AKANE: ciao a tutti. Sono una delle due autrici della fic.
Cercherò di essere breve e concisa. A causa di eventi a me sconosciuti,
Ladyhell non può più scrivere, penso in parte per pc rotto, in parte per tempo
che non ha più. Così dopo un anno e forse più ho deciso di scrivere da sola
questo terzo e ultimo capitolo. Non sarà la stessa cosa poiché è in prima
persona e dovrò tenere io la sua Zena, ma farò del mio meglio, spero di non
avervi deluso. Siamo arrivati alla fase conclusiva di questa fic particolare.
Ricordo a tutti che tratta di incesto, è NC 17, molto forte, assolutamente non
per stomaci delicati. Ci vorrà una buona dose di coraggio per leggere….e a me
per scrivere sola una cosa simile. Ma non temete, l’importante è non lasciare
nulla a metà, per quanto mi riguarda. Farò così anche con l’altra fic, Lose
Yourself. Ora vi saluto. Se mai Ladyhell tornerà modificherò e aggiungerò.
Un ultima cosa….spero vivamente che questa fic abbia
insegnato qualcosa, ovvero a non fermarsi alle apparenze, a non giudicare senza
essere dentro le cose, a non disprezzare ciò che non si capisce o condivide.
Usare il rispetto e il cuore.
Ringrazio Ladyhell che ha collaborato con me per questo
capolavoro(modestamente), ringrazio colei che ci ha invogliato ad iniziare
tutto ciò, Istrid, che con le sue parole dure e scandalizzate ci ha spinto a
provocarla e ad andare a fondo al problema. Spero che possa crescere anche lei
e rendersi conto che Dio non condanna nessuno poiché insegna l’amore e non
l’odio di cui lei era piena. Ringrazio i lettori. Dedico questa fic a tutti
coloro che hanno sofferto per i pregiudizi degli ignoranti, che hanno sofferto
per amori difficili e che si sono sentiti dire ‘osceno’ e ‘sbagliato’. Spero
veramente che un giorno tutto questo possa cambiare e la gente capire. Buona
lettura. Baci Akane
CAPITOLO III:
STOP CRYING YOUR HEART OUT
Don't be
scared Your destiny may keep you warm
“Come possono I giorni passare così inesorabili e
indifferenti?
Eppure vanno.
Il mondo ti crolla addosso, tu vuoi morire, ti accade
l’impossibile eppure tutto va. Non si ferma per rispetto al tuo dolore, non ti
permette di disperarti in santa pace. No. Continua a correre e non gli
interessa nulla di nessuno. Se non arrivi a stargli dietro ti arrangi. Non ti
guarda in faccia. Tu puoi gridargli di fermarsi, strapparti i capelli,
implorarlo e piangere, ma non ti vede, non ti sente, non ti calcola e così
contro tutto e tutti puoi solo imprecare e vivere.
Lui non mi vedrà mai più.
Ho rovinato tutto.
Io non capisco, forse sono troppo stupida, forse i neuroni
intelligenti li ha presi tutti lui…ma continuo a non comprendere…ed è la prima
volta che mi capita di non capire qualcosa di mio fratello. Sangue del mio
sangue, mio gemello.
Quel giorno mi ha raccolto Erik e mi ha curato, mi ha
aiutato molto. Io non ero in me, la mente ha vacillato paurosamente e nemmeno
ora posso capire se sono tornata come prima oppure se sono impazzita del tutto.
Pazienza.
Cosa importa, ormai?
Cosa importa veramente dopo tutto?
Un amaro sorriso.
Quel ragazzo è il migliore amico di Lex eppure non ha
saputo dirmi una parola su di lui…ma io non gliel’ho chiesto…mi ha detto solo
parole di conforto…cose che mi hanno aiutato a restituirmi la mente.
Ed ora io vivo come un automa senza più sentimenti e cuore
poiché me li ha rubati tutti lui.
Ed ora lui vive come se fosse un Dio sceso in terra, non
vede le puttane come me, lui ha una luce che non aveva mai avuto….e mi pare
ancora più irraggiungibile.
Si è trasferito a casa di Erik, io non ho più diritto di
vederlo, toccarlo, sentirlo…io non esisto più per lui, e se non esisto per lui,
non esisto nemmeno per me.
Non mi interessa null’altro. Il mio corpo potrebbe deformarsi
che penso ci riderei su.
Ed è esattamente questo che succede ora.
Ormai tutti mi guardano sapendo quello che è successo,
sento i loro occhi astiosi su di me, l’invidia e l’ammirazione si sostituisce
con accusa ed l’io.
Ma d’altronde è vero. Il mio è un amore sbagliato, no?
Orrendo.
Ossessivo.
Terribile.
Eppure mi chiedo…non faccio male a nessuno. Perché non
dovrei amarlo liberamente?
È una cosa mia e sua, non di noi e loro…eppure abbiamo dei
doveri verso sconosciuti che hanno imposto che due consanguinei non si devono
amare.
Ma non sono per me questi ragionamenti troppo
altolocati…sono considerazioni che non sono da me. A me che non me ne importa
più niente. Tanto non sarà più nulla.
Nulla.
Lui mi ha respinta dopo avermi fatto credere.
E nient’altro importa.
Eppure sento che se lui mi ricambiasse sarei forte
abbastanza da non crollare. Affronterei anche la corte marziale…farei tutto con
lui.
Mi butto una ciocca di capelli mossi dietro la schiena. Che
banale che sono.
Tanto ora non serve a nulla.
Vago da molto per la città. È la mia specialità vagare.
Sta andando tutto a farsi fottere e potrebbe avvenire la
fine del mondo che la mia espressione non muterebbe.
Dopo quella sera sono diventata insensibile. Non riesco più
a fare espressioni, a reagire a…provare qualcosa.
Lui me le ha bloccate, mi ha rubato tutto quel che
possedevo ed ora che sono vuota non sento la vita che scorre in me.
Non sento il pericolo intorno a me.
Non sento.
Come non vedo il postaccio in cui mi sono cacciata,
probabilmente volontariamente nel mio inconscio. Ma li avevo percepiti, la
presenza dei bastardi idioti la si nota ovunque, perfino io!
È da un po’ che mi seguono.
A me non interessa.
Facciano quel che vogliono.
Io…cosa sono?
Un contenitore senza sostanza.
Un bicchiere vuoto ove l’acqua e il sale contenuto è stato
bevuto da altri senza cuore che riescono a bere quel liquido terribile.
Il mio amore era così, ma è stato prosciugato.
So bene cosa vogliono da me questi.
E so bene che a questo punto arriverebbe mio fratello a
difendermi, ma non verrà.
Non alzo le spalle, non mi preparo a respingerli.
Sto buona con il mio volto dai lineamenti regolari ed
affascinanti senza espressione. La bocca non accenna a parlare. Mi fermo quando
uno di loro mi parla.
Ha un tono da spaccone che non gradisco….o per lo meno
normalmente non lo gradirei.
Tanto c’è di peggio nella vita…
- EHI bella…che ne dici di farci divertire un po’? in fondo
non ti deve essere difficile…sei riuscita a farlo perfino con tuo fratello!-
eh già….magari ci fossi riuscita.
Amarezza mi nasce dalle viscere della mia anima spenta.
Sono brava a fingere che nulla mi tocchi quando invece il
mondo mi dilania dentro.
Ma nessuno è riuscito a vedere questa mia fragilità perché
a nessuno importa qualcosa di me!
È la dimostrazione!
Mi volto lentamente e penso rabbrividiscano per un attimo
notando la luce che non c’è nei miei occhi blu, un tempo questi occhi erano
limpidi…poi si sono sporcati di qualcosa di orribile….per poi spegnersi con
lui.
- non rompetemi le palle!-
è un riflesso, un rito. Lo si dice sempre in queste
occasioni. In realtà non me ne importa. Lo sappiamo, no?
- non ti è più cara la vita, tesoro?-
eh già…ci ha preso in pieno.
Ed è un sorriso che gli risponde. Un sorriso che su un viso
di donna non dovrebbe mai esserci.
È esattamente ora che mi scindo con me stessa, l’anima si
stacca dal corpo e come se fossi divisa in due persone diverse volo in alto
vedendo la scena da fuori, senza però sentire nulla….ne sensazioni fisiche ne
emozioni.
Fredda.
Dannatamente fredda.
Vedo il contrasto coi miei occhi spenti, col mio bel volto
privo di inclinazioni…e le labbra che accentuano un sorriso inquietante che
porta dei brividi ai poveri illusi di fronte a me. E stupidi.
Perché non capiscono che sta succedendo.
Gente così è senza speranza…proprio come me.
Io…non sono più io.
Sono arrivata ad un punto di rottura assurdo che non mi
permette più di agire coscientemente come io voglio.
Miseria.
E misera me.
Però…brindo alla vita dannata che mi ha colpito dalla
nascita.
Se chiudo gli occhi ne ho abbastanza da nascondermi, però
non succede.
È un sole magnifico che splende fuori…e non dentro me.
Dammi la gioia di vivere, ti prego, che ancora non c’è.
È orripilante, l’immagine di una strega, di una misera
ragazza circondata dalla miseria dei suoi sentimenti sfuggiti.
Ma ormai quella gioia di vivere che fu, ancora non c’è…ed
io rimpiango ogni cosa e vorrei potermi muovere ancora facendo quel che voglio,
con desiderio e vita…è terribile.
Penso una cosa e faccio un'altra.
Quella non è Zena, non sono io.
Cosa sono diventata?
Una pazza senza ragione.
La mente è così distante, tremo….ma il corpo rimane fermo.
Li vedo circondarmi, mi premono contro il muro impedendomi
i movimenti, dicono scempiaggini e puttanate, mi toccano, le mani. Mi baciano
la pelle liscia leccandomela, le bocche e le lingue. Mi esplorano e fanno come
se fossi un oggetto. Ma mi ci sento tale da tempo. Da quel giorno.
Cosa succederà?
Se non reagisco…se Zena non reagisce…qua finisce male ed io
non voglio.
Dio ho paura.
C’è qualcuno lassù?
Non credo…non lo so….forse dovrei affidarmi a qualcuno che
è vivo…al mio Dio…ma lui è distante, non mi vuole vedere e sentire. Mi faccio
paura, il terrore si insinua in me nelle ossa e passo momenti lunghissimi ad
immaginare come sarebbe se lui arrivasse…oddio, perché non faccio qualcosa?
Subisco…è tutto qua quello che so fare. Ciò che contava non mi vuole ed io non
vivo più?
Cazzo, fa qualcosa!
Porca puttana, non voglio!
Non deve!
No no no no no!!!!!
Cosa succede?
Mi sto perdendo!
Il mio cuore, la mia anima, questa parte innocente e salda
piange, grida urla e strepita…che qualcuno mi ascolti.
Paura
Paura
Paura…
La mente non la trovo più, lei non risponde, ho
caos…ho…mamma mia…io non ho più niente. Se il mio corpo, se quella parte che
regna non fa nulla….io…sono perduta…io senza di lui non sono nulla.
Non posso stare senza di lui.
Si, è un amore sbagliato senza dubbio, che fa impazzire,
perdere la ragione e il senno…ma se lui fosse con me non succederebbe, rimarrei
io, la Zena forte e dura in apparenza…non sarei così pazza e persa…non lo
sarei. È colpa sua…è colpa…ma io ne ho bisogno.
Lex ti prego, sentimi, vieni, salvami e portami via con te,
lontano.
Te ne supplico.
Ti prego.
LEX.”
***
“Ti lascerò andare…perché è quello che si deve fare. Ma
indifesa come sei, farei di tutto per poterti trattenere…vorrei, come vorrei…ma
dovrai scontrarti con i sogni, i desideri e le durezze della vita.
L’ingiustizia della gente.
Ma ti lascerò andare a dipingere i tuoi nuovi giorni giusti
e sani coi colori stupendi. Da lontano ti aiuterò a sconfiggere i dolori,
lascerò ai tuoi occhi tutta una vita da guardare ma è la tua vita e non
trattarla male. Reagisci e vivi, ti lascerò crescere, scegliere e sbagliare.
È giusto che sia così. Io e te siamo fratello e sorella e
dovrà decidere chi sarà al tuo fianco. Lo faccio perché in te ho amato tutto,
la donna che sei, il tuo coraggio, la tua vita….e quando avrai davanti agli
occhi altri occhi da guardare il mio silenzio lo sentirai gridare.
Ti lascerò ridere, vivere…ti lascerò andare….non lo
capirai….ma i tuoi sorrisi scoppieranno e il tuo orgoglio si sfogherà in altro
modo, lontano da me. Sceglierai e te ne andrai lontano da me.
È questo, capirai quando sarai diventata un'altra.
Perché con me soffrirai, ti pentirai delle scelte che farai,
verrai colpita dalla cattiveria della gente…sarebbe duro, brutto, triste e
sbagliato. Perché non si può vivere una vita dall’amore immenso e puro ma
sporcato dalle parole e dagli sguardi degli altri.
Io ce la farei, ma tu no…
Sai Zena…poi penso….in solitudine…e mi dico che se io fossi
stato un po’ meno distante, un po’ meno orgoglioso….e se tu fossi stata meno
gelosa, nervosa…fragile…ma sei io, se tu…quanti se…come anche…se noi avessimo
dato all’amore la giusta importanza…un impegno, un valore….non così assoluto e
ceco. Se amare vuol dire annullarsi per dare qualcosa in più…capisci a cosa
giungo a questo punto? Tu adesso dove sei, pensi al tuo domani? Sotto quale
cielo? Sotto che lenzuolo fai bene l’amore? Sono contento per te che sarai una
donna felice, ama, non fermarti, non aver paura, non cercarmi dentro a nessuno.
Capisci?
Va bene così.
Tu hai la tua strada, io la mia. Anche se siamo fratello e
sorella….o uomo e donna…questo è quello che dobbiamo fare affinché tu sia
felice. Abbiamo sbagliato, capiscilo…ci potrebbero essere mille se, ma ora non
contano…ora…ora tu devi andare avanti e vivere…so che ce la metterai tutta, che
troverai un altro…e con intrepido coraggio amerai ancora, un uomo per bene che
tutti ammireranno almeno quanto te.
Io mi annullerò per darti la gioia…se tu starai bene anche
io lo sarò. Non fermarti, però. Io ce la farò, sono forte, non importa io…tu
ora…devi pensare a te…e salire…
Così ora devi andare, non voltarti indietro, non
ripensarci, non ragionare. Poteva essere molto, ma non sarà nulla…perché tu non
ce l’avresti mai fatta.
Devo convincermi che non è nulla…e non tremo, sto fermo
mentre cammino per tornare a casa…da Erik.
Così te ne andrai..cosa mi prende, però?
Non capisco…c’è…qualcosa…nell’aria…il cielo è troppo blu
per un sole così forte che splende.
Forse è l’idea che non so se riuscirò a farne a meno di
te…Zena…che mi dici?
Piccola, mi hai distrutto…non capisco…il respiro è strano e
il cuore…salta troppo spesso i battiti.
Cosa mi succede?
Sudo.
Comincio a sudare…alzo gli occhi al cielo di un blu
innaturale. È giorno e il sole si è nascosto dietro le nuvole.
Non va.
Qualcosa non va.
Queste maledette voci maligne che girano su di noi. L’avevo
previsto per questo ti ho lasciato.
Avevo ragione…ma allora perché ho questa terribile
sensazione?
Perché questo?
I miei freddi occhi si concentrano su uno spazio che non
vedo, su un tempo che non c’è.
Mi irrigidisco.
E sento chiaramente la sua voce nella testa che mi chiama.
È lei.
Zena ha paura.
È la sensazione devastante che sente lei in questo attimo.
Avrei dovuto saperlo subito.
Due gemelli sentono…troppo…io non avrei voluto, ma lei mi
chiama, lei sta male. Più male del solito.
È in confusione, è nel panico, è nel terrore.
È in pericolo.
Zena…di chi sono queste mani?
Perché il tuo cuore ha strane inclinazioni?
Perché la tua mente si allontana?
Dove sei?
Comincio a camminare veloce e frenetico per le vie poco
frequentate.
Mi viene il fiatone e tiro fuori il cellulare. Compongo il
tuo numero per la prima volta da quando non ti vedo più.
Rispondirispondirispondi, dannazione!
No.
Nulla.
Lei ha paura.
E subito mi trovo a correre.
Sto male se lei sta male. Come sto bene se lei sta bene.
Non è una banalità ma un dato di fatto.
Non importa nulla di quel che pensavo, ora un solo pensiero
mi martella asfissiante.
Lei non la devono toccare.
Sacrificheremo il nostro amore perché lei stia bene e
felice almeno un domani….ma nessuno deve permettersi di ridurla in quello
stato.
Nessuno.
Deve.
Toccarla.
Sono un lampo, il vento mi trasporta o forse sono io a
crearlo. Non deve succedere.
Non deve.
Non deve.
Questa sensazione che cresce e l’adrenalina che fluisce
nelle mie vene come il sangue che ribolle.
È una musica, una melodia veloce a ritmo che batte sempre
più sempre più sempre più.
Con un fuoco che scioglie quel mio ghiaccio sempre perenne.
Quel ghiaccio che è riuscita a sciogliere solo lei.
Lei è la mia salvezza, il mio lato puro, lei è tutto, lei è
vita, è giustizia, è bene, è bontà, lei per me è l’universo, il mio solo senso
di vita, io solo per lei potrei soffrire, sacrificarmi, non amare nessuno…solo
per lei, ed ora è solo lei che arriva a muovermi in questo modo!
Solo lei.
Non devono sparire quei suoi occhi candidi color cielo al
crepuscolo, non deve spegnersi quel sorriso che aleggia scintillante ogni volta
che mi vede, non deve smettere di parlarmi e guardarmi, non deve non vivere,
non deve cessare, non devono toccarla.
Io credo di non essere mai uscito fuori di me…o forse è
successo, ma non pari ad ora.
Credo che uno dal temperamento controllato e freddo come il
mio sia il più pericoloso poi.
Credo che se mi toccano le poche cose belle della mia vita
mi trasformo e le bestie paragonate a me sono nulla.
Credo che possano
iniziare a temere di essersi svegliati stamattina perché non avrò pietà se saprò
cosa le stanno facendo.
Continua a chiamarmi, non smettere di dire il mio nome.
Non smettere di pulsare e di amarmi, questo tuo sentimento
grande è ciò che mi collega a te.
Non fare nulla di quel che ti ho detto e imposto.
Ci arriveremo insieme.
Dio, sto per mandare a puttane tutto il lavoro di volontà
che ho fatto fino ad ora.
Me ne pentirò, lo so…è sbagliato. Questo è sbagliato.
Io non faccio mai cose sbagliate.
Ma se c’è qualcosa per cui valga la pena sbagliare, buttare
tutto nel cesso, farsi male e morire questo è proprio lei.
Non lasciarmi mai.
Non abbandonarmi.
Mai.
Corro e i capelli si spettinano attaccandosi alla fronte
sudata, gli occhi due lame brucianti, la pelle levigata su lineamenti induriti
e l’animale selvaggio che riposa in me si scatena appena la trova. Li trova.
Giunto da lei li vedo sopra che tentano di violentarla…lei
che non urla, lei che è spenta, lei che non è lei. Chi è?
Zena torna in te o io impazzisco con te.
- levatevi!-
solo questo prima dell’esplosione ceca e assoluta.
Non ho mai pestato qualcuno come ora.
Non ho mai fatto del male fisicamente come accade in questo
momento.
Non ho mai sentito una rabbia totalizzante come ora che
rende godibile questo dolore che infliggo a gente bassa e sporca…nemmeno li
vedo.
Per me sono meno di
zero.
Bastardi che la pagheranno per averle fatto ‘quello’.
Nessuno può toccarla.
Nessuno.
Colpisco e continuo a colpire finchè le nocche non si
sporcano del loro sangue che esce dalle ferite inferte. La maggior parte sono
scappati, altri sono rimasti a terra…altri ancora si sono solo arresi. Non
erano tanti e non valevano un cazzo. Ma io ero fuori di me…e non riesco a
smettere di far del male a questo che l’ha violata più degli altri.
Inginocchio sopra di lui, steso a terra, lo tengo per il
colletto della camicia e continuo a dargli quel che per me si merita del tutto.
Un pugno, poi un altro e un altro.
Penso abbia perso i sensi ma io non posso cancellare il
dolore di Zena che sentivo sulla mia pelle, il suo grido di aiuto, la sua mente
che vacillava, lei che non si trovava.
E so che non sono stati loro a renderla così…ma solo
io…solo io…dovrei cancellarmi dal mondo, se voglio che lei sia felice
veramente, ma ormai lei mi seguirebbe ed io non voglio.
Due mani si posano sulla mia schiena…sono solo due mani
leggere che non esercitano forza.
Ma le sento.
E mi blocco di scatto.
I muscoli delle braccia ancora tese, le vene che pulsano e
il rossore dell’ira che sento scema mentre realizzo che lei sta bene ed è
dietro di me…che mi aspetta.
Stacca le mani e in piedi mi fissa la schiena rigida.
Non dice nulla ma il suo respiro è come se passasse
attraverso di me.
Mollo l’essere fra le mie mani rosse e gonfie. Volto il
capo e gli occhi sottili arrivano a lei.
Lei in piedi quasi tremante. Io so cos’ha…ha paura ma non
per quello che è successo…ha paura che io la respinga di nuovo, che la lasci e
la insulti…ha paura di vedere ancora la mia schiena allontanarsi da lei.
Ha paura di me…smetto ancora di respirare.
Voglio vederla interamente.
Lascio che la mia bocca rimanga semi aperta, che il mio
corpo si muova lento da solo come in un sogno dove non si vede bene il contorno
ma solo l’obiettivo…il meraviglioso e desiderato obiettivo.
Abbandono le mani lungo i fianchi dei vestiti logori.
Lascio che i capelli vaghino liberamente per la mia testa coprendomi parte del
volto indubbiamente e limpidamente sorpreso.
Mi riempio di lei e della sua immagine spettinata e
sconvolta. Ma non mi basta. Ora che l’ho vista anche se non dovevo, ora che
l’ho vista dopo tutto quello che abbiamo passato, dopo aver assaggiato
l’inferno…a questo punto…mi lascio andare…mi lascio non capire…mi lascio cadere
in un piacere disperato e onesto.
Io senza di lei non posso vivere.
E questa è la sola verità.
Come noi siamo nati per stare insieme, ma non solo come
gemelli, come amanti e persone distinte che si amano.
Perché noi non siamo solo fratello e sorella…siamo prima di
tutto un uomo e una donna con sentimenti…ed io per lei darei la vita perché lei
lo farebbe per me.
Perché non mi basta saperla felice…ho bisogno di viverla
con lei la felicità.
Non mi basta nulla se non è condiviso con lei.
Siamo solo io e lei…come in ogni rapporto. Non ci sono
‘altri’. È solo lui e lei.
E noi non siamo in possesso di amore sbagliato o giusto,
ossessionato od orribile…siamo annegati in un amore più grande di noi ma
completo, unico, inclassificabile…e puro almeno quanto due entità separate ma
unite provano.
Nessuno che non sia noi può giudicarci, e chi lo farà sarà
solo lui a vivere male poiché noi stiamo bene.
Al diavolo.
Al diavolo tutto.
I ragionamenti, vedo i momenti in un nano secondo, le scene
disperate e felici…la merda che abbiamo respirato e il paradiso intravisto.
Ora siamo solo io e lei.
E questo amore da vivere.
Non abbandonarmi, non lo farò mai più.
Ho bisogno di te Zena.
Muovo un passo come in un sogno ovattato e febbrile mi
dirigo verso di te…ma poi è assurdo dire che mi dirigo quando corro proprio di
slancio.
Solo lei è capace di darmi istinto al posto di controllo.
Zena è unicamente vita per me.
Tutto lì.
Semplice e accettabile.
È quando l’abbraccio che torno a respirare, i battiti si
regolarizzano, il sangue fluisce come prima…e la calma mi inonda…insieme a
questa sensazione incontaminata di pace.
È solo lei, per me, capace di donarmi quello che da una
vita cerco.
Ho vissuto in un modo terribile la mia giovinezza, severo e
distante…per poi rendermi conto che non chiedevo altro che questo, arrendermi a
lei e lasciarmi andare a quel che volevo più di tutti.
Amarla.
Liberamente.
Non importa nulla.
Ci basta stare insieme.
Ci basta.
Stringo gli occhi mentre calde lacrime prendono a scendere
sulle mie guance.
Sono stato solo io quello ad aver sbagliato ogni cosa.
Non volevo proteggerla, allontanandomi, ma solo illudermi
di poter condurre una vita come tutti senza i giudizi.
Ma non esiste vita senza sguardi accusatori…la gente è nata
per farsi i cazzi degli altri. Non importa. Quel che sarà sarà….è la prima
volta che lo dico, ma è vero. Ora voglio godermi questi attimi finchè ce ne
saranno così come si porranno. E se per farlo dovremo scappare e andare in capo
al mondo così sarà.
In ginocchio stretti l’uno all’altro lei non piange ma mi
dice:
- sono io con te ora…non piangere…ti proteggerò e tutto
andrà bene.-
le cose che avrei dovuto dirgli io a voce e non solo a pensieri.
In realtà è lei la più forte.
Mi abbandono totalmente a lei affondando il volto sul suo
petto, respirando il suo profumo…e la sua palle scoperta sui miei occhi che
piangono è come sale sulla ferita…mi manda fuori, di nuovo, inesorabilmente.
Ora non riesco più a fermarmi. Una volta lasciato uscire
non esiste freno se non lei.
Se non abbandonarmi.
Apro gli occhi mentre il sole torna fuori a baciarci,
vorrei posare le mie labbra sulle sue ma non voglio qua
ora…squallidamente…così…la prendo per mano e mi alzo trascinandola…non smetterò
più di toccarla, ora.
In ogni donna era lei che cercavo. In ogni persona, in ogni
blu, in ogni sguardo. Solo lei.
La porto lontano da lì. Nella pace che ci meritiamo,
davanti all’infinito e alla grandezza.
La spiaggia è a pochi isolati da qui, ci arriviamo subito e
dopo aver corso senza sentir fatica ci sediamo a terra sulla sabbia e il rumore
delle onde culla i nostri sentimenti che esplodono.
La voglio.
Totalmente.
Non staccherò più gli occhi dai suoi, non smetterò più di guardarla.
Sarà mia ora e sempre.
È un azione semplice e desiderata, un attimo giusto e puro.
Perché non esiste puro o osceno.
Esiste solo questo.
Con le mie labbra che lente ed inesorabili si posano sulle
sue, lievi. È un contatto che mi da subito alla testa. Non voglio farle male.
Non voglio farla più soffrire.
Non voglio.
È enorme.
Quello che sento.
Indescrivibile.
Agognato.
Sentire le sue labbra morbide e carnose sulle mie che sono
uguali alle sue, non tremiamo, non sappiamo di errore. Ci veniamo incontro
aprendo l’accesso e in un soffio le lingue si toccano impaurite che tutto possa
svanire…il bacio lo approfondiamo giocando con noi e come una droga che appena
l’assaggi non riesci più a farne a meno e ne vuoi di più, non capisco presto
nulla, solo che la sua pelle è liscia e delicata, che il nostro contatto è
velluto e cielo, che il desiderio è troppo grande per essere contenuto.
Quando facevo l’amore con una donna erano queste le
sensazioni che cercavo, senza mai trovarle.
Desidero portarti in cielo per mano, voleremo via senza
ali, senza sete, senza rete. Via più su.
Così noi, un mistero, ci incammineremo lontano mentre tutti
chiuderanno ipocriti gli occhi per fuggire dal nuovo errore.
Con le mani, per le mani ti prenderò come ora intrecciamo
le nostre dita. Nel mio animo ti porterò mostrandoti l’infinito che porto per
te, poi voleremo via come stiamo facendo ora.
Sei bella. Sei amore, sei vita.
Non smetterò mai di dirlo perché lo penso così fermamente
da averne paura.
Ti desidero e assaporando il tuo corpo, assaggiandolo con
la lignua mentre lascio scie umide sul tuo corpo, sento il tuo sapore che mi
inebria e affondo poi le dita abbandonando le tue fra tuoi capelli.
Sei paradiso.
Comincio a respirare affannosamente come te, stesi sulla
sabbia col rumore delle onde a farci da scenario premiamo i corpi nudi l’uno sull’altro senza paura di essere
visti, senza paura di giudizi o di soffrire, senza paura di nulla. A me basta
avere te accanto e viceversa.
È un uccisione dolce sentire le tue gambe snelle allacciate
alla mia vita che mi dona un invito a lungo cercato e desiderato.
Affondo le labbra sui tuoi senti sentendoli sotto la lingua
che li percorre sensuale entrambi chiudendo gli occhi per non lasciar fuggire
questo momento perfetto.
Ogni cm deve essere mio, della mia bocca, delle mie mani.
È sensualità e dolcezza insieme, sappiamo di sale e di
aria.
Quando finalmente ti penetro lieve ad entrambi sfugge un
gemito lungo, come di liberazione iniziale…era una tale eccitazione da essere
al limite, era così cercato…così…non so…
Lento inizio a muovermi in te immaginando che il mare porti
il ritmo ondeggiante nei nostri corpi, presto raggiungiamo un unico movimento
l’uno dentro l’altro. Non c’è più paura e timore, ma consapevolezza che così
sarà sempre.
È liberazione e forza, delicatezza e potenza, un sussurro
silenzioso, una melodia libera, è resurrezione, una nuova vita che si genera e
riproduce, il nostro riscatto, il nostro momento.
Non sono immagini ma colori quelli che vedo in questo
momento totalizzante di unione. Colori che partono dal bianco assoluto per poi
prendere un colore appena appena accennato che tende all’azzurrino, poi
passando per ogni sfumatura e tono possibile arriva al blu oltremare…per
richiudersi tutto in due occhi grandi leggermente allungati verso le tempie
come lo sono i suoi.
Non importa cosa sarà.
So che sarà bene.
Non importa cosa penseranno gli altri, gli altri non sono
noi.
Non importa se soffriremo, lo faremo insieme.
Non importa che genere di amore è il nostro. È amore.
E questo basta.
Tanto nel mondo le barriere mentali, razziali e fisiche non
cesseranno mai di esistere…forse un giorno vicino alla fine del mondo…ma quel
momento è ancora lontano.
E fino ad allora ci proteggeremo a vicenda.
Null’altro importa.
FINE