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Autore: Purelove    02/03/2010    5 recensioni
EDWARD POV: "Qualcosa però si è risvegliato o è arrivato.
Qualcosa di schifoso e potente.
energie.
Non avrei mai pensato in tutta la mia vita di scontrami in qualcosa di così fottutamente puro. Non una macchia intaccava la sua aurea, neppure il Papa era così puro.
Mi avvicino a lei perdendo quasi completamente le energie, solo una fiammella dentro di me era vigile e mi permetteva di resistere a quell'onda di potere così intenso e puro.
La guardo rimanendo abbagliato. La ragazza indossa un semplice abito bianco che con i raggi della Luna sembrava quasi trasparente, una benda dello stesso colore dell'abito era stretta intorno ai suoi occhi privandomi della vista dei suoi occhi, i capelli sono di un castano rossiccio con delicati boccoli che le ricadono sulle spalle.
Sarebbe fantastica se non fosse per la sua aurea così bianca e pura.
-Cosa diavolo sei?-ringhio accasciandomi al suolo a meno di un metro da quella creatura."
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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PRIGIONIERA
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EDWARD:

Non volevo ammettere di essere scosso da questa nuova creatura spuntata dal nulla più assoluto.
Avrei dovuto saziare la mia sete con quelle stupide umane che hanno risvegliato qualcosa di così potente. Le visioni di mia sorella sono confusionarie e per niente utilizzabili. Sono sconcertato.
A turno ci siamo scambiati per osservarla e tenerla d'occhio.
Non potevamo resistere a lungo in sua presenza, era estenuante perfino per Carlisle che reputo essere il migliore tra tutti noi visto il suo passato. Più volte però sono dovuto correre quando di guardia era Alice. Potevo leggere nella sua mente la volontà di avvicinarsi alla creatura e cercare d'instaurare un rapporto ma per fortuna sono sempre riuscito a fermarla prontamente.
Non si è mai allontanata quella strana ragazza dalla radura dove l'avevo trovata solo una settimana prima, non ha fatto nemmeno un gesto che potesse metterci in allarme. Restava semplicemente in piedi; la benda a coprirle gli occhi ci impediva di accorgerci se ci stava osservando.
«Non possiamo lasciarla lì così...» si lamenta Alice quando mi vede arrivare per darle il cambio.
Dopo una settimana il vestito candido si era come ingiallito e la pioggia degli ultimi giorni non aveva fatto altro che appiccicare il tessuto al suo corpo rivelando le sue forme sinuose e generose. Un fiotto di veleno riempie nuovamente la mia bocca desiderando di affondare i denti nel suo morbido collo.
«Non ci provare nemmeno Edward se non vuoi morire...» avverte Alice guardando nel mio futuro sebbene mi tenesse all'oscuro della sua visione.
Recupero il controllo del mio corpo e della sete mantenendo una posizione eretta cercando di dare una falsa illusione di tranquillità.
«Guardala...non può restare così.»
Mi permetto nuovamente di osservarla, rannicchiata in mezzo alla radura cercando forse di darsi un minimo di calore. L'aria gelida di Forks non è propriamente l'ideale se si è vestiti leggeri come lei.
«Sei proprio sicuro di non poterle leggere la mente?» chiede Alice anche se percepisco già l'affaticamento del suo corpo per il prolungamento in questo luogo che si sta lentamente purificando.
Riprovo a cercare la sua mente ma niente. Non un solo pensiero riesco ad afferrare da quella creatura. «Potrebbe essere causato dall'effetto che ha su ognuno di noi. Comunque no, non ci riesco.»
La sento sbuffare ma per fortuna so che i suoi poteri non sembrano essere intaccati.
«Ci stiamo debilitando già solo per esserle a pochi metri di distanza. Hai idea di cosa potrebbe succedere se ci avvicinassimo di più o peggio...la toccassimo?»
Dondola sulle sue ballerine argentate indecisa. Vuole avvicinarsi, vuole parlarle e comprendere cosa le è successo. È come se non ne potesse fare a meno.
«Non potrebbe mai farci del male...ha bisogno del nostro aiuto.» mormora continuando a guardarla.
«Ah, no? Cosa ci sta facendo adesso?»
«Non credo che lo faccia apposta. Forse non se ne rende conto.» azzarda ma è come se stesse cercando di arrampicarsi sugli specchi.
«Resta il fatto che una cosa pura come lei non può assolutamente immischiarsi con noi. Sarebbe innaturale.»
Mia sorella trattiene il respiro e vedo nei suoi pensieri il motivo della sua reazione, la ragazza ora ci sta fissando molto apertamente nonostante la benda che ancora è legata intorno ai suoi occhi. «Aiuto...».
È solo un debole sussurro ma mia sorella ed io lo percepiamo chiaramente. Alice da imprudente qual'è corre verso di lei fermandosi solo pochi centimetri di distanza tendendole la mano.
La ragazza rimane immobile tenendo lo sguardo fisso su di me che sono nascosto da un ampio albero e folti cespugli verdi.
Mia sorella segue il suo sguardo, "Edward, prova a venire tu."
Scuoto il capo con veemenza, non ho assolutamente intenzione di farmi coinvolgere in tutto questo.
«Aiuto...» ripete tendendo la mano ma verso di me.
Alice è visibilmente delusa, lo posso percepire anche se non le leggo nel pensiero.
"Ti prego Edward. Non può rimanere qui per sempre."
Mi avvicino a passo umano osservando la ragazza. Più mi avvicino, più sento le forze vampiresche abbandonarmi e questo non mi piace per niente.
«Cosa intendi fare? Portarla a casa nostra?»
La ragazza è ancora con la mano tesa verso di me ma quando arrivo accanto a mia sorella me ne guardo bene dall'afferrarle la mano.
«Aiuto.» bisbiglia ancora con una voce molto debole che sembra quasi sull'orlo del pianto.
«Edward ti prego. Mi si stringe il cuore a vederla in questo stato.»
Mi acquatto di fronte alla sua mano tesa verso di me. Avvicino lentamente la mia mano alla sua sfiorandole i polpastrelli e continuando ad avanzare sul palmo della sua mano liscio e morbido. Delicatamente afferro la sua mano saldamente.
«E adesso?» chiedo a mia sorella che fissa con lo sguardo vacuo le nostre mani.
Nella sua testa vedo un vecchio rudere ristrutturato, «Esme ha appena finito di terminarla. È abbastanza vicino a casa nostra da poterla tenere sott'occhio.» spiega Alice spiegandomi la sua visione.
«Aiuto.» ripete la ragazza atona.
«È troppo vicina. Ci indebolirebbe tutti.»
Non voglio ammetterlo ma perfino questo semplice contatto ha la forza di annientare la mia forza.
«Stai bene Ed?»
Annuisco. «Portiamola la. Non ci farà del male. Te lo garantisco.»
Alice inizia a correre ma di certo io non mi posso permettere questo lusso con lei a carico. Camminiamo velocemente per quanto è possibile dai tronchi e dai sassi che imperversano sulla nostra strada.
«Non possiamo continuare così, non arriveremo mai.» dico cercando di instaurare una conversazione ma l'unica reazione che ottengo è quella di farla fermare. La osservo sentendomi a disagio non potendo nè leggerle la mente nè poterla guardare negli occhi.
All'improvviso allunga le braccia verso di me. Tentenno non sapendo cosa fare.
«Devo correre. Se ti tieni alle mie spalle potremmo arrivare prima.»
«Aiuto.» mormora con ancora le braccia tese verso di me.
Ma sa dire solo questo? Cercando di non spaventarla mi volto prendendole le mani per agganciarle al mio collo, la sollevo tenendole saldamente le gambe che sono intrecciate sulla mia vita. Il suo corpo morbido è completamente modellato al mio, nuovamente il veleno inonda la mia bocca chiedendo solo di liberare il mostro che è in me e nutrirmi del suo sangue.
Ha la fragranza più buona che ho mai odorato. Posso percepire già il sapore sulla mia lingua ma questo pensiero non fa altro che aumentare la morsa al mio stomaco per la fame.
Cerco di scacciare via quel pensiero concentrandomi sugli odori del bosco amplificati dalla pioggia. «Ti conviene chiudere gli occhi...potresti stare male.»
Appena dico quella frase capisco la stupidità delle mie stesse parole. Sono proprio stupido...ha la benda sugli occhi!
Inizio la mia corsa verso la casetta ristrutturata anche se a causa della sua influenza non riesco a correre velocemente come è mio solito fare. Sono il più veloce tra tutti i vampiri che ho incontrato ma con lei...a causa sua mi sento quasi umano.
Rosalie e Alice mi aspettano sulla porta in attesa. Immediatamente la prendono in custodia staccandola dalla mia schiena.
«Adesso sei al sicuro...» mormora Alice sistemandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Leggo nella testa di mia sorella le sue intenzioni. Vuole prendersene cura iniziando proprio con un bel bagno caldo.
Le osservo sparire dentro la piccola casa in mezzo al bosco. Quando sarò a caccia dovrò ricordarmi di stare ben lontano da qui o non risponderei al mio bisogno di nutrirmi del suo sangue.
Sopraffatto dalla fame inizio la mia caccia. A pochi chilometri trovo un cervo, bevo fino all'ultima goccia di sangue rendendomi pienamente sazio.
Odio quella ragazza dal più profondo del mio gelido cuore...non dovrebbe restare qui con noi. La dovremmo scacciare, mandarla via e lasciarla al suo destino.
Non è certo colpa nostra se quelle tre stupide umane hanno fatto quell'incantesimo che ha causato la sua comparsa nella radura; oltretutto non sappiamo nemmeno cos'è. Di certo non è un vampiro...questo mi basta a catalogarla sulla lista "cibo".
Accendo l'ennesima sigaretta della giornata entrando in casa dove Carlisle mi aspetta ansioso, avevo ricevuto la sua chiamata mentale.
«Esme non è molto contenta. L'ha appena terminata.» mi rimprovera benevolmente visto che sa che non è stata una mia idea, quel piccolo folletto è proprio incontenibile.
«Non sono riuscito a fermarla...»
Annuisce sospirando pesantemente.
"Edward! Ti prego corri!"
Non me lo faccio ripetere due volte, corro verso la piccola casetta correndo su per la scala. Alice e Rosalie stanno cercando di tranquillizzarla invano visto che sembra spaventata fino dalla punta dei capelli fino alle punte dei piedi.
"Provaci tu"
Rivolgo un'occhiataccia a mia sorella. Come può pretendere che io riesca in qualcosa dove lei ha miserabilmente fallito? Sopratutto visto che non ho pazienza per questo genere di cose. Non mi interessa se schiatta...non mi cambierebbe la vita averla viva o morta.
Mi avvicino prestando adeguatamente attenzione. Rosalie e Alice devono averla lavata e cambiato i vestiti. Ora i suoi capelli sono tornati soffici e boccolosi come la prima volta che l'ho vista e indossa dei vestiti molto semplici: una maglietta bianca e un paio di pantaloni dello stesso colore in tela.
Solleva lo sguardo appena mi piego in avanti verso di lei che si è rannicchiata in un angolo in posizione fetale. Tiene gli occhi chiusi ma sembra avermi comunque avvertito la mia presenza.
«Aiuto...» mormora nuovamente.
«Ok, non sa proprio dire niente.» commento ad alta voce sbuffando.
Questa mi sta veramente scocciando.
Adesso dovrei fare anche il baby-sitter? Non credo proprio...
"Ti prego Edward...fallo per me."
Avrei preferito ascoltare Rosalie visto che anche lei, come me, non vorrebbe averla così vicino a noi e non si fida come è naturale che sia per tutti tranne che per Alice evidentemente.
Porto avanti le braccia nel chiaro intento di sollevarla e con mia sorpresa non si ribella anche se io non sono così tranquillo come sembra esserlo lei, nonostante la caccia sento i denti pulsare e pregarmi di affondare i canini.
«Ho bisogno di cacciare. Possiamo lasciarti qui da solo?» chiede Rosalie infastidita. Annuisco posando la ragazza sul letto della camera mentre le mie sorelle escono dalla casa per nutrirsi.
Attaccandosi alla mia camicia mi obbliga a sedersi sul letto insieme a lei e quando sente il mio peso sul materasso sembra rilassarsi leggermente anche se non smette di tenermi.
«Per me...» sussurra.
«Finalmente abbiamo ampliato un pò il vocabolario, eh?» sibilo prendendola in giro ma con mia grande sorpresa non la prende affatto male e capisce perché sul suo volto spunta un sorriso ipnotico.


Ohoho! sono così contenta che vi piaccia! ^_^
Spero di non avervi deluso con questo capitolo, so che non succede niente di che in questo pazzo ma è solo l'inizio quindi portate un pò di pazienza...=)
Ero un pò incerta su questa storia ma a quanto pare vi ho intrigato molto.
Vi ringrazio per tutti i commenti, le preferenze e per averla messa tra le preferite. Sono contentissima.

Ah! una cosa...la frase in latino...
"Asper angelus, inquis ea nos secedo, sed, noster nostri."
in italiano:
"Angelo severo, si dice che vivere e morire per la nostra fede ma il nostro cuore batte come uno solo"
E' stana come traduzione e nn so nemmeno se è completamente giusta ma in latino suonava bene...^_^
Sono pazzoide...lo so...però vi è piaciuto!

Bacioni


   
 
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