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Autore: malandrina4ever    05/03/2010    12 recensioni
Sono un cervo. Sono un cervo. Sono un cervo. Sono un cervo...
Sono un coglione.
Sì, decisamente meglio.
Sono un coglione.
Altrimenti non si spiegherebbe il fatto che me ne sto in piedi da quasi mezz'ora al centro di una stanza pressoché vuota, ad occhi chiusi, a ripetermi nella mente che sono un cervo.
Quando è evidente che io non sono un cervo.
Ora come ora sono solo un coglione.
Anche se sono certo che Sirius, al mio posto, apparirebbe ancora più stupido.
Mentre apparirebbe meno stupido ripetere qualcosa come "Sono un leone”.
Sì, sarebbe sicuramente più dignitoso.
Ma purtroppo secondo quello stupidissimo libro io sono un cervo, sono un cervo, sono un cervo...
- James?
- ‘ono un cervo, sono un cervo, sono un ce...
- James.
- Mh?
Apro lentamente gli occhi, ritrovandomi a fissare quelli del mio migliore amico che, comodamente stravaccato su una poltroncina blu, mi osserva criticamente.
- Ci sono miglioramenti?
- Sono un cervo, Sirius?
- No, - risponde lui squadrandomi da capo a piedi.
- Mi sono spuntate delle corna o una coda a ciuffo?
- No.
- Quindi ci sono miglioramenti?
- No.
- Ecco.
*****
James sembra davvero un coglione.
Genere: Azione, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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CAPITOLO 2.

 

 


 

- Dunque, ora divido tutto per l’anno di nascita moltiplicato per l'età, bene, poi metto sotto radice ad indice...indice? - James alza gli occhi dalla pergamena consunta di fronte a sè, fitta di calcoli e cancellature, e guarda interrogativo Peter, che inizia subito a sfogliare velocemente un voluminoso libro dall'aria antica. 

- Allora, se sei un maschio l'indice è 8,2, se sei una ragazza invece...

- Se sei una ragazza? Se sei...Pete, da quanti anni è che siamo amici? In tutto questo tempo hai sempre nutrito dubbi sulla mia identità sessuale o cosa?

- Scusa.

- James non ti distrarre, è la quarta volta che proviamo, - sbuffo seccato. 

- La quarta volta che proviamo oggi.

- Appunto, quindi muoviti.

-Ok, ok. E' per i capelli, Pete? Sembrano...ok, ahia, Sirius, vaffanculo. Ho capito, ora lavoro. Allora, moltiplico tutto per l’altezza e viene...15, 6. Che animale è, Pete?

Sia io che James puntiamo gli occhi su Peter, impazienti.

- 15, 6 è...leone.

- Grande, sono un leone!

- Non per distruggere il tuo entusiasmo, James, ma non è detto che tu sia un leone: ti viene sempre un risultato diverso, magari hai sbagliato ancora.

Speravo che questa volta gli sarebbe venuto lo stesso risultato di prima, ma evidentemente James e la matematica sono come due rette parallele: destinati a non incontrarsi mai. Ah, se solo potessimo chiedere a Remus: sono certo che a lui verrebbe sempre lo stesso risultato, è pappa e ciccia con i calcoli, i numeri e la precisione lui.

- Questa volta è giusto, Sirius, me lo sento.

- Dici così solo perché vuoi essere un leone.

- Non è vero, - nega James senza guardarmi negli occhi, e mente sapendo di mentire.

-Come no, - replico accondiscendente: gli ultimi due animali che gli sono venuti prima di questo sono una pecora ed un cervo.

Due erbivori.

Per l’ego di James non ci possono essere paragoni con un leone.

- Facciamo così, io ora provo a fare il tuo e vedere se mi viene uguale ad uno dei tuoi risultati precedenti. Tu fai il mio.

E Peter ci legge le istruzioni perché non mi sembra il caso di aggiungere anche i suoi improbabili risultati alla lista già troppo nutrita.

James sbuffa deluso passandomi la sua pergamena tutta scritta e prendendo la mia in cui ho fatto solo un tentativo: il risultato è 8: cane. A parte per la vergognosa storia del leccarsi le parti intime in pubblico, devo dire che non mi dispiacerebbe, sicuramente è meglio del topo di Peter, il primo risultato che stranamente ha continuato a venirci anche le successive due volte che lo abbiamo fatto. In realtà non riesco a pensare ad un animale migliore in cui trasformarmi, ma è inutile rifletterci troppo: probabilmente ho sbagliato i conti e non è nemmeno quello il mio animale.  

-Allora, moltiplicate il vostro peso per...capelli neri, quindi per 7,8 e a quello che viene aggiungete, - Peter inizia stancamente a rileggere per l’ennesima volta le istruzioni, mentre io e James scriviamo.

Mentre cerco di concentrarmi sui calcoli un gruppetto di ragazzine mi passano dietro, ridacchiando e sussurrando concitate tra loro. Ormai abituato da un po’ di giorni a questa parte alle loro reazioni stupite nel vederci in biblioteca le ignoro, continuando a scrivere.

- James qual è il tuo colore preferito?

- Rosso.

Ma non mi dire.

- Anzi no, verde.

Mi blocco, alzando uno sguardo insospettito su James.

-James, amico, le altre volte hai messo sempre lo stesso colore, vero?

- Certo, non sono mica idiota. Voglio dire, credo.

Qualcosa nell'espressione di James mi dice che è proprio così idiota come sembra ed io sospiro, sperando di trasformarmi in un enorme cane-lupo. E allora addio, pecora James.

- D'accordo, James, ora scegli un colore che sia davvero il tuo preferito.

- Mmm, vediamo, ok, rosso. Come Grifondoro.

Come Grifondoro, certo. E i capelli di Evans dove li mettiamo, mh?

-Rosso...quindi devi sottrarre 1, Sirius, - mi informa Peter, mentre io mi rimetto all’opera, animato da una nuova speranza.

Forse questa è la volta buona.

- Cane! 

Il grido entusiasta di James mi fa bloccare, la piuma ancora tra le dita.

- E' venuto cane anche a me, Sirius. Vuol dire che è davvero quello il tuo Animagus.

Cane. Sono un cane.  

Trattengo a stento un sorrisetto soddisfatto, abbassando di nuovo lo sguardo sulla pergamena di James, pronto a finire l'ultimo calcolo.

- E tu James, sei un...

- Leone? 

James mi guarda speranzoso, le dita strette al tavolo della Biblioteca e le labbra strette tra i denti per l'agitazione.

Ghigno.

- Cervo.

 

 

 *****

 

 


 

Sono un cervo. Sono un cervo. Sono un cervo. Sono un cervo. Sono un cervo...

Sono un coglione.

Sì, decisamente meglio.

Sono un coglione.

Altrimenti non si spiegherebbe il fatto che me ne sto in piedi al centro di una stanza pressoché vuota, ad occhi chiusi, a ripetermi nella mente da quasi mezz’ora sono un cervo.

Quando è evidente che io non sono un cervo.

Ora come ora sono solo un coglione.

Anche se sono certo che Sirius al mio posto apparirebbe ancora più stupido.

Mentre apparirebbe meno stupido ripetere qualcosa come sono un leone.

Sì, sarebbe sicuramente più dignitoso.

Ma purtroppo secondo quello stupidissimo libro io sono un cervo, sono un cervo, sono un cervo, sono un cervo...

- James? 

-‘ono un cervo, sono un cervo, sono un cervo...

- James.

- Mh?

Apro lentamente gli occhi, ritrovandomi a fissare quelli del mio migliore amico che comodamente stravaccato su una poltroncina blu mi osserva criticamente.

- Ci sono miglioramenti?

- Sono un cervo, Sirius? - chiedo inarcando un sopracciglio.

- No, - risponde lui squadrandomi da capo a piedi.

- Mi sono spuntate delle corna o una coda a ciuffo?

- No.

- Quindi ci sono miglioramenti?

-No.

- Ecco, - concludo seccato, richiudendo gli occhi per ricominciare con la mia cantilena.

Sono un cervo, sono un cervo, sono un cervo...

 

***

 

James sembra davvero un coglione.

Se ne sta lì, fermo da mezz’ora con gli occhi chiusi a fare smorfie buffe e ridicolmente concentrate.

La prossima volta che ci veniamo ad esercitare nella Stanza delle Necessità porterò una macchina fotografica: fanno sempre comodo delle foto con cui ricattare il proprio migliore amico.

- Sirius. 

Mi volto verso Peter, che mi guarda cospiratorio dalla poltroncina accanto alla mia.

- Mh?

- E se mentre James si...esercita, noi andassimo a mangiare qualcosa nelle cucine? - sussurra, mentre il suo stomaco brontola rumorosamente, come a dare la sua totale approvazione.

- Beh, - esito scoccando un’occhiata a James e pensando che se lo lasciassimo da solo sembrerebbe ancora più coglione di quanto già non sembri. O non sia. – Magari facciamo solo uno spuntino veloce.

Lo so che non faremo solo uno spuntino veloce.

Non entri nelle cucine con Peter per fare uno spuntino veloce, semplicemente.

- Sì, sì, solo uno spuntino, - annuisce vigorosamente il mio grasso amico, aggiungendo silenziosamente con gli occhietti a coppetta 'uno spuntino di due ore e mezza'.

 

***

 

Sono un cervo, sono un cervo, sono un cervo...

No, basta.

A tutto c’è un limite.

Anche ai miei innumerevoli sono un cervo ed io questo limite l’ho appena raggiunto.

Per oggi non dirò più nessun altro sono un cervo

Quando apro gli occhi mi ritrovo davanti Sirius, che si sta giusto alzando dalla poltroncina, e Peter che è già quasi alla porta.

- Ragazzi?

Nella stanza cala il silenzio, interrotto un secondo dopo da Sirius che si risiede con un tonfo.

-Sì, James, amico?

- Dove stavate andando? - chiedo perplesso, ma minaccioso allo stesso tempo.

Minaccioso come solo un cervo che in realtà non è un cervo e che sarebbe dovuto essere un leone può essere.

- Peter stava andando in bagno perché, beh, deve andare in bagno. Ed io stavo venendo a chiamarti per, beh, chiederti se ci sono miglioramenti, - risponde veloce Sirius.

Troppo veloce.

Mentre Peter annuisce freneticamente.

Troppo freneticamente.

Per questo quando diventerò un leone li sbranerò.

Voglio dire, oh dannazione, perchè non posso essere un leone? 

Voglio così tanto essere un leone. 

Una lieve ventata d’aria seguita da un tonfo mi informa che Peter se l’è squagliata.

-Sirius, è impossibile, - sospiro infine, lasciandomi cadere di peso sulla poltroncina precedentemente occupata da Peter.

- Ma ti sei concentrato abbastanza?

- Sì! È tutto adesso che ripeto di essere un cervo. 

- James. 

- Mh?

- Concentrarsi ed immaginare di essere un animale non significa ripetersi di essere quell’animale.

Cosa?

- Tu non hai passato tutto questo tempo a pensare sono un cervo e basta, vero?

Ops. 

- Lo hai fatto? Non ci credo, lo hai fatto.

L'ho fatto. 

 

***


La stupidità infinita di James mi stupisce ogni giorno di più.

Ed io, da bravo amico quale sono, ho intenzione di approfittarne sempre di più.

Ad esempio con queste foto di lui che gattona ad occhi chiusi per la stanza delle necessità potrò fargli fare qualunque cosa.

Qualcosa di altrettanto imbarazzante.

Qualcosa come dichiarare il suo amore a Mocciosus di fronte a tutti!

...No, questo è più imbarazzante di quello che sta facendo, non accetterebbe. Devo trovare qualcosa di leggermente meno imbarazzante delle foto, ma comunque abbastanza imbarazzante da soddisfarmi.

E se invece facessi semplicemente vedere a tutti le foto? Vediamo...

- Sirius!

- Mi dispiace, scusa, non volevo!

Ops.

Reazione esagerata, decisamente.

Ma James è troppo su di giri per notare la mia faccia da Malandrino colto con le mani nel sacco, così faccio in tempo a ricompormi e chiedergli con annoiata aria di sufficienza:

- Sì?

- Guardami!

Ti sto già guardando, James. 

E ho notato con piacere che si è rialzato.     

- E non noti niente di diverso?

- No.

- Sicuro?

Aguzzo lo sguardo.

Stessa matassa incasinata sulla testa, stessi ingannevoli occhiali da secchione, stesso corpo dalla conformazione di un manico di scopa particolarmente corto. Tutto nella norma. 

- Sei uguale ad un'ora fa.

-Ma sei sicuro sicuro? Non ti sembro, che so, un po’ più scuro?  

Ah, dimenticavo: stessa colorazione di una palla di neve. Neve pulita. Accecante, quasi. 

Ed ora che mi sventola il suo braccio destro davanti agli occhi come se fosse un miracolo, riconosco anche la solita aria da pazzo esaltato e fanatico.

- Sirius, dai, guarda bene! Prima mentre immaginavo di essere un cervo...

Mentre faceva finta di essere un cervo.

Ho sentito qualcosa di strano, come se qualcosa stesse cambiando dentro di me...

Che strana concezione ha James del ‘dentro di me’.

Io ho sempre pensato che il ‘dentro di me’ fosse appunto all’interno di me, non sul mio braccio destro.

- Allora ho aperto gli occhi...

Per impedire che qualunque cosa stesse cambiando smettesse all’istante di farlo, mi sembra logico.

- Ed ora sono sicuro che i peli del mio braccio siano più scuri.

Ed ora io sono sicuro che il mio migliore amico è davvero un coglione.

- Ti giuro, James, che se non la pianti ti faccio la ceretta alle braccia. Col metodo Babbano.

 

***

 

Dovrebbe smetterla.

Lo fa sempre e non va affatto bene: quando dico cose che, secondo lui, sono assurdità si fa i suoi commenti nella mente e poi esplode. Ma dico io. Almeno li facesse ad alta voce i commenti, così potrei difendermi.

E poi non va affatto bene sparlare del proprio migliore amico, nemmeno con se stessi.

Però dato che sono stato con alcune ragazze babbane di nascita so qual è il metodo che usano le ragazze babbane per farsi la ceretta. E non sembra qualcosa che vorrei fare alle mie braccia, quindi sarà meglio dare ragione a Sirius e fingere che i miei peli non siano più scuri, anche se io so che non è così.

Manca poco ormai, è come se fossi già un cervo in pratica.

- Non ti rimettere giù, James, tocca a me ora.

- Non è vero!

Non può fermarmi ora che ci sono quasi: il mio corpo sta già cambiando colore, è fatta!

- Ragazzi.

- Ma come non è vero! È da un’ora che gattoni di qua e di là come un idiota, ora tocca a me provare!

- Ragazzi.

- Ma tu non ce la farai mai! Io sono a tanto così, Sirius, a tanto così. 

 -Ragazzi.

- Non dire assurdità! I tuoi peli sono sempre stati neri, James, non esiste un colore più scuro del nero, come avrebbero fatto a scurirsi?

- Ragazzi.

- Beh, non erano così neri.

- Ragazzi, per favore.

- Pete! Da quanto sei tornato? Che c’è?

Ecco cos’era quel ronzio di sottofondo che sentivo. 

- Non potete esercitarvi tutti e due contemporaneamente?

Oh. Giusto.

Mi sento un po' stupido ora. 

E quel che è peggio è che a farci notare la nostra stupidità è stato Peter.

E Peter non può avere ragione.

Non quando io ho torto.

Non posso permetterlo.

- Non c’è abbastanza spazio.

Persino Sirius ora mi guarda male, occhieggiando prima a me e poi all’immensa stanza in cui ci troviamo, che come a volermi contraddire si allarga ancora di più.

Stupida stanza, fatti gli affari tuoi.

 

***

 

- D'accordo, ignorando gli inutili tentativi di James di avere ragione, proviamo tutti insieme, – ordino alzandomi dalla poltroncina e piazzandomi al fianco del suddetto James, troppo impegnato a fissare con odio i muri della stanza per cogliere la mia frecciatina.

- Tre, due, uno, via!

Trattenendo l’impulso naturale di iniziare a correre dopo il via, mi costringo a chiudere gli occhi ed iniziare a concentrarmi.

Concentrarmi su cosa, però?

Beh, dato che secondo quel libro sono un cane, direi sui cani.

Mi piacciono i cani.

Sono fedeli agli amici e aggressivi con i nemici.

Come me.

Non ne ho mai avuto uno perché non è una creatura magica.

E i miei genitori si arrabbierebbero di meno se portassi a casa un drago piuttosto che una qualsiasi cosa anche solo lontanamente associabile ai babbani.

Non che io abbia mai pensato di portare a casa un drago.

Però devo ammettere che anche quei bestioni feroci hanno il loro fascino.

Una volta ne ho visto uno nell...Aspetta.

Sto divagando.

Devo concentrarmi.

Sui cani.

Cani.

Se ne avessi uno, lo chiamerei Tartufo.

Concentrazione, Sirius, concentrazione.

Devo immaginare di essere un cane.

Ok. Sono un cane. 

Sono ricoperto di folto pelo nero in ogni parte del corpo, sulle zampe anteriori e su quelle posteriori, sulla coda, sulla schiena e sulle orecchie penzolanti. Ho il muso allungato, il naso umido, i baffi vibranti, la lingua rosea e sottile, i denti grandi e affilati...

- Ragazzi, è impossibile. 

Denti grandi e affilati con cui azzannare la carne di Peter che mi ha appena deconcentrato.

Con uno sbuffo irritato riapro gli occhi, trovandomi spaesato: non mi ero accorto di essermi messo a quattro zampe.

Che sia un buon segno per la trasformazione in Animagus?

O solo un brutto segno per la mia memoria?

- Sentite, forse non stiamo sbagliando ora, - inizia James, di fianco a me - Forse non riusciamo a trasformarci perché abbiamo sbagliato prima a fare i calcoli e stiamo immaginando l’animale sbagliato. 

Oh no. Non di nuovo.

- James, santo cielo, non sei un leone, ok? Mi dispiace, ma mettitelo in testa. Sei un cervo. E non fare il broncio ora, non è colpa mia se hai l'animo da erbivoro.   

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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