IN VIAGGIO VERSO HOGWARTS
- I parte-
1° Settembre
1993
Londra, King’s
Cross
-Non ho mai visto tanti Auror
alla stazione-
Vega inarcò un sopracciglio
perplessa all’osservazione del patrigno.
Si guardò velocemente intorno e
si trovò a dar ragione a Roberto.
Strano, considerò tra sé la
ragazzina.
Scrollò le spalle e spostò lo
sguardo sulla parete di mattoni di fronte a lei, tra i binari 9 e
10.
Non lo avrebbe ammesso
neanche sotto tortura, ma si sentiva un po’ nervosa all’idea di oltrepassare la
barriera che portava al Binario 9 ¾, dove alle
Chiuse gli occhi per un
istante, facendo un respiro profondo.
Quando li riaprì, si ritrovò
già più calma.
-Papà, dobbiamo sbrigarci. Tra
dieci minuti parte il treno e noi dobbiamo trovare uno scompartimento
libero-
Roberto annuì ad Antonio, che
aveva parlato.
-Sì, hai ragione. Avanti,
andate prima voi due. Noi vi seguiamo-
Christian annuì, poi i due
fratelli presero i propri carrelli e corsero verso la parete,
passandoci attraverso senza
intoppi.
-Tocca a noi.
Pronta?-
Domandò Roberto con leggera
incertezza, guardando la ragazza con la coda
dell’occhio.
Vega sogghignò, sentendo lo
sguardo del patrigno su di sé.
Annuì, spavalda, sperando che
l’uomo non notasse il leggero tremolio delle sue
mani.
Roberto deglutì, nervoso. Non
era l’idea di superare la barriera di mattoni a renderlo inquieto, ma quella di
vedere cosa c’era al di là di essa.
Ma perché era ritornato a
Londra? Non ci aveva più messo piede dai tempi dei M.A.G.O. Nemmeno per i suoi
due figli aveva accettato di lasciare la familiare e sicura villetta romana.
E ora, per l’occasione del
trasferimento di Vega da Beauxbatons a Hogwarts, si era offerto precipitosamente
di accompagnarli tutti a King’s Cross. Ma perché? Che cosa l’aveva portato lì?
Roberto temeva così tanto la
risposta della sua coscienza, che afferrò il carrello bagagli di quella che,
ormai, considerava sua figlia a tutti gli effetti e lo spinse in modo che fosse
allineato al muro.
Vega strinse tra le mani la
gabbia del suo longevo serpente, Unku.
-Andiamo!-
-Sì-
Vega e Roberto, corsero verso
il muro e oltrepassarono insieme la barriera.
La ragazzina sospirò sollevata
e all’occhiata divertita di Roberto, rispose fulminandolo, infastidita.
L’ex-mago le posò una mano sul
gomito, guidandola attraverso l’affollatissimo
binario.
Vega non si scostò dalla presa
del patrigno.
Ormai aveva imparato a
convivere con Roberto, Christian e Antonio. A volte anche Carla, riusciva a
comportarsi da persona civile con lei.
Certo, odiava ancora
mezzosangue e babbani e li avrebbe sempre detestati. Per una Black convinta come
lei frequentare la scuola elementare e quella di danza era stato un
calvario.
Non poteva farci niente se non
riusciva a sopportare quella gentaglia! Era stata educata così dalla sua
famiglia e nonostante gli sforzi di Roberto, il suo comportamento non era
mutato.
Quando il patrigno le ripeteva
che avrebbe dovuto prima conoscere e poi giudicare, lei sogghignava e inarcava
scettica un sopracciglio. Gli ricordava che era inutile insistere e che lei
conviveva con quella feccia soltanto perché era costretta e non per
altro.
La divertiva l’espressione di
rassegnazione sul volto dell’ex mago alla sua risposta. Aveva un ché di
comico.
Scansò agilmente un topo tutto
spelacchiato, inseguito da un grosso gatto
rossiccio.
Piegandosi, con un movimento
agile e veloce afferrò il gattone per la collottola e posò a terra la gabbia di
Unku.
-Ciao
micione-
Sussurrò al gatto. Se lo
sistemò fra le braccia e lo accarezzò gentilmente. Aveva sempre amato gli
animali, a volte più degli esseri umani.
Il gatto iniziò a fare le fusa,
oscillando la coda a destra e a sinistra, in un movimento
sinuoso.
-Volevi anticiparti il
pranzo?-
Il topo grigio, con un
espressione terrorizzata si nascose dietro la gabbia di
Unku.
Roberto sbarrò gli occhi,
preoccupato che il rettile della figlia potesse
ingoiarlo.
Prese il topo malandato in mano
e lo guardò perplesso.
-Credo che tu non sia molto
intelligente. Stavi passando dalla padella alla
brace-
Il topo squittì, appiattendosi
contro la mano dell’uomo.
-Vorrei proprio sapere di chi
sono, e perché li hanno lasciati liberi sul
binario-
Vega scrollò le spalle e aprì
la bocca per rispondere, quando sentì una voce femminile e una maschile che
dissero all’unisono.
-Crosta-
-Grattastinchi-
Quello che riuscì a vedere fu
un enorme cespuglio di capelli castani e una testa di un orribile colore rosso…
detestava il rosso.
Fortunatamente, “quello” si
avvicinò a Roberto, prendendogli il topo dalle
mani.
-Crosta, non devi scappare da
me, quando in giro c’è quel gattaccio-
La proprietaria del gatto in
questione gli rivolse un’ occhiataccia.
-Se non lo avessi notato,
Ronald, Grattastinchi è un gatto e i gatti danno la caccia ai
topi-
Poi la ragazza con il cespuglio
al posto dei capelli, le prese il gatto dalle
braccia.
-Grazie per averlo
preso-
Vega fece un cenno con la mano,
senza rispondere.
Un altro ragazzo sopraggiunse
alle spalle dei due.
-Li avete
trovati?-
-Sì, Harry…grazie
a…-
Ron rivolse uno sguardo
incuriosito a Roberto, che sorrise. Quello doveva essere di sicuro un Weasley.
Il colore dei loro capelli che era come un marchio di
famiglia.
-Roberto Rossini e lei è mia
figlia Lyra-
Vega squadrò attentamente il
rosso e trattenne una smorfia di disgusto davanti all’orribile maglione fatto a
mano, ignorando deliberatamente la mano che quello le tendeva. Aveva la faccia
da tonto.
-Ciao-
Sbottò con una smorfia,
prendendo la gabbia di Unku da terra.
Il ragazzo arrossì, facendosi
tutt’uno con i capelli.
Roberto l’ammonì con lo
sguardo, poi si rivolse con un sorriso cordiale ai tre
ragazzini.
-E voi
siete?-
-Io sono Ronald Weasley, lei è
Hermione Granger e lui Harry Potter-
Vega sbarrò gli occhi a sentire
quel nome e spostò lo sguardo sorpreso sul
ragazzino.
Roberto sorrise
malinconico.
-Potter… ero in squadra con tuo
padre a Hogwarts. Mi ricordo che quando
Harry sorrise. Gli piaceva
sentir parlare dei suoi genitori. Era come conoscerli un po’ per
volta.
-Lei in che ruolo
giocava?-
Domandò, rivolto a
Roberto.
-Ero un cacciatore. Serpeverde
non vinse una partita, quando avevamo James Potter come cercatore. Chris e Tony
non ci avevano detto che eri a Hogwarts-
Vega squadrò attentamente Harry
Potter. Cercava quella malinconia che caratterizzava coloro che avevano perso i
genitori. E quando in fondo agli occhi verde smeraldo trovò quello che cercava,
la sua espressione accigliata sembrò ammorbidirsi.
-E così sei tu, quello a cui il
Signore Oscuro ha ucciso i genitori-
Quando si rese conto di ciò che
aveva detto, Vega avrebbe voluto prendersi a
schiaffi.
Di tutte le cose che poteva
dire, quella era la meno indicata.
Gli occhi di Harry Potter si
rabbuiarono e in quel momento, Vega sentì di essergli molto vicina. Allungò la
mano, posandola sulla spalla di Potter.
-Mi
dispiace-
Ritirò subito la mano e fece un
passo indietro.
-Andiamo,
papà?-
Roberto annuì, profondamente
stupito da quel gesto.
Era rarissimo per Vega,
lasciarsi andare a dimostrazioni d’affetto e meno che mai in pubblico, con degli
sconosciuti.
-Sì, andiamo a cercare i tuoi
fratelli. E’ stato un piacere conoscervi ragazzi-
Harry si girò a guardare la
ragazzina con i capelli biondo argento, con le labbra dischiuse per la
sorpresa.
Mai nessuno prima d’allora
gli aveva dimostrato il sentirsi
dispiaciuto per la morte dei suoi genitori in quel modo
singolare.
Seguì con lo sguardo il profilo
snello della ragazza.
Certo che era davvero
bellissima.
Aveva lunghi capelli ricci e di un biondo chiarissimo, quasi argenteo. La
pelle delicata e priva di imperfezioni era pallida e allo stesso tempo luminosa.
Gli occhi erano grandi e di un bellissimo colore verde mare. Le sopracciglia,
ben disegnate e arcuate, la bocca piccola, ma carnosa, con una seducente forma a
cuore e con il labbro inferiore più pieno, rispetto a quello superiore. Il naso
era piccolo e con la punta all’insù. Un neo, all’angolo esterno dell’occhio
destro, spiccava sulla pelle chiara. Gli zigomi alti donavano una sorta di
nobiltà a quel volto stupendo. Poteva benissimo essere scambiata per una veela.
Ma la ciliegina sulla torta era la fossetta che la ragazza aveva sul mento…
assolutamente deliziosa.
Batté le palpebre più volte, quando vide una mano passargli davanti agli
occhi.
-Harry? Sei con noi?-
Il ragazzo arrossì, davanti allo sguardo perplesso
dell’amica.
-Sì… scusa. I.. io, beh… stavo pensando-
-A lunghi e ricci capelli biondi?-
Rise divertito
Ron.
-Non ti do torto. E’ una bella
ragazza, ma mi è sembrata troppo presuntuosa, no?-
-Non con
me-
Sorrise
Harry.
Hermione scosse la testa e
sospirò.
-Andiamo, ragazzi. Dobbiamo
trovare uno scompartimento libero-
Vega procedeva spedita, accanto
a Roberto, chiedendosi che cosa le fosse preso poco
prima.
A lei non piacevano i contatti
fisici! Nemmeno da Chris e Tony li tollerava tanto, anzi era piuttosto raro che
permettesse loro di abbracciarla, nonostante fosse un po’ affezionata a
loro.
E ora, aveva accarezzato la
mano di Harry Potter!
Avere a che fare tutti i giorni
con babbani e mezzosangue l’aveva decisamente
rammollita.
Rallentò il passo,
prendendosi un momento per sé, per scacciare quei pensieri e concentrarsi su
altro.
Alzando il viso, scorse
l’espressione tesa di Roberto.
Chissà che gli prendeva a
lui, si chiese perplessa.
Il patrigno si guardava
intorno, ma senza soffermarsi su nessuno, come se temesse di imbattersi in
qualcuno di particolare.
Roberto, dal canto suo,
aveva il cuore che batteva a mille.
Temeva che da un momento
all’altro avrebbe potuto incontrare la causa che l’aveva spinto a prendere la
decisione di spezzare la bacchetta.
Fece violenza su sé
stesso, per smetterla di guardarsi intorno, ma invano.
Era stata una follia, la
sua.
Non sarebbe dovuto
tornare dopo tanti anni, maledizione.
In lontananza vide
Christian ridere con due teste rosse identiche.
Sorrise… altri
Weasley.
Quando vedeva com’erano
cresciuti i suoi due figli, si sentiva un vecchio.
Christian era alto, con
capelli scuri e aveva 16 anni. I lineamenti erano piuttosto marcati e aveva una
fossetta nella guancia, che quando sorrideva, si accentuava in modo
affascinante. I ricci scuri e lucidi, disordinati, ricordavano un po’ quelli dei
cherubini. Il naso un po’ aquilino, dava importanza al volto e il bianco dei
denti accentuava l’incarnato olivastro. Gli occhi erano di un bel verde
brillante.
Cercò con lo sguardo
anche Antonio e lo trovò poco lontano dal fratello.
Antonio, che aveva 15
anni, somigliava in tutto e per tutto al fratello, tranne che era più basso e
aveva una leggere gobba sul naso, segno che in passato doveva esserselo rotto.
Gli occhi erano azzurri e i capelli neri, leggermente lunghi, legati con un
semplice codino. Il fisico era asciutto e slanciato come quello di un ballerino
e aveva il sorriso indolente di chi ottiene sempre quello che vuole.
Tony stava parlando con
un’attraente cinesina e altri due ragazzi.
Decise di non disturbarlo
e si avvicinò al primogenito.
-Chris-
Il ragazzo, che avrebbe
frequentato il suo quinto anno nei Grifondoro, era felicissimo della presenza
del padre.
Non sapeva perché proprio
quell’anno aveva deciso di accompagnarlo.
Di sicuro, era per via di
Vega.
Christian squadrò la
sorellastra attentamente, dalla testa ai piedi, fermandosi sul neo che gli
piaceva tanto.
Spostò l’attenzione su
suo padre e gli presentò i due amici.
-Papà, loro i sono i miei
amici, Fred e George Weasley-
L’uomo strinse la mano ai
due giovani maghi in erba.
-Molto piacere. Abbiamo
conosciuto vostro fratello Ronald-
-Di sicuro avrà combinato
qualche guaio-
Rise George, ammiccando
al fratello.
-Sai com’è Ron, Fred-
Mettendo una mano sulla
spalla della sorella, Chris la presentò ai due amici.
-E lei è mia sorella
Lyra. Tesoro, questi sono i miei amici-
Vega mosse le spalle,
infastidita. Chris capì l’antifona e tolse a malincuore la mano.
Spostando l’attenzione
sui due ragazzi identici, Vega storse la bocca in una smorfia di disgusto, alla
vista della mano che le tendevano.
Weasley… se non ricordava
male, quelli erano traditori del proprio sangue.
Roberto la occhieggiò e
lei schiuse le labbra carnose in un sorriso finto.
-Ciao-
-Tua sorella è una
veela!-
Esclamò Fred,
all’indirizzo dell’amico.
George annuì.
-Una delle più belle-
Vega quasi inspirò per
non mandare a quel paese quei traditori.
Christian dovette capire
i sentimenti della sorella, perché prendendole i bagagli, si voltò verso i due
amici.
-Andiamo ad occupare i
posti, altrimenti, va a finire che rimarremo in piedi-
La ragazza prese la
gabbia di Unku e annuì.
-Ti seguo-
Quando i tre salirono,
Roberto scosse la testa sconsolato.
-I Black hanno fatto un
gran bel lavoro con te. Malgrado tutto il tempo trascorso a contatto con i
babbani, non hai ancora superato degli stupidi pregiudizi-
Al ricordo di tutto
quello che aveva dovuto passare in quegli anni, le guance di Vega presero fuoco
per la rabbia e l’umiliazione.
-Non mi piacciono i
babbani, non mi piacciono i mezzosangue e non mi piacciono nemmeno i traditori
del proprio sangue, chiaro? Non sono costretta a farmeli piacere e poi, che
posso farci? Sono stata cresciuta così, lo sai-
-Lo so, ma almeno per una
volta, potresti provare a conoscere una persona prima di giudicare?-
Vega sbuffò
contrariata.
-Ma non ti stanchi mai di
ripetermelo? Ogni anno, fin dal primo giorno delle scuole elementari… sempre la
stessa storia-
Roberto incrociò le
braccia sul petto.
-Lyra…-
Alzando gli occhi al
cielo plumbeo, la ragazzina sbuffò.
-Non ti prometto niente e
lo sai-
-Come sempre-
Sospirò l’uomo
scoraggiato.
Una lunga chioma bionda,
stretta in una complicata acconciatura, attrasse la sua attenzione.
Si voltò di scatto,
sbarrando gli occhi, con il cuore che galoppava impazzito.
La donna si voltò per
metà e lui tirò un sospiro di sollievo.
Accidenti, per un
momento…
-Ti piacciono le
bionde?-
Roberto si irrigidì e
schiarendosi la voce rispose.
-No-
-Come mai così
guardingo?-
Fece la ragazzina
guardandolo sospettosa.
L’uomo deglutì. Allora se
n’era accorta. Scrollò le spalle, cercando di sembrare indifferente.
-Non sono guardingo, Ve…
ehm… Lyra-
Si corresse appena in
tempo.
-Invece sì. Non credere
che sia stupida-
Sbottò risentita.
-Perché sei tornato nel
mondo magico? Hai sempre detto che non volevi averci più niente a che fare e poi
eccoti qui-
Roberto non replicò, si
grattò la nuca indeciso.
Vega sogghignò.
-Perché hai rotto la
bacchetta?-
-Come sono morti i tuoi
genitori?-
Vega si irrigidì e
strinse i pugni furiosa.
Sapeva che gliel’avrebbe
chiesto. Succedeva ogni volta che lei gli domandava perché aveva rotto la
bacchetta, anche se aveva sperato che quella volta, gliel’avrebbe
risparmiata.
-Non sono affari che ti
riguardano-
Rispose con voce fredda.
Roberto annuì.
-La stessa risposta che
stavo per darti io. Fin quando tu non ti aprirai con me, io non mi aprirò con
te. Lo sai-
Vega si mise la mani sui
fianchi, rilassando i muscoli contratti.
-Posso scoprirlo anche da
sola-
-Anch’io avrei potuto, ma
non l’ho fatto. E sai perché?-
Alzando gli occhi al
cielo, sospirò.
-Sentiamo-
-Per correttezza-
-Correttezza? Puah-
Fece lei, muovendo la
mano come a scacciare un insetto disgustoso.
Roberto scosse la testa,
ridendo davanti al suo atteggiamento.
-Andiamo, piccola! E’ ora
di salire-
-Correttezza-
Borbottò, lei incredula.
Con la correttezza non si otteneva niente.
Salì sul primo gradino
del treno, prima di sentire la voce del patrigno, chiamarla.
-Che c’è?-
-Questa volta, non dire
che io parlo inglese e Carla francese, ok?-
Durante il suo primo anno
a Beauxbatons, le sue compagne le chiedevano, all’inizio, come mai parlasse così
bene francese. Lei aveva risposto che sua madre lo parlava e lo aveva insegnato
a lei.
-Perché no?-
-Ti ricordi come andò a
finire, vero?-
Quando Carla venne a
prenderla, alla fine del suo primo anno scolastico, le compagne avevano iniziato
a parlare francese con la donna, che le aveva guardate smarrita.
Vega l’aveva portata via
in fretta, prima che le altre si accorgessero dell’inganno.
-Sì-
-E se qualcuno vorrà
intrattenere una conversazione in francese con tua madre…-
-Non può-
Lo interruppe lei, con
voce incolore.
-Ah no?-
-No-
-Perché?-
Vega inarcò un
sopracciglio.
-Perché mia madre è
morta-
Rispose sottovoce per non
farsi sentire da nessuno.
-Intendevo Carla,
ovviamente-
Precisò Roberto.
Vega gli scoccò
l’occhiata raggelante che aveva imparato dalla nonna Black.
-Carla non è mia
madre-
Sibilò sottovoce. Roberto
si ritrovò ad arrossire, leggermente imbarazzato.
-Beh… sì… certo-
-Devo salire. Fa buon
ritorno a Roma-
-Anche tu-
Annuì lui.
-E vedi di non
comportarti troppo da snob. Altrimenti è inutile farti chiamare Lyra
Rossini-
Aggiunse abbassando la
voce e sorridendo.
Vega sogghignò,
maliziosa.
-Non è colpa mia, se si
capisce subito che sono una purosangue-
Roberto scosse la
testa.
-Sei senza speranza. Mi
raccomando, non cacciarti nei guai e fa attenzione-
-Non preoccuparti… ho il
bucaneve di vetro della nonna a proteggermi-
Rispose la ragazzina, poi
aggiunse:
-L’ho in valigia-
-Okay, ma fa attenzione
lo stesso e studia-
-Lo sai che studio!-
Roberto rise, divertito
dalla risposta imbronciata.
In risposta Vega gli fece
l’occhiolino e il sorriso affascinante dei Black, prima di sparire all’interno
del treno.
Tony, il secondogenito,
batté un’amichevole pacca sulla spalla del padre.
-Ehi papà, ti presento
Cho Chang, Terry Steeval e Roger Davies… il capitano della squadra di
quidditch-
-Molto piacere-
Rispose Roberto,
stringendo la mano agli amici del figlio.
-Papà, Lyra e Chris sono
già saliti?-
-Sì, giusto qualche
momento fa-
-Okay, allora andiamo
anche noi. Michael è andato avanti a occuparci i posti. Ci vediamo a Natale,
papà-
-Mi raccomando, fa
attenzione, studia e tieni d’occhio tua sorella-
Tony sorrise.
-Sicuro-
Dopo aver salutato
l’ultimo figlio e averlo visto salire con gli amici sul treno, Roberto si
allontanò dai binario.
Seguì la sagoma di Tony
dai finestrini e sospirò.
Aveva la strana
sensazione, che quell’anno avrebbe sconvolto la sua tranquillità.. e dopo chi se
la sentiva Carla???
Vega si fece strada
attraverso lo stretto corridoio del treno, cercando lo scompartimento di Chris,
facendo attenzione alla gabbia di Unku.
Un ragazzino la urtò con
la borsa.
Il serpente sibilò e lei
fulminò il malcapitato con un’occhiataccia.
-E fa attenzione,
nanerottolo-
Sbottò.
Il ragazzino arrossì, si
scusò frettolosamente e proseguì la sua camminata.
Alzando lo sguardo, Vega
vide il fratello farle cenno dal suo scompartimento. Sospirò sollevata e lo
raggiunse in fretta.
-Mille volte meglio
Beauxbatons . Questa è una gabbia di matti-
Chris sorrise.
-Suvvia, ti ci
abituerai-
Con un smorfia
infastidita, la ragazza si mise comoda sui sedili, poggiando la gabbia di Unku
accanto a sé.
Il fratello le si sedette
a fianco, di fronte ai gemelli Weasley, iniziando a chiacchierare di
quidditch.
Chris era un cacciatore,
mentre i due erano dei battitori.
-Ah ricordi, quando Harry
ha sfiorato per un pelo quel bolide impazzito? Per fortuna Fred è riuscito a
deviarlo con una mazzata e l’ha rispedito a Pucey-
Sorrise George. Chris
annuì divertito, allungando il braccio dietro la sorella, senza toccarla.
-Ricordo. Sbaglio o il
bolide l’ha preso in pieno?-
-Non sbagli-
Risposero all’unisono i
gemelli.
-Pucey dovrebbe
ringraziarti Fred-
-Sì, George, ne convengo.
E’ grazie a me, che Madama Chips ha potuto raggiustargli quei denti storti-
Chris sogghignò.
-Era uno spasso con quei
denti davanti rotti. Abbiamo riso per settimane-
I tre ragazzi iniziarono
a ridere al ricordo.
-Chi è Pucey?-
Chiese curiosa, Vega,
iniziando a sentirsi fastidiosamente esclusa.
-Non ci credo che non gli
hai detto niente delle nostre imprese-
Disse indignato George a
Chris.
Il ragazzo scrollò le
spalle e si sporse a guardare fuori dal finestrino.
Era iniziato un temporale
con i fiocchi.
Vega sbuffò.
-In verità, lui e Tony
non mi dicono niente della scuola. Non sapevo nemmeno che Harry Potter
frequentasse Hogwarts-
-E perché?-
Fred piegò la testa
perplesso, guardando l’amico.
Chris si strinse nelle
spalle.
-Ci vediamo solo per due
mesi e mezzo l’anno, mica parliamo di scuola?-
-Solo due mesi e mezzo?
Ma le vacanze di Natale e di Pasqua?-
Vega scosse la testa.
-Rimanevo in Francia. Non
passo mai le feste in famiglia-
… perché non ce l’ho
più una famiglia, pensò.
I due gemelli si
scambiarono un’occhiata perplessa e non insistettero con le domande.
Si capiva che Chris era
reticente a rispondere, per non parlare dell’atteggiamento freddo e scostante di
Lyra, che non invogliava certo a fare domande. George e Fred si ritrovarono a
pensare, che aveva un carattere simile ai purosangue di Serpeverde, nonostante
fosse chiaramente una mezzosangue.
Fred e George, decisero
di cambiare argomento.
-Allora dobbiamo
aggiornarla-
-Non credo che a mia
sorella interessino i guai in cui si cacciano Harry, tuo fratello ed
Hermione-
-Li ho conosciuti prima…
anzi, meglio dire che ho conosciuto Grattaqualcosa e Crosta-
-Già-
Rispose George.
-Ormai tra Grattastinchi
e Crosta è una guerra. Ma fossi io il gatto, non mangerei mai un topo come
quello. E’ spelacchiato, malaticcio e gli manca anche un dito a una zampa-
Fred annuì.
-E poi ha fatto il suo
tempo-
-Perché, quanti anni
ha?-
Domando curiosa la
ragazza.
-Dodici anni-
Risposero all’unisono i
due Weasley.
Vega aggrottò le
sopracciglia, pensosa. Un topo di dodici anni? C’era qualcosa che non andava
affatto.
-Ehi, ma sapete perché
Londra è piena di Auror?-
L’uscita di Chris la
distolse dai suoi pensieri, focalizzando la sua attenzione sulla risposta dei
gemelli.
-Non lo sai? Fred a te
l’onore-
Fred si passò una mano
tra i capelli rossi, sembrava un po’ preoccupato.
-E’ evaso un pericoloso
mago da Azkaban. Ora è a piede libero per Londra. Pensa che papà ci ha detto,
che il ministero ha sguinzagliato persino i dissennatori-
-E’ assurdo-
Sbottò Vega.
-I dissennatori non
possono e non devono aggirarsi liberamente tra gli esseri umani. Loro non
discernono tra un mago buono e uno cattivo-
George scrollò le
spalle.
-Caramell è disposto a
tutto pur di riacciuffare Sirius Black-
La mano di Chris si
strinse con decisione sulla spalla rigida della sorella, come per
ammonirla di non dire
nemmeno una parola. Ma Vega non era stupida.
Si scambiò uno sguardo di
intesa con il fratello, annuendo impercettibilmente.
Quel nome l’aveva
sconvolta, ma ora era di nuovo padrona di sé.
Sirius Black.
Il fratello di suo
padre.
Vega si ritrovò a
riconoscere un’emozione che non credeva avrebbe provato più.
eccitazione.
Il fratello di suo
padre!
Gli occhi le brillarono,
colmi di interesse.
Dimentica di star
parlando con due traditori del sangue, chiese avida di notizie.
-L’hanno già
avvistato?-
George prese la gazzetta
del profeta con la faccia di Sirius Black sulla copertina e si mise a scorrere
velocemente l’articolo.
Vega sentì un colpo al
cuore quando vide la foto del mago.
Era indubbiamente più
bello di suo padre, ma lei notò lo stesso le somiglianze tra i due.
Allungò la mano verso il
giornale.
-E’ lui?-
Fred inclinò la testa per
guardare il giornale e annuì.
-In persona. Spaventoso,
eh?-
-Nient’affatto!-
Esclamò, offesa.
Come osava, definire suo
zio spaventoso. Ma si era visto lui? Con quell’orribile colore di
capelli?
Fred si ritrovò ad
osservare con interesse il bracciale d’argento della ragazza, con un
serpente inciso sopra e
con gli occhi di smeraldo. Corrugò le sopracciglia.
-Quel simbolo l’ho già
visto-
Lei ritrasse piano il
braccio, interessata.
-Dove?-
-Non ricordo. George,
guardalo-
Il gemello osservò
attentamente il serpente e l’incisione.
-Io non l’ho mai visto,
Fred-
Vega riportò lo sguardo
sulla foto, poi guardò il fratello e si avvicinò al suo orecchio.
-Chris, fatti dare il
giornale-
La mano del fratello, le
carezzò il braccio.
-Chiediglielo tu-
Vega inclinò la testa da
un lato, battendo le ciglia e facendo gli occhi dolci.
Chris sbuffò… ma perché
quella ragazza riusciva sempre a fargli fare quello che voleva?!.
-Maledizione-
Vega sorrise, divertita e
si scostò.
-George, mi ci fai dare
un’occhiata?-
Weasley gli tese il
giornale.
-Certo, tieni!-
Chris prese il giornale e
scorse la copertina.
Così, quello era Sirius
Black, lo zio di Vega.
La sorella, gli si
premette contro, scorgendo con attenzione il giornale.
-Si somigliano?-
Bisbigliò Chris
pianissimo, in modo che potesse sentire solo lei.
La sorella annuì.
-Direi-
Leggendo l’articolo,
Chris sottolineò ad alta voce.
-Qui Caramell, dice che
sono vicini a catturare Black-
-Sì, tanto quanto io sono
vicino ad essere Ministro!-
Ridacchiò Fred.
-Lascia perdere, Chris.
Papà ha detto che Caramell non ha la più pallida idea di dove si
trovi quel pazzo-
Vega assunse un
atteggiamento di indifferenza, anche se le bruciava che, dei luridi
traditori, parlassero
così di un Black, specie se quel Black era il fratello di suo padre.
-Pazzo?-
George annuì.
-Ha ucciso tredici
babbani con un solo incantesimo-
Vega ricordava che suo
padre non amava parlare di Sirius, perché si sentiva terribilmente in colpa nei
suoi confronti.
Negli ultimi giorni della
sua vita si era ammalato, non sapeva come, e delirava il nome del fratello. Sua
madre gli era stata sempre vicina, somministrandogli la pozioni ricostituente e
di altro tipo, in continuazione.
Quando poi era guarito,
lei gli aveva domandato perché chiamasse il fratello, e Regulus le aveva
spiegato tutto su Sirius, sui suoi anni a Hogwarts, sulle scelte diverse che
avevano
fatto i due e che li
avevano portati ad allontanarsi. Ma Regulus aveva sempre nutrito una
profonda ammirazione
verso Sirius. Da bambino, lo aveva considerato il suo eroe. O
almeno così aveva
raccontato a lei.
E a prescindere da quello
che aveva saputo, non avrebbe mai creduto che Sirius Black
fosse un pazzo e un
assassino. Mai.
Lesse con interesse il
resto dell’articolo, poi Chris restituì il giornale all’amico.
-Grazie-
-Puoi tenerlo. L’abbiamo
già letto-
Chris lo ringraziò,
posando
Durante il viaggio, Vega
dovette riconoscere a malincuore, che nonostante fossero dei
traditori del sangue, i
gemelli Weasley erano uno spasso.
Le spiegarono di come
avevano modificato il distintivo di caposcuola del fratello maggiore
e tutti gli altri scherzi
che avevano fatto.
Passò il carrello dei
dolci e comprarono un po’ di schifezze.
Vega fece la scorta di
piume di zucchero e api frizzole, dopodiché andò in bagno a
cambiarsi, seguita dal
fratello.
Chris le fece la guardia
davanti al bagno, aspettando pazientemente.
Vega, sbuffò, cercando di
dare una parvenza di ordine ai suoi ricci. Alla fine rinunciò,
alzandoli solo sulle
tempie.
Quando tornarono nello
scompartimento i gemelli si erano già cambiati.
Il tempo era peggiorato
ed era sceso il buio.
-Che ore sono?-
Sbuffò la ragazza.
Chris gettò un’occhiata
all’orologio da polso e rispose.
-Le cinque e mezza.
Perché?-
-Sono stanca. Manca
ancora molto?-
Uno scossone interruppe
la risposta del fratello.
Il treno stava
rallentando sempre di più, fino a fermarsi del tutto.
-Siamo arrivati?-
Sospirò speranzoso la
ragazzina. Fred scosse la testa perplesso.
-No. Il castello è in
Scozia e mancano ancora due ore-
Vega incrociò lo sguardo
confuso del fratello, poi cercò di scorgere qualcosa attraverso il finestrino,
ma era troppo buio.
-E allora perché il treno
si è fermato?-
Le luci dello
scompartimento si spensero, seguite da quelle del resto del treno.
-Ma che succede?-
Spazio Autrice:
Bene ragazze. Ed eccoci qui. Finalmente ho postato il primo
capitolo… anzi la prima parte ^^. Ladykirahm, la mia Beta (grazie, grazieeeeee), mi ha
consigliato di dividere il primo capitolo in due, perché troppo lungo.
Spero, che vi piaccia questa prima parte ^^.
Ora, passiamo ad alcune precisazioni.
Iniziamo dalla linea temporale: non la seguirò rigidamente.
E penso che questo si è capito.
Inoltre, vorrei inserire delle canzoni in qualche capitolo,
che però non coincidono con l’anno.
Poi, alcuni personaggi, saranno OOC, solo che non ho ancora
deciso chi.
Infine mi piacerebbe inserire, alcuni flashback che parlino
dell’infanzia, o della vita quotidiana, di alcuni personaggi (tipo Lucius Malfoy
e consorte).
Adesso, passiamo ai ringraziamenti.
In primis, ringrazio la bravissima autrice, ladykriahm, che
ha accettato di farmi da Beta Reader e che mi ha corretto il capitolo. Quindi è
lei che dovete ringraziare, se ho postato (finalmente!).
Ringrazio le ragazze che hanno inserito la fic tra le preferite:
bribry85, DANINO, fly girl_HH, hachi22, ladykirahm, lallina_89,
laretta, Mae, virgi_lycanthrope
e quella che l’hanno messa tra le seguite:
ArwenBlack, cino nero, excel sana, franza, Julia Weasley,
Lukk, momob, Saphiras
E ora, le vostre graditissime recensioni:
Lukk: Mi fa
molto piacere che la mia storia ti abbia incuriosita. E che i personaggi ti
risultino credibili e ben definiti. Era proprio questo il mio scopo ^^.
Accetterò ben volentieri le tue critiche, se ci saranno, perché se sono
costruttive, migliorano anche la storia, non trovi? Anche a me piace tanto la
ship Lucius/Hermione, anche se ti confesso, che prima non ne avevo una buona
opinione. Poi leggendole, ho cambiato idea. Spero che la prima parte di questo
capitolo, ti piaccia. Fammi sapere che ne pensi. Bacioni
laretta: Grazie
per aver aggiunto la mia fic tra le preferite. Sono felice che ti sia piaciuta
^^. Spero ti piaccia anche questo primo capitolo. Dimmi che ne pensi, eh! Ci
conto ;D. Bacioni.
momob: Beh, su
in che casa finirà Vega, ho la bocca cucita ^^. Ma lo scoprirai nella prossima
parte. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Fammi sapere che ne pensi.
Bacioni.
ladykirahm: Allora,
ho preso atto delle correzioni e te ne ringrazio. Purtroppo, quando si tratta di
postare un capitolo, lo rileggo mille volte, ma sono sempre insicura. Ora che ho
te, come Beta, mi sento più tranquilla. Che dici? Ho fatto bene a riscrivere
tutto? La vecchia Vega, sarebbe diventata la ragazza perfetta (quella che tendi
ad odiare) e quella era l’ultima cosa che volevo. Certo nemmeno adesso sembra
così simpatica, ma poi, con il tempo… Sono felice che ti piaccia l’idea
dell’ex-mago e che ti sia piaciuta la scena del vicolo. Volevo creare un po’
suspense, ma non so se ci sono riuscita. Ancora grazie per avermi corretto il
capitolo ^^. Bacioni
Julia Weasley: Che
onore! L’unica fic D/Hr che hai tra le seguite. Spero che non ti debba pentire
di averlo fatto. Ti garantisco, che Regulus apparirà tra i ricordi di Vega e non
solo i suoi. Insomma, in un modo o nell’altro, ci sarà sempre un accenno a lui.
Spero che gli esami siano andati bene. Fammi sapere che ne pensi del capitolo.
Bacioni
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