Prologo...
-Vattene.-
-…No.-
-Vattene.-
Non mi ero mai tirata indietro di fronte ad uno ostacolo piazzatosi lungo il mio cammino. E oramai, quel cammino andava a senso unico. Non potevo tornare indietro e imboccare un’altra strada.
-Dimmi perché vuoi che me ne vada.-
Silenzio.
L’immobilità opprimente dell’aria e la mancanza di una risposta mi comprimevano i timpani.
L’attesa era schiacciante, insostenibile, per il mio corpo già debilitato e ancora sanguinante.
-Dimmelo, cazzo!- Dimenticai la buona educazione. In quel momento tutto ciò che contava era sentirlo parlare ancora.
-Perché non ti voglio.-
La decisione e la durezza di quelle parole mi trapassarono in due. Un demone invisibile risucchiò voracemente l’ossigeno nei miei polmoni. Le mie orecchie avrebbero gridato di dolore, se avessero potuto.
Ma quella non fu la sola botta, subito dopo di essa ne arrivò un’altra, ancora più violenta.
-Per me sei insignificante. Hai capito? In-si-gni-fi-can-te. Non mi interesseresti mai, nemmeno se fossi la più buona e bella creatura del pianeta terra. Vai via.-
No,non era vero niente. Era solo un incubo, e presto sarebbe finito.
-Sparisci. Non riesco a sopportare la tua presenza.-
Non so come, ma mi ritrovai con le mani premute a terra. Avevo ceduto, il peso del dolore mi aveva buttata in ginocchio.
Alzai gli occhi per incrociare i suoi, maledettamente belli e profondi. La loro luce era, se possibile,ancor più ardente e luminosa. Verdi. Penetranti. Spietati. Parlavano per lui.
Senza riuscire a trattenere un umiliante singhiozzo, mi rialzai.
Ti prego…No…
Mi aveva distrutta. Non sarei mai riuscita a ricomporre tutti i pezzi.
Tremante e vacillante mi voltai. Iniziai a correre. Dovevo andare via,dannazione!
Lui non c’era più. Non l’avrei mai più rivisto.