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Autore: crimsontriforce    04/03/2010    2 recensioni
Una buona avventura grafica rientra di diritto fra i passatempi preferiti di un gentiluomo. (Professor Layton + Riven/D'ni/cose, fluff spinto)
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Curious village = awesome.
Diabolical box = MOAR awesome. Sono ufficialmente in fissa e la sfogo così. Con un crossover fra Professor Layton e D'ni in generale (e Riven in particolare). Usando i personaggi dell'uno e i temi dell'altro, spero che il risultato possa esser gradito anche a chi conosce solo metà del crossover. @ Layton fandom: lookit, fluffy character study! @ Myst fandom, all two of you: lookit, una storia della Chiamata!

Nessunissimissimo spoiler su Layton. Se la serie è ambientata molto prima del '97, beh, mi appello all'emendamento nove e tre quarti sul lieve AU temporale.
Spoiler dettagliati di un enigmino transizionale a metà Riven.
Riferimenti al percome e al perché della Chiamata, che non chiamerei proprio spoiler, vengono da un post su forum e stanno qui.
MY HEADCANON, LET ME SHOW YOU IT.

Disclaimer: Layton e Luke appartengono agli amabili Level 5, continuino a gestirseli loro che son bravissimi <3 Riven appartiene agli ancor più amabili Cyan Worlds, cui mando tè e pasticcini virtuali. Non ci sto facendo un soldo e rispetto la Fan Created Art License come fosse mia madre.







C'è un enigma nel profondo







“Ma non c'è via d'uscita...”
Luke strizzò gli occhi fino a renderli due fessure corrucciate, a pochi pollici dalla finestra piccola, scura e poco contrastata che sembrava negargli ogni risposta. Si era sbilanciato sulla sedia, appoggiandosi con le mani aperte alla scrivania del professore e allungando il collo fino a sembrare un felino in caccia – un grosso gatto gabbato dalla sua preda, goffo e perplesso come ogni cucciolo.

Dietro di lui, sprofondato in poltrona, Layton girava meccanicamente a vuoto il cucchiaino in una tazza dove lo zucchero si era sciolto da tempo.
“Luke, ragazzo mio”, s'intromise bonario, senza staccare lo sguardo dallo schermo, “stai affrontando il problema dall'angolazione sbagliata.”
“Professore?”
Layton abbandonò su una pila di libri la sventurata tazza di tè e si avvicinò al suo assistente, che si ricompose in tutta fretta e lo attese ingessato sulla sedia, come si addice a un gentiluomo.

“Tre ore per arrivare fin qui, professore”, confessò, sconfortato dagli avvenimenti al di là dello schermo, “e ora la trappola per rane non ha fatto nulla se non, beh, prendere una rana, la ventola non si ferma e io non so proprio dove andare.”
“Sembrava scontenta, la rana”, aggiunse dopo un attimo di riflessione. “Buon per lei che è scappata subito.”

“Permetti?”
Luke annuì. Era ben disposto a barattare la soddisfazione di risolvere da solo quell'enigma in cambio del privilegio di vedere il professore all'opera: ogni ragionamento di Layton gli restava fissato con affetto nella memoria, a modello e guida dei suoi pensieri futuri. Fece per offrirgli il mouse, ma Layton fece un passo indietro, preferendo lasciare a lui il comando dell'ignoto protagonista e limitarsi ad aiutarlo a voce.

“Cosa vedi, Luke?”, domandò quando l'ebbe fatto tornare sui suoi passi di qualche schermata, sulle sponde di un lago vulcanico.
“Lassù in alto, sulle rocce, l'entrata della stanza in cui ero prima.”
“Altro?”
“Sembra che a sinistra sia collegata a un sentierino.”
“Forse perché è collegata a un sentierino, mio buon Luke? Di certo, i gentiluomini che hanno inventato questo gioco avranno avuto le loro ragioni per mostrarti un sentiero che si dipana proprio da lì.”
“Impossibile! La stanza è una grotta piccolissima, professore, l'ho esplorata tutta! Ci si muove solo su una passerella in mezzo al vuoto, l'ha visto anche lei, non si tocca nemmeno il muro a sinistra.”
“Tranne che...”
Luke si fermò a pensare, ricreando nella mente ogni dettaglio della stanza infame.
“...la piattaforma appena entrati?”
“Precisamente.”
“Ma la parete viene coperta dall'anta del portone!”
“Hai provato a chiudertelo alle spalle?”, concluse il professore con un sorriso.



Pochi clic dopo, il suo assistente stava percorrendo l'ambito sentierino con un sorriso soddisfatto stampato in faccia, che si allargò in un ghigno estasiato quando le rocce che lo circondavano lasciarono il posto a un ponte sospeso mozzafiato che si stendeva sul mare. All'altro capo del ponte, un'immensa cupola d'oro risplendeva invitante e luminosissima sotto il sole di quel mondo.
Layton dovette andarsene.
Si era raccontato che la visuale fissa a balzelloni gli dava la nausea. Si era raccontato che tenere gli occhi attenti su quel vecchio schermo faceva male (e che si sarebbe dovuto affrettare a cambiarlo, già che era lì... per Luke). Ma non stava combattendo la nausea lì dove si era rifugiato, affacciato a una finestra rivolta a occidente, calcandosi il cilindro in testa così che il vento non se lo portasse via – anche se poteva piuttosto sembrare che vi si stesse aggrappando, in attesa che una folata li sollevasse entrambi.
Non era la nausea a stringergli lo stomaco. Al contrario, si sentiva pronto a qualcosa. Qualsiasi cosa. Grandi cose. Cercando di spingere lo sguardo oltre i tetti più lontani si rese conto, perplesso e scettico, che il suo sprone era una malinconia dolcissima e acuta, nata in chissà che angolo dei paesaggi inesistenti del gioco, diretta chissà dove. Si ripromise che avrebbe svolto delle ricerche.
Si soffiò il naso, senza sapere perché.

Nel profondo era già tutto chiaro, tutto depositato, tutto composto come i pezzi di un puzzle meccanico dimenticato ma pronto a scattare a posto con un unico movimento oliato. Nel profondo si smorza il lume della ragione, cambia la bussola, la linearità si attorciglia in una spirale. Nel profondo c'è un luogo dove respira una città morta, ma per Hershel Layton, in quel fresco pomeriggio londinese e negli anni a venire, il suo richiamo sarebbe rimasto un enigma irrisolto.




































“Professore? Professore? Ho trovato una griglia con sei palline...” :p

- Note sulla parte di Layton: Layton è un archeologo grande appassionato di enigmi. Luke è il suo apprendista (/figlio adottivo...?). La loro adorabilità è qualcosa di indescrivibile. Coccoli! X3 I loro enigmi sono più del tipo “crea tre cubi spostando un solo fiammifero” che del tipo “hai un proiettore olografico spento, un generatore e una pulsantiera, arrangiati”, ma l'ossessione con cui li ficcano in ogni aspetto della loro vita ha un certo non so che di D'ni...
- Note sulla parte di Riven: l'enigma su cui si è impiantato Luke è parte del gioco, si trova sulla terza isola (Book Assembly Island) e si risolve proprio così.
- Note sulla parte della Chiamata: D'ni, la città profonda, l'antica uru, giace in rovina da duecent'anni tre miglia sotto il deserto del New Mexico. Oggi, “New seekers of D'ni will flow in from the desert, feeling called to something they do not understand.” Oscuri risvolti di canone asseriscono che Myst e seguiti sono stati sviluppati proprio per iniziare a parlare di D'ni in modo indiretto a spiriti affini (forse si parla addirittura di lontanissima discendenza di sangue da un gruppetto di D'ni dispersi in superficie migliaia d'anni fa, ma non m'azzardo ancora a confermare) e smuovere in loro questo richiamo verso la patria perduta in cui imparare, confrontarsi e crescere. “There is a place, deep within, where dead cities breathe...” ...nel profondo della terra e nel profondo di se stessi. Siccome il buon professore mi par più D'ni lui di Esher, mi sollazzo a immaginare che senta la Chiamata con particolare intensità ma che, razionale com'è, non sappia ben che farsene.
   
 
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