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Autore: Dharma    05/03/2010    4 recensioni
[ Partecipante al concorso " RAIMBOW celebration!" indetto da Rekichan e Setsuka e scritta in onore dello YAOI DAY!] “Lord Grell Sutcliff viveva un continuo turbine di passioni immorali, privo di qualsiasi controllo e giudizio. Un uomo folle, sadico e malato di sesso. Ma quale significato potevano mai avere tali critiche pronunciate da individui totalmente estranei al dolore che si prova nel sentirsi costantemente insoddisfatti?” Lord Grell Sutcliff è un nobile rinomato per le sue abitudini procaci e perciò guardato con diffidenza e disgusto. Una notte, però, farà una conoscenza che lo cambierà per sempre... o almeno finchè avrà vita. " In quetta notte il Diavolo si innamorò di un angelo nero."
Genere: Romantico, Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Grell Sutcliff, Sebastian Michaelis
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è stata scritta per augurare a tutti/ e ( anche se non penso che i maschietti apprezzino molto -

Questa storia è stata scritta per augurare a tutti/ e ( anche se non penso che i maschietti apprezzino molto -.-“) un buon Yaoi Day ^^

 Inoltre ha partecipato al concorso “RAIMBOW celebration” indetto in onore di questo giorno da Rekichan e Setsuka, che ringrazio di cuore per l’impegno che stanno mettendo per farci avere al più presto i risultati nonostante il poco tempo dalla scadenza del contest ^^

Che dire?? Mi è piaciuto scrivere questa ff, credo sia la prima in cui tratto così approfonditamente ed esplicitamente un rapporto omosessuale. D’altronde… con Grell non si può fare altrimenti xD

Prima di lasciarvi alla lettura, preciso che questo racconto è ispirato alla storia della distruzione di Sodoma, narrata nella Bibbia, perciò troverete spesso associazioni al Diavolo e agli angeli. Anche la fine, seppur in modo metaforico, si riconduce alla storia prima citata. Comunque, se volete saperne di più, su Wikipedia c’è tutto ^^

Ok, smetto di ciaciarare ( si scriverà così??)  e vi lascio alla lettura ^^

 

Un grazie in anticipo a tutti coloro che leggeranno e a chi recensirà ^^

 

 

 

Nick autore; binky

Titolo: Il Diavolo non è brutto quanto si dipinge

Fandom: kuroshitsuji

Personaggi: Grell Sutcliff, Sebastian Michael

Citazione: Princesa – De André

Rating: arancione

Avvertimenti: yaoi, lemon, one shot, AU

Genere: sentimentale, Drammatico, introspettivo

Introduzione: [ Partecipante al concorso " RAIMBOW celebration!"  indetto da Rekichan e Setsuka e scritta in onore dello YAOI DAY!]
Lord Grell Sutcliff viveva un continuo turbine di passioni immorali, privo di qualsiasi controllo e giudizio. Un uomo folle, sadico e malato di sesso. Ma quale significato potevano mai avere tali critiche pronunciate da individui totalmente estranei al dolore che si prova nel sentirsi costantemente insoddisfatti?” Lord  Grell Sutcliff è un nobile rinomato per le sue abitudini procaci e perciò guardato con diffidenza e disgusto. Una notte, però, farà una conoscenza che lo cambierà per sempre... o almeno finchè avrà vita. " In quetta notte il Diavolo si innamorò di un angelo nero." 

 

 

 

 

 

 

Il Diavolo non è brutto quanto si dipinge

[ Sodoma’s Sin]

 

 

Vi era stato un tempo in cui, nella Londra vittoriana, chiunque avrebbe saputo dire chi era lord Grell Sutcliff.

Il suo nome sfiorava le labbra di tutti e da tutti veniva pronunciato con il medesimo tono di diffidenza e disgusto, forse dovuto al ghigno sinistro che il nominato portava sempre dipinto in volto, forse per le sue abitudini procaci.

Uno spirito di donna incatenato in sembianze maschili, un’anima dannata rinomata in ogni bordello della città, un transessuale che si infatuava di altri uomini. Queste dicerie indubbiamente vere avevano portato a credere che, in quel corpo, si fosse insediato il Diavolo stesso.

Lord Grell Sutcliff viveva un continuo turbine di passioni immorali, privo di qualsiasi controllo e giudizio. Un uomo folle, sadico e malato di sesso. Ma quale significato potevano mai avere tali critiche pronunciate da individui totalmente estranei al dolore che si prova nel sentirsi costantemente insoddisfatti?

Il lord aveva sempre ripudiato se stesso. Detestava le forme del proprio corpo, a suo parere troppo mascoline, e ancor più non sopportava la consapevolezza che mai avrebbe potuto portare un figlio in grembo.

Perciò aveva corretto la fortuna, indossando corpetti per far crescere la vita più sottile e vestendo abiti da donna. I lunghi capelli vermigli che gli ricadevano lungo la schiena ed il viso allungato e dai dolci lineamenti femminei completavano quel quadro paradossale racchiuso in una cornice purpurea.

Il lord amava il rosso e tutto ciò tinto di tale colore. Perfino la vista del sangue scarlatto lo rendeva euforico.

Sì, Grell Sutcliff era un Diavolo, sotto ogni punto di vista. Eppure la giustizia non aveva ancora bussato alla sua porta. Nonostante fossero note a tutti le scelleratezze da lui compiute, esse rimanevano impunite. Forse perché non vi erano prove sufficienti ad incolpare il Lord di azioni tanto nefande ed assurde da sembrare leggende popolari. Forse per la paura generata dalle dicerie sul suo conto che erano sussurrate in ogni angolo di Londra.

Così, Grell Sutcliff perseverava la propria commedia passionale, infatuandosi di ogni uomo ed innamorandosi di nessuno.

Fino all’arrivo della “ scena madre”. La notte in cui il lord aveva scoperto di possedere un cuore, nell’esatto istante in cui esso gli era stato sottratto. Rubato ed incatenato eternamente in quello sguardo sanguigno e freddo.

Il quella notte il Diavolo si era innamorato di un angelo in nero.

La ragione istintiva aveva travolto ogni restrizione. Non gli era importato che si trattasse del maggiordomo più fedele di uno dei maggiori nobili della città. Voleva farci l’amore, ma non il sesso di puro divertimento che aveva conosciuto fino a quel momento. Desiderava provare piacere all’udire la propria voce pronunciare quel nome con piacere e malizia.

- Sebas- chan. -

Il nome del suo angelo. Il suo inizio e la sua inevitabile fine.

Pioveva. Il lord stava facendo ritorno dall’ennesima serata di sesso. Quella volta non aveva tardato molto, eppure non ricordava quanti bicchieri di quell’ustionante alcolico offertogli avesse buttato giù. La pioggia scrosciante e la vista annebbiata non gli avevano però impedito di rimanere folgorato dalla bellezza di quell’angelo in nero che aveva incrociato lungo la strada. Lineamenti perfetti, occhi scarlatti e portamento orgoglioso e distaccato.

In un attimo aveva preso forma nella mente del Lord l’immagine di quella meraviglia dilaniata e imbrattata di sangue. Doveva essere suo.

Si era avvicinato e con movimenti suadenti aveva iniziato a danzare intorno a quella figura scura, un ghigno perverso a piegargli le labbra ed il tono svenevole. Nonostante i modi leziosi del rosso non avessero scalfito minimamente la maschera di glaciale indifferenza dell’altro, quest’ultimo seguì il lord fino alla sua abitazione: una villa tanto notabile quanto trascurata. Mobilio ed arredi erano accostati alla rinfusa e coperti da uno spesso lenzuolo di polvere. Non vi era traccia di servitù e l’aria che vi si respirava era pesante, quasi fetida.

Solo la camera da letto risultava curata. Le pareti erano tinte di rosso, così come le lenzuola dell’imponente letto posto al centro della stanza, sopra un enorme tappeto anch’esso purpureo. Tutt’attorno vi erano poste numerose candele, che il lord si affrettò ad accendere, piroettando per la camera con movenze sinuose che lasciavano trasparire la crescente impazienza. Quando anche l’ultima fiamma scoppiettò, la camera aveva assunto un aspetto stravagante e sinistro, aggettivi riconducibili allo stesso padrone che vi viveva.

- Allora, Sebastianuccio, come intendi soddisfarmi?- smielato. Un tono dal sapore orribilmente dolciastro.

Udire il proprio nome storpiato e pronunciato con tanta leggerezza provocò un moto di irritazione all’uomo in nero. Sebastian piegò lievemente il labbro inferiore in un’espressione contrariata, senza però abbandonare la propria freddezza. Conosceva il lord ed aveva anche un’idea di ciò che avrebbe potuto fare se avesse rifiutato di accontentarlo. Nonostante Grell Sutcliff fosse un personaggio di rango nettamente inferiore a quello del suo padrone, non voleva che il giovane Pantomville fosse preso di mira da un essere tanto spregevole e meschino. 

Tuttavia, non aveva alcuna intenzione di sottostare al volere di un tale verme senza ricavarne nulla in cambio. E lui aveva in mente uno scopo ben preciso.

 - Mi trova impreparato, lord. Non ho alcuna idea di come si possa compiacere un uomo perverso e malato di mente come lei.- rispose con un tono innocentemente beffardo.

Grell ghignò divertito, per poi assumere un’espressione artificiosamente offesa           - Sebas- chan, è così che ci si rivolge a qualcuno che è stato così cortese ad offrirti riparo in casa propria?- Poi, ammiccando e sfiorandosi con la lingua i denti appuntiti, aggiunse – Non è carino rifiutare le gentilezze di una fanciulla.-

Nauseabondo. Ogni cosa in quella paradossale situazione era nauseabonda. Il maggiordomo si costrinse a continuare quella recita palesemente illogica, sfoggiando il sorriso più cordiale di cui disponeva in quel momento – Allora mi mostri lei come dovrei fare per renderla felice, milady.- Sottolineò quell’ultima parola con un tono quasi ironico, ma il lord non intese la beffa del proprio interlocutore e lo fissò con occhi colmi di sorpresa e commozione.

- Oh, Sebas- chan, in nostro incontro è stato sicuramente un segno del destino.- Detto ciò, si inginocchiò sul letto, facendo poi segno al moro di raggiungerlo. Sebastian non esitò e si avvicinò al rosso, fermandosi a pochi centimetri da lui e restando a fissarlo con i propri occhi sanguigni. Sapeva a cosa stava andando incontro, eppure l’idea di una soddisfazione futura  lo convinse a dimenticare ogni ripensamento.

Grell rimirò ancora per qualche secondo la stupenda figura di quell’angelo che stava per fare suo, dopodiché lo afferrò per la cravatta e lo tirò a sé, facendo cadere entrambi sulle morbide lenzuola e ritrovandosi sotto l’altro. – Ti mostrerò come prenderti cura di me. –

Gli afferrò le mani per avvicinarle all’abbottonatura della propria camicia ed attese che il maggiordomo avesse concluso di sbottonare il tutto con modi servizievoli, poi si sollevò puntandosi con i gomiti per andare a posare la lingua sul collo del moro e percorrerlo fino a sfiorargli l’orecchio sinistro.

Un ultimo respiro a fior di pelle, e fece proprie le labbra di quell’angelo perfetto, tirandolo maggiormente vicino. Sebastian si scostò appena per sfilarsi la cravatta ed aprire i primi bottoni della propria camicia, ottenendo un’ennesima occhiata di compiacimento da parte del rosso che unì nuovamente le loro labbra in un bacio più lungo e passionale del precedente.

Allontanatosi nuovamente, il moro ghignò, osservando l’eccitazione del rosso che premeva contro i pantaloni aderenti senza che avessero ancora compiuto chissà quali atti immorali - Siete oscena, milady.-

- Puniscimi allora, Sebas- chan. – supplicò l’altro, la frangia che gli cadeva disordinatamente sugli occhi non più celati dalle lenti degli occhiali che erano stati lanciati in un angolo della stanza. Arrivò a graffiare la schiena dell’altro, ansimando e studiando con la lingua quei pettorali non troppo sviluppati eppure perfetti.

Fu allora che il maggiordomo iniziò a giocare con il proprio predatore, oramai divenuto preda. Lo spogliò di ogni indumento, lasciò che quelle mani curate gli percorressero ogni centimetro di pelle, ed accarezzando il corpo dell’altro con le proprie, sprofondarono maggiormente in quelle lenzuola vermiglie. Fecero l’amore. La rossa passione carnale del Diavolo ed i suoi gemiti di piacere contrapposti al freddo contegno dell’angelo nero ed ai suoi lunghi silenzi. E, nonostante il sentimento del lord girasse a vuoto, come un mulino decadente e privato dell’indispensabile acqua, le precedenti ed innumerevoli notti trascorse in bordelli e cunicoli bui parevano ora prive di alcun significato. Forse, tra tutti gli uomini con cui era finito a letto, vi era stato almeno uno che avrebbe potuto ricambiare quell’amore. Eppure, Grell Sutcliff era un uomo incontentabile e solito intraprendere le sfide più difficili ed eccitanti.

Nella notte in cui comprese il significato della propria vita, il lord compì l’errore che lo avebbe in seguito portato a perderla.

 

Grida. I forti rumori provenienti dalla strada lo costrinsero a destarsi. Ancor prima di aver aperto gli occhi portò un braccio al proprio fianco, sicuro di trovarvi il proprio angelo ancora addormentato. Quando, però, la sua mano si chiuse a vuoto, si voltò fulmineo per constatare che, sdraiato su quel lato del letto, non vi era realmente nessuno. Tuttavia, ciò non lo sorprese affatto ed un ghigno di soddisfazione gli piegò le labbra.

In quel momento, le grida si ripeterono, ora accompagnate da forti colpi assestati al portone della sua villa. Lo cercavano.

Una voce sovrastò quel frastuono e finalmente riuscì ad udirne le parole – Grell Sutcliff, è accusato di aver compiuto ripetutamente atti di sodomia ed eccitato il pubblico scandalo. Pertanto sarà condannato al massimo della pena prevista e costretto ai lavori forzati…-

Le parole persero il loro significato. Il lord era ritornato con la mente a quella notte, all’amore consumato in quello stesso letto, al bellissimo volto di quell’angelo ed ai suoi occhi sanguigni. Lentamente si scoprì del sottile lenzuolo rosso e percorse la stanza fino a fermarsi dinnanzi ad uno specchio dimenticato in un angolo. Osservò il proprio corpo, i lineamenti a suo parere troppo mascolini, i lunghi e vermigli capelli di cui andava tanto fiero, fino a soffermare lo sguardo in quel preciso punto posto in mezzo alle proprie gambe.

“ Oh, Sebas- chan, una sola cosa mi manca per essere tua completamente.”

Chiuse gli occhi e fece scivolate una mano tra le cosce, immaginando  di divenire ciò che aveva sempre desiderato essere. Sognò il proprio angelo al suo fianco, le sue dita affusolate contro la propria pelle, le loro bocche intrecciate.

Un brivido gli percorse la schiena e l’illusione si dissolse nello sfiorare qualcosa di duro. Aprì gli occhi per guardare verso il basso, scoprendo la propria eccitazione. Ghignò, era davvero malato.

Un movimento alle sue spalle lo costrinse a voltarsi, per trovarsi a pochi centimetri dal volto del maggiordomo in nero, seduto su davanzale della finestra vicina. L’aria parve farsi rarefatta, le grida dalla strada divennero silenzio e solo la voce del moro soggiunse alle orecchie del lord – Siete oscena, milady.-

Detto ciò, afferrò una delle poche candele ancora accese e la gettò sul letto, provocando l’immediata fiammata prodotta dalle lenzuola che bruciarono velocemente, estendendo il fuoco in tutta la camera. Poi, un ultimo sorriso gelido, e saltò dal davanzale, per scomparire alla vista del lord. Quest’ultimo corse alla finestra e si affacciò, per non trovar più, nella via che correva molti metri più in basso, la figura del proprio angelo.

“ Sebas- chan, riesci sempre a sorprendermi.”

Sorrise, un sorriso carico di un divertimento sinistro e perverso. L’odore pungente e soffocante del fumo lo avvolse e quando tornò ad osservare l’interno della stanza lo scoprì quasi interamente in fiamme. Inutile correre alla porta, era sicuro che l’avrebbe trovata chiusa.

Tornò a soffermarsi dinnanzi allo specchio grande, ormai oscurato dalla fuliggine, e chiuse nuovamente gli occhi, riprendendo ciò che aveva interrotto.

Quando i poliziotti riuscirono a fare irruzione nella villa del lord e ad estinguere l’incendio, trovarono Grell Sutcliff ancora dinnanzi a quello specchio, il suo corpo ormai svuotato della vita che ancora bruciava avvolto dalle fiamme della sua stessa passione.

Poco lontano, due occhi sanguigni colmi di soddisfazione osservavano il risultato di quel lavoro svolto perfettamente.

Portata una mano all’altezza del cuore, l’angelo si esibì in un breve inchino, prima di voltarsi ed allontanarsi per le strette vie di Londra.

“ Non per niente, sono un diavolo di maggiordomo.”

 

 

 

  
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