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Autore: KStewLover    02/03/2010    14 recensioni
La storia parte nove mesi dopo l'abbandono di Edward in New Moon.Bella si è trasferita a Santa Monica,in California,con Charlie e Renèe e lavora part-time in un bar sul mare;studia a casa per diplomarsi al liceo,e,cosa più importante di tutte,è diventata mamma di una neonata dalla pelle chiara e un sorriso speciale,Elizabeth.Chi è il padre della piccola?E i Cullen?Dove sono finiti? E' la mia prima ff su Twilight.E'una Edward/Bella.^^
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti!Eccomi qui a postare il secondo capitolo dopo una settimana,perdonatemi,ma credo che il tempo di pubblicazione sarà sempre questo più o meno,la scuola non perdona *sospiro triste*

Dunque,prima di tutto,devo ringraziare,con il cuore in mano,i 14 angeli che hanno recensito il primo capitolo.

Cosa dire?*_________________* Le vostre recensioni mi hanno decisamente tirata su di morale!Non sono una ragazza che ha molta stima di sé stessa,e penso sempre di aver creato un lavoro pessimo,sono decisamente leopardiana .__.

Ringrazio le 300 e passa visite,chi ha inserito la storia tra le seguite e i 30 preferiti *-* davvero,non so cosa dire,se non grazie,vi adoro <3

Ora,venendo al capitolo…sono 18 pagine di Word *sospiro*;purtroppo,non conosco il senso della misura.Ma vi prego,se trovate il capitolo troppo noioso o pesante,di riferirmelo.Tenterò di essere più “stretta”.

Diciamo che questo non è il capitolo che avevo previsto,in quanto avevo in mente di spiegare prima ciò che è accaduto nello scorso capitolo,ma poi…non so,è uscito questo^^

Una cosa importante: ho consultato il regolamento di efp,ma non sono riuscita a capire molto riguardo il discorso dell’inserimento delle immagini.Qualcuno potrebbe spiegarmi come funziona esattamente?

Detto questo,vi lascio alle risposte delle recensioni e  alla lettura del capitolo.

Ci si rivede sotto,se mai riuscirete ad arrivarci xD

mary_cullen90 : oh,ma grazie cara*arrossisce* Eeh,quante domande*risata sadica* come ho detto prima,avevo pensato di rispondere a tutto in questo capitolo,ma poi ho pensato di far slittare tutto al prossimo!Comunque stai tranquilla,al prossimo tutto sarà sicuramente spiegato :P Già,Lizzie è un angelo <3 E soprattutto l’unica persona non complessata in tutta questa faccenda xD

fracullen : Grazie mille <3 Per il momento si,Lizzie è completamente umana;ma non è detto che qualcosa possa verificarsi con il tempo ;P a presto <3

vanderbit : sono contenta che ti incuriosisca!spero che anche questo capitolo ti piaccia.Riguardo Edward,bisogna attendere il prossimo capitolo^^Bacioni

crista : ciao! Oh si,non mi piace prolungare tanto la distanza tra Ed e Bella^^Tanya?Si saprà al prossimo capitolo!Bacioni <3

eka: Grazie mille^^Eccomi qui con il secondo capitolo.Sono stata veloce?xD

nanerottola : Ciao!mi fa piacere che ti abbia incuriosita!Anche se questo capitolo ancora non placherà la tua curiosità xD ^^

Elisewin : Ciao !Per il momento,posso solo dirti che ci saranno molte,molte sorprese^^

gegge_cullenina : Eccoti accontentata^^ Spero ti piaccia anche questo :P

giova71 : Grazie del benvenuto *-* I misteri da sciogliere sono ancora tanti,basterà attendere il prossimo capitolo^^

ilariaechelon :Ciao!Grazie mille *-* E’ Tanya?Non è Tanya?Chi lo sa xD

samy88 : Grazie mille *-* Spero ti piaccia anche questo^^

Antonya : Antonya,grazie mille *-* Se non fosse stato per te,questa storia non sarebbe mai arrivata qui!Spero che questo secondo capitolo non deluda le tue aspettative!Bacioni <3

flavy624 : Ciao!Ecco qui il nuovo capitolo^^

Luna Renesmee Lilian Cullen : Ciao!Mi fa piacere che ti piaccia il nome della bimba,è un nome che anche io adoro <3 Grazie mille dei complimenti *-* Bacioni <3

 

Secondo capitolo

 

Fissavo il soffitto della mia stanza con insistenza.

Attorno a me,il silenzio assoluto. Elizabeth dormiva nella sua carrozzina; non si era svegliata nemmeno un minuto durante la notte,a differenza della sottoscritta,che si era rivoltata nelle coperte per tutto il tempo.

Ieri sera,quando ero rientrata a casa,con il fiato corto,avevo consegnato la spesa a Renèe e mi ero ritirata in camera con mia figlia,arrancando la scusa di avere da studiare e di non avere fame.

Mamma e papà non avevano detto nulla,ma dall’espressione della loro faccia avevo compreso che non l’avevano bevuta.

Avevo tentato di prendere sonno,inutilmente;ogni qualvolta riuscivo a chiudere gli occhi,quelli verdi di Edward (che fosse stata o no un’allucinazione,la sua figura mi era rimasta impressa molto dettagliatamente) facevano capolino,facendomi sussultare e accelerare i battiti del mio cuore.

Avvertii i primi rumori in camera di mio padre,di fianco la mia,e gettai uno sguardo sulla radiosveglia poggiata sul comodino vicino al mio letto a due piazze.

Segnava le 6.00 in punto. Erano esattamente ventiquattro ore che non chiudevo occhio.

 

Grandioso,Bella.

 

Udii il cigolio della porta e Charlie che probabilmente entrava nel bagno che lui e la mamma condividevano.

Con un sospiro mi voltai e premetti le dita sulle tempie,tentando di ignorare il mal di testa insistente e di rilassarmi. Per quanto dolorosa fosse la questione,non potevo di certo non pensarci.

Avevo incontrato Edward.

Il solo ripensare al suo nome mi fece andare in iperventilazione,e dovetti ricominciare il processo di rilassamento daccapo.

 

Ragiona in modo obiettivo,mi dissi. Ragiona Bella.

 

Doveva essere stato tutto un sogno,non c’era dubbio:era statisticamente più possibile che il mio cervello,che ormai consideravo definitivamente fuori commercio ,avesse immaginato tutto piuttosto che Edward si fosse trovato sul serio in quel supermercato .

La prima ipotesi aveva molti punti a suo favore.

Primo di tutto: se i Cullen avessero dovuto scegliere un posto dove trasferirsi di una cosa ero sicura: l’ultima meta proposta sarebbe stata sicuramente la California,che con il suo sole onnipresente,li avrebbe costretti a nascondersi giornalmente dentro casa.

Secondo punto: Edward aveva gli occhi verdi.

Il colore degli occhi di un vampiro ,da quanto ne avevo appreso durante la mia permanenza a Forks,potevano oscillare tra due varietà molto distinte di colore : il rosso( per coloro che si nutrivano di sangue umano) e il dorato (per coloro che preferivano uno stile di vita più simile a quello umano,cibandosi del sangue degli animali).

Eppure,nonostante tutto,la mia mente non riusciva a togliersi dalla testa l’idea che Edward fosse veramente tornato.

Lo sguardo che aveva indirizzato a Elizabeth - uno sguardo di puro smarrimento-mi aveva anche lasciata intendere che probabilmente non aveva capito che quel piccolo angelo fosse sua figlia.

E poi,chi diavolo era quella vampira bionda accanto a lui,che lo aveva trascinato via nel momento meno opportuno?Non avevo potuto immaginarla,perché non la conoscevo.

Aveva detto “ ci stanno aspettando a casa”.In quel momento,la consapevolezza e la verità mi colpirono con la stessa violenza di un fiume in piena.

Edward era tornato,non era stato frutto della mia immaginazione. E probabilmente con lui,erano tornati anche tutti i Cullen.In quel momento,ancora sconvolta dalla notizia,mi rifiutai di pensare cosa sarebbe potuto accadere riguardo Elizabeth,ma pretendevo solamente di sapere perché la sorte si avversava cosi duramente contro di me.

Lo scrosciare dell’acqua della doccia in bagno mi ridestò.

Dopo aver gettato un altro sguardo alla sveglia e aver scoperto che era passato solamente un misero quarto d’ora da quando l’avevo guardata l’ultima volta,decisi di alzarmi. Tanto,in quelle condizioni dormire era impossibile,e ringraziai il Cielo che quel giorno non dovessi lavorare. Scalciai via il lenzuolo e mi stiracchiai. Infilai le mie comodissime infradito,infilai la vestaglia e mi avvicinai alla carrozzina dove Lizzie dormiva a pancia in giù,con la mano sinistra poggiata vicino la guancia.

Lentamente la accarezzai,pensando a quanto sarebbe stato bello...

 

No Bella,non pensarci. Non illuderti di nuovo.

 

In punta di piedi,arrivai alla porta che lasciai accostata e allacciandomi la vestaglia mi diressi giù in cucina.

Il tavolo che usavamo, veramente ampio e comodo,era coperto per la metà da vestiti che probabilmente Renèe doveva stirare. Reprimendo uno sbadiglio,mi diressi verso il frigorifero in cerca della mia salvezza : un bel cappuccino schiumante, che era proprio quello che faceva al caso mio.

Misi il caffè a bollire e mentre controllavo la fiamma mio padre scese, già vestito di tutto punto con la sua uniforme lavorativa,che vantava una bella etichetta con nome e cognome sul petto,in bella vista.

-Bella!-esclamò,avvicinandosi alla credenza per trangugiare il solito croissant mattutino.

-Cosa ci fai già in piedi?Mio Dio,sei stravolta-disse osservandomi sospetto.

-Non ho dormito molto bene-risposi,evitando il suo sguardo.

Mi persi un secondo a pensare inorridita a come avrebbe reagito Charlie alla notizia di un eventuale ritorno di Edward.Decisamente,era meglio per il momento tenere la bocca chiusa.

-Colpa dello studio?-chiese,lanciandomi un’occhiata furtiva.

Si avvicinò al bancone e strappò un foglio di scottex dal rotolo,poi fece il giro dell’isola e si sedette al tavolo.

-Ehm,si-risposi evasiva,voltandomi di nuovo a controllare il caffè.

-Farò finta di crederci-borbottò tranquillo.

Arrossii all’istante. Possibile che fosse cosi semplice interpretare le mie emozioni?

- Elizabeth dorme?-chiese,cambiando discorso.

-Sì,sì- risposi ,ancor rossa in viso,ma lieta che avesse cambiato argomento.-Come un sasso. Anche se tra poco vado a svegliarla. Non vorrei che sballasse gli orari delle poppate-aggiunsi,spegnendo la fiamma. In punta di piedi raccattai una tazzina e ci versai dentro il caffè.

-Quella bambina è un ghiro. Da te proprio non ha ripreso-borbottò,ripulendosi la bocca.

Non risposi,e versai il latte a fare compagnia al caffè. Misi un cucchiaino di zucchero e mi sedetti di fianco a lui.

-Riposati- sussurrò,guardandomi comprensivo.

Annuii,con il viso nascosto dalla tazza.

- Bè ,allora io vado-borbottò,schiarendosi la gola. Si alzò e si diresse verso l’ingresso.-Ah,a proposito: avvisa Renèe,oggi torno a pranzo a casa .La mensa è in sciopero questi giorni,e non sprecherò metà del mio stipendio per comprare un misero hot dog al centro-

-Va bene-lo rassicurai con un sorriso.-A dopo.-

Sparì dietro la porta e poco dopo udii la macchina lasciare il vialetto. Scolai la tazza e,una volta sciacquata,mi ritirai di nuovo su.

Tirai su le serrande,e mi avvicinai a Lizzie.Si agitava,segno che stava per svegliarsi;delicatamente,la presi sotto le ascelle e me la poggiai sul petto .Le accarezzai la testolina e ,desiderosa di sapere le condizioni di mia madre,bussai alla sua camera.

-Mamma?Posso?-chiesi. Probabilmente dormiva ancora.

-Certo,tesoro,vieni-mi rispose invece lei da dentro.

Con la mano libera,abbassai la maniglia ed entrai.

La camera di mia madre era leggermente più grande della mia,con un balcone che dava sul giardino retrostante. Un grande armadio in legno occupava la parete di fronte a quella dove era sistemato il letto matrimoniale, sempre in legno.

Mia madre,con le sue fissazioni che cambiavano spesso di mese in mese,aveva preso la decisione di arredare la sua camera in stile etnico,e il risultato era stato quello.

Era ancora a letto,con la schiena appoggiata ai cuscini. Indossava un completo composto da canottiera e calzoncini,e stava leggendo un libro. Appena vide Lizzie,la sua bocca si aprì in un dolcissimo sorriso.

-Eccola qui,la piccola di Renèe -disse con la voce carica di tenerezza.

-Vieni qua-continuò,battendo con la mano sul lato vuoto del letto.

Lentamente e con cautela,mi lasciai andare sul materasso morbido.

Lizzie cominciava a sbattere gli occhi velocemente e dalla sua bocca uscivano mugolii indistinti,segno che si stava svegliando.

Feci calare la spallina del mio top,e dopo essermi slacciata il reggiseno,avvicinai la bocca della piccola al mio capezzolo.

Il momento dell’allattamento era uno dei miei preferiti.

La prima volta che lo avevo fatto,ero stata pervasa da un’emozione incontenibile.

Adoravo essere il sostentamento di mia figlia. Vederla prendere energia dal mio corpo che la amava cosi inesorabilmente era per me la gioia più grande,e all’istante tutte le altre preoccupazioni svanivano.

-Mi raccomando,attenta a non usare la parola nonna-dissi ridendo .Renèe faticava ad accettare l’appellativo “nonna” a soli 37 anni.

-Sono ancora in età da figlio,ti vorrei ricordare-mi rispondeva sempre,ma poi si rabbuiava,forse rivolgendo i suoi pensieri a Phil.

Mi lanciò un’occhiataccia e poi il suo sguardo si addolcì,e accarezzò la testolina di Lizzie che succhiava ingorda.

-Volevo sapere come andava-

Sbuffò.-Bene,direi. Credo fosse un virus intestinale. Giuro,non c’è niente che non sopporti più del vomito. Mi destabilizza completamente,e odio stare a letto,lo sai. Fortuna che è sabato e la scuola è chiusa,altrimenti sarei tornata al lavoro immediatamente…-

Alzai gli occhi al cielo. Mia madre,l’uragano Renèe.Impossibile tentare di placarla.

-Piuttosto tu?-

Sobbalzai.-Io?-ripetei,presa in contropiede.

-Ieri non mi sembravi molto…in forma-disse lentamente,osservandomi attentamente.

Avvertii il sangue colorarmi le guance,ma tentai di calmarmi prendendo a cullare lentamente Elizabeth.Mi infondeva tranquillità.

-Sul serio?Ero solo un po’ stanca-dissi con indifferenza.

-Sicura che sia tutto a posto?-insistette.

Era impossibile nascondere qualcosa a Renèe ; possedeva un metal detector o era probabilmente una sensitiva,proprio come me.

Sospirai.-No-

-Chissà perché,lo avevo intuito-replicò lei con un sorriso vago,poggiando una mano sul mio braccio. –Quando sei tornata dal lavoro eri tranquilla. E’ successo qualcosa…dopo?-

Per un secondo,non risposi. Lasciai che il ciucciare ritmico e tranquillo di mia figlia riempisse la stanza e mi calmasse.

-Ho incontrato Edward al supermercato-

Mia madre sgranò gli occhi,e spalancò la bocca. -Sei…sei sicura?-

-Si- sussurrai,lo sguardo fisso sulla testolina di Lizzie.-Cioè,per tutta questa notte ho tentato di auto convincermi che non fosse cosi,ma si,era lui .In carne ed ossa .-

Mia madre si portò una mano alla bocca.-E…Lizzie?L’ha vista?Cosa ha detto?-

-Non ha detto nulla .In realtà,non abbiamo nemmeno parlato .Era con una…era con una ragazza che non avevo mai visto. Credo fosse un’amica dei Cullen,della famiglia a Denali,da quanto mi avevano raccontato. E lo ha letteralmente trascinato via-

-Non posso crederci-borbottò scuotendo la testa.-Non è possibile- ripeté .

-Ho faticato anche io a crederci-aggiunsi.

-E tesoro…tu come stai?-sussurrò, carezzandomi i capelli.

-Una meraviglia-borbottai sarcastica.-Non so,ancora non riesco a metabolizzare…il tutto. Vorrei solo sapere cosa…cosa diavolo ci fa qui,ecco. Non ero pronta a ciò…e poi Elizabeth,io…-borbottavo senza senso,scuotendo la testa.

-Tesoro. Tesoro, guardami -mia madre mi alzò il viso,e mi scontrai con i suoi occhi marroni,cosi simili ai miei.

-Non permettere che ti faccia nulla .Tu sei forte,lo sai. Poche sarebbero riuscite ad affrontare quello che hai affrontato tu, cosi in fretta .E poi c’è Lizzie.Non ti fasciare la testa-

-Mamma,ho sbagliato tutto-.

Portai la testa in alto e le lacrime che avevo tanto trattenuto mi scivolarono  sulle guance,fino a posarsi sul collo.-Io…io vorrei tanto che Lizzie conoscesse il suo papà…mamma forse avrò sbagliato sul conto di Edward.Che lui non mi amasse,lo ha messo in chiaro-la voragine nel petto bruciò ma continuai.-Ma credo di conoscerlo. Lui è buono,mamma. E ha il diritto di sapere che ha una figlia.-

Mi fissò a lungo prima di parlare.-Perciò,cosa hai intenzione di fare?-

-Da quello che ho capito,credo che si trovino qui vicino,o almeno cosi ho inteso dalle parole della ragazza. Proverò a chiedere in giro. Edward ha il diritto di sapere .Se fino ad ora non l’ho fatto è perché…-

-Lui ti ha lasciato sola a Forks,abbandonandoti a te stessa e alla tua depressione-concluse mia madre acida. Ma poco dopo si pentì.-Perdonami,tesoro,non era mia intenzione ferirti .Ma ti voglio bene,E non voglio che tu soffra di nuovo .Ti ritieni pronta ad affrontare una cosa simile?-

Presi un grosso respiro.-Si,mamma. Se fosse stato per me,sarei stata cosi codarda da risponderti di no. Ma per Elizabeth,farei di tutto. E voglio che anche lei cresca come tutte le altre bambine. Magari Edward non la accetterà,ma io un giorno non voglio avere rimorsi. Voglio essere sicura di aver fatto tutto per mia figlia,tutto quello che potevo-

Mia madre annuì.- Charlie lo sa?-

Inorridii.-Assolutamente no,E ti prego,mamma,ti prego di non farne parole,per il momento. Sai Charlie come la pensa. Non …non voglio che si creino problemi. Per favore. Per il momento. -La supplicai.

-La pensa come me,solo che lo dimostra in maniera più aggressiva-

Sospirai,e notai che Lizzie aveva lasciato la presa sul mio capezzolo. Aveva la bocca tutta impiastricciata di latte,e soddisfatta,sorrideva.

Avrei affrontato tutto per lei. Avrei scalato montagne,cambiato città altre venti volte,assistito a un trapianto di cuore,avrei venduto il mio per lei.

E avrei affrontato anche la parte che più odiavo dell’allattamento.

Il ruttino.

 

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-Qui c’è scritto che dovrei aggiungere ancora due pizzichi di sale. Ma sei sicura che la ricetta sia giusta?-chiese mia madre,girando non convinta con il mestolo quella che doveva essere una zuppa di  pesce.

-Mi avvalgo della facoltà di non rispondere-replicai,accigliata.

Di solito,a Forks,e anche quando vivevo con Renèe,ero io ad occuparmi del pranzo e della cena,salvo quando compravamo pizze o schifezze varie.

Qui,invece,Renèe si era messa in testa di imparare a cucinare,e ciò non rincuorava me e Charlie,che affrontavamo con un certo disagio ogni sua novità culinaria,che si rivelava poi non molto adatta a stomaci delicati.

Oggi si era proposta di cucinare una succulenta zuppa di pesce.

-Visto che fai tanto la saccente in fatto di cucina,dovresti rispondermi invece- rispose stizzita e si voltò di nuovo per prestare attenzione alla pentola.

Sorrisi leggermente sfogliando il quotidiano,e lanciando di tanto in tanto un’occhiata a Lizzie che si guardava intorno con occhi attenti e vispi dalla carrozzina.

Passarono neanche due minuti,e mia madre sbuffò.

-Bella!Per favore,non capisco dove diavolo ho sbagliato-

Non riuscii più a resistere e scoppiai a ridere. Abbandonai il giornale sul tavolo e mi accostai al fornello,levandole il mestolo di mano.

-Saccente -ripeté lei incrociando le braccia al petto.

Ridendo,immersi il mestolo nell’intruglio che aveva assunto un color arancione e lo portai alle labbra.

Non era nemmeno poi cosi male. Forse un po’ troppo salato.

-Hai esagerato prima con il sale…per il resto,non è neanche cosi immangiabile. Dai mamma,stai migliorando-le dissi,tentando di consolarla.

-Questo si che mi solleva- rispose sconsolata.

Risi e in quell’istante il campanello suonò.

-E’ arrivato papà-dissi.

-Vai ad aprire per favore-mi disse.

Ciabattando,arrivai all’ingresso e aprii la porta. E di nuovo,il cuore balzò in gola.

Non di nuovo.

Questa volta non poteva essere un’illusione.

Esme Cullen ,con il volto etereo come suo figlio,e i capelli color caramello che balzavano soffici sulle sue spalle,mi sorrideva gentile e imbarazzata.

I suoi occhi marroni.  Non dorati. Marroni. Non poteva essere.

Per favore,ditemelo,sto impazzendo.

-…Bella?-

Risentire la sua voce fu un colpo al cuore.

- Esme - risposi,con un filo di voce.

Restammo a guardarci per un tempo indefinito,fino a quando mi imposi di restare calma.

Ragiona Bella. E’ tutto ok .Ricordati di Lizzie.Di quello che hai affrontato. Comportati in modo maturo.

Mi rievocai queste nozioni in mente mentre tentavo di pensare a cosa fare.

-Io…bè…ecco,entra- dissi,spostandomi di lato.

Lei mi sorrise gentile.-Grazie,cara.-

Salì gli ultimi due scalini e,stringendosi la borsetta nera sulla pancia,entrò timidamente,elegante come sempre.

Mi rammentai di mia madre nell’altra stanza,e non sapendo come affrontare la situazione,tentai di trovare una soluzione.

-Ehm,io…ecco,arrivo subito. Puoi…puoi accomodarti in salotto-

Le dissi,indicandole con un cenno della mano il divano bianco che faceva capolino dalla stanza dell’altra parte del corridoio.

-Oh,…certo-disse lei comprensiva,lanciando un’occhiata alla cucina.

Sicuramente aveva compreso.

La vidi attraversare il corridoio,leggera,sui suoi tacchi neri lucidi,e con un sospiro,tentando di mantenermi lucida e calma,barcollai verso la cucina.

Mia madre era immersa nel fumo;in quel momento la mia ultima preoccupazione era la zuppa di pesce,e mia figlia muoveva le braccia nella sua carrozzina.

Mi avvicinai carezzandole il pancino e sentii la familiare sensazione delle lacrime in arrivo salirmi su per gli occhi.

 

Bella ,ce la puoi fare .Tu sei forte.

 

Mia madre si voltò,imbronciata.-Credo che Charlie passerà la giornata in bagno,dopo aver trangugiato questa zuppa. Sono una fallita-

Quando non risposi,alzò la testa e la voltò nella mia direzione.

Ingoiai a vuoto.

-Mamma,non è papà. E’ venuta…è venuta una persona a trovarmi,ora è di là in salotto. Credo voglia parlarmi-tentai di limitare il discorso sapendo che Esme poteva ascoltarmi dall’altra parte,con il suo udito sopraffine.

Mia madre lasciò cadere il mestolo.

-E’..è…lui?-sussurrò .I suoi occhi saettarono veloci su Lizzie.

-No- risposi velocemente,le mani sudate.-E’ Esme ...la…la madre. Mamma,se arriva papà,per favore…-

-Non preoccuparti. Mi inventerò qualcosa-disse lei liquidando con un gesto della mano.

Nonostante non volesse darlo a vedere,la curiosità nel conoscere quella donna che era la madre del padre della sua nipotina veniva a malapena celata nei suoi occhi;ma non era quello il momento più adatto.

-Io…ora siamo di là. Torno tra poco. Guardala tu-le dissi,lanciando un’occhiata al mio angioletto .Non potevo parlare ad alta voce,consentendo a Esme di capire tutto.

Lei annuì e mi osservò con aria preoccupata mentre lasciavo la cucina.

Attraversai il corridoio tentando di placare l’agitazione e i battiti del mio cuore.

Esme era lì,seduta compostamente sul divano bianco,in mia attesa.

Quando arrivai,alzò gli occhi e sorrise.

Ricambiai,seppur in modo molto più debole,e mi affrettai a richiudere le porta del salotto.

Meglio non rischiare.

Ero ancora indecisa se prendere posto accanto a lei sul divano ,quando si alzò di scatto e mi venne vicino.

La guardai timorosa.

-Bella,tesoro-disse lei,abbandonando ogni barriera. Mi prese le mani tra le sue,e notai con orrore che non erano nemmeno lontanamente gelide come quelle di Edward una volta. I suoi occhi ,umani,mi fissavano imploranti,sembrava fosse sul punto di piangere.

- Esme -ripetei,osservandola.

E fu impossibile non abbracciarla. Mi gettai tra le sue braccia con un bisogno disperato,e lei mi strinse forte a sé,le braccia intorno alla mia schiena;trattenere le lacrime fu impossibile;mi sfogai per un tempo indefinito,inzuppando la sua camicia delle mie stesse lacrime. Lei se ne stava in silenzio,carezzandomi in silenzio la schiena, tentando di infondermi tranquillità.

Quando ripresi in mano la situazione,tutte le lacrime era quasi state esaurite.

Soffiando su con il naso,mi staccai dalla sua spalla,e alzai lentamente gli occhi. Mi guardava addolorata.

-Oh,piccola mia- disse carezzandomi una guancia. Era piacevolmente rilassante il tocco della sua mano calda.

- Esme ,io…scusami,non so che dire…-

-Non devi scusarti di nulla-mi interruppe lei con voce dolce.

-io…io non so cosa mi sia preso,è tutto cosi confuso…cosa…come…perché qui?-balbettai infine,mentre le mie guance si coloravano di rosso.

Lei mi sorrise comprensiva.-Credo sia meglio sedersi.-

Annuii e mi lasciai trascinare sul divano.

Sempre tenendo strette le mie mani tra le sue,mi mi rivolse uno sguardo carico d’amore.

-Bella,tesoro…io,non so come cominciare -

La guardai supplichevole.- Esme…io…io non riesco a capire se tutto questo sia un sogno,o un incubo-

Mi sorrise in modo triste.

-Vorrei poter capire cosa sta accadendo,se tutto ciò è reale, o se sto chiaramente diventando pazza-

A quel punto,lei sorrise.

-A detta di Emmett,sei sempre stata pazza-

Strabuzzai gli occhi.-Anche Emmett è qui?-

-Oh,no,lui no-disse lei,con un sorriso nostalgico.

Era evidente che avvertiva la mancanza del figlio.

-Come mai?-chiesi.

-Tesoro,queste cose non credo che sia mio dovere spiegartelo. Io…io ho saputo che ieri,ieri hai incontrato mio figlio.-

La sensazione di panico si attanagliò di nuovo nello stomaco,ma la respinsi.

Io ero più forte.

-Si- balbettai.-Ieri sera-

-Lui non sa che sono qui .Mi ucciderebbe se lo sapesse,e non lo dico in senso metaforico -aggiunse,sorridendo colpevole.

-Ma come…?-

-Tesoro,io non so cosa dire .A dirla tutta,non sono neanche sicura come sia possibile una cosa simile. Bella tu ci credi al destino?-mi chiese,osservandomi attentamente.

-Il destino?Io…non lo so-risposi.

-Tante cose sono cambiate dall’ultima volta,tesoro. Mi rendo conto di quanto questo possa risultare sconvolgente ai tuoi occhi. Ma non sono qui per questo ora…-

I miei occhi saettarono ai suoi,e ricordai quelli verdi di Edward.

-Ma cosa sta succedendo?Esme,io…io non so se sto impazzendo,ma io ieri…ieri Edward i suoi occhi,e ora i tuoi,..-balbettai.

Lei mi sorrise comprensiva.-Sono cambiate molte cose -ripetè. -Ma non è il momento e non sono la persona giusta per dirtelo. Se sono qui,è perché Bella, desideravo rivederti,perché ti voglio un bene indicibile,ti ho sempre considerata una figlia,e perché Edward…-

La guardavo sconvolta .

Lei sospirò.

-Non posso dire nulla .E so che probabilmente tu ci odierai-

Feci per parlare,ma lei mi interruppe con un gesto della mano.

-Hai tutti i diritti del mondo per farlo;quello che Edward ha fatto è imperdonabile. Non posso nemmeno immaginare quello che hai potuto passare,e il dolore che mi affligge sapendolo;ma per favore, Bella -il suo tono era divenuto una supplica. Mi guardava con occhi imploranti.

Impossibile non commuoversi.

- Esme ,dimmi-

-Ti supplico, Bella. Ti considero come una figlia,lo sai. Sono venuta qui perché devi promettermi che farai una cosa. Tesoro,è per te. Ti prego-

La guardai,terrorizzata.-Esme ,non propormelo ti prego,mi sentirei uno schifo. Perchè sai che non potrei mai accettare-dissi chiudendo gli occhi.

Udii il tocco delicato delle sue mani tra i capelli.-Dovete parlare. Vieni,tesoro,ti prego-

La reazione fu immediata. Scattai in piedi, aprendo gli occhi immediatamente.-No,Esme - tentai di mantenere la voce pacata.-Esme,questo è …impossibile-

Lei mi guardò addolorata. Sembrava aspettarsi una reazione simile.

-Ti fidi di me,Bella?-

Sentivo le lacrime pronte a scendere di nuovo.

-Io…si,Esme.Mi fido,di te-

Calcai bene l’ultima parola.

-Ti ha ferito inesorabilmente ,lo so. E forse non ci sarà più modo di risanare la ferita. Ma te lo chiedo con il cuore in mano. Te lo chiedo per me. Bella,vieni da noi .Ha tante cose da dire.-

Risponderle fu un colpo al cuore. Mi sentii un verme.

Ma no,non potevo rompere gli argini di quell’equilibrio che avevo faticato a rimettere in sesto e che ancora era in fase di lavorazione.

-No,Esme.Non posso. Perdonami-

Lei mi guardò ancora una volta,non lasciando trasparire nessuna emozione.

Poi sospirò.-Non posso costringerti ,Bella.-

- Esme ,io..-

-Non preoccuparti,tesoro-

Si alzò e mi rivolse un sorriso di scusa.-Perdonami per averti rubato del tempo .Hai davvero una bella casa-

Sorrisi. –In realtà,papà l’ha ristrutturata .Cadeva letteralmente a pezzi quando siamo arrivati-

Il suo viso si rabbuiò.-Da quanto..?-

-Da ottobre-risposi,intuendo la sua domanda.

Sentivo che ci stavamo addentrando in un campo pericoloso. Non era questo il momento.

-Credo sia ora di togliere il disturbo.-

Ma non avevo ancora saputo nulla.

 

Cosa vuoi Bella?Prima rifiuti il suo invito e poi vuoi saperne di più?

 

-Vieni,ti accompagno alla porta.-

Pregai mentalmente che papà non fosse ancora tornato e che mamma non si affacciasse dalla cucina.

Esme uscì dopo di me e mi seguì per il corridoio.

Eravamo arrivate alla porta quando uno strillo acuto di Lizzie irruppe nell’aria,gelandomi il sangue nelle vene.

Esme si voltò stupita verso di me.

Aprii la bocca tentando di trovare qualcosa da dire, ma non feci in tempo a formulare un’idea che mia madre sbucò dalla cucina,con Elizabeth tra le braccia che strillava a gran polmoni.

Appena ci vide sull’uscio di casa,rimase paralizzata.

-Oh,mio Dio..io,Bella,Lizzie,non so…la stavo portando in camera,credevo fossi in…in salotto…farfugliò,tentando di distogliere lo sguardo da Esme,che guardava la piccola meravigliata.

-Oh,mi scusi,che maleducazione .Sono Renèe ,la mamma di Bella-

L’eleganza di Esme intimoriva Renèe,che nervosa,strinse la mano di Esme.

-Molto piacere di conoscerla-disse,Esme,cordiale.-E’ sua figlia?-chiese,guardando con amore e trasporto Lizzie,che ,spaventata dal nuovo volto estraneo,lanciava urletti, soffocando il viso nel petto di mia madre.

-La mia?Oh,ehm,la piccola,non..-

Esme si avvicinò.-Posso?-disse cercando di contenersi .-Adoro i bambini-spiegò.

Mia madre mi lanciò uno sguardo disperato. Sapeva che la somiglianza tra me e Lizzie era palpabile. E soprattutto,la sua pelle cosi chiara e diafana non sarebbe potuta sfuggire agli occhi attenti di Esme.

Tutto accadde in una frazione di secondo, il tempo di osservare la piccola da vicino.

La reazione di Esme mi era proibita,poiché girata di spalle.

Ma quando si voltò,mi osservò con uno sguardo di puro sbalordimento e confusione.

Chiusi gli occhi,e ciò fu la prova tangibile per Esme.

Mi si avvicinò, sconvolta.

-Bella…-

Tenevo ancora gli occhi chiusi e quando parlai,non li riaprii.-Sono io che adesso chiedo una cosa a te,Esme - sussurrai.

-Non dirgli niente,te ne prego.-

-Bella,ma cosa…lui…lui ha il diritto di sapere!E’ il pad…-

-Non ora,Esme ti prego. Io…io lo farò,Esme.Ti prego,ora ti chiedo di andare-

Non osavo riaprire gli occhi,vedere la sua espressione.

Poco dopo,sentii la porta chiudersi,gli urli di mia figlia attutirsi e mia madre abbracciarmi forte. Tra noi,Elizabeth che reclamava la mia attenzione.

-Mi dispiace,tesoro. E’ tutta colpa mia-

Lentamente riaprii gli occhi e li posai su mia figlia, prendendola tra le braccia.-Amore mio- sussurrai.

Desideravo tornare su,e dormire;magari immergermi sotto il getto di una doccia fredda.

Era difficile comprendere cosa fosse appena accaduto.

Non mi curai neanche di rivolgere uno sguardo a mia madre,sebbene non fossi minimamente arrabbiata con lei.

-Bella,tesoro…-

-Mamma è tutto a posto-la liquidai,voltata verso le scale.

-No,Bella,tesoro,ehm,Esme ha lasciato questo…questo,ecco…-

Stringendo Lizzie al petto,mi voltai. Renèe mi tendeva un foglietto bianco,vergato dalla grafia elegante di Esme.

Con mani tremanti,lo presi e lo lessi.

 

Kennedy Street,Beverly Hills,54

 

 

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Rigiravo il biglietto tra le mani,inerme,sul letto,la schiena poggiata ai cuscini.

Fuori,i raggi di sole del primo pomeriggio riscaldavano l’ambiente,rendendolo quasi afoso;Lizzie dormiva tranquilla nella sua carrozzina,e io,dopo una doccia fredda e un pranzo alquanto silenzioso mi ero ritirata nella mia stanza.

Mia madre mi aveva lasciata stare,e lo stesso mio padre,sebbene fosse molto confuso,percependo il mio stato d’animo.

Avrei tanto voluto sapere se Esme avesse mantenuto la promessa;il fatto che Edward non si fosse presentato ancora alla porta mi faceva pensare positivamente.

 

O forse non gliene importa nulla,Bella.

 

Mi vergognai di aver pensato una cosa simile. Sebbene Edward non si fosse propriamente comportato bene con me,il suo animo era pur sempre uno dei più buoni e altruisti che avessi mai conosciuto.

Con un sospiro ,gettai la testa all’indietro,sui cuscini.

Di nuovo,i miei occhi caddero sul biglietto rigido di carta bianca.

Esme mi aveva lasciato una possibilità .E a me la scelta di utilizzarla.

Cosa dovevo fare?Ero pronta a permettere a Edward di entrare di nuovo nella mia vita?E se non proprio nella mia,in quella di mia figlia?

Ripensai alle parole di mia madre,e per un momento mi permisi di pensare al futuro,e contemporaneamente al passato.

Anche io ero cresciuta cosi,forse ancora meglio della situazione in cui si trovava Elizabeth.Quante volte avevo sofferto a scuola,vedendo i genitori delle mie amiche prenderle per mano e portarle insieme a prendere il gelato al parco?

Quante volte,quando mi sentivo sola,avevo desiderato i miei genitori al mio fianco,entrambi?

Lasciai vagare il mio sguardo su Lizzie.

Dormiva,e il suo piccolo petto si abbassava ritmicamente.

Le presi una manina tra la mia,e rimasi ad osservarla per un po’.

Poi,non so come,in un lampo,raccattai dall’armadio un paio di jeans e un top bianco,ravvivai i capelli mossi e preparai la borsa della piccola .Presi la mia e ci infilai dentro il biglietto.

Prima che potessi cambiare idea,scesi a raffica le scale.

Mia madre era in salotto a fare zapping alla tv,completamente annoiata

-Mamma!-dissi trafelata.

Lei sobbalzò e si voltò a guardarmi preoccupata-

-Tesoro!Che succede?-

-Devi assolutamente accompagnarmi in un posto-

 

Mia madre spense il motore e guardò con le sopracciglia aggrottate l’enorme cancello in ferro battuto della villa che aveva l’aria di estendersi per molti chilometri quadrati.

-Però -disse.-A trattarsi bene si trattano bene-

Dal canto mio,non riuscivo propriamente a pensare alla magnificenza della zona.Ero abituata alla ricchezza dei Cullen.

 

Bella,sei ancora in tempo. Puoi tornare indietro.

 

-Sei sicura,Bella?-chiese Renèe, stringendomi la mano.-Vuoi che venga con te?-

Presi un respiro profondo.-No.E’ una cosa che devo fare io.-

-Va bene-disse annuendo dopo un lungo momento.-Ti aiuto a scaricare la carrozzina.-

Mi slacciai la cintura di sicurezza e aprii la portiera.Mi concessi un secondo per osservare la villa.

Ovviamente,non potevo aspettarmi altro.

La visione della dimora dei Cullen mi risultava impossibile per via dell’enorme muro che la circondava,ma gia mi capacitavo delle  sue dimensioni interne.

La vecchia Peugeot di mia madre,che usavamo molto raramente(era lì lì per spegnersi definitivamente) sembrava un catorcio in confronto alle porche e alle Ferrari che passavano ogni tanto,e l’enorme via contornata di palme sembrava non terminare mai,intervallata da maestose ville gigantesche.

Non mi sarei stupita di vedere passare Britney Spears o Paris Hilton a passeggiare con il proprio cane.

Sembrava di essere in un altro mondo rispetto al mio quartiere,nonostante fosse la stessa città.

Con un sospiro,slacciai la cintura intorno al corpicino di mia figlia,che ora era sveglia,e se ne stava sull’ovetto tranquilla nel sedile posteriore.

Mia madre smontò la carrozzina e io la infilai dentro.

 

Ancora pochi minuti,e l’avrei rivisto.

 

-Allora…dimmi quando devo venire a riprenderti - disse mia madre.

-Va…va bene-risposi,non molto cosciente.

Mi abbracciò forte.-Buona fortuna tesoro.-

-Ciao piccola –disse poi salutando poi Elizabeth.

Con un sospiro,la vidi salutarmi dalla macchina,poi riavviare il motore e ,quando sparì definitivamente,con un sospiro mi voltai.

L’enorme cancello nero mi agitava ancora più del solito. Spinsi la carrozzina e mi avvicinai al citofono con videocamera.

-Perfetto- borbottai.

Con mano tremanti,suonai.

Nessuno mi chiese chi fossi,forse avevano visto dalla videocamera. Nel pensare ciò,le mie gambe tremarono di nuovo.

Il cancello elettronico si aprì e una villa,simile a quella dei miei sogni,si parò dinanzi ai miei occhi.

Una piscina enorme,con l’acqua più trasparente e azzurra del cielo,era circondata da un profumato e curato prato verde.

Scuotendo la testa di fronte a tanta ricchezza,mi avviai per il sentiero marcato da una serie di sassolini artistici fino a ritrovarmi davanti alla villa color panna dei Cullen.Le vetrate erano ampie e trasmettevano un senso di calore.

Lentamente,sollevai la carrozzina e salii i gradini del portico.La figura di Esme,commossa,si avvicinò fino a delinearsi del tutto.Il cuore batteva più forte di un martello.

-Oh,tesoro-mi salutò,aprendo l’ampia porta finestra e sbirciando nella carrozzina.-Vieni,entra-

-Ciao piccolina-sussurrò,commossa.

Elizabeth la guardò indispettita.

L’agitazione era arrivata ad un livello tale che fu difficile concentrarsi sull’ambiente che ci circondava.

-Vado a chiamarlo-disse soltanto,dopo pochi secondi.

Nella casa non si udiva alcun rumore. Pregai che fossimo soli.

Esme salì una rampa di scale e sparì di sopra.

Mi imposi di restare calma.

 

Bella,e’ tutto a posto. Sei nel giusto. Stai facendo quello che avrebbe fatto chiunque altro.

 

Tentando di stemperare la tensione,rivolsi un’occhiata all’ambiente.

Come a Forks,i Cullen avevano evidentemente tentato di riprodurre tutto con toni molto chiari .Il colore prevalente era il bianco.

Un caminetto,naturalmente spento,era circondato da quelli che parevano,alla vista, soffici divani bianchi .

Notai che le pareti,cosi come i tavolini,erano decorati con quadri e statue molto etniche;che fossero di ritorno da qualche paese del Sudamerica?

Prima che potessi perdermi in queste riflessioni,udii dei passi dietro di me.

Mi voltai espirando lentamente,e posando le mani sul manico della carrozzina di Lizzie.

Esme non c’era.

Edward stava fermo sul terzultimo scalino della scala,la mano poggiata sul corrimano.

Di nuovo,la voragine nel petto si riapri,questa volta ancora più forte,ancora più dolorosa. Una morsa mi stringeva lo stomaco,mentre contemplavo ancora una volta i suoi limpidi occhi verdi .Il fisico,più simile ad una statua greca che a un essere umano,era coperto da un paio di jeans e una camicia a mezze maniche bianca.

Mi guardava sorpreso,come stentasse a credere che fossi veramente li.

Che Esme non gli avesse veramente detto nulla?

- Ciao -

La voce mi uscì tranquilla,pacata;lentamente,avvertii l’agitazione scemare,e la tranquillità che egli sapeva infondermi pervadere il mio corpo e la mia essenza.

I suoi occhi di nuovo saettarono verso la carrozzina,e ci rimasero più del dovuto.

-Ciao Bella-

La sua voce,una meravigliosa sinfonia.

Lentamente,scese gli ultimi due gradini.

In completo imbarazzo,mi guardai intorno,alla ricerca di Esme.

Luì sembrò intuire il mio sguardo.

-Esme non c’è. Lei…mi ha detto che eri qui .E che dovevi parlarmi-

Era ancora sorpreso.

Sentii il sangue affluire sulle guance e gettai un rapido sguardo a Elizabeth,sveglia e attenta.

 

Tesoro,questo è il tuo papà.

 

-Io…si…si dovrei parlarti-balbettai,passandomi una mano tra i capelli.

Sembrava così…strano.Dopo tutto quello che avevamo condiviso.In un’altra vita,forse.

Il suo sguardo vagò per il mio corpo,fino a posarsi sul mio viso,fissandomi intensamente.

Arrossii ancora di più.

-Se vuoi…possiamo sederci,o andare in camera mia,come…come preferisci…-

Il suo sguardo ora era fugace .Sembrava quasi dedicarmi un’attenzione minima. O forse,era semplicemente…nervoso.

 

Cosa ti aspettavi Bella?Ti ha lasciato.

 

Poco importa,mi dissi mentalmente. Dirò quello che di diritto deve sapere,e me ne andrò.

-No,q-qui… va benissimo-

Piano,mi sedetti sul divano,di fianco la carrozzina. Lui mi imitò, sedendosi su quello di fronte.

I suoi occhi vagavano molto spesso sulla carrozzina.

-Devo chiederti scusa-mormorò,lo sguardo puntato ora a terra. Sembrava a disagio,ora. Timido.

-Ieri,se sono scappato in quel modo,ma ero..-

-Sorpreso-completai io per lui. Per un breve istante sorrisi,e lui ricambiò,alzando lo sguardo.

Ma fu questione di un attimo. Immediatamente,arrossii di nuovo.

Presi un respiro e aprii la bocca per parlare,ma lui mi precedette.

-Bella,devo spiegarti cosi tante cose- Il suo tono era diventato addolorato.

-Oh- riuscii solamente a dire.

-Ma dimmi tu.Sei venuta qui per un motivo specifico?-

Era speranza quella che udivo nella sua voce?

Di nuovo,lo sguardo venne puntato sulla carrozzina.

Chissà cosa aveva pensato in quei due giorni.Possibile che non avesse ancora capito?

-Io…sono qui per parlarti di una cosa molto importante. Io,Edward,non so da dove cominciare…-

Lui aprì la bocca,ma un mugolio forte di Lizzie lo stroncò sul nascere.

Con le mani che tremavano,mi alzai e mi avvicinai alla carrozzina.

Lizzie si stava agitando ,e scalpitava le gambe e le braccine.Evidentemente aveva caldo.

Con un sospiro,la presi in braccio,posando una mano sul suo sedere e l’altra sulla schiena,e le poggiai il capo sulla mia spalla.

Colsi di sfuggita lo sguardo pieno di meraviglia di Edward.

-E’…una bellissima bambina.L’ultima…l’ultima volta mi avevi detto che tua madre aveva intenzione di avere un altro bambino.E’ semplicemente bellissima.Sarei contento se le porgessi i più sinceri auguri da parte mia-

 

Oh.mio. Dio.

 

Mi ero completamente dimenticata.

Poco prima che Edward se ne andasse,a Settembre, mia madre mi aveva riferito che lei e Phil avrebbero voluto provare ad avere un bambino.Ne ero rimasta sorpresa,ovviamente.E l’avevo riferito ad Edward.

Ma non era cosi la storia ora.

Chiusi gli occhi,mordendomi il labbro.

Immediatamente,percepii uno spostamento d’aria intorno a me. Il tempo di riaprire gli occhi,e due verdi erano vicinissimi a me,che mi guardavano intensamente.

Edward si era alzato velocemente, e ora mi fissava con occhi preoccupati. Tra di noi,Elizabeth,che guardava curiosa quello che era suo padre.

-Bella?Cosa succede?Ti senti bene?-chiese preoccupato.

La sua vicinanza non mi faceva molto bene. Soprattutto,non mi aiutava a mettermi in una condizione agevole per quello che stavo per dirgli.

-Sì,Edward,sto bene,grazie-

Mi guardava ancora preoccupato.

Poi il suo sguardo si posò sulla piccola e sorrise dolcemente.

Sembrava quasi che i miei sogni si fossero avverati per volontà della Divina Provvidenza. Avrei voluto prolungare quell’istante per sempre.

-Ti somiglia tantissimo-disse,osservandola attentamente. Possibile che non vedesse quanto fossero simili?

Era la nostra fotocopia .Con uno sguardo Esme se ne era accorta quella mattina.

-Edward,lei non è mia sorella-sussurrai,con la voce che tremava. Percepivo la presenza calda di mia figlia tra le braccia,e mi imposi di portare a termine la frase.

Lui sollevò lo sguardo,stupito.

- Edward,lei è nostra figlia-.

 

A me sinceramente non piace molto.Non è come lo avevo programmato nella mia testa,ma questo è quello che è uscito fuori.Siete autorizzate a lanciare pomodori ^^

Una cosa : non giudicate male il comportamento di Edward,lui è ancora follemente innamorato di Bella.Ma ,come tutti gli altri Cullen è reduce da un cambiamento molto forte ^^

Mi raccomando,aspetto qualche spiegazione su come inserire le immagini! *me incapace*

Grazie di cuore a tutti <3

Alla prossima settimana,spero^^

Cristina

 

 

 

  
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