?”
tentò di nuovo Ron.
Ma
nemmeno questa volta ebbe una risposta. La ragazza aveva deciso di
fingersi
addormentata. Stesa sulla panchina tentò di regolarizzare il
respiro, sperando
che Ron non si accorgesse che fingeva.
Tese
le orecchie cercando di capire cosa stava facendo il ragazzo.
Sentì
il rumore di piedi che toccavano terra e il suo battito
eccellerò, Ron si stava
alzando. I suoi passi si facevano sempre più vicini fino a
che non si fermarono
accanto alla sua panca.
“Stai
dormendo?” chiese a bassa voce il ragazzo mentre le scostava
l’asciugamano dal
volto.
Fortunatamente
Hermione aveva girato il viso dall’altra parte.
“Su
prendi l’asciugamano e vattene”
pensò.
Ma
Ron non lo fece. Si mise a sedere sulla panchina vicino alla ragazza.
“Ma
che diamine sta facendo?”
si chiese la riccia che era girata e riusciva a vedere solo il muro.
Poi
sentì una mano che le accarezzava dolcemente i capelli.
Rimase
un attimo senza fiato, quel gesto l’aveva sorpresa.
Intanto
la mano di Ron continuava a vagare tra i suoi capelli. Le prese una
ciocca che
le ricadeva sulla fronte e gliela mise dietro l’orecchio. Poi
continuò ad
accarezzarla passando alla fronte e scendendo sulla guancia.
“Perché
fa così?”
si chiese Hermione
con il viso in fiamme. Si sentiva molto, molto accaldata.
All’improvviso
Ron smise di accarezzarla e si alzò. Hermione
sentì i suoi passi che si
allontanavano e tirò un sospiro di sollievo. Socchiuse gli
occhi e si tocco la
guancia.
“Sei
sveglia allora!?” La voce di Ron la fece sobbalzare. Era di
nuovo vicino alla
panchina e teneva in mano l’asciugamano dove prima
c’era il ghiaccio. “Scusa se
ti ho svegliata, ma ero venuto a prendere un asciugamani e ho sentito
che
scottavi, così ti ho portato questo” disse
porgendole il panno bagnato.
Hermione
non parlò, ma allungò la mano per prendere quello
che il ragazzo le stava
porgendo.
“Mi
chiedevo se l’offerta di prima fosse ancora valida”
chiese il rosso poco dopo.
Posso usare una delle due panchine, tanto ne occupi solo una,
no?”
“Fai
come vuoi” rispose finalmente Hermione “Anzi occupa
tutte e due le panchine” e
nel dirlo si alzò e si avviò verso
l’uscita dello spogliatoio.
Non
sapeva bene cosa le avesse preso, ma non sopportava più la
vicinanza di Ron,
non dopo quello che le aveva appena detto.
Era
arrivata alla porta e stava per aprirla ma fu fermata da una mano che
le si
strinse intorno al polso.
“Si
può sapere che ti prende?” Ron l’aveva
raggiunta, le sue orecchie erano rosse e
aveva usato un tono di voce più alto del normale.
“Assolutamente
niente Ronald.” Rispose la ragazza senza voltarsi
“E
allora perché ti comporti così?”
“Non
mi sto comportando in nessun modo.”
“Devo
pensare che sia normale per te rispondere in maniera così
acida e non
guardare in faccia le persone?”
“Io
rispondo alle persone come queste si meritano. Se tu pensi che sia
acida sono
affari tuoi.”
“Non
sono solo io a pensarlo. Tu sei miss acidità in persona.
Chissà come faceva
Krum a sopportarti.”
La
situazione si stava scaldando.
“Lascia
fuori Vicktor da questa storia.”
“Certo,
dimenticavo, miss acidità è carina solo quando si
parla del suo Vicky.”
“
Se
cerchi una persona meno acida perché non passi il tuo tempo
con Lavanda?”
“Penso
proprio che dovrei farlo. Il problema è che sono
intrappolato qui con te.”
Hermione
rimase in silenzio. Perché aveva tirato in ballo Lavanda, il
solo parlarne le
faceva male.
“E
pensare che mi sono preoccupato per te” continuava a
sbraitare Ron “ti ho fatto
da infermiere e tu mi tratti così.”
La
ragazza non riusciva più a trattenersi, ormai le lacrime le
scendevano copiose
sulle guancie.
“Vuoi
dire qualcosa? Insomma girati e guardami in faccia.” Ron
quasi urlava, poi
afferrò Hermione per le spalle e la fece voltare. La ragazza
fu presa alla sprovvista
e non riuscì a opporre resistenza. Si trovò
faccia a faccia con Ron per un
secondo, poi girò il viso per tentare di nascondere le
lacrime all’amico, ma
era troppo tardi.
“Hermione
perché stai piangendo?” ora il suo tono di voce
non era più arrabbiato.
Avevano
litigato molte volte, ma non era capitato spesso che la facesse
piangere,
almeno per quanto ne sapeva lui.
Forse
se avesse saputo di tutte le volte che Hermione era corsa nel suo
dormitorio
per piangere per colpa sua non sarebbe stato così allarmato.
Forse se avesse
saputo il perché di tutte quelle litigate e di quei pianti
ora non si sarebbero
trovati in questa situazione.
Purtroppo
Ron non era famoso per la sua intuitività e quindi ora si
trovava di fronte a
Hermione che piangeva senza guardarlo in faccia e non sapeva il
perché.
Non
voleva assolutamente farla piangere e non sapeva come fare per farla
smettere.
Provò ad avvicinarsi alla ragazza, ma lei si
voltò nuovamente verso il muro.
“Hermione..”
cominciò Ron senza sapere cosa dire.
“Lasciami
in pace” rispose lei. Possibile che Ron la riducesse in
quella condizione.
Aveva tentato di non farsi vedere in lacrime ma alla fine loro avevano
avuto la
meglio. Non le piaceva farsi vedere cosi fragile.
“Lo
sapevo che la situazione poteva ritorcersi
contro di me”
si trovò a pensare.
“Non
fare così” tentò ancora Ron
“non volevo”.
“Non
volevi cosa Ron?” chiese Hermione arrabbiata. Arrabbiarsi era
l’unico modo che
aveva per affrontarlo, per sentirsi meno vulnerabile.
“Io..
non volevo.. scusa.”
“Scusa?
Sai almeno per cosa mi stai chiedendo scusa Ron?”
“Beh,
per averti fatta piangere.”
“Ma
se non sai nemmeno perché.” Continuò la
riccia “Chi ti dice che stia così per
colpa tua Ron?”
Il
ragazzo rimase un attimo sorpreso. Poi rispose:
“E
allora perché?”
“Non
sono affari tuoi.”
“Si
che lo sono.”
“invece
no, Ronald.”
“Tanto
lo so già” disse Ron, la sua voce era nuovamente
arrabbiata. “E’ per colpa di
Krum?”
“Non
hai capito proprio niente Ron”. Possibile che fosse
così stupido.
“Invece
capisco più di quanto pensi. Appena l’ho nominato
tu sei scoppiata a piangere.”
Ormai
Hermione era spazientita. Non ne poteva più di Ron che
continuava a tirare
fuori Vicktor ogni volta che litigavano. Erano mesi che lei e il
bulgaro non si
sentivano.
“Non
me ne frega un cazzo di Krum” urlò Hermione
voltandosi verso il ragazzo.
“Allora
perché diamine stai piangendo” urlò Ron
ancora più forte di lei.
“Per
Lavanda, ok? Piango per Lavanda e perché io ho veramente un
diario” Hermione
pronunciò queste ultime parole con tutto il fiato che aveva
in corpo.
Silenzio.
Hermione
fissava Ron che ricambiava lo sguardo della ragazza. Sembrava stesse
elaborando
quello che l’amica gli aveva appena detto.
Nessuno
dei due emetteva un fiato, ma a Hermione sembrava di sentire gli
ingranaggi del
cervello di Ron che si davano da fare e pensava che quando tutti i
pezzi
sarebbero stati al loro posto lei si sarebbe trovata nei guai.
Ciao
ragazzi, ci ho messo un po’ per questo nuovo capitolo,
ma tra gli esami e
vari problemi con il
computer non sono riuscita a finirlo prima. Spero che vi sia piaciuto.
Mi
raccomando commentate.