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Autore: deaselene    02/03/2010    4 recensioni
Il 1° settembre 1993, Harry e i suoi amici sono in attesa di salire sull'espresso per Hogwarts, in procinto di iniziare il terzo anno. Ed è proprio in questa occasione, che conosce una nuova studentessa. Frequenterà anche lei il terzo anno e come Harry, ha un conto in sospeso con Sirius Black.
So che tutte voi vi spaventate quando leggete "nuovo personaggio", ma vi prometto che farò di tutto per non farla diventare una Mary Sue.
Inoltre, a tutte quelle che si aspettano, che Draco ed Hermione si saltino addosso fin dalle prime pagine, vi avviso subito che resterete deluse. Hanno 13 anni!!!
Spero che la trama vi piaccia e che mi lasciate qualche commentino, giusto per sapere cosa ne pensate! ^_^
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altro, personaggio, Famiglia, Black, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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IN VIAGGIO VERSO HOGWARTS - I parte-

 

1° Settembre 1993

Londra, King’s Cross

 

-Non ho mai visto tanti Auror alla stazione-

Vega inarcò un sopracciglio perplessa all’osservazione del patrigno.

Si guardò velocemente intorno e si trovò a dar ragione a Roberto.

Strano, considerò tra sé la ragazzina.

Scrollò le spalle e spostò lo sguardo sulla parete di mattoni di fronte a lei, tra i binari 9 e 10.

Non lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura, ma si sentiva un po’ nervosa all’idea di oltrepassare la barriera che portava al Binario 9 ¾, dove alle11 in punto, sarebbe partito l’Hogwarts Express.

Chiuse gli occhi per un istante, facendo un respiro profondo.

Quando li riaprì, si ritrovò già più calma.

-Papà, dobbiamo sbrigarci. Tra dieci minuti parte il treno e noi dobbiamo trovare uno scompartimento libero-

Roberto annuì ad Antonio, che aveva parlato.

-Sì, hai ragione. Avanti, andate prima voi due. Noi vi seguiamo-

Christian annuì, poi i due fratelli presero i propri carrelli e corsero verso la parete,

passandoci attraverso senza intoppi.

-Tocca a noi. Pronta?-

Domandò Roberto con leggera incertezza, guardando la ragazza con la coda dell’occhio.

Vega sogghignò, sentendo lo sguardo del patrigno su di sé.

Annuì, spavalda, sperando che l’uomo non notasse il leggero tremolio delle sue mani.

Roberto deglutì, nervoso. Non era l’idea di superare la barriera di mattoni a renderlo inquieto, ma quella di vedere cosa c’era al di là di essa.

Ma perché era ritornato a Londra? Non ci aveva più messo piede dai tempi dei M.A.G.O. Nemmeno per i suoi due figli aveva accettato di lasciare la familiare e sicura villetta romana.  E ora, per l’occasione del trasferimento di Vega da Beauxbatons a Hogwarts, si era offerto precipitosamente di accompagnarli tutti a King’s Cross. Ma perché? Che cosa l’aveva portato lì?

Roberto temeva così tanto la risposta della sua coscienza, che afferrò il carrello bagagli di quella che, ormai, considerava sua figlia a tutti gli effetti e lo spinse in modo che fosse allineato al muro.

Vega strinse tra le mani la gabbia del suo longevo serpente, Unku.

-Andiamo!-

-Sì-

Vega e Roberto, corsero verso il muro e oltrepassarono insieme la barriera.

La ragazzina sospirò sollevata e all’occhiata divertita di Roberto, rispose fulminandolo, infastidita.

L’ex-mago le posò una mano sul gomito, guidandola attraverso l’affollatissimo binario.

Vega non si scostò dalla presa del patrigno.

Ormai aveva imparato a convivere con Roberto, Christian e Antonio. A volte anche Carla, riusciva a comportarsi da persona civile con lei.

Certo, odiava ancora mezzosangue e babbani e li avrebbe sempre detestati. Per una Black convinta come lei frequentare la scuola elementare e quella di danza era stato un calvario.

Non poteva farci niente se non riusciva a sopportare quella gentaglia! Era stata educata così dalla sua famiglia e nonostante gli sforzi di Roberto, il suo comportamento non era mutato.

Quando il patrigno le ripeteva che avrebbe dovuto prima conoscere e poi giudicare, lei sogghignava e inarcava scettica un sopracciglio. Gli ricordava che era inutile insistere e che lei conviveva con quella feccia soltanto perché era costretta e non per altro.

La divertiva l’espressione di rassegnazione sul volto dell’ex mago alla sua risposta. Aveva un ché di comico.

Scansò agilmente un topo tutto spelacchiato, inseguito da un grosso gatto rossiccio.

Piegandosi, con un movimento agile e veloce afferrò il gattone per la collottola e posò a terra la gabbia di Unku.

-Ciao micione-

Sussurrò al gatto. Se lo sistemò fra le braccia e lo accarezzò gentilmente. Aveva sempre amato gli animali, a volte più degli esseri umani.

Il gatto iniziò a fare le fusa, oscillando la coda a destra e a sinistra, in un movimento sinuoso.

-Volevi anticiparti il pranzo?-

Il topo grigio, con un espressione terrorizzata si nascose dietro la gabbia di Unku.

Roberto sbarrò gli occhi, preoccupato che il rettile della figlia potesse ingoiarlo.

Prese il topo malandato in mano e lo guardò perplesso.

-Credo che tu non sia molto intelligente. Stavi passando dalla padella alla brace-

Il topo squittì, appiattendosi contro la mano dell’uomo.

-Vorrei proprio sapere di chi sono, e perché li hanno lasciati liberi sul binario-

Vega scrollò le spalle e aprì la bocca per rispondere, quando sentì una voce femminile e una maschile che dissero all’unisono.

-Crosta-

-Grattastinchi-

Quello che riuscì a vedere fu un enorme cespuglio di capelli castani e una testa di un orribile colore rosso… detestava il rosso.

Fortunatamente, “quello” si avvicinò a Roberto, prendendogli il topo dalle mani.

-Crosta, non devi scappare da me, quando in giro c’è quel gattaccio-

La proprietaria del gatto in questione gli rivolse un’ occhiataccia.

-Se non lo avessi notato, Ronald, Grattastinchi è un gatto e i gatti danno la caccia ai topi-

Poi la ragazza con il cespuglio al posto dei capelli, le prese il gatto dalle braccia.

-Grazie per averlo preso-

Vega fece un cenno con la mano, senza rispondere.

Un altro ragazzo sopraggiunse alle spalle dei due.

-Li avete trovati?-

-Sì, Harry…grazie a…-

Ron rivolse uno sguardo incuriosito a Roberto, che sorrise. Quello doveva essere di sicuro un Weasley. Il colore dei loro capelli che era come un marchio di famiglia.

-Roberto Rossini e lei è mia figlia Lyra-

Vega squadrò attentamente il rosso e trattenne una smorfia di disgusto davanti all’orribile maglione fatto a mano, ignorando deliberatamente la mano che quello le tendeva. Aveva la faccia da tonto.

-Ciao-

Sbottò con una smorfia, prendendo la gabbia di Unku da terra.

Il ragazzo arrossì, facendosi tutt’uno con i capelli.

Roberto l’ammonì con lo sguardo, poi si rivolse con un sorriso cordiale ai tre ragazzini.

-E voi siete?-

-Io sono Ronald Weasley, lei è Hermione Granger e lui Harry Potter-

Vega sbarrò gli occhi a sentire quel nome e spostò lo sguardo sorpreso sul ragazzino.

Roberto sorrise malinconico.

-Potter… ero in squadra con tuo padre a Hogwarts. Mi ricordo che quando la Evans lo guardava allenarsi, si esibiva in tutta una seria di finte spericolate. Un paio di volte ha anche rischiato di rompersi l’osso del collo-

Harry sorrise. Gli piaceva sentir parlare dei suoi genitori. Era come conoscerli un po’ per volta.

-Lei in che ruolo giocava?-

Domandò, rivolto a Roberto.

-Ero un cacciatore. Serpeverde non vinse una partita, quando avevamo James Potter come cercatore. Chris e Tony non ci avevano detto che eri a Hogwarts-

Vega squadrò attentamente Harry Potter. Cercava quella malinconia che caratterizzava coloro che avevano perso i genitori. E quando in fondo agli occhi verde smeraldo trovò quello che cercava, la sua espressione accigliata sembrò ammorbidirsi.

-E così sei tu, quello a cui il Signore Oscuro ha ucciso i genitori-

Quando si rese conto di ciò che aveva detto, Vega avrebbe voluto prendersi a schiaffi.

Di tutte le cose che poteva dire, quella era la meno indicata.

Gli occhi di Harry Potter si rabbuiarono e in quel momento, Vega sentì di essergli molto vicina. Allungò la mano, posandola sulla spalla di Potter.

-Mi dispiace-

Ritirò subito la mano e fece un passo indietro.

-Andiamo, papà?-

Roberto annuì, profondamente stupito da quel gesto.

Era rarissimo per Vega, lasciarsi andare a dimostrazioni d’affetto e meno che mai in pubblico, con degli sconosciuti.

-Sì, andiamo a cercare i tuoi fratelli. E’ stato un piacere conoscervi ragazzi-

Harry si girò a guardare la ragazzina con i capelli biondo argento, con le labbra dischiuse per la sorpresa.

Mai nessuno prima d’allora  gli aveva dimostrato il sentirsi dispiaciuto per la morte dei suoi genitori in quel modo singolare.

Seguì con lo sguardo il profilo snello della ragazza.

Certo che era davvero bellissima.

Aveva lunghi capelli ricci e di un biondo chiarissimo, quasi argenteo. La pelle delicata e priva di imperfezioni era pallida e allo stesso tempo luminosa. Gli occhi erano grandi e di un bellissimo colore verde mare. Le sopracciglia, ben disegnate e arcuate, la bocca piccola, ma carnosa, con una seducente forma a cuore e con il labbro inferiore più pieno, rispetto a quello superiore. Il naso era piccolo e con la punta all’insù. Un neo, all’angolo esterno dell’occhio destro, spiccava sulla pelle chiara. Gli zigomi alti donavano una sorta di nobiltà a quel volto stupendo. Poteva benissimo essere scambiata per una veela. Ma la ciliegina sulla torta era la fossetta che la ragazza aveva sul mento… assolutamente deliziosa.

Batté le palpebre più volte, quando vide una mano passargli davanti agli occhi.

-Harry? Sei con noi?-

Il ragazzo arrossì, davanti allo sguardo perplesso dell’amica.

-Sì… scusa. I.. io, beh… stavo pensando-

-A lunghi e ricci capelli biondi?-

Rise divertito Ron.

-Non ti do torto. E’ una bella ragazza, ma mi è sembrata troppo presuntuosa, no?-

-Non con me-

Sorrise Harry.

Hermione scosse la testa e sospirò.

-Andiamo, ragazzi. Dobbiamo trovare uno scompartimento libero-

 

Vega procedeva spedita, accanto a Roberto, chiedendosi che cosa le fosse preso poco prima.

A lei non piacevano i contatti fisici! Nemmeno da Chris e Tony li tollerava tanto, anzi era piuttosto raro che permettesse loro di abbracciarla, nonostante fosse un po’ affezionata a loro.

E ora, aveva accarezzato la mano di Harry Potter!

Avere a che fare tutti i giorni con babbani e mezzosangue l’aveva decisamente rammollita.

Rallentò il passo, prendendosi un momento per sé, per scacciare quei pensieri e concentrarsi su altro.

Alzando il viso, scorse l’espressione tesa di Roberto.

Chissà che gli prendeva a lui, si chiese perplessa.

Il patrigno si guardava intorno, ma senza soffermarsi su nessuno, come se temesse di imbattersi in qualcuno di particolare.

Roberto, dal canto suo, aveva il cuore che batteva a mille.

Temeva che da un momento all’altro avrebbe potuto incontrare la causa che l’aveva spinto a prendere la decisione di spezzare la bacchetta.

Fece violenza su sé stesso, per smetterla di guardarsi intorno, ma invano.

Era stata una follia, la sua.

Non sarebbe dovuto tornare dopo tanti anni, maledizione.

In lontananza vide Christian ridere con due teste rosse identiche.

Sorrise… altri Weasley.

Quando vedeva com’erano cresciuti i suoi due figli, si sentiva un vecchio.

Christian era alto, con capelli scuri e aveva 16 anni. I lineamenti erano piuttosto marcati e aveva una fossetta nella guancia, che quando sorrideva, si accentuava in modo affascinante. I ricci scuri e lucidi, disordinati, ricordavano un po’ quelli dei cherubini. Il naso un po’ aquilino, dava importanza al volto e il bianco dei denti accentuava l’incarnato olivastro. Gli occhi erano di un bel verde brillante.

Cercò con lo sguardo anche Antonio e lo trovò poco lontano dal fratello.

Antonio, che aveva 15 anni, somigliava in tutto e per tutto al fratello, tranne che era più basso e aveva una leggere gobba sul naso, segno che in passato doveva esserselo rotto. Gli occhi erano azzurri e i capelli neri, leggermente lunghi, legati con un semplice codino. Il fisico era asciutto e slanciato come quello di un ballerino e aveva il sorriso indolente di chi ottiene sempre quello che vuole.

Tony stava parlando con un’attraente cinesina e altri due ragazzi.

Decise di non disturbarlo e si avvicinò al primogenito.

-Chris-

Il ragazzo, che avrebbe frequentato il suo quinto anno nei Grifondoro, era felicissimo della presenza del padre.

Non sapeva perché proprio quell’anno aveva deciso di accompagnarlo.

Di sicuro, era per via di Vega.

Christian squadrò la sorellastra attentamente, dalla testa ai piedi, fermandosi sul neo che gli piaceva tanto.

Spostò l’attenzione su suo padre e gli presentò i due amici.

-Papà, loro i sono i miei amici, Fred e George Weasley-

L’uomo strinse la mano ai due giovani maghi in erba.

-Molto piacere. Abbiamo conosciuto vostro fratello Ronald-

-Di sicuro avrà combinato qualche guaio-

Rise George, ammiccando al fratello.

-Sai com’è Ron, Fred-

Mettendo una mano sulla spalla della sorella, Chris la presentò ai due amici.

-E lei è mia sorella Lyra. Tesoro, questi sono i miei amici-

Vega mosse le spalle, infastidita. Chris capì l’antifona e tolse a malincuore la mano.

Spostando l’attenzione sui due ragazzi identici, Vega storse la bocca in una smorfia di disgusto, alla vista della mano che le tendevano.

Weasley… se non ricordava male, quelli erano traditori del proprio sangue.

Roberto la occhieggiò e lei schiuse le labbra carnose in un sorriso finto.

-Ciao-

-Tua sorella è una veela!-

Esclamò Fred, all’indirizzo dell’amico.

George annuì.

-Una delle più belle-

Vega quasi inspirò per non mandare a quel paese quei traditori.

Christian dovette capire i sentimenti della sorella, perché prendendole i bagagli, si voltò verso i due amici.

-Andiamo ad occupare i posti, altrimenti, va a finire che rimarremo in piedi-

La ragazza prese la gabbia di Unku e annuì.

-Ti seguo-

Quando i tre salirono, Roberto scosse la testa sconsolato.

-I Black hanno fatto un gran bel lavoro con te. Malgrado tutto il tempo trascorso a contatto con i babbani, non hai ancora superato degli stupidi pregiudizi-

Al ricordo di tutto quello che aveva dovuto passare in quegli anni, le guance di Vega presero fuoco per la rabbia e l’umiliazione.

-Non mi piacciono i babbani, non mi piacciono i mezzosangue e non mi piacciono nemmeno i traditori del proprio sangue, chiaro? Non sono costretta a farmeli piacere e poi, che posso farci? Sono stata cresciuta così, lo sai-

-Lo so, ma almeno per una volta, potresti provare a conoscere una persona prima di giudicare?-

Vega sbuffò contrariata.

-Ma non ti stanchi mai di ripetermelo? Ogni anno, fin dal primo giorno delle scuole elementari… sempre la stessa storia-

Roberto incrociò le braccia sul petto.

-Lyra…-

Alzando gli occhi al cielo plumbeo, la ragazzina sbuffò.

-Non ti prometto niente e lo sai-

-Come sempre-

Sospirò l’uomo scoraggiato.

Una lunga chioma bionda, stretta in una complicata acconciatura, attrasse la sua attenzione.

Si voltò di scatto, sbarrando gli occhi, con il cuore che galoppava impazzito.

La donna si voltò per metà e lui tirò un sospiro di sollievo.

Accidenti, per un momento…

-Ti piacciono le bionde?-

Roberto si irrigidì e schiarendosi la voce rispose.

-No-

-Come mai così guardingo?-

Fece la ragazzina guardandolo sospettosa.

L’uomo deglutì. Allora se n’era accorta. Scrollò le spalle, cercando di sembrare indifferente.

-Non sono guardingo, Ve… ehm… Lyra-

Si corresse appena in tempo.

-Invece sì. Non credere che sia stupida-

Sbottò risentita.

-Perché sei tornato nel mondo magico? Hai sempre detto che non volevi averci più niente a che fare e poi eccoti qui-

Roberto non replicò, si grattò la nuca indeciso.

Vega sogghignò.

-Perché hai rotto la bacchetta?-

-Come sono morti i tuoi genitori?-

Vega si irrigidì e strinse i pugni furiosa.

Sapeva che gliel’avrebbe chiesto. Succedeva ogni volta che lei gli domandava perché aveva rotto la bacchetta, anche se aveva sperato che quella volta, gliel’avrebbe risparmiata.

-Non sono affari che ti riguardano-

Rispose con voce fredda. Roberto annuì.

-La stessa risposta che stavo per darti io. Fin quando tu non ti aprirai con me, io non mi aprirò con te. Lo sai-

Vega si mise la mani sui fianchi, rilassando i muscoli contratti.

-Posso scoprirlo anche da sola-

-Anch’io avrei potuto, ma non l’ho fatto. E sai perché?-

Alzando gli occhi al cielo, sospirò.

-Sentiamo-

-Per correttezza-

-Correttezza? Puah-

Fece lei, muovendo la mano come a scacciare un insetto disgustoso.

Roberto scosse la testa, ridendo davanti al suo atteggiamento.

-Andiamo, piccola! E’ ora di salire-

-Correttezza-

Borbottò, lei incredula. Con la correttezza non si otteneva niente.

Salì sul primo gradino del treno, prima di sentire la voce del patrigno, chiamarla.

-Che c’è?-

-Questa volta, non dire che io parlo inglese e Carla francese, ok?-

Durante il suo primo anno a Beauxbatons, le sue compagne le chiedevano, all’inizio, come mai parlasse così bene francese. Lei aveva risposto che sua madre lo parlava e lo aveva insegnato a lei.

-Perché no?-

-Ti ricordi come andò a finire, vero?-

Quando Carla venne a prenderla, alla fine del suo primo anno scolastico, le compagne avevano iniziato a parlare francese con la donna, che le aveva guardate smarrita.

Vega l’aveva portata via in fretta, prima che le altre si accorgessero dell’inganno.

-Sì-

-E se qualcuno vorrà intrattenere una conversazione in francese con tua madre…-

-Non può-

Lo interruppe lei, con voce incolore.

-Ah no?-

-No-

-Perché?-

Vega inarcò un sopracciglio.

-Perché mia madre è morta-

Rispose sottovoce per non farsi sentire da nessuno.

-Intendevo Carla, ovviamente-

Precisò Roberto.

Vega gli scoccò l’occhiata raggelante che aveva imparato dalla nonna Black.

-Carla non è mia madre-

Sibilò sottovoce. Roberto si ritrovò ad arrossire, leggermente imbarazzato.

-Beh… sì… certo-

-Devo salire. Fa buon ritorno a Roma-

-Anche tu-

Annuì lui.

-E vedi di non comportarti troppo da snob. Altrimenti è inutile farti chiamare Lyra Rossini-

Aggiunse abbassando la voce e sorridendo.

Vega sogghignò, maliziosa.

-Non è colpa mia, se si capisce subito che sono una purosangue-

Roberto scosse la testa.

-Sei senza speranza. Mi raccomando, non cacciarti nei guai e fa attenzione-

-Non preoccuparti… ho il bucaneve di vetro della nonna a proteggermi-

Rispose la ragazzina, poi aggiunse:

-L’ho in valigia-

-Okay, ma fa attenzione lo stesso e studia-

-Lo sai che studio!-

Roberto rise, divertito dalla risposta imbronciata.

In risposta Vega gli fece l’occhiolino e il sorriso affascinante dei Black, prima di sparire all’interno del treno.

Tony, il secondogenito, batté un’amichevole pacca sulla spalla del padre.

-Ehi papà, ti presento Cho Chang, Terry Steeval e Roger Davies… il capitano della squadra di quidditch-

-Molto piacere-

Rispose Roberto, stringendo la mano agli amici del figlio.

-Papà, Lyra e Chris sono già saliti?-

-Sì, giusto qualche momento fa-

-Okay, allora andiamo anche noi. Michael è andato avanti a occuparci i posti. Ci vediamo a Natale, papà-

-Mi raccomando, fa attenzione, studia e tieni d’occhio tua sorella-

Tony sorrise.

-Sicuro-

Dopo aver salutato l’ultimo figlio e averlo visto salire con gli amici sul treno, Roberto si allontanò dai binario.

Seguì la sagoma di Tony dai finestrini e sospirò.

Aveva la strana sensazione, che quell’anno avrebbe sconvolto la sua tranquillità.. e dopo chi se la sentiva Carla???

 

Vega si fece strada attraverso lo stretto corridoio del treno, cercando lo scompartimento di Chris, facendo attenzione alla gabbia di Unku.

Un ragazzino la urtò con la borsa.

Il serpente sibilò e lei fulminò il malcapitato con un’occhiataccia.

-E fa attenzione, nanerottolo-

Sbottò.

Il ragazzino arrossì, si scusò frettolosamente e proseguì la sua camminata.

Alzando lo sguardo, Vega vide il fratello farle cenno dal suo scompartimento. Sospirò sollevata e lo raggiunse in fretta.

-Mille volte meglio Beauxbatons . Questa è una gabbia di matti-

Chris sorrise.

-Suvvia, ti ci abituerai-

Con un smorfia infastidita, la ragazza si mise comoda sui sedili, poggiando la gabbia di Unku accanto a sé.

Il fratello le si sedette a fianco, di fronte ai gemelli Weasley, iniziando a chiacchierare di quidditch.

Chris era un cacciatore, mentre i due erano dei battitori.

-Ah ricordi, quando Harry ha sfiorato per un pelo quel bolide impazzito? Per fortuna Fred è riuscito a deviarlo con una mazzata e l’ha rispedito a Pucey-

Sorrise George. Chris annuì divertito, allungando il braccio dietro la sorella, senza toccarla.

-Ricordo. Sbaglio o il bolide l’ha preso in pieno?-

-Non sbagli-

Risposero all’unisono i gemelli.

-Pucey dovrebbe ringraziarti Fred-

-Sì, George, ne convengo. E’ grazie a me, che Madama Chips ha potuto raggiustargli quei denti storti-

Chris sogghignò.

-Era uno spasso con quei denti davanti rotti. Abbiamo riso per settimane-

I tre ragazzi iniziarono a ridere al ricordo.

-Chi è Pucey?-

Chiese curiosa, Vega, iniziando a sentirsi fastidiosamente esclusa.

-Non ci credo che non gli hai detto niente delle nostre imprese-

Disse indignato George a Chris.

Il ragazzo scrollò le spalle e si sporse a guardare fuori dal finestrino.

Era iniziato un temporale con i fiocchi.

Vega sbuffò.

-In verità, lui e Tony non mi dicono niente della scuola. Non sapevo nemmeno che Harry Potter frequentasse Hogwarts-

-E perché?-

Fred piegò la testa perplesso, guardando l’amico.

Chris si strinse nelle spalle.

-Ci vediamo solo per due mesi e mezzo l’anno, mica parliamo di scuola?-

-Solo due mesi e mezzo? Ma le vacanze di Natale e di Pasqua?-

Vega scosse la testa.

-Rimanevo in Francia. Non passo mai le feste in famiglia-

… perché non ce l’ho più una famiglia, pensò.

I due gemelli si scambiarono un’occhiata perplessa e non insistettero con le domande.

Si capiva che Chris era reticente a rispondere, per non parlare dell’atteggiamento freddo e scostante di Lyra, che non invogliava certo a fare domande. George e Fred si ritrovarono a pensare, che aveva un carattere simile ai purosangue di Serpeverde, nonostante fosse chiaramente una mezzosangue.

Fred e George, decisero di cambiare argomento.

-Allora dobbiamo aggiornarla-

-Non credo che a mia sorella interessino i guai in cui si cacciano Harry, tuo fratello ed Hermione-

-Li ho conosciuti prima… anzi, meglio dire che ho conosciuto Grattaqualcosa e Crosta-

-Già-

Rispose George.

-Ormai tra Grattastinchi e Crosta è una guerra. Ma fossi io il gatto, non mangerei mai un topo come quello. E’ spelacchiato, malaticcio e gli manca anche un dito a una zampa-

Fred annuì.

-E poi ha fatto il suo tempo-

-Perché, quanti anni ha?-

Domando curiosa la ragazza.

-Dodici anni-

Risposero all’unisono i due Weasley.

Vega aggrottò le sopracciglia, pensosa. Un topo di dodici anni? C’era qualcosa che non andava affatto.

-Ehi, ma sapete perché Londra è piena di Auror?-

L’uscita di Chris la distolse dai suoi pensieri, focalizzando la sua attenzione sulla risposta dei gemelli.

-Non lo sai? Fred a te l’onore-

Fred si passò una mano tra i capelli rossi, sembrava un po’ preoccupato.

-E’ evaso un pericoloso mago da Azkaban. Ora è a piede libero per Londra. Pensa che papà ci ha detto, che il ministero ha sguinzagliato persino i dissennatori-

-E’ assurdo-

Sbottò Vega.

-I dissennatori non possono e non devono aggirarsi liberamente tra gli esseri umani. Loro non discernono tra un mago buono e uno cattivo-

George scrollò le spalle.

-Caramell è disposto a tutto pur di riacciuffare Sirius Black-

La mano di Chris si strinse con decisione sulla spalla rigida della sorella, come per

ammonirla di non dire nemmeno una parola. Ma Vega non era stupida.

Si scambiò uno sguardo di intesa con il fratello, annuendo impercettibilmente.

Quel nome l’aveva sconvolta, ma ora era di nuovo padrona di sé.

Sirius Black.

Il fratello di suo padre.

Vega si ritrovò a riconoscere un’emozione che non credeva avrebbe provato più.

eccitazione.

Il fratello di suo padre!

Gli occhi le brillarono, colmi di interesse.

Dimentica di star parlando con due traditori del sangue, chiese avida di notizie.

-L’hanno già avvistato?-

George prese la gazzetta del profeta con la faccia di Sirius Black sulla copertina e si mise a scorrere velocemente l’articolo.

Vega sentì un colpo al cuore quando vide la foto del mago.

Era indubbiamente più bello di suo padre, ma lei notò lo stesso le somiglianze tra i due.

Allungò la mano verso il giornale.

-E’ lui?-

Fred inclinò la testa per guardare il giornale e annuì.

-In persona. Spaventoso, eh?-

-Nient’affatto!-

Esclamò, offesa.

Come osava, definire suo zio spaventoso. Ma si era visto lui? Con quell’orribile colore di

capelli?

Fred si ritrovò ad osservare con interesse il bracciale d’argento della ragazza, con un

serpente inciso sopra e con gli occhi di smeraldo. Corrugò le sopracciglia.

-Quel simbolo l’ho già visto-

Lei ritrasse piano il braccio, interessata.

-Dove?-

-Non ricordo. George, guardalo-

Il gemello osservò attentamente il serpente e l’incisione.

-Io non l’ho mai visto, Fred-

Vega riportò lo sguardo sulla foto, poi guardò il fratello e si avvicinò al suo orecchio.

-Chris, fatti dare il giornale-

La mano del fratello, le carezzò il braccio.

-Chiediglielo tu-

Vega inclinò la testa da un lato, battendo le ciglia e facendo gli occhi dolci.

Chris sbuffò… ma perché quella ragazza riusciva sempre a fargli fare quello che voleva?!.

-Maledizione-

Vega sorrise, divertita e si scostò.

-George, mi ci fai dare un’occhiata?-

Weasley gli tese il giornale.

-Certo, tieni!-

Chris prese il giornale e scorse la copertina.

Così, quello era Sirius Black, lo zio di Vega.

La sorella, gli si premette contro, scorgendo con attenzione il giornale.

-Si somigliano?-

Bisbigliò Chris pianissimo, in modo che potesse sentire solo lei.

La sorella annuì.

-Direi-

Leggendo l’articolo, Chris sottolineò ad alta voce.

-Qui Caramell, dice che sono vicini a catturare Black-

-Sì, tanto quanto io sono vicino ad essere Ministro!-

Ridacchiò Fred.

-Lascia perdere, Chris. Papà ha detto che Caramell non ha la più pallida idea di dove si

trovi quel pazzo-

Vega assunse un atteggiamento di indifferenza, anche se le bruciava che, dei luridi

traditori, parlassero così di un Black, specie se quel Black era il fratello di suo padre.

-Pazzo?-

George annuì.

-Ha ucciso tredici babbani con un solo incantesimo-

Vega ricordava che suo padre non amava parlare di Sirius, perché si sentiva terribilmente in colpa nei suoi confronti.

Negli ultimi giorni della sua vita si era ammalato, non sapeva come, e delirava il nome del fratello. Sua madre gli era stata sempre vicina, somministrandogli la pozioni ricostituente e di altro tipo, in continuazione.

Quando poi era guarito, lei gli aveva domandato perché chiamasse il fratello, e Regulus le aveva spiegato tutto su Sirius, sui suoi anni a Hogwarts, sulle scelte diverse che avevano

fatto i due e che li avevano portati ad allontanarsi. Ma Regulus aveva sempre nutrito una

profonda ammirazione verso Sirius. Da bambino, lo aveva considerato il suo eroe. O

almeno così aveva raccontato a lei.

E a prescindere da quello che aveva saputo, non avrebbe mai creduto che Sirius Black

fosse un pazzo e un assassino. Mai.

Lesse con interesse il resto dell’articolo, poi Chris restituì il giornale all’amico.

-Grazie-

-Puoi tenerlo. L’abbiamo già letto-

Chris lo ringraziò, posando la Gazzetta accanto a sé.

Durante il viaggio, Vega dovette riconoscere a malincuore, che nonostante fossero dei

traditori del sangue, i gemelli Weasley erano uno spasso.

Le spiegarono di come avevano modificato il distintivo di caposcuola del fratello maggiore

e tutti gli altri scherzi che avevano fatto.

Passò il carrello dei dolci e comprarono un po’ di schifezze.

Vega fece la scorta di piume di zucchero e api frizzole, dopodiché andò in bagno a

cambiarsi, seguita dal fratello.

Chris le fece la guardia davanti al bagno, aspettando pazientemente.

Vega, sbuffò, cercando di dare una parvenza di ordine ai suoi ricci. Alla fine rinunciò,

alzandoli solo sulle tempie.

Quando tornarono nello scompartimento i gemelli si erano già cambiati.

Il tempo era peggiorato ed era sceso il buio.

-Che ore sono?-

Sbuffò la ragazza.

Chris gettò un’occhiata all’orologio da polso e rispose.

-Le cinque e mezza. Perché?-

-Sono stanca. Manca ancora molto?-

Uno scossone interruppe la risposta del fratello.

Il treno stava rallentando sempre di più, fino a fermarsi del tutto.

-Siamo arrivati?-

Sospirò speranzoso la ragazzina. Fred scosse la testa perplesso.

-No. Il castello è in Scozia e mancano ancora due ore-

Vega incrociò lo sguardo confuso del fratello, poi cercò di scorgere qualcosa attraverso il finestrino, ma era troppo buio.

-E allora perché il treno si è fermato?-

Le luci dello scompartimento si spensero, seguite da quelle del resto del treno.

-Ma che succede?-

 

 

 

 

Spazio Autrice:

Bene ragazze. Ed eccoci qui. Finalmente ho postato il primo capitolo… anzi la prima parte ^^. Ladykirahm, la mia Beta (grazie, grazieeeeee), mi ha consigliato di dividere il primo capitolo in due, perché troppo lungo.

Spero, che vi piaccia questa prima parte ^^.

Ora, passiamo ad alcune precisazioni.

Iniziamo dalla linea temporale: non la seguirò rigidamente. E penso che questo si è capito.

Inoltre, vorrei inserire delle canzoni in qualche capitolo, che però non coincidono con l’anno.

Poi, alcuni personaggi, saranno OOC, solo che non ho ancora deciso chi.

Infine mi piacerebbe inserire, alcuni flashback che parlino dell’infanzia, o della vita quotidiana, di alcuni personaggi (tipo Lucius Malfoy e consorte).

Adesso, passiamo ai ringraziamenti.

In primis, ringrazio la bravissima autrice, ladykriahm, che ha accettato di farmi da Beta Reader e che mi ha corretto il capitolo. Quindi è lei che dovete ringraziare, se ho postato (finalmente!).

Ringrazio le ragazze che hanno inserito la fic tra le preferite:

bribry85, DANINO,  fly girl_HH, hachi22, ladykirahm, lallina_89, laretta, Mae, virgi_lycanthrope

e quella che l’hanno messa tra le seguite:

ArwenBlack, cino nero, excel sana, franza, Julia Weasley, Lukk, momob, Saphiras

E ora, le vostre graditissime recensioni:

Lukk: Mi fa molto piacere che la mia storia ti abbia incuriosita. E che i personaggi ti risultino credibili e ben definiti. Era proprio questo il mio scopo ^^. Accetterò ben volentieri le tue critiche, se ci saranno, perché se sono costruttive, migliorano anche la storia, non trovi? Anche a me piace tanto la ship Lucius/Hermione, anche se ti confesso, che prima non ne avevo una buona opinione. Poi leggendole, ho cambiato idea. Spero che la prima parte di questo capitolo, ti piaccia. Fammi sapere che ne pensi. Bacioni

laretta: Grazie per aver aggiunto la mia fic tra le preferite. Sono felice che ti sia piaciuta ^^. Spero ti piaccia anche questo primo capitolo. Dimmi che ne pensi, eh! Ci conto ;D. Bacioni.

momob: Beh, su in che casa finirà Vega, ho la bocca cucita ^^. Ma lo scoprirai nella prossima parte. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Fammi sapere che ne pensi. Bacioni.

ladykirahm: Allora, ho preso atto delle correzioni e te ne ringrazio. Purtroppo, quando si tratta di postare un capitolo, lo rileggo mille volte, ma sono sempre insicura. Ora che ho te, come Beta, mi sento più tranquilla. Che dici? Ho fatto bene a riscrivere tutto? La vecchia Vega, sarebbe diventata la ragazza perfetta (quella che tendi ad odiare) e quella era l’ultima cosa che volevo. Certo nemmeno adesso sembra così simpatica, ma poi, con il tempo… Sono felice che ti piaccia l’idea dell’ex-mago e che ti sia piaciuta la scena del vicolo. Volevo creare un po’ suspense, ma non so se ci sono riuscita. Ancora grazie per avermi corretto il capitolo ^^. Bacioni

Julia Weasley: Che onore! L’unica fic D/Hr che hai tra le seguite. Spero che non ti debba pentire di averlo fatto. Ti garantisco, che Regulus apparirà tra i ricordi di Vega e non solo i suoi. Insomma, in un modo o nell’altro, ci sarà sempre un accenno a lui. Spero che gli esami siano andati bene. Fammi sapere che ne pensi del capitolo. Bacioni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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