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Autore: Laurelin    06/03/2010    1 recensioni
La Compagnia si è sciolta e la Guerra dell'Anello si avvicina. Rohan e Gondor stanno per subire gli attacchi di Saruman e Sauron, mentre il Portatore dell'Anello si avvia verso Mordor con il suo fedele scudiero: cosa faranno gli altri Viandanti?
E' l'ora di fare alcune scelte: saranno prese le giuste decisioni?
Una mia rivisitazione delle Due Torri e del Ritorno del Re, parte della saga "Racconti della Terra di Mezzo", What if? e OOC per alcuni personaggi, con elementi ripresi sia dal libro che dai film
Presenza di nuovi personaggi, Boromir sopravvive, Aragorn/OC, Boromir/OC e altre...
Genere: Azione, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Aragorn, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Racconti della Terra di Mezzo'
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Capitolo 3

Théoden era molto preoccupato perché vedeva che i soldati e gli uomini a sua disposizione non erano sufficienti per contrastare efficacemente l’esercito di Sauron, che sicuramente poteva contare su forze superiori alle loro. Inoltre il fatto che Gandalf fosse sparito senza dire dove andava, l’assenza di notizie di Erkenbrand e dei suoi valorosi cavalieri, che sarebbero stati loro di grande aiuto, se solo avessero potuto raggiungere il forte prima degli Orchi, ed il timore per la loro sorte,  lo tormentavano. Sapeva di poter soltanto sperare che la fortezza reggesse come aveva sempre fatto fino a quel momento, anche se non potevano fidarsi troppo perché Saruman aveva ben studiato la costruzione ed era uno stregone potente e non uno sprovveduto.
Ed era difficile per Éomer non sapere cosa rispondere a Legolas che gli diceva che erano troppi pochi per poter avere speranze di salvezza, anche se il vedere che, nonostante tutto, Laurelin e Beren si dimostrassero fiduciosi lo rassicurava, mentre il fatto che Gimli fosse quasi impaziente di combattere divertiva tutti, o almeno Théoden, Éomer, Aragorn, Boromir, Laurelin e Beren.
-Farete sicuramente strage di Orchi, Mastro Nano, ma date loro il tempo di arrivare.- disse Beren
-E più tempo impiegano meglio è, così avremo più tempo per predisporre le difese. - notò Laurelin
-Come se potesse servire a qualcosa contro Saruman ed i suoi Orchi!- fece osservare Legolas
-Non è che hai paura, elfo?- chiese Gimli, provocatorio
-In ogni caso Saruman non sarà qui, non sarebbe nel suo stile, e nemmeno Vermilinguo per cui dovremo vedercela solo con il suo esercito e dubito che loro conoscano la fortezza.- disse Éomer
Aragorn fece notare al Re che avrebbe dovuto chiedere rinforzi, ma la risposta di Théoden, che disse di non poterli chiedere a nessuno, dal momento che nessuno sarebbe accorso in suo aiuto e quindi avrebbero potuto contare solo sulle loro forze, lo preoccupò non poco.
Preoccupazione che si accrebbe quando Boromir confermò che Rohan era l’ultimo interesse di suo padre e che comunque le loro forze erano dislocate altrove ed in nessun caso sarebbero riuscite a giungere in tempo per esser loro di aiuto.

Ormai era giunto il tramonto e gli uomini erano già stati schierati quando udirono un corno. Inizialmente pensarono che fossero i nemici in arrivo poi si resero conto che quello non era il corno degli orchi, anche se non avrebbero saputo dire a chi appartenesse. Aragorn, Beren e Laurelin, che lo avevano capito, diedero ordine di andare a chiamare il Re e di aprire i cancelli, dato che stavano arrivando alleati veramente insperati e scesero dalle mura dirigendosi verso l’ingresso della fortezza, seguiti da Legolas, Boromir e Gimli, mentre Éomer andava ad avvertire suo zio.
Gli inattesi alleati erano un numeroso gruppo di arcieri elfici, provenienti dal Bosco d’Oro e in piccola parte anche da Granburrone, al comando di Haldir, il capitano delle guardie di Lórien.
Théoden ed Éomer li guardarono stupefatti, come tutti i soldati di Rohan, in parte per la sorpresa in parte perché non avevano mai visto molti elfi insieme, e di certo non i loro guerrieri armati.

Il re chiese a cosa era dovuto questo aiuto inaspettato ed insperato e Haldir rispose che portava loro i saluti di Elrond e ricordando l’antica alleanza tra elfi e uomini, che in passato avevano combattuto ed erano morti insieme, disse che erano venuti per onorare quell’alleanza. Intanto anche gli altri erano arrivati e Aragorn salutò Haldir dicendogli che era più che benvenuto e anche Legolas salutò l’amico, mentre Laurelin e Beren facevano finta di non conoscerli, anche se Haldir non se ne sorprese, considerando che abitualmente i due non si comportavano molto diversamente.
Mentre Aragorn, che avrebbe preso il comando degli elfi, si fermava a parlare con Théoden, insieme agli altri per stabilire una linea di azione, Laurelin e Beren guidarono gli elfi verso le mura
-Scusaci, ma se io e Laurelin prima abbiamo fatto finta di non conoscervi o quasi, è perché qui a Rohan e anche a Gondor non sanno che siamo elfi, Haldir.- disse Beren, che in effetti sembrava non avere le orecchie a punta degli elfi e lo stesso valeva per la ragazza.
-Qui gli elfi non sono visti bene e tutti ci credono Dúnedain del Nord e per questo abbiamo lasciato che fosse Aragorn a salutarvi, ciò non toglie che non ci poteva essere sorpresa più gradita. A chi dobbiamo veramente quest’aiuto insperato?- aggiunse Laurelin, con un sorriso
-Lord Elrond e Re Celeborn soprattutto, principessa.- le rispose Rúmil, il fratello minore di Haldir
-Sospettavo che Galadriel ci entrasse poco o niente con questa decisione.- commentò Beren
- La regina è la stata la prima a dire che servivano aiuti a Rohan, anche se effettivamente non è intervenuta nell’organizzare la spedizione.- intervenne Orophin, il più giovane dei fratelli di Haldir.
-Questo non mi sorprende affatto da parte sua.- commentò la principessa.
Arrivati sulle mura indicarono agli elfi dove disporsi, e intanto videro una grande aquila in volo dirigersi verso di loro e fermarsi vicino a Laurelin e Beren, quasi volesse dire loro qualcosa prima di riprendere il suo viaggio. I due si guardarono commentando mentalmente le notizie che il re delle aquile aveva appena portato e decidendo di non farne parola con gli altri.

Intanto cominciò a piovere e gli Orchi cominciavano ad essere visibili in lontananza, ma Legolas e Gimli non perdevano occasione per provocarsi con battutine varie, che sfociarono in una sfida a chi uccideva di più nemici, mentre Aragorn li guardava sorpreso: possibile che nemmeno in un momento simile potessero evitare di comportarsi in quel modo?

Laurelin e Beren si allontanarono da Aragorn e dagli elfi, raggiungendo Théoden, Éomer e gli altri comandanti dei Rohirrim, che cercavano di non mostrare la sfiducia provocata dal grosso numero di nemici in avvicinamento e dalla scomparsa di Gandalf.
-Non temete Sire, sono convinta che Mithrandir avesse ottimi motivi per andarsene e dubito ci abbia abbandonati. E poi già l’arrivo degli elfi di Gran Burrone, così inaspettato, non dovrebbe farci sperare?- chiese Laurelin, cercando di infondere la speranza negli altri: se per un attimo aveva temuto anche lei, l’arrivo degli elfi e le notizie datele da Gwaihir, sebbene non tutte positive, l’avevano rassicurata e sapeva che l’importante era resistere fino all’arrivo di Mithrandir.
Théoden, seppur sfiduciato, si lasciò rassicurare in parte dalle parole di Laurelin, in parte dalla sua convinzione che se dovevano morire, almeno avrebbero fatto una fine grandiosa e sarebbero stati ricordati in eterno dalle canzoni, come aveva già detto prima ad Aragorn, e quindi dovevano combattere valorosamente. E in fin dei conti, finora nessun esercito nemico aveva mai fatto una breccia nelle Mura Fossato o preso il Trombatorrione, difesi dai Rohirrim, per cui lui e i suoi uomini dovevano solo combattere con valore per difendere la fortezza e la popolazione.

Gli Uruk-hai di Isengard intanto erano arrivati nei pressi del Fosso e all’ordine del loro comandante si erano lanciati all’attacco, finendo per arrivare alla portata delle frecce che i difensori, ricevuto l’ordine di Aragorn e Théoden, cominciarono a lanciare in quantità e a ripetizione, abbattendo un gran numero di orchi, senza però riuscire a fermare la loro avanzata.
Non appena arrivarono sotto le mura della fortezza gli Uruk-hai appoggiarono lì delle lunghissime scale per salire sui bastioni. Nonostante i difensori, sia uomini che elfi, combattessero con grande valore, uccidendo moltissimi orchi e buttando giù parecchie delle loro scale, i nemici continuavano ad appoggiarne di nuove, tentando inoltre di salire su quelle già fissate e sembravano essere un numero infinito.
Ed effettivamente Saruman aveva svuotato Isengard, spedendo contro Rohan un esercito di diecimila Uruk-hai, senza contare i numerosi Dunlandiani, una popolazione di uomini selvaggi, vicini e nemici di Rohan, che aveva stretto alleanza con lo Stregone, mettendosi al suo servizio.
Intanto gli Orchi avanzavano anche in direzione dell’ingresso della fortezza e anche lì gli arcieri elfici fecero stragi di nemici, ma senza riuscire a fermarli e a impedire loro di arrivare, con un ariete, al cancello che cominciarono a colpire.
Ma Saruman aveva in serbo anche altro per Rohan e il Fosso di Helm: una polvere esplosiva che, posta in un piccolo canale di scolo alla base delle mura e incendiata con il fuoco, fece saltare in aria una parte delle mura, con sgomento dei difensori, che comunque continuarono a combattere, con numerose perdite da entrambi i lati, finché il Re non diede l’ordine di ritirarsi nel Trombatorrione.

Improvvisamente i difensori del forte si accorsero che il cancello rischiava di cedere e mentre il Re in persona, seguito dagli uomini della sua scorta, scendeva a incoraggiare gli uomini a resistere ed eventualmente combattere, se il cancello fosse stato distrutto, Aragorn ed Éomer lo raggiunsero.
-Quanto tempo vi occorre, Sire?- chiese Aragorn
-Il tempo che puoi darmi!- rispose il Re, che era leggermente ferito.
Allora Aragorn ed Éomer, seguiti da Gimli si diressero verso una porticina segreta sul lato della fortezza, da cui poi si lanciarono per raggiungere i nemici alla fine del ponte, impegnando i nemici e facendo strage di orchi davanti al cancello, mentre il Re e i suoi uomini lo riparavano.
Non appena il Re disse loro di allontanarsi dal cancello perché avevano finito di ripararlo, Legolas e Boromir lanciarono delle corde a cui Aragorn, Éomer e Gimli si aggrapparono e si issarono.
Una volta sulle mura, Éomer vide Laurelin e Beren che davano istruzioni al comandante degli elfi e alcuni degli arcieri, e si accorse con sorpresa che sembravano conoscersi piuttosto bene.
Il combattimento infuriava però sulle mura e l’attenzione di Éomer ritornò rapidamente verso gli orchi, esattamente come quella di tutti gli altri guerrieri, e di lì a poco si ritrovò ad ammirare, per l’ennesima volta, la precisione con cui Laurelin scagliava le sue frecce, che risultavano quasi sempre letali per le sue vittime, quando la ragazza colpì un orco che lo stava attaccando alle spalle.

Purtroppo alcuni minuti dopo il cancello cedette nuovamente e il Re diede ordine di ritirasi tutti nella fortezza, abbandonando le mura e una volta al riparo cedette alla preoccupazione per la sorte delle donne e dei bambini, che erano al riparo nelle grotte, temendo che fossero tutti perduti.
Aragorn, Beren e Laurelin esortarono il Re a non arrendersi aiutati anche da Boromir ed Éomer.
-Quanta morte! Cosa possono gli Uomini contro un odio così scellerato?- chiese Théoden agli altri
-Vieni fuori con me! Affrontiamoli a cavallo!!- lo esortò Aragorn, con l’approvazione generale
-Per la morte e per la gloria!- esclamò il Re
-Per Rohan … per il tuo popolo.- aggiunse Aragorn e mentre Gimli notava che era quasi l’alba, ricordò le parole dette da Gandalf prima di lasciarli, ovvero di aspettarlo alle primi luci del quinto giorno e di guardare ad est e si convinse ancora di più della sua proposta.
-Sì. Sì. Il corno di Helm, Mandimartello … suonerà nel Fosso … un’ultima volta.- disse il Re, riscuotendo la piena approvazione degli altri
-Fa’ che questa sia l’ora in cui sguainiamo le spade insieme!- aggiunse Théoden, rivolto ad Aragorn
-Feroci atti, sveglia. Non per collera … non per rovina o la rossa aurora!- urlò il Re, mentre il corno di Helm risuonava nel forte, per poi incitare i suoi uomini, montati a cavallo, ad attaccare i nemici.
Arrivarono rapidamente all’esterno della fortezza, travolgendo e uccidendo tutti gli orchi che si paravano davanti a loro, continuando a far strage di nemici e mettendoli in fuga fino a quando, giunti all’altro estremo del ponte, non videro arrivare anche Gandalf su Ombromanto e con lui c’erano anche Erkenbrand e i guerrieri dell’Ovestfalda, che temevano fossero morti.

Mentre tutti attaccavano gli Orchi, presi adesso da due lati, videro uno strano bosco a poche miglia dal Fosso e in parecchi si chiesero da dove venissero quegli alberi e rispettarono senza esitare l’ordine di Gandalf di non avvicinarsi al bosco e di non inseguire all’interno gli orchi che, pur essendo molto spaventati dagli alberi, si dirigevano al suo interno, ritenendolo l’unica via di scampo per fuggire all’attacco dei Cavalieri di Rohan.
Nel giro di pochi minuti tutti gli orchi erano spariti nel bosco e i Rohirrim potevano festeggiare una vittoria decisamente insperata e intanto Legolas e Gimli, ritrovatisi, facevano il conto finale della loro sfida, vinta da Gimli con quarantatre orchi uccisi contro i quarantadue di Legolas.
Intanto Erkenbrand raggiungeva il nipote Dúnhere, Gamling, Elfhelm e Déorwine vicino al Re, dove erano anche Laurelin, Beren e Boromir mentre Haldir parlava con Aragorn ed Éomer chiedeva a Gandalf da dove venissero quegli alberi.
Gandalf non rispose alla domanda, ma invitò il Re ad accompagnarlo a Isengard, perché doveva parlare con Saruman ed era giusto che anche Théoden fosse presente, considerando i danni fatti al suo paese dagli orchi. Aggiunse quindi che la battaglia per il fosso di Helm era finita, ma quella per la Terra di Mezzo stava per cominciare.

Il Re diede ordine di seppellire i Rohirrim caduti, facendo ammucchiare gli orchi in grossi cumuli ai margini della misteriosa foresta, poi scelse una ventina di uomini che lo avrebbero scortato ad Isengard, oltre ad Éomer, mentre Gandalf si sarebbe fatto accompagnare da Aragorn, Boromir, Legolas, Gimli, Beren e Laurelin, che avevano espresso il desiderio di andare con loro.


Ed eccoci arrivati alla battaglia del Fosso di Helm, che spero vi sia piaciuta. 
Nel prossimo capitolo faremo un salto indietro e i protagonisti saranno Merry, Pipino e gli Ent.

Se vi state chiedendo come fanno Laurelin e Beren a non sembrare elfi, diciamo che è una specie di magia che fa sì che i Rohirrim e a volte anche i Gondoriani li scambino per Dúnedain. I Raminghi usano un trucco del genere, anche se meno forte, per ingannare gli abitanti di Brea e gli altri abitanti del Nord con cui entrano in contatto e lo stesso fanno gli elfi quando non vogliono essere riconosciuti come tali.
Non penserete mica che basti l'aspetto dei Raminghi ad ingannare i comuni abitanti del Nord, che una buona idea di come fossero i Dúnedain devono pur averla? (ovviamente questo non è canon, ma nella saga di Racconti della Terra di Mezzo è così).


Grazie mille per la recensione Illidan e per rispondere ai tuoi dubbi: Éomer è tornato ad Edoras prima del funerale di Théodred, solo che effettivamente ho accennato una sola volta alla sua presenza, senza più nominarlo per il resto del capitolo, mentre i motivi per cui Thranduil ed Elrond (e di conseguenza Legolas) ce l'hanno tanto con Beren e Laurelin per ora non posso spiegarli perché significherebbe spoilerare tantissimo.

Grazie mille anche a Thiliol per la recensione e i complimenti e spero che la storia continuerà a piacerti. Comincio a pensare che la storia avrei dovuto classificarla anche come A.U. dal momento che, pur rimanendo nella Terra di Mezzo come ambientazione, ho cambiato parecchie cose rispetto alla versione del Professore, e per rispondere alle tue domande la storia di Beren e Laurelin è complessa e se Legolas non fa altro che ripetere quello che gli è stato insegnato, dietro ci sono motivi e segreti pesanti e sì in questa saga personaggi come Elrond e Galadriel, ma anche Thranduil, Celeborn, Arwen, Legolas e Celebrían risultano a volte OOC sotto alcuni aspetti, ma ci sarà una spiegazione per tutto.
Veniamo ad Aragorn ed Arwen: la Arwen di questa storia, pur essendo stata il primo amore di Aragorn, non lo ha mai ricambiato, né sarebbe potuta essere la donna giusta per lui, ed inoltre lei e i suoi fratelli non hanno mai avuto la possibilità di scegliere il loro destino, contrariamente al padre.


   
 
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