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Autore: Platone    24/07/2005    3 recensioni
"La data del giornale non era quella odierna, ma bensì quella del primo giorno della scuola di magia, del settimo anno che Harry avrebbe intrapreso a settembre. Ma lo stupore per la data sul giornale fu minimo paragonato a quello per l'articolo in prima pagina.
SCUOLA DI MAGIA DISTRUTTA: LE NUOVE GENERAZIONI MAGICHE ANNIENTATE
HA INIZIO IL REGNO DI TERRORE DEL SIGNORE OSCURO" Spoiler VI° Libro.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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Uno speciale ringraziamento a youffie per il suo lavoro!

Morgan_Snape: diciamo che ho preso uno spunto da quel telefilm, ma solo per l'inizio della storia

Caillean: ho cercato di essere il più fedele possibile al libro e sono felice di vedere che, forse, ci sono, anche solo in parte, riuscito.

Era una tipica giornata piovosa a Londra.
Molti taxi e autobus passavano in Grimuauld Place senza però sapere che tra il numero civico 11 e il 13 vi fosse un edificio.
L'edificio, una volta sede della nobile casata purosangue dei Black, di cui Sirius era stato l'ultimo erede, e di cui tutte le proprietà erano passate a Harry, era invece la sede dell'Ordine della Fenice.
Sebbene il suo fondatore non ci fosse più, il professor Lupin aveva preso temporaneamente la carica di capo.
Il giovane licantropo era molto segnato dalle continue battaglie, ma dava l’impressione di non voler mollare e di continuare a lottare e aveva una mente che riusciva ad essere abbastanza lucida, caratteristica molto utile in quei tempi duri.
Era seduto a capotavola della lunga tavolata del salone da ballo della dimra Black.
Proprio in quel momento infatti, si stava svolgendo una riunione a cui partecipava tutto l'Ordine.
Per ovvie cause di forza maggiore, si era dovuto glissare su alcune regole per far entrare a pieno titolo Ron, Hermione e Ginny, logicamente contro il parere della signora Weasley.
Come succedeva ogni cinque giorni da ormai un mese, si stava discutendo sulla situazione in cui il mondo magico imperversava: il potere di Voldemort cresceva a dismisura e oramai il Ministero, anche se ufficialmente esisteva ancora, era sotto il suo controllo; in aggiunta vi erano continui attacchi a Babbani e non.
L'unico obiettivo che non era ancora stato toccato era la scuola di Magia, Howgarts.
Anche se questo sembrava strano, tutti nell'Ordine, erano convinti che ci sarebbe stato un attacco molto presto.
La riunione era ora giunta ad un altro dei problemi più cruciali: dove era finito Harry e cosa stava facendo.
'Insomma, ancora nessuna notizia di Harry?'
Chiese un' alquanto agitata signora Weasley.
'Mi spiace Molly.' Lupin prese una piccola pausa e per un breve istante i suoi occhi parvero rabbuiarsi Non riusciamo a contattarlo: ogni gufo che gli inviamo torna indietro, ogni tentativo di localizzarlo e inutile e temo che, se non sarà lui a volerlo, non lo troveremo'
Rispose con un aria falsamente pacata: in realtà lui era molto preoccupato di non avere notizie di Harry da così tanto tempo.

*

Si trovava al centro di una vasta distesa di erba, erba ovunque il suo occhio si posasse.
Dinnanzi a lui un albero, una quercia altissima.
L'ultima cosa che ricordava era di trovarsi in camera sua a leggere una lettera firmata da uno strano M .
Si rialzò con molta circospezione, cercando di capire dove diamine fosse andato a finire.
Da una rapida occhiata al panorama, capì di non averne la minima idea.
Stava per allontanarsi quando senti un famigliare CRACK dietro alla sua schiena: qualcuno si era materializzato.
Con una strana paura che lo invadeva, Harry strinse la sua bacchetta, che teneva nella tasca dei Jeans, ma non si voltò.
'Harry James Potter...Che piacere averti qui con noi, sono felice che tu abbia accettato il nostro invito'
La voce dell'uomo era molto tranquilla anche se emanava molta autorita e, si ritrovò a pensare Harry, anche una certa sicurezza.
Decise allora di vedere con chi stava parlando prima di fare qualsiarsi altra cosa.
Girandosi vide l'ultima persona che si aspettava di vedere: lunga barba bianca come anche i capelli, occhiali a mezzaluna.
Dinnanzi a se aveva il suo amato preside, Albus Silente.
'Preside' comiciò a piangere 'come è possibile?Come fa lei ad essere qui?Lei è morto per colpa mia...quindi se la vedo vuol dire che sono morto anche io!?'
Il vecchio mago sorrise.
'Dunque, cercherò di rispondere a tutte le tue domande, ma scusa se l'ordine non sara lo stesso.Dunque io sono morto, tu no.' qui Harry si sentì un po più sollevato 'Per quanto riguarda il come puoi parlarmi, è legato al dove siamo e quindi al perchè sei qui'
E fece una pausa in cui Harry ebbe il tempo di calmarsi
'Allora Harry, vedi, tu qui ti trovi in un mondo parallelo, il mondo della Magia Pertpetua. In questo luogo la magia è stata, per così dire, creata... Mi spiego meglio: la maggior parte di quello che si studia a scuola é stato inventato qui. In questo mondo vi risiedono i morti e alcune creature immortali che non possono entrare nell'altro mondo, quello da cui tu vieni. Fondamentalmente tu non dovresti essere qui ma c’é un motivo'
Altra pausa per dare il tempo necessario ad Harry di assimilare le notizie
'Tu sei speciale, come ti ho sempre ripetuto. Ma ora è il momento di sapere il perchè. Sei il primo e penso anche l'unico essere vivente qui. Se ora mi seguirai ti porterò in un luogo più consono. Ora attaccati a me che ci smaterializzeremo nella mia umile dimora.'
E con un altro CRACK i due scomparvero.
Ricomparvero in quello che poteva sembrare il salotto di una casa, ma non lo era: vi erano cinque grosse tavolate lunghe all'incirca sei metri ciascuna e larghe almeno due.
Ai due lati dei tavoli vi erano delle poltrone e ai due capi di ogni tavolo vi era appoggiata una scala.
'Bene, direi che possiamo anche sederci e, magari bevendo qualcosa, risponderò ad ogni tua domanda'
Disse Silente, invitando Harry a sedersi.
'Cosa vorresti bere? Ti va bene del Whisky Incendiario? Oramai sei adulto quindi posso offrirtelo senza remore'
'D'accordo'
Disse un Harry ancora molto confuso ma che aveva riacquistato una parvenza di tranquillità.
Silente fece comparire due bichieri di cristallo e una bottiglia.
'Chiedimi quello che vuoi e io cercherò, nei miei limiti di risponderti'
'Innanzi tutto, perchè io sono qui?'
'Diciamo tu dovrai imparare alcune cose che ti torneranno utili quando ritornerai all'altro mondo'
'Esattamente cosa dovrei fare?'
'Dunque, tu studierai la magia in molti dei suoi aspetti, diree quasi tutti, ad un livello che non è permesso a molti.Una volta che sarai pronto, tornerai indietro e modificherai in meglio il futuro che hai potuto comprendere dal giornale quale sarà.'
'Ma quanto devo sare in questo mondo?'
'Starai qui per 7 anni.In questi anni allenerai corpo e mente.'
Sul volto di Harry si dipinse un espressione terrorizzata
'Ma se devo stare qui per 7 anni non farò in tempo a salvare un bel niente'
Silente rise di gusto
'Il tempo in questa dimensione scorre in modo differente, un anno qui corrisponde a un giorno nell'altro mondo'
'Quindi starei via solamente una settimana?'
'Esatto'
'Immagino che domani comincerò'
'Hai ancora ragione'
Fece per alzarsi, poi si fermò
'Ma se lei è qui, allora...anche Sirius...i miei genitori..'
'In effetti le persone da te elencate sono tra i miei "coinquilini", anche se al momento sono fuori.Torneranno stasera comunque.'
Harry sprizzava gioia da tutti i pori, avrebbe rivisto e vissuto 7 anni con le persone a lui più care.
'Ti consiglierei di andare a riposare per un po.Quando sarà pronta la cena, sarai avvisato.'
Harry si domandava dove dovesse andare, ma una volta uscito dal salone, notò una porta che aveva un cartello con sopra inciso a lettere rosse Harry James Potter.
Una volta entrato, Harry si stupì dello spettacolo che vedeva: la stanza si divideva in tre parti; una era la parte dedicata al riposo, difatti vi era un letto a due piazze, un comodino con sopra una splendida sveglia a forma di Boccino; la seconda parte era dedicata al bagno con doccia, vasca e idromassaggio; la terza era dedicata, o almeno questo pensò Harry, all'allenamento: era una stanza molto grossa con molti attrezzi ginnici; vi erano inoltre molti oggetti che Harry aveva visto varie volte nell'ufficio del suo ex insegnante, Lupin e alcuni che aveva visto nell'ufficio del vecchio Silente.
Una volta seduto sul letto, notò che su di esso vi era una tuta della sua misura.
Ancora intontito dagli avvenimenti, si mise la tuta e si sdraiò e dopo pochissimi istanti, cadde in un sonno profondo.


*

Quando si svegliò, ancora a occhi chiusi, cercò istintivamente i suoi occhiali nel letto, ma non li trovò.
Decise di aprire gli occhi per andare a cercarli, anche se sapeva che non avrebbe visto molto.
Ma la cosa che successe non appena aprì gli occhi lo stupi: riusciva a vedere perfettamente.
Guardandosi in giro, trovò una lettera all'altro capo del suo letto.

Ben svegliato Harry,
come noterai ti ho fatto un incantesimo di correzione della vista e quindi non avrai più besogno degli occhiali.
Quando ti sei ben svegliato ti consiglio di andare in bagno a farti una doccia e a sistemarti bene.
Ti aspettiamo in cucina, la stanza infondo al corridoio, non appena sei pronto.

Albus, e chiamami per nome, oramai siamo, o almeno saremo per un breve periodo, "colleghi"

Non appena ebbe finito di leggere la lettera, decise di seguire il consiglio e si infilò sotto la doccia.
Una volta lavato si sistemò i capelli raccogliendoli con un nastro nero e si cercò nell'armadio, che era stato rimpito con moltissimi vestiti, qualcosa di consono: scelse un paio di jeans neri, una camicia dello stesso colore che lascio aperta negli ultimi due bottoni.
Infilata la bacchetta nella tasca posteriore, uscì dalla stanza ma andando verso la porta, notò che vi era uno specchio e guardò la sua immagine riflessa.
Vide un uomo, alto sul metro e ottanta, molto magro per l'ultimo mese di "dieta", dai tratti non più giovanili come un tempo ma segnati dalle morti e dalle tragedie a cui aveva assistito fin ora.
La cosa che lo colpì di più di tutto furono i suoi occhi: non erano più vivaci come un tempo, ora si poteva dire che avevano raggiunto la freddezza che vedeva sempre stampata negli occhi del suo peggiore nemico, Draco Malfoy.
Lo stesso Malfoy che lo aveva pietrificato e gli aveva rotto il naso all'inizio dell'anno scolastico precedente, che da 6 anni lo sbeffeggiava e che lui odiava; lo stesso ragazzo che per tutto l'anno precedente era stato il suo tarlo e sempre lui era il ragazzo incaricato, a soli 16 anni, di uccidere Silente.
Invece, per sua sorpresa, non aveva portato a termine la missione, si era fermato e questo faceva infururiare ancora di più Harry perchè non sapeva il perchè.
Ma una cosa la sapeva, prima di uccidere Voldemort, causa di tutto il male lo perseguitava da 17 anni, doveva trovare Piton, l'assassiono, il traditore dell'Ordine, della fiducia del preside.
Decise pero di relegare in un angolo della sua mente questi pensieri e tornare a rifletterci più in là nel tempo.
Aprì quindi la porta e con un'aria insofferente a quello che succedeva al mondo, l'aria che aveva oramai da dopo la morte di Silente, raggiunse la cucina.
Senza guardare chi ci fosse nella stanza, raggiunse la sedia più vicina e vi si sedette.
'Ben svegliato Harry'
Esordì dopo alcuni istanti il preside
Harry non rispose ma si limitò a fare un cenno di assenso con una mano.
'Vedo che ti sei sistemato un po meglio'
Dato che non poteva più ignorarlo, Harry finalmente parlò, ma con una voce fredda, la voce che oramai era diventata la sua e che aveva abbandonato solo per il breve periodo di quando aveva rivisto il suo preside
'Arriviamo al dunque: dove sono?'
Il preside rimase spiazzato per alcuni istanti poi si raddrizzo gli occhiali a mezzaluna e rispose
'Li posso chiamare, sono nelle loro camere che aspettano.Ma prima ti suggerirei di mangiare qualcosa'
Harry lo guardò con uno sguardo che rispecchiava perfettamente il suo pensiero relativo all'inutilità che aveva assunto il cibo nella sua vita.
'Cosa desideri?'
'Un bistecca'
Rispose lapidario Harry, capendo che senza mangiare non avrebbe potuto fare nulla, data l'insistenza del preside.
Istantaneamente comparve davanti ad Harry un piatto con sopra una bistecca al sangue.
Harry la mangiò molto piano e poi si girò verso il vecchio
'Ora posso vederli?'
'Vai nello studio, io li chiamo e li porto lì'
Harry si alzò e raggiunse la stanza dove era stato poco prima, si sedette su una poltrona e si mise ad aspettare.
Avendo sentito dei rumori, Harry girò la testa e li vide; un lieve sorriso comparve sul suo volto ma non disse nulla.
Rimase a fissare i nuovi arrivati con la freddezza del "nuovo" Harry.

  
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