Anime & Manga > Il mistero della pietra azzurra
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Autore: Lyla    04/03/2010    1 recensioni
Sono passati tanti anni dalla sconfitta di Argo, e Sansone, divenuto un uomo maturo, vuole sistemarsi con la donna che ama da sempre. Ma quando trova il coraggio di dichiararsi a Rebecca, la sua vita giunge a una svolta legata a un'esuberante adolescente dagli occhi azzurri e i capelli castani dalla quale non riesce a non sentirsi attratto... una storia a capitoli dedicata alla coppia SansonexMarie e alla nascita del loro amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Otto

Capitolo Otto

 

 

Quando aveva ricevuto la telefonata di Rebecca appena una settimana prima, Sansone aveva capito subito per quale motivo la donna aveva deciso di fargli visita a Le Havre così all’improvviso.

“Sarò di passaggio” aveva detto, “e sai com’è, visto che andrò a trovare Jean e Nadia ne approfitterò per salutare anche te!”

Il che, in parole povere, significava che lo aspettava un pomeriggio più complicato del solito.

Si passò una mano tra i capelli nel tentativo di ravvivarli ulteriormente anche se non ce n’era bisogno, si sistemò la giacca ancora una volta e si guardò intorno con discrezione.

I suoi occhi non incontrarono altro che la piazza ricoperta di foglie autunnali e i passanti che cercavano di ripararsi dal vento ottobrino che aveva cominciato a soffiare da giorni.

Il tempo trascorreva sempre troppo in fretta, per i suoi gusti.

Alla soglia dei trentanove anni, poi, Sansone lo notava molto più di prima.

Stava invecchiando.

Marie invece era così giovane…

Che Rebecca volesse parlargli di lei?

Eppure ormai avrebbe dovuto accettarlo, che loro due avevano una relazione.

Uscivano insieme già da mesi, e comunque non era il caso che si scomodasse da Londra per fargli una ramanzina di cui non aveva affatto bisogno.

Le cose, tra lui e Marie, andavano a gonfie vele.

Erano entrambi adulti e vaccinati.

Anche se, ogni tanto, Sansone si rendeva conto di quanto fosse giovane la ragazza al suo fianco e si chiedeva se stesse facendo la cosa giusta…

Ricacciava indietro quel pensiero ogni volta che gli attraversava la mente, ma quello tornava a tormentarlo.

Quando riconobbe la donna che veniva verso di lui, Sansone le rivolse un sorriso, grato a Rebecca per avere interrotto il flusso dei suoi pensieri.

“Rebecca, qual buon vento!”

“Sansone! Ti trovo bene.”

Non si vedevano da quando le aveva confessato di amarla mesi addietro, e per un attimo si sentì assalire da una sensazione di disagio, ma quando Rebecca ricambiò il suo sorriso in modo cordiale e familiare si sentì come se la faccenda della dichiarazione appartenesse a un’altra vita.

“Anche tu sei splendida come sempre. Mi permetti di offrirti qualcosa da bere?” le chiese con voce suadente, e Rebecca si accorse per l’ennesima volta che i suoi modi da latin lover erano rimasti immutati nel tempo.

“Che gentiluomo! Ma sì, ho deciso di concedertelo. In fondo non capita spesso di poter andare in un locale con un vecchio amico, però dovremo fare in fretta: Nadia e Jean mi aspettano per cena!”

“Nessun problema. Conosco un posto che fa al caso nostro!” la rassicurò Sansone, deciso a rendere quel pomeriggio il più breve possibile.

In quel momento Rebecca sembrava calma, l’aria seria e sofisticata come sempre, ma lui la conosceva fin troppo bene.

Sapeva che di lì a poco sarebbe esplosa, era solo questione di pochi minuti.

Più o meno.

“Sansone! Fino a che punto hai intenzione di andare avanti?” esordì bruscamente non appena si sedettero a un tavolino del bar che l’uomo frequentava abitualmente.

Ecco. Era iniziata.

Decise di fingere di non aver capito a cosa stesse alludendo, in modo da prepararsi meglio ad incassare i colpi.

“Eh? Di cosa stai parlando, Rebecca?”

“Andiamo, non fare il finto tonto! Sai benissimo a chi mi sto riferendo!” lo incalzò la donna, gli occhi azzurri animati da un lampo di determinazione.

A quanto pareva, non aveva intenzione di mollare.

“Ah, intendi Marie! Un tempismo perfetto… chissà perché me lo aspettavo che prima o poi me l’avresti chiesto!” fece Sansone sarcastico, ma l’amica lo fulminò con lo sguardo.

“Smettila di fare lo spiritoso!”

“Non sono affatto spiritoso!”

Stavano battibeccando proprio come ai vecchi tempi.

Gli anni passavano, era vero, ma certe cose erano rimaste immutate, esattamente le stesse di undici anni prima.

Se ne resero conto entrambi, e d’un tratto la loro conversazione assunse un tono più calmo, come se si fossero sentiti estremamente ridicoli a discutere in quel modo acceso davanti a tutti.

“Lascia perdere. Piuttosto, dimmi la verità.”

Rebecca cominciò a sorseggiare il suo caffè, mentre lui fissava assorto il fondo della sua tazza.

“La verità la conosci già. Non c’è bisogno che dica altro, no?”

“Tu e Marie avete una relazione, su questo non ci piove. Ma tu, sei proprio sicuro di provare qualcosa per lei?”

Cosa stava cercando di insinuare?

Che stesse solo giocando con i sentimenti della ragazza?

Non era affatto quel tipo di uomo.

Strano che Rebecca non lo avesse ancora capito.

“E perché non dovrei? C’è qualcosa in lei che riesce a farmi sentire ancora vivo, dopo tutti questi anni. Ed è la sola donna a cui pensi da tempo, ormai” le confidò apertamente. “Non c’è niente di male a uscire con Marie, credimi, Rebecca. E poi… so quello che faccio. Non farei mai niente per renderla infelice, te lo assicuro.”

“Bene” disse Rebecca dopo alcuni attimi di silenzio, assimilando il significato delle sue parole. “Benissimo. Ma ti avverto: se le combini qualcosa di spiacevole giuro che non la passerai liscia, Sansone. Sono stata chiara?”

Ecco. Stava usando un’altra volta quel tono perentorio che non aveva mai sopportato.

“Chiarissima” disse, scandendo bene le sillabe. “Vedrai, non ci sarà più bisogno di venire fin qui a dirmene quattro!”

“Sansone!”

“Calma, calma, stavo solo scherzando!”

“Sai perfettamente che sono soltanto passata a salutarti” ribatté Rebecca, gettando indietro i lunghi capelli rossi e allontanando la tazza vuota con un gesto della mano. “E ora scusami, ma devo proprio andare. Ci vediamo!”

Si alzò dal tavolo sotto gli occhi ammirati e incuriositi degli avventori del bar e si diresse verso l’uscita a passi veloci.

Di lì a poco, Sansone la raggiunse dopo aver tempestivamente pagato il conto.

Non poteva lasciarla andar via in quel modo. Era o non era un gentiluomo?

“A presto, Rebecca” le disse con un sorriso sicuro. “Manda i miei saluti a Jean e Nadia. E a presto!”

“Au revoir, Sansone. E tu salutami la piccola Marie, non appena la vedi!”

Un rombare di motori e Rebecca scomparve nelle strade cittadine a bordo della sua auto, additata a vista dagli uomini nei dintorni.

Era strano e inconsueto che una donna fosse in grado di guidare una macchina in modo così spavaldo e incurante di cosa la gente potesse pensare di lei.

Ma Rebecca non era una donna qualunque.

Era venuta lì da Londra apposta per avvertirlo che lo teneva d’occhio.

Sansone scosse la testa, pensando che era unica e che di donne così se ne contavano sulla punta delle dita, di quei tempi.

Era proprio fortunato ad avere ottenuto la sua amicizia.

 

**

 

Avrebbe dovuto essere alla festa di Ayrton, in quel momento.

E invece, Marie si trovava in un elegante locale del centro di Marsiglia in compagnia di Sansone.

La serata stava trascorrendo bene: la ragazza era raggiante, consapevole di calamitare tutta l’attenzione dell’uomo seduto davanti a lei.

Le faceva piacere il modo in cui la guardava, e del resto neanche lei riusciva a staccargli gli occhi di dosso.

Quella sera Sansone era più affascinante che mai nei suoi abiti impeccabili come sempre, il volto maturo incorniciato dai capelli tenuti con cura.

Marie, da parte sua, aveva seguito i consigli di Rebecca, e aveva acquistato degli abiti sotto suo consiglio che mettevano in risalto il suo fisico in modo elegante e per nulla volgare, i lunghi capelli castani legati in una coda tenuta insieme da un fermaglio alla moda.

“Sei bellissima stasera. Non che sia una novità, in ogni caso.”

“Ti ringrazio Sansone! Lo sai che ho annullato il mio invito alla festa di Ayrton apposta per uscire a cena con te?”

“Cerchi di farmi ingelosire? Ormai l’ho capito che quel tipo non ha alcuna speranza contro di me!” disse l’uomo con un sorriso soddisfatto, ma si accorse che Marie era diventata improvvisamente seria.

“Bè, a dire il vero…” mormorò la ragazza, e lui spalancò gli occhi, sulle spine.

“A dire il vero?”

Marie proruppe in una risata argentina, rilassandosi contro lo schienale della sedia e guardandolo divertita.

“Dovresti vedere la tua faccia, in questo momento!”

Sansone fece un sospiro di sollievo, pensando che quella ragazza ci stava proprio prendendo gusto a fargli prendere un colpo di tanto in tanto.

Forse era perché lui continuava a cascarci in pieno… avrebbe dovuto capirlo subito!

“Ma guarda! Ti diverti a prendermi in giro, eh?”

“Non lo so! Chi lo sa?”

Il resto della serata trascorse perfettamente, fino a quando la coppia non uscì dal ristorante, ritrovandosi nel corso principale di una Marsiglia illuminata dai raggi lunari.

Si ritrovarono a passeggiare l’uno accanto all’altra, un braccio dell’uomo stretto intorno alla vita dell’adolescente come se volesse ribadire fermamente che apparteneva a lui e volesse proteggerla da qualunque pericolo.

“Non vedevo l’ora di stare un po’ con te!” gli sussurrò alzando apertamente gli occhi verso di lui, e Sansone ricambiò il suo sguardo.

“Anche tu mi sei mancata, Marie.”

“Dai, ammettilo. Senza di me ti sei sentito terribilmente solo!” lo punzecchiò nell’intento di sentirselo dire davvero dall’uomo al suo fianco, ma Sansone le sorrise senza scomporsi.

“Bè, Rebecca è venuta a farmi visita giusto ieri…”

“Rebecca?”

All’improvviso Marie si sentì raggelare.

Non le aveva detto che si sarebbero rivisti.

Forse non aveva avuto tempo.

O forse c’era sotto qualcos’altro…

“A quanto pare era ospite dei Raltique…” stava dicendo Sansone mentre continuavano a incamminarsi lungo un viale tra gli altri passanti. “…ma lascia che ti dica una cosa. La conosco perfettamente, e sono in grado di giurare che era venuta soltanto per me.”

Per lui? Cosa significava?

“E cosa ti ha detto?” s’informò freddamente, allentando la presa sul braccio di Sansone in preda a un brutto presentimento.

“Mi ha detto… di non illuderti, e le ho assicurato che non sono quel tipo di uomo. Però devo ammettere che capisco la sua preoccupazione” proseguì in tono assorto, e Marie capì che stava riflettendo.

Smisero di camminare, trovandosi faccia a faccia sotto la luce di un lampione, la tensione perfettamente percepibile nell’aria.

“Che intendi dire?”

“Bè, tra di noi c’è una bella differenza di età, Marie. Crede che io sia troppo vecchio per avere una relazione con te, e devo confessarti di averlo pensato più di una volta, negli ultimi tempi” le rivelò in tutta sincerità.

Non aveva senso mentirle, anche se le sue parole stavano pericolosamente mutando l’umore di Marie.

“Stai dicendo che mi trovi una bambina?” disse lei con voce appena udibile, come se fosse troppo sconvolta per articolare chiaramente le parole.

“No, niente affatto!” si affrettò a rassicurarla. “E’ solo che…”

“Sansone! Avevi detto che non avevi nessun problema, che mi vedevi come una donna…”

Marie aveva praticamente urlato.

Doveva fare qualcosa, e in fretta!

Non aveva pensato di essere sincero con lei con l’intento di farla infuriare e rovinare la serata.

“Ma è la realtà” esclamò afferrandole un braccio. “A volte penso…”

“Pensi che sia sbagliato, vero?”

Marie si divincolò con uno strattone, gli occhi che mandavano dei bagliori d’ira conficcati in quelli allarmati di Sansone.

“Guarda che so benissimo che provi ancora qualcosa per Rebecca, cosa credi?”

Ecco. Gliel’aveva detto.

“Rebecca? Cosa c’entra Rebecca, adesso?”

Marie era furibonda come mai l’aveva vista prima d’allora, e capì che la faccenda di Rebecca le bruciava nel profondo, anche se non l’aveva ammesso neppure una volta da quando si frequentavano.

“Non fingere di non sapere niente! Tu pensi ancora a lei, è per questo che mi vedi come una ragazzina!” stava dicendo con rabbia, e Sansone le afferrò le spalle costringendola a guardarlo negli occhi.

“Stai sbagliando, Marie! Non è affatto così, Rebecca fa parte del passato, ormai ci sei soltanto tu!”

Un lampo di tristezza e delusione le attraversò il viso contratto, e l’uomo sentì qualcosa di doloroso muoversi da qualche parte nel suo petto.

“Cerchi di consolarti tra le mie braccia, ma in realtà ne sei ancora innamorato!”

“Ma che dici? Insomma, vuoi deciderti ad ascoltarmi?”

“No! Ne ho abbastanza. Me ne vado!”

Allontanò le sue mani e gli voltò le spalle, diretta verso una meta sconosciuta, e Sansone si ritrovò a guardarla allontanarsi, gli occhi sbarrati.

Non poteva lasciare che andasse via così.

Non poteva permettere che finisse tutto in quel modo.

Non adesso che le cose stavano andando per il verso giusto…

“Aspetta, Marie! Non è quello che intendevo…”

“E’ inutile! Tanto ormai hai rovinato tutto!”

Le prese il polso costringendola a voltarsi verso di lui, ma la ragazza non riusciva a guardarlo in viso, sconvolta da quello che stava accadendo.

Non aveva mai litigato con Sansone, neanche una volta.

E ora stava accadendo davvero.

Ed era terribile e devastante.

“Volevo solo dirti che mi dispiace” le disse con sguardo sincero. “Non volevo ferirti, Marie.”

“Belle parole, peccato che tu l’abbia fatto!” ribatté irritata. “Lasciami andare, per favore!”

L’uomo smise di stringerle il polso, deciso a farle capire una volta per tutte come stavano le cose in modo da non perderla per sempre, e la guardò ancora una volta negli occhi.

Si accorse che Marie tremava leggermente, le guance arrossate, ma nonostante fosse riuscito a farle del male con la verità delle sue parole, la ragazza era lì in piedi davanti a lui, come se dopotutto fosse ancora disposta ad ascoltarlo.

Buon segno.

Ma non era ancora sicuro di cosa sarebbe accaduto di lì a poco.

Eppure decise di fare un ultimo tentativo.

“Ti chiedo solo di perdonarmi e di ascoltare quello che ho da dirti, Marie. Dopo sarai libera di andartene e smettere di vedermi, se lo riterrai la cosa giusta da fare. Però, voglio che tu sappia… che farei di tutto per renderti felice.”

La ragazza si morse il labbro, come se stesse lottando per non scoppiare in lacrime, e Sansone decise di andare avanti, sperando ardentemente che riuscisse a trattenersi dal piangere.

“Ho pensato più volte che tra di noi ci fosse una differenza di età troppo grande, lo ammetto. Ma mi sono reso conto che i miei sentimenti per te non sono legati a cose futili come il numero degli anni… e ti assicuro che se potessi tornare indietro non penserei di respingerti neanche per un attimo, Marie.”

Le stava parlando nella più totale sincerità, ed era come se potesse leggere veramente nel suo animo per la prima volta dopo averlo desiderato per tanto tempo.

“Sei tu l’unica donna a cui penso, non Rebecca” continuò l’uomo imperterrito. “E non hai bisogno di ascoltarmi per capire che lo sai già perfettamente! Ora smetti di piangere, non ho mai sopportato la vista di una donna in lacrime.”

Incapace di trattenersi, Marie singhiozzò ancora più forte, cercò un fazzoletto nella borsa ma non riuscì a trovarlo.

Quindi si gettò tra le sue braccia, nascondendo il viso nella giacca dell’uomo che a modo suo le aveva appena detto di amarla.

Le aveva dato la conferma che le sue non erano altro che paure prive di fondamento, che Rebecca non gli interessava che come una semplice amica, che la differenza di età non gli importava affatto… che l’unica cosa che contava era starle vicino.

“Sansone! Io… io… non volevo…” balbettò in modo confuso, e lui la strinse a sé cercando di rassicurarla.

“Tranquilla, è tutto a posto. Sono qui.”

Non appena Sansone ebbe pronunciato quelle parole, Marie seppe che era la verità, le lacrime che scomparivano dai suoi occhi per lasciare il posto a un leggero sorriso.

Era tutto a posto: lui era lì con lei, e niente poteva andare storto.

Quando le loro labbra si incontrarono, la ragazza si strinse a lui ancora di più si lasciò trasportare dai suoi sentimenti, attirandolo a sé più che poteva: avrebbe voluto che quella notte non avesse mai fine.

 

Fine ottavo capitolo

 

**

 

Ciao a tutti! Siamo a tre capitoli dalla fine, e la storia di Sansone e Marie è giunta a una svolta, nonché al momento in cui i sentimenti di entrambi vengono confermati dopo il chiarimento dei vari dubbi di Sansone e dei sospetti di Marie riguardo a quello che lui proverebbe ancora per Rebecca.

E’ stato difficile scrivere questo capitolo cruciale, e temevo di cadere nell’OOC soprattutto nell’ultima parte, ma come sempre faccio il possibile per mantenere i personaggi nel loro carattere originario! Se volete lasciate pure un commento, mi fa sempre piacere riceverne.

Alla prossima,

Lyla

 

 

  
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