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Autore: Ekija89    01/03/2010    4 recensioni
“Ma che cosa si aspetta”penso Hermione” che Ron chiuda i libri si alzi e vada con lei dentro quello squallido sga…..”
Proprio in quel momento Ron poggio il libro sul prato e si alzo in piedi.(Dal capitolo 1)
Sto riscrivendo la storia. Leggete in tanti e ditemi che ne pensate.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Lavanda Brown | Coppie: Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 9

“130 pecorelle, 131 pecorelle, 132 pecorelle. Dannazione questo stupido metodo non funziona.”

Hermione era stesa sulla panca che Ron aveva tentato di trasformare in un letto e non riusciva a prendere sonno. Sua madre le diceva sempre di contare le pecore quando non riusciva a dormire, ma quel metodo non l’aveva mai convinta, sarebbe stata meglio una bella pozione per l’insonnia, ma dove si trovava sarebbe stato impossibile trovarne.

Era proprio una situazione surreale. Si era chiusa nello spogliatoio con il ragazzo che le piaceva da sempre e dopo averlo trovato mezzo nudo era andata a sbattere contro una porta procurandosi non uno, ma due bei bernoccoli. Doveva ammettere che c’era anche un aspetto positivo in questa storia. Ron si era preso cura di lei come un bravo dottore, era stato proprio dolce.

Erano riusciti a parlarsi normalmente, come se niente fosse successo, come se lui non l’avesse mai baciata.

Non sapeva se quest’ultima cosa le facesse piacere però.

Certo era felice di poter riavere il suo migliore amico, ma d’altro canto si era ripromessa di parlargli e questa  sembrava proprio l’occasione giusta per farlo. Loro due soli, senza nessuno che li interrompeva, senza nessuna via di fuga.

“La cosa mi si potrebbe anche ritorcere contro” pensò. “Cosa faccio ci parlo o non ci parlo?”

“ Ma no, probabilmente starà dormendo.”

Decise che non era il caso di rischiare di svegliarlo e invece con il tono più dolce possibile chiese:

“Ron, sei sveglio?”

“Si” rispose subito il ragazzo “Che c’è non ti senti bene?”

Hermione lo sentì alzarsi.

“No no sto bene, non preoccuparti” disse subito “E’ solo che non riesco a dormire.”

“Nemmeno io ci riesco. Credo che dovrò abbandonare l’idea di diventare designer di letti perché questo fa proprio schifo.”

“Questo invece è abbastanza comodo. Perché non vieni qui? Ti cedo una delle tue panche.” Disse la riccia e contemporaneamente pensò di essersi bevuta il cervello a fargli una proposta del genere.

“Non preoccuparti, sono sicuro che riuscirò a dormire anche qui.”

“Come vuoi” rispose la ragazza sollevata e dispiaciuta al tempo stesso.

Ci fu qualche minuto di silenzio, poi Hermione si mise a sedere e raccolse le gambe al petto voltandosi verso Ron.

“Posso chiederti una cosa?” chiese all’improvviso.

“Certo” rispose il ragazzo mettendosi a sedere a sua volta.

“Perché l’hai fatto? L’altro.. giorno intendo.”

“A cosa ti riferisci?” chiese, ma dal rossore delle sue orecchie era chiaro che aveva capito a cosa si riferiva l’amica.

“Tu.. mi hai.. mi hai baciata.” Balbettò Hermione “Perché?”

Era completamente rossa in volto.

Ron non rispose. Rimase qualche minuto fermo e zitto, poi si alzò e si diresse verso Hermione tenendo lo sguardo basso sui suoi piedi. Arrivò alla sua panchina, si sedette sul bordo e sempre senza alzare la testa inizio a parlare.

“Ti devo chiedere scusa” iniziò “Volevo solo  aiutarti ma non avrei dovuto farlo così.”

“Aiutarmi?” chiese Hermione confusa.

“Si, ho sentito quello che Lavanda ti ha detto e non mi andava che ti trattasse così.”

“Cosa hai sentito esattamente?” ora il suo tono di voce era decisamente allarmato.

“Beh..del diario, di Krum, tutto più o meno.”

“Oh no.” Pensò Hermione “ha sentito tutto, sa che non ho mai baciato Vicktor, sa che mi piace, voglio sparire!”

“E..e..cosa..?” iniziò a balbettare la riccia senza sapere cosa dire, mentre il suo cervello continuava a rincorrere folli idee e a inventare improbabili piani di fuga.

“Ho agito d’istinto” continuò Ron vedendo che l’amica non diceva niente di sensato. “Non mi andava che raccontasse tutte quelle bugie su di te e su un diario che nemmeno esiste, così l’ho fatto. Scusa.”

Diario che nemmeno esiste?” quelle parole la fecero bloccare. Ron aveva appena detto che il diario non esisteva. Forse aveva una speranza di salvarsi.

“Hermione dimmi qualcosa” le disse Ron non avendo risposta.

“Quindi l’hai fatto per aiutarmi?” chiese la riccia.

“Si”

“Perché non vuoi che Lavanda mi prenda in giro?”

“Si”

“E ti da fastidio che dica cose false come il fatto che io ho un diario.”

“Già,  tu non hai mai avuto un diario.”

“No, è Ginny che lo ha.”

“Lo so” rispose il ragazzo.

“Ok” la riccia tirò un sospiro di sollievo.  Era salva.

“Ok?” chiese Ron sorpreso “Allora non sei arrabbiata?”

“Arrabbiata? No, perché dovrei esserlo? Ho capito che volevi solo aiutarmi.”

“Mi sento meglio”

“Anche io. Però ora andrei a dormire se non ti spiace.” Disse con un tono più acido di quello che avrebbe voluto. Ora che aveva scoperto che Ron non aveva capito niente(come al solito) le stava montando dentro una strana rabbia.

Quel bacio era stato solo un tentativo di aiuto, niente di più. Probabilmente aveva pensato che non era in grado di difendersi da sola. Aveva trovato patetico il fatto che non aveva mai baciato nessuna e aveva avuto pietà di lei.

“Allora buonanotte” le disse Ron un po’ sorpreso dal suo rapido cambiamento di umore.

“Notte” la risposta della ragazza fu quasi un ringhio.

Cosa mi aspettavo una dichiarazione d’amore?” si chiese Hermione “Dovevo aspettarmelo che sarebbe finita così. Lui mi considera solo un amica.”

Eppure quando si guardavano negli occhi le sembrava di cogliere qualcosa.. ma forse era solo una sua impressione.

Come sono stata stupida” pensò mentre la rabbia lasciava il posto allo sconforto “Non dovevo illudermi così”.

Mise la testa sotto un asciugamano tentando di cacciare dentro le lacrime che avevano cominciato a rigarle il volto. Non voleva farsi sentire.

“Hermione non è che mi daresti un asciugamano?” chiese all’improvviso Ron “Comincio a sentire un po’ di freddo.”

La ragazza non rispose. Aveva paura che se avesse parlato la sua voce l’avrebbe tradita.

“Hermione?” tentò di nuovo Ron.

Ma nemmeno questa volta ebbe una risposta. La ragazza aveva deciso di fingersi addormentata. Stesa sulla panchina tentò di regolarizzare il respiro, sperando che Ron non si accorgesse che fingeva.

Tese le orecchie cercando di capire cosa stava facendo il ragazzo.

Sentì il rumore di piedi che toccavano terra e il suo battito eccellerò, Ron si stava alzando. I suoi passi si facevano sempre più vicini fino a che non si fermarono accanto alla sua panca.

“Stai dormendo?” chiese a bassa voce il ragazzo mentre le scostava l’asciugamano dal volto.

Fortunatamente Hermione aveva girato il viso dall’altra parte.

Su prendi l’asciugamano e vattene” pensò.

Ma Ron non lo fece. Si mise a sedere sulla panchina vicino alla ragazza.

Ma che diamine sta facendo?” si chiese la riccia che era girata e riusciva a vedere solo il muro.

Poi sentì una mano che le accarezzava dolcemente i capelli.

Rimase un attimo senza fiato, quel gesto l’aveva sorpresa.

Intanto la mano di Ron continuava a vagare tra i suoi capelli. Le prese una ciocca che le ricadeva sulla fronte e gliela mise dietro l’orecchio. Poi continuò ad accarezzarla passando alla fronte e scendendo sulla guancia.

Perché fa così?” si chiese Hermione con il viso in fiamme. Si sentiva molto, molto accaldata.

All’improvviso Ron smise di accarezzarla e si alzò. Hermione sentì i suoi passi che si allontanavano e tirò un sospiro di sollievo. Socchiuse gli occhi e si tocco la guancia.

“Sei sveglia allora!?” La voce di Ron la fece sobbalzare. Era di nuovo vicino alla panchina e teneva in mano l’asciugamano dove prima c’era il ghiaccio. “Scusa se ti ho svegliata, ma ero venuto a prendere un asciugamani e ho sentito che scottavi, così ti ho portato questo” disse porgendole il panno bagnato.

Hermione non parlò, ma allungò la mano per prendere quello che il ragazzo le stava porgendo.

“Mi chiedevo se l’offerta di prima fosse ancora valida” chiese il rosso poco dopo. Posso usare una delle due panchine, tanto ne occupi solo una, no?”

“Fai come vuoi” rispose finalmente Hermione “Anzi occupa tutte e due le panchine” e nel dirlo si alzò e si avviò verso l’uscita dello spogliatoio.

Non sapeva bene cosa le avesse preso, ma non sopportava più la vicinanza di Ron, non dopo quello che le aveva appena detto.

Era arrivata alla porta e stava per aprirla ma fu fermata da una mano che le si strinse intorno al polso.

“Si può sapere che ti prende?” Ron l’aveva raggiunta, le sue orecchie erano rosse e aveva usato un tono di voce più alto del normale.

“Assolutamente niente Ronald.” Rispose la ragazza senza voltarsi

“E allora perché ti comporti così?”

“Non mi sto comportando in nessun modo.”

“Devo pensare che sia normale per te rispondere in maniera così acida  e non guardare in faccia le persone?”

“Io rispondo alle persone come queste si meritano. Se tu pensi che sia acida sono affari tuoi.”

“Non sono solo io a pensarlo. Tu sei miss acidità in persona. Chissà come faceva Krum a sopportarti.”

La situazione si stava scaldando.

“Lascia fuori Vicktor da questa storia.”

“Certo, dimenticavo, miss acidità è carina solo quando si parla del suo Vicky.”

“ Se cerchi una persona meno acida perché non passi il tuo tempo con Lavanda?”

“Penso proprio che dovrei farlo. Il problema è che sono intrappolato qui con te.”

Hermione rimase in silenzio. Perché aveva tirato in ballo Lavanda, il solo parlarne le faceva male.

“E pensare che mi sono preoccupato per te” continuava a sbraitare Ron “ti ho fatto da infermiere e tu mi tratti così.”

La ragazza non riusciva più a trattenersi, ormai le lacrime le scendevano copiose sulle guancie.

“Vuoi dire qualcosa? Insomma girati e guardami in faccia.” Ron quasi urlava, poi afferrò Hermione per le spalle e la fece voltare. La ragazza fu presa alla sprovvista e non riuscì a opporre resistenza. Si trovò faccia a faccia con Ron per un secondo, poi girò il viso per tentare di nascondere le lacrime all’amico, ma era troppo tardi.

“Hermione perché stai piangendo?” ora il suo tono di voce non era più arrabbiato.

Avevano litigato molte volte, ma non era capitato spesso che la facesse piangere, almeno per quanto ne sapeva lui.

Forse se avesse saputo di tutte le volte che Hermione era corsa nel suo dormitorio per piangere per colpa sua non sarebbe stato così allarmato. Forse se avesse saputo il perché di tutte quelle litigate e di quei pianti ora non si sarebbero trovati in questa situazione.

Purtroppo Ron non era famoso per la sua intuitività e quindi ora si trovava di fronte a Hermione che piangeva senza guardarlo in faccia e non sapeva il perché.

Non voleva assolutamente farla piangere e non sapeva come fare per farla smettere. Provò ad avvicinarsi alla ragazza, ma lei si voltò nuovamente verso il muro.

“Hermione..” cominciò Ron senza sapere cosa dire.

“Lasciami in pace” rispose lei. Possibile che Ron la riducesse in quella condizione. Aveva tentato di non farsi vedere in lacrime ma alla fine loro avevano avuto la meglio. Non le piaceva farsi vedere cosi fragile.

Lo sapevo che la situazione poteva ritorcersi contro di me” si trovò a pensare.

“Non fare così” tentò ancora Ron “non volevo”.

“Non volevi cosa Ron?” chiese Hermione arrabbiata. Arrabbiarsi era l’unico modo che aveva per affrontarlo, per sentirsi meno vulnerabile.

“Io.. non volevo.. scusa.”

“Scusa? Sai almeno per cosa mi stai chiedendo scusa Ron?”

“Beh, per averti fatta piangere.”

“Ma se non sai nemmeno perché.” Continuò la riccia “Chi ti dice che stia così per colpa tua Ron?”

Il ragazzo rimase un attimo sorpreso. Poi rispose:

“E allora perché?”

“Non sono affari tuoi.”

“Si che lo sono.”

“invece no, Ronald.”

“Tanto lo so già” disse Ron, la sua voce era nuovamente arrabbiata. “E’ per colpa di Krum?”

“Non hai capito proprio niente Ron”. Possibile che fosse così stupido.

“Invece capisco più di quanto pensi. Appena l’ho nominato tu sei scoppiata a piangere.”

Ormai Hermione era spazientita. Non ne poteva più di Ron che continuava a tirare fuori Vicktor ogni volta che litigavano. Erano mesi che lei e il bulgaro non si sentivano.

“Non me ne frega un cazzo di Krum” urlò Hermione voltandosi verso il ragazzo.

“Allora perché diamine stai piangendo” urlò Ron ancora più forte di lei.

“Per Lavanda, ok? Piango per Lavanda e perché io ho veramente un diario” Hermione pronunciò queste ultime parole con tutto il fiato che aveva in corpo.

Silenzio.

Hermione fissava Ron che ricambiava lo sguardo della ragazza. Sembrava stesse elaborando quello che l’amica gli aveva appena detto.

Nessuno dei due emetteva un fiato, ma a Hermione sembrava di sentire gli ingranaggi del cervello di Ron che si davano da fare e pensava che quando tutti i pezzi sarebbero stati al loro posto lei si sarebbe trovata nei guai.

 

 

Ciao ragazzi, ci ho messo un po’ per questo nuovo capitolo, ma tra  gli esami e vari problemi con il computer non sono riuscita a finirlo prima. Spero che vi sia piaciuto.

Mi raccomando commentate.

   
 
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