Dunque dunque. Qeusto è il seguito di "Late" e sarebbe consigliabile
averla letta...^^'
Anche questa è slash (ovviamente) e la coppia
è la stessa di "Late". Fa riferimento a numerose puntate, e si
aggancia alla puntata finale "Exodus" anche è leggermente diverso
lo svolgimento dei fatti.
Buona lettura! ^^
Alla prox...baci!!
JM
~COMING BACK~
-Papà!! Papà!! Aiutami!
Non lasciarmi solo!!-
Una voce, confusa, il moccioso che
grida. Acqua, tanta acqua. Mi hanno sparato, che succede? Chi sono?
Perchè vogliono portarlo via? Il rumore, il rumore diminuisce, se ne
stanno andando, lo portano via. Delle braccia cercano di riportarmi a galla, mi
rendo conto che non sto neppure cercando di salvarmi, mi sto lasciando andare.
Le braccia mi riportano tirano su, mi riportano a galla...sento delle parole
che non riesco a capire, ma la voce la conosco, è Jin.
Il dolore alla spalla quasi non lo
sento, non mi importa del dolore, non mi importa più di nulla. Lasciami
andare Jin, non ho voglia di sopravvivere, lasciami andare...
Non potremo mai andarcene dall'isola,
loro non ce lo permetteranno mai.
Saremmo dovuti rimanere, nascoderci, combattere.
Ma ora mi importa solo di lasciarmi
scivolare, di scendere giù, sempre più giù, e non tornare.
Perchè diavolo vorrei poter vivere? Avevo poche ragioni quando avevo una
speranza di lasciare quella fottuta isola, ora che sono cosciente di non
poterla lasciare perchè dovrei voler vivere?
Esatto, sono un codardo, ditelo pure.
Non mi importa.
Cazzo Jin, lasciami andare! Lasciami!
"Mi mancherà la tua faccia tosta... " Le
ha scritte Jack queste parole, chissà se sono vere. Non so se voglio
scoprirlo, sono troppo codardo. Già me lo sento "Smettila di piangerti addosso e comportati
da uomo!" E' esattamente quello che mi direbbe ora...
Forse dovrei davvero smettere di
autocommiserarmi e iniziare a lottare...No, è troppo tardi, sento che
l'aria nei polmoni sta finendo, le braccia di Jin non sono sufficienti per
tenere a galla il corpo a peso morto.
Altre due braccia iniziano a
sollevarmi e sento l'acqua scivolare velocemente via dal viso. Sbatto le
palpebre un paio di volte mentre tutto si offusca e piano piano scivolo
nell'incoscienza.
Apro gli occhi e una dolorosa fitta
alla spalla mi ricorda che sono ancora fottutamente vivo. Sto galleggiando legato
a qualcosa che mi tiene a galla, Jin. Nota che mi sono svegliato e mi chiede
qualcosa in coreano, credo voglia sapere come sto.
Bene, grazie a te figlio di puttana!
Mi limito ad annuire stancamente e
noto che ha usato la sua camicia per fasciarmi la spalla. Come diavolo ci sia
riuscito in queste condizioni non lo so davvero. Michael è a poca
distanza da noi, siamo tutti legati con delle cime di fortuna all'unico fascio
di bamboo rimasto intatto. Le palpebre mi cedono, mi sento debole, devo aver
perso parecchio sangue, ma che mi importa?
-Ehi, tienilo sveglio!- esclama
Michael avvicinandosi. Mi scuote la spalla sana ma lo ignoro, continuo ad
abbandonarmi alla deriva della mia mente. Siamo spacciati, fottutamente
spacciati, che senso ha resistere?
Di nuovo i miei occhi si chiudono, ma
prima di abbandonarmi definitivamente memorizzo un'ultima immagine: l'isola
è davanti a noi, a qualche miglio, è visibile...e poi buio, buio
completo.
Vorrei tanto poter dire che la mia
storia finisce qui, ma non è così. Purtroppo o per fortuna? Non
lo so...
Qualcosa di fresco si posa sulla mia
fronte e alcune gocce scivolano sulle tempie, dandomi momentaneo sollievo dal
caldo. Caldo? I morti non hanno caldo! Un momento...
Apro gli occhi e noto con dispiacere
che c'è fin troppa luce, di certo non sono all'inferno. C'è una
figura davanti a me, è sfocata, non la riconosco; sbatto velocemente le
palpebre e piano piano le sagome assumono forme e le forme assumono un senso. E
capisco che se sono morto quello è il paradiso, non certo l'inferno.
Mi sta dando le spalle, ma anche in
questo stato di intontimento lo riconoscerei.
-Ja...Jack...- chiamo a fatica. Ho la
gola secca, mi brucia. Si volta di scatto e viene verso di me.
-Sawyer...come ti senti?- mi domanda
preoccupato.
-Vivo...-
Tossisco e cerco di mettermi a
sedere.
-'Sta giù, sei ancora troppo
debole, hai perso molto sangue...-
Mi fa sdraiare di nuovo, e non
oppongo resistenza, sono debole. Lo osservo attentamente e noto un particolare
familiare.
-Anche tu a quanto pare...-
Accenna un sorriso stanco e prende un
bicchiere improvvisato. Bevo avidamente e mi sfiora l'idea che forse tirare le
cuoia in acqua non era una poi così cattiva idea.
-Quant'è che...?- mormoro
piano poche parole, mi brucia da cani la gola, fatico anche a respirare.
-Siete stati in acqua due
giorni...siete arrivati due giorni fa a riva...-
Mentre parla mi toglie il panno dalla
fronte e lo sciacqua nell'acqua fresca. Di nuovo il sollievo si fa sentire.
-E mi dica dottore, ce la
farò?- chiedo dimostrandogli che non ho affatto perso il mio sarcasmo su
quella zattera.
Mi guarda per un attimo negli occhi
ma distoglie quasi subito lo sguardo. Annuisce ma si ostina ad evitare i miei
occhi; mi sto sentendo una merda, so che sono le parole che mi ha scritto a
metterlo in imbarazzo.
-Quando hai fatto la trasfusione?-
-Stanotte...-
Ora sta togliendo la fascitura alla
spalla e sta sciacquando la ferita.
-Vai a riposarti-
Mi volto dalla parte opposta e fisso
lo sguardo sul telo che delimita quell'infermeria improvvisata. Le parole che
mi ha scritto mi scorrono nella testa come un cartellone pubblicitario al neon,
non riesco a dimenticarle.
Lo sento alzarsi e allontanarsi
velocemente, mi sfiora il pensiero che potrebbe essersi offeso. Immagino che
neanche per lui sia facile avermi di nuovo tra i piedi dopo avermi scritto quel
biglietto.
No, non se n'è andato. Sento
che inizia a spalmare qualcosa sulla ferita, dev'essere una specie di crema
cicatrizzante. Brucia, cazzo!
Mi lamento e cerco di spostarmi, ma
mi trattiene fermamente. Mi volto e lo fulmino con lo sguardo, ottenendo in
risposta un piccolo ghigno.
-Vai a riposare- ripeto osservando
l'espressione concentrata sul suo volto mentre mi fascia di nuovo la spalla.
-Sto bene...-
Ha il tocco leggero, in tutta la
medicazione non ho mai sentito dolore, tranne che il bruciore della crema. Non
è solo un medico, è un ottimo
medico. Suo padre aveva ragione.
Sento che è questo il momento,
devo dirglielo, mi sono già pentito una volta di non averlo fatto.
-Jack...- lo chiamo piano, lui si
volta guardandomi incuriosito da quel tono quasi triste.
Apro la bocca e inizio a raccontare.
Il bar, l'uomo che inizia a parlare, il fatto che fosse un medico, che avesse
un figlio, che si sentisse in colpa, che avrebbe voluto far sapere a suo figlio
quanto lo stimasse e quanto gli volesse bene. Ho una paura folle che non mi
creda, ho paura che mi tiri un pugno e mi abbandoni a me stesso. Infine gli
dico il nome, Christian.
I suoi occhi sono pieni di lacrime,
le trattiene a stento. Doveva amarlo davvero molto, doveva aver sofferto
davvero troppo a causa sua.
Annuisce lentamente e si alza,
dandomi le spalle. Si passa il dorso nella mano sugli occhi, deve fare ordine,
deve fare chiarezza.
-Riposa...- mi dice semplicemente,
prima di guardarmi un'ultima volta e lasciare la pseudo-infermeria.
Ancora una volta mi abbandono al
sonno, ma stavolta ho la certezza che ci sarà un risveglio, anche se
l'idea non mi alletta più di tanto.
-Sawyer...Sawyer...-
Apro pigramente gli occhi, non ho
voglia di svegliarmi. Jack è seduto di fianco a me e regge una specie di
ciotola.
-Coraggio, riesci a metterti seduto?-
Annuisco e faccio forza sulle
braccia, ottenendone solo un forte dolore alla spalla. La guardo e noto che
deve già aver cambiato la fasciatura.
Appoggia la ciotola e si alza,
raggiungendomi e aiutandomi a sollevarmi. Odio essere così debole,
così indifeso, ma devo ammettere che la sua vicinanza non mi dispiace
affatto. Sollevo lo sguardo sul suo viso, a pochi centimetri dal mio. Finalmente
sono seduto e fa per allontanarsi, ma si accorge di quanto siamo vicini.
Per un attimo ci fissiamo negli
occhi, e mi sembra che mi si possa fermare il cuore. Non avevo mai notato
quanto verdi fossero i suoi occhi. Diavolo, non avevo neppure notato che
avessero delle screziature castane così pronunciate.
-Jack, puoi venire un attimo?-
Kate appare da dietro il telo e
l'incantesimo che si era creato in quei pochi istanti svanisce come neve al
sole.
-Ah, Sawyer, sei sveglio...- osserva
perplessa.
Le rivolgo il sorriso più
geniunamente sarcastico che riesco ad elaborare e osservo Jack raggiungerla al
di là del telo.
Dannata Lentiggini. Era forse il
momento che avrebbe potuto dare un significato alla mia sopravvivenza e lei
l'ha distrutto. Ehi, un attimo, da quando sono diventato così
dannatamente sentimentale? Due giorni in acqua sotto al sole mi hanno fuso il
cervello.
Pochi istanti e Kate raggiunge il mio
lettino.
-Come ti senti?-
-Potrei stare molto meglio-
So di essere scortese, ma non sono
particolarmente in vena di conversazioni amichevoli con gente di cui non mi
importa assolutamente nulla. E lei sembra averlo capito.
-Gli altri non sono arrivati, si sono
ritirati la mattina dopo la vostra partenza.-
-Hanno preso il moccioso...-
-Lo sappiamo.-
-Bene-
Ammetto che non sia la migliore
conversazione che io abbia mai avuto, ma è già qualcosa contando
il fatto che lei è l'ultima persona dell'isola con cui voglio parlare.
All'inizio non era male, anzi,
sembrava quasi che tutto ciò che avevamo in comune ci avrebbe potuto
portare un qualche tipo di legame, ma non è stato così.
Per quanto riguarda me, mi sono reso
conto di come guarda il dottore, e la cosa mi irrita. Lo considera sua
proprietà, come se avendoci messo gli occhi addosso per prima ci avesse
acquistato un qualche diritto. Per quanto riguarda lei, beh, credo che mi odi
per più di un motivo, ma principalmente perchè so mentire meglio
di lei.
Finalmente decide di andarsene e
proprio in quel momento torna Jack. Prima che lei se ne vada si scambiano uno
sguardo, lui sembra irritato.
Si siede lì accanto e mi porge
la ciotola che aveva appoggiato prima. Cibo.
-Che è successo con Kate?-
chiedo iniziando a mangiare.
-Che intendi?- replica asciutto,
un'ulteriore conferma al mio sospetto.
-Ho visto come la guardi, avete
discusso.-
Mi guarda sorpreso, indeciso se
rispondermi o no.
-Ha voluto che lasciassi andare
Michael e altri due a cercare Walt e gli altri.-
-E' una pazzia...-
-Ho cercato di convincerli, ma non ne
hanno voluto sapere...e Kate ha dato a Michael una pistola.-
-Come l'ha presa?-
-Non ne ho idea...-
Mi passa dell'acqua che
immediatamente bevo, tutta d'un sorso. Mi importa ben poco di quei testardi, se
la vanno a cercare.
-Devi essere davvero in gamba...-
commento con fare vago. -Se riesci a salvare qualcuno che non ha nessun
desiderio di vivere...- concludo fissandolo negli occhi, con fare stanco, ma
come sempre strafottente.
Mi guarda un po' stupito un po'
triste, poi accenna ad un sorriso.
-Si vede che ne avevo abbastanza per
entrambi...-
-Perchè?-
Invece che rispondermi mi sorride, e
si alza.
-Vado da Claire, mi ha chiesto di
visitare il bambino.-
Annuisco e lo osservo uscire.
Sono un codardo. Ero su quella
dannata zattera e mi pentivo di non potergli più parlare, ora sono di
nuovo qui e non ne trovo il coraggio. Sono un codardo.
Devo aver dormito ancora parecchie
ore, ed è sempre lui a svegliarmi.
-Dottore...si è salvato
qualcosa della zattera?-
-Intendi la zattera o la tua roba
sulla zattera?-
-Sei perspicace...niente?-
Scuote la testa, e dal quel gesto
prendo coscienza che ho perso ogni mia fonte di sopravvivenza sull'isola, ora
sono solo e senza un soldo, come si suol dire.
-Danielle dice che gli altri ora non
torneranno...-
Alzo le spalle e dimostro la mia
indifferenza per l'informazione. Me la saprei cavare se tornassero, so
nascondermi e so scappare.
-Sawyer...- mi chiama.
-James.- lo correggo.
Mi guarda confuso e mi scappa una
debole risata a quell'espressione smarrita.
-Mi chiamo James, non Sawyer...-
spiego osservando lo stupore nei suoi occhi, che tenta inutilmente di celare.
-Perchè hai tanta voglia di
morire, James?-
Lo fisso di nuovo negli occhi;
è molto vicino, non quanto l'altra volta, ma abbastanza perchè
possa perdermi nei suoi occhi.
-Sono stanco...-
Fuggire, nascondersi, fingere di
essere chi non sono...sono davvero stanco. Sa che intendo questo e non mi
riferisco alla stanchezza fisica.
-Ora puoi smettere...- mormora
avvicinandosi leggermente.
-Lo so-
Sono le sue visite ormai che
scandiscono queste prime giornate. Mi ha categoricamente vietato di muovermi
fino ad un suo ordine, e io non ci tengo certo a tornare là fuori sotto
il sole tanto presto. Tornare a stare sulla spiaggia mi appare come un incubo.
Finalmente arriva il mio chirurgo
personale e mi chiede se penso di riuscire a stare in piedi.
Rido e salto in piedi come una specie
di grillo.
-Mi hai viziato talmente tanto che
ormai non ricordo neppure di essere stato debole...- lo canzono raggiungendolo
e ridendo della sua faccia fintamente seccata.
-Approfittatore.-
-Sei tu che mi hai praticamente costretto
a rimanere a letto.-
-Pensavo stessi male.-
-Supposizione errata dottore...-
Con un ultimo sorrisetto beffardo mi
incammino verso l'uscita delle grotte, verso il sentiero che porta in spiaggia.
Arrivo in poco tempo, qualche giorno
non basta per dimenticare la strada, ma quando giungo alla "mia
capanna" noto con dispiacere che è abbastanza affollata.
Sayid e Shannon sono comodamente
seduti uno accanto all'altra e leggono non so che pezzo di carta. Prima che si
possano accorgere di me faccio dietrofront; non ho voglia di litigare con la
nuova coppietta. E' quasi un sollievo sapere che non devo tornare sulla
spiaggia. Ma ora?
Mi incammino svelto sulla via del
ritorno per le grotte, cercando di zittire la vocina nella mia testa che
continua a ripetere che è patetico chiedere ospitalità. Beh,
quella vocina mi ha già procurato abbastanza guai.
Mi dirigo verso Jack, intento a
riempire delle bottiglie d'acqua.
-Già di ritorno? Cos'è,
ti mancavo?-
"Sì"
-Spiritoso...-
-Che c'è?-
-Beh...alla spiaggia si sono insediati
in casa mia...mi chiedevo se qui...-
Mi guarda scioccato, io che chiedo
ospitalità!?
Per favore dottore, tutto ma non la
pubblica umiliazione.
-Certo...ma tieni conto che qui si
contribuisce tutti...-
-Nessun problema, se il medico lo
permette posso mettermi al lavoro...- scherzo sollevato.
Mi sorride e finisce di riempire la
bottiglia che ha in mano.
-Vieni, si è liberato un posto
ieri, Shannon è andata a stare in spiaggia...- mi informa.
-Me ne sono accorto- replico ironico.
Mi conduce in un piccolo antro e mi
mostra un brandina improvvisata e una specie di tenda che dovrebbe fare da
porta.
-Avevo in mente di metterla all'asta,
ma se vuoi è tua...- dice divertito.
-Grazie, Jack...-
Mi risponde con un piccolo sorriso,
poi si volta e torna al suo lavoro.
E' già passata una settimana
da quando sono tornato, e non sembra cambiato nulla. Michael e gli altri due
sono tornati, non hanno trovato nulla. Ci avrei scommesso, chissà in che
speravano...
E chissà in che speravo io.
Col dottore non è cambiato molto, l'unica differenza è che le
battutine sarcastiche sono aumentate, e che l'aria si è fatta più
amichevole. Il fatto che lui sia identico a prima implica che sia io quello che
si comporta in modo diverso. E' un dato di fatto, e non ho ancora trovato il
modo per negarlo; questa dannata isola sta facendo effetto anche a me, sto
diventando un sentimentale.
Non è, e ripeto, non è
normale che mentre stiamo andando alla ricerca di frutta, o mentre lo aiuto con
l'acqua per la spiaggia a volte non senta neppure quello che mi dice
perchè sono troppo impegnato ad osservare meticolosamente i suoi
movimenti o, peggio ancora, il suo fondoschiena. Mi sento un idiota per il
semplice motivo che stavolta non è il mio organo riproduttivo a mandarmi
su di giri, ma qualcosa che sta qualche centimetro più in alto, nella
parte sinistra del petto. Qualcosa che ha rischiato di smettere di battere, ma
che lui è riuscito a far battere più forte che mai. In senso
letterale e figurato.
Cazzo! Ecco che ci risiamo...sto
diventando una donnetta romantica. Tre mesi fa non avrei mai formulato pensieri
del genere. Incredibile quanto una persona ti possa cambiare.
-Sawyer, mi stai ascoltando?- mi
chiede irritato. Apprezzo il fatto che non mi chiami James quando c'è
altra gente, ha capito che non voglio che si sappia senza che io gli dicessi
nulla.
-Veramente...no- confesso con un
ghigno.
-Devi portare queste giù alla
spiaggia, io non posso...- mi dice porgendomi uno zaino.
-Cos'è?- chiedo aprendolo.
-Alcuni medicinali di cui hanno
bisogno, devi consegnarli a Shannon, ho spiegato a lei le somministrazioni.-
-Un'apprendista...-
Ride e annuisce, tornando da Hurley,
l'uomo paffuto dev'essersi slogato una caviglia scappando da un cinghiale...o
viceversa? Non ho ben capito...
Mi incammino tranquillo. E
così quell'oca ha trovato un suo scopo esistenziale sull'isola? Non ci
speravo più.
Arrivo, consegno le medicine e me ne
vado. Tranquillo, pulito, veloce. Fosse tutto così semplice su
quest'isola.
Ritorno alle grotte in meno di
un'ora, e trovo Jack inginocchiato alla piccola cascata intento a riempire
altre bottiglie. Ma lo fa come svago? Si diverte?
-Ehi dottore, una mano?- chiedo
accuciandomi accanto a lui. Noto che ha il viso imperlato di sudore e l'aria
stanca.
-Ho fatto, grazie..- mormora in
risposta alzandosi e mettendo le bottiglie nello zaino.
-Dove stai andando?-
-Aiuto Locke e Jin con la caccia.-
risponde indicando i due che si stanno preparando.
-Negativo dottore, in tutta la
settimana non ti ho visto fermo un solo dannato minuto-
-Sawyer ha ragione, devi rilassarti
Jack, o crollerai...ci pensiamo noi due, ce la possiamo fare- interviene Locke
arrivando accompagnato da Jin.
Jack guarda entrambi poi annuisce
stancamente, riponendo lo zaino.
I due si allontanano e mi viene in
mente un'idea che potrei definire, con la dovuta modestia, geniale e
fottutamente idiota allo stesso tempo.
-Seguimi...-
-Cosa? Ma hai appena detto...-
-So quello che ho detto. Fidati, so
come puoi rilassarti...- gli rispondo ghignante, incamminandomi.
-Tempo fa hai detto che ti piace
nuotare e se ti piace tuffarti questo è il posto ideale...- lo informo
quando giungiamo a piccolo laghetto in cui abbiamo ritrovato la valigetta io e
Lentiggini.
-Io adoro tuffarmi...- mormora
slacciandosi la camicia. Senza scherzare, sembra un bambino al luna park.
Inizio a svestirmi anch'io, lasciando
i vestiti accanto ai suoi. Entrambi ci tuffiamo in acqua con addosso solamente
i pantaloni.
Riemergo quasi subito, ma non lo vedo
in giro. Qualche secondo dopo sento qualcosa che mi afferra la caviglia e tenda
di tirarmi giù. Mi divincolo e pochi istanti dopo Jack sbuca e inizia a
ridere.
-Idiota!- esclamo senza troppa
convinzione, iniziando anch'io a ridere poco dopo. Non ridevo per una
sciocchezza simile da quando avevo sei anni, forse anche meno.
-Questo posto è stupendo...-
-E' dove abbiamo trovato la
valigetta...credevo che Kate te l'avesse mostrato.-
Scuote la testa poi si immerge di
nuovo, sbucando diversi metri più in là. Di nuovo scompare e
sbuca di nuovo in fianco a me.
-Non nuoti?- mi chiede passandosi una
mano tra i capelli che ormai iniziano a crescere.
Gli indico a spalla.
-Fa ancora male?-
-Un po'...-
-E' normale.-
-Lo so.-
Si avvicina lentamente, io sono quasi
a riva, tocco il fondo con i piedi e mi appoggio ad una parete di roccia dietro
di me.
-Cosa ti ha cambiato così
tanto James?- mi chiede fissandomi serio negli occhi.
Sospiro. Come diavolo faccio a
rispondergli senza sembrare una femminuccia sdolcinata? Oh, ma che diavolo mi
importa, è tempo di chiarire come stanno le cose!
-Un insieme di fattori...- rispondo
semplicemente.
-Ad esempio?-
-Ad esempio le tue parole su quel
biglietto. Ad esempio il tuo comportamento prima che partissi. Ad esempio il
fatto che tu mi abbia salvato la vita.-
Rimane in silenzio, ma continua a
fissarmi dritto negli occhi. Riesco a percepire che in questo preciso istante
è radicalmente cambiato il nostro legame, ma ancora non riesco a capire
come.
-Pensi davvero quello che hai
scritto?- gli domando cauto.
Lentamente avanza verso di me.
-Che ti piaccia o no, sì...-
risponde senza mai distogliere lo sguardo.
A quelle parole mi scappa un sorriso.
-Sarebbe carino che tu non
ridess....- inizia seccato, ma le mie labbra bloccano le sue.
E' stato un attimo, un impulso
irrefrenabile, un istinto che non ho potuto reprimere.
Lentamente prendo tra i denti il suo
labbro inferiore, tormentandolo con la lingua, dopodiché approfondisco
il bacio, cauto. Sentendo che non mi respinge anzi, ricambia volentieri mi
rilasso e lascio sciovolare via la tensione insieme alla sua lingua. E' un
bacio lento, sensuale, esattamente come l'avevo immaginato.
Ci separiamo dopo alcuni istanti e mi
guarda divertito.
-Da quanto tempo?-
-Più o meno da dopo che mi
avete torturato-
Il suo sguardo si intristisce. Ho
detto una cazzata.
-Ehi, scherzavo...neanche lo ricordo
più quel giorno. Non so di preciso quando l'ho capito, ma il periodo
è stato quello. E tu dottore?-
-La visita per gli occhiali.- ammette
con un sorrisetto.
-Quella è stata davvero una
bastardata.- rispondo seccato.
-Io mi sono divertito...- commenta
tranquillo.
-Certo dottore, sei sempre tu a
divertirti.- replico imbronciato.
Si avvicina e mi attira verso di
sé passandomi una mano dietro alla nuca.
-Vediamo se si può fare
qualcosa...- mi mormora sulle labbra facendo aderire i nostri corpi. Io amo
quest'uomo!
Il resto, credo, potete benissimo
immaginarlo. Effettivamente alle grotte si sono chiesti dove fossimo finiti per
quasi tre ore...