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Autore: pupazza    02/03/2010    4 recensioni
Questa storia nasce tanti anni fa. Dieci per la precisione. E scrivere questa storia e' il risultato di una scommessa persa con la mia migliore amica. Credeva che non ne avrei avuto il coraggio..'Ciao Rebecca'..'Ciao Mattia' e' cominciata cosi', come la piu' banale della storie.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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REBECCA  E  MATTIA   (COSMIC  CAOS)

 

 

CAP   4

 

 

 

 

 

Rebecca e' un'insicura.

Mattia e' spavaldo e nulla lo spaventa.

Rebecca e' una di quella persone che si commuove davanti ad un film strappalacrime o ad un gatto randagio tutto spelacchiato, ma per le cose importanti non tira fuori una lacrima.

Anzi, sembra quasi che non gliene freghi niente.

Mattia, invece, e' uno che esplode. Nel senso che si incendia per nulla e se non ci stai attento e' capace di farti passare il piu' brutto quarto d'ora della tua vita.

 

 

 

Facciamo un passo indietro e parliamo di come Rebecca si trova al lavoro.

I pro.

Il lavoro non e' male, ogni tanto spizzica qualcosa, ma se ne e' sempre fregata della linea di conseguenza puo' anche mangiare tranquillamente. Senza che i capi la vedano, altrimenti puo' comodamente andare a cercarsi un altro lavoro all'istante.

I colleghi sono tutte persone speciali.

Ci sono i due piu' anziani che le vogliono un mondo di bene e la coccolano di continuo. C'e' il tuttofare che -

poverino - ha qualche rotella fuori posto ed e' sempre vittima degli scherzi di Mattia e anche suoi, visto che lei spesso e volentieri e' la sua complice.

C'e' la collega Clara che non si fa mai i fatti suoi e spesso e volentieri le fa presente di essere l'ultima arrivata, ma Rebecca fa spallucce. I suoi problemi sono altri.

C'e' il magazziniere che non fa altro che lanciare a lei e Mattia battutine talvolta anche piuttosto pesanti, che lei e' costretta per forza di cose ad ignorare. Anche se lo ficcherebbe dentro un cannone e lo spedirebbe sulla luna. Viaggio senza ritorno.

C'e' il tipo strampalato che fa il turno di notte, che da' i numeri perché ha paura a lavorare da solo e vuole qualcuno che gli faccia compagnia.

I contro.

Suo padre.

Le stava sempre con il fiato sul collo. Fai questo, fai quello, fallo cosi, no quello no, muoviti. Stress!!

E in piu' quando la vede con Mattia, ha sempre qualche scusa buona per mandarla al lato opposto del laboratorio a fare altro.

Non e' che al padre di Rebecca fosse proprio tanto simpatico Mattia.

 

C'e' da dire che Rebecca da quando lavora e' sempre allegra.

Ha sempre voglia di fare, non sta mai con le mani in mano e vive perennemente sollevata dieci metri da terra.

Occhio a non scartavetrarti per terra che altrimenti sono dolori!

 

In effetti, la mattina quando si sveglia ha sempre il sorriso stampato in faccia e i cuoricini che escono dalle orecchie. Pensare che di li' a pochi minuti lo vedra' le da' la carica e la voglia di scendere dal letto che non ha mai avuto. A volte, va pure al lavoro a piedi e sono venti minuti a camminare veloce.

 

Lei che ha la pelle sensibile a causa di un'allergia si puo' truccare poco, pero' tutte le mattine non manca mai di mettersi un velo di cremina e un po' di fondotinta. Questo, finche' un giorno parlando con Mattia, salta fuori che a lui piacciono le hippy fuori di testa.

 

 

Fuori di testa lo e' già. Hippy lo puo' diventare!

 

Tempo quindici giorni e rivoluziona l'armadio.

Pantaloni larghissimi, magliette stile centro sociale, fasce ultra colorate per i capelli, sciarpe etniche, bandane e tutto l'occorrente che serve per essere un hippy di tutto rispetto. Quindi, mette al bando anche i cosmetici.

Le vere hippy non li usano. Anzi sono cadaveriche, ma di questo non si deve preoccupare perche' lo e' gia' di suo, quindi al mattino si preoccupa solo di accentuare il pallore con un po' di talco!

I capelli.

Un giorno in pausa va dal parrucchiere e torna con i capelli tutti spettinati con i colpi di luce…violacei. (LI HA ANCORA COSI').

Piu' hippy di cosi!

Detto questo, con il tempo Rebecca si appassionera' anche a questo nuovo stile di vita. Non soltanto nell'abbigliamento.

Con tutta la disapprovazione di Alessandra, che odia gli hippy e gli anni 70 in blocco.

 

Quando quel giorno i colleghi (compreso il padre) la vedono arrivare la guardano come si guarda ET.

Quello che voleva!!

Si cambia e si mette al lavoro, tra commenti vari e domande sul cambio di look.

Mattia come al solito arriva in ritardo, lei e' in stanza freezer che pulisce.

"Ah, sei qua...ciao bellissima!"

"Ciao. Si, sto sistemando".

Lui la guarda prima incuriosito, poi scoppia a ridere. Oh si, proprio una bella risata ci voleva!!! Imbecille.

"Ma che hai fatto ai capelli?" si avvicina e prende una ciocca tra le mani.

"Non toccare..."

"Stai bene cosi, ti dona il colore."

Lei lo scruta attentamente cercando qualcosa nei suoi occhi che indicasse che la stava prendendo in giro.

"Che fai, sfotti ?"

"No, perche'?"

"Sei sempre molto vena".

"Che c'entra? Se non mi piaceva te lo dicevo lo sai…"

"E comunque non deve piacere a te..." risponde lei come una che ha appena mangiato un yogurt acido.

"Che palle che siete voi donne! Se vi facciamo dei complimenti, vi prendiamo per il culo, se non ve li facciamo ce ne sbattiamo i coglioni… Mai che ve ne vada bene una!"

"Guarda che nessuno ti ha chiesto niente…" rispose lei serafica.

"Infatti, la prossima volta staro' bene attento a non farti complimenti…tesoro!"

"Che permaloso che sei!"

"Io permaloso?!?! Rebe, fatti curare, dammi retta!" gli occhi di lui hanno assunto un'espressione strana. Sembra quasi arrabbiato.

E lei cambia argomento.

"Perche' mi cercavi?"

"Quando?"

"Prima. Quando sei arrivato…mi e' sembrato che mi cercassi."

"Assolutamente no."

"Ho sentito male io allora."

Si scambiano un'occhiataccia, poi lui sorride e se va al suo tavolo a lavorare, scrollando la testa.

 

 

 

E arriviamo a Pasqua.

C'e' un sacco di lavoro e spesso si devono fare i turni perche' non c'e' posto dove mettere la roba e, di conseguenza, tutti d'accordo optano per ruotare su turni che vanno dalle 6 del mattino alle 10 di sera.

Non si lavora tutti insieme e Rebecca e Mattia durante quella settimana erano capitati nello stesso turno solo due volte.

Parliamo della seconda.

Dalle 5 del pomeriggio alle 10 di sera.

Di cui le ultime due ore da soli.

Meglio non parlare di quando Rebecca aveva letto gli orari!!

Era diventata prima porpora, poi aveva dovuto contenere la sua voglia di saltargli al collo, perche' lui era dietro di lei che chiaccherava con un collega e con suo padre e magari non era il caso. Proprio no.

Precisiamo che quel giorno il padre di Rebecca aveva fatto l'orario mattutino e quindi non c'era.

Mattia arrivo' alle cinque un quarto, scoglionatissimo e con un diavolo per capello.

Lei lo aveva osservato dal suo tavolo per un po’, per cercare di capire perche' avesse quella faccia.

Va a prendere due caffe' e gliene porta uno. Non e' mai successo prima.

"Tieni."

"Oh grazie cara...vuoi morire per caso?"

"Prego, no grazie, resto in vita ancora per un po' a romperti le balle!"

Vanno in magazzino si siedono sugli scalini e si bevono il caffe' in santa pace.

"Sei arrabbiato?"

"No sono stanco", lei gli accarezza la testa dolcemente come fa con i suoi gatti.

"Le tue donne ti danno troppo da fare?", domanda lei, sapendo gia' che si stava scavando la fossa da sola.

"Le mie donne?"

"Si beh…sei sempre assonnato e scazzato, suppongo che le tue donne siano piuttosto...esigenti..."

Lui si alza e va a sdraiarsi sui sacchi delle farina e le fa segno di seguirla.

Lei si accoccola su un sacco , lui si sdraia e poggia la testa sulle gambe di lei.

Delirio.

Rebecca perde ogni tipo di connessione con il suo cervello. Senza fili, chiavette, adsl ecc.

Lui chiude gli occhi e si mette comodo. Lei non puo' fare a meno di guardarlo. E, forse, per la prima volta da quando lo conosce, riconosce dentro se stessa che quell’'essere inutile' (con lo chiama Alessandra) le e' entrato nel cuore e nella testa.

Restano li'. Zitti e immobili. Lei appoggia la testa al muro e chiude gli occhi. Vorrebbe solo che il tempo si fermasse. Che le 10 non arrivassero.

"Rebe ?"

"Mmh..."

"Mi fai i grattini sulla testa come l'altra volta, possibilmente senza tirare." bofonchia lui. Mattia adora i grattini.

Lei apre gli occhi e lo guarda come se avesse visto Grande Puffo.

"Di' un po’, ma alle tue donne devi anche chiedere o fanno tutto da sole?"

Lui apre gli occhi e la guarda beffardo.

"Bisogna sempre farsi rincorrere dalle donne!"

"E questa dove l'hai imparata? Sul manuale 'Come far scappare le possibili fidanzate?'”

"Dovresti provare … funziona..piu' le tratti male e le ignori, piu' ti corrono dietro". (VERO)

"Questo perche' esistono molte donne stupide! Credevo fossi piu' il tipo a cui piacciono le sfide..."

"Infatti... io sono dell'idea che gli opposti si attraggono. Solo che sono anche pigro, di conseguenza meno fatica faccio meglio è".

"Gli opposti si...attraggono?", Rebecca aggrotta le sopracciglia e gli rivolge uno sguardo felino.

"Mmh…l'amore non e' bello se non e' litigarello!! Ci vuole un po' di pepe, altrimenti diventa un piattume".

"Ah, ecco dove spendi tutte le tue energie!! A litigare e fare pace".

"Veramente l'unica con cui mi diverto litigare in questo periodo sei tu".

"Cosa?!?!", Rebecca strabuzza gli occhi di nuovo.

"E' colpa tua..sei tu che hai un caratteraccio!!". Rebecca si rese conto che avrebbe passato l'ennesima notte a domandarsi 'ma che cazzo voleva dire?'.

"Si, beh, con me ti limiti a litigare …"

"Se vuoi, facciamo anche pace, non ho nessun problema!"

"Stupido!!", lei gli scompiglia i capelli e un lui e tira un pizzicotto.

"Ne deduco che…" ops. Si blocca. Battuta infelice, molto infelice.

"Che stavi per dire?" domanda lui socchiudendo gli occhi, cercando di capire cosa stesse per uscirle dalla bocca.

"Nulla", lei fatica a trattenere la risata.

"Se stavi per fare qualche battuta piccante, fai pure…non chiedo di meglio!"

Sulla faccia di lei un sorriso ambiguo. E gli occhi che purtroppo la tradiscono sempre.

"No...beh…suppongo che visto che sei sempre stanchissimo, probabilmente le tue donne...ecco...fanno tutto loro…"

"Ti stupiresti di quanto so essere diverso fuori da qui dentro cara, sotto ogni punto di vista!"

"Stupiscimi", risponde lei seria con le coronarie in gola.

Mattia sembra preso per la prima volta alla sprovvista.

"E' un invito, Rebe?"

"No. Mi hai detto che mi stupirei. Vorrei solo capire come".

"Tu pensi che io sia uno stronzo di prima categoria vero?", domanda lui guardandola un po' cosi'. Con gli occhi stropicciati.

"A volte si, altre no. Pero' non credo che tu fuori di qua sia cosi differente". Era la prima volta che parlavano senza scherzare troppo.

"Si che lo sono. Mi sento soffocare io qua dentro".

"E allora perche' non ti cerchi un altro posto?"

"Non mi va".

Lei annuisce accondiscendente e gli fa segno di togliersi. E' meglio non prolungare il contatto fisico, altrimenti quel briciolo di autocontrollo che ancora ha se ne va dritto dritto a farsi un giro.

"No dai!"

"Alzati, muoviti!"

"Che palle che sei, quando fai cosi!"

"E quando non faccio cosi come sono?"

Pausa. Un attimo che ci riflette.

"Simpatica. Dolce. Se non fosse che fai di tutto per far apparire il contrario" e lei si sente affondare in quegl'occhi senza trovare nessun tipo di appiglio.

Colpita.

"E anche bellissima, ovvio!"

Affondata.

Peccato che stesse scherzando. Forse.

 

 

 

Alle otto gli ultimi due colleghi se vanno non senza essersi raccomandati con loro di fare i bravi.

 

 

E restano soli.

In teoria dovrebbero smontare due macchinari e pulirli.

In teoria.

Lui toglie le ultime cose dal forno alle 20.30, poi va' nel suo spogliatoio a farsi i cazzi suoi.

Rebecca e' ancora in stato comatoso per cio' che lui le ha detto qualche ora prima e non e' molto in grado di pensare.

Non lo fa apposta. Le viene in automatico mettersi sulla difensiva e attaccare con lui.

Tutte le volte che la guarda ha la sensazione che le legga nella mente. E questo se da un lato le piace e la stuzzica, dall'altro le da' enormemente fastidio, perche' i suoi pensieri su di lui non li dovrebbe sapere nessuno. Tantomeno lui, considerando quanto siano poco casti e quanto abbiano messo le tende nella sua testa. Pensa a lui di continuo. E quando e' con lui e' felice. Lui le fa' perdere ogni controllo di se stessa.

La fa ridere, la fa vibrare e la fa incazzare.

La porta dello spogliatoio e' aperta e lei rimane fuori. A guardare.

Capelli scarmigliati sotto il cappellino, i pantaloni tutti stropicciati e la maglietta a mani lunghe. Perche' e'  un tipo freddoloso Mattia.

Legge il giornale sportivo che ha dimenticato un collega.

Alza gli occhi e la vede.

"Mi spii…o volevi vedermi in mutande?.."

"Scemo! Manca piu' di un'ora".

"E io dovrei essere da un'altra parte!!"

"Dove?"

"Curiosa!"

"Uffa, se fai cosi me ne vado!!". Eh no!

Lui arriva prima di lei alla porta e chiude la porta. A chiave.

Il cuore di Rebecca fa un triplo carpiato e si sfracella nel vuoto.

Lei si gira e se lo ritrova a due centimetri dalla faccia.

"Gelosa?" domanda lui con il suo solito sguardo sbruffone.

"Mat…lo sai che se ci beccano ci licenziano? In tronco."

"Hanno di meglio da fare che venire a controllare cosa facciamo noi due. Rispondi!" non si sposta.

"E lo sai che le battutine del cazzo che fanno ultimamente sono rivolte a noi ...vero?"

"E qual e' il problema? Tra noi due non c'e' niente...giusto tesoro?"

Domanda da un milione di dollari. E l'aveva fatta lui!! Bastardo!

Lei (dove trovo' la forza non lo so) lo fisso' in quelle iridi che man mano che i secondi passavano si facevano sempre piu' piccole.

"Non lo so. Dimmelo tu."

Silenzio.

Tensione. Giusto un po'.

Lui fa scattare la chiave e si allontana da lei, guardandola con uno sguardo indecifrabile.

"A meno che tu non voglia vedermi nudo, esci che mi devo cambiare". Rebecca ha di nuovo la sensazione che sia arrabbiato.

"Mat, ma tu cosa vuoi esattamente da me?". E questa come le e' uscita?

Lui la guarda negli occhi e sorride sornione.

"Giocare..."

Lei gira sui tacchi e se ne va.

Quando escono, c'e' una delle sue donne che lo aspetta.

E per Rebecca si aprono ufficialmente le porte dell'inferno. E quelle della psicoterapeuta!

 

 

 

 

 

UN GRAZIE INFINITE A CHI LEGGE LA STORIA. A CECILIA E FEDE CHE POVERE FANNO I SALTI MORTALI PER LEGGERE.

A LIGHT E CARLOTTA CHE SECONDO ME AMANO ALLA FOLLIA MATTIA (ahahahahhahah scherzo!!XD)

A COLORO CHE HANNO INSERITO QUESTA STORIA TRA LE PREFERITE E LE SEGUITE.

  
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